DIO....

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  1. Mathias2
     
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    CITAZIONE (Wishotel @ 15/6/2008, 19:06)
    CITAZIONE (TullioConforti @ 15/6/2008, 18:18)
    Nessuno mi chieda di dimostrarlo.

    Perche' non posso.

    Non ci credo, ma non posso esimermi dal sorridere quando leggo queste cose.

    Se ti dicessi quello che ho visto una volta che mi trovavo in gita a Londra
    dentro ai corridoi della Casa del Parlamento ti faresti tante di quelle risate
    da non venirci più fuori... perché io oltretutto credo pure nell'esistenza
    degli extraterrestri...in particolar modo per quanto riguarda una specie
    rettile in grado di cambiare forma assumendo sembianze umane...e infatti
    é ciò che vidi...non come di solito si mostrano.
     
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  2. Mathias2
     
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    CITAZIONE (TullioConforti @ 15/6/2008, 18:18)
    Il mondo solido, sara' tale perche' lo ricreeremo noi con la nostra mente, che non e' il cervello.

    Credo che riescano a cambiare forma in base ad un principio simile a questo.


    Se un cervello percepisce un più vasto raggio dello spettro di frequenze
    di pensiero esistenti, forse riesce a cambiare pure la forma del corpo...
    come facciano non lo so, ma lo fanno.
     
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  3. silverback
     
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    CITAZIONE (Mathias2 @ 15/6/2008, 19:43)
    perché io oltretutto credo pure nell'esistenza
    degli extraterrestri...in particolar modo per quanto riguarda una specie
    rettile in grado di cambiare forma assumendo sembianze umane...e infatti
    é ciò che vidi...non come di solito si mostrano.

    Anch'io credo che in qualche lontana galassia esistano delle forme di vita, ma da qui a dire che siano fra noi e che per giunta riescano a cambiare forma assumendo sembianze umane, ce ne passa...
    Essù, Mathias...

    Su Le Scienze di questo mese, alle pagine 42-49 è stato pubblicato un articolo di Nancy Y. Kiang, biometeorologa al NASA Goddard Institute for Space Studies della Columbia University, intitolato:
    "Il colore delle piante su altri mondi".
    Ne riporto una breve sintesi.
    ---------------------------------------------------
    Scordatevi gli alieni verdi.
    Su altri mondi le piante potrebbero essere rosse, blu o addirittura nere.

    La prospettiva di trovare forme di vita extraterrestri non è più un'esclusiva della fantascienza. Invece di aspettare che gli alieni vengano da noi, abbiamo iniziato a cercarli. Potremmo non trovare civiltà tecnologiche avanzate, ma possiamo cercare le "firme biologiche", i segni fisici e chimici caratteristici dei processi fondamentali della vita. Al di là del sistema solare, gli astronomi hanno scoperto oltre 200 pianeti in orbita attorno ad altre stelle. Non sappiamo ancora se ospitino o meno la vita, ma è questione di tempo. Nel luglio 2007 è stata confermata la presenza di vapore acqueo in un pianeta extrasolare studiando il passaggio della luce di una stella nell'atmosfera del pianeta stesso. E le agenzie spaziali stanno sviluppando telescopi che cercheranno segni di vita in pianeti simili alla Terra osservandone lo spettro luminoso.
    La fotosintesi, in particolare, potrebbe produrre "firme" evidenti. Ma è plausibile che avvenga su altri pianeti? La risposta è sì. Sulla Terra la fotosintesi ha tanto successo da costituire la base di quasi tutte le forme di vita. Anche se alcuni organismi vivono grazie al calore e al metano delle bocche idrotermali oceaniche, i ricchi ecosistemi sulla superficie del nostro pianeta dipendono dalla luce del Sole. Le firme biologiche della fotosintesi potrebbero essere di due tipi: gas atmosferici prodotti per via biologica, come ossigeno e ozono; una colorazione della superficie che indichi la presenza di pigmenti specializzati, come la clorofilla. L'idea di cercare questi pigmenti non è nuova. Un secolo fa gli astronomi hanno cercato di attribuire il cambiamento stagionale del colore di Marte verso tonalità più scure alla crescita della vegetazione e hanno studiato lo spettro della luce riflessa dalla superficie alla ricerca di tracce di piante verdi. Un problema di questa strategia fu scoperto da H.G. Wells, che in La guerra dei mondi ha immaginato uno scenario diverso:"Su Marte, il regno vegetale, invece di avere come colore dominante il verde, è di una vivida tonalità rosso sangue". Anche se oggi sappiamo che su Marte non c'è vegetazione, Wells aveva previsto che le piante di altri pianeti potrebbero non essere verdi.
    La Terra ha una grande diversità di organismi fotosintetici oltre alle piante verdi. Alcune piante hanno foglie rosse, mentre alghe e batteri fotosintetici mostrano un arcobaleno di colori. I batteri purpurei, per esempio, assorbono la radiazione infrarossa, invece della luce visibile. Quali saranno le forme dominanti su altri pianeti? E come le riconosceremo? La risposta dipende da come la fotosintesi si adatta alla luce di una stella diversa dal Sole, filtrata da un'atmosfera diversa da quella terrestre.

