Sport: le donne vincono di più!

Chi lo dice? Repubblica, naturalmente!

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  1. adangwin
     
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    http://www.repubblica.it/2009/08/sport/var...otere-rosa.html

    Le medaglie nel nuoto con Pellegrini & C. Ma anche i successi in scherma, pallavolo, sci
    Un movimento sportivo in crescita, e ora se ne accorgono anche gli sponsor
    Potere rosa nello sport. Perché le donne vincono di più
    di ENRICO SISTI

    La morale dei mondiali di nuoto, in ottica italiana, è la seguente: la donna è talmente mobile che se la fai scivolare in acqua un istante dopo averla svegliata di soprassalto comincia a frullare piedi e mani secondo una logica, rispettando la morfologia, la bio-meccanica e la tecnica, anche se magari non c'è niente da vincere. Perché è forte, motivata, perché nell'agonismo e nella prestazione vede una casa, due case, perché qualcuno (un tecnico di solito) le è stato accanto, l'ha vista crescere, migliorare, sfondare. E le ha insegnato a soffrire, a capire meglio se stessa, a riconoscere i messaggi del proprio corpo: accelera, rallenta, gestisci. Tecnici come padri (Castagnetti), padri come tecnici (Cagnotto).

    La nostra atleta, giovane, meno giovane, star o moderatamente "coatta", carica di sensibilità oppure un po' burbera, ancora acerba, è un vanto dal quale non è più possibile prescindere, a meno di non considerare il fattore M, il fattore medaglia, un dettaglio marginale nell'era della globalizzazione: "E noi stiamo costruendo il nostro futuro sportivo proprio sul mondo femminile", spiega Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni. Chiamatelo, se volete, fattore D, D di donna. "Abbiamo avuto modo di constatare che il mondo agonistico degli uomini non è sempre alla portata dello sport italiano. Per questo, da anni ormai, stiamo cercando una sorta di specializzazione al femminile. Cerchiamo di stimolare le sensibilità di chi pratica e gestisce lo sport di base, attraverso le federazioni: puntate, se potete, soprattutto sulle ragazze, diciamo loro. E i risultati sono quelli che abbiamo visto al Foro Italico".

    Numeri, statistiche, fisiologia, tecnologia applicata e anche un pizzico di furbizia. Lo diceva anche Pescante negli anni Ottanta: «Fra maschi la concorrenza è altissima, dobbiamo pensare alle ragazze. Sono loro che ci regaleranno le future medaglie». Aveva ragione. Restringi il campo, perfeziona i metodi di allenamento, cerca i talenti, esaltali. Un gioco di squadra partito da lontano, negli anni in cui Fiona May era ancora inglese, Josefa Idem parlava solo tedesco, Valentina Vezzali tirava da sola in mezzo a una classe di coetanee terrorizzate dal fioretto e Federica Pellegrini stava appena nascendo. «Lo sport al femminile sarà al centro di un seminario previsto per il 13 ottobre, "Sport e Donna"», annuncia Pagnozzi, forte delle sue donne già vincenti: le pallavoliste, il Setterosa, le tenniste della Fed Cup. Tutte ancora in salute e cariche di prospettive.

    La connection di sport, donna, medaglie, successi extrasportivi, copertine e sponsor (eloquenti le parole del signor Mizuno su Federica) ha una storia recentissima. Cinque sei anni al massimo. Prima le esperienze erano belle ma isolate (Fiona May). Alcune discipline andavano un po´ per conto loro (lo sci di fondo di Di Centa-Belmondo, lo slalom della Compagnoni, la scherma di Vezzali-Trillini). Sganciate dalla realtà. Più indietro ancora, 40/50 anni fa, c´era il deserto. Alle Olimpiadi di Roma gli azzurri erano così spaventosamente distribuiti: 241 uomini e appena 34 donne. A Pechino l´esercito maschile è dimagrito di parecchio (215) mentre le donne si sono più che quadruplicate (131). Qualcosa vorrà dire. Per la prima volta in Cina, nei Giochi estivi c´è stato un significativo pareggio di medaglie d´oro: quattro vinte dagli uomini (Tagliariol, Minguzzi, Schwazer, Cammarelle), quattro dalle ragazze (Quintavalle, Vezzali, Pellegrini, Cainero). A Roma, di 13 medaglie d´oro e di 11 d´argento, non ce n´era una conquistata da una donna: Giuseppina Leone arrivò terza nei 100 e terzo fu il fioretto a squadre di una giovanissima Antonella Ragno. E bisognava pure essere contenti. L´anno 2009 resterà impresso anche per un´altra "prima volta": non era mai accaduto che ai Giochi del Mediterraneo (quest´anno a Pescara) gli ori femminili superassero quelli maschili (34 a 30). Un trend che non ha precedenti, all´infuori di due edizioni dei Giochi invernali di Lillehammer nel 1994 e Salt Lake City nel 2002, gli unici eventi internazionali che annunciarono, in un certo senso, che le cose potevano prendere anche una piega diversa: 4 ori a 3 in Norvegia, 3 a 1 negli Stati Uniti.

