UOMINI IN CRISI

si stanno femminilizzando tutti.....!!!

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  1. femmina83
     
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    Gli uomini di oggi? Fragili e con disturbi alimentari





    New man, metrosexual, new lad? I modelli maschili stanno cambiando e in un certo senso si stanno 'femminilizzando'. E anche i disturbi del comportamento alimentare - fino a pochi anni fa appannaggio quasi esclusivo delle donne - si stanno gradualmente allontanando dall'essere un disturbo di genere e sempre più spesso si configurano come un problema di identità. In questo caso maschile.

    Fino a circa 20 anni fa il rapporto tra l’incidenza dei disturbi alimentari negli uomini e nelle donne era pari a 1:10, 1:15; gli ultimi dati suggeriscono che questo rapporto sia arrivato almeno ad 1:4. Nel caso del più recente dei disordini alimentari, e cioè il disturbo da abbuffata compulsiva, la distanza si accorcia e il rapporto maschi/ femmine diventa 3:4. È difficile non correlare questo fenomeno al fatto che le preoccupazioni per il corpo, per la forma fisica e per l’apparenza in genere, fino al secolo scorso prerogativa quasi esclusivamente femminile, abbiano cominciato a riguardare adesso sempre più anche i ragazzi. Anche l’abitudine a seguire diete e far uso di bevande e cibi light costituisce un fenomeno non più esclusivamente femminile.

    Dell'argomento si occupa anche un libro uscito recentemente in libreria: "Giganti d'argilla", di Laura Dalla Ragione e Marta Scoppetta. Le autrici spiegano perché, improvvisamente, gli uomini non sono più immuni da questi disturbi: da quelli "classici", come anoressia, bulimia e disturbi da abbuffata compulsiva, a quelli "nuovi", come l'ortoressia e la bigoressia, più specifici del genere maschile e che vedono in una certa cultura del benessere, dello sport e del mondo delle palestre i focolai a cui si ispira l'espressione di forme più moderne di disagio. Intercalate nel testo ci sono le voci, le lettere, le testimonianze dei ragazzi, dei figli, delle loro madri, delle loro mogli, perché la sofferenza di ogni persona si iscrive dentro la sua biografia e in quella della sua famiglia ed è solo lungo un processo di cura che comprenda la conoscenza di Sé e della propria storia che i pazienti possono rinunciare alla loro malattia per trovare un nuovo modo di "abitare" il mondo e il corpo.

    Spiegano Laura Della Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro disturbi del comportamento alimentare di Todi, e Marta Scoppetta, psichiatra e ricercatrice del Ministero della Salute: "Uomini fragili e pieni di paure, con il corpo che come nel femminile diventa il teatro di conflitti e rappresentazioni. Corpo manipolato e levigato anche per i maschi, adolescenti ed adulti senza distinzione di età e cultura, che nasconde sempre più spesso il 'difficile mestiere di essere se stessi' recuperando un ascendente su se stessi, unica vera garanzia di libertà, per usare le parole del sociologo Alain Ehrenberg. Uomini, ragazzi, bambini alla ricerca di un padre nella post modernità, uomini nuovi, che rifiutano vecchi schemi ma che non sono ancora dotati di un corredo psicologico tale da poterli rendere davvero diversi dai loro padri. Riflettendo su queste nuove patologie ci siamo accorte che si trattava di ricostruire il difficile percorso della strutturazione dell’identità al maschile, per comprendere perché improvvisamente gli uomini non fossero più immuni a certi disturbi ma anzi si ammalassero gravemente, manifestando sintomi spesso difficili da trattare".

    Aggiunge Luisa Stagi, docente di Sociologia e Metodologia e tecniche della ricerca sociale all'Università degli Studi di Genova: "I media giocano un ruolo insostituibile nella rappresentazione dei diversi modelli di maschilità, sia di quelli marginali sia di quelli egemoni. I fenomeni, quasi tutti interni ai media, del new man, del metrosexual e del new lad sono esempi di come i media, sia per il loro 'svelamento' del retroscena maschile sia per i loro contenuti e le loro immagini, contribuiscano fattivamente a definire i nuovi modelli di maschilità. La televisione ha poi contribuito a determinare una sorta di 'confusione' tra i generi, tra il maschile e il femminile, dando alle donne l’accesso a una serie di informazioni sulla sfera della maschilità che prima erano ad esse (quasi) del tutto negate. A volte, le rappresentazioni mediatiche di maschilità non solo riflettono alcuni cambiamenti nella società, ma tendono anche a legittimarli. La implicita trasmissione di stereotipi di genere si reitera anche attraverso comportamenti collettivi e immagini mediatiche, rischiando a volte di mettere profondamente in crisi i tentativi di mutazione che uomini e donne stanno praticando".

