Uomo-oggetto in senso letterale

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    CITAZIONE (silverback @ 3/1/2009, 17:08)
    CITAZIONE (fabriziopiludu @ 3/1/2009, 14:15)
    si è detto che il video è femminista, no? e certe femministe non prendono come esempio il film "l'angelo della vendetta": la donna stuprata che tenta di far sparire il genere maschile?

    Secondo te in Paesi tipo l'Iran potrebbero circolare quei video?
    Io dico di no.

    Non potrebbe girare per via delle nudità non per il femminismo. Almeno credo.
     
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  2. silverback
     
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    CITAZIONE (Giubizza @ 3/1/2009, 17:16)
    Non potrebbe girare per via delle nudità non per il femminismo. Almeno credo.

    Un esempio:
    http://www.corriere.it/esteri/08_dicembre_...44f02aabc.shtml
    Il caso Hollywood nel mirino del regime di Teheran
    L'Iran censura Rourke: «Ci offende»
    «The Wrestler» proibito per la scena di una bandiera oltraggiata sul ring

    GERUSALEMME
    Vade retro Rourke. E all'inferno l'altro attore, Ernest Miller, che fa la parte d'un ciccione chiamato «l'ayatollah». E bruci quella tutina tricolore, i colori dell'Iran, sbattuta sul ring neanche fosse uno straccio. La indossa Miller, e nel peggior modo possibile: il rosso, che è simbolo dei martiri, cucito lì dove si mettono le mutande. E a inguainare la pancia, la scritta «Dio è grande» che sulla bandiera iraniana viene ripetuta 22 volte. «Ma la cosa peggiore è dove sta l'Alef», s'indigna l'agenzia Borna News: la prima lettera dell'alfabeto, le spade e le mezzelune che stilizzano la parola Allah, «l'hanno stampata sopra il fondoschiena del lottatore: una vergogna». Il Piccolo Satana di Hollywood colpisce ancora. E scatena la furia degli ayatollah, quelli veri: The Wrestler, costato sei milioni di dollari, Leone d'oro a Venezia e in corsa per gli Oscar, è «un film antiraniano». Non solo la tuta blasfema: sul ring, Rourke prende anche una bandiera della repubblica islamica, ne spezza l'asta e la getta sugli spettatori.

    La scomunica due giorni fa, quando l'edizione farsi della tv satellitare The Voice of America ha lanciato il trailer con la scena della colpa: Mickey Rourke che sul ring si riscatta e affronta l'ayatollah-Miller, quello coi colori dell'Iran, abbattendolo davanti a un pubblico che incita «Iu-es-ei! Iu-es-ei!». «Propaganda rivoltante», è il giudizio dei giornali governativi, praticamente tutti. La decisione dell'Ershad, il ministero per la Cultura, è presa: la storia del wrestler Randy Robinson, che tanto ricorda il Rocky Balboa di Stallone, in Iran non sarà mai proiettata. C'era da aspettarselo. Sono tre anni che il regime di Ahmadinejad ha intrapreso il jihad contro «la guerra psicologica di Hollywood». L'incipit fu il divieto (ottobre 2005) a tutti i film occidentali che facciano propaganda a «poteri arroganti», danneggino la cultura orientale, promuovano «immoralità, violenza, droga, alcol, materialismo, liberalismo, anarchia e femminismo».

    Poi, ecco le censure: Santuri, che d'occidentale non aveva nulla, ma svelò il dramma dei due milioni di tossicodipendenti iraniani; La lapidazione di Soraya M., storia della condanna a morte di un'adultera; l'olandese Fitna; il Persepolis di Marjane Satrapi, premiato a Cannes, che Teheran ottenne di cancellare dal Film festival di Bangkok... L'estate scorsa, il governo ha negato il visto per l'America a Golshiftezi Farahani, giovane attrice iraniana che ha osato recitare senza velo con Di Caprio in Body of Lies. Per non dire degli attacchi kolossal ad Alexander di Oliver Stone e a 300 di Zach Snyder: il primo, troppo soft sull'imperatore che distrusse le truppe persiane; l'altro, pieno di «pregiudizi razzisti» sulla Persia al tempo delle Termopili.

