Importante articolo sul sito antifeminist italiano

invito a leggerlo tutti

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  1. Guit
     
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    CITAZIONE (animus @ 12/11/2007, 18:01)
    Chiedo cortesemente agli admin la cancellazione di questo messaggio di Dinofly.

    No, davvero ragazzi, dopo anni che sto sul campo non posso leggere ancora cose del genere.....

    Quoto. Non ce la faccio nemmeno io.



     
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  2. animus
     
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    CITAZIONE (Guit @ 12/11/2007, 18:02)
    CITAZIONE (animus @ 12/11/2007, 18:01)
    Chiedo cortesemente agli admin la cancellazione di questo messaggio di Dinofly.

    No, davvero ragazzi, dopo anni che sto sul campo non posso leggere ancora cose del genere.....

    Quoto. Non ce la faccio nemmeno io.

    :D
     
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  3. animus
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 13:46)
    Dal punto di vista psicologico le differenze a livello genetico si riducono a zero

    Pensa, e' ormai persino provato scientificamente che il cervello femminile e maschile sono assolutamente diversi.

    E tu dici che anche con cervelli diversi, le differenze psicologico/genetiche sarebbero zero?

    Ma bravo!
     
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  4. Guit
     
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    CITAZIONE (animus @ 12/11/2007, 18:29)
    Pensa, e' ormai persino provato scientificamente che il cervello femminile e maschile sono assolutamente diversi.

    E tu dici che anche con cervelli diversi, le differenze psicologico/genetiche sarebbero zero?

    La scienza ha nulla a che fare coi loro deliri.

    La politica invece ... Il quarto potere è come un autodromo dove loro possono scegliere di correre nel verso giusto o contro mano.

    L'importante è che tutti, vedendoli correre, dicano: "Vedi come corrono bene". Senza curarsi della direzione.

    Oggi serve promuovere la pilotessa e insegnare ai piloti che lei è altrettanto capace?
    Allora i cervelli sono uguali.

    Domani serve giustificare la quasi totale femminilizzazione dei medici o della scuola?
    Allora i cervelli sono diversi.

    Dopodomani serve parlare di parità di salario?
    Allora i cervelli sono uguali.

    Fra tre giorni si parlerà dell'apporto femminile in politica ... E saranno di nuovo diversi.





     
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  5. Dinofly
     
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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 12/11/2007, 15:57)
    Ma si, c'è solo un cromosoma y di differenza.
    Peccato che poi a livello fisiologico, quel cromosoma crei una trasformazione radicale, tanto che se un extraterrestre dovesse scendere sulla terra e trovarsi di fronte un uomo e una donna dubiterebbe addirittura che si tratti della stessa specie.

    Ma per piacere. Le differenze sono eguali come in ogni altra specie e riguardano principalmente il lato sessuale, tant'è che uomo e donna sono in grado di svolgere le mansioni dell'uno e dell'altro.

    CITAZIONE
    Si, buonanotte.
    Allora secondo te, se una femmina la si fa crescere come un maschio, si comporterà da maschio, e viceversa, giusto?
    Lo sai che esperimenti del genere sono stati fatti? lo sai che hanno dato esiti negativi e deleteri? in qualche caso mortali?

    E' proprio vero che la propaganda femminista è riuscita a indottrinare la quasi totalità della popolazione, tanto che la maggior parte di essi manco se ne accorgono.

    Finchè il femminismo difende i privilegi è un problema, se il femminismo chiedesse un uguaglianza totale e davvero paritaria sarebbe solo un movimento condivisibile.
    Esperimenti del genere sono stati fatti in modo MOLTO limitato e, per quanto la discussione sia in realtà in acceso dibattito (in realtà non si sa neppure se il comportamento sia influenzato o meno dalla gentica) la maggior parte della comunità scientifica condivide l'idea che uomo e donna, e gli individui i ngenerale siano plasmati dall'ambiente e non abbiano caratteristiche comportamentali genetiche.

    CITAZIONE (Guit @ 12/11/2007, 16:39)
    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 13:46)
    Le differenze fisiologiche sono minime.
    A parte le ovvie differenze nei ruoli della procreazione, le differenze possono essere ampiamente compensate dalle caratteristiche individuali.
    [esempio: in media le donne sono il 10-20% meno prestanti fisicamente di un uomo, ma è una media, una donna allenata sicuramente avrà risultati sportivi migliori di un uomo non allenato.]
    Dal punto di vista psicologico le differenze a livello genetico si riducono a zero.
    Le differenze nella psicologia sono determinate unicamente dall'ambiente, le donne risultano in media meno efficaci nell'uomo nel lavoro e nelle attitudini pratiche UNICAMENTE perchè la società chiede molto meno e pone meno difficoltà nella vita ad una donna, tanto da svilupparne meno le capacità.

    Ennesima dimostrazione di pseudoscienza femminista?

    Ennesimo tentativo di ridurre la nostra denuncia a irrilevanza?

    Ennesimo salto da essenzialismo a culturalismo e viceversa, sulla base della convenienza del momento?

    Quando serve confutare l'uomo, si tira fuori la cultura, la natura, la parità, senza nessuna coerenza. Solo per dire qualcosa contro.

    Che roba è questa?



    "A parte le ovvie differenze nei ruoli della procreazione, le differenze possono essere ampiamente compensate dalle caratteristiche individuali."

    Sono sicuro che saresti pronto a dire "la vita la danno le donne". Plagiando le coscienze zerbine sulla logosostituzione "procreazione" "gestazione".

    Questa non è parità.

    La parola parità usata così è un plagio, un inganno, una vigliaccata.

    Questo forum è pateticamente permeato dalla paranoia del femminismo dilagante.
    Un po 'come quelli che vedono il comunismo dappertutto.
    Io sostengo la parità completa assoluta in ogni manifestazione sociale e non i privilegi che il femminismo ha garantito alle donne.

    Le mie consocenze pseudoscientifiche, come vi paice definirle, derivano da studi di sociologia, ma lasciamo perdere.
     
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  6. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    Ma per piacere. Le differenze sono eguali come in ogni altra specie e riguardano principalmente il lato sessuale, tant'è che uomo e donna sono in grado di svolgere le mansioni dell'uno e dell'altro.

    Infatti è risaputo che gli uomini possono partorire ed allattare i neonati dalle loro tette e le donne sono in grado di fare le minatrici, le pompiere, le poliziotte e tutto il resto.

    CITAZIONE
    Finchè il femminismo difende i privilegi è un problema, se il femminismo chiedesse un uguaglianza totale e davvero paritaria sarebbe solo un movimento condivisibile.

    Ma parità rispetto a cosa?!? :wacko:
    CITAZIONE
    Esperimenti del genere sono stati fatti in modo MOLTO limitato e, per quanto la discussione sia in realtà in acceso dibattito (in realtà non si sa neppure se il comportamento sia influenzato o meno dalla gentica) la maggior parte della comunità scientifica condivide l'idea che uomo e donna, e gli individui i ngenerale siano plasmati dall'ambiente e non abbiano caratteristiche comportamentali genetiche.