    ----------------------------------------------------

    TERRA ROSSA, TERRA VERDE, TERRA BLU.
    Il tipo di stella determina il tipo di vita che prospera sul pianeta. Le stelle di tipo M (nane rosse) sono deboli, perciò le piante potrebbero essere nere per assorbire tutta la luce disponibile. Le stelle di tipo M giovani "cuociono" periodicamente la superficie dei pianeti con i loro brillamenti ultravioletti, quindi ogni eventuale organismo dovrebbe essere acquatico. Il nostro Sole è di tipo G. Intorno alle stelle di tipo F, le piante potrebbero ricevere troppa luce, e avere bisogno di rifletterne la maggior parte.



    www.arxiv.org/abs/0707.3064
    www.astrobio.net
    _____________________________________________________


    Questa è roba che avevo già postato nel 2004.


    Lo studio dei pianeti del Sistema solare ha fatto capire agli esperti in materia che occorre una particolare combinazione di vari fattori, perché si possano creare le condizioni giuste per la nascita della vita. Il successo della vita sulla Terra non è casuale: è dovuto proprio a una combinazione vincente, al fatto di possedere certi requisiti.
    Quali?
    Ebbene, per poter disporre di acqua allo stato liquido, di una temperatura giusta, di un'atmosfera adatta, un pianeta deve:
    1- Non essere troppo vicino al suo sole, ma neppure troppo distante (per non finire arrostito o gelato).
    2- Avere un'orbita quasi circolare, in modo che non ci siano sbalzi troppo grandi di temperatura tra una stagione e l'altra.
    3- Avere un periodo di rotazione non troppo lento.
    4- Essere di una dimensione ottimale: né troppo piccolo (altrimenti non trattiene l'atmosfera necessaria), né troppo grande (altrimenti l'atmosfera diventa eccessivamente spessa).
    5- Ruotare intorno a una stella di massa simile a quella del Sole.
    Infatti solo stelle di questo tipo vivono abbastanza a lungo (miliardi di anni) per dare il tempo alla vita non solo di nascere, ma anche di evolversi.
    Sono queste alcune delle condizioni necessarie perché un pianeta sia dotato delle caratteristiche (atmosfera, temperatura, acqua) adatte al "montaggio" della chimica organica.
    E qui si arriva a un punto molto interessante.
    Se si guardano i vari requisiti sopra elencati, ci si accorge che il "modello vincente", in definitiva, è proprio quello terrestre.
    Più ci si allontana dal modello terrestre, meno è probabile che concorrano le condizioni necessarie alla nascita e allo sviluppo della vita.
    In altre parole, i pianeti che hanno più probabilità di ospitare la vita sono quelli che assomigliano di più alla Terra.
    Questo non significa ovviamente che la vita non possa nascere o prosperare anche in situazioni diverse, magari molto diverse. Ma tra le tante "combinazioni" di fattori che si possono avere nei vari pianeti quelle simili alla "combinazione terrestre" hanno maggiori probabilità di successo.
    Le eventuali forme viventi di questi ipotetici pianeti potrebbero presentare una qualche somiglianza con quelle della Terra? Non è da escludere.
    Per l'uomo, come per gli animali, l'aspetto fisico non è casuale.
    Lo sviluppo tecnologico per esempio, presuppone la capacità di manipolare oggetti e quindi sia la stazione eretta che i pollici delle mani.
    L'intelligenza, per quanto se ne sa, ha bisogno di una centralina (cioè di un cervello) di certe dimensioni.
    Quindi la testa non può essere troppo piccola.
    Nella testa infatti si trovano concentrati tutti i sistemi di informazione: vista, udito, olfatto, gusto.
    Ciò non vuol dire, naturalmente, che in un pianeta simile alla Terra ci siano necessariamente uomini e donne simili a noi, ma semplicemente che è molto improbabile che esseri intelligenti siano simili a vermi o a ostriche.


