Un Parlamento completamente al femminile...
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Un Parlamento completamente al femminile...

ritenete sia meglio o peggio (per l'uomo comune)?

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    CITAZIONE (Imperatore Maligno @ 20/12/2006, 12:12)
    Prima di rispondere, ti rivolgo una domanda: quali sono le leggi antimaschili?

    ... :D :D
    No comment.
     
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  2. Imperatore Maligno
     
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    CITAZIONE (silverback @ 20/12/2006, 20:01)
    CITAZIONE (Imperatore Maligno @ 20/12/2006, 12:12)
    Prima di rispondere, ti rivolgo una domanda: quali sono le leggi antimaschili?

    ... :D :D
    No comment.

    Troppo facile nascondersi dietro un "No comment".

    Parliamone, siamo in un forum: credo che l'obiettivo sia proprio questo.

    Se avresti voluto avere solo dei plausi ed avere la ragione di tutti; avresti potuto scriverlo in uno spazio diverso da quello di un forum.
     
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  3. animus
     
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    CITAZIONE (Imperatore Maligno @ 21/12/2006, 02:29)
    CITAZIONE (silverback @ 20/12/2006, 20:01)
    CITAZIONE (Imperatore Maligno @ 20/12/2006, 12:12)
    Prima di rispondere, ti rivolgo una domanda: quali sono le leggi antimaschili?

    ... :D :D
    No comment.

    Troppo facile nascondersi dietro un "No comment".

    No comment.
    ... :D :D

    Manifesto di U3K
    http://www.uomini3000.it/228.htm


    Cosa vuole U3000


    Porre fine al pestaggio morale antimaschile

    Da decenni il genere maschile è sottoposto ad una campagna permanente di colpevolizzazione, denigrazione e dileggio. Sulla base di una storia e di una cronaca ricostruite a quel fine gli uomini nascono già colpevoli e debitori. Sono perciò chiamati a saldare questa colpa di Genere in tutti gli aspetti della vita e in tutte le forme. Alla colpa inventata si aggiungono la denigrazione, la derisione e la squalifica del loro modo di vivere, di sentire, di pensare e di agire. Dei loro sentimenti e delle loro passioni, delle loro creazioni e della loro sessualità. Dei loro successi e dei loro fallimenti, indifferentemente. A quella criminalizzazione e a questo dileggio deve essere posto termine sin d'ora e da subito va proclamato che anche gli uomini nascono innocenti.

    Riaffermare le differenze naturali: contro la Grande Bugia

    Il femminismo nega che esistano differenze naturali tra i Due, nega che esistano istinti e inclinazioni, aspirazioni, attitudini e talenti diversi per natura. Questa negazione - la Grande Bugia - ha lo scopo di rendere indifendibili le ragioni degli uomini: è stata inventata a quel fine. E' una fandonia che pervade l'intera cultura e che sta a fondamento delle politiche antimaschili. La verità deve venire ripristinata: esistono differenze naturali incoercibili che si riverberano in ogni ambito della vita pubblica e privata, che riguardano il modo di sentire, di pensare, di soffrire, di agire. I Generi sono due, sono profondamente diversi perché così ha voluto la natura. Diversi nel modo di stare al mondo, diversi nel modo di fare del bene come del male. La Grande Bugia che nega la Natura deve venire liquidata.

    Riconoscere il valore degli uomini

    Con frequenza sempre maggiore si annuncia che gli uomini sono diventati inutili perché le donne si mantengono e si riproducono da sole. Questo grido ha lo scopo di svuotare alla radice l'autostima maschile, di insinuare nelle nuove generazioni il sentimento di inutilità della vita, di ridicolizzare la loro proiezione verso le donne e di precipitarli in un angoscioso smarrimento. Deve dunque essere stabilito che il mondo non può esistere senza gli uomini e che il loro valore non si misura sull'utilità che le donne ne traggono. Va invece proclamata la dignità dei sentimenti degli uomini, la grandezza del loro generoso donare, la purezza delle loro passioni, il fascino del loro silenzio e della loro frugalità, lo stupore della loro energia, l'eminenza delle loro creazioni, l'eccellenza del loro genio. Va finalmente proclamata la bellezza di essere uomini.

    Riconsacrare il maschile

    Denunciati come covi di misoginia tutti gli spazi maschili sono stati invasi dalle donne e ne viene impedita la rinascita. Insieme allo smantellamento del sistema simbolico, avviatosi con la diffamazione del Fallo, quell'azione ha distrutto ogni sacralità del maschile. Deve perciò essere ricostituito l'ambito sacro della maschilità come nucleo inavvicinabile, intangibile ed escluso a priori alle donne tanto sul piano morale, psicologico e simbolico quanto nei luoghi, nei riti e nei gesti che lo materializzano.

