SULL'IMPOSSIBILITA' DI RISOLVERE LA QM

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  1. Esitante
     
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    [QUOTE=bartali,12/8/2008, 21:36]
    QUOTE (Esitante @ 12/8/2008, 18:47)
    Qui, però, sorge la domanda: chi potrebbe togliere dalla mente dell'Homo sapiens sapiens che il sesso è tutto?

    La verità? E' mia opinione che la visione "il sesso è tutto" sia un paravento che nasconde altro.
    Spesso si parla di sesso indicando qualcosa che è polimorfo, dipendente da tanti fattori dentro il quale si riversa l'animo umano.

    [QUOTE]
    La mia risposta, qui, va nell'ambito delle convinzioni intime, nel campo della fede, non restando in quello meramente scientifico (che da solo non potrebbe risolvere il problema). La "mia" risposta è Dio. La società senza Dio ha prodotto il pansessualismo, che ha prodotto la selezione dei maschi attraverso lo strumento detto sesso, che ha prodotto la QM. La disumanizzazione dunque, l'uscita dell'uomo da se stesso.
    QUOTE
    Ok, ma è facile cadere nella trappola di mettere in contrapposizione il sesso con Dio (lasci sesso, prendi Dio) strada abbastanza battuta. Il sesso come entità psichica ha espanso il suo spazio come mero riempiente di vuoti lasciati dai cambiamenti introdotti dalla modernizzazione. Tale espansione è davvero il "male"? Siamo sicuro che se non ci fosse stata questa espansione, a parità di situazione, le cose non sarebbero andate peggio?

    Il punto a cui vorrei arrivare con questo discorso è togliere l'alone della rinuncia ad un ridimensionamento dell'importanza della sessualità (spinta sicuramente anche da qualche insigne scienziato come Freud che fece del sesso il centro dei suoi studi con le conseguenze che adesso lamentiamo) e nel riconoscere l'aspetto patogeno del sessuocentrismo spesso alimentato da arbitrari paragoni con il regno animale. Non è difficile prevedere una regressione che ci avvicini al regno animale se ad esso ci si ispira per svelare i segreti dell'animo umano.

    Tutta la discussione sui maschi-alpha, beta, gamma, omega ha un effetto certo e potente e cioè quello di spingere gli uomini alla ricerca del senso della vita nel sesso spinti dalla sofferenza provocata da una simile deprimente visione. Chiederei a chi promuove queste teorie cosa ci guadagna a conservare il suo patrimonio genetico nel tempo, mischiato, peraltro, ad altri patrimoni genetici. Da cosa dovrebbe nascere la spinta verso la procreazione attraverso simili pensieri.
    E' l'invidia la pulsione fondamentale che dovrebbe alimentare questo meccanismo? Invidia pura, di qualcosa che si crede già esser senza valore, per definizione.

    Riguardo alla questione della Croce penso che si sia impropriamente utilizzato questo simbolo sacro per indicare qualcosa che con la Croce ha poco a che fare. Gesù non "abbracciò" la sua croce, gliela misero sulle spalle a forza grazie anche alla collaborazione di un traditore. Lui si rifugiò lontano dalle città per non essere crocifisso, non andò certo a costituirsi per "abbracciare la sua Croce". L'uso improprio di questo simbolo è stato uno strumento deviante, secondo me.

    Non ho voluto mettere in contrapposizione l'esercizio ordinato della sessualità con Dio, perchè la prima è un Suo dono. Una Sua grazia, anche.

    Credimi, da una lettura serena del Vangelo si può evincere che il Signore non è mai fuggito dalla Sua Passione. Nell'orto del Getsemani ha recitato la preghiera in cui Egli chiede al Padre che sia allontanato il calice della sofferenza, se possibile, ma chiede anche che, tuttavia, sia fatta la Sua volontà.
    Per non dire che Gesù stesso ha invitato chi Lo ama a prendere la Sua croce e seguirLo (Vangelo di Luca).
    La Croce di Gesù non è un simbolo, proprio perchè, per il cristiano, Gesù non era solo un uomo comune, un modello, una bravissima persona, no: era ed è Dio stesso, per cui la Sua sofferenza, reale, vivente, presa su di Se' liberamente per amore, è quella che ha redento il mondo. Il Signore è morto su una Croce reale, non simbolica, dunque, cui è stato inchiodato e da cui ha versato il Sangue. Per poi risorgere, vincendo la morte.