    david frati

    sito: http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=25911&s=3

    SEMPRE MENO MARCATA LA DISTINZIONE DEI SESSI.... ANDIAMO BENE!!! :-------:

     
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  2. Tex6969
     
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    Altra carrettata di merda !! Le donne Supreme Regine, resistenti, forti, moderne, indipendenti, gli Uomini fragili, malaticci, sfigati bambocci !!!

    Continuiamo pure... finchè nessuno (uomo) si prende la briga di cominciare a lottare e duramente contro questo continuo linciaggio, hanno gioco facile media pilotati e maschi-pentiti ad issare sul piedistallo queste povere dementi !!!
     
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  3. femmina83
     
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    appunto!!!! tutti tutti tutti gli uomini dovrebbero esser come voi!!!, non lasciarsi incantare dalle femminilizzazioni della società, e non sentirsi inferiori alle femmine, o peggio intimoriti, o ancora elemosinanti un pezzo di f..a!!!! dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!
     
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  4. Tex6969
     
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    Purtroppo siamo ancora in pochi.... troppo pochi che riescono a farlo; un po' per cultura, tradizione, ignoranza e, per ultimo, debolezza.
    I numeri contano nella Società; ed i numeri ad oggi parlano chiaro.
    La maggioranza di uomini si autocataloga senza reazione alcuna in quella categoria di amebe che rappresenta la vergogna del Genere maschile.
     
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    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    Questo significa che neanche a te dovranno piacere.
     
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  6. LOL WUT
     
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    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    appunto!!!! tutti tutti tutti gli uomini dovrebbero esser come voi!!!, non lasciarsi incantare dalle femminilizzazioni della società, e non sentirsi inferiori alle femmine, o peggio intimoriti, o ancora elemosinanti un pezzo di f..a!!!! dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    Parole sante, che condivido in pieno.

    Serve mostrare agli uomini di oggi che, a volte, il gioco non vale la candela. Il sesso è una bella cosa, ma non è tutto.... (e questo lo dico da maschio eterosessuale)
    A dispetto di quanto i modelli sbattuti in faccia dai media ci vogliano far credere.
    Ridursi a delle larve per "un pezzo di f..a" è semplicemente orrendo. Non bisogna farlo mai! :angry:

    CITAZIONE (Tex6969 @ 13/7/2009, 13:32)
    Purtroppo siamo ancora in pochi.... troppo pochi che riescono a farlo; un po' per cultura, tradizione, ignoranza e, per ultimo, debolezza.
    I numeri contano nella Società; ed i numeri ad oggi parlano chiaro.
    La maggioranza di uomini si autocataloga senza reazione alcuna in quella categoria di amebe che rappresenta la vergogna del Genere maschile.

    E' proprio a questi "uomini-amebe" che serve mostrare la verità, che è ben lontana dai media di massa, che fanno di tutto e di più per mostrare problemi maschili non in un ambito serio, ma per ridicolizzarli.
    Mi ha fatto specie quando, in una puntata di Quelli che il Calcio, si era parlato di una campagna di sensibilizzazione per i problemi di disfunzione erettile e infertilità.

    Il pubblico si mette a ridere.
    Simona Ventura chiede a uno degli ospiti (non ricordo chi) se soffrisse di quel problema, in tono più scherzoso che non solidale.
    Lui nega insistentemente, con imbarazzo.
    Come se soffrirne fosse una vergogna, vero? I problemi dei genitali maschili sono solo roba ridicola ormai, vero? :---: :---: :---:

    Non aggiungo altro.
     
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  7. femmina83
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 13/7/2009, 13:46)
    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    Questo significa che neanche a te dovranno piacere.

    io che c entro??? io non sono femminista... io non odio gli uomini, non mi sento superiore a loro o più privilegiata... sul piano fisico e mentale sono diversa da un uomo ma non sul piano dei diritti giuridici e morali!!!

    CITAZIONE (LOL WUT @ 13/7/2009, 13:49)
    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    appunto!!!! tutti tutti tutti gli uomini dovrebbero esser come voi!!!, non lasciarsi incantare dalle femminilizzazioni della società, e non sentirsi inferiori alle femmine, o peggio intimoriti, o ancora elemosinanti un pezzo di f..a!!!! dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    Parole sante, che condivido in pieno.

