Il Medioevo non fu maschilista

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Quinzio2
     
    .

    User deleted


    Articolo di oggi su Repubblica in prima pagina dal titolo "Il Medioevo non fu maschilista".
    Non so dove trovarlo per copiarlo.
     
    Top
    .
  2. Milo Riano
     
    .

    User deleted


    17/09/2007

    Il Medioevo non fu maschilista

    di Enrico Franceschini

    Donzelle di tutto il mondo, unitevi, perché la seguente notizia potrebbe farvi sobbalzare: il femminismo non sarebbe nato sulle barricate del 1968, bensì intorno al 1300, ben seicento anni prima. Sembra infatti che le donne del Medio Evo, contrariamente allo stereotipo che le vede schiave del marito, sguattere in cucina, impegnate a tirare su una famiglia tra stenti, miseria e malattie, non se la passassero poi tanto male.
    Vivevano più a lungo degli uomini, talvolta occupavano incarichi di responsabilità, sapevano come difendere i propri diritti, andavano perfino in vacanza tutte insieme, all´insegna di una neonata sorellanza. "Erano molto più autonome, sessualmente libere e independenti di quanto finora abbiamo immaginato", sostiene un nuovo studio condotto in Gran Bretagna. Che la Bbc riassume con un pizzico di ironia: "Il girl power dei secoli bui".
    A parlare di "ragazze al potere" nel Medio Evo è la dottoressa Sue Niebrzydowski, docente di storia alla Bangor University del Galles. Studiando documenti d´archivio, letteratura e canzoni originali, la stimata ricercatrice afferma di avere ricostruito un quadro più preciso della vita della donna media tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo in Europa. Il risultato, secondo lei, è che le donne di quel tempo vissero "un´epoca d´oro", con un´aspettativa di vita media superiore a quella degli uomini, iniziative per difendere i propri diritti, posti di potere come badesse di conventi e monasteri. Facevano perfino l´equivalente dei viaggi "tutto compreso", solo per signore e signorine, in Terra Santa: naturalmente dopo che i cavalieri se ne erano assicurati per un po´ il controllo con una crociata.
    "Nel Medio Evo, le donne erano spesso già vedove a trent´anni e ciò conferiva loro maggiore libertà", dice la dottoressa Niebrzydowski, alla vigilia di un convegno in cui questa settimana presenterà il suo rapporto all´Istituto di Storia Antica e Moderna della Bangor University. Un convegno, vale la pena di sottolinearlo, tutto di donne, a cui parteciperanno alcune delle più illustri docenti universitarie del Regno Unito nel campo dell´archeologia, della storia, della legge e della linguistica.
    Qualche storico (di entrambi i sessi) è scettico, temendo un tentativo di revisionismo, un uso politico della storia per ribaltare convenzioni consolidate. "Quelle donne erano più libere sessualmente", replica l´autrice del rapporto. "Se benestanti, esse potevano entrare sul mercato del matrimonio alle proprie condizioni, che fossero economiche, d´amore o di puro piacere. È vero che molte delle informazioni che abbiamo dedotto dall´arte, dalla letteratura o dagli archivi storici del tempo, si riferiscono in particolare a donne abbienti, di classi medio-alte, ma la nostra ricerca suggerisce che in generale le donne di mezza età del Medio Evo, di qualunque categoria sociale, avevano molto più potere e indipendenza di quanto avessimo finora immaginato. Certo, l´opinione dominante è sempre stata che le donne nel passato avessero scarsa indipendenza economica o potere sociale, e che dovessero dipendere dai padri o dai mariti per la maggior parte delle loro vite. Ma dobbiamo andare cauti con questi giudizi, che possono essere influenzati da concezioni errate sulle donne dei secoli precedenti. Nuovi studi in materia possono riservarci delle sorprese".
    Insomma, revisionismo politico o girl-power dei secoli bui? "Le donne son venute a eccellenza / di ciascun'arte ove hanno posto cura", canta l'Ariosto. Ma l'autore dell'Orlando furioso era un poeta, non uno storico. A loro l'ardua sentenza.

    Fonte
     
    Top
    .
  3. LesPaul
     
    .

    User deleted


    ahi ahi ahi.....
     
    Top
    .
  4. COSMOS1
     
    .