    Edited by Esitante - 12/8/2008, 23:58
     
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  2. bartali
     
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    CITAZIONE (Esitante @ 12/8/2008, 21:54)
    Credimi, da una lettura serena del Vangelo si può evincere che il Signore non è mai fuggito dalla Sua Passione. Nell'orto del Getsemani ha recitato la preghiera in cui Egli chiede al Padre che sia allontanato il calice della sofferenza, se possibile, ma chiede anche che, tuttavia, sia fatta la Sua volontà.

    Si, ma la sua volontà era che gli uomini facessero ciò che volevano, non che lui finisse sulla croce. Attenzione.
    Altrimenti sarebbe come se Dio si crocifiggesse da solo, visione che ha alimentato certe correnti masochiste a sfondo cristiano.
     
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  3. Esitante
     
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    CITAZIONE (bartali @ 12/8/2008, 22:05)
    CITAZIONE (Esitante @ 12/8/2008, 21:54)
    Credimi, da una lettura serena del Vangelo si può evincere che il Signore non è mai fuggito dalla Sua Passione. Nell'orto del Getsemani ha recitato la preghiera in cui Egli chiede al Padre che sia allontanato il calice della sofferenza, se possibile, ma chiede anche che, tuttavia, sia fatta la Sua volontà.

    Si, ma la sua volontà era che gli uomini facessero ciò che volevano, non che lui finisse sulla croce. Attenzione.
    Altrimenti sarebbe come se Dio si crocifiggesse da solo, visione che ha alimentato certe correnti masochiste a sfondo cristiano.

    Certo, il Padre NON VOLEVA che le cose andassero come sono andate, di certo non ha desiderato quell'esito orribile. Ha permesso però che quelle cose accadessero, per produrre un bene più grande del male incalcolabile rappresentato dalla morte atroce di Suo Figlio: la Redenzione, la riconciliazione tra l'uomo e Dio, dunque dell'uomo con la propria identità e vocazione. Gli uomini hanno voluto questo, Bartali: decretare la propria estrema chiusura all'amore, rifiutandolo e crocifiggendolo, ancora un volta dicendo di no ad esso, ancora una volta seguendo la menzogna. E Dio ha preso su di sé anche questo estremo rifiuto, come estremo dono, anche delle Sue piaghe sanguinanti.
    Il Signore Gesù non ha cercato la propria morte, l'ha accettata per amore del Padre, dell'uomo, sentendone tutta la paura, l'indicibile dolore, l'abiezione, l'abisso della solitudine. Ma con l'estremo abbandono al Padre. Con sovrana libertà, la libertà di amare al punto di dare la propria Vita pur essendo il Signore della storia, dei cieli e della terra. Pensarci fa rabbrividire, scalda il cuore all'infinito. Senza aprirsi a Dio, a questo mistero della Sua follia di amore per l'uomo, non si può neanche concepire, direi.
    Il masochismo è lontano dal cristianesimo per questo: nel primo il dolore è cercato per sé, come fine, come compensazione di noia, inadeguatezze, vuoto. Gesù accetta il dolore, non desiderandolo e sentendone tutto il peso schiacciante, per un altro fine, per la Sua stessa identità: l'Amore, l'Amore infinito offerto agli uomini. Che sia io a parlare di ciò è uno scandalo quasi intollerabile, ma lo scrivo perchè sono il primo ad averne bisogno, ora e sempre.
    Ciao.

    Edited by Esitante - 13/8/2008, 10:15
     
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  4. bartali
     
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    CITAZIONE (Esitante @ 13/8/2008, 00:14)
    Il masochismo è lontano dal cristianesimo per questo: nel primo il dolore è cercato per sé, come fine, come compensazione di noia, inadeguatezze, vuoto.

    Il punto è che spesso tutto ciò è stato utilizzato per rammollire gli individui, così come fanno oggi i psicologi delle masse. Alcune interpretazioni del cristianesimo sono state utilizzate a questo fine e penso sia il principale motivo per cui la gente si è progressivamente allontanata dal cristianesimo, perlomeno quello ufficiale.

