Tanto per cambiare...

Uccise marito violento, ubriaco a colpi d’ascia, innocente

Aveva ucciso a colpi d’ascia il marito, un uomo spesso ubriaco e violento sia con lei che con i figli e per questo era stata accusata di omicidio volontario aggravato. Ma Angela Nichele, una donna di 44 anni di Vicenza, è stata assolta dal gup in quanto il fatto non costituisce reato. La donna infatti, la sera del 13 marzo del 2008, avrebbe agito per legittima difesa e per proteggere i suoi quattro figli. Ai loro occhi quella sera apparve una scena impressionante: il padre riverso sul letto in un lago di sangue e la madre sotto choc dopo aver sferrato tre fendenti mortali alla testa del consorte. Con l’assoluzione, il gip Barbara Maria Trenti ha disposto anche la revoca degli arresti domiciliari della donna.

Decisivi gli esiti della perizia psichiatrica chiesta dalla difesa: la sera dell’omicidio, quando il marito, Matteo Zanetti, 46 anni, rientrò a casa ebbro d’alcol, Nichele era convinta che l’uomo rappresentasse un pericolo immediato per la propria vita e per quella dei suoi figli. Il fatto era avvenuto a Rossano veneto (Vicenza), il 13 marzo del 2008. Quella sera, dopo l’ennesima lite con il consorte, Angela Nichele aveva aspettato che questi si addormentasse. Era andata nella legnaia, aveva preso l’accetta e tornata in casa aveva colpito con tre fendenti mortali alla testa quell’uomo ‘ubriacone’ con il quale da tempo non andava più d’accordo.

La donna aveva spiegato di aver agito al colmo dell’esasperazione contro il padre dei suoi quattro figli, tre maschi e una ragazza fra i 17 e i 22 anni. Svegliati di soprassalto, i giovani si erano trovati davanti alla tragedia: il padre riverso sul letto in un lago di sangue e la madre sotto shock. Nonostante la disperazione, i figli della coppia si erano divisi i compiti: due erano usciti per andare dai carabinieri a denunciare la madre, gli altri due erano rimasti a casa per stare vicino a lei.

Quando sono arrivati i carabinieri la donna ha subito confessato spiegando la situazione infernale in cui erano costretti a vivere. A scatenare la tragedia non sarebbe stata infatti soltanto l’esasperazione della donna per la dipendenza dall’alcol del marito. Dopo le prime indagini, emerse il quadro di un rapporto familiare particolarmente teso. Secondo le testimonianze dei vicini di casa, l’uomo si ubriacava, picchiava la moglie e maltrattava anche i figli. Angela Nichele era stata accusata di omicidio volontario aggravato. Dopo un anno la sentenza giudiziaria, per molti versi inattesa, che riapre la strada della libertà per la 44enne vicentina. Con l’assoluzione, il gip Barbara Maria Trenti ha disposto anche la revoca degli arresti domiciliari della donna nella casa della madre, a Cittadella.

Minchia! "era convinta che l'uomo rappresentasse un pericolo immediato per la propria vita e per quella dei suoi figli."

Come sarebbe a dire: ???non sussiste???Porca troia!! Vuoi vedere che non l'ha ammazzato sul serio?? Guardate tutti attentamente!!..... Ora "risorge" come lazzaro.....

Certo che con i 2 romeni stanno facendo una bellafigura. Sembra che cercassero uno col codino. Questo e' senza capelli, e il DNA non e' il suo. Pero' deve rimanere dentro. Ma guarda un po'.

"Assolta perchè il fatto non sussiste"

Come sarebbe a dire: ???non sussiste???Porca troia!! Vuoi vedere che non l'ha ammazzato sul serio?? Guardate tutti attentamente!!..... Ora "risorge" come lazzaro.....

Nell'articolo è specificato che è stata assolta perchè il fatto non costituisce reato, non perchè il fatto non sussiste.
Cioè l'atto c'è stato e l'ha commesso lei, ma si è in presenza della cusa di giustificazione.

Non aggiungiamo aberrazioni a quelle già grossolane della sentenza.

Per la cronaca, ogni giorno vengono pestati come bestie in carcere.

W la Magistratura italiana !!!!!