    Può essere unm po' noioso per chi queste cose le conosce già e le ha lette 10000000000000000000 volte, però, se è necessario le riscriveremo 100000000000000000000000000000000000 di volte.
    http://www.forumfree.net/?t=780616

    Le capacità intellettive che le persone sviluppano durante la vita dipendono indubbiamente da molteplici fattori. E' indiscutibile che, oltre che dall'ambiente, l'intelligenza dipenda anche dal patrimonio ereditario.
    Si conoscono diversi geni indispensabili per un normale sviluppo intellettivo. Se questi geni vengono danneggiati nell'ovulo fecondato, si corre il pericolo che il bambino, crescendo, soffra di ritardi mentali o che abbia un'intelligenza limitata.

    All'Università di Ulm hanno analizzato dati genetici provenienti dallo Human Genome Project, confermando precedenti supposizioni: geni di questo tipo sembrano localizzati preferibilmente nel cromosoma X,quello del sesso femminile. Se si fa un confronto con gli altri cromosomi, si scopre che su quello X ricorrono con una frequenza quattro volte superiore. E di essi la femmina ne possiede di norma due esemplari; il maschio uno.

    Da oltre cent'anni si osserva che le malattie mentali colpiscono più facilmente i maschi: dato che le femmine hanno un cromosoma X in più, compensano i difetti genetici dell'uno con la parte intatta dell'altro.
    Si possono considerare questi geni del cromosoma X come "geni dell'intelligenza" che rendono la mente più ricettiva?

    Un favorevole collocamento di questi geni sull'unico cromosoma X dell'uomo dovrebbe avere come conseguenza un'intelligenza particolarmente brillante; per ottenere lo stesso risultato una donna invece dovrebbe avere una supercombinazione su entrambi i cromosomi X, cosa più difficile.
    Inoltre ci dovrebbero essere non solo più maschi malati di mente ma anche più con intelligenza superiore alla media.

    Di fatto i valori di QI nella popolazione femminile si trovano vicini al valor medio nella gaussiana, mentre nei maschi si notano più ampie oscillazioni dei valori di QI.
    La presenza di una funzione cerebrale estremamente marcata è caratteristica della specie umana.
    Dall'accumulo di "geni intelligenti" nel cromosoma X, un genetista evolutivo giunge facilmente alla conclusione che essi devono aver avuto un ruolo particolare nell'evoluzione della specie.

    Le caratteristiche tipiche di una specie si sviluppano in un tempo relativamente breve.
    Nei pesci ciò può avvenire in poche generazioni.
    Negli esseri umani si contano sette milioni di anni dalla separazione della linea degli scimpanzé.
    Le caratteristiche delle specie devono essere selezionate velocemente e questo è possibile tramite i geni che vengono fissati sul cromosoma X.

    Il cambiamento di questi geni nell'individuo maschile può essere visibile e dunque selezionabile, già nella successiva generazione.
    Le ricerche sui processi di selezione che portano allo sviluppo della specie si sono molto intensificate dai tempi di Charles Darwin.
    Per lo sviluppo di una nuova specie, oltre a molti altri fattori, è di particolare importanza la selezione sessuale.

    Le scelte femminili dominano il mondo animale, per semplici motivi: nella riproduzione la femmina investe di più. Paragonando l'elevatissimo numero di spermatozoi del maschio, la femmina produce relativamente poche e preziose cellule uovo.
    Per questa ragione la femmina tende ad accoppiarsi più raramente del maschio, ed è più selettiva.
    Darwin spiegò la presenza di caratteristiche appariscenti - come la coda del pavone o il canto dell'usignolo - proprio con la selezione sessuale.

    A fianco della selezione sessuale c'è la selezione naturale, dove a spuntarla non sono i più belli,ma i più robusti. E queste forme di selezione possono agire, da un certo punto in poi,in direzioni contrastanti.
    Un esempio: la femmina del pavone sceglie tra i pretendenti quello con la coda più imponente; nel corso dell'evoluzione questa coda sarebbe potuta diventare talmente lunga e vistosa da ostacolare la fuga del pavone maschio dai predatori, ma la selezione naturale frena e limita lo sviluppo di queste caratteristiche sessuali.

    Se questa moderazione non ha successo,la specie si estingue.
    Lo sviluppo dell'intelligenza nell'Uomo è qualcosa di molto diverso: in questo caso entrambe le forme di selezione (naturale e sessuale) si rinforzano a vicenda.
    Un uomo con capacità eccellenti non soltanto sarà attraente per molte donne e dunque in grado di concepire più discendenti, ma quegli stessi geni gli forniranno un vantaggio anche nella lotta per la sopravvivenza.

    Anche l'esperienza dei kibbutz israeliani, animati da uno spirito egualitario e dall'obiettivo di "emancipare" le femmine dagli "svantaggi" della maternità, hanno dimostrato in maniera incontestabile la diversità esistente fra i due sessi.
    Nei kibbutz l'accesso alle professioni era aperto a tutti indiscriminatamente,le femmine erano educate a non porre eccessiva cura nell'aspetto esteriore e invece di crescere in nuclei familiari tradizionali i bambini erano allevati in speciali comunità per l'infanzia.
    In modo affine ai Kinderladen tedeschi, anche nei kibbutz l'educazione era strettamente unisex e mirava a estirpare gli stereotipi maschio-femmina.
    Tra il 1956 e il 1958 l'antropologo americano Melford E.Spiro dedicò un'ampia ricerca alle conseguenze dell'educazione innovativa applicata ai kibbutz israeliani.
    E fu il primo a sorprendersi scoprendo che i piccoli istraeliani sviluppavano le classiche preferenze per giochi maschili e femminili.
    A dispetto di tutti gli sforzi degli educatori, particolarmente spiccata era la preferenza delle bambine per giochi mamma-bebè.
    L'antropologo andò oltre: tornò a controllare i soggetti del suo studio dopo un intervallo di vent'anni.
    Le bambine dei kibbutz, ora adulte, erano diventate donne "emancipate", tenaci nel perseguire gli stessi obiettivi professionali dei colleghi uomini?
    Avevano sviluppato gli stessi interessi professionali dei maschi della loro generazione?
    Al contrario.
    Spiro constatò una specie di controtendenza: la maggior parte delle femmine cresciute nei kibbutz era tornata coscientemente ai ruoli tradizionali, con l'annessa divisione dei compiti.
    Invece di continuare la lotta per "l'emancipazione" impegnandosi nell'eliminazione di pregiudizi e ingiustizie, queste femmine cresciute all'insegna dell'ideale della parità dei sessi ora chiedevano di dedicarsi ai figli e al focolare domestico, contrapponendo a quell'ideale unisex una scelta di vita ispirata ai ruoli tradizionali.
    Spiro, fino ad allora fautore della tesi sociogenetica dei ruoli sociali, concluse "ipotizzando" l'esistenza di "fattori preculturali determinanti": fattori biologici, dunque, che determinano in modo decisivo le costanti comportamentali di maschi e femmine..

