L'ingegneria genetica

che cos'è?

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  1. silverback
     
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    Il moscerino della frutta Drosophila si presta ancora meglio allo studio delle funzioni di singoli geni, avendone alcune migliaia meno della Caenorhabditis elegans. Si stima che il 60 per cento dei suoi geni abbia corrispondenti nel corredo genetico umano. Nell'uomo sono stati trovati finora 289 geni che, quando sono difettosi, possono provocare malattie. Di questi, 177 si trovano anche nel corredo genetico della Drosophila. Nell'uomo molti di questi geni partecipano in qualche modo all'insorgere del cancro. Si spera perciò, attraverso l'analisi del corredo ereditario della Drosophila, di poter conseguire nozioni importanti sull'origine dei tumori maligni nell'uomo. Il moscerino della frutta potrebbe però essere utile anche come modello nello studio di malattie neurologiche come il morbo di Parkinson. Questo moscerino ha infatti un cervello sorprendentemente complesso e perciò anche un repertorio comportamentale piuttosto vario.
    I ricercatori introdussero quindi nel corredo genetico della Drosophila un gene umano alterato che ha un ruolo importante nella genesi del morbo di Parkinson. Il moscerino presentò allora disturbi dell'equilibrio. Recentemente un gruppo di ricercatori americani del California Institute of Technology a Pasadena ha scoperto una mutazione genetica per effeto della quale gli insetti hanno una durata di vita doppia. Lo stesso gene, senza questa mutazione, si trova anche nel corredo genetico umano. Pare dunque realistico pensare che un giorno, attraverso la manipolazione di questo gene, si possa raddoppiare anche la durata della vita umana.
    I ricercatori suppongono che il gene cinque volte mutato rallenti il metabolismo. Tuttavia i moscerini mutanti non presentano alcun segno di una ridotta attività vitale; essi volano con la stessa velocità e per la stessa durata, consumano altrettanto cibo e sono addirittura più forti dei moscerini della frutta normali.
    Questo "gene dell'invecchiamento" identificato nella Drosophila non è il primo, bensì già il terzo scoperto dai ricercatori. Esso riesuma naturalmente l'antichissimo sogno dell'umanità di poter vivere per sempre. Dagli anni Sessanta si sa che le cellule del cancro sono già molto vicine all'immortalità.
    Quest'affermazione sembra assurda dato che le cellule cancerose provocano la rapida morte dell'organismo malato, e quindi la loro stessa morte. Ma l'"orologio" delle cellule cancerose non segna il tempo nello stesso modo delle cellule normali, che terminano la loro vita dopo circa 60 divisioni. I laboratori posseggono colture di cellule cancerose che sono state prelevate da pazienti malati di cancro mezzo secolo fa e che sono ancora in vita, ossia continuano a dividersi.
    Sul piano cellulare il processo di invecchiamento non è altro che il crescente rallentamento della divisione delle cellule degli organi. Le cellule cancerose presentano però proprietà anomale, che disattivano l'invecchiamento, e queste proprietà devono trovarsi nel DNA. Lo si sa da oltre 40 anni, ma soltanto ora si conoscono le prime tre basi genetiche dell'invecchiamento.
    Il desiderio dell'uomo di vivere il più a lungo possibile, o addirittura per sempre, è comprensibilissimo: rimane solo la questione se sia anche ragionevole. La morte non è infatti una crudeltà della natura nei confronti della vita, bensì una disposizione dotata di un senso, la quale ha anche un valore incalcolabile per la vita. Le generazioni dei genitori devono morire per fare posto ai figli. Soltanto questi possono garantire il necessario adattamento ai mutamenti ambientali, e solo in questo modo la specie nel suo insieme può sopravvivere. A ciò si aggiunge il problema dello spazio: se tutti gli esseri viventi fossero immortali, sulla superficie limitata della sfera terrestre mancherebbe ben presto il necessario spazio vitale; la vita eterna raggiungerebbe ben presto i suoi limiti, e verrebbero a mancare le condizioni per l'immortalità. L'evoluzione, quindi, non ha programmato geneticamente la morte e la riproduzione in tutti gli esseri viventi per un semplice capriccio, ma per garantire la possibilità di sviluppo alla vita stessa.


    [CONTINUA]
     
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12 replies since 28/7/2006, 00:41   462 views
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