    E ancora:

    In proposito c'è stato qualche esperto che ha provato a calcolare quante probabilità ci sono che esistano delle civiltà extraterrestri, anche se, ovviamente, tali calcoli non possono avere alcun valore scientifico: si tratta solo di un gioco intellettuale.

    Numero di stelle nella nostra Galassia.
    Ottimista 300 miliardi; pessimista 100 miliardi.

    Numero di sistemi solari simili al nostro.
    Ottimista 1,7% di 300 miliardi = 5 miliardi circa; pessimista 0,1% di 100 miliardi = 100 milioni.

    Numero di sistemi solari simili al nostro con un pianeta in posizione giusta.
    Ottimista 20% di 5 miliardi = 1 miliardo; pessimista 10% di 100 milioni = 10 milioni.

    Numero di pianeti adatti alla vita su cui può essersi sviluppata una forma di tipo batterico.
    Ottimista 100% di 1 miliardo = 1 miliardo; moderato 50% di 10 milioni = 5 milioni; pessimista 0,01% di 10 milioni = 1000.

    Numero di pianeti sui quali da forme di vita di tipo batterico avrebbero potuto svilupparsi forme di vita di tipo pluricellulare.
    Ottimista 70% di 1 miliardo = 700 milioni; moderato 20% di 5 milioni = 1 milione; pessimista 5% di 1000 = 50.

    Numero di pianeti sui quali, partendo da forme intelligenti, avrebbe potuto svilupparsi una civiltà tecnologica.
    Ottimista 100% di 600 milioni = 600 milioni; moderato 100% di 250.000 = 250.000; pessimista 5% di 1 = 0,05.

    Numero di pianeti della Galassia sui quali potrebbe esistere oggi una civiltà tecnologica.
    Ottimista 0,1% di 600 milioni = 600.000; moderato 0,02% di 250.000 = 50; pessimista 0,0002% di 0,05 = 0,0000001.

    Fin qui il calcolo riferito alla nostra sola Galassia. Ma si calcola che nell'Universo le galassie siano circa 100 miliardi. Moltiplicando quindi per 100 miliardi i dati precedenti si ottiene:

    Numero di civiltà tecnologiche oggi nell'Universo.
    Ottimista 60 milioni di miliardi; moderato 5000 miliardi; pessimista 10.000.


    Naturalmente, ripeto, si tratta di un semplice gioco intellettuale, che non vuole dimostrare niente.
    Anche perché ci sono da considerare molti altri fattori che possono rendere il calcolo molto più pessimistico.
    Bisognerebbe tenere conto infatti anche di elementi apparentemente marginali, ma che molto probabilmente sono stati determinanti per l'evoluzione della vita sulla Terra.
    Come il ruolo della Luna, che influisce sull'inclinazione dell'asse terrestre e sulla durata delle giornate.


    Per concludere:

    In un libro uscito nei primi anni Ottanta, orientato verso le speculazioni più audaci, ma comunque stimolante ("Life Beyond Earth", di Gerald Feinberg, fisico, e Robert Shapiro, biochimico) si valuta la possibilità che esista vita extraterrestre.
    I due studiosi propongono modelli possibili di vita fondata non sulla chimica del carbonio ma sul plasma stellare, sui campi elettromagnetici, sul magnetismo delle stelle a neutroni e su altri sistemi molto insoliti. Ora, consapevolezza e intelligenza sono concetti a livello di software: conta solo lo schema, l'organizzazione, e non il mezzo materiale attraverso cui essa si manifesta.
    Questo ragionamento, portato alle sue logiche conseguenze, ci permette di immaginare una supermente esistente fin dalla creazione: una supermente aperta su tutti i campi fondamentali della natura che si assume il compito di guidare l'incoerente big bang primigenio fino a formare il cosmo ordinato che oggi osserviamo, e ciò mai violando le leggi della fisica.
    Si tratterebbe dunque non di un Dio che ha creato dal nulla ogni cosa, ma di una mente universale che pervade il cosmo dirigendolo e controllandolo attraverso le leggi di natura per conseguire un suo fine. Potremmo definire in altri termini questa concezione dicendo che la natura è un prodotto della propria tecnologia, e che l'universo è una mente: un sistema, vale a dire, che si osserva e si autorganizza. E le nostre menti sarebbero, in questa oceanica mente universale, distinte isole di consapevolezza.