    Ripristinare il primato dei Codici

    I reati di cui un uomo può macchiarsi nei confronti di una donna sono usciti dal Codice Penale, la loro definizione è stata demandata alla donna stessa che stabilisce a posteriori secondo il suo sentire (il c. d. "vissuto") cosa siano discriminazioni, maltrattamenti, molestie e abusi. Avvicinarsi ad una donna significa ormai camminare su un campo minato perché ogni oggettività è svanita mentre la buona fede e i reali intendimenti degli uomini non hanno più importanza. Deve dunque venir ripristinato il carattere oggettivo dei reati e la loro definizione deve rientrare nel Codice dal quale è uscita. Va cancellata ogni inversione dell'onere della prova e la buona fede deve avere il ruolo che ha sempre avuto negli ordinamenti civili.

    Ricostituire e proteggere la sfera maschile

    I reati di cui una donna può macchiarsi nei confronti di un uomo sono scomparsi e quella che volesse esplicitamente oltraggiare un uomo non saprebbe come fare. Ciò nasce dal fatto che ormai negli uomini non si riconosce più nulla di rispettabile, niente che debba venir rispettato e la cui violazione comporti una sanzione. I reati antimaschili non esistono più perché è stata frantumata la sfera che ne dovrebbe proteggere l'anima e l'interiorità, i sentimenti e la coscienza, l'opera e il pensiero. Deve perciò essere stabilito che anche attorno al maschile esiste un confine insuperabile la cui violazione deve essere adeguatamente sanzionata. Si deve tornar a riconoscere che esistono anche i reati antimaschili e che come tali vanno puniti.

    Riconquistare la parità legale

    I reati femminili sono sistematicamente derubricati e la donna ne esce assolta o colpita da pene risibili in quanto interpretati sempre come gesti reattivi o dovuti a stati patologici. Paga più un uomo per una manata sul fondoschiena che una madre infanticida. Di là si punisce la misoginia, di qua si assolve la depressione. A parità di reato deve esserci parità di punizione e alla donna che giustamente rivendica pienezza di coscienza deve essere del pari assegnata piena responsabilità. Non solo nel bene, anche nel male.

    Riconquistare la parità civile ed economica

    A titolo di dovuto risarcimento, di necessaria compensazione e sul fondamento della Grande Bugia che nega diversità di interessi e di vocazioni, è stata avviata la politica delle "azioni affermative" mentre vengono conservati ed incrementati storici privilegi economici e normativi per le donne. Quote elettorali ed assembleari, finanziamenti imprenditoriali, sconti negli acquisti di beni e servizi, priorità nei concorsi, borse di studio esclusive, corsi professionali riservati, campagne sanitarie unidirezionali si aggiungono alla conservazione delle eclatanti disparità pensionistiche, al diritto al mantenimento sine die della maritata, alle indennità di divorzio, al diritto alla cassa integrazione privata (dall'ex), a quello della conservazione del livello economico pre-divorzio. A tutto questo deve essere posto termine subito. Senza obiezioni.

    Fondare i diritti riproduttivi maschili

    In ambito riproduttivo la volontà maschile vale zero. La paternità può essere sia carpita con la frode che sottratta ad arbitrio. Con l'aborto e il parto anonimo la donna può liberarsi di maternità non volute mentre l'uomo subisce impotente la volontà altrui: non ha voce in capitolo sull'aborto e al tempo stesso può ritrovarsi padre a prescindere dalla sua volontà e dalla sua condizione. Se e fino quando la donna potrà decidere della maternità l'uomo dovrà poter decidere della paternità. Deve poter scegliere se diventare padre o meno tenendosi e allevando da solo il figlio che vuole o rifiutando la paternità che non vuole. La fisiologia della riproduzione non può più essere un pretesto per imporre ad una parte la volontà dell'altra.

    Salvare il padre che muore

    La figura paterna ha subìto, sotto ogni profilo, un attacco progressivo tale da svuotarla di ogni valore. Negati i fondamenti naturali della bigenitorialità - sotto il mantello della Grande Bugia - il principio paterno è ormai subordinato a quello materno e la funzione biologica, sociale e simbolica della paternità è relegata ad un ruolo subalterno e ancillare, quella del "mammo". Fatto esiziale gravido di rovinose conseguenze. Deve dunque essere proclamata una verità antica come le montagne: l'insostituibilità della figura paterna nelle dinamiche familiari, negli equilibri educativi, nella maturazione delle forze istintuali, nell'orientamento sessuale, nella formazione dell'identità, nella costituzione dell'autostima delle nuove generazioni. Deve venire riconsacrata la funzione paterna - non vicariabile dalla madre - nella crescita interiore e nella socializzazione dei figli.

