Natura dei sessi (Dizionario erotico)

di Massimo Fini

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  1. milanesestanco
     
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    http://www.movimentozero.org/index.php?opt...&id=97&Itemid=4


    che ne pensate?
     
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  2. Sossempreio
     
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    Aveva cominciato bene, il primo pezzo dell´articolo ha senso.

    Quando passa a descrivere l´atto sessuale, completamente fuori strada.
    L´autore non ha capito nulla.


    QUOTE
    Atto sessuale
    In sé non ha nulla a che vedere con l'erotismo. L'erotismo è un fatto mentale, scopare un fatto fisiologico, un mero sfregar di mucose. Diventa erotico - ma perché ciò avvenga bisogna che la società e l'individuo abbiano raggiunto un certo livello culturale - quando viene percepito come atto che degrada la donna a femmina, ad animale. Spiega Georges Bataille in un fondamentale passaggio de L'erotismo: «La bellezza (l'umanità) di una donna concorre a rendere sensibile - e sconvolgente - l'animalità dell'atto sessuale. Nulla di più deprimente, per un uomo, della bruttezza di una donna sulla quale la laidezza degli organi sessuali e dell'atto non risalti. La bellezza conta in primo luogo perché la bruttezza non può essere sciupata. Laddove l'essenza dell'erotismo risiede appunto nella profanazione».
    Per l'uomo la donna è un soggetto erotico non perché ha un sesso in quanto tale ma perché attraverso la sua sessualità la può ricondurre allo stato animale, destituendola quindi come donna, come persona, come individuo sociale. Questo processo di degradazione ha un percorso più o meno lungo (i cosiddetti preliminari), che è appunto il gioco erotico, e il suo culmine nell'atto sessuale. Ma proprio quando il maschio crede di realizzare il suo massimo trionfo sulla donna, degradandola definitivamente a femmina nella brutalità e nella naturalità dell'atto, qui si realizza invece la sua capitolazione. Ciò che l'uomo sente di infinitamente superiore nella donna è la vitalità. Ed è questa vitalità che nel gioco erotico vuole in fondo punire, sconciandola e umiliandola. Ma si caccia in una trappola perché, degradandola a femmina, va a ficcarsi proprio nel cuore della sua potenza creativa e ne viene inghiottito. Più sottile, forse, è il maschio masochista che, invertendo i ruoli sessuali, afferma il proprio valore e la usa invece di esserne usato.
    E' sempre la donna a uscire vincente dall'amplesso: perché ritrova la propria essenza, che è la natura, laddove l'uomo perde la sua, che è la cultura. Attraverso i cicli lunari, le mestruazioni, la fecondazione, la gestazione, la placenta, il parto, le mammelle, il latte e tutti i complessi processi fisiologici che si svolgono all'interno del suo corpo, la donna è infatti legata alla natura molto più intimamente di quanto lo sia l'uomo. L'atto sessuale riporta quindi la donna a se stessa, alla sua funzione primigenia di femmina potenzialmente feconda, che procrea, e che in ragione di ciò è strutturata per ricavarne il massimo piacere, che la coinvolge interamente («sono tutta bagnata»), mentre al maschio è riservato il compito transeunte dell'inseminatore e un piacere molto minore e localizzato.
    L'atto sessuale interessa quindi molto più a lei che a lui. E se col gioco intellettuale dell'erotismo l'uomo cerca un piacere diverso da quello fisico è proprio perché il piacere che gli procura l'amplesso è limitato se non addirittura deludente. Che poi oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, l'accoppiamento non preveda la fecondazione, anzi espressamente la escluda, non annulla queste verità biologiche di fondo che continuano a determinare e modellare i caratteri, la psicologia, i movimenti e i comportamenti del maschio e della femmina. Vinta e umiliata quindi nel gioco erotico, come donna, lei risorge inesorabilmente, nell'atto sessuale, come femmina. È l'Araba Fenice. È indistruttibile.
