Le cause biologiche dell'omosessualità

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  1. silverback
     
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    In primo luogo, il risultato deve essere riprodotto: affermazioni secondo cui sarebbero stati trovati geni associati a vari caratteri della personalità sono poi risultate dubbie. In secondo luogo, il gene in sé non è stato ancora isolato. Esso si trova in una regione del cromosoma X che ha una lunghezza di circa quattro milioni di coppie di basi. Questo segmento rappresenta meno dello 0,2 per cento del genoma umano, ma è ancora abbastanza grande da contenere centinaia di geni. Per trovare l'ago nel pagliaio occorrerà o analizzare un numero elevato di famiglie o acquisire informazioni più complete sulla sequenza del DNA per identificare tutte le possibili regioni codificanti. La regione Xq28 è straordinariamente ricca di loci genici. In terzo luogo, non si può ancora quantificare l'importanza del ruolo che la regione Xq28 riveste nell'orientamento sessuale dei maschi.
    All'interno della popolazione di fratelli omosessuali analizzati, sette su 40 non avevano gli stessi marcatori. Assumendo che 20 fratelli dovrebbero ereditare marcatori identici per puro caso, il 36 per cento non mostra alcun legame tra l'omosessualità e la Xq28. Forse questi soggetti hanno ereditato geni diversi o sono stati influenzati da fattori fisiologici non genetici o dall'ambiente.
    Per i maschi omosessuali nel loro complesso (la maggior parte dei quali non ha fratelli omosessuali), l'influenza della regione Xq28 è ancora meno chiara. Sconosciuto è anche il ruolo della Xq28 e di altri loci genici nell'orientamento sessuale delle femmine.
    Come può un locus genico in corrispondenza della regione Xq28 influenzare la sessualità?
    Può darsi che l'ipotetico gene influisca sulla sintesi degli ormoni o sul metabolismo. Gene candidato è stato il locus per il recettore degli androgeni, che codifica per una proteina essenziale alla mascolinizzazione del cervello umano ed è localizzato sul cromosoma X.
    Per verificare quest'ipotesi, Jeremy Nathans, Jennifer P. Macke, Van L. King e Terry R. Brown della Johns Hopkins University si sono uniti a Bailey della Northwestern University e ad Hamer, Nan e Stella Hu dei National Institutes of Health.
    Essi hanno confrontato la struttura molecolare del gene per il recettore degli androgeni in 197 maschi omosessuali e in 213 prevalentemente eterosessuali, ma senza trovare variazioni significative nelle sequenze codificanti per le proteine. Inoltre gli studi di associazione genica hanno dimostrato che non vi è correlazione tra l'omosessualità nei fratelli e la trasmissione ereditaria del locus per il recettore degli androgeni. Ma - fatto in assoluto più significativo - il locus è risultato localizzato in Xq11, ben lontano quindi dalla regione Xq28.
    Una seconda ipotesi è che il gene agisca indirettamente, attraverso la personalità o il carattere: per esempio, coloro che per predisposizione genetica tendono a fare affidamento su se stessi potrebbero avere minori difficoltà a dichiarare un'attrazione per persone del proprio sesso rispetto a chi dipende dall'approvazione degli altri.
    Infine, vi è l'interessante possibilità che il prodotto genico della regione Xq28 influisca direttamente sullo sviluppo di aree del cervello soggette a dimorfismo sessuale, come INAH3. Al livello più semplice, questo prodotto potrebbe agire autonomamente, forse nell'utero, stimolando la sopravvivenza di neuroni specifici nei maschi pre-eterosessuali o promuovendone la morte nelle femmine e nei maschi pre-omosessuali. In un modello più complesso, il prodotto genico potrebbe modificare la sensibilità di un circuito neuronale nell'ipotalamo alla stimolazione da parte di agenti ambientali, forse nei primi anni di vita. In questo caso i geni servirebbero più a predisporre che a predeterminare. Resta da vedere se questa idea abbia qualche fondamento: essa è, di fatto, sperimentalmente verificabile con gli strumenti attuali della ricerca.
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    Per saperne di più:
    LeVAY SIMON, A Difference in Hypothalamic Structure between Heterosexual and Homosexual Men in "Science", 253, 30 agosto 1991.
    HAMER DEAN H., HU STELLA, MAGNUSON VICTORIA L., HU NAN e PATTATUCCI ANGELA M. L., A Linkage between DNA Markers on the X Chromosome and Male Sexual Orientation in "Science", 261, pp. 321-327, 16 luglio 1993.
    MACKE JENNIFER P., HU NAN, HU STELLA, BAILEY J. MICHAEL, KING VAN L. e BROWN TERRY R., Sequence Variation in the Androgen Receptor Gene Is Not a Common Determinant of Male Sexual Orientation in "American Journal of Human Genetics", MIT Press, 1993.
    LeVAY SIMON, The Sexual Brain, MIT Press, 1993.

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    Simon LeVay e Dean Hamer, si interessano entrambi alle radici biologiche dell'omosessualità.
    LeVay si è laureato in neuroanatomia presso l'Università di Gottingen, in Germania, e nel 1971 si è trasferito alla Harvard University, dove ha lavorato, insieme con David Hubel e Torsten Wiesel, sul sistema visivo centrale. Nel 1992 ha fondato l'Institute of Gay and Lesbian Education.
    Hamer ha conseguito la laurea in biochimica nel 1977 presso la Harvard University e da allora ha sempre lavorato presso i National Institutes of Health. Si occupa del ruolo svolto dai geni sia nel determinare l'orientamento sessuale sia in complesse patologie fra cui la progressione dell'infezione da HIV e il sarcoma di Kaposi.

    Naturalmente costoro hanno dei "feroci" oppositori, fautori delle cause ambientali dell'omosessualità, fra i quali spicca William Byne, che studia il modo in cui i fattori biologici e sociali interagiscono nell'influenzare il comportamento.
    Egli ha compiuto gli studi all'Università del Wisconsin a Madison e all'Albert Einstein College, dove si è laureato in medicina nel 1989.
    E' ricercatore associato all'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University di New York, presso la quale studia la struttura cerebrale dell'uomo e di altri primati, e psichiatra al New York State Psychiatric Institute.

    Edited by silverback - 24/7/2006, 13:35
     
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