    Padri separati: per la bigenitorialità a vita

    La condizione dei padri separati è diventata una tra le più laceranti che un uomo possa sperimentare e la probabilità di andarvi incontro è in crescita costante. Decaduti dal rango di genitori, esiliati negli affetti, oggetto di ricatti e di umiliazioni e alla fine estromessi dal rapporto con i figli, vengono riguardati esclusivamente come erogatori di denaro. Le loro disperazioni, che talvolta finiscono in tragedie, si sommano allo smarrimento dei figli privati di quella relazione primaria e fondamentale. Tutto ciò deriva dal fatto che la madre detiene il potere autocratico sull'intera relazione padri/figli. A questo potere assoluto e incontrollato deve essere posto termine. L'affido condiviso, conquistato dai padri separati, nelle forme attuali non basta: deve mutare la valutazione sociale della priorità educativa materna, deve nascere la sanzione legale e morale contro ogni abuso ed ogni ricatto materno. I figli devono essere restituiti ai padri e i padri ai figli, dalla nascita e per sempre.

    Il diritto di parola

    Il "monologo della vagina" imperversa da quarant'anni su tutti i media, in tutti i consessi, le istituzioni e le agenzie educative e culturali, senza alcun contraddittorio. Solo da poco si è potuta udire, qua e là, la flebile voce dei primi temerari che raccontano la verità dell'altra metà del mondo. Deve perciò essere stabilito che nessun organo di informazione e nessuna articolazione del sistema culturale possono raccontare le verità femminili senza che sia dato pari spazio e visibilità a quelle maschili. Deve venire garantita la par-condicio sui media e nei luoghi di formazione delle nuove generazioni con il diritto di parola nelle istituzioni educative pubbliche e private agli uomini della Rinascenza.

    Un esercito al maschile

    Le donne hanno ottenuto di poter entrare nelle file dell'esercito correndo subito ad occuparvi posizioni direttive, anche qui, come altrove, in forza della Grande Bugia che nega attitudini e disposizioni naturali diverse. Ma la natura ha stabilito che le donne possano sacrificarsi, tutt'al più, per salvare i bambini e mai per proteggere gli adulti, maschi o femmine che siano, né per difendere la collettività - la Polis - nel suo insieme. Le donne non muoiono per gli uomini: non è mai accaduto e non accadrà mai. E' bello e giusto che sia così e questa è la ragione per la quale deve essere bandita dall'esercito ogni presenza femminile la cui vera funzione consiste nel disarticolare un altro ambito maschile e nel beneficiare di carriere elevate senza però pagare - in basso - il prezzo del rischio. Conformemente all'imperativo naturale le FFAA devono tornare ad essere un'istituzione esclusivamente maschile.

    Abolire i Comitati "Pari Opportunità"

    Comitati, Commissioni e Ministeri delle c.d. "Pari Opportunità" portano un nome mistificatorio che ne nasconde natura e scopi. Pur composti di sole donne, sulla base di un'impossibile oggettività pretendono di farsi tutori delle prerogative e dei diritti universali. Deve essere posto termine a questo inganno attraverso l'immediata modifica della loro ingannevole denominazione. Deve essere assegnato loro il nome di "Comitati degli interessi e dei poteri femminili" premessa alla costituzione di pari organismi maschili e quindi alla pronta abolizione di ogni istituzione creata per la guerra di un Genere contro l'altro.

    Abbattere il Mito del XXI Secolo: denuncia dell'ideologia femminista

    Per decenni si è creduto che gli obiettivi del femminismo fossero uguaglianza dei poteri e delle responsabilità, pari dignità e pari valore, libertà nelle relazioni e gioia nei rapporti. Si è creduto che fosse un progetto animato dalla benevolenza nei confronti degli uomini, dal rispetto delle verità naturali, dal desiderio di un mondo più libero e più giusto. Non si è voluto vedere che si trattava di un'ideologia nata dal risentimento e dalla volontà di rivalsa che ha operato la fusione, inverosimile ma vera, di un perfetto razzismo di Genere - la superiorità morale femminile - con un neobolscevismo rosa che nega la natura ed espropria gli uomini dei frutti della loro vitalità, del loro coraggio, dei loro sacrifici. Caduto ogni ingannevole velo, è giunta l'ora di denunciare questo Mito del XXI Secolo come nuova ideologia dell'odio generato dallo spirito di vendetta, dall'invidia e dal rancore.

