Ectogenesi

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  1. animus
     
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    CITAZIONE (ventiluglio @ 2/7/2005, 10:12)
    E' proprio lo Stato il più comodo sostituto del "marito-bancomat".

    Per questo si parla, a ragione, di "Matriarcato di Stato"; perché senza lo Stato che supplisce sempre più il marito nelle sue funzioni naturali di "provider", difesa e sostegno della donna, il Femminismo (l'ideologia dell'"emancipazione" femminile) sarebbe stata rigettato da un bel pezzo dalle stesse donne.

    E' invece proprio questa la chiave che spiega la spirale perversa innescata dal Femminismo:
    Tanto più lo Stato (foraggiato dai contribuenti - uomini e donne, indistintamente - però influenzato e condizionato nelle sue azioni dalla lobby femminista che vi si è incistata all'interno) interviene per sostituire l'uomo nelle sue funzioni naturali (mediante azioni "positive", leggi di tutela femminile, pensioni anticipate, garanzie legali in caso di divorzio, privilegi di ogni tipo, ecc.) tanto più le donne si ubriacano di un falso senso di autosufficienza che giustifica e incentiva la rottura di quella alleanza naturale uomo-donna, che dovrebbe essere invece alla base della salute della società.


    Lorenzo

    Questo mi sembra davvero un punto centrale, Ventiluglio.

    Sai qualcosa, in proposito, del welfare svedese, io so che le donne hanno diversi "diritti", e che come dici tu, lo stato si sostituisce ai maschi nel provvedere alle donne ed alle loro necessità, che poi vuol dire ad es. che paga le maternità e mantiene le madri singles con glii stessi soldi degli uomini che vengono 'abbandonati' e a cui viene negato il diritto di vedere i propri figli !!??

    Sarebbe interessante poter approfondire questo argomento, se gli uomini lo capissero, probabilmente eviterebbero di votare certe leggi......

    Edited by animus - 3/7/2005, 13:20
     
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  2. *Goblin*
     
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    Come è strano il destino di noi mortali. Siamo qui per un breve soggiorno, a quale scopo ci sfugge, sebbene ogni tanto abbiamo la sensazione che vi sia un senso.
    Ma non è necessaria una particolare riflessione per accorgersi che ognuno di noi esiste in relazione agli altri, innanzitutto per quelli il cui sorriso e benessere è così importante per la nostra felicità: e poi per i tanti, sconosciuti, ai quali siamo legati da necessità solidali. Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita, quella interiore e quella pubblica, dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse, e mi dico che devo impegnarmi a restituire come e quanto ho ricevuto e ancora ricevo
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    Albert Einstein
     
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  3. *Goblin*
     
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    ... dedicato alle femministe.
     
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  4. *STRIDER*
     
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    E i nuovi utenti cosa ne pensano dell'ectogenesi?
     
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  5. Lord.Zork
     
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    Io reputo che sia un abominio.

    Purtroppo però a gradi ci sarà imposto, ovviamente dopo aver distrutto ciò che resta della famiglia e della morale. Sempre che le donne miracolosamente non si ravvedano (in questo aspetto almeno le donne italiane sono ancora indietro rispetto all'ideologia femminista/materialista... in questo solo però!).
     
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  6. Davide.4.
     
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    silverback
    CITAZIONE
    Cosa ne pensate dell'ectogenesi?(=futura inutilità femminile).
    Ritenete che sarà un bene o un male?

    Un male. E' contronatura.
    Gli uomini e le donne sono stati "programmati" (ognuno con il suo compito) per garantire il "proseguimento della specie".
    Uteri artificiali o partenogenesi sono "mezzi immorali".
    Sono perversioni .
    Uomo\donna sono complementari.
    Senza l'uno, l'altro cessa di esistere...

     
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  7. adangwin
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 1/3/2007, 21:52)
    Un male. E' contronatura.
    Gli uomini e le donne sono stati "programmati" (ognuno con il suo compito) per garantire il "proseguimento della specie".
    Uteri artificiali o partenogenesi sono "mezzi immorali".
    Sono perversioni .
    Uomo\donna sono complementari.
    Senza l'uno, l'altro cessa di esistere...

    D'accordo al 200%
     
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    Potrebbe esse utile in alcuni casi, ma nella norma è una gran cavolata!
     
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  9. Paolo27bis
     
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    CITAZIONE
    Potrebbe esse utile in alcuni casi, ma nella norma è una gran cavolata!

    D'accordo.
     
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  10. silverback
     
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    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Ma...sp?ref=rephpsp2


    Che errore puntare tutto sui figli
    di Roberta Corradin
    Leslie Bennetts tuona contro la neomistica della maternità e le donne che ad essa sacrificano tutto. Ex giornalista del 'New York Times', oggi a 'Vanity Fair', predica il ritorno delle donne al lavoro. Con un articolatissimo perché.