    Serve mostrare agli uomini di oggi che, a volte, il gioco non vale la candela. Il sesso è una bella cosa, ma non è tutto.... (e questo lo dico da maschio eterosessuale)
    A dispetto di quanto i modelli sbattuti in faccia dai media ci vogliano far credere.
    Ridursi a delle larve per "un pezzo di f..a" è semplicemente orrendo. Non bisogna farlo mai! :angry:

    grazie LOL!!!

    si infatti, perchè le femminucce sanno di avere una calamita, un forte "valore" tra le gambe, con il quale riescono ad influenzare comportamenti, pensieri, opere e omissioni di qualsiasi uomo!!!!e con essa ottengono ciò che vogliono!!!
    ehh no!!!!
    fate cambiare loro idea!!!! ;)
     
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  8. juliya
     
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    CITAZIONE
    Gli uomini di oggi? Fragili e con disturbi alimentari

    e che palle.

    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    appunto!!!! tutti tutti tutti gli uomini dovrebbero esser come voi!!!, non lasciarsi incantare dalle femminilizzazioni della società, e non sentirsi inferiori alle femmine, o peggio intimoriti, o ancora elemosinanti un pezzo di f..a!!!! dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    mah, ogni uomo ha il diritto di essere, sentire e provare un po' quel cazzo che vuole.
    stessa cosa vale per la donna e gli ermafroditi.
    ovviamente con i limiti previsti dall'educazione, il buon senso e blablabla.
    poi che gli uomini si son femminizzati è vero solo per alcuni, soprattutto per i giovanissimi, ma sti articoletti non hanno il fine di "aiutare" il prossimo, no per niente.
     
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    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 14:46)
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 13/7/2009, 13:46)
    CITAZIONE (femmina83 @ 13/7/2009, 13:11)
    dimostrate di esser autonomi e indipendenti anche dalla vagina!!!

    Questo significa che neanche a te dovranno piacere.

    io che c entro??? io non sono femminista... io non odio gli uomini, non mi sento superiore a loro o più privilegiata... sul piano fisico e mentale sono diversa da un uomo ma non sul piano dei diritti giuridici e morali!!!

    E l'hai spesso dimostrato. Ma il mio intervento un po' enigmatico sta a sostenere la difficoltà di quello che hai detto. Essere indipendenti dalla vagina è molto difficile, non solo per la spinta fisiologica, ma anche per quella culturale.

    Tu stessa, pur essendo femminista, sei una donna.
    E quindi, dirai?

    La diatriba di cui si parla è la stessa con il quale ogni uomo convive: etica contro consenso femminile, oppure, se stessi contro consenso femminile.
    Il consenso femminile qui raggruppa le opinioni delle donne meno "mentalizzate" e le scelte sessuali della donna media (e non femminista o misandrica).

    Probabilmente tu sosterrai che gli uomini che si annullano per una donna, non ti piacciono. Io risponderei che coloro che si annullano per piacere alle donne, piacciono molto più degli altri, perché ovviamente bisogna anche saperlo nascondere.

    Edited by Warlordmaniac - 13/7/2009, 16:00
     
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  10. Guit
     
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    La cosa più bella e sfuggente di questo articolo è che descrivendo la dinamica mediatica descrive se stesso. Perché questo articolo è media-propaganda. Esso stesso.
     
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  11. doppler effect
     
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    Laura Della Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro disturbi del comportamento alimentare.

    Secondo me, questa qui ha proprio bisogno di un vero psichiatra, di quelli che si occupano dei casi più gravi sui disturbi del comportamento mentale.
     
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  12. Tex6969
     
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    Ecco cosa viene fuori da Google su questa luminare...

    "Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, ha fondato e dirige il “Centro Disturbi del Comportamento Alimentare Palazzo Francisci” della USL 2 Umbria di Todi ed è supervisore dell’analoga struttura a Chiaromonte (Potenza). In qualità di esperta, collabora con il Ministero delle Politiche Giovanili e con il Ministero della Salute ed è stata relatrice a molti convegni nazionali e internazionali. È autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali: La casa delle bambine che non mangiano (Il Pensiero Scientifico, 2005) e Il cuscino di Viola (Diabasis, 2006)."