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    #entry11896995
    In bambini e bambine vi è il germe innato della differenza sessuale.
    Ma l'idea che sia la disposizione genetica che spinge a selezionare gli stimoli dell'ambiente secondo il ruolo sessuale, contraddice la tesi molto popolare e in voga non solo fra le femministe,ma anche presso molti e stimati ambienti scientifici, secondo la quale la differenza sessuale è frutto esclusivamente dell'ambiente culturale, il prodotto di una secolare educazione agli stereotipi.
    I dubbi intorno a questa concezione sociogenetica hanno cominciato ad addensarsi in seguito all'esperienza di asili alternativi sorti dopo il '68.
    All'epoca, molte giovani coppie di genitori decisero di rompere con i ruoli sessuali tradizionali impartendo ai figli un'educazione non repressiva e sessualmente neutra.
    L'idea era che le differenze tra maschi e femmine sarebbero andate così via via scomparendo, anzi non sarebbero sorte affatto.
    In Germania, tra le varie iniziative, vi fu l'organizzazione di asili autogestiti da cooperative di genitori, che furono battezzati "Tante-Emma-Laden", le botteghe della zia Emma.
    In questi Kinderladen o botteghe dell'infanzia, si cercò di praticare una cultura della non-violenza e di favorire l'affermarsi di comportamenti solidali e reciproci.
    I promotori dei Kinderladen intendevano soprattutto mettere in discussione i tradizionali ruoli sociali, per cui, per esempio,le bambole erano tabù per le femmine.
    Gli psicologi Horst Nickel e Ulrich Schmidt Denter, all'epoca ricercatori presso l'Università di Dusselfort, ed essi stessi simpatizzanti di un'educazione antiautoritaria, si prefissero di documentare il progetto dei Kinderladen dal punto di vista scientifico.
    Misero quindi a confronto lo sviluppo di circa 400 bambini in età compresa fra i tre e i cinque anni provenienti in parte da scuole tradizionali e in parte da quelle alternative.
    In un primo momento, i rilevamenti sembrarono confermare le aspettative: le attività di gioco nei Kinderladen palesavano una minore tendenza alla conflittualità.
    Ma la ragione era che, in caso di contrasto,le bambine cedevano subito, senza colpo ferire.
    Si scoprì così che le differenze comportamentali erano ancora più pronunciate nei bambini cresciuti nelle antiautoritarie "botteghe di zia Emma", i quali si avvicinavano agli stereotipi sessuali più dei bambini educati tradizionalmente.
    I maschi erano più aggressivi e inclini all'uso della forza e le femmine più paurose e portate a cedere ai maschi in situazioni di esasperata competizione.
    Le femmine imparavano a "difendersi" solo verso i cinque anni.
    La conclusione fu scoraggiante: gli stereotipi che gli studiosi si aspettavano di trovare negli asili tradizionali erano ancora più "ingombranti" nei Kinderladen alternativi.
    Successive ricerche hanno avvalorato i dubbi sulla tesi sociogenetica della differenza sessuale.
    L'educazione agli stereotipi maschio-femmina durante i primi anni di vita non è mai tanto sistematica da spiegare l'insorgere di comportamenti specifici solo attraverso la socializzazione.
    Questo vale in maggior misura per le categorie "autoaffermazione e aggressività", dove le differenze di comportamento vanno ben al di là di quanto possa incidere l'esempio trasmesso quotidianamente dai genitori.
    Con buona pace delle femministe e relativi seguaci maschi.

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    #entry30216579
    Negli ultimi anni si sono andate accumulando prove che il testosterone influenzi non soltanto gli ornamenti e la corporatura, ma anche i cervelli.
    Il testosterone è un composto chimico antico, presente in forma pressoché identica in tutti i vertebrati.
    La sua concentrazione determina l'aggressività in modo così preciso che, negli uccelli con scambio di ruoli sessuali come i falaropi o nei clan a dominanza femminile delle iene, è la femmina ad avere livelli ematici di testosterone più alti.
    Il testosterone mascolinizza l'organismo (in sua assenza il corpo resta di tipo femminile, quali che siano i geni dell'individuo) e mascolinizza anche il cervello.
    Tra gli uccelli, in genere canta solo il maschio.
    Un diamante mandarino che non ha nel sangue un livello sufficiente di testosterone non canta.
    In presenza dell'ormone, la parte del cervello preposta alla produzione del canto cresce e l'uccello comincia a cantare.
    Anche una femmina di diamante mandarino può cantare, purché sia stata esposta al testosterone in una fase precoce della vita e poi da adulta.
    In altre parole, il testosterone prepara il cervello del nidiaceo a reagire di nuovo, più avanti nella vita, al testosterone e quindi a sviluppare la tendenza al canto.
    Se si può parlare di mente per un diamante mandarino, l'ormone è una sostanza che ne altera la mente.
    Lo stesso vale per gli esseri umani.
    In questo caso le testimonianze provengono da una serie di esperimenti, in parte naturali e in parte no.
    La natura ha dotato alcuni soggetti maschili e femminili di dosi alterate di ormoni e negli anni Cinquanta i medici hanno fatto lo stesso iniettando certi tipi di ormoni in alcune pazienti gravide.
    Le donne affette dalla sindrome di Turner nascono senza ovaie e quindi hanno meno testosterone nel sangue di quelle che le hanno (le ovaie producono un po' di testosterone, sebbene non quanto i testicoli).
    Queste donne sono esageratamente femminili nei loro comportamenti, di solito hanno uno spiccato interesse verso i bambini, i vestiti, i lavori domestici e le storie d'amore.
    Gli uomini che da adulti hanno nel sangue meno testosterone rispetto alla norma, gli eunuchi per esempio, si riconoscono per l'aspetto e l'atteggiamento femminile.
    Gli uomini che durante lo stato embrionale sono stati esposti a un livello di testosterone inferiore alla norma, per esempio i figli di diabetiche che durante la gravidanza hanno dovuto assumere ormoni femminili, sono timidi, poco energici ed effemminati.
    Gli uomini con troppo testosterone sono bellicosi.
    Le figlie di donne che negli anni Cinquanta sono state trattate con iniezioni di progesterone (per prevenire un aborto spontaneo) dicono di essere state "maschiacci" da bambine; il progesterone non ha effetti diversi dal testosterone.
    Anche le femmine affette da iperplasia surrenale congenita o sindrome adrenogenitale, sono dei maschiacci: le loro ghiandole surrenali, poste vicino ai reni, anziché produrre cortisolo, come dovrebbero, producono un ormone ad azione simile a quella del testosterone.




    CITAZIONE
    Questo forum è pateticamente permeato dalla paranoia del femminismo dilagante.
    Un po 'come quelli che vedono il comunismo dappertutto.
    Io sostengo la parità completa assoluta in ogni manifestazione sociale e non i privilegi che il femminismo ha garantito alle donne.