    Pare sia sempre più diffusa la prassi di lasciare il posto di lavoro alla nascita dei figli. ...
    L'intervallo è finito. La sveglia, brutale, l'ha data la stampa internazionale. Dicendo più o meno alle lettrici (tutta roba di cui dovranno tener conto anche gli uomini): i casi sono due. State leggendo sedute in poltrona tranquille? È pura illusione sociologica. Nella stanza di fianco c'è sicuramente un esserino fra i sei giorni e i tre anni che fra un attimo vi richiamerà al vostro dovere: siete la sua mamma, esistete ormai solo per questo. Ma hanno poco da ridere anche quelle che leggono mentre fanno la fila, per il panino al bar, per il metro, per un taxi che le porti in ufficio: non sono messe meglio. Perché quasi sicuramente stanno sognando di essere l'altra, quella che sta a casa con i figli, che non deve pagare la tata e far quadrare un bilancio impossibile: essere due, da mattina a sera, per una quindicina di anni almeno. Per entrambe, non è previsto happy end. Le promesse sono sfumate e se è chiaro che nessuno ha dato una mano alle donne, il futuro è ancora più nero perché nessuno gliela darà. Anzi.

    Dalla Francia all'America all'Inghilterra, editori, giornali ed arene mediatiche tutti si sono scatenati sul tema. Con una domanda su tutte: chi può dichiararsi felice? Le mamme a tempo pieno (che non troveranno mai più un lavoro decente)? Le mamme che lavorano (con lo stipendio accreditato sul cc della baby sitter)? O le donne che non vogliono figli (davvero?)? Ce n'è per tutte.

    L'incendiaria si chiama Leslie Bennetts, ha scritto un libro importante. Nel suo 'The feminine Mistake' (debitore verso 'The feminine Mystique', la mistica della femminilità di Betty Friedan, del 1964) appena uscito negli Usa (intervista a pag. 177) ha lanciato il sasso con un messaggio forte: una donna che lasci il lavoro per i figli oggi è destinata al disastro. Abbandonare il campo in nome della neomistica della maternità, che impone dedizione assoluta al compito materno, è una sciocchezza. Molte, se non quasi tutte, si ritroveranno in gravissime difficoltà e il mercato del lavoro le rifiuterà. "Le barriere che troveranno dopo anni di assenza sono straordinarie", dice, "stare a casa è una scelta riservata a chi ama rischiare grosso". Snocciola dati: in America del nord il 50 per cento dei matrimoni è destinato a finire in divorzio, l'età media di chi rimane sola è di 55 anni. Donne con davanti 35 anni di speranza di vita che, senza un lavoro solido, si ritrovano con mutuo, ipoteche, senza assicurazione sanitaria, magari con figli non ancora autonomi.


    Alla Bennetts viene in soccorso, se ce ne fosse bisogno, un altro studio che non risparmia nessuno. 'The two incomes trap, why middle class parents are going broke', di Elizabeth e Amelia Warren, è ancora più drammatico perché legge la microeconomia della middle class americana come una struttura sull'orlo del baratro. "Il numero delle famiglie con doppio stipendio cui vengono sospese tutte le linee di credito è in costante aumento", dicono. Non si parla di chi ha uno stile di vita al di sopra delle sue possibilità, ma di una società dove sono out of budget bisogni come l'istruzione dei figli, le spese sanitarie, i mutui per la casa, ai quali nemmeno due genitori che lavorano riescono più a fare fronte. In queste condizioni, una donna può stare a casa a fare torte?

    Drastica, ma la soluzione c'è. I bambini costano, affaticano e scocciano. Basta non farli e vivere felici e contenti. Lo sostiene Corinne Maier, quarantatreenne (madre di due bambini!), psicoanalista e saggista che lavora a Parigi, autrice di 'No Kids' (appena uscito in Francia da Michalon). La tesi è semplice come lo era quella del suo 'Bonjour paresse', apologia della pigrizia. Per dirla con parole sue, quando si fa un figlio "vi rifilano un essere puzzolente e vi dicono: arrangiatevi e dite grazie, i vostri genitori hanno fatto tutto perché foste felici. Certo, non hanno provato a cambiare il mondo, erano troppo occupati a cambiare pannolini". Contro la mistica dei pancioni esposti e della missione-maternità, contro il familismo e l'idea che la realizzazione di una donna passi da lì, Maier si batte con leggerezza e sopporta anche l'accusa di aver scritto un libro snob, che parla all'élite del Paese, perché, dicono i suoi detrattori, non tutte devono scegliere fra una carriera in coppia dink (double income no kids) e una comoda vita da housewife privilegiata. Chissà che per qualcuna, magari per molte, si tratti di scegliere fra un modesto impiego con un avvenire da single per forza e un'esistenza più appartata da mamma-moglie, senza le nevrosi delle 70 ore lavorative alla settimana (così si quantifica l'impegno medio di una donna che lavora e ha figli).
    (25 giugno 2007)


    Sebben che siamo donne

    In Italia lavora il 56 per cento delle donne senza figli, e solo il 33 di quelle che ne hanno tre. Con la nascita del primo si perdono tre donne sul totale (e si arriva a 53) e un altro sette se ne va con il secondo (46). Le motivazioni sono ovvie: per stare più tempo con i piccoli e per l'inconciliabilità del lavoro con l'organizzazione familiare (dati Monster Meter). Comprensibile, se è vero che nei ruoli medio alti una donna arriva a lavorare 60 ore alla settimana.

