L'ingegneria genetica

che cos'è?

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  1. silverback
     
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    Nell'ingegneria genetica si celano innanzitutto i pericoli dell'incontrollabilità e della irreversibilità. Gli esseri viventi manipolati geneticamente, una volta messi al mondo, trasmettono automaticamente il loro corredo genetico mutato ai discendenti. La massiccia liberazione di tali organismi generati artificialmente potrebbe condurre a un danneggiamento irreversibile del "biosistema Terra".
    La domanda è solo se il danno sarà ancora riconosciuto come tale o non sarà invece considerato una cosa del tutto normale. L'uomo manipolato geneticamente potrebbe non essere più in grado di riconoscere i danni prodotti dalla manipolazione.
    Attualmente si ha l'impressione che fra i ricercatori genetici ci siano due campi contrapposti di importanza pressappoco pari: i sostenitori di una linea forte e quelli di una linea debole.
    Gli hardliner vogliono sperimentare tutto ciò che suggerisce loro lo spirito di ricerca e che in qualche modo promette di essere commerciale. Essi vogliono realizzare una "seconda creazione", cancellando con essa tutti i presunti errori della prima. Si tratta di denunciare l'imperizia di "Dio" nella creazione e di detronizzarlo. Nelle sue estreme conseguenze, questo orientamento si propone di creare organismi che non erano stati previsti dalla natura. E, per quanto concerne l'uomo: se si praticasse per molte generazioni la manipolazione genetica - per esempio sui geni responsabili del volume e della struttura del cervello - si potrebbe pervenire un giorno alla nascita di "uomini" così diversi dall'uomo attuale come noi siamo diversi dagli scimpanzé.
    E' infatti certo che anche tali geni siano manipolabili. Proprio in tal modo, nel corso dell'evoluzione, ha avuto origine una machine à penser come il cervello attraverso mutazioni casuali di certi geni. Anche nello sviluppo embrionale del singolo organismo vivente i geni sono responsabili del fatto che per esempio naso, occhi, cranio e cervello si formino nel giusto ordine. In questo caso si tratta di attivare o disattivare i geni corrispondenti. Qui gli "interruttori" sono di nuovo altri geni.
    La cosa interessante è che i geni che guidano la formazione di una testa e di un cervello sono già presenti in animali semplici privi di testa e quindi anche di un cervello. Semplicemente tali geni non vengono attivati.
    Per formare dunque per la prima volta nell'evoluzione esseri viventi dotati di una testa, la natura usò materiale esistente già da molto tempo, che si trattava solo di attivare. Chi può dire quanti geni esistenti non sono mai stati finora usati compiutamente nel corso della lunga evoluzione della vita? Chi può dire quindi che non potrebbero esistere cervelli capaci di prestazioni ancora maggiori del cervello umano attuale?


    [CONTINUA]
     
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12 replies since 28/7/2006, 00:41   462 views
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