    L'uomo avverte più o meno consciamente, oscuramente, di avere in tutta questa vicenda la parte minoritaria, marginale e letale del fuco. Come il fuco, viene portato dalla sconvolgente sessualità della femmina ad altezze che non gli sono congeniali e la sua morte simbolica è segnata dallo stato miserevole in cui è ridotto il suo pene mentre la vagina si nutre del suo seme e si gonfia d'orgoglio. E' un passaggio di energie. «Hanno sempre da guadagnarci con quella loro bocca pelosa» dichiara crudamente uno dei protagonisti de "L'età della ragione" di Sartre.
    Diciamo quindi la verità una volta per tutte: se potesse l'uomo farebbe volentieri a meno di scopare. E' un dovere biologico e sociale, una fatica, uno stress, implica un'erezione problematica, costringe il maschio a mettersi alla prova, a sottoporsi al giudizio della donna per qualcosa che, in definitiva, va a vantaggio molto più di lei che di lui. Invece nei preliminari, cioè nel gioco erotico vero e proprio, è lui il padrone della situazione, che maneggia, scompone, sconcia a suo piacere l'inquietante giocattolo (ma anche questa è illusione e apparenza: il gioco erotico è necessario all'erezione del maschio, ma in funzione della femmina, la vera protagonista dell'amplesso).
    Lisistrata, quindi, chi la capisce? Capeggiò uno sciopero che inibiva ai mariti l'accoppiamento, ma le loro donne e spose continuavano a fare i consueti lavori di casa. Venire accuditi e non essere nemmeno costretti a scopare: si può immaginare qualcosa di meglio? Oltre- tutto lo sciopero di Lisistrata e delle sue compagne era particolarmente stolido perché aveva lo scopo di far terminare una guerra che i greci delle varie polis si stavano combattendo da decenni, lasciando le donne a casa a fare la calza. Ora, ogni maschio bennato di fronte alla scelta fra la donna e la guerra non ha dubbi: sceglie la guerra. «Fate l'amore e non la guerra» è uno slogan femmineo che non ha retto alla verifica della realtà.
    Infatti la donna, che procrea, è dalla parte della vita, ma l'uomo, fuco sterile, è animato da un oscuro istinto di morte e soffre di un acuto, anche se inconfessabile, inferiority complex nei confronti della femmina («l'invidia del pene» è un sottoprodotto culturale, una sciocchezza freudiana). L'uomo si è inventato tutto il resto, l'arte, la letteratura, la scienza, il diritto, il gioco e il gioco di tutti i giochi, la guerra, per coprire in qualche modo questo vuoto, per sopperire alla sua impotenza procreativa. Il mondo della donna appartiene alla concretezza e alla pienezza della natura, quello dell'uomo al sogno, all'astrazione, all'artefatto. Suo è quindi anche il gioco erotico.
    L'erotismo, costruzione mentale, è un bisogno molto più maschile che femminile. Per la donna, alla quale in fondo per andar su di giri basterebbero le carezze, cioè un'attività fisica, è solo un fatto di sponda, di controspecchi. Narcisa astuta e sapiente, si riflette nel piacere di lui e ne gode. Anche perché sa che, alla fine, ne trarrà, come dicono a Genova, la sua convenienza.
    Per l'uomo quindi l'atto sessuale può diventare facilmente secondario rispetto al gioco erotico o venir addirittura eliminato. Per la donna rimane invece l'obiettivo primario. Legata alla natura, potenzialmente feconda, la donna, nonostante tutte le sovrastrutture culturali che le sono state calate addosso, resta un essere-per-la-vita, mentre l'uomo è-per-la-morte. L'uomo è quindi per l'eros, la donna per il sesso.