    User deleted


    bah, se lo diciamo noi il silenzio ci seppellisce

    la notizia deve venire da qualche donnicciola x sfondare il cerume di certa gente :D
     
    Top
    .
  5. LesPaul
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (COSMOS1 @ 5/9/2009, 08:33)
    bah, se lo diciamo noi il silenzio ci seppellisce

    la notizia deve venire da qualche donnicciola x sfondare il cerume di certa gente :D

    Verissimo!
    Mi ricordo quella discussione in cui dicevamo che il fatto la donna soffrisse il dominio maschile da tempo immemorabile fosse una delle più grandi bugie della Grande Narrazione Femminista.......
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU

    Group
    Member
    Posts
    5,540
    Location
    Podium Varinum

    Status
    Offline
    questa tesi è anche molto interessante ...secondo me. Si tratta di ricerche sulla possibilità delle donne di trasmettere la cittadinanza o di acquisire la cittadinanza indipendetemente dal matrimonio, e sulla possibilità delle donne di accedere alle corporazioni e ai mestieri.

    http://venus.unive.it/riccdst/sdv/saggi/testi/pdf/sis.pdf


    alcuni stralci:

    CITAZIONE
    La realtà inglese, in epoca tardo medievale, è teoricamente di grande apertura: le donne
    potevano partecipare alle corporazioni insieme agli uomini e, se non esistevano, in
    quest’epoca, corporazioni esclusivamente femminili, le donne erano formalmente escluse
    solo da cinque, su cinquecento, corporazioni. Prendevano parte alla vita associativa,
    avevano il titolo di sisters, ed erano soggette alle stesse norme relative all’apprendistato, ma
    non potevano essere elette alle cariche.24 I diritti delle donne dipendevano dalla loro
    situazione familiare: una donna non sposata, femme sole, poteva acquisire proprietà e
    disporne, contrarre debiti, fare testamento e impegnarsi direttamente in attività
    economiche, tutti diritti che una donna sposata, femme coverte, non aveva, tranne a Londra,
    dove anche le donne sposate disponevano di diritti analoghi e, in particolare, potevano
    iscriversi alle corporazioni e esercitare delle attività economiche indipendenti da quelle del
    marito.25 Le lavoratrici della seta, un’attività in espansione nella Londra del Quattrocento,
    agivano come femme sole, anche nel caso in cui fossero sposate e mantennero fino alla fine
    del secolo il monopolio su tutte le fasi della lavorazione, forse proprio grazie al fatto che
    un’arte della seta non esisteva ancora,

    CITAZIONE
    In Inghilterra, l’accesso all’apprendistato era il primo passo per l’acquisizione della
    cittadinanza, ovvero del titolo di freemen, che era la condizione indispensabile all’esercizio
    di attività economiche in città e dei diritti politici. Non esisteva, in epoca medievale e
    moderna, alcun ostacolo legale o teorico all’accesso delle donne alla cittadinanza e, molto
    tempo dopo, questo permise alle suffragette inglesi, “saccheggiando a tal fine gli archivi di
    città e tribunali”, di rivendicare il diritto di voto anche richiamandosi all’esistenza, nelle
    città che votavano per eleggere i membri del Parlamento, di donne con il titolo di freemen.29
    In realtà, era comunque raro, anche in epoca medievale, che una donna accedesse al titolo
    di freemen attraverso l’apprendistato, mentre accadeva che vi accedesse da vedova,
    subentrando al marito nella corporazione.30 Il diritto per una vedova di accedere alle
    corporazioni e in tal modo alla cittadinanza era ancora in vigore nel XVIII secolo, ma
    sembra che fossero in poche ad esercitarlo. 31

