Le cause biologiche dell'omosessualità

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  1. silverback
     
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    Anche se lo studio di Hamer e collaboratori era indicativo di una componente genetica, l'omosessualità compariva con una frequenza nettamente inferiore a quella che avrebbe suggerito l'ereditarietà mendeliana relativamente a un singolo gene. Un'ipotesi secondo la quale il ruolo dei geni sarebbe più importante in alcune famiglie che in altre viene confermata osservando famiglie in cui siano presenti due fratelli omosessuali. Se confrontata con le percentuali di omosessualità in famiglie scelte a caso, la frequenza di omosessualità negli zii materni aumentava dal 7 al 10 per cento e nei cugini materni dall'8 al 13 per cento. Questo raggruppamento familiare, anche in parenti esterni al nucleo ristretto, offre un elemento in più a favore di una radice genetica dell'orientamento sessuale. Perché la maggior parte dei parenti omosessuali di sesso maschile di maschi omosessuali appartiene al lato materno della famiglia? Sembra improbabile che i soggetti in esame abbiano conosciuto più a fondo i parenti del lato materno, perché i parenti omosessuali di sesso opposto di maschi omosessuali e di femmine lesbiche erano equamente distribuiti sul lato paterno e su quello materno. Una seconda spiegazione è che l'omosessualità, benché sia trasmessa da entrambi i genitori, si esprima solo in un sesso: in questo caso, quello maschile.
    Dato che, quando si esprime, essa sfavorisce la riproduzione, deve essere un carattere trasmesso soprattutto dalla madre. Ciò può in parte spiegare la concentrazione di maschi omosessuali nel ramo materno della stessa famiglia. Ma la conferma di questa ipotesi si avrà solo se si troverà un gene appropriato su un cromosoma autosomico che, non essendo legato al sesso, si può ereditare per via materna o paterna.
    Una terza spiegazione è data dall'associazione del cromosoma X. Un uomo ha due cromosomi sessuali: un Y, ereditato dal padre, e un X, che deriva da uno dei due cromosomi X della madre, dopo che questi si sono scissi e ricomposti. Pertanto un carattere influenzato da un gene presente sul cromosoma X tenderà a essere ereditato per via materna e si osserverà soprattutto nei fratelli, negli zii materni e nei cugini materni.
    Per verificare questa ipotesi, Hamer e collaboratori hanno avviato uno studio sull'associazione del cromosoma X nei maschi omosessuali. Quest'analisi si basa su due princìpi della genetica. Se un carattere subisce un'influenza genetica, allora i parenti che hanno lo stesso carattere condivideranno il gene con una frequenza superiore a quella casuale. Il discorso vale anche se il gene ha un ruolo di scarso rilievo. Inoltre i geni che si trovano vicini su un cromosoma sono ereditati quasi sempre insieme. Perciò, se vi è un gene che influenza l'orientamento sessuale, dovrebbe essere "associato" a un marcatore presente sul DNA, che tende a essere trasmesso con il gene in questione. Se un carattere è influenzato da un solo gene, l'associazione può localizzarlo esattamente su un cromosoma, ma per caratteri complessi come l'orientamento sessuale l'associazione può contribuire a confermare l'esistenza di una componente genetica.




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