     
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  3. digilando
     
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    In effetti anche a me in certi passaggi, fini, mi pare un po' confuso.
    Cmq, rimane il fatto, che almeno rispetto agli altri "intellettuali", su questo argomento è avanti di parecchio.
     
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    Argomento interessante, misto di elementi condivisibili, assurdità inspiegate e parole della più scoraggiante misoginia.
     
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  5. digilando
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 2/8/2009, 18:25)
    Argomento interessante, misto di elementi condivisibili, assurdità inspiegate e parole della più scoraggiante misoginia.

    :D
     
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    Questo pezzo che stracondivido ed è spiegato molto bene. Non pensavo che altri la pensassero come me.

    Chiesa cattolica
    Non sarà mai ringraziata abbastanza, perché ci ha dato il più delizioso di tutti i sensi: il senso di colpa. È arcinoto che non c'è nulla che ecciti quanto il proibito. E in campo sessuale la Chiesa, per altri versi così indulgente, è stata davvero "Magister vitae" vietando quasi tutto e affinando il più potente e sottile degli afrodisiaci («Considerandolo come un peccato il cristianesimo ha fatto molto per l'amore» ha scritto Anatole France). «Non lo fo per piacer mio, ma per far piacere a Dio» così si immolavano le giovani spose quando Santa Madre imperava.
    Oggi la Chiesa ha perso quasi tutta la sua presa in campo sessuale, ma il senso di colpa e del peccato è rimasto come un richiamo di sottofondo, non facilmente sradicabile. Chiunque abbia avuto una ragazza che è stata dalle Orsoline, dalle Marcelline o in altri istituti di suore sa i piaceri che se ne possono ricavare. Lei si vergogna e si eccita della propria vergogna. Una miscela esplosiva. Il permissivismo sessuale è una sciagurata creatura tardo-modema. L'amore solare, libero, hippyesco, alla Zabriskie Point, soprattutto se consumato in gruppo e all'aperto, come se si trattasse di un picnic, è, diciamo la verità, di una noia mortale. Scopare ha perso ogni attrattiva, se mai l'ha avuta, da quando da proibito è diventato obbligatorio.


     
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  7. digilando
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 2/8/2009, 18:48)
    Questo pezzo che stracondivido ed è spiegato molto bene. Non pensavo che altri la pensassero come me.

    Vedi a criticare M. Fini.....non è così sprovveduto come sembra, anzi.
    Io cmq , il suo dizionario erotico, l'ho letto tutto. :P

    Poi, ripeto, qualche "cappella" sui sessi la fa pure lui, ma del resto, non si chiama mica Barnart.
     
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  8. ilmarmocchio
     
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    Massimo Fini e' uno dei pochi giornalisti (intellettuali) italiani che valga la pena di leggere. Io ho letto alcuni dei suoi libri ( dizionario erotico, la ragione aveva torto, sudditi, ragazzi) e ha il coraggio di dire cose scomode. Sorretto da un ottimo stile e' un virtuoso e come tale ama stupire. A volte vuol fare il colpo di tacco quando con un piatto tranquillo la palla scivolerebbe in rete. Da qui qualche sbavatura. Pero' uno dei pochissimi a non insultare il maschio
     
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    Lupus in fabula

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    Anche io ritengo M. Fini un autore interessante e non legato al "politically correct".
    Tuttavia anch'io trovo diverse sue considerazioni per nulla condivisibili.

    CITAZIONE
    ...la donna, nonostante tutte le sovrastrutture culturali che le sono state calate addosso, resta un essere-per-la-vita, mentre l'uomo è-per-la-morte. L'uomo è quindi per l'eros, la donna per il sesso.

    Ecco: secondo me è esattamente il contrario.
    Come dice il buon Rino, la donna è erotizzante mentre l'uomo è erotico, cioè la donna ispira sesso, l'uomo gli dà attuazione pratica.
    Infatti dando potere alla donna (e annichilendo l'uomo) si assiste ad un vorticar di parti anatomiche, cui fa seguito il sesso concesso col contagocce (e solo all'interno di un sentimento, quindi seguendo il "drive" femminile).

    CITAZIONE
    Per l'uomo la donna è un soggetto erotico non perché ha un sesso in quanto tale ma perché attraverso la sua sessualità la può ricondurre allo stato animale, destituendola quindi come donna, come persona, come individuo sociale...

    Secondo autori (per me più arguti) il sesso per l'uomo altro non è che la carota fatta sventolare davanti al naso dell'asinello.
    L'uomo facendo sesso ottiene almeno 1 o 2 delle 3 cose seguenti:

    --Si libera e soddisfa un bisogno, almeno temporaneamante, per cui ragguinge la cd "omeostasi", condizioine per puntare ad altri traguardi.

    --Si libera dal giogo di chi sventolava la carota

    --Tende a ribaltare i rapporti di potere, per cui da "dipendente" tende a diventare "padrone".

    In altre parole l'uomo dall'atto sessuale ottiene in prevalenza vantaggi. Forse per questo la donna lo concede col contagocce.
     
