Natura e cultura

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    Riporto un articolo di Frans B. M. de Waal, pubblicato su LE SCIENZE dossier, n. 7, primavera 2001 (pag. 80-85).
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    Natura e cultura, fine di una controversia

    Da quando posso ricordarlo biologi e sociologi hanno sempre accanitamente litigato. I primi sostengono con forza che i geni svolgono un ruolo importante nel comportamento umano, mentre i secondi ribadiscono che l'uomo è quale egli stesso si costruisce, indipendentemente dalla sua eredità biologica.
    Percepivo l'ardore di questo dibattito, negli anni settanta, ogniqualvolta nei seminari rivolti a un pubblico generico facevo riferimento alle differenze sessuali nel comportamento degli scimpanzé, come per esempio al fatto che i maschi fossero più aggressivi e più ambiziosi delle femmine. Si levavano cori di protesta. Stavo forse proiettando le mie opinioni personali su questi poveri animali?
    Quanto erano rigorosi i miei metodi? Perché mai mi ero preoccupato di confrontare i due sessi: avevo forse mire nascoste? Oggi, se dicessi le stesse cose farei sbadigliare la gente: tutti sanno che uomini e donne hanno prerogative diverse, e molti di noi hanno visto immagini ottenute con la tomografia a emissione di positroni (PET) nelle quali il cervello di soggetti impegnati in compiti di vario genere attiva aree diverse a seconda che si tratti di un maschio o di una femmina. In questo caso tocca a me avere delle riserve. Invece di celebrare la vittoria dell'approccio biologico, guardo ad alcune delle attuali dicotomie fra uomo e donna come a grossolane semplificazioni trasformate in qualcosa di "politicamente corretto" da una serie di colpi bassi maschili. Siamo lontani come non mai da una comprensione profonda delle interazioni fra geni e ambiente. La società ha permesso che il pendolo tornasse a oscillare dalla parte della responsabilità biologica, lasciando dietro a sé una gran quantità di scienziati disorientati. Eppure, si continua a formulare ogni concetto in termini di questa o quell'influenza, piuttosto che di entrambe.
    E' impossibile cercare di capire che cosa ci aspetta nei prossimi 50 anni, senza fermarci a riflettere su quelli appena trascorsi, sulla storia della controversia fra natura ed educazione. Il dibattito è così delicato perché qualunque posizione si prenda è gravata da serie implicazioni politiche. Si va dall'immotivata fede nella flessibilità umana, propria dei riformisti, all'ossessione per la consanguineità e la razza dei conservatori. A modo suo, ciascuna di queste posizioni ha provocato incalcolabili sofferenze umane nel secolo passato.



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26 replies since 24/7/2006, 19:21   853 views
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