    Mi sovviene una discussione fatta in un ambiente cattolico sul trattamento che viene riservato agli uomini riguardo al divorzio. Dopo aver esposto ampiamente la situazione un tizio, all'apparenza molto preparato, rispose che l'uomo doveva prendere la sua croce: Una risposta per me intollerabile. Rassegnazione e rinuncia c'erano in queste parole e la totale assenza di comprensione per non dire totale strafottenza. Se questo fosse il reale cristianesimo, quello della rinuncia e dell'autocommiserazione o dell'autolesionismo allora io non sono affatto cristiano.

    Per dar un'idea dell'applicabilità assurda di questa risposta faccio un esempio.

    Un uomo batte alla porta di un cristiano, sta morendo di freddo e di fame.
    Il cristiano gli risponde <<eh, ma prendi la tua croce e sorridi, il regno di Dio è vicino>>.
    Straordinario, vero?
     
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  5. Esitante
     
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    CITAZIONE (bartali @ 13/8/2008, 10:21)
    CITAZIONE (Esitante @ 13/8/2008, 00:14)
    Il masochismo è lontano dal cristianesimo per questo: nel primo il dolore è cercato per sé, come fine, come compensazione di noia, inadeguatezze, vuoto.

    Il punto è che spesso tutto ciò è stato utilizzato per rammollire gli individui, così come fanno oggi i psicologi delle masse. Alcune interpretazioni del cristianesimo sono state utilizzate a questo fine e penso sia il principale motivo per cui la gente si è progressivamente allontanata dal cristianesimo, perlomeno quello ufficiale.

    Mi sovviene una discussione fatta in un ambiente cattolico sul trattamento che viene riservato agli uomini riguardo al divorzio. Dopo aver esposto ampiamente la situazione un tizio, all'apparenza molto preparato, rispose che l'uomo doveva prendere la sua croce: Una risposta per me intollerabile. Rassegnazione e rinuncia c'erano in queste parole e la totale assenza di comprensione per non dire totale strafottenza. Se questo fosse il reale cristianesimo, quello della rinuncia e dell'autocommiserazione o dell'autolesionismo allora io non sono affatto cristiano.

    Per dar un'idea dell'applicabilità assurda di questa risposta faccio un esempio.

    Un uomo batte alla porta di un cristiano, sta morendo di freddo e di fame.
    Il cristiano gli risponde <<eh, ma prendi la tua croce e sorridi, il regno di Dio è vicino>>.
    Straordinario, vero?

    Bartali,
    ti dico cosa ho appreso leggendo il Catechismo della Chiesa Cattolica, ascoltando diverse catechesi, confrontandomi con un mio amico sacerdote e con dei fedeli laici, nelle indicazioni datemi in confessionale.

    Le interpretazioni del cristianesimo possono essere tante quanto gli individui su questo pianeta, ma questo finchè si resta nello stadio-soglia di considerarlo una dottrina, una religione, un insieme di regole. Se il cristianesimo viene invece visto come un evento, l'esperienza di un incontro con un Dio vivente, allora si inizia a far parlare Lui, e ogni nostra parola diviene la Sua. Ogni nostro pensiero il Suo. Dunque, per sapere se un "ambiente" in cui ti imbatti è realmente "cattolico", non considerare la presenza di simboli di partito o di riviste culturali in esso: guarda se lì dentro si ama, in Cristo, con Cristo e per Cristo, in comunione col Santo Padre. Allora può essere un "ambiente cattolico" anche lo sguardo di una persona.

    So bene quel che si dice sulla Chiesa, in varie salse. Qui tu mi dici del rischio di essere rinunciatari in virtù di alcune affermazioni fatte da cristiani (cosa che ho ben presente e condivido anche io pienamente).
    Guarda, intanto qualsiasi cosa gli uomini possano fare, resta vero che la Chiesa è casta meretrix: casta perchè rivestita dello Spirito di Cristo, di cui è il Corpo mistico; meretrix per le fallibilità e le miserie dei singoli uomini. Se qualcuno dunque si allontana dalla Chiesa in virtù dei comportamenti di suoi singoli esponenti, significa che non si era mai avvicinato realmente, ovvero per amore del Signore Gesù, ma per l'attrattiva di uomini che sono e restano peccatori, chi più, chi meno. Se io amo Gesù non smetto di andare in Chiesa perchè il sacerdote è antipatico. Infatti non ci vado per lui.