    Questa è una cretinata bella e buona e te la potevi risparmiare.
    Sarebbe come dire che in un forum dedicato al calcio, dove tutto il resto è OT, si parla troppo di calcio e che tutte le vicende di attualità le si analizzano dal punto di vista calcistico. Bella forza!

    CITAZIONE
    Le mie consocenze pseudoscientifiche, come vi paice definirle, derivano da studi di sociologia, ma lasciamo perdere.

    Gurda, sono sicuro che tu sia in buona fede, comunque le tue conoscenze di sociologia, più che pseudoscientifiche io le definirei pseudofantascientifiche.

    ...e giusto per aggiungere queste altre notizie per la 100000000000000000000000000000000000000000000ma volta:
    1) Il cervello maschile pesa in media un etto più di quello femminile e possiede (globalmente) circa quattro miliardi di neuroni in più. Tuttavia le femmine hanno una percentuale maggiore di connessioni dendritiche tra una cellula e l'altra, mentre negli uomini è più alta la percentuale dei tessuti destinati a collegare regioni lontane del cervello.

    2) Il corpo calloso è - di norma - più sviluppato nelle femmine, che quindi possono trasferire più velocemente informazioni tra i due emisferi. In generale, negli uomini predomina l'uso dell'emisfero sinistro, mentre nelle donne c'è più "equilibrio" o una predominanza di quello destro.
    Secondo alcuni scienziati, uomini con un corpo calloso pari a quello delle donne sarebbero i musicisti (o meglio, una parte di essi).

    3) Una regione della corteccia, il lobo parietale inferiore, negli uomini è più grande del 5%.
    Quest'area sembra fortemente correlata con le abilità matematiche, le relazioni spaziali e la percezione del tempo e della velocità. Del resto è un dato di fatto che la stragrande maggioranza dei geni matematici appartenga al genere maschile (rapporto di 4 a 1).


    4) Nelle donne due aree dei lobi frontale e parietale collegate al linguaggio hanno un volume maggiore: fino al 23% in più rispetto agli uomini.



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    QUESTIONI DI SESSO E DI GENERE di G.V. Caprara

    Gli psicologi evoluzionisti sembrano esserne convinti: c'è un'irresistibile forza del gene a riprodurre sè stesso. Ne deriva, come ovvia conseguenza, la tendenza del maschio ad inseminare più donne che può. Anche la donna ha il problema di riprodurre i propri geni. Per questo ha bisogno, sempre secondo gli psicologi evoluzionisti. di un partner fedele che la protegga durante la gravidanza e custodisca il più a lungo possibile la sua prole. Questa regressione all'infinito nell'eredità è suggestiva, fondamentalmente conservativa e in quanto tale rassicurante. Ma serve davvero appellarsi all'evoluzione per reclamare il diritto alla diversità quando si parla della personalità di maschi e femmine?