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  10. LordDrachen
     
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    M.Fini è il mio autore preferito. quindi sono di parte.

    non condivido tutto il Dizionario Erotico, ma non capisco perchè, nel passaggio citato,
    WarlordM parli di misoginia.
    mi sembra invece che sia il maschio a farci una brutta figura.
     
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    CITAZIONE (LordDrachen @ 3/8/2009, 09:22)
    M.Fini è il mio autore preferito. quindi sono di parte.

    non condivido tutto il Dizionario Erotico, ma non capisco perchè, nel passaggio citato,
    WarlordM parli di misoginia.
    mi sembra invece che sia il maschio a farci una brutta figura.

    Le donne, soprattutto quando si trovano nei locali pubblici, in discoteca, al ristorante, vanno al cesso insieme: una si alza la sottana, si tira giù le mutande, si siede sulla tazza, piscia e intanto chiacchiera amabilmente con la compagna, magari conosciuta solo quella sera.
    Allo stesso modo si fan parte senza pudore delle loro storie sentimentali e si raccontano le proprie esperienze sessuali fìn nei dettagli più intimi e scabrosi. Sono lettrici attentissime della cronaca rosa ma anche, sia pur senza farsi troppo notare, di quella nera a sfondo sessuale. Peraltro la cronaca in generale interessa moltissimo la donna. Perché ha il gusto del particolare ed è curiosa come una scimmia. Non si tratta di una curiosità metafisica, rivolta alle grandi domande sull'essere di cui non le potrebbe fregar di meno, ma di una curiosità più terranea e concreta. Il pettegolezzo è il suo habitat naturale. È perciò possibile raccontare anche a una signora irreprensibile, senza che lei perda nulla della sua irreprensibilità, le storie più boccaccesche e sporcaccione, soprattutto se riguardano amiche e conoscenti, e poco importa se inventate di sana pianta, spingendosi nei particolari più indecenti.



    Non ho nulla da mettermi
    Canonica esclamazione femminile. Lei può avere cento vestiti e cinquanta paia di scarpe, essere emancipata, moderna e manageriale, ma se le proponete senza preavviso anche il più banale e innocuo avvenimento mondano, subito si leva il gridolino scandalizzato e vagamente rimproverante: «Ma non ho nulla da mettermi!»
    Lei può impegnarti in discussioni intellettuali, profonde e persino spirituali, ma al culmine del discorso si ferma e, tirandosi da una parte un ciuffo o alzandolo sulla fronte o raccogliendolo, ti chiede: «Scusa, ma i capelli mi stanno meglio così o così?» O li pone altri interrogativi angosciosi, a scelta: «Come mi cade questa giacca? Non ti pare che questo golfino faccia troppe pieghe? Hai visto la mia nuova camicetta?»



    Mentre il maschio prova un'attrazione morbosa, mista a timore sacrale, per il corpo nudo della donna, tanto che, per aumentare il proprio piacere, vuole arrivarci a tappe, per gradi, delibandolo poco a poco, lentamente, come si spillano le carte del poker, nella donna la curiosità per il nudo maschile è relativa e per lo più circoscritta agli organi sessuali di cui le interessa l'efficienza.


    La donna, semmai, si eccita a vedere ridicolizzata e umiliata, davanti agli uomini, un'altra donna, l'eterna rivale. Per questo può capitare abbastanza di frequente di vedere donne che assistono, insieme ai loro partner, allo strip-tease. Piace alla donna, protetta dalle sue sagge vesti, poter guardare, osservare, scrutare, ispezionare, criticare il corpo nudo e indifeso di un'altra donna.

    Per quanto sia stata coinvolta, la donna, essere vitale, e capace di dare un taglio netto al passato, di rimuoverlo come non ci fosse mai stato, per guardare esclusivamente al futuro, «Domani è un altro giorno» può dirlo solo Rossella O'Hara, cioè una donna. La donna non ha memoria, o non vuole averla, dimentica, ha persino una scarsa attitudine per la storia perché sente il passato come un appesantimento, un impiccio, un fardello (è la tesi di Nietzsche, natura intuitiva, femminile, in quello straordinario saggio intitolato "Sull'utilità e il danno della storia per la vita"). Per lo stesso motivo la donna è terribilmente analitica, ma incapace, in genere, di sintesi, perché la sintesi vuole uno sguardo dall'alto che comprenda non solo ciò che è ma anche ciò che è stato.