    Amare, Bartali, non è mai un'autocommiserazione e una rinuncia. Non so quale sia stato il tono e l'intento di chi ha parlato dell'importanza di prendere la propria croce, anzi mi dici che quella persona nel dirlo ha mostrato poca solidarietà per la sofferenza dei divorziati, e me ne dispiace. Ha perso una buona occasione per amare, mostrare amore. Se ha voluto liquidare la loro situazione magari facendo intendere che "se la sono andata a cercare", tanto peggio. Ma se quella persona ha voluto dire che anche nella difficile, dolorosa situazione di un divorziato il Signore dà la forza e la grazia di amarLo, seguendo quel che Egli ci dice sul matrimonio e sulla sua funzione, allora non ha detto nulla di sbagliato. La Croce senza Gesù (e senza la Sua tenerezza, Misericordia, vicinanza) non va bene, hai davvero ragione. Sulla validità della frase inversa, credo e spero tu sia altrettanto d'accordo.

    Rispetto alla tua domanda finale, ti sembra che il Signore Gesù, nel Vangelo, abbia mai risparmiato guarigioni e moltiplicazioni di pani a chi era malato e affamato e Lo ha pregato con fede? Lui è venuto per amare e guarire tutti. Ma la fede cristiana non è miracolismo. Gesù e chi Lo segue non credono che la cosa principale sia risolvere i problemi concreti degli uomini E BASTA: credono che sia fondamentale innanzitutto amare, e dunque donare l'esperienza liberante dell'amore, e per questo prodigarsi anche per risolvere i problemi concreti degli uomini. Se io amo il malato o il povero non lo amo perché lo curo e lo vesto: lo curo e lo vesto perchè lo amo. L'amore precede tutto, ho sentito dire recentemente in un rito esequiale da un bravo sacerdote. L'amore di Dio non è ideologia redistributiva, che inizia con l'azione per far seguire la gioia e il compiacimento. E' gratuità che si rivolge a chi magari non ha nulla da darci di concreto, in virtù della quale egli è già ai nostri occhi immagine di Dio, da aiutare e servire dunque, in virtù di tale riconoscimento.
    Per questo, se amo qualcuno, auspico che egli orienti la propria vita verso il Sommo Bene, che è Dio, a cui è necessario subordinare tutto, anche il proprio benessere fisico (che è bello e fonte di gioia come Suo dono, ma che proprio per questo ci può essere chiesto), e certo opero materialmente in suo favore, nell'ambito delle mie possibilità. A questo proposito, per ricordare che Gesù vuole guarirci anche fisicamente e provvedere alle nostre esigenze concrete senza però consentirci di farne un idolo, voglio ricordare la guarigione del paralitico descritta nel Vangelo di Marco (guarda la sequenza delle due guarigioni, prima quella dell'anima e poi quella del corpo), ciao:

    [..]Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Erano là seduti alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono rimessi i peccati”, o dire: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – àlzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

    Edited by Esitante - 13/8/2008, 14:53
     
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  6. Purusha
     
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    Bartali, se dovessimo inoltrarci in un'esegesi del 'prendere la propria croce', credo che potremmo riempire tre forum!
    Tu ('tu' generico, bada bene) non puoi arrestarti alla superficie dell'espressione letterale, se vuoi guadagnare una comprensione più profonda. Certo, nel suo dettato più immediato la frase può facilmente prestarsi ai più arbitrari equivoci.
    Di sicuro non vi si può scorgere un invito passivo alla sofferenza: se questo significato ha finito per radicarsi e prevalere nel comune sentire ciò dipende certamente da uno scadimento dell'intelligenza e da un'accostamento eccessivamente sentimentalizzato ai testi rivelati.