    La conferma arriva dalle cifre complessive: dal 1982 il numero delle donne praticanti (a partire dai 6 anni di età) si è raddoppiato (da 2.561.000 a 5.019.000), quello degli uomini è avanzato di un solo milione (da 5.528.000 a 6.517.000).

    Ma quante sono le spiegazioni del fenomeno, di questa immensa quota rosa, perché di fenomeno si tratta? «Ce ne sono tanti di motivi», ammette Alberto Cei, psicologo dello sport. «Una ragazza la prendi e lei di solito risponde meglio di un uomo. Succede anche nella scuola, non soltanto nello sport agonistico». Una disposizione al sacrificio maggiore quindi: «Parlando in generale, sì. Ma direi più che altro una più selettiva capacità di attenzione, di concentrazione nel gesto tecnico». E poi il rapporto col tecnico: «Si legano di più, il rapporto col tecnico diventa spesso simbiotico. Il che porta, il più delle volte, se il tecnico è bravo, a trasformare la loro capacità emozionale in un valore aggiunto. La verità è che per tanto tempo le stesse atlete sono state erudite in maniera non corretta: si convincevano che la loro emotività rappresentasse un freno, si sentivano deboli, vulnerabili. Glielo dicevano i maschi e loro ci credevano. Ora non più».
    Ed è anche una questione di cuore, che non è più soltanto il cor gentile al quale l´amore ratto s´apprende. Ma anche muscolo: «Le donne non sono inclini all´ipertrofia del muscolo cardiaco come gli uomini, per questo non potranno mai competere in potenza», spiega il Dott. Alessandro Biffi, cardiologo dell´Istituto di medicina e scienze dello sport dell´Acquacetosa. «Il loro cuore, però, non potendo trovare questa "adattabilità morfologica", sopperisce con un altro tipo di adattabilità: quella elettrica, che conduce alla bradicardia, ai battiti lenti, perfetti per il professionismo ad alti livelli». Un caso emblematico, del "cuore Coppi" al femminile, anche sotto i 30 battiti al minuto, «era quello di Stefania Belmondo». La sindrome Belmondo spiega molto: «Spiega soprattutto - prosegue Biffi - il livellamento progressivo delle prestazioni. Anche se non ci sarà mai il pareggio. E bisogna anche tenere contro della struttura: le ragazzine di 13/14 anni di oggi, rispetto a quelle di trent´anni fa, su cui si basano le ultime tavole di accrescimento disponibili, sono delle gigantesse...».

    4 agosto 2009
     
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  2. Guit
     
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    Teorizzazione di razzismo.

    Eppure i motivi di questa situazione li dicono loro stessi: "... Lo diceva anche Pescante negli anni Ottanta: «Fra maschi la concorrenza è altissima, dobbiamo pensare alle ragazze. Sono loro che ci regaleranno le future medaglie». Aveva ragione. Restringi il campo, perfeziona i metodi di allenamento, cerca i talenti, esaltali".

    E' il risultato di una discriminazione antimaschile nelle scelte strategiche, che loro usano a pretesto per sostenere una superiorità razziale.

