Quella fretta di trovare il mostro

scagionati i presunti stupratori

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  1. adangwin
     
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    Ricordate la vicenda dello stupro della Caffarella?
    Ricordate quella voglia di linciare sul posto i due presunti colpevoli?

    Ecco i risultati di tale mentalità...

    http://www.avvenire.it/Commenti/Mostri+per...17233170000.htm

    «Mostri» per troppa fretta. Giustizia vera, non ostile

    Non sono stati loro. I due romeni catturati a tempo di record per l’infame stupro della Caffarella, i due mostri che un’opinione pubblica sgomenta e furibonda avrebbe voluto sepolti a vita in una galera, e per alcuni persino consegnati per qualche attimo alla vendetta sommaria del ' dateli a noi' piuttosto che protetti dalle sbarre, non hanno commesso lo stupro. Il Dna repertato sulla vittima non appartiene a loro, il Dna è una prova che vale certezza scientifica, il Dna li scagiona.

    E adesso l’emozione si rovescia, dunque, se appena immaginiamo che cosa sarebbe stato di Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz appena pochi decenni fa, quando il test del Dna non esisteva. Cosa sarebbe stato, in presenza di un riconoscimento da parte della vittima, e di una ' piena confessione' da parte del ragazzo ventenne, zeppa di particolari; e poi il peso del ' profilo romeno'. Abbiamo un bel contentarci di rifare il percorso degli atti di indagine e annotare che hanno rispettato le regole: denuncia, identikit, visione delle foto segnaletiche, riconoscimento in foto, verifiche, arresto, interrogatorio, confessione videoregistrata, chiamata in correità, arresto, test del Dna. Il rispetto delle regole non dovrebbe mai neanche diventare un problema su cui si possano sollevare dubbi, ci mancherebbe. Ciò che fa problema è un’altra cosa: è che si può diventare mostri in tre giorni con un collage di indizi che finiscono per diventare schiaccianti e partorire certezze quando gli atti processuali di supporto ( riconoscimento, confessione) li cementano, e invece il fatto non era vero. Come se ci fosse una polimorfa endogenesi fra gli elementi di colpa che si evocano a vicenda, che ci vorrebbe Kafka a descrivere. Siamo stati frettolosi. La giustizia ha rimediato. La giustizia è un mestiere umile, un mestiere paziente.

    È il mestiere che conosce le investigazioni febbrili in lotta col tempo, ma che non può avere sul collo il fiato di una opinione pubblica impaziente di avere tra le mani il mostro. E il suo metodo è costantemente quello del dubbio e del riscontro. Anche per il riconoscimento? Sì, anche per il riconoscimento, che può essere fallace. Anche per la confessione? Sì anche per la confessione, che non è affatto la prova regina. Anzi, al punto in cui sono le cose, c’è da chiedersi la ragione per la quale Alexandru ha confessato di aver commesso lui uno stupro che ha lasciato sulla vittima il Dna di un altro. Perché anche a questo bisogna trovare una risposta persuasiva. Il processo non è finito, e fin qui ha dato prova, accanto ai rischi di fallacia che ogni indagine può incontrare, pronta a cambiare direzione, anche di quell’irrinunciabile garantismo che lo deve caratterizzare. Perché la giustizia vuole un cammino diritto, e le prove si cercano per se stesse, per l’approdo alla verità e non selettivamente per rincalzo a giudizi previ.

    Questo significa che la giustizia si muove senza timidezza, ma senza ostilità, senza sperare, vorrei dire, se non la verità. Con la prova del Dna sul piatto della bilancia, mette qualche sconcerto che per togliere ad Alexandru la scarcerazione ordinata dal tribunale del riesame si escogiti l’accusa rovesciata che la sua confessione era falsa. Si è accusato di uno stupro che non ha commesso, e ha accusato anche l’amico. Dunque ancore sbarre? Un uomo accusato e fatto mostro e poi trovato innocente ha ragione di ricevere rimedio e ristoro; e ciò il tribunale ha fatto. Un innocente che si è accusato mostro e non lo era, forse ha sofferto ancora di più. Data la prova Dna, sconcerta che per togliere la scarcerazione si escogiti l’accusa che la confessione era falsa
    Giuseppe Anzani


     
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  2. LesPaul
     
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    Già...
    Racz intanto resta in carcere(non entro nel merito dell'inchiesta sul "biondino" poiché si possono configurare, effettivamente i reati di calunnia e autocalunnia - motivo della sua permanenza in carcere)... ma per quanto riguarda Racz, ricapitoliamo.

    Dunque, in pratica:

    - Gli esami del DNA affermano che i reperti biologici raccolti NON appartengono a lui -------------------> PRESENZA DI PROVE OGGETTIVE ASSOLUTE: SICURAMENTE NON HA COMMESSO LO STUPRO DELLA CAFFARELLA.