    In questi giorni, il Festival di Teheran sta dedicando una retrospettiva a Paul Newman: quasi tutti i suoi film più famosi, eccetto Exodus, epopea della nave che portò in Israele gli scampati alla Shoah. «Hollywood è amica dei sionisti», ha titolato un sito iraniano, elencando la candidatura agli Oscar d'un cartoon israeliano sulla guerra nel Libano, la carriera di produttore del fratello di Rahm Emanuel (capogabinetto di Obama) e infine il tour di Ben Stiller a Tel Aviv, per promuovere l'innocente Madagascar 2. Messo alle corde dalla vita, mille volte risorto e altre mille schienato, stavolta l'uppercut tocca a Rourke. L'attore non commenta, ma gli sarebbero stati sconsigliati viaggi nei Paesi islamici. Un costume da wrestling non sono certo i versetti del Corano che Theo Van Gogh, il regista ucciso in Olanda, scrisse sulla schiena nuda di un'attrice. Però una bandiera è una bandiera. E quella iraniana è perfino proibito metterla a mezz'asta. Figurarsi sulle mutande.


    Francesco Battistini
     
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    Beh, a parte il concetto di "lotta tra titani" direi che comunque c'è sempre il fatto che il femminismo è UN problema e non IL problema. Anzi, uno dei tanto e neppure il peggiore direi...
     
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  4. +seghe-streghe
     
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    QUOTE (fabriziopiludu @ 3/1/2009, 14:15)
    si è detto che il video è femminista, no?

    Andrò controcorrente, ma a me quel video non dice nulla. Non c'è nessun giudizio sugli uomini, nessuna pretesa superiorità delle donne (come, ad esempio, nella pubblicità delle patate o delle gomme da masticare). C'è solo un gruppo di modelli seminudi mostrati, presumibilmente, per eccitare le telespettatrici.
    Quindi la trovo una pubblicità tutto sommato neutra rispetto alla QM.
     
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    CITAZIONE (+seghe-streghe @ 14/1/2009, 20:37)
    CITAZIONE (fabriziopiludu @ 3/1/2009, 14:15)
    si è detto che il video è femminista, no?

    Andrò controcorrente, ma a me quel video non dice nulla. Non c'è nessun giudizio sugli uomini, nessuna pretesa superiorità delle donne (come, ad esempio, nella pubblicità delle patate o delle gomme da masticare). C'è solo un gruppo di modelli seminudi mostrati, presumibilmente, per eccitare le telespettatrici.
    Quindi la trovo una pubblicità tutto sommato neutra rispetto alla QM.

    Può anche darsi che sia come dici, ma perché le telespettatrici dovrebbero eccitarsi vedendo una donna che cammina sugli uomini e i telespettatori non dovrebbero vedere una pubblicità analoga con un uomo che cammina sulle donne?
     
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  6. "lamari"
     
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    credo che quel video non sia tanto per le femministe ma per i maschi che amano il sado maso e nello specifico quelli che amano essere dominati e ce ne sono parecchi pare........
     
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    CITAZIONE ("lamari" @ 15/1/2009, 20:02)
    credo che quel video non sia tanto per le femministe ma per i maschi che amano il sado maso e nello specifico quelli che amano essere dominati e ce ne sono parecchi pare........

    Si è vero, purtroppo. Ci sono fin troppi coglion... ehm masochisti in giro.
     
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  8. Milo Riano
     
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    Può essere... sai cosa non capisco? Non capisco perché un uomo in catene deve essere la rappresentazione dei suoi particolari gusti sessuali (saranno pure tanti ma... quanti?) mantre una donna sculacciata (con un battipanni: sto impazzendo per ri-trovarla!) è uno stereotipo maschilista che turba le menti dei giovani... cito a memoria una psicolloga: queste pubblicità umiliano le donne e insegnano ai maschi a non rispettare le coetanee (maschi/donne è un errore voluto!). Troverò anche questa dichiarazione.