    Uno stralcio di una sua intervista rilasciata nel 2005:

    Laura Dalla Ragione
    Psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro disturbi del comportamento alimentare, Palazzo Francisci di Todi, Asl 2 dell'Umbria

    Quali sono i disturbi del comportamento alimentare più diffusi al momento attuale?

    I principali disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono: anoressia, bulimia e disturbo da abbuffata compulsiva. L’incremento sconvolgente di questi disturbi è accompagnato da una loro trasformazione: attualmente il 30% della patologia alimentare è di tipo anoressico, il 60% di tipo bulimico e il 10% è costituito da disturbo da abbuffata compulsiva. La bulimia dagli anni ‘80 ha avuto un incremento rapidissimo e il disturbo da abbuffata compulsiva sta diventando una nuova emergenza negli ultimi 10 anni.

    L’età delle giovani che si ammalano di questi disturbi negli ultimi anni si è considerevolmente abbassata. Quali spiegazioni si possono trovare a questo fenomeno?

    In tempi recenti i modelli culturali che riguardano il corpo e la magrezza sono diventati più forti e soprattutto vengono appresi più precocemente.

    Come avviene questo genere di apprendimento?

    Sono stati fatti numerosi e autorevoli studi su come, ad esempio, si siano modificate le bambole con cui giocano le bambine negli ultimi 20 anni. In generale, possiamo affermare che, rispetto ai decenni passati, i giochi sono sempre più rarefatti e virtuali e sempre meno legati al rapporto fisico con il proprio corpo. È impressionante rilevare la quantità di informazioni e di competenze che le bambine posseggono già a 10 anni sui temi della dieta, della magrezza, dei valori calorici degli alimenti. Arrivano a conoscere perfino i metodi di compensazione alle cosiddette "abbuffate", come il vomito indotto o l’uso dei lassativi (tecniche attraverso le quali si cerca di contrastare l’ingrassamento).

    Il fatto che bambine così piccole vengano a conoscenza di questo genere di problematiche che cosa comporta esattamente sul piano psicologico?

    La prima conseguenza consiste nel fatto che il quadro clinico che osserviamo in queste bambine è del tutto sovrapponibile a quello delle ragazze adolescenti e delle giovani donne che abbiamo trattato sino ad oggi. Esso consiste in una generale insoddisfazione riguardo al proprio aspetto che quasi sempre si trasforma in ossessione vera e propria.

    Possiamo dire che quanto più precoce è l’età in cui si affacciano simili disturbi tanto più gravi sono le conseguenze.

    Perché le donne sono più colpite degli uomini dai disturbi dell’alimentazione?

    Il genere femminile è maggiormente esposto a tutta la gamma dei disturbi alimentari perché la pressione culturale e i modelli di comportamento del nostro tempo collegano l’identità femminile all’immagine corporea in modo privilegiato rispetto a quella maschile. Tuttavia, negli ultimi 10 anni l’incidenza di questi disturbi tra i maschi è aumentata sino a rappresentare il 10% della patologia.

    Quali sono le cause del diffondersi delle patologie alimentari?

    L’origine e il decorso dei DCA sono determinati da una pluralità di variabili, nessuna delle quali da sola è in grado di scatenare la malattia o di influenzarne il corso e l’esito. Per comprendere a fondo la complessità di questo tipo di patologie occorre tenere presenti tutti gli aspetti legati alla genetica, all’ambiente e agli eventuali traumi subiti dall’individuo colpito.

    Esistono precondizioni che favoriscono l’instaurarsi di simili comportamenti patologici?

    In molti casi alcune caratteristiche individuali, quali il perfezionismo, la bassa autostima, la regolazione delle emozioni, l’ascetismo e le paure legate alla maturità psicologica precedono l’esordio dei DCA. Sicuramente i fattori socio-culturali sono alla base di questi disturbi, in particolare per quanto riguarda l’associazione della magrezza alla bellezza e al valore personale.

    Quali sono le zone socio-geografiche maggiormente colpite dai DCA?

    I disturbi del comportamento alimentare sono legati a determinate culture tipiche di alcuni particolari Paesi. Essi sono frequenti nei Paesi ricchi e fortemente industrializzati: Europa occidentale, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, Sudafrica, Giappone. Sono assenti o molto rari nei Paesi poveri dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina.

    Quanto influiscono i cambiamenti di identità sociale che hanno riguardato la donna negli ultimi anni sulla diffusione dei DCA?