    Sono possibili congetture ancora più audaci. Alcuni fisici sostengono che la mente goda di uno status particolare relativamente al fattore quantico. Se davvero la mente ha un ruolo attivo nel mondo dei quanti, allora una mente universale potrebbe, in linea teorica, reggere tutto quanto accade controllando il comportamento di ogni elettrone, protone, fotone, ecc.
    Di più, un potere così immenso, ma capillare, sfuggirebbe alla nostra osservazione in quanto il comportamento di ogni singola particella continuerebbe ad apparirci capriccioso e imprevedibile.
    L'esistenza di un disegno potrebbe risultare manifesta solo attraverso il comportamento collettivo di un gran numero di particelle: nel qual caso ci limiteremmo a dichiarare che il sistema è, in qualche modo misterioso, autorganizzato.
    E ancora, nel caso in cui una mente cosiffatta esistesse davvero (e non vi è scenario scientificamente possibile che ne dimostri l'esistenza), saprebbe scongiurare la fine dell'universo?
    Se la capacità d'intervento di questo essere supremo si manifesta nell'ambito delle leggi della fisica (pur con quella flessibilità consentita dalla teoria dei quanti), la risposta è necessariamente negativa. In forza della seconda legge della termodinamica, a nessuno, per quanto dotato di tecnologie inconcepibili e di conoscenze immense, è consentito di invertire l'ineluttabile crescita dell'entropia. Un essere in grado di manipolare la materia a livello atomico potrebbe però "ricaricare" l'universo restaurandone l'organizzazione ormai indebolita. Già Maxwell aveva preso in considerazione questa possibilità: il risultato è il paradosso del cosiddetto diavoletto di Maxwell.
    Purtroppo, a un esame approfondito il diavoletto di Maxwell non regge, come dimostrò negli anni venti Leo Szilard.
    Questo significa che se la nostra concezione della termodinamica è corretta, è impossibile che un ente naturale, intelligente o meno, possa rimandare per sempre la fine dell'universo; perché se l'universo continuerà a espandersi non raggiungerà mai, forse, un esatto equilibrio termodinamico.
    Ciò nondimeno, l'organizzazione del cosmo di cui oggi siamo testimoni è ineluttabilmente destinata a diminuire. Solo un ipotetico Dio sovrannaturale potrebbe restaurarla.
     
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  4. Mathias2
     
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    CITAZIONE (silverback @ 16/6/2008, 00:08)
    CITAZIONE (Mathias2 @ 15/6/2008, 19:43)
    perché io oltretutto credo pure nell'esistenza
    degli extraterrestri...in particolar modo per quanto riguarda una specie
    rettile in grado di cambiare forma assumendo sembianze umane...e infatti
    é ciò che vidi...non come di solito si mostrano.

    Anch'io credo che in qualche lontana galassia esistano delle forme di vita, ma da qui a dire che siano fra noi e che per giunta riescano a cambiare forma assumendo sembianze umane, ce ne passa...
    Essù, Mathias...

    Hai dimenticato di dire che ho pure detto che alcuni sono in Parlamento e che controllano politica mass-media e finanza... con l'ausilio dei loro burattini umani prendendoci per il sedere in continuazione. ;)

    Edited by Mathias2 - 16/6/2008, 00:16
     
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  5. silverback
     
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    Sì, va beh...
    Mathias, anch'io sono stato un appassionato di X-Files...
    http://it.wikipedia.org/wiki/X-Files

    Peccato che la realtà sia un tantinello diversa...
     
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  6. Mathias2
     
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    CITAZIONE (silverback @ 16/6/2008, 00:15)
    Peccato che la realtà sia un tantinello diversa...

    E già, la realtà é molto diversa, però le prese in giro rimangono.
     