     
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  4. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Imperatore Maligno @ 21/12/2006, 02:29)
    Troppo facile nascondersi dietro un "No comment".

    Parliamone, siamo in un forum: credo che l'obiettivo sia proprio questo.

    Se avresti voluto avere solo dei plausi ed avere la ragione di tutti; avresti potuto scriverlo in uno spazio diverso da quello di un forum.

    Leggo che hai 23 anni, quindi (quasi) 4 meno di me, 18 meno di Silver -: sicuramente non sai una mazza della QM, non hai letto una mazza di quello che è scritto sul sito, e non hai letto nemmeno una mazza di quel che è stato postato sul forum da circa tre anni a questa parte.
    Perciò sappi che NON e' possibile ogni volta rispiegare tutto a ogni nuovo arrivato che crede di sapere tutto ma che in realta' non sa una mazza.
    Pertanto prima leggi, studia, informati e poi torna nella "roccaforte", bello mio.
    Chiaro?
     
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  5. G.Luca75
     
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    CITAZIONE
    Ma, soprattutto, cosa spinge secondo voi i potenti a varare leggi sempre a favore delle donne, qui nel mondo Occidentale?

    Credo sia opportuno tenere presenti un paio di cose:
    1) i politici sono delle vere prostitute. Sono malati di potere (il potere logora chi non ce l' ha...) e passano sopra qualsiasi cosa pur di ottenerlo e mantenerlo.
    2) le donne numericamente sono di più. E generalmente rappresentano un elettorato svogliato e poco interessato alla politica, dunque accaparrarsi la loro benevolenza è determinante al fine di essere eletti.
     
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    Secondo me dipende da come ci sono giunte queste donne in parlamento....
     
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  7. Davide.4.
     
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    Ho votato la 1.
    Sicuramente meglio.
    Oggi il 90% del parlamento è composto da "uomini".
    Oltre a promuovere leggi femministe (anti-maschili) non perdono tempo a dichiarare la "propria inferiorità morale".
    Inutile dire che la figura maschile-paterna ne esce "ridimensionata".
    Il POTERE di pochi. Ed il MALESSERE di molti... Uno sporco baratto...
    Fanno danno 2 volte.

    Le donne, (per quanto di parte) se fossero le uniche detentrici del potere, eviterebbero "questa umiliante flagellazione maschile" e la conseguente svalorizzazione dell'uomo.
    Caricate da RESPONSABILITA' (da entrambi i sessi), sarebbero "obbligate" a dimostrare (visto che in questo ipotetico parlamento il 90% sono donne) di non essere "sessiste" quindi applicare leggi pro-uomini.
    Nascita delle prime "femmine pentite" e prime svalorizzazioni femminili...
    il rovescio della medaglia... c'è un prezzo a tutto...
    Il potere si baratta per la dignità e (alcuni) maschi lo sanno benissimo...

     
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  8. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 28/2/2007, 21:40)
    Le donne, (per quanto di parte) se fossero le uniche detentrici del potere, eviterebbero "questa umiliante flagellazione maschile" e la conseguente svalorizzazione dell'uomo.

    Secondo me la tua è una pia illusione.

    dal libro di Rino Barnart "Questa metà della Terra":
    Viene spontaneo domandarsi quali siano le cause della mancata opposizione maschile di fronte all’espandersi del femminismo la cui avanzata (salvo un po’ di imbarazzata resistenza passiva) non ha trovato ostacoli.

    Il femminismo, anche qualora raggiungesse e monopolizzasse la camera dei bottoni, non si fermerebbe, anzi, tenderebbe ad espandersi come il fuoco che brucia tutto a meno che non arrivi l'acqua a spegnerlo o come un fiume in piena che non si ferma fino a quando non trova degli argini robusti o una diga che ne impedisce il flusso.
    D'altronde è stato così da 40 anni a questa parte e la loro tattica ha funzionato bene. Perchè dovrebbero cambiare strategia?