    Moltissimo. Anoressia e bulimia appaiono legate ai valori e ai conflitti specifici della cultura occidentale, connessi, in particolare, alla costruzione dell’identità femminile e al ruolo familiare e sociale della donna. È da notare che, nei Paesi poveri, parallelamente all’aumento dei disturbi del comportamento alimentare stanno aumentando, in misura esplosiva, i casi di obesità.

    I disturbi legati all’alimentazione sembrano dunque essere parzialmente originati dal benessere che oggi caratterizza il mondo occidentale. Le sembra plausibile questa ipotesi?

    Ogni epoca ha la sua malattia. Non c’è dubbio che i disturbi del comportamento alimentare si prestano a rappresentare in modo straordinario questa nostra epoca. Connessi come sono all’immagine corporea, al significato del cibo, all’ossessione per l’apparire.

    Nel suo libro, La casa delle bambine che non mangiano (Roma, Il Pensiero Scientifico Editore, 2005), emerge con chiarezza l’idea che alla base del disturbo dell’alimentazione vi sia comunque un’alterazione dell’affettività. Cosa si può fare a livello familiare per prevenire l’insorgenza di questa "alterazione"?


    Da qualche anno è attivo in Umbria "Palazzo Francisci", un centro residenziale di cura per bambine e ragazze che hanno disturbi legati alla sfera dell’alimentazione. Come descriverebbe questa esperienza dal punto di vista di una ipotetica paziente? Cosa offre di particolare Palazzo Francisci a una ragazza sofferente?

    "L’anima ha bisogno di un luogo": questa frase di Plotino disegna la filosofia della Residenza Palazzo Francisci di Todi, prima struttura pubblica italiana dedicata al trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare in età pediatrica ed evolutiva, diventata ormai un punto di riferimento in Italia per tanti che si impegnano nella lotta quotidiana contro questa malattia.

    L’idea alla base di questa istituzione è quella di costruire uno spazio di cura, alternativo all’ospedale; uno spazio di cura connotato e differenziato, dove ragazze molto giovani, a volte bambine, possano vivere, accanto ad una terapia intensiva e specifica, un’esperienza di vita accogliente e ricca, dove il cibo costituisca la medicina, e insieme la relazione e la ricostituzione di un progetto di rapporto con l’altro. E in questo «luogo» che non ha nulla dell’ospedale le giovani trovano uno spazio di cura integrata che vede coinvolti psicologi, medici, dietisti, infermieri, educatrici, presenti giorno e notte. Il soggiorno di cura, dai tre ai cinque mesi, prevede un lavoro a 360 gradi che tiene conto non solo dell’aspetto psicologico, con una terapia individuale e di gruppo, ma anche di quello nutrizionale, con un intervento cognitivo-comportamentale, e un attento lavoro con la famiglia.

    18 ottobre 2005


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    "Il genere femminile è maggiormente esposto a tutta la gamma dei disturbi alimentari perché la pressione culturale e i modelli di comportamento del nostro tempo collegano l’identità femminile all’immagine corporea in modo privilegiato rispetto a quella maschile. Tuttavia, negli ultimi 10 anni l’incidenza di questi disturbi tra i maschi è aumentata sino a rappresentare il 10% della patologia."



    Delirante direi !!!! A seconda di come tira il vento hanno più problemi gli uomini o le donne... nell'alimentazione , mahhh..

    P.S. ... è pure una cessa..a vederla dalla foto !!!
     
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  13. Guit
     
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    CITAZIONE (Tex6969 @ 13/7/2009, 16:57)
    ...
    Delirante direi !!!! A seconda di come tira il vento hanno più problemi gli uomini o le donne... nell'alimentazione , mahhh..

    P.S. ... è pure una cessa..a vederla dalla foto !!!

    Sinceramente Tex, quello che scrive non lo trovo delirante, almeno quello che scrive qui. E non mi sembra il caso di offendere una persona perché non è bella. Da questo mi dissocio.

     
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  14. Tex6969
     
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    Si contraddice nel giro di pochi anni.. bohh..

    Sono gli uomini o le donne ad avere maggiori disturbi legati alla cattiva alimentazione ??? Che si decida ..!
     
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  15. Guit
     
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    CITAZIONE (Tex6969 @ 13/7/2009, 17:57)
    Si contraddice nel giro di pochi anni.. bohh..

    Sono gli uomini o le donne ad avere maggiori disturbi legati alla cattiva alimentazione ??? Che si decida ..!

    Nella seconda cosa che hai postato intendevo. Lì non diceva niente di delirante.
     
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39 replies since 13/7/2009, 11:43   1650 views
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