meno figli e più ingegneria

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  1. milanesestanco
     
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    L'Unità da quando c'è la DeGregorio è un continuo piagnisteo su quanto le donne sono sfruttate.
    Oggi un altro articolo sul fatto che le donne laureate percepiscano stipendi inferiori a quelli maschili.
    Chissà se la ricerca OCSE ha dato le motivazioni ed ha tenuto in conto anche del fatto che molte donne PREFERISCONO (non sono costrette, PREFERISCONO) dedicare una parte rilevante del loro tempo ai figli e che , soprattutto, le laureate hanno frequentato soprattutto facoltà ad alto tasso di disoccupazione come lettere o giurisprudenza .
    care donne , volevato un lavoro? dovevate sporcarvi le mani con ingegneria, chimica industriale, agraria
    (il passato è riferito al fatto che ormai neanche con queste lauree si lavoro più di tanto)



    -------------------


    http://www.unita.it/news/scuola/88148/locs...per_soli_uomini

    L'Ocse, in Italia la laurea è un affare per soli uomini

    Non solo nei posti di lavoro ma fin dai banchi dell'istruzione universitaria le donne italiane devono sudare sette camicie per poi ottenere pari trattamenti di carriera in termini di prospettive di reddito. Lo rivela uno studio dell'Ocse: in Italia - si legge nel rapporto - la laurea è un affare per gli uomini. I vantaggi per le donne dal punto di vista della resa salariale sono inveve limitatissimi.

    In base ai calcoli dell'organizzazione, un uomo in Italia con una laurea può aspettarsi rispetto a un diplomato un vantaggio salariale durante la carriera superiore a 322mila dollari, mentre per una donna il benificio si ferma a 136mila.

    Al netto di tasse e contributi sociali, il valore netto della luarea è di 173mila dolari per l'uomo e di soli 25mila per la donna, con la maggiore disparità fra i paesi industrializzati.

    La media Ocse è di 186mila a livello lordo per un uomo e di 134mila per una donna, con valori netti rispettivamente di 82mila e 51mila dollari.

    Il rapporto "Education at a glance 2009" presentato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, invita inoltre a investire nella scuola per uscire dalla recessione. In pratica, tutto l'opposto di quello che accade con le politiche di governo e i frutti avvelenati della riforma Gelmini, fatta di soli tagli.

    Investire nell'istruzione è un mezzo per lottare contro la recessione e accrescere i futuri redditi - è il monito. I vantaggi che derivano da un buon livello di istruzione e il probabile mantenimento di un tasso di disoccupazione elevato durante tutto il periodo di uscita della crisi, sottolinea l'Ocse, spingeranno un numero sempre maggiore di giovani a proseguire gli studi.

    L'Ocse raccomanda quindi ai governi di tenere conto di questa tendenza quando elaborano le strategie in materia di scuola. "Il perioro che seguirà la crisi mondiale sara caratterizzato da una domanda senza precedenti per la formazione universitaria" ha dichiarato Angel Gurria, il segretario generale dell'organizzazione, aggiungento che "gli investimenti in capitale umano contribuiranno alla ripresa a condizione che le istituzioni scolastiche siano in grado di rispondere a questa domanda". E vista l'aria che tira con la riforma Gelmini sulla scuola e gli atenei....

    08 settembre 2009
     
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  2. Mario961
     
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    se poi le lauree vengono conseguite con questi metodi, è meglio non parlarne proprio più ...!!!