    - Una donna dice: "Forse.. mi pare che... potrebbe essere colui che mi ha stuprato ---------------------> TOTALE MANCANZA DI PROVE OGGETTIVE: COMPLETA INCERTEZZA.

    Ebbene, Racz sta in carcere poiché forse (ma dico forse) ASSOMIGLIA a colui che ha violentato una signora. Sperate che nessuna femminista che ha scritto qui venga violentata, poiché se racconta che tutti noi assomigliamo a colui/coloro che l'hanno violentata, dovremo farci portare le arance di sicuro!!
     
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  3. cama-leo
     
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    Mi resta una domanda.
    Ma allora perchè questa confessione carica di particolari?

    Qui qualcosa non mi torna, o qualcuno non non la racconta giusta... :hmm.gif:
     
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  4. LesPaul
     
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    Infatti l'unica spiegazione plausibile è che il biondino stia cercando di proteggere qualcun altro.....
     
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  5. nonmorto
     
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    CITAZIONE (cama-leo @ 13/3/2009, 11:56)
    Mi resta una domanda.
    Ma allora perchè questa confessione carica di particolari?

    Qui qualcosa non mi torna, o qualcuno non non la racconta giusta... :hmm.gif:

    Ad annozero hanno detto che la spiegazione piena di particolari è una invenzione della stampa. Mi pare nella puntata dedicata alla donne.

    In pratica l'altra donna che ha "riconosciuto" lo stupratore non l'aveva riconosciuto affatto, ha solo detto che gli somigliava vagamente vedendolo al tg e quindi ha chiesto un confronto del DNA con il suo stupratore, se l'è inventato la stampa il riconoscimento. Hanno intervistato questa donna ad annozero, l'ha detto la donna stessa dell'invenzione della stampa.

    Il racconto "ricco di particolari" è un'altra invenzione della stampa, la ragazza non ha detto che le avevano detto "ciao bella", ha detto che le avevano detto qualcosa all'inizio ma lei non aveva capito bene, ma poteva anche essere il famoso "ciao bella".


    In pratica una gigantesca invenzione della stampa. Ma quel che è peggio è il risultato secondo me. Ora le persone son convinte che gli innocenti non possono più esser condannati, magari dalla stampa si, ma non dalla legge, che ha strumenti sofisticatissimi.
     
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  6. Guit
     
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    CITAZIONE
    CITAZIONE (nonmorto @ 13/3/2009, 13:48)
    In pratica una gigantesca invenzione della stampa. Ma quel che è peggio è il risultato secondo me. Ora le persone son convinte che gli innocenti non possono più esser condannati, magari dalla stampa si, ma non dalla legge, che ha strumenti sofisticatissimi.

    Aspetta non ho capito. Io trovo giusto che gli innocenti non possano essere condannati ed è giusto che la gente lo pensi.

    Ops, scusa. Adesso ho capito. Intendi dire che ora la gente ha una falsa idea di infallibilità della giustizia, la quale invece continuerà a sbagliare. In effetti è così.

    Il giusto processo nasce proprio per minimizzare gli errori giudiziari e oggi la stampa è dedicata alla sua abolizione. Col suo scandalismo sensazionalismo moralismo. L'informazione di massa oggi è ridotta a fare da apripista ai linciaggi.






    Edited by Guit - 13/3/2009, 17:33
     
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    assiduo

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    A proposito di linciaggio mediatico affrettato e di voglia di trovare un colpevole a tutti i costi, mi viene in mente un'altro esempio: Elvo Zornitta.
    Ricordate che fu dipinto come "Unabomber"?

    Ora ha la reputazione (e non solo quella) rovinata; pover'uomo, vittima di un paese così incivile!
     
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  8. nonmorto
     
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    Ho trovato un link interessante http://en.wikipedia.org/wiki/Innocence_Project

    è un progetto che si occupa di scagionare gli innocenti accusati di gravi crimini con il test del DNA. Hanno liberato 234 persone fino ad ora (negli USA), la maggior parte delle quali sono uomini neri accusati di aver stuprato donne bianche. Magari liberati dopo 30 anni di carcere.

    Ci sono storie di condanne raccapriccianti di cui nessuno ha mai sentito parlare.

    Questa è la loro pagina sulle false confessioni False-Confessions, a quanto pare non sono poi così rare.

    Edited by nonmorto - 13/3/2009, 23:27
     
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  9. nonmorto
     
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    Ma poi è una mi impressione o le ondate mediatiche di stupri finiscono proprio quando linciano quelli sbagliati? Non finì così pure un'altra ondata mediatica? Mi ricordo vagamente di uno straniero che una ragazzina vide semplicemente camminare per strada e lo descrisse nei minimi dettagli, sopratutto la maglietta che era particolare.
     