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    Lupus in fabula

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    Eddai su, mathias, ma davvero sei convinto di quel che hai scritto? :ph34r: :)
     
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  8. silverback
     
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    Mathias, leggi pure questo pezzo, tratto dal libro:
    DA DOVE VIENE LA VITA - Il mistero dell'origine sulla Terra e in altri mondi, di Paul Davies.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Davies


    Quando, nell'aprile 1997, sono giunte le prime sfocate immagini di Europa inviate dall'antenna di riserva della sonda spaziale Galileo in avaria, gli scienziati della NASA erano giubilanti.
    La parola sulle labbra di tutti era "vita"!
    Il motivo dell'eccitazione era la scoperta del primo oceano extraterrestre conosciuto. Europa, gli scienziati lo sapevano, è ricoperta di ghiaccio. Galileo ha rivelato degli iceberg. Gli iceberg significano acqua liquida, o perlomeno fanghiglia nevosa. L'intera crosta ghiacciata di questa gelida luna di Giove sembra scivolare su uno strato di liquido.
    Quasi all'unisono i commentatori hanno dichiarato che "acqua più composti organici è uguale a vita", o perlomeno a ottime probabilità di vita. La base del ragionamento è stata riassunta dallo scienziato della NASA Richard Terrile, uno dei responsabili della missione:
    "Se mettete insieme questi ingredienti sulla Terra, in un miliardo di anni otterrete la vita" ha
    dichiarato alla stampa. Dunque, lo stesso accadrà su Europa.
    Purtroppo l'esile filo logico che lega l'acqua alla vita è poco più che l'osservazione che la vita senza l'acqua sembra impossibile. Equiparare le due cose presuppone uno straordinario atto di fede.
    Secondo la scuola deterministica della biologia, cui sembra ispirarsi la visione dominante della NASA e condivisa dalla maggior parte dei giornalisti, in qualsiasi ambiente simile alla Terra la vita emerge automaticamente. Prendete una dose d'acqua, aggiungete gli amminoacidi e qualche altra sostanza, lasciate sobbollire per alcuni milioni di anni e - voilà! - ecco la vita.
    Questa diffusa visione è aspramente criticata dalla scuola contrapposta, che sottolinea l'incredibile intrico di molecole necessarie a costituire anche la più semplice forma di esistenza.
    Ai sostenitori di tale posizione, la pura e semplice complessità della vita appare il risultato di una capricciosa concatenazione di eventi, unica nel cosmo.
    Non è possibile che da una massa d'acqua, sia pur condita con i più fantasiosi ingredienti, scaturisca la vita a comando. Le condizioni terrestri non possono che essere un colpo di fortuna, messo a segno contro probabilità astronomiche.
    Quando sostengono che l'acqua equivale alla vita, gli scienziati della NASA non stanno solo innalzando il tono dei loro progetti, ma avanzano anche - tacitamente - un'importante e profonda supposizione sulla natura dell'universo. In sostanza, essi affermano che le leggi dell'universo sono abilmente congegnate per convincere la vita a nascere contro ogni realistica probabilità; che i princìpi matematici della fisica, nella loro elegante semplicità, in qualche modo prevedono la vita e la sua immensa complessità. Se la vita discende dal brodo in virtù di un processo causale, allora nelle leggi della natura è codificato un significato nascosto, un imperativo cosmico che dice:
    "Create la vita!" e, con essa, i suoi derivati: l'intelligenza, la consapevolezza, la cognizione.
    Il che equivale a dire che le leggi dell'universo hanno progettato la propria comprensione.
    Si tratta di una visione mozzafiato della natura, magnifica ed edificante nella sua maestosità.
    Sarebbe meraviglioso se lo fosse. Ma se lo è, rappresenta una svolta nella visione scientifica del mondo pari a quelle introdotte da Copernico e da Darwin messi insieme. Non dovrebbe essere dissimulata sotto la disinvolta affermazione che l'acqua più i composti organici equivale, ovviamente, alla vita, perché è un fatto tutt'altro che ovvio.
    Se il determinismo biologico sarà davvero confermato dalla scoperta di forme di vita alternative a quella terrestre, ciò comporterà un drastico cambiamento del paradigma ortodosso, radicato nella contingenza darwiniana.
    Tale dottrina afferma che niente nella vita è preordinato, che l'evoluzione biologica è una lunga serie di accidenti, privi di un significato e di una direzione. Non ci sono finalità recondite. Ma se la vita è in qualche modo inevitabile, vuol dire che, indipendentemente dalle evenienze fortuite o dal fato, esiste una precisa meta da raggiungere: è scritta nelle leggi.
    La parola "meta" appare troppo simile a "scopo" o "fine", termini tabù nella scienza dell'ultimo secolo, per il loro riecheggiare un'epoca religiosa ormai tramontata.
    Le implicazioni della scoperta della vita nello spazio sono quindi di capitale importanza; trascendono la mera scienza, per affrontare questioni filosofiche circa la possibilità di un significato ultimo dell'esistenza materiale o la sostanziale assurdità e insensatezza della vita, dell'universo e di ogni cosa creata.