    CITAZIONE (Milo Riano @ 9/9/2008, 21:11)
    image

    NOTA: quest' altra pubblicità, invece, è stata censurata dallo I.A.P., con le seguenti motivazioni:

    Il Presidente del Comitato di Controllo, visto il messaggio pubblicitario "Te ne mettiamo a disposizione cinque...", relativo ai condizionatori "Maxa", rilevato su "Oggi" n. 20, data di copertina 14/5/2008, ritiene lo stesso manifestamente contrario agli artt. 1, 5 e 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il messaggio si caratterizza per l'immagine di cinque ragazze riprese di spalle, sedute al bancone di un bar. L'headline recita: "Te ne mettiamo a disposizione cinque..." e la body-copy esplicita: "5 anni di garanzia. Affidabili si nasce! Maxa è l'unica azienda in Europa che garantisce i propri climatizzatori per 5 anni".
    Ad avviso dell'organo di controllo, il collegamento fra l'immagine e la headline non lascia spazio all'immaginazione sul significato lesivo della dignità della persona, e della donna in particolare. Il pubblico è indotto a un'univoca decodifica che implica, nel doppio senso su cui si fonda, la sostituibilità tra i cinque anni di garanzia offerti e le cinque donne raffigurate, e "messe a disposizione". La figura femminile pertanto, strumentalizzata a fini commerciali, si ritrova ad essere ridotta a mero oggetto di desiderio, rendendo il messaggio in contrasto con l'art. 10 del CA, secondo cui "la comunicazione commerciale deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni".
    Infine, nel comunicare una garanzia maggiore rispetto a quella obbligatoria per legge il messaggio, omette, in contrasto con il disposto dell'art. 5 del CA, di fornire indicazioni sulle modalità della garanzia offerta, ovvero di riportarne perlomeno una sintetica, purché significativa indicazione, accompagnata dal rinvio a fonti di informazione scritta disponibili presso il punto vendita o unite al prodotto.

    Questione di prospettive...
     
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  9. Tex6969
     
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    Bene Milo, visto che per la prima di gennaio non è stato proposto nulla o quasi (la mia idea sulle differenti pene tra stupro e calunnia per falsa accusa di stupro non ha avuto consensi..), perchè non chiediamo delucidazioni allo I.A.P. ?

    http://www.iap.it/

    Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - Via Larga 15 - 20122 Milano
    Tel. 02.58304941 - Fax 02.58303717
    e-mail: [email protected]
     
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  10. +seghe-streghe
     
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    QUOTE (Giubizza @ 15/1/2009, 12:29)
    Può anche darsi che sia come dici, ma perché le telespettatrici dovrebbero eccitarsi vedendo una donna che cammina sugli uomini e i telespettatori non dovrebbero vedere una pubblicità analoga con un uomo che cammina sulle donne?

    Capisco quello che vuoi dire: a parti invertite le misandriche si metterebbero a strillare a più non posso. E sbaglierebbero. Ma tanto quelle non fanno testo (per ragionare, intendo... purtroppo nella società contano eccome): sono sicuro che si saranno lamentate anche che in QUESTA pubblicità la donna è vista come oggetto.

    QUOTE ("lamari" @ 15/1/2009, 20:02)
    credo che quel video non sia tanto per le femministe ma per i maschi che amano il sado maso

    Non credo, dato che è la pubblicità di una marca di abbigliamento femminile.

    QUOTE (Milo Riano @ 15/1/2009, 21:02)
    Può essere... sai cosa non capisco? Non capisco perché un uomo in catene deve essere la rappresentazione dei suoi particolari gusti sessuali (saranno pure tanti ma... quanti?) mantre una donna sculacciata (con un battipanni: sto impazzendo per ri-trovarla!) è uno stereotipo maschilista che turba le menti dei giovani...

    Infatti io lascerei entrambe le pubblicità. Non ho niente contro gli uomini-oggetto o le donne-oggetto. Sono le pubblicità offensive che non sopporto.
     
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  11. Milo Riano
     
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    CITAZIONE (+seghe-streghe @ 15/1/2009, 22:55)
    Infatti io lascerei entrambe le pubblicità. Non ho niente contro gli uomini-oggetto o le donne-oggetto. Sono le pubblicità offensive che non sopporto.

    Anch'io. ^_^
     
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55 replies since 8/9/2008, 13:43   967 views
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