    Si immagina che avrebbe dovuto trovare opposizione aperta e formale, dura e tenace, se non ai suoi inizi, almeno da un certo punto in poi quando parve chiaro che questa forza, al pari di ogni altra, non si sarebbe fermata sin quando non avesse trovato un ostacolo, un’altra forza che le si opponesse. A spiegare questo sconcertante fenomeno sono state evocate diverse cause, la Cavalleria, innanzitutto.
    Sul ruolo giocato dalla Cavalleria maschile non possono esservi dubbi; gli uomini hanno applicato all’intero genere femminile quel che ordinariamente mettono in pratica nei confronti delle singole donne, hanno fatto un passo indietro ad ogni grido femminile, hanno acconsentito, e spesso se ne sono fatti direttamente promotori, ad ogni richiesta ed hanno indietreggiato di fronte ad ogni pretesa, spinti a ciò da quella perla che natura e cultura insieme hanno creato ad onore degli uni e a protezione delle altre. Le donne occidentali hanno così beneficiato di un gigantesco effetto Titanic prendendo posto sulle scialuppe e lasciando gli uomini a vedersela con l’affondamento del loro valore. La Cavalleria non consiste solo nella rinuncia all’uso della forza contro il debole ma anche nel tirarsi indietro quando si potrebbe andare avanti, nel morire al posto dell’altro, nel fargli strada. Essa è la forza del debole, e che le donne abbiano dei lati deboli nessuno lo può negare benché sia oggi universalmente negato, al tempo stesso però hanno anche molti lati forti e di questo gli uomini non hanno tenuto alcun conto. In verità essi, con ingenuo candore, pensavano che il nuovo potere femminile, la nuova forza che si somma all’antica, avrebbe indotto, quasi costretto le donne a praticare quella Cavalleria che è onere ed onore del potente, ma la debolezza maschile è gridata a fini di umiliazione e mortificazione e non viene minimamente sentita come fonte di obblighi, di rispetto e di fair play. Non vi è campo delle relazioni tra i due nel quale si possa intravederne l’ombra. Palese nell’ambito sessuale, nel quale hanno conquistato il diritto di maramaldeggiare sui sentimenti maschili e di speculare sui loro ormoni senza limiti e senza scrupoli, eclatante nel fatto che abbiano ottenuto in tutto l’Occidente il diritto di diventare generali senza il dovere di fare i soldati, come se potessero esistere eserciti senza truppa, espressione di un irridente cinismo e di una tracotanza che hanno impedito loro persino di salvare le apparenze, scavalcate di netto, e tutto ciò, beffardamente, proprio in quell’ambito militare nel quale la Cavalleria, o almeno la sua simulazione, dovrebbero essere d’obbligo. Comportandosi da Cavalieri Ingenui i maschi hanno giocato la più autolesionista delle scommesse.


    Vedi, una delle grandi differenze tra UU e DD è proprio la Cavalleria. Questa è una pratica sconosciuta alle donne di ogni epoca, nel senso che la riconoscono solo se viene praticata nei loro confronti.
    Tu credi forse che un parlamento di sole donne possa far sì che in un eventuale affondamento di un nuovo Titanic le donne possano cedere il posto agli uomini?
    Credi che in questo ipotetico Paese, nel caso di guerra le donne siano disposte a sacrificarsi per il bene della Patria?

    Un’altra causa di questa abdicazione di Genere viene talvolta indivi-duata nella distrazione da cui i maschi sono colpiti in forza del lavoro e del sesso.
    [...]
    Ma tutto ciò non basta a spiegare quello che è accaduto, ci devono essere altre cause. Non può però trattarsi della paura perché questa non ha mai frenato i maschi dal combattere per le più svariate e disgraziate cause, comprese quelle perse in partenza. Non può derivare dalla percezione di stare dalla parte sbagliata, dal sospetto che la causa maschile sia in sé e per sé indifendibile giacché hanno combattuto infinite volte a favore di cause cattive o pessime contro cause giuste e legittime. Non può nemmeno nascere da mancanza di interesse in quanto tutti capiscono bene che la posta in palio è il Potere, cosa cui gli uomini, si sa, tengono più che ad ogni altra, sesso compreso, come assicura quel detto siciliano. Non poteva venire, per dir così, da mancanza di odio antifemminile in quanto di misoginia in giro ve n’era e ve n’è a sufficienza per alimentare una forte, tenace e aperta resistenza. Eppure nessuno è uscito, nessuno esce allo scoperto a contrastare esplicitamente il femminismo, a denunciarne gli obiettivi veri, e perciò inconfessabili, o, almeno, a sfogare la sua rabbia ed il suo livore di fronte all’erosione e alla perdita dell’Antico Potere. Non si è visto niente di simile.
    Altre forze devono dunque essere in azione e le sole che rimangono sono la colpa e la vergogna. Solo la colpa, che esige espiazione, può dar ragione di questa stupefacente passività, di questa assenza di aperta opposizione e di palese contrasto, di questa inanità e con essa la vergogna che paralizza l’azione, come se, in un inconcepibile stravolgimento delle eterne regole d’onore, gli uomini si sentissero questa volta disonorati nel combattere e gloriosi nel disertare, come se in questa occasione trovassero infamante la lotta e onorevole la fuga, come se il criterio di viltà si fosse rovesciato e questa, anziché colpire i disertori, colpisse adesso i combattenti. La verità è che questa volta, la prima da sempre, si sarebbero trovati a combattere (se avessero combattuto, si capisce) non per Dio e per la Patria, per il Re e la Nazione, per la Giustizia e la Libertà, per i Padri e le Colline Nere, ma per se stessi e solo per se stessi. Non contro Draghi e Leviatani, Mostri e Giganti ma contro quella metà del mondo nel combattere la quale non si può raccogliere alcun onore. Non stanno davanti agli uomini le potenti armate di feroci nemici ma i volti accattivanti, i corpi disarmati e disarmanti delle madri, delle figlie, delle sorelle e delle amanti.
    Cos’è che li paralizza? A cosa sono dovuti l’impotenza, l’eterno accondiscendere, la pulsione a compiacere, l’ininterrotto cedimento e quello stupefacente silenzio? Alla colpa che pietrifica, alla vergogna che inibisce. La vergogna di difendersi, e prima ancora, di pensare di poterlo fare. Quando non si osa chiamare oltraggi gli oltraggi, insulti gli insulti, dileggio il dileggio, disprezzo il disprezzo, ricatti i ricatti, allora vuol dire che colpa e vergogna si sono impossessate di noi. La vergogna di percepirsi feriti, di sentirsi insultati, di protestarsi oltraggiati, di uscire sul prato a segnarvi i confini del nostro territorio, a piantare i paletti del nostro giardino, a stabilire da noi stessi cosa sia bene e cosa male per noi. Attaccati ma impossibilitati a difendersi perché è venuta meno la forza interiore che dovrebbe animare la risposta, non vi sono che due strade, due vie psicologicamente percorribili. La recita o il tracollo, l’indifferenza o l’implosione. La bancarotta.