    Senza addentrarmi in piani di significato più elevati, dimmi, chi può pensare realmente di scaricare il peso della propria croce? Anzitutto, sul piano dell'esistenza umana, la croce è la resultante del combinarsi di tre fattori: la Provvidenza, il destino e la volontà individuale.
    La croce è tutto ciò che ti accadrà nella vita: sia in quanto sarai tu a produrlo, sia per effetto di circostanze esterne. Gioie e dolori, successi e fallimenti. La croce è la vita stessa. La croce sei tu stesso: poniti dinanzi ad uno specchio, distendi le tue braccia e dimmi, cosa vedi? Eloquenza del simbolo che si fa carne (giacché l'uomo, come tutto il creato, è un simbolo vivente che reca traccia del suo Autore trascendente).
    Io non ci vedo nulla di passivo in questa frase. Tutto il contrario. Visto che nessuno può comunque evitare lo svolgimento del proprio destino (è semplicemente impossibile), è in quell'imperativo 'prendi' che si deve riconoscere un'esortazione ad assumere in modo attivo e responsabile il fardello dell'esistenza: farsi tetragoni ai colpi della sorte (sto parafrasando padre Dante), agire nella piena responsabilità delle proprie azioni e rimanere comunque sereni laddove le proprie forze si scontrano con limiti e ostacoli spesso insormontabili.
    Perché se quest'ultimo caso non fosse vero, tanto per fare un esempio, con il semplice esercizio della nostra volontà individuale avremmo di già risolto l'intero carico di dolore e sofferenza di cui la QM è intrisa e da cui trae la sua stessa ragion sufficiente. Non credi?
     
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  7. Alitaki
     
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    CITAZIONE (bartali @ 12/8/2008, 21:36)
    Tutta la discussione sui maschi-alpha, beta, gamma, omega ha un effetto certo e potente e cioè quello di spingere gli uomini alla ricerca del senso della vita nel sesso spinti dalla sofferenza provocata da una simile deprimente visione. Chiederei a chi promuove queste teorie cosa ci guadagna a conservare il suo patrimonio genetico nel tempo, mischiato, peraltro, ad altri patrimoni genetici. Da cosa dovrebbe nascere la spinta verso la procreazione attraverso simili pensieri.

    Vorrei aggiungere qualcosa per chiarire che il riferimento al maschio-alpha non è un qualcosa che rimanda ad un'"animalità" fumosa, che si perde nella notte dei tempi, ma è uno stigma recente ed attuale col quale non solo SIAMO NATI ma, molto probabilmente, c'erano già nati i nostri padri: il concetto si fonde perfettamente in quello - efficacemente delineato qui sopra - di idolum. Natura e Cultura si fondono perfettamente (nel decretare il declino del Maschio Occidentale).

    Io vivo in una cittadina del Nord che è la 4a in Italia per tasso d'immigrazione; lavoro nel settore Case Popolari: sono immerso ogni giorno in uno scontro fra culture, assisto ogni giorno all'annichilazione morale di UU che arrivano da culture in cui rivestivano l'idolum e che qui scoprono improvvisamente di essere agli ultimi gradini della scala sociale. Le separazioni fra immigrati stanno esplodendo, fomentate dalle assistenti sociali femministe. La composizione della popolazione residente mostra un tessuto sociale MORENTE (in un contesto economico apparentemente florido, che attira altri immigrati, pronti a finire nel tritacarne): i nuclei composti da adulti e minori sono un'esigua minoranza; tutti gli altri sono mono-genitoriali e di singles. E' lo stesso scenario da post-olocausto che osservava, sgomento, Terzani a New York.