    Sesso in cambio dell'ammissione
    all'università: «disponibile» il 29% delle matricole


    di VALENTINA ARCOIVIO
    Sesso in cambio dell'ammissione all'Università. Della spintarella si sapeva già, dei corsi a pagamento pure, ma quella del sesso in cambio di un ammissione a qualche facoltà è davvero nuova. Forse è il segno dei tempi, così segnati da storie ambigue, sussurrate e poi smentite, di veline, escort, politici e paparazzi. Fatto sta che le ragazze, proprio quelle che hanno appena superato la maggiore età, hanno squarciato un velo su come siano davvero cambiate le attitudini sessuali degli italiani, anzi delle giovani ragazze italiane appena diplomate

    Per il 29 per cento delle aspiranti matricole italiane non sarebbe un problema offrire una prestazione sessuale in cambio dell'ammissione. A rilevare la tendenza è stata un'inchiesta svolta da UniversiNet.it, da anni portale di riferimento per la preparazione gratuita ai test di ammissione, consultato ogni anno da più di 250 mila ragazzi.
    I risultati della ricerca, che ha coinvolto 12.160 studenti, sono davvero poco confortanti vista anche l'età di riferimento e cioè, in media, ragazzi di 19 anni.

    Per il 78 per cento degli studenti per superare l'esame di accesso è più importante trovare una raccomandazione che studiare. Solo il 15 per cento (l'anno scorso il dato era il 20 per cento) ritiene invece molto più utile trovare sui libri le risposte dei quiz. Le risposte poi variano anche sul tipo di raccomandazione che si ritiene più forte. Per 4 studenti su 10 vale di più quella di un politico di livello nazionale, poi quella di un professore (per il 23 per cento) e quella che automaticamente si otterrebbe frequentando un corso di preparazione a pagamento (21 per cento).

    Tra le aspiranti matricole, il 29 percento (il doppio rispetto al 2008) sarebbe pronto anche ad andare a letto con il potente di turno. Inoltre, secondo i risultati dell'indagine, il 9 per cento dei ragazzi e il 38 per cento delle ragazze è disposto a offrire prestazioni sessuali per accedere all'Università.

    Il 22 per cento pagherebbe in denaro e il 18 per cento prenderebbe invece la tessera di un partito.

    «I dati del 2009 mostrano una incredibile perdita di fiducia nel sistema di valutazione universitaria, forse acuito dagli ultimi scandali sulla valutazione della maturità», ha commentato Renato Reggiani, direttore editoriale di UniversiNet.it.

    « Ma la nostra inchiesta- ha continuato - si limita a fotografare una situazione di degrado morale dell'Università italiana o almeno della sua percezione da parte degli studenti che ritengono quasi inutile la preparazione e optano per scorciatoie classiche come la raccomandazione del politico o del professore o sessuali».



    Università,sesso per superare test
    Sondaggi, disponibili 3 studenti su 10
    Per superare i test di ammissione all'università e per avere la raccomandazione vincente, gli studenti italiani sono disposti a tutto: iscriversi a un partito politico, pagare ma anche concedere favori sessuali. E' la rivelazione shock di un sondaggio di "UniversiNet.it". Per una buona parte delle aspiranti matricole (il 29%), non sarebbe un problema fare sesso in cambio dell'accesso alla facoltà.

    Per il 78% dei 12.160 studenti che hanno partecipato al sondaggio, per superare l'esame di accesso è più importante trovare una raccomandazione che studiare. Solo il 15% (l'anno scorso il dato era al 20%) ritiene invece molto più utile trovare sui libri le risposte dei quiz. La raccomandazione più efficace rimanese sempre, per 4 ragazzi su 10, quella di un politico di livello nazionale, poi quella di un professore (per il 23%) e quella che automaticamente si otterrebbe frequentando un corso di preparazione a pagamento (21%).

    Le aspiranti matricole (il 29%, il doppio rispetto al 2008) per avere una raccomandazione sarebbero pronte anche ad andare a letto con il potente di turno. Secondo i risultati dell'indagine, il 9% dei ragazzi e il 38% delle ragazze è disposto ad offrire prestazioni sessuali per accedere all'università. Il 22% pagherebbe in denaro e il 18% prenderebbe invece la tessera di un partito.

    "I dati del 2009 mostrano una incredibile perdita di fiducia nel sistema di valutazione universitaria, forse acuito dagli ultimi scandali sulla valutazione della maturità - dice Renato Reggiani, direttore editoriale di UniversiNet.it -. Ma la nostra inchiesta si limita a fotografare una situazione, dai nostri dati emerge un degrado morale dell'università italiana o almeno della sua percezione da parte degli studenti che ritengono quasi inutile la preparazione e optano per scorciatoie classiche come la raccomandazione del politico o del professore o sessuali".