    ____________________________

    Aggiungo dell'altro.

    Nel 1964 il biologo George Simpson scrisse un articolo di taglio scettico in cui evidenziava la futilità della ricerca di vita extraterrestre avanzata, liquidandola come "una delle più improbabili scommesse della storia".
    Dopo aver osservato che gli umani sono il prodotto di una catena incalcolabile di specifici casi fortuiti, lo studioso concludeva:
    "La supposizione - fatta così a cuor leggero dagli astronomi, dai fisici e da qualche biochimico - che ovunque nasca la vita compariranno infine inevitabilmente esseri umanoidi è chiaramente falsa".
    Anche il biologo Ernst Mayr, in un dibattito risalente agli anni Novanta, faceva eco allo scetticismo di Simpson:
    "Sulla Terra, tra i milioni di linee di discendenza e forse tra 50 miliardi di eventi di specializzazione, solo uno ha portato all'intelligenza superiore e tanto basta per convincermi della sua assoluta improbabilità".
    Stephen Jay Gould critica allo stesso modo il concetto che la vita sia destinata a produrre l'intelligenza. Immaginate, dice, una catastrofe che cancelli tutte le forme di vita avanzata sulla Terra, risparmiando solo i microbi. Fate ripartire l'evoluzione e chiedetevi cosa accadrebbe. Ci aspettiamo un andamento sostanzialmente simile a quanto già avvenuto, con il riemergere di vertebrati, pesci, rettili, mammiferi e bipedi intelligenti? Niente affatto. La storia della vita sulla Terra è una gigantesca lotteria, dove gli sconfitti sono assai più numerosi dei vincitori. Essa è segnata da tanti accidenti del fato, tanti capricci arbitrari, che lo schema secondo cui si evolve è essenzialmente casuale. I milioni di eventi fortuiti che hanno creato la nostra linea di discendenza non si ripeterebbero mai e poi mai una seconda volta. La storia, scrive, "scivolerebbe lungo un altro sentiero", cosicché "l'ampia maggioranza delle repliche non produrrebbe mai una creatura dotata di autocoscienza. Le possibilità che questa schiera di organismi alternativi (cioè nati dalla replica) contenga qualcosa di lontanamente simile a un essere umano deve ritenersi nulla".


    -----------------------------------

    Francis Crick:
    CITAZIONE
    L'origine della vita appare quasi un miracolo tante sono le condizioni che debbono essere soddisfatte perché il meccanismo si metta in moto.

    Freeman Dyson:
    CITAZIONE
    Quanto più l'esamino e studio i particolari della sua architettura, tanto più numerose sono le prove che l'universo, in un certo senso, doveva già sapere che saremmo arrivati.

    Jacques Monod:
    CITAZIONE
    L'universo non era gravido di vita, né la biosfera era gravida dell'uomo.



    Edited by silverback - 16/6/2008, 00:50
     
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  9. Mathias2
     
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    Vabbe, mi posti la roba della Nasa, la quale organizzazione é un avamposto
    dei lucertoloni rettiliani.

    Vuoi che dicano la verità, secondo me non sono nemmeno
    andati sulla luna.

    Se gli autori hanno un qualche contatto col governo, molto probabilmente
    la loro divulgazione é solo uno specchio per le allodole.
    Secondo la mia opinione.

    Edited by Mathias2 - 16/6/2008, 01:05
     
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  10.  
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    Lupus in fabula

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    Piccolo viaggio nel mondo degli ET:
    ...Sugli ET io la vedo in questo modo: sono possibilista, cioè ritengo possibile che esseri di altri pianeti (o dimensioni) possano aver raggiunto il ns pianeta, in qualche epoca, più o meno.
    Se una civiltà è più progredita della nostra non ci è infatti possibile ipotizzare con sufficiente logica quello che possono aver scoperto. Possibile pure che possano aver scoperto il modo per viaggiare tra due galassie. :)
    Resta il fatto che, se anche esseri del genere ci raggiungessero, niente ci fa pensare che possano aver interesse a contattarci e nemmeno che gli possa interessare conquistarci. Anzi, secondo me la cosa più saggia sarebbe ignorarci e farsi ignorare il più possibile..