    Libertà vs necessita
    Il presidente Clinton è la delizia degli psicologi evoluzionisti. È infatti la testimonianza esemplare dell'irresistibile forza dei gene a riprodurre se stesso. La prova vivente dell'incontenibile tendenza del maschio a propagare i suoi geni e di conseguenza ad inseminare tutte le donne che può.
    Secondo gli araldi della nuova dottrina è inevitabile che i grandi inseminatori abbiano avuto la meglio nel segnare la storia della specie e che il modo di risolvere i problemi riproduttivi abbia alla fine plasmato la personalità. Non sarebbe perciò sorprendente se l'interesse per il DNA del presidente Clinton andasse ben al di là dell'accanimento un po' crudele col quale si è dibattuto di un contatto sessuale più o meno appropriato.
    Se effettivamente l'inseminazione del maggior numero di femmine è ciò che assegna un vantaggio evolutivo al maschio, si dovrebbe provvedere a rifornire le banche del seme non con quello dei grandi scienziati, come ingenuamente qualcuno ha suggerito in passato, ma con quello dei grandi "scopatori". La saggezza popolare, in fondo, si era già approssimata a quest'idea, quando recitava che «l'uomo porcello è tanto più bello».
    Anche alle donne si è posto lo stesso problema di massimizzare le probabilità di riproduzione dei propri geni, ma la soluzione per loro è stata un'altra. Poiché la gravidanza è lunga e vulnerabile, alle donne è convenuto cercarsi compagni prestanti e fedeli, che prima assicurassero il buon esito del parto e poi evitassero di dissipare energie e risorse a vantaggio della prole altrui. Non so se sia vero quanto hanno riferito i giornali scandalistici ma, se lo fosse, il desiderio della signorina Lewinsky di avere una bambina dal presidente sarebbe del tutto naturale, non meno della gelosia della signora Clinton.
    Gli argomenti degli psicologi evoluzionisti non sono da sottovalutare perché, al di là degli usi strumentali, quello delle differenze di sesso o di genere che essi ripropongono è un terreno su cui le mode teoriche vanno e vengono, ma i pregiudizi resistono, a dispetto delle battaglie e delle affermazioni di principio a favore della parità di dignità, opportunità, responsabilità di uomini e donne.
    La regressione all'infinito nell'eredità è suggestiva, fondamentalmente conservativa e in quanto tale rassicurante. Vale perciò la pena di tentare di fare il punto della situazione, partendo dalle conoscenze che oggi abbiamo a disposizione, per approdare ad alcune lezioni di cautela che possiamo trarre dall'esperienza.
    Maschi e femmine sono biologicamente diversi ed è inevitabile che anatomia e fisiologia influenzino la loro psicologia. La loro differenziazione biologica comincia al concepimento, continua con lo sviluppo del feto e si estende lungo tutto il corso della vita, in accordo con l'influenza decisiva che gli ormoni esercitano nello sviluppo delle strutture e nella regolazione delle funzioni che inequivocabilmente distìnguono gli organismi maschile e femminile.
    Maschi e femmine hanno corpi diversi. Ancora menopausa e gravidanza sembrano essere prerogative femminili. Nelle nostre società le femmine sono generalmente meno vulnerabili alla nascita, anticipano il loro appuntamento con la pubertà, sono generalmente più longeve. Certo, non è solo la biologia a dettare il corso di questi eventi, ma sarebbe incauto sottovalutarne l'importanza, anche in un'epoca in cui la cultura estende pervasivamente la sua azione in ambiti che tradizionalmente erano il dominio della natura. È intuibile che le differenze tra maschi e femmine non possono essere solo fisiche, ma il corpo comunque reclama la sua parte.
    Non è d'altro canto necessario appellarsi all'azione tanto lunga quanto difficilmente definibile dell'evoluzione della specie per reclamare il diritto alla diversità di maschi e femmine quando si affronta il discorso delle loro personalità. Nessuna tra le cause che stanno alla base delle differenze individuali è più ovvia e verosimilmente più pervasiva di quella legata al sesso, anche per tutto ciò che alle differenze sessuali si associa: pressioni sociali, attribuzioni di ruolo, rappresentazioni di sé. Il problema è, piuttosto, che quando dal corpo si passa alla personalità, dalle differenze fisiche a quelle psicologiche, nessuno sa rendere ancora pienamente conto di quelle diversità che tutti hanno la sensazione di intuire.
    Di fatto, la natura lascia un'ampia discrezionalità alla cultura e agli individui stessi nel decidere che cosa fare del patrimonio di potenzialità che essa fornisce. I nessi tra morfologia e fisiologia, da un lato, e caratteristiche di personalità, dall'altro (abbracciando con questo termine il temperamento, il carattere e l'intelligenza), sono molteplici e, in condizioni di normalità, largamente flessibili. Vi sono infiniti modi di assecondare le richieste del proprio corpo e perciò di essere maschi e femmine, e tutti non indifferenti al contesto in cui si vive e alla storia di ciascuno. È stato perciò naturale che molti studiosi abbiano considerato con sempre maggiore attenzione i moventi e i meccanismi sociali che nel corso dello sviluppo orientano maschi e femmine ad adottare modi di pensare, sentire ed agire diversi, in conformità ai differenti ruoli assegnati a uomini e donne nei vari contesti ambientali.
    Sesso e genere sono termini che il discorso scientifico impiega distintamente per riferirsi a differenze individuali che, in un caso, riflettono determinanti biologiche (cromosomi, gonadi, ormoni) e, nell'altro, determinanti psicologiche e sociali. Sempre più spesso si tratta di differenze sessuali quando ci si riferisce a proprietà e caratteristiche fisiche, mentre si tratta di differenze di genere quando ci si riferisce a proprietà e caratteristiche psicologiche. Si inquadrano dunque nell'ambito del discorso sulle differenze di genere gli sviluppi di quelle discussioni che in passato hanno affrontato il problema delle "differenze sessuali" nel caso dell'intelligenza e delle varie abilità cognitive, dei tratti di personalità e degli atteggiamenti sociali, della diversa vulnerabilità di maschi e femmine a varie forme di disadattamento sociale. Quello delle differenze tra maschi e femmine è un discorso che, nel corso degli anni, ha continuato a restare al centro dell'attenzione degli studiosi e ad accumulare straordinarie quantità di dati. È un discorso che ha oscillato tra opposte posizioni, acclamando indifferentemente il diritto alla diversità e alla similarità. È un discorso che ha però anche avuto il merito di denunciare tutta una varietà di false credenze, più o meno mascherate scientificamente, sulle ipotetiche inferiorità o superiorità dell'uno o dell'altro genere.
    Ma è un discorso che tuttora può sembrare lontano, come prima accennavo, dal rendere ragione di ciò che tutti sembrano intuire. Quanto ci viene accordato dai test di intelligenza e di personalità, dagli esperimenti di laboratorio, dalle frequenze e dalle correlazioni dei vari indicatori di vulnerabilità può infatti apparire contradditorio.
    Da un lato, l'assenza di sostanziali diversità in capacità e disposizioni attesta le pari potenzialità di maschi e femmine. Molteplici meta-analisi hanno sgombrato il campo dai vecchi pregiudizi sulla minore intelligenza delle femmine, sofisticati esperimenti hanno confermato la pari accessibilità di maschi e femmine ad una molteplicità di comportamenti e ruoli sociali che tradizionalmente erano ritenuti prerogativa degli uni o delle altre, mascolinità e femminilità si sono rivelati tratti di personalità il cui unico fondamento è culturale e ideologico. Dall'altro lato, sono stereotipi che ancora vengono avvalorati empiricamente quelli del maschio "più energico e aggressivo" e quello della femmina "più remissiva e sensibile". Ma vi sono notevoli differenze da contesto a contesto, resta discutibile l'esistenza di fasi specifiche di tipizzazione sessuale e ancor più problematica risulta l'esistenza di modalità universali.
    Le statistiche criminologiche attestano la maggiore propensione dei maschi alle condotte antisociali, come d'altro canto gli studi epidemiologici confermano la maggiore vulnerabilità delle femmine alla depressione. Ma anche in questi casi vi sono considerevoli differenze relative al modo in cui gli stessi fenomeni si palesano, vengono riconosciuti e trattati, all'interno dei diversi contesti sociali e culturali, nei maschi e nelle femmine.
    Per la maggior parte delle differenze tra maschi e femmine il peso della natura sembra assai meno decisivo di quello della cultura. Per non scomodare la biologia può bastare un minimo d'intelligenza sociale: è sufficiente guardarsi attorno, nella scuola, nei posti di lavoro, oppure accendere quella straordinaria macchina di significati, mode e prescrizioni sociali che è la televisione. Anche limitandoci al contesto culturale che ci è più familiare, sono evidenti i diversi trattamenti ricevuti da maschi e femmine, le differenti rappresentazioni sociali del maschile e del femminile, i differenti percorsi professionali che si raccomandano e si rendono più facilmente accessibili.
    Verosimilmente, l'intreccio di relazioni di cui maschi e femmine vengono a far parte, le aspettative che gli uni e le altre suscitano e debbono assecondare, i ruoli che trovano e possono negoziare, segnano la strada che dalle potenzialità porta alle capacità, fanno da sostegno alle concezioni di sé e significativamente improntano il corso che uomini e donne possono imprimere alla loro vita.
    Come per altri temi, anche per quanto riguarda le differenze tra maschi e femmine il pendolo della discussione non ha cessato di oscillare tra natura e cultura appellandosi indifferentemente all'una e all'altra. Gli anni Settanta si sono conclusi sotto il segno dell'androginia con la quale si reclamava per entrambi i sessi il diritto a condividere quanto in passato era stato loro differentemente precluso e riservato. Si reclamavano per uomini e donne qualità che tradizionalmente erano state privilegio degli uni (l'assertività) o delle altre (la tenerezza), al servizio della loro piena realizzazione nella sfera degli affetti e del successo. Negli anni Ottanta il movimento femminista, opportunamente, ha posto in guardia verso un'omologazione tra maschi e femmine che poteva finire col penalizzare entrambi.
    Negli anni Novanta la psicologia evoluzionista ha riaffermato con nuovo vigore la diversità tra maschi e femmine, traendo i propri argomenti dalla riflessione sull'evoluzione della specie. Maschi e femmine sono diversi, affermano gli psicologi evoluzionisti, perché i problemi che hanno dovuto affrontare per la loro sopravvivenza e per la riproduzione della specie sono stati diversi. I maschi hanno mirato ad inseminare il maggior numero di femmine e hanno coltivato le arti della guerra per avere e preservare l'accesso alla maggior quantità e varietà di risorse, tra cui ovviamente le donne. Queste, al contrario, in ragione dei limiti naturali posti all'estensione della loro figliolanza, dalla lunga gravidanza e dalla sterilità che sopravviene coll'avanzare dell'età, hanno mirato a catturare e preservare uomini ricchi e prestanti, che fossero in grado di assicurare il sostentamento e la crescita dei loro figli.
    Dai diversi problemi che maschi e femmine hanno dovuto risolvere, sempre secondo gli psicologi evoluzionisti, sono derivate differenti strategie di adattamento alla realtà, che la selezione naturale ha poi ben radicato in differenze biologiche. Non sarebbe perciò la cultura, ma la natura, a rendere gli uomini più assertivi e aggressivi, più infedeli e più sensibili al fàscino della bellezza e della giovinezza. Sarebbe d'altro canto la natura a rendere le donne maggiormente inclini alla tutela e più portate ad apprezzare soprattutto la solidità finanziaria dei maschi. Sarebbe ancora la natura a rendere ragione delle diverse espressioni della gelosia in maschi e femmine. Mentre gli uomini sarebbero soprattutto disturbati dall'idea di dover mantenere i figli degli altri, le donne sarebbero soprattutto preoccupate che le risorse dei loro compagni vengano distratte a favore di figliolanze altrui, a danno delle proprie.
    Si tratta, tutto sommato, di argomentazioni non nuove. Argomentazioni che, per molti aspetti, sembrano riportarci indietro al tempo degli istinti e ad un'interpretazione ingenua dell'evoluzione e dei suoi meccanismi. Ma stupiscono il clamore che esse suscitano in larga parte della comunità scientifica ed il favore che incontrano nel grande pubblico, soprattutto negli Stati Uniti.
    Sembra però improbabile che i criteri secondo cui ha operato la selezione della specie nel corso di migliaia di anni possano essere decifrati secondo un ragionamento ed un calcolo di utilità che può valere, o esser valso, in situazioni contingenti e che, inequivocabilmente, pare influenzato dalle categorie conoscitive e dalle esperienze della nostra cultura.
    Mentre vi sono culture che solo in epoca recente hanno compreso pienamente i meccanismi attraverso cui opera la procreazione, la tecnologia (le analisi del DNA) si fa garante oggi della paternità tradizionalmente ritenuta incerta. Ma non vi sono dubbi che, ancora una volta, può essere più rassicurante appellarsi ai disegni della natura.
    A lungo si è vantata la superiorità del maschio sulla femmina, con vari argomenti, non raramente mascherati scientificamente. Poi si è reclamata l'uguaglianza. Infine, si è acclamata la diversità nella parità di diritti ed opportunità, confidando nelle illimitate potenzialità di maschi e femmine. Gli psicologi sono stati complici dì tutto questo: quando hanno accreditato la minore dotazione intellettuale delle donne, quando hanno cercato nella natura le cause di differenze che stavano invece nella cultura, quando infine hanno smascherato gli errori dei loro predecessori indicando, nelle interazioni di natura e cultura e nelle proprietà autonome di ciascuna persona di partecipare al proprio destino, i luoghi dove indagare per cogliere i meccanismi del divenire e del sentirsi femmina e maschio.
    Per il passato è verosimile la tesi di quanti, come la Eagly (1987), hanno sostenuto la diversa propensione di femmine e maschi rispettivamente a preservare le relazioni ("communion") e a perseguire le realizzazioni ("agency") in corrispondenza a determinate condizioni di vita, forme di organizzazione del lavoro e pratiche di socializzazione che indirizzavano nell'una o nell'altra direzione. Il futuro forse aiuterà a chiarire quel che c'è di vero nelle tesi dì quanti, come la Chodorow (1978), sostengono la maggiore propensione al maternage e perciò agli affetti delle donne sulla base della loro prolungata identificazione con la madre.
    Certo è che le cose sono destinate a cambiare rapidamente in concomitanza del massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro e del graduale riequilibrio tra componente maschile e femminile nelle diverse professioni e nelle varie posizioni di responsabilità.
    Sarebbe tuttavia riduttivo ritenere che tutto dipenda soltanto dalla cultura e dal sociale. Anche nelle condizioni più avverse del passato vi sono state donne che con successo hanno sfidato le barriere sociali del loro tempo. Anche in culture convintamente maschiliste vi sono stati uomini che sono stati capaci di amare teneramente, di coltivare i propri affetti e di fornire modelli di accudimento esemplari. Evidentemente, natura e cultura impongono importanti condizioni, ma non bastano ad esaurire ciò che ognuno può trarre dalla propria condizione di maschio o di femmina.
    Le due metà del cielo sono ugualmente attrezzate a rendere conto della notte e del giorno. Verosimilmente, nessun altro ambito di indagine sembra più promettente di quello delle differenze tra maschi e femmine per capire come natura e cultura operano sottilmente e di concerto nel determinare ciò che è unico di ciascuna individualità. Forse nessun altro settore di ricerca sembra più illuminante per capire quali sono i gradi di libertà che a ciascuno sono accordati nel farsi artefice del proprio destino.