    Sesso in cambio di test di ammissione a Medicina
    Anche prestazioni sessuali, oltre a somme di denaro, venivano chieste dal funzionario dell'Università Sacro Cuore di Roma, arrestato stamani dai carabinieri di Cosenza, per cedere i test di ammissione ai corsi di Medicina e scienze infermieristiche.
    Mercoledì, 10 Dicembre 2008Anche prestazioni sessuali, oltre a somme di denaro, venivano chieste dal funzionario dell'Università Sacro Cuore di Roma, arrestato stamani dai carabinieri di Cosenza, per cedere i test di ammissione ai corsi di Medicina e scienze infermieristiche.

    Il particolare emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Cosenza e che stamani ha portato all'arresto di 72 persone nell'ambito dell'operazione 'Gutenberg' sui falsi infermieri. Quello dei test per l'ammissione alle facoltà di Medicina dell'Università Sacro Cuore è il secondo filone dell'inchiesta emerso nel corso delle indagine sui falsi infermieri.

    Nell'ordinanza di custodia cautelare si fa riferimento ad un episodio durante il quale il funzionario dell'Università non ha esitato ad "approfittare sessualmente di una ragazza di vent'anni rappresentandole il suo interessamento come determinante per l'ingresso alla facoltà e prospettandole un esito negativo qualora si fosse sottratta alle sue richieste". Il funzionario della segreteria universitaria, in alcune occasioni, avrebbe ricevuto nel suo studio, insieme ad un infermiere cosentino, gli studenti che erano interessati ad acquistare i test d'ingresso prima della prova di ammissione.

    Daria Raiti


    Edited by Mario961 - 8/9/2009, 16:58
     
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  3. Guit
     
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    La maternità è usata come un'arma propagandistica contro gli uomini. Non conosco in che maniera sono ottenuti quei numeri, ma conosco precedenti in cui gli studi erano viziati in partenza da una intenzione antimaschile. Se il calcolo è massivo, allora stanno chiedendo gli stessi soldi con minor presenza, cioè stanno consapevolmente portando avanti una campagna di discriminazione maschile.

    Tutti i numeri nella scuola danno il sesso maschile come maggiormente sofferente (abbandoni, rendimento, docenze, corsie preferenziali, borse di studio, numero di laureati). L'articolo cela questa realtà facendo passare il messaggio che l'università danneggi le donne, che rappresentano invece circa il settanta percento dei neolaureati.

    L'utilizzo propagandistico della maternità non è nuovo, tutta la lettura storica del femminismo si basa sul presentare l'onere di accudimento come indice di prevaricazione dell'uomo sulla donna.

    Questa donna moderna è fortemente caratterizzata dal desiderio di maternità, da un lato, e da una retorica per usarlo come capo d'imputazione ai danni degli uomini, dall'altro.

     
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  4. Mario961
     
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    CITAZIONE (Guit @ 8/9/2009, 16:53)
    La maternità è usata come un'arma propagandistica contro gli uomini. Non conosco in che maniera sono ottenuti quei numeri, ma conosco precedenti in cui gli studi erano viziati in partenza da una intenzione antimaschile. Se il calcolo è massivo, allora stanno chiedendo gli stessi soldi con minor presenza, cioè stanno consapevolmente portando avanti una campagna di discriminazione maschile.

    Tutti i numeri nella scuola danno il sesso maschile come maggiormente sofferente (abbandoni, rendimento, docenze, corsie preferenziali, borse di studio, numero di laureati). L'articolo cela questa realtà facendo passare il messaggio che l'università danneggi le donne, che rappresentano invece circa il settanta percento dei neolaureati.

    L'utilizzo propagandistico della maternità non è nuovo, tutta la lettura storica del femminismo si basa sul presentare l'onere di accudimento come indice di prevaricazione dell'uomo sulla donna.