    CITAZIONE
    Londra, con una popolazione di circa 70.000 abitanti nel XVI secolo, non era
    comparabile, come capitale, a Parigi, con i suoi 200.000 abitanti alla fine del Medioevo.
    Parigi, dove le corporazioni furono precocemente sottoposte al controllo della monarchia, e
    dove l’accesso alla corporazione non consentiva, di per sè, l’accesso alla cittadinanza,32 era
    anche la capitale in cui alcuni mestieri organizzati, e non dei meno importanti, erano
    interamente composti da donne. In epoca medievale, la filatura e la tessitura della seta
    erano monopolizzate da corporazioni esclusivamente femminili il cui governo era però
    condiviso con dei “maestri giurati” nominati dal sovrano: per le filatrici si trattava di due
    maestri e per le tessitrici di tre maestre e tre maestri. Gli statuti medievali dei mestieri
    parigini fanno riferimento a manodopera femminile e maschile e l’ordinamento reale del
    1350, successivo alla peste, apre l’accesso alle corporazioni a chiunque venga a stabilirsi
    in città, uomini e donne, regnicoli e forestieri. Se per alcuni mestieri, come i fabbricanti di
    cinture e corregge e i cristallai, si registra, nelle fonti normative, una certa “diffidenza” nei
    confronti delle lavoratrici, la situazione parigina appare, almeno nei testi normativi, di
    grande apertura.33 Alla fine dell’epoca moderna troviamo ancora delle corporazioni
    interamente femminili, alcune di poca importanza, come le bouquetières-chapelières en
    fleurs o le filassières, e altre che sono invece fra le più importanti nei mestieri tessili e della
    moda, come le lingères (all’origine, tessitura e vendita di tele di lino e cotone, e poi sempre
    più confezione di indumenti e biancheria per donne) e le couturières (sarte per donna),34
    attività in grande espansione nella nascente “società dei consumi” della capitale nel
    Settecento.35 Diversamente dall’epoca medievale, nel governo dei mestieri interamente
    femminili, né padri né mariti potevano intervenire e le donne non sposate, cosiddette filles
    majeures, arrivavano a circa il 40% degli effettivi tra le lingères e le couturières. Alcune
    corporazioni ammettevano un certo numero di donne come maestre, escludendole però
    dalle cariche di governo. Si trattava soprattutto di mogli e vedove di maestri, tranne per le
    “maestre pittrici” e per i negozianti di sementi, nella cui corporazione le donne oltre a
    poter essere maestre, potevano lasciare la maîtrise non solo alle loro figlie, il che era
    permesso anche nelle altre corporazioni miste oltre che in quelle femminili, ma anche ai
    loro figli maschi. Il governo di questo mestiere (grainiers-grainières) era affidato a due
    maestri e due maestre, che potevano essere nubili, sposate o vedove.

     
    Top
    .
  7. LordDrachen
     
    .

    User deleted


    tutta queste indipendenza mi sembrava però fosse però ben bilanciata da valori, tradizioni e coesione sociale che oggi mancano.
     
    Top
    .
  8. digilando
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Milo Riano @ 5/9/2009, 00:12)
    "Nel Medio Evo, le donne erano spesso già vedove a trent´anni e ciò conferiva loro maggiore libertà",

    Evvai!
    Libertà...libbbere!

     
    Top
    .
  9. TullioConforti
     
    .

    User deleted


    gia´ ma oggi non c´e´ piu´ bisogno di mettere il veleno nella minestra al marito. C´e´ il divorzio infatti, che garantisce un mantenimento a vita, quindi meglio che viva.

    Eh qualche progresso e´ stato fatto dai bei tempi del medioevo, siamo piu´ civili oggi.

     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU

    Group
    Member
    Posts
    5,540
    Location
    Podium Varinum

    Status
    Offline
    CITAZIONE (TullioConforti @ 7/9/2009, 11:02)
    gia´ ma oggi non c´e´ piu´ bisogno di mettere il veleno nella minestra al marito. C´e´ il divorzio infatti, che garantisce un mantenimento a vita, quindi meglio che viva.

    Eh qualche progresso e´ stato fatto dai bei tempi del medioevo, siamo piu´ civili oggi.

    http://paultemplar.wordpress.com/2008/03/1...-giulia-tofana/

    Giulia Tofana avvocato divorzista del '600, nonchè figlia d'arte -_-
     
    Top
    .
  11. TullioConforti
     
    .

    User deleted



    Pensa te, io lho detto tra il serio ed il faceto, ma me sa che e´ piu´ serio che faceto :)

    Comunque la belladonna e´ pericolosa ancora oggi, e non lascia tracce.

    QUOTE
    Eliminare fisicamente il marito,l’amante o la moglie,un rivale in affari,un nemico di qualsiasi genere,senza lasciare tracce,in modo da non incorrere in pericolose indagini,che portavano spesso i malcapitati assassini,scoperti e identificati,sul patibolo.

    Era sicuramente una delle occupazioni più intriganti di un intero mondo,quello della nobiltà,ma non solo.Accadeva spesso che un certo tipo di trame venisse concepito anche nella buona borghesia,e,in qualche caso anche tra gli strati più popolari.