    Riferimenti bibliografici
    Bandura A., Bussey K. (1999), Social cognitive theory of gender development, «Psychological review», in stampa.
    Bonnes M. (1988), Mascolinità e femminilità. In G. V. Caprara (a cura di), Personalità e rappresentazione sociale, 190-217, Roma, La Nuova Italia Scientifica.
    Buss D. M. (1995), Psychological sex differences: Origins through sexual selection, «American Psychologist», 50, 164-168.

    Chodorow N. (1978), The reproduction of mothering: Psycho-analysis and the sociology of gender, Berkeley, University of
    California Press. Eagly A. (1987), Sex differences in social behavior. A social role
    interpretation, Hillsdale, n. j., Erbaum. Gilligan C. (1982), In a different voice, Cambridge, Harvard University Press.
    Gould S. J. (1987), An urchin in the storm, New York, Norton.
    Lips H. (1988), Sex and Gender, Mountain View, ca., Mayfiles Publishing Compagny.

    Gian Vittorio Caprara è Ordinario di Psicologia della personalità alla Facoltà di Psicologia dell'Università «La Sapienza» di Roma. È stato Presidente dell'European Association of Personality Psychology, membro del Council of International Society of Research on Aggression e dell'Academia Europaea Study Group on Youth and Social Change e Visiting Professor of Personality Psychology and Social Psychology in numerose università statunitensi, tra cui Universìty of California, la Stanford University e l'Univeisity of Michigan. È attualmente Direttore del Centro Interuniversitario per la ricerca sulla genesi e sullo sviluppo delle motivazioni prosociali e anasociali.
     
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  7. silverback
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    Ma per piacere. Le differenze sono eguali come in ogni altra specie e riguardano principalmente il lato sessuale, tant'è che uomo e donna sono in grado di svolgere le mansioni dell'uno e dell'altro.


    Esperimenti del genere sono stati fatti in modo MOLTO limitato e, per quanto la discussione sia in realtà in acceso dibattito (in realtà non si sa neppure se il comportamento sia influenzato o meno dalla genetica) la maggior parte della comunità scientifica condivide l'idea che uomo e donna, e gli individui i ngenerale siano plasmati dall'ambiente e non abbiano caratteristiche comportamentali genetiche.