    Le donne albanesi, rumene, arabe che arrivano qui, vedevano nel marito il "capofamiglia" e tributavano loro l'onore che è dovuto a colui che procura il sostentamento. Tutto ciò viene spazzato via dal micidiale cocktail consumismo-femminismo. Lo stile di vita che esse trovano qui le induce (con l'ingenuo e miope consenso dei mariti, desiderosi essi stessi di accedere ad alcuni "giocattoli" che sancirebbero il salto di status) a cercarsi un lavoro: questo è L'INIZIO DELLA FINE.
    Dal preciso momento in cui esse provano l'ebbrezza dell'auto-sostentamento cominciano a diventare insofferenti a quei dettami culturali "di ruolo" che avevano formato l'impalcatura matrimoniale.
    Esse stanno percorrendo la "strada per l'inferno" (lastricata di luccicanti lusinghe) già percorsa dalle nostre nonne. L'idolum l'avevano già smarrito i nostri nonni. NOI siamo nati già con lo stigma.
    Adesso queste donne immigrate - dopo aver sfasciato le loro famiglie - si presentano al mio ufficio (in perfetto "stile monogenitoriale" occidental-femminista) a chiedere la casa popolare e mi espongono gli stessi discorsi denigratori con cui mi circondano le mie colleghe 50enni:
    "A che servite voi uomini? che ci state a fare al mondo? noi possiamo fare tutto ciò che fate voi: produrre un reddito, guidare un SUV gigantesco, fare turismo sessuale, essere atletiche; ed IN PIU' [colpo di grazia] FACCIAMO E CRESCIAMO I FIGLI".
    State pensando al paracadute del sesso coniugale? Scordatevelo. Per loro non costituisce alcuna attrattiva: infatti godono sì e no il 10% delle volte. D'altronde è previsto così dalla Natura: non serve l'orgasmo per concepire. Esse hanno bisogno di tutta una serie di "complicazioni rituali" che per noi sono solo un grande stress che annulla il nostro sfogo. Un'amica 42enne mi mostrava orgogliosa il suo vibratore: "lui non mi delude mai".
    Il tutto era cominciato con l'ingresso delle prime operaie nelle filande alimentate a vapore; poi aveva subìto un'impennata nell'America degli anni '50, con l'esplosione dei servizi bancari, assicurativi, immobiliari, sanitari: tutto lavoro colonizzato al femminile.
    Lo stigma ce lo portavamo dietro da almeno due generazioni prima di nascere: perfino i nostri padri sono stati pateticamente sopportati.
     
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  8. Purusha
     
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    Sì Alitaki,

    l'analisi della definizione storia del profilo del maschio-alpha da te tracciata la trovo assolutamente corretta.
    Secondo me questo profilo ha le sue radici remote nella costituenda società urbana borghese e capitalista di prima industrializzazione, diciamo dalla metà del Settecento. Il processo subisce un'accelerazione rapida nel corso della Belle Epoque - dalla fine del XIX secolo fino all'inizio del primo conflitto mondiale. Ma il decorso si fa vertiginoso e irreversibile a partire dal secondo dopoguerra, con l'esplosione della società dei consumi che ridisegna drasticamente (e in modo definitivamente perverso, con la copertura retorica di una presunta democrazia) equilibri e mappe sociali. E' in questo complesso di cambiamenti inauditi che le società occidentali scardinano definitivamente gli assetti tradizionali e che le donne diventano la cellula impazzita e cancerogena che ormai conosciamo e che, quel che è più grave, è stata collocata sull'altare di una consacrazione mistica (una mistica diabolica e luciferina, ovviamente: e dunque dissacrazione del tradizionale ordine millenario di qualsiasi società normale storicamente nota).

    Ma sono stati gli uomini a cedere e infiacchirsi, provocando il crollo della diga. Non dimentichiamo che il pesce comincia sempre a puzzare dalla testa.

    Edited by Purusha - 13/8/2008, 14:28
     
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  9. Sandokan1317
     
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    Nel leggere il tuo post , mi riferisco ad Alitaki, non riesco a trattenere un profondo moto di rabbia verso quelle che affermano questo :

    CITAZIONE
    "A che servite voi uomini? che ci state a fare al mondo? noi possiamo fare tutto ciò che fate voi: produrre un reddito, guidare un SUV gigantesco, fare turismo sessuale, essere atletiche; ed IN PIU' [colpo di grazia] FACCIAMO E CRESCIAMO I FIGLI".
    State pensando al paracadute del sesso coniugale? Scordatevelo. Per loro non costituisce alcuna attrattiva: infatti godono sì e no il 10% delle volte. D'altronde è previsto così dalla Natura: non serve l'orgasmo per concepire. Esse hanno bisogno di tutta una serie di "complicazioni rituali" che per noi sono solo un grande stress che annulla il nostro sfogo. Un'amica 42enne mi mostrava orgogliosa il suo vibratore: "lui non mi delude mai".

    A questo esemplare di donna , ricorderei costantemente che quasi tutto quello che ha in mano o che usa è frutto di un uomo, anche il vibratore . Purtroppo, c'è gente che ancora si ostina ad accoppiarsi con simili scarti umani femministi pregni di invidia e di desiderio di soldi. Non so come tu faccia a restare calmo in determinate situazioni, conoscendomi non potrei tollerare più di tanto simili improperi verso la categoria cui appartengo. Sempre che tu sia calmo . Sia chiaro non è un'offesa verso di te , è giusto uno sfogo e un tentativo di capire la tua reazione a determinate frasi.