    La vergogna è la chiave.
    Se ti capita di parlare con dei maschipentiti, la senti dai loro discorsi... la loro vergogna, e con essa l'espiazione che, secondo loro, tutti gli uomini devono pagare.

    Edited by Scienziato apocrifo - 28/2/2007, 22:47
     
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  9. Davide.4.
     
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    CITAZIONE
    Il femminismo, anche qualora raggiungesse e monopolizzasse la camera dei bottoni, non si fermerebbe, anzi, tenderebbe ad espandersi come il fuoco che bucia tutto a meno che non arrivi l'acqua a spegnerlo o come un fiume in piena che non si ferma fino a quando non trova degli argini robusti o una diga che ne impedisce il flusso

    Quello che dici lo condivido. Però trà un "castrato mentale" ed una donna. Preferisco senza dubbio la donna.
    E' colpa degli uomini senza palle se ci troviamo in questa situazione.
    Uomini che non sono stati in grado di contrapporsi alle donne.
    Uomini che hanno messo la loro dignità sotto lo zerbino di casa...
    Mi fa schifo solo a guardarli.

    CITAZIONE
    Vedi, una delle grandi differenze tra UU e DD è proprio la Cavalleria. Questa è una pratica sconosciuta alle donne di ogni epoca, nel senso che la riconoscono solo se viene praticata nei loro confronti.

    Scienziato, bisogna stare attenti a NON confondere (sicuramente in buona fede) la cavalleria con gli interessi PERSONALI (soldi, fama e successo).
    I nostri "castrati mentali" si comportano così per i loro intererssi... non gliene frega niente dalla cavalleria.

    CITAZIONE
    Tu credi forse che un parlamento di sole donne possa far sì che in un eventuale affondamento di un nuovo Titanic le donne possano cedere il posto agli uomini?

    Questo va ricercato nella diversa natura dei generi.
    Uomini e donne non sono uguali. Vivono e pensano in
    maniera diversa.

    CITAZIONE
    Credi che in questo ipotetico Paese, nel caso di guerra le donne siano disposte a sacrificarsi per il bene della Patria?

    Generalizzare è sbagliato.
    Però per il 90% posso dire tranquillamente di no.

    Edited by Davide.4. - 28/2/2007, 23:02
     
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  10. Paolo27bis
     
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    CITAZIONE
    Scienziato, bisogna stare attenti a NON confondere (sicuramente in buona fede) la cavalleria con gli interessi PERSONALI (soldi, fama e successo).
    I nostri "castrati mentali" si comportano così per i loro intererssi... non gliene frega niente dalla cavalleria.

    Non sono d'accordo, secondo me la cavalleria non nasce quasi mai da interessi personali, soldi, fama e successo, ma semplicemente dal fatto di avere di fronte una bella donna. Inebriati e soggiogati dal fascino tanti si atteggiano in comportamenti cavallereschi per guadagnarsi la sua simpatia e magari qualcosa di più.