    RICH HARRIS, J.,
    Non è colpa dei genitori, 1999
    .


    BLAFFER HRDY S.,
    Mother Nature. A History
    of Mother, Infants and
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    Pantheon Books,
    New York, 1999.


    GEARY D. C., Male,
    Female: the Evolution of
    Human Sex Differences,
    American Psychological
    Association, 1998.


    FAUSTO-STERLING A.,
    Sexing the body. Gender
    Politics and the Construction
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    Basic Books, 2000.


    HINES M., Brain Gender,
    Oxford University Press, 2003.


    BUSS D. M., The
    Evolution of Desire: The
    strategies of human
    mating
    , Non Basic Stock
    Line, 2003.


    BLUM D., Sex in the
    Brain. The Biological
    Differences between Men
    and Women
    , Viking
    Press, 1997.


    DOMURAT DREGER A.,
    Hermaphrodites and the
    Medical Invention of Sex
    ,
    Harvard University Press, 1998.


    LEHRKE R., Sex Linkage
    of Intelligence. The X-Factor
    ,
    Praeger, Westport, Connecticut,
    1997.
     
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  8. Barnart
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 13:46)
    Dal punto di vista psicologico le differenze a livello genetico si riducono a zero.
    ...
    Le differenze nella psicologia sono determinate unicamente dall'ambiente,
    ...

    Queste sono le affermazioni che veramente offendono. Altro che le sparate di qualche femministucola passata da queste parti.

    Queste sono le vere affermazioni criminogene. Criminogene? Non è una parola grossa?

    Criminogene.

    Perché questa è la menzogna sulla quale si fonda l'ideologia che sta distruggendo gli uomini con la relativa propaganda, la relatica politica, la relativa prassi. La relativa "etica".

    Questa menzogna (vecchia di 200 anni) non ha altro scopo (oggi) che negare alla radice ciò che è maschile e ridicolizzare il racconto che gli uomini fanno di sé, delle loro pulsioni, dei loro bisogni, delle loro passioni.
    Negare che esistano femminilità e maschilità naturali non comporta la cancellazione di entrambe, come si crede. Comporta, invece, prevede e prescrive la femminilizzazione totale.
    La cancellazione della maschilità.

    Le menzogne esistono solo perché sono utili. Basta considerare a cosa serva la negazione della naturalità (della natura) per capire che essa è menzogna allo stato puro.

    Contro di essa non valgono bibliografie per quanto sterminate.

    Questa menzogna è la psico-lebbra del nostro tempo.

    Rino
     
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  9. Guit
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    ...
    Questo forum è pateticamente permeato dalla paranoia del femminismo dilagante.
    Un po 'come quelli che vedono il comunismo dappertutto.
    Io sostengo la parità completa assoluta in ogni manifestazione sociale e non i privilegi che il femminismo ha garantito alle donne.

    Qualche domanda Dinofly.

    Cos'è secondo te il femminismo ?

    Cos'è secondo te la pari dignità riproduttiva?

    Esiste una specificità maschile/femminile e nel caso, sapresti citarmi un carattere peculiare per ogni sesso?

    Che differenza passa tra il diritto alla propria lingua di un popolo o gruppo sociale e il diritto alla espressione della propria sessualità?

    Dire ai curdi che la loro lingua non serve perché basta quella turca, è simile a dire agli uomini che la maschilità non serve perché i sessi non esistono? Sai spiegarmi in astratto, nel momento in cui l'espressione di sessualità la si può considerare linguaggio, qual'è la differenza?

    Se esiste un diritto naturale a una identità, come si concilia ciò con l'affermazione della non identificabilità sessuale?
     
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  10. animus
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 12/11/2007, 15:57)
    Ma si, c'è solo un cromosoma y di differenza.
    Peccato che poi a livello fisiologico, quel cromosoma crei una trasformazione radicale, tanto che se un extraterrestre dovesse scendere sulla terra e trovarsi di fronte un uomo e una donna dubiterebbe addirittura che si tratti della stessa specie.

    Ma per piacere. Le differenze sono eguali come in ogni altra specie e riguardano principalmente il lato sessuale, tant'è che uomo e donna sono in grado di svolgere le mansioni dell'uno e dell'altro.

    Dinofly, guarda che l'affermazione di S.A. , non e' di S.A., ma e' quella di uno dei biologi piu' eminenti che ci siano , di una vera autorita' della biologia.

    Forse Ridley Matt o addirittura Richard Dawkins, ora non ricordo.

    E che te sei semplicemente ignorante, altrimenti certe sparate non potresti farle...

    CITAZIONE
    Le mie consocenze pseudoscientifiche, come vi paice definirle, derivano da studi di sociologia

    Infatti la sociologia, ed i sociologi, andrebbero aboliti, non servono ad un emerito cazzo.

    Sono parassiti che rubano il denaro pubblico, rovinano la societa' e tutto per dire un sacco di minchiate!
     
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  11. Guit
     
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    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    Ma per piacere. Le differenze sono eguali come in ogni altra specie e riguardano principalmente il lato sessuale, tant'è che uomo e donna sono in grado di svolgere le mansioni dell'uno e dell'altro.

    Mi interessa più il parallelo che il tecnicismo: anche l'inglese e il portoghese possono essere strumenti per esprimere lo stesso concetto. Ma l'ONU non si sognerebbe mai di dire ai portoghesi che non devono essere più attaccati alla loro lingua. Che essa non li rappresenta più.

    Con il maschile invece viene fatto precisamente questo.

    In sostanza è un problema di ordine culturale, strettamente legato alla locuzione dignità umana.

    Allora Dinofly, saprai spiegarmi per quale nobile ragione, secondo te, rivendicare un idioma è un diritto e rivendicare un linguaggio maschile una "paranoia".


     
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  12. animus
     
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    CITAZIONE
    Le mie consocenze pseudoscientifiche, come vi paice definirle, derivano da studi di sociologia

    La presunzione di voler progettare societa' ideali senza avere la minima conoscenza nella natura umana, della condizione umana nelle sue due varianti (maschile/femminile), e cioe' quello che poi caratterizza la totalita' della popolazione e che costituisce la vera societa', e non dei modelli astratti su pezzi di carta, porta poi alla realizzazione di società, che nei fatti (e non nella teoria), si sono dimostrate.....

    Non lo so, non riesco a trovare "il termine".
    Qualunque termine usassi, sarebbe un offesa verso il termine di paragone.
    Non se lo merita.