     
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  3. digilando
     
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    Ma non si era detto che, in realtà le donne non competono tra di loro?
    Che quella è solo una necessità dovuta al fatto che se dovessero confrontarsi direttamente con gli uomini ne uscirebbero perdenti, e dunque il confronto diretto non si puo fare (ragione per cui esistono categorie maschili e femminili, separazione che verrebbe a cadere nel momento in cui in un ipotetico sport, la discerpanza risultasse a favore delel donne ), ma, a parte questa piccola impossibilità, tutti gli altri confronti indiretti in cui le donne "vincono" (?), evincono quale sia il senso dello sport femminile e quale sia il vero avversario?
    Del resto, voi avete mai letto un titolo, "potere azzurro, perchè gli uomini vincono piu' delle donne?"
    E' una di quelle cose, che se non ci fossimo noi a ricordare che è possibile, si collocherebbe oltre i confini della realtà.

    Edited by digilando - 4/8/2009, 14:46
     
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  4. LordDrachen
     
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    è meglio Vanity Fair di Repubblica.
    glielo hanno detto a Repubblica che le donne gareggiano contro altre donne?


     
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  5. milanesestanco
     
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    negli sport agonistici non si fa il confronto uomo-donna,
    gareggiano sempre in categorie diverse.

    quindi per tot vincotri maschili ci sono tot vincitori femminili.
    in genere le prestazioni femminili sono inferiori a quelle maschili, potrà anche darsi che in qualche sport particolare il loro fisico/cervello sia più adatto ma penso sia caso limite(anche se con le femministe al potere potrebbero anche promuoverlo al titolo di "sport per eccellenza")


    le donne italiane vincono di più in svariati sport perchè i maschi sono tutti impegnati a far calcio (che vada in malora!!)

    e l'aumento delle agoniste probabilmente è gonfiato dalla promozione delle attività al femminili (così nella cultura così nello sport) da parte pubblica .


    la Pellegrini ha tanto successo perchè è una gran bella ragazza, le piace mostrare questa sua bellezze nel mondo mediatico, inoltre pare abbia simpatie destrorse e quindi le tante tv berlusconiane fanno a gara per averla.


    la Filippi che pure è una stangona di 1.87 , ha vinto due medaglie(oro,bronzo) ma è meno carina , non è destrorsa e pare meno glamour fa molto molto meno modello.
     
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  6. Guit
     
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    Logica e razzismo si inseguono, si alimentano e si negano a vicenda. Il razzismo produce logicamente nel tempo un'organizzazione sociale orientata e risultati misurabili coerenti, che hanno una loro logicità e vengono poi usati come pretesto per la riproposizione del razzismo. Un circolo vizioso.

    Il ruolo della narrazione è determinante. Il fatto che le competizioni siano distinte per sesso e che i media propongano una meta-competizione tra i sessi appartiene al dominio della narrazione.

    Di fronte a ciò, ogni argomentazione razionale, ogni confutazione, ogni richiesta di spiegazioni è inutile.

     
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  7. LordDrachen
     
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    CITAZIONE (Guit @ 4/8/2009, 15:00)
    Di fronte a ciò, ogni argomentazione razionale, ogni confutazione, ogni richiesta di spiegazioni è inutile.

    ma infatti.
    e quindi come si fa??? :huh:
     
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  8. Guit
     
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    Si denuncia il fatto per ciò che è: un crimine razziale.

    Si rinfaccia a Repubblica questa loro posizione ogni volta che sedicenti si fregiano del dono dell'imparzialità, ogni volta che si appellano ai diritti umani per difendere i propri interessi.

    Falsi egualitaristi come tutta la sinistra traditrice.

     
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  9. LordDrachen
     
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    CITAZIONE (Guit @ 4/8/2009, 15:07)
    Si denuncia il fatto per ciò che è: un crimine razziale.

    a cui segue:
    CITAZIONE
    Di fronte a ciò, ogni argomentazione razionale, ogni confutazione, ogni richiesta di spiegazioni è inutile.

    quello che intendevo è questo.
     
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  10. Guit
     
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    Scusa ma sono spesso ambiguo perché scrivo di corsa. Intendevo l'inutilità di scendere nei loro dettagli e nelle loro causalità, confutare questo o quello. E' il fine che conta.

    Far loro presente che le competizioni sono distinte per sesso, e che il loro discorso è applicabile solo con riferimento all'Italia, pur trattandosi di un mondiale, è un esercizio inutile. Loro si divertono leggendo simili osservazioni. Ci prendono in giro.