    CITAZIONE
    CITAZIONETu credi forse che un parlamento di sole donne possa far sì che in un eventuale affondamento di un nuovo Titanic le donne possano cedere il posto agli uomini?

    Questo va ricercato nella diversa natura dei generi.
    Uomini e donne non sono uguali. Vivono e pensano in
    maniera diversa.

    Questo non le giustifica a pensare solo a salvare se stesse e a lasciar morire gli uomini.
     
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  11. cama-leo
     
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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 28/2/2007, 22:20)
    Credi che in questo ipotetico Paese, nel caso di guerra le donne siano disposte a sacrificarsi per il bene della Patria?

    Scusa ma non ho capito cosa intendi...
    Parli delle donne soldato o delle donne in generale? Perchè sinceramente non riesco ad immaginare neppure molti uomini comuni disposti a sacrificarsi per il bene della Patria.
    Dei miei due nonni uno a 21 anni è andato volontario a combattere nella prima guerra mondiale e poi, sempre volontario, a Fiume per la liberazione della Dalmazia. L'altro ha combattuto, perchè costretto come milioni di altri italiani, durante la seconda guerra.
    Il primo ha la mia ammirazione, ma il secondo ha la mia massima comprensione.
    Oggi come allora, l'amor patrio non è un valore sentito da tutti, eppure allora tutti, indistintamente, furono chiamati a proteggerlo con la vita. Oggi sarebbe diverso? Oggi, secondo me, sarebbe ancora peggio.
     
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    CITAZIONE (Paolo27bis @ 1/3/2007, 09:53)
    Questo non le giustifica a pensare solo a salvare se stesse e a lasciar morire gli uomini.

    Appunto! E nessuna femminista ha chiesto scusa per eventi di questo genere! Né alcuna ha mai mostrato il benché minimo segno di vergogna!
    Pronte a evidenziare ogni piccola mossa di pelo femminile a favore dell'Umanità, a denunciare abusi e soprusi di vario tipo, ma queste cose però non le prendono minimamente in considerazione!

    CITAZIONE (cama-leo @ 1/3/2007, 10:23)
    Oggi come allora, l'amor patrio non è un valore sentito da tutti, eppure allora tutti, indistintamente, furono chiamati a proteggerlo con la vita. Oggi sarebbe diverso? Oggi, secondo me, sarebbe ancora peggio.

    Io per la "patria" non darei manco un pelo!
     
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  13. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (cama-leo @ 1/3/2007, 10:23)
    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 28/2/2007, 22:20)
    Credi che in questo ipotetico Paese, nel caso di guerra le donne siano disposte a sacrificarsi per il bene della Patria?

    Scusa ma non ho capito cosa intendi...
    Parli delle donne soldato o delle donne in generale?

    Parlo delle donne soldato. Quando ho scritto quella frase non pensavo alle pure operazioni militari in situazioni di guerra ma al ruolo che spesso i militari hanno anche in tempi di pace, o di guerra fredda. Comunque, in entrambi i casi l'ìdea di un esercito di donne che devono marciare sotto il sole o in mezzo al pantano con qualche chilo di armamenti vari sulle spalle, mi fa un po' ridere.

    Quello che invece non mi fa ridere è quando penso a quei soldati dell'armata rossa che durante l'incidente di Chernobyl sono intervenuti per limitare i danni sapendo che erano destinati a morire. Iniziavano a sentire i primi sintomi di avvelemento da radiazioni, avevano bolle che si formavano sulla pelle ma continuavano a fare il loro dovere perchè sapevano che da loro dipendeva la vita di una fetta enorme di popolazione.

    Non oso pensare cosa sarebbe successo se al posto di quegli uomini ci fossero state delle donne.
    Forse di Chernobyl se ne parlerebbe soltanto nell'emisfero meridionale e al di là dell'atlantico, perchè qui ci sarebbe solo terra bruciata.

    CITAZIONE
    Perchè sinceramente non riesco ad immaginare neppure molti uomini comuni disposti a sacrificarsi per il bene della Patria.
    Dei miei due nonni uno a 21 anni è andato volontario a combattere nella prima guerra mondiale e poi, sempre volontario, a Fiume per la liberazione della Dalmazia. L'altro ha combattuto, perchè costretto come milioni di altri italiani, durante la seconda guerra.
    Il primo ha la mia ammirazione, ma il secondo ha la mia massima comprensione.
    Oggi come allora, l'amor patrio non è un valore sentito da tutti, eppure allora tutti, indistintamente, furono chiamati a proteggerlo con la vita. Oggi sarebbe diverso? Oggi, secondo me, sarebbe ancora peggio.