     
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  10. Purusha
     
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    (Aspettando la risposta di Ali...)

    Ma vedi caro San, purtroppo dinanzi a certi frangenti occorre quasi misurare le parole, se mai ti si riscaldassero (e a ragione) gli spiriti della dignità (perduta).
    Non dimenticare MAI che le nostre istituzioni SOCIALI, POLITICHE E GIUDIZIARIE esultano dinanzi a simili pronunciamenti delle donne.
    Siamo arrivati all'assurdo. L'obnubilamento da overdose di minchiate in salsa di libertà, emancipazione, progresso, conduce a dare totale carta bianca a queste baldracche fuori di ogni controllo e della grazia divina, e a imbavagliare le bocche degli uomini.

    Noi uomini COSCIENTI siamo ostaggi di altri pochi uomini schiavi della fica: di quella fica di prima scelta (solo dal punto di vista esteriore della mercanzia, s'intende) che possono procurarsi prezzolatamente, a costo del sangue e dell'onore dei maschi di un'intera nazione.
    Il prossimo che venisse a cianciarmi ancora di 'patriottismo' (ah, santa etimologia latina pugnalata al cuore!) della destra italiana oggi al potere, lo spazzo via in malo modo. Questi sarebbero conservatori? Come no: ma solo dei loro luridi privilegi socio-economici, puah!
    Sono solo un pugno di vili e volgari traditori. Non ce n'è per nessuno!
     
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  11. Esitante
     
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    Come fase forse intermedia di questo dibattito, vorrei porvi due domande:
    1) ritenete che l'umanità viva oggi problemi e tendenze distruttrici altrettanto gravi quanto la QM? Se sì, quali? La violenza e la voglia di prevalere sul prossimo? Il razzismo di vario genere? Le guerre? La fame in Africa? L'effetto serra?
    2) Quale è secondo voi il rapporto tra QM e tali problemi? Si può dire che la risoluzione della QM sarebbe sufficiente per realizzare dei progressi anche rispetto agli altri temi? O sarebbe quanto meno necessaria? O ritenete invece che la QM sia del tutto autonoma rispetto alle altre componenti di un "generale miglioramento dell'umanità"?
    Credo siano quesiti importanti per approcciare la QM, e forse ancor prima per analizzarne la portata.

    Ripeto, sotto gli occhi di tutti (almeno i miei) è la catena di conseguenze:
    allontanamento da Dio-pansessualismo-strumentalizzazione del sesso-QM
    ma anche: allontanamento da Dio-materialismo ed edonismo-lotta per le risorse economiche-violenza.
    Direi che forse QM e altri problemi sono legati dalla comune radice dell'ateismo pratico, come fiori di uno stesso albero decadente. Ma forse c'è qualche correlazione anche più diretta fra essi. Che ne dite?
     
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  12. bartali
     
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    CITAZIONE (Sandokan1317 @ 13/8/2008, 14:25)
    A questo esemplare di donna , ricorderei costantemente che quasi tutto quello che ha in mano o che usa è frutto di un uomo, anche il vibratore .

    A questo esemplare di donna io chiederei a cosa dovrebbe servire una come lei ad un uomo? Penso che ognuno sia in grado di rompersi i coglioni da solo, magari usando la classica bottiglia, non serve una mano femminile per quello.

    E' l'assunto di base che è sbagliato, l'idea che l'uomo debba in qualche modo servirle mentre una minorata mentale così non dovrebbe chieder nulla oltre che servire e fare silenzio. Non è una questione sessista ma di cervello.
     
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  13. Purusha
     
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    Ci credo che il vibratore non la delude mai: col desiderio femminile a tasso quasi zero, il gelido aggeggio può sempre stare chiuso in un cassetto senza avanzare 'pretese'.
    Io queste femmine inutili e minchioni le deporterei in massa su di un'isola sperduta, con scorte industriali di vibratori. Almeno non romperanno più le balle con i loro pseudo-pensieri insulsi e sconnessi.
     