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  10. LesPaul
     
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    CITAZIONE (nonmorto @ 13/3/2009, 23:36)
    Ma poi è una mi impressione o le ondate mediatiche di stupri finiscono proprio quando linciano quelli sbagliati?

    No.... finiscono quando hanno raggiunto il loro scopo (sfruttare il terrore pubblico per promulgare una legge...)

    Non avviene solo nel campo della violenza sessuale: è una tattica politico-sociale molto nota.
     
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  11. tonireve
     
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    Ovvio.
    Devi creare l' emergenza se vuoi far passare leggi ingiuste ed anticostituzionali.
    In Italia lo si è sempre fatto, grazie anche al senso critico dell' italiano medio, sostanzialmente pari a un cazzo.
    Basterebbe che la gente iniziasse a guardarsi intorno anziché guardare la televisione.
    Qualcuno, devo dire, probabilmente insospettito dal fatto che i conti non tornano, inizia a farlo.
    Ancora troppo pochi.
     
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  12. ilmarmocchio
     
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    x Tonireve : e' come dici. Infati perche' i plitici lottano alla morte per la TV ? Perche' laTV serve per far credere al popolo di essere informato. Invece e' disinformato. Qualche giorno fa, Berlusconi ha ammesso che nel 2008 i crimini violenti, tra cui lo stupro, sono CALATI.
    Ma con la presione dei media, si crea quell'allarme sociale che serve per far passare progetti poco presentabili.
    xLes Paul : la donna di 41anni pare avesse in ealta' avuto un rapporto consenziente con un egiziano. Se trovo l'articolo lo posto


    Domenica 15 marzo 2009
    corriereromano
    12 marzo 2009
    Violenza di Primavalle
    dna scagiona Racs, domani sarà sentito Loyos
    Se l´inchiesta della Caffarella ha conosciuto un calvario, quella di Primavalle non promette nulla di meglio. Con una posta in gioco che, per altro, è cresciuta.

    Perché se non fosse lo stupratore della notte del 21 gennaio in via Andersen, la sua uscita dal carcere non dovrebbe attendere un minuto di più e anche la sua presenza, tre settimane dopo, sulla scena del crimine nel Parco della Caffarella perderebbe, a dispetto delle testimonianze, parte della sua plausibilità.

    Il tribunale del Riesame di Roma, come per lo stupro della Caffarella, si pronuncerà nei prossimi giorni anche sulla presunta violenza sessuale del 21 gennaio scorso avvenuta ai danni di una donna di 41 anni nel quartiere di Primavalle. L’avvocato di Karol Racz che è stato riconosciuto dalla vittima, ha presentato una istanza di scarcerazione per il romeno.

    Il pm Maiorano non ha intanto ancora ricevuto l'esito dell' esame del Dna analizzato dalla Polizia scientifica e repertato da un tampone eseguito sulla donna violentata a Primavalle. Secondo indiscrezioni l'unico profilo genetico trovato dalla scientifica dal dna isolato, appartiene ad un cittadino egiziano con il quale la donna che subì la violenza ebbe un rapporto sessuale consenziente

    Racz, scagionato dal Riesame, dopo il test del dna dall’accusa di aver stuprato la ragazza di 14 anni alla Caffarella, è ancora detenuto nel carcere di Regina Coeli.

    Si svolgerà domani in mattinata nel carcere romano di Regina Coeli, l'interrogatorio di convalida per il fermo di Alexandru Isztoika, il romeno accusato di calunnia, autocalunnia e favoreggiamento dal pm Vincenzo Barba, dopo che il Tribunale del Riesame aveva deciso l'annullamento della misura cautelare in carcere per lo stupro della Caffarella alla luce dei risultati negativo sul Dna.

    Secondo le accuse Loyos, durante la confessione nella quale si accusava dello stupro, "si sarebbe incolpato - come si legge nel provvedimento di fermo - chiamando in causa il connazionale Karol Racz, pur sapendo della propria innocenza e del presunto complice. Ha così aiutato i colpevoli ad eludere le investigazioni e comunque a sottrarsi alle ricerche".
    Il tribunale del Riesame di Roma, come per lo stupro della Caffarella, si pronuncerà nei prossimi giorni anche sulla presunta violenza sessuale del 21 gennaio scorso avvenuta ai danni di una donna di 41 anni nel quartiere di Primavalle. L’avvocato di Karol Racz che è stato riconosciuto dalla vittima, ha presentato una istanza di scarcerazione per il romeno.
    Racz, scagionato dal Riesame, dopo il test del dna dall’accusa di aver stuprato la ragazza di 14 anni alla Caffarella, è ancora detenuto nel carcere di Regina Coeli.




     
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