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silverback (Inviato il: 8/10/2007, 18:51)
CITAZIONE Davide, tu che sei di Roma, ed anche se all'epoca eri giovanissimo, ti ricordi della storia del "canaro"? Silver, conoscevo questa storia. Mi è stata raccontata molte volte, anche se, personalmente non ricordo niente. Ero troppo piccolo.
Frasi estratte dall'articolo : Er Canaro
CITAZIONE Da tempo De Negri subiva le prepotenze di Giancarlo Ricci. Il 18 febbraio 1988 Ricci entrò nel negozio di Pietro De Negri con i soliti modi e i soliti pugni; questa volta, però, De Negri aveva organizzato una trappola contro il suo aguzzino: gli disse che aveva bisogno del suo aiuto per rapinare uno spacciatore di cocaina che sarebbe dovuto arrivare poco dopo nel negozio. Il risentimento, l'odio e le umiliazioni continue. Il senso di impotenza verso chi è più forte e ti ha fatto del male. Il senso di impotenza. Una ferita costante, che, tramite pugni, calci, sputi e umiliazioni viene alimentata giorno dopo giorno. Un pensiero costante, quasi morboso e pensare, pensare, pensare ad un sistema per vedicarti. Fino a diventare una vera ossessione. Trovare un modo, per frenare il dolore.
CITAZIONE Pietro disse a Ricci di nascondersi all'interno di una gabbia per cani. Il piano del Canaro era appena incominciato. Una volta chiuso Giancarlo nella gabbia per cani, il Canaro chiuse i chiavistelli.
Pieno di cocaina il Canaro ci mise sette ore ad ammazzare il bullo del quartiere.
CITAZIONE Alle tre del pomeriggio incominciò la tortura. De Negri tramortì il Ricci con una bastonata in testa, lo tirò fuori dalla gabbia e lo legò come un cane, poi gli troncò le dita, gli amputò orecchie e naso e gli tagliò anche i genitali. Per impedire che dalle ferite esca troppo sangue, uccidendo troppo in fretta la propria vittima, ci buttò sopra la benzina dandogli fuoco.
Poi interruppe il suo macabro lavoro perché doveva andare a prendere la sua bambina di sette anni che usciva da scuola, come se tutto fosse normale. Esasperazione.
CITAZIONE Infine tornò in negozio dove Giancarlo stava agonizzando e finì il lavoro.
Alle dieci di sera, De Negri legò il cadavere, lo avvolse nella plastica, lo mise nel bagagliaio dell'auto e, arrivato alla discarica di via Enrico Cruciali Alibrandi nel quartiere Portuense, lo cosparse di benzina e gli diede fuoco. Questa storia ci deve far riflettere. Un uomo esasperato, debole e remissivo cova odio verso il suo aguzzino. Un odio che cresce giorno dopo giorno. Il sentirsi "inerme" il non avere scampo... L'essere sottomesso ha avuto l'effetto di tirare fuori il peggio che c'è in lui. Il suo mostro.
Ben poca cosa sono i muscoli o la tecnica contro la disperazione di un uomo pieno di rancore. Un rancore che lo ha divorato all'interno... tanto da rubargli l'anima. Da renderlo un freddo assassino.
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