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  14. Alitaki
     
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    C'è un rovescio della medaglia, un tallone d'Achille che ESSE tendono a sottacere: ha a che fare sia con la cellulare-mania che col vibratore; ma si manifesta drammaticamente - come aveva notato Tiziano Terzani - solo in età matura: è la dipendenza relazionale.
    Nelle enciclopedie etologiche che leggevo da ragazzo c'era sempre, accanto alla descrizione dell'individuo maschio: "conduce vita solitaria..." (contrapposto alla vita gregaria delle femmine).
    E la stessa cosa la sto leggendo, a 40 anni di distanza, in "Uguali mai" di Steven E. Rhoads; pare dipenda dal testosterone.
    Beninteso: una buona parte di questo bisogno può essere soddisfatto dalla compagnia di altre donne. Per tutti noi diventa sempre più quotidiana l'osservazione delle allegre brigate di sole donne che, sedute alle distese dei bar, riempiono di risate argentine le serate estive.
    Ma con l'avanzare dell'età l'insopportazione verso l'ipocrisia delle proprie consimili raggiunge (velenosi) livelli di guardia. E poi c'è quell'altra maledizione femminina da appagare: il potere dell'accudimento, la compulsazione, l'ammaestramento, l'addomesticamento (ricordate il can-can di qualche anno fa intorno a quello pseudo-fenomeno letterario [iper-pompato] di "Donne che amano troppo"? tutte vi si riconoscevano, tutte vi s'immedesimavano; perché, al di là dell'aspetto patologico, centrava un aspetto irrinuciabile del femminino: l'avere qualcuno da educare, da redimere... Tutta roba che non funziona assolutamente con un'altra consimile).
    Le 50enni di Central Park osservate da Terzani camminavano malinconiche e solitarie, fumando nervosamente e lanciando, di quando in quando, richiami al cagnolino cui avevano affibbiato il nome di un uomo.
    Le femministe italiane degli anni '80-'90 avevano coniato (fra i tanti) uno slogan beffardo: "vi abbiamo insegnato a comportarvi da essere umani a letto" (cioè: vi abbiamo ammaestrati ad eseguire una serie di rituali assolutamente scassapalle per voi e contrari alla vostra natura; ma che hanno molto a che fare con quel bisogno di "stare in relazione" che caratterizza il sesso lesbico).
    Dietro allo slogan auto-suggestivo "lui non mi delude mai" si nasconde (e neanche tanto) questa malinconica verità: il bisogno insoddisfatto di relazione (sia pure sotto la forma - patologicamente-ma-fisiologicamente femminile - della "fidelizzazione", attraverso l'accudimento, dell'altro: il prolungamento di un'interminabile maternità. E' ciò che da anni ci fa ripetere, nelle pagine di questo forum: per loro il sesso non è FINE - come per noi - ma MEZZO. Il vibratore, invece - pur svolgendo un "lavoro" ossessivo ed instancabile su certe zone erogene che Madre Natura ha posto a chilometrica distanza dal ricettacolo copulatorio - è un mezzo che lascia senza fine: è come un frustrante coito interrotto (per dirla in termini in maschili). Molte 40enni-50enni scambierebbero volentieri quell'implacabile stimolazione dei nervi clitoridei con un lungo e caldo abbraccio post-coito.
    Sembrerà strano, ma - una vollta esaurita tutta la furia della maternità (sindrome del nido vuoto) - sono le 45enni a telefonare ai 50enni (ma si ricevono insistenti telefonate anche da ardenti 65enni); ci si ritrovano anche i biglietti nella casetta della posta, messi lì dalla separata del piano di sopra.
    Magra consolazione, certo: del tutto irrilevante, poi, se raccontata a dei 30enni.
    Peccato per loro (per le 45enni) che i lunghi anni di "auto-gestione" (io sono mia; c'ho tutto: bei figli, discreto stipendio, la jeep, il vibratore d'inverno, il mamba caraibico d'estate; e vado pure in palestra) lascino sui loro visi induriti una sorta di "stigma dell'autosufficienza" che agisce - con effetto repellente - sul Profondo Maschile...
     
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  15. bartali
     
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    Potrei metterci la mano sul fuoco che una così si trucchi e si vesta come una prostituta a corto di clienti per dimostrare "quanto non ha bisogno degli uomini", ahahaha. La donna, la donna, la donna.
     
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68 replies since 8/8/2008, 20:12   1556 views
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