     
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  11. ilmarmocchio
     
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    Lasciamo stare il giornalista : non conosce l'argomento e scrive il suo temino rosa, ridicolo e prevedibile. Prevedibile anche lo psicologo Cei : spaccia per scientifiche idee sue personali non avvallate da nessuna prova, anzi. Le solite sciocchezze. Un po' meno prevedibile invece il cardiologo che, non potendo contraddire il dato di fatto misurabile strumentalmente , la gittata cardiaca che nel maschio e' notevolmente superiore, si inventa un ipotetico ( e falso vantaggio ) da una presunta capacita' femminile di COMPENSARE la minor forza di contrazione con un MINOR INCREMENTO della frequenza cardiaca.
    La caratteristica del cuore femminile e' proprio di rispondere ad una aumentata richiesta metabolica con un aumento della frequenza, mentre il maschio incrementa la forza di contrazione. Ecco perche' Indurain aveva 26 battiti al minuto ( Coppi mi sembra 28). Questo permette di riempire meglio il cuore e di ossigenarne meglio le pareti ( cosa che avviene in diastole, durante il rilassamento cardiaco ). Il nostro direttore ha detto una stupidaggine, proprio nella sua materia di pertinenza. Cio' peraltro non deve stupire perche io ricordo eminenti cattedratici prevedere un superamento dello prestazioni maschili da parte delle donne. Ma senza andare in questioni fisiologiche o biomeccaniche ( ce ne sono a iosa), come mai le campionesse dello sport sono tutte mascolinizzate ? Guardate la foto della Pellegrini : il collo e le spalle non sono maschili ? Non c'e' un accenno di pomo d'Adamo ?
    Naturalmente l'isigne cardiologo (non ci porterei mio gatto), non ci parla del doping, che nelle donne ottiene risultati piu' eclatanti, e che e' il vero motivo per l quale otteniamo migliori risultati con le donne che con gli uomini, che hanno margini minori, essendo gia' naturalmente piu' vicini ai limiti massimi della specie. Avendo un supporto scientifico ed ecomomico che molte nazioni non hanno, ecco i risultati. Invece battere i keniani nel fondo o i neroamericani nel basket, con l'uomo medio italiano di oggi (pizza, birra e merendine ), battere un Bolt nei 100m , .. addaveni' baffone ( non c'entra un tubo, ma suona bene ).
    E ci dicesse il cardiologo, quante mestruazioni ogni anno ha la Pellegrini.
    P.S. se la Pellegrini e' affascinante, io sono il Mago Merlino.
     
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  12. digilando
     
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    CITAZIONE (milanesestanco @ 4/8/2009, 14:53)
    negli sport agonistici non si fa il confronto uomo-donna, gareggiano sempre in categorie diverse.

    Grazie della precisazione , milanese stanco, non l'avevamo affatto notato.

     
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  13. LordDrachen
     
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    ma infatti avevo capito perfettamente e sono d'accordo.
    ma anche la denuncia di crimine razziale verrebbe presa alla stessa maniera, anche di più.
    anche da presunti giudici probabilmente.
     
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  14. Grifone_verace
     
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    CITAZIONE (LordDrachen @ 4/8/2009, 15:29)
    ma infatti avevo capito perfettamente e sono d'accordo.
    ma anche la denuncia di crimine razziale verrebbe presa alla stessa maniera, anche di più.
    anche da presunti giudici probabilmente.

    Mah, secondo me parlare di crimine razziale non è del tutto sbagliato. Anche perchè oggi la parola razzismo è sacra più di Gesù Cristo
     
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  15. ilmarmocchio
     
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    Le faccenda e' assai piu' semplice di quanto non sembri. La struttura fisica umana atta all'esercizio fisico strenuo e' quella maschile. Infatti i maschi hanno risultati assai migliori. Infatti le donne sportive sono MASCOLINIZZATE. Non c'e' niente da fare. E' come per il nuoto : se vuoi nuotare, devi galleggiare. Altriment affondi. Alla faccia dei cardiologi degli istituti di medicina e scienza dello sport ( che di sport spesso non ne capiscono un tubo)
     
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68 replies since 4/8/2009, 13:27   1332 views
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