    Che questa sia un'epoca femminea, o quantomeno unisex, lo dice anche il fatto che l'uomo ha perso le proprie caratteristiche di linearità, di dirittura, di franchezza, di lealtà e quindi di virilità. E diventato ambiguo come una donna. Parla con lingua biforcuta, raggira, tende trappole e tranelli. Non rispetta più le regole, la norma, non conosce o non riconosce più la logica, il principio di non contraddizione, ha perso il senso del diritto e della giustizia (cui la donna è refrattaria, per lei non esiste regola che possa avere valore superiore ai propri istinti vitali).


    Nonostante sia un gran millantatore di avventure inesistenti l'uomo conserva invece, curiosamente, un certo rispetto e pudore, anche postumi, per la privacy delle proprie donne (sono le ex mogli semmai che spifferano tutto sul comportamento sessuale dei mariti, soprattutto se famosi). Ma questo atteggiamento di indifferenza verso ciò che c’è stato, che amareggia, umilia ed esaspera l'uomo, è perfettamente naturale nella donna. C'è stato un giorno in cui, dopo tanti sì, ha detto no, il suo terribile no. E ora si è semplicemente dimenticata. Non lo fa per cattiveria, è strutturata così. Invidiabile anche per questo.
     
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  12. COSMOS1
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 2/8/2009, 18:25)
    Argomento interessante, misto di elementi condivisibili, assurdità inspiegate e parole della più scoraggiante misoginia.

    perchè
    CITAZIONE
    scoraggiante

    ?

    si può discutere se utile o a fondo perduto, se sempllice disncanto o prospettiva rivoluzionaria, ma credo che sia ora di sbattere in faccia alle donne la loro cellulite senza più complessi...
     
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  13. TullioConforti
     
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    QUOTE (LordDrachen @ 3/8/2009, 09:22)
    M.Fini è il mio autore preferito. quindi sono di parte.

    non condivido tutto il Dizionario Erotico, ma non capisco perchè, nel passaggio citato,
    WarlordM parli di misoginia.
    mi sembra invece che sia il maschio a farci una brutta figura.

    infatti non e´´ misogeno, ma maschio pentiteggiante.

     
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    CITAZIONE (COSMOS1 @ 13/8/2009, 16:45)
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 2/8/2009, 18:25)
    Argomento interessante, misto di elementi condivisibili, assurdità inspiegate e parole della più scoraggiante misoginia.

    perchè
    CITAZIONE
    scoraggiante

    ?

    si può discutere se utile o a fondo perduto, se sempllice disncanto o prospettiva rivoluzionaria, ma credo che sia ora di sbattere in faccia alle donne la loro cellulite senza più complessi...

    Sullo scoraggiante. Infatti, più che misogino, induce misoginia. Tra le citazioni quotate non c'è un pezzo che non trovo dove sparla senza mezzi termini delle donne. Poi se a lui sta bene così, cavoli suoi.
    Sbattere in faccia la cellulite alle donne? Motivo? Se lo meritano indipendentemente dall'individualità?

    Ecco! Ho trovato:

    CITAZIONE
    Ma nella quotidianità e nella normalità la donna è tutt'altro che generosa. È, al contrario, gretta, micragnosa, meschina, piccina, attentissima al "do ut des".



    Edited by Warlordmaniac - 13/8/2009, 17:26
     
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  15. COSMOS1
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 13/8/2009, 17:11)
    Sbattere in faccia la cellulite alle donne? Motivo? Se lo meritano indipendentemente dall'individualità?

    certo che lo meritano, nel senso forte del termine meritare...

    nella società patriarcale le dd accettavano la tutela maschile e quindi sarebbe stato ingeneroso rinfacciare loro quei difetti stessi per i quali si concedeva loro la tutela in oggetto

    nella società femminista la cellulite è il miglior antidoto al delirio di onnipotenza femminile

    gli esempi abbondano

    se le dd prendessero atto della realtà quale è in realtà (! gli anni della nostra vita sono 70, 80 x i + robusti, ma quasi tutti son fatica, dolore, passano presto e noi ci dileguiamo...) un po' di saggezza le ricondurrebbe ad una rinnovata allenaza
     
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22 replies since 2/8/2009, 15:58   662 views
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