    L’omicidio diventava quindi un’arte,l’arte di commettere il reato e distogliere da se le attenzioni degli inquirenti,in modo da realizzare il sogno di ogni criminale di tutti i tempi,l’omicidio perfetto.E quale sistema poteva permettere il raggiungimento dei propri scopi se non quello che non lasciasse tracce visibili del crimine?

    I veleni si prestavano benissimo al caso.Un avvelenato però spesso mostrava i sintomi dell’ingestione di prodotti venefici.Per cui era necessario trovare un agente chimico o naturale che non lasciasse tracce visibili di ingestione o che non evidenziasse,dopo il decesso,tracce o presenze all’interno degli organi.

    Uno dei veleni più famosi,e che agli inizi del 600 divenne un autentico killer letale e silenzioso,fu l’acqua tofana.Il veleno,ribattezzato così in memoria di Giulia Tofana,che fu la prima ad utilizzare la composizione chimica del veleno,era composto da una mistura letale di piombo,arsenico e belladonna.

    Era pressoché inodore,agiva in modo velocissimo e soprattutto non lasciava tracce.Giulia Tofana,che per prima lo utilizzò in larga scala,era una figlia d’arte.Sua madre era Thofania d’Adamo,morta sul patibolo dopo essere stata riconosciuta l’autrice dell’avvelenamento del marito Francesco.Da ragazza apprese i primi rudimenti della chimica da giovani farmacisti,che seduceva grazie alle sue arti amatorie,alla sua bellezza,che,stando ai racconti dell’epoca,era davvero notevole.

    In breve tempo divenne padrona a tal punto della tecnica di preparazione dei veleni,da voler sperimentare una nuova formula che desse il massimo risultato con il minimo rischio.L’esito fu soddisfacente a tal punto che divenne famosa in brevissimo tempo.

    Molte persone della nobiltà,della borghesia,si recavano da lei per chiedere i suoi servigi,e la donna in breve tempo divenne molto ricca.

    Una delle sue clienti fu sua figlia,che avvelenò il marito,del quale era stanca.La fortuna di Giulia Tofana crebbe fino al giorno fatidico in cui una delle sue vittime designate riuscì miracolosamente a salvare la pelle.L’uomo si recò dalle autorità della città e denunciò l’accaduto,con il risultato che si scatenò la caccia all’avvelenatrice.

    Che riuscì a riparare in una chiesa,dove temporaneamente era in salvo,essendo un luogo interdetto alle autorità civili.

    Ma venne catturata mentre tentava di fuggire e venne processata.Durante il processo,invece di negare le imputazioni,raccontò spavaldamente di aver fornito alle donne romane e ad alcuni uomini,veleno necessari a causare la morte di seicento persone.

    Venne condannata a morte con alcuni apprendisti e con alcune donne riconosciute colpevoli di aver avvelenato i loro mariti,e salì sul patibolo accompagnata dalla figlia,scoperta e condannata anch’essa.La sua morte non mise fine al commercio della sostanza velenosa.Al contrario,divenne uno dei veleni più utilizzati per gli omicidi,fino a quando la medicina non imparò a riconoscere,negli organi dei deceduti,la presenza del veleno.

     
    Top
    .
  12. Purusha
     
    .

    User deleted


    Uhm...sarà un caso che si chiama 'belladonna'?
    <_<
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU

    Group
    Member
    Posts
    5,540
    Location
    Podium Varinum

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Purusha @ 7/9/2009, 19:44)
    Uhm...sarà un caso che si chiama 'belladonna'?
    <_<

    :B): eh chissà, è un'interpretazione: comunque pare che venisse usata anche come "collirio" dalle gentildonne per rendere lo sguardo sognante. Dalla belladonna si estrae infatti l'atropina che viene usata dall'oculista per la dilatazione delle pupille.

    Scusate l'O.T.
     
    Top
    .
  14. Purusha
     
    .

    User deleted


    La sai lunga in materia, Rita...mica per caso che...?Ahahahah!
     
    Top
    .
  15. Sossempreio
     
    .

    User deleted


    ma no quelle son cose che si tramandano di madre in figlia...antiche saggezze popolari
     
    Top
    .
16 replies since 12/9/2007, 06:35   450 views
  Share  
.