    Le aziende family friendly in Italia esistono. Dalla Bracco che ha un sistema di assistenza che riguarda anche gli anziani, vacanze per i bambini, part time facilitato, a Tiscali, che con il 43 per cento della forza lavoro al femminile (e 33 anni d'età media) ha adottato un codice che garantisce pari opportunità e una rete di protezione per le neomamme, nel nostro Paese le cose si sono mosse a livello privato in direzione positiva. Sul www.perledonne.it numerose case history raccontano di aziende italiane che si muovono in questa direzione e su www. workingmother.com c'è la classifica delle cento best companies Usa. Molto meno è quello che fa il welfare, in Italia più concentrato su sostegno agli anziani e ai disabili. In Giappone, altro Paese dove lo Stato latita, la Matsushita integra i magrissimi assegni familiari e concede alle donne una quota aggiuntiva di stipendio a seconda del numero di figli per trattenerle in azienda. Nel Regno Unito grandi banche e studi legali hanno introdotto il maternity coaching, servizio che tesse una rete di sostegno con la lavoratrice-madre, filo che non si spezza durante il congedo per maternità ma la segue lungo tutto il percorso. Peccato che in quasi tutti i progetti l'aiuto sia limitato ai primi anni di vita dei bambini, di solito tre. V. S.


    CITAZIONE (silverback @ 23/6/2005, 13:17)
    P.S.: Perlomeno le femmine verranno liberate una volta per tutte dalla schiavitù della gravidanza e del parto.
    O no? [...]

    (...)
     
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  11. *STRIDER*
     
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    http://www.instantstreet.com/squallore/?p=99

    CITAZIONE
    Ma se l’ideale cristiano che tanto questo “Marino” propugna è sofrire per gli altri, quale sofferenza può eguagliare quella del parto che ogni donna sostiene per dare la vita a un figlio? facile per i signori che non ci mettono ben poca piacevole fatica a diventare papà. E un’altra cosa sui cimiteri di bambini abortiti che ho visto sul suo sito, in tutta la mia vita ho sempre sentito i ragazzi giovani che mettevano incinta le proprie fidanzate (ovviamente per un non uso del “preservativo” poichè:”non sentono”) a premere di più per abortire. uno di loro testualmente: “e chi se ne frega, se resti incinta io nego tutto, chi ti conosce?”. è vero che purtroppo la giustizia italiana in caso di separazione favorisce le mamme nel tenere i bambini, ma quanti casi di uomini che abbandonano le famiglie perchè sono “stanchi” (ma porelli come se nella maggior parte dei casi oltre al lavoro badassero alla casa, alla cucina o ai panni da lavare)o “oppressi dalle responsabilità”. E a quei figli abbandonati chi ci pensa?? perchè una madre, come spesso è stata definita, è una leonessa nel difendere i propri figli, a dispetto di qualunque loro atto. il femminismo oggi purtroppo sta regredendo, rilassando, e gli uomini ne approfittano. non c’è insulto peggiore di una donna che essere definita “prostituta”, ma quasi tutti gli uomini sono veri e propri “porci” (senza offesa per i verri ovviamente), giustificati universalmente da necessità fisiologica. e farebbero sesso con qualunque donna senza andare troppo per il sottile, per puro piacere (mooolto cristiano). e poi tra gli altri valori cristiani ricordiamo anche la pace (una bandiera più che un concetto oggigiorno) e cioè non una battaglia fra un sesso e l’altro, una prevaricazione infantile nello stile: “io sono meglio di teee, gnè gnè gnè” ma una armonia di parità, perchè chi vuole essere primo sarà ultimo, ognuno apprezzando le rispettive diversità e rispettandole. perchè anke il femminismo sfegatato della “donna è meglio dell’uomo” è errata, posso capirla come grido liberatorio dopo millenni di soprusi, ma non all’altezza di una civiltà che ha fatto cose meravigliose e terribili, ma grandi. vi invito a riappacificarvi tutti, perchè siamo Fratelli e Sorelle, o Sorelle e Fratelli, come dir si voglia.

    on Luglio 1st, 2006 at 13:52 from Sara

    CITAZIONE
    quale sofferenza può eguagliare quella del parto che ogni donna sostiene per dare la vita a un figlio?

     
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  12. bartali
     
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    Ma ... questa signora Sara quanti anni ha? Suppongo più di mille, altrimenti come avrebbe fatto a sopportare "millenni di soprusi?"
     
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  13. Kicècè
     
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    non è intervenuta nemmeno una donna in questa discussione, intendo quelle vere, quelle con la F....
    difficile interagire costruttivamente da donna in un thread cosi'....
    non ce la posso fare....
    preferisco, come sempre, cazzerellare....
    bye bye.....
     
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    Lupus in fabula

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    non ce la posso fare....

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    provaci
     
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  15. Kicècè
     
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    poi mi fate la bua :rolleyes:
     
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