    CITAZIONE (Dinofly @ 12/11/2007, 22:31)
    Le differenze sono eguali (???? 1=7 :huh: ????)...e riguardano principalmente il lato sessuale

    Morris Desmond, L'animale donna



    image



    La donna è protagonista assoluta del nuovo libro di Desmond Morris, il famoso etologo che con i suoi saggi, a partire dal fortunatissimo La scimmia nuda, ha fatto storia per avere inaugurato un modo tutto nuovo di guardare alla specie umana. L’animale donna guida i lettori in un dettagliato tour alla scoperta del corpo femminile che regala molte rivelazioni e curiosità. Unendo sapientemente il rigore dello scienziato, il distacco dell’etologo e un umorismo tipicamente britannico, Morris ottiene una narrazione accattivante, basata sui risultati di studi e ricerche internazionali ma pensata per il grande pubblico. Grazie a un approccio prettamente antropologico, che gli consente di unire il punto di vita scientifico a quello culturale, il libro racconta non solo gli “interessanti tratti biologici che tutte le femmine del mondo condividono”, ma analizza anche come le diverse società e culture abbiano esaltato o represso nel tempo il corpo delle donne. Il risultato è un ritratto a tutto tondo di quello che l’autore definisce “il soggetto più seducente del mondo: l’animale donna”.
    In questo itinerario guidato “dai capelli agli alluci”, ogni capitolo affronta un aspetto biologico diverso: a cosa servono le chiome fluenti? Perché gli occhi, la bocca, le gambe sono fatte così? Quanti tipi di ombelico esistono? Quanti modi di accavallare le gambe conosciamo? Le risposte a queste domande sono spesso sorprendenti, ci svelano aspetti sconosciuti dell’evoluzione ed evidenziano gli stretti legami esistenti tra caratteristiche fisiche e fattori culturali e sociali. L’autore ripercorre il cammino compiuto dalle donne dall’antichità a oggi, rivelando ciò che è cambiato e ciò che è invece rimasto identico e che continua a determinare la vita di tante madri, figlie, compagne dei nostri giorni.
    Da un punto di vista né maschilista né ruffiano, ma scientificamente imparziale, Desmond Morris rivela insospettabili “retroscena” fisiologici sulle sopracciglia, la schiena, il seno, la pancia e molti altri aspetti del corpo della donna, realizzando un trattato originale che catturerà l’interesse e la curiosità delle lettrici, interessate in prima persona dagli argomenti affrontati, e dei lettori desiderosi di conoscere meglio l’universo femminile. “È stato un viaggio di scoperta coinvolgente – confessa nell’introduzione Morris – mi sarebbe davvero piaciuto sapere quando avevo diciotto anni tutto quello che so adesso, dopo avere scritto questo libro, sulla complessità della forma femminile.”

    http://www.internetbookshop.it/code/978880...male-donna.html

    CITAZIONE
    Geneticamente uguali

    Centimetri
    Il corpo di un uomo comprende 28 chili di muscoli, quello di una femmina 15.
    Di conseguenza un maschio è più forte del 30% e del 7% più alto.
    Una donna ha il doppio del grasso di un uomo, curve a parte serve ad essere meglio protetta contro la fame.


    I lobi
    Sono una caratteristica umana, assente nelle scimmie.
    Benché privi di funzione sono legati alla sessualità: i lobi durante l'eccitazione si gonfiano di sangue e diventano ultra sensibili al tatto.


    Capelli
    Le guance morbide, i capelli fini e magari schiariti, i tratti addolciti, la voce più acuta di 150 herz, sono alcune delle caratterisiche infantili che le donne conservano e gli uomini perdono.
    Lo scopo è quello di suscitare un senso di protezione: infatti funziona.
    Su cento donne che si tingono il 90% sceglie di diventare bionda. I capelli, che s'immagina avessero una funzione segnaletica, come una bandiera, per distinguersi dagli altri primati, nelle donne è la parte del più soggetta ad interventi culturali: tinti, lunghi, corti, raccolti, occultati, lasciati sciolti.

    Seno
    Si elencano le sette ragioni per cui le donne hanno il seno (che non sono solo biologiche, ma anche erotiche)
    Le tette infatti hanno una funzione sessuale ed una parentale.
    Sono ghiandole sudoripare che producono un sudore chiamato latte, ma la forma semisferica, che anzi rende difficile la suzione ad un bambino, funge da stimolo prima visivo e poi tattile.

    Labbra
    Per le labbra invece, la storia è lunga: sempre le donne se le sono colorate, anche quando in epoca vittoriana era proibito.
    In molte culture e società le donne si tingono le labbra, per renderle più evidenti.
    Nel Sudan le macchiano di blu, gli Ainu del Giappone le preferiscono tatuate, nel Congo vengono ampliata con dei piattelli d'osso.
    E' il più intimo dei punti del corpo, perché è legato al bacio e questo al nutrimento.

    Occhi autentici e nasi rifatti
    Le ciglia non diventano bianche con l'età, sono 200 su ogni palpebra, e fin dall'antico Egitto sono state rinforzate o segnate con una riga: la pupilla è il punto focale della comunicazione psichica. Tra i primati solo gli uomini piangono e le donne di più: ma è questione di cultura e non di zoologia questa. Morris si preoccupa molto del naso, la cui funzione è incerta, forse proteggeva dalla polvere, forse fungeva da scudo del viso in caso d'urti o collusioni, è spesso nelle donne più sottile. Un naso minuto fa dimostrare quindi meno anni.
     
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  13. Guit
     
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    Grazie ad Animus della santapazienza di confutare la pseudoscienza.

    Citando a parole mie Rino, la pseudoscienza bioegualitaria è in realtà ideologizzazione di ginocentrismo, cioè uniformazione al femminile. Tutt'altro nella sostanza, che una reale, seppure impossibile, affermazione di equivalenza.

    Ma anche trascurando tutto ciò, pensate, resta in piedi la Questione Culturale di cui ho accennato sopra.

    A mio avviso tre ragioni che incastrano i tanti Dinofly del nostro tempo dentro una gabbia.

    Possono parlare solo grazie alla totale assenza di contraddittorio vigente.



     
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  14. +Vargan+
     
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    Riguardo alle questioni genetiche mi sembra che dinofly abbia un po di incertezza.

    Da genetica (Base):

    Il genotipo e determinato ereditariamente.

    Il fenotipo è determinato da fattori genetici ed ambientali.



     
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    Lupus in fabula

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    Dinofly:
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    Questo forum è pateticamente permeato dalla paranoia del femminismo dilagante.
    Un po 'come quelli che vedono il comunismo dappertutto.
    Io sostengo la parità completa assoluta in ogni manifestazione sociale e non i privilegi che il femminismo ha garantito alle donne.

    Le mie consocenze pseudoscientifiche, come vi paice definirle, derivano da studi di sociologia, ma lasciamo perdere.

    Ti dirò: ti ritengo scusato anche se non ti sei preso il disturbo di leggere un pò di più il forum prima di intervenire.
    Ti ritengo scusato perchè spesso non è una colpa ignorare.
    Molto probabilmente è una colpa perseverare nell'errore.
    La tua analisi della questione è molto molto parziale. Sicuramente inesatta.

    Edited by Reduan - 13/11/2007, 21:23
     
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