Natura e cultura

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  1. silverback
     
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    L'elenco di queste scoperte scientifiche si allunga giorno dopo giorno, producendo una massa di dati che è difficile ignorare. E' comprensibile che coloro che hanno trascorso la vita a condannare l'idea che il comportamento umano sia influenzato dall'eredità genetica si dimostrino riluttanti a cambiare idea. Ma il loro atteggiamento contrasta ormai con quello dell'opinione pubblica che sembra avere accettato l'idea che i geni siano coinvolti praticamente in tutto ciò che siamo e facciamo. Allo stesso tempo, la resistenza a paragonarci con gli altri animali si è dissipata grazie ai programmi televisivi di argomento naturalistico che ci hanno mostrato come gli animali siano più intelligenti e interessanti di quanto fossimo soliti credere. Studi sugli scimpanzé e sui bonobo, come quelli effettuati da Jane Goodall e da me, dimostrano che innumerevoli abitudini e potenzialità umane, dalla politica all'allevamento dei figli, alla violenza e persino alla morale, trovano analogie nella vita dei nostri parenti animali più vicini. Come possiamo mantenere il dualismo del passato - fra umani e animali e fra corpo e mente - alla luce di tutte queste prove che ci indicano il contrario?
    Questo, però, non risolve il problema dell'abuso ideologico, anzi lo aggrava. Finché gli uomini faranno politica, descriveranno la natura umana in questo o in quel modo, a seconda dei loro scopi.
    Alla Destra piace sottolineare che l'essere umano sia naturalmente egoista, mentre la Sinistra sostiene che la nostra specie si è evoluta per diventare sociale e cooperativa. Entrambe le posizioni sono in parte corrette e ciò dimostra che vi è qualcosa di sbagliato nel determinismo genetico più ingenuo. E' necessario far capire al pubblico che i geni, di per sé, sono come semi sparsi a terra: privi della capacità di produrre alcunché. Quando si afferma che un carattere è ereditario, tutto ciò che si vuole dire è che parte della sua variabilità può essere spiegata da fattori genetici. Come ha sottolineato anni fa Hans Kummer, primatologo svizzero, cercare di determinare quale percentuale di un carattere sia determinata per via genetica e quale dall'ambiente è tanto inutile quanto il domandarci se il rullare che sentiamo in lontananza è prodotto dal musicista o dal tamburo. D'altro canto, se cogliamo suoni distinti in occasioni diverse, possiamo domandarci legittimamente se la variazione sia causata da musicisti diversi o da strumenti diversi. Questo è l'unico tipo di domanda che la scienza si pone quando confronta gli effetti genetici con quelli derivati dall'ambiente.
    Prevedo che nel campo delle scienze sociali ci sarà un continuo aggiornamento dei legami esistenti fra geni e comportamento, una conoscenza molto più precisa di come il cervello lavori e una graduale adozione del paradigma evolutivo. Il ritratto di Charles Darwin abbellirà finalmente le pareti dei Dipartimenti di psicologia e sociologia! Ma mi auguro che tutto ciò sia accompagnato da un continuo controllo delle implicazioni politiche ed etiche delle scienze del comportamento.
    Tradizionalmente, gli scienziati si sono comportati come se non fosse affar loro il modo in cui sono utilizzate le informazioni che essi producono. In alcuni periodi hanno addirittura contribuito attivamente agli abusi politici. Un'eccezione degna di nota è rappresentata da Albert Einstein, che può fungere da modello della consapevolezza morale necessaria nelle scienze sociali. Se mai la storia ci insegnerà qualcosa, sarà la necessità di rimanere all'erta nei confronti di possibili interpretazioni errate o di rischiose semplificazioni. Nessuno è in una posizione migliore degli scienziati stessi per mettere in guardia contro le storture e per spiegare le complessità di una teoria.



    [CONTINUA]
     
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26 replies since 24/7/2006, 19:21   853 views
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