    ...Se volete leggere una storia curiosa ma ben documentata provate a cercare "absu swandy" .
    :alienff: :alienff: ^_^
     
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  11. silverback
     
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    CITAZIONE (Mathias2 @ 16/6/2008, 01:00)
    Vabbe, mi posti la roba della Nasa, la quale organizzazione é un avamposto
    dei lucertoloni rettiliani.

    Ok, Mathias, buonanotte... :-------:
     
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  12. TullioConforti
     
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    QUOTE (Wishotel @ 15/6/2008, 19:06)
    QUOTE (TullioConforti @ 15/6/2008, 18:18)
    Sei molto vicino al vero.

    Il mondo solido, sara' tale perche' lo ricreeremo noi con la nostra mente, che non e' il cervello.

    Ci porteremo tutte le cose belle e brutte che hanno piu' influenzato la nostra vita terrena.

    Gli spiriti vivono come noi, hanno delle belle case, amano i loro vestiti, e sono maschi e femmine esattamente come noi.

    In effetti questo mondo materiale appare essere una scuola per darci la possibilita' di imparare ad esprimere le nostre potenzialita' nell'altro, ed ad interagire.

    Inoltre gli spiriti ci vedono, e fanno il tifo per noi.
    Molto spesso pensiamo di essere soli, ma invece siamo in pubblico.
    Loro ci vedono come se vedessero un film. Un reality in cui si affezionano ai protagonisti e cercano di aiutarli quando possono.

    Ma e' la mia opinione ovvio.
    Nessuno mi chieda di dimostrarlo.

    Perche' non posso.

    Non ci credo, ma non posso esimermi dal sorridere quando leggo queste cose.
    Mi piace sapere che esiste gente che crede in ciò, mi rasserena. :)

    io non ci credo lo so che e' cosi'.
    E' un po' diverso.

    Eppoi scusa tu sorridi per queste cose.
    Ma quale e' la tua visione allora?
    Il nulla? Buio non ti poni il problema?

    Spero questo perche' se mi vieni a dire che credi alla favoletta dell'inferno paradiso cattolico allora rido io.



    QUOTE (Mathias2 @ 15/6/2008, 19:43)
    QUOTE (Wishotel @ 15/6/2008, 19:06)
    Non ci credo, ma non posso esimermi dal sorridere quando leggo queste cose.

    Se ti dicessi quello che ho visto una volta che mi trovavo in gita a Londra
    dentro ai corridoi della Casa del Parlamento ti faresti tante di quelle risate
    da non venirci più fuori... perché io oltretutto credo pure nell'esistenza
    degli extraterrestri...in particolar modo per quanto riguarda una specie
    rettile in grado di cambiare forma assumendo sembianze umane...e infatti
    é ciò che vidi...non come di solito si mostrano.

    Mi hai distrutto Mathias.

    Edited by TullioConforti - 16/6/2008, 01:44
     
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  13. Mathias2
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 16/6/2008, 01:01)
    Resta il fatto che, se anche esseri del genere ci raggiungessero...

    E se tutta l'umanità fosse un esperimento genetico extraterrestre, nel
    quale vi sono implicate diverse razze extraterrestri, cosa che ritengo
    possibile, poi sono arrivati i rettili, ci hanno ulteriormente modificato geneticamente per poterci controllare e da allora viviamo in cattività?
    Secondo me le cose stanno esattamente in questo modo.

    CITAZIONE (TullioConforti @ 16/6/2008, 01:11)
    Mi hai distrutto Mathias.

    Ma sicuro! Io vado in giro a raccontare cazzate per impressionare le persone!
     
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  14. TullioConforti
     
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    No io parlavo di una cosa, che e' l'aldila', e' un argomento che merita un po' piu' di rispetto.

    Tu hai tirato dentro gli extraterrestri, per di piu' rettiliformi

    Allora vediamo se c'e' anche uno che crede ai puffi, i nanetti dei giardini che la notte si riuniscono in segreto...poi che altro...boh

    Cosi' rovini tutto. Fai sorridere la gente.






     
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    Lupus in fabula

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    i nanetti dei giardini che la notte si riuniscono in segreto...

    ...ecco chi è che mi calpesta l'erba! :angry:

    Vabbè, era per scherzare :D
    chiudo qui l'OT, sorry.
     
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213 replies since 29/2/2004, 08:21   4202 views
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