    Amor patrio o no, poco importa. Quando ricevi il precetto, in tempo di guerra, se ti rifiuti di rispondere alla chiamata, c'è la corte marziale e la fucilazione è la pena per i disertori.
    Ma prova ad immaginare che il tuo paese venga invaso da un esercito ostile. Non credi che gli uomini che ti stanno intorno si metterebbero a combattere per difendere le loro terre? o almeno per difendere la loro famiglia?
    Gli eserciti non sono nati dalla mente perversa di qualche tiranno ma sono nati per proteggere il territorio in cui si vive da eventuali invasori.

    Quello che non è accettabile è il pretendere la parità nell'esercito, pretendere le più alte carriere e poi far rischiare la vita ai soliti coglioni.

    Come la chiameresti una nazione che manda in guerra a morire come soldati semplici solo gli elementi di una religione o di una razza (facciamo l'esempio dei neri) mentre gli ufficiali superiori cioè quelli che stanno lontano dal fronte sono a maggioranza bianchi e tutto il resto della popolazione resta a casa ben protetto. Io la chiamerei SCHIAVISTA

    Negli Stati Uniti, durante la Guerra Civile, due gruppi riuscirono a evitare la chiamata alle armi: le femmine e i maschi della classe superiore. Sotto questo aspetto, qualsiasi femmina valeva quanto un maschio della classe superiore.
    A parte il fatto che persino gli uomini della classe superiore dovevano comprarsi la possibilità di scampare alla morte. E per questo pagavano 300 dollari (circa 5400 dollari di oggi) a un poveretto che, in questo modo, permetteva alla famiglia di sopravvivere mentre lui rischiava la vita.

    Quando penso alla Tatcher che ha mandato a morire ammazzati molti suoi compaesani mentre lei non ha mai neanche visto da lontano un campo di battaglia, rabbrividisco.

    E' per questo che se le donne dovessero avere il 100% dei posti in parlamento, allora bisognerebbe dargli anche il 100% dei posti nell'esercito. Oneri e onori. Non si può fare l'uno senza l'altro, altrimenti facciamo prima a rimettere le leggi sulla schiavitù. Almeno gli schiavi erano in qualche modo tutelati, ...gli era riconosciuto uno status.
     
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  14. animus
     
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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 2/3/2007, 01:15)
    Non oso pensare cosa sarebbe successo se al posto di quegli uomini ci fossero state delle donne.

    Sarebbe successo quello che e' accaduto nell'operazione desert storm.

    Arriba! Arriba! Ándale! Ándale..

     
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  15. Scienziato apocrifo
     
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    Da "Il mito del potere maschile"
    Un uomo deve fare ciò che è suo dovere fare

    «Cercate di immaginare la scena: la radio dell'auto trasmette musica, che viene interrotta dalla voce di un'annunciatrice: 'Stiamo per trasmettere un messaggio speciale del presidente'. (Per qualche ragione decidete di non cambiare programma.) Il presidente annuncia: 'Poiché 1 milione e 200.000 americani sono stati uccisi in guerra, come parte del mio nuovo programma per la parità arruoleremo solamente donne finché 1 milione e 200.000 americane non saranno state uccise in guerra'.»
    Negli uffici postali degli Stati Uniti i manifesti del ministero della Difesa rammentano agli uomini che soltanto loro devono iscriversi nelle liste di leva. E se negli uffici postali un poster invitasse: «Un ebreo deve fare ciò che è suo dovere fare»... oppure se sul corpo di una donna incinta scrivessero: «Una donna deve fare...»
    La questione è questa: come mai se un qualsiasi altro gruppo fosse selezionato per la leva soltanto in base alle caratteristiche alla nascita - che si tratti di neri, di ebrei, di donne o di gay - immediatamente grideremmo al genocidio, mentre quando gli uomini sono scelti in base al loro sesso alla nascita, definiscono ciò «potere»?
    La più grande barriera che impedisce agli uomini di guardare dentro di sé è costituita da quell'aver insegnato loro a definire potere ciò che qualsiasi altro gruppo definirebbe impotenza. Non parliamo di sessismo per «l'uccisione di uomini»; parliamo piuttosto di «gloria». Non parliamo di olocausto nel caso di un milione di uomini ammazzati o mutilati nel corso di una sola battaglia durante la prima guerra mondiale (la battaglia della Somme); parliamo di «servire la patria». Non definiamo «assassini» coloro che scelgono soltanto gli uomini perché vadano a morire.
    Sono «elettori».
    II nostro slogan per le donne è: «II corpo è mio e me lo gestisco io»; il nostro slogan per gli uomini è: «Un uomo deve fare ciò che deve fare».
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