    Questa donna moderna è fortemente caratterizzata dal desiderio di maternità, da un lato, e da una retorica per usarlo come capo d'imputazione ai danni degli uomini, dall'altro.

    Beh, mi sembra ovvio che con quegli "argomenti" i maschi non possono proprio competere. Il 70% di laureate mi sembra pure poco !! Rischiamo di avere tutti i posti di un certo rango occupati al femminile in pochi anni ( e la tendenza è già in corso come possono osservare tutti quelli che lavorano nel settore pubblico con una fortissima compressione delle mansioni dei maschi verso il basso - con l'eccezzione dei super raccomandati - anche se diplomati o laureati). Tra le altre cose i docenti universitari italiani (non pochi i baroni equamente distribuiti nei vari settori) sono noti per essere tra i più vecchi in Europa; si parla di un'età media intorno ai 58 anni ! Volete che se gli si concede una ventenne dicano di no ?! Per quanto schifo possa fare la cosa credo che non siano degli aspiranti "kamikaze" sociali (nel senso di farsi massacrare con dei dileggi irreversibili dal punto di vista sociale ponendo "ridicole" questioni etiche o anagrafiche. )
     
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  5. Guit
     
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    CITAZIONE (Mario961 @ 8/9/2009, 17:07)
    Beh, mi sembra ovvio che con quegli "argomenti" i maschi non possono proprio competere.

    Non ho capito.
     
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  6. Mario961
     
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    CITAZIONE (Guit @ 8/9/2009, 17:17)
    CITAZIONE (Mario961 @ 8/9/2009, 17:07)
    Beh, mi sembra ovvio che con quegli "argomenti" i maschi non possono proprio competere.

    Non ho capito.

    Se il modo di conquistare l'ammissione all'università o le materie o la laurea è quello di alzare le gambe a letto e concedersi ai professori i ragazzi, i maschi , non possono competere (almenocchè i professori universitari in questione non siano rikkioni oppure delle donne, cioè delle professoresse!!). Non possono competere perchè la ragazza ( e la ragazza bella in particolare) , col suo sesso messo a disposizione spiazza il resto della concorenza (salvo le due eccezzioni di cui sopra).

    Mario961
     
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  7. Guit
     
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    Ok, adesso ho capito meglio. Ma non credo comunque che il problema sia confinabile a ciò. La questione invade tutta la cultura moderna, la criminalizzazione e la svalorizzazione pianificata e finanziata di un sesso da parte dei poteri.

     
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  8. milanesestanco
     
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    a me la corruzione seNsuale nelle univ italiane sembra abbastanza diffusa e di solito si basa sul docente ordinario/associato maschio cinquantenne con una o due belle ragazze non brillanti negli studi, un paio di sottopagati che sgobbano (uomini o donne indifferentemente) , una persona(uomo o donna indifferentemente) designato a sostituirlo e scelto per parentela o per particolare servilismo (in questo secondo caso, spesso maschio) .

    le donne docenti tendono a preferire uomini quantomeno pari al proprio grado professionale. Di certo preferiscono gli uomini più anziani e potenti piuttosto che il giovane prestante ma senza carriera.

    Dico seNsuale e non sessuale perchè non sono convinto che tutti i rappoti finiscano per concretizzarsi nell'atto sessuale.
    spesso mi sembra più un rapporto psicologico.
     
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  9. Guit
     
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    Non spiega tutto. I problemi che colpiscono il sesso maschile in tutto l'iter scolastico non sono collegati al mignottismo unversitario. Hanno un'altra origine.

     
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  10. milanesestanco
     
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    CITAZIONE (Guit @ 8/9/2009, 18:04)
    Non spiega tutto. I problemi che colpiscono il sesso maschile in tutto l'iter scolastico non sono collegati al mignottismo unversitario. Hanno un'altra origine.

    si sono d'accordo
     
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9 replies since 8/9/2009, 15:36   106 views
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