Natura e cultura

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  1. Rocky Joe-
     
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    Quanti salamalecchi! <_<

    CITAZIONE
    Siamo lontani come non mai da una comprensione profonda delle interazioni fra geni e ambiente.

    Con una certa malizia mi verrebbe da dire che in queste parole vi è l'essenza di tutto questo bellissimo topic a "puntate". Ma da "profano" mi permetto di asserire che la strada intrapresa da de Waal sia ottima.

    CITAZIONE
    L'effetto Westermarck è un valido esempio di approccio darwiniano al comportamento umano, poiché si basa su una combinazione di natura ed educazione. Esso comprende una componente legata allo sviluppo (l'acquisizione dell'avversione sessuale), una componente culturale (alcune culture allevano assieme i figli non imparentati fra loro, altre allevano separatamente i figli dei due sessi, ma la maggior parte ha un'organizzazione familiare che porta automaticamente a un'inibizione sessuale fra parenti), una ragione chiaramente evolutiva (la soppressione dell'accoppiamento fra consanguinei) e parallelismi diretti con il comportamento animale. Al vertice c'è il tabù culturale, tipico della nostra specie. Ciò che possiamo chiederci è se il tabù dell'incesto serve solo a formalizzare e a rafforzare l'effetto Westermarck o se aggiunge una dimensione sostanzialmente diversa. La fecondità dei programmi di ricerca che integrino approcci di sviluppo, genetici, evolutivi e culturali con fenomeni ben circoscritti dimostra l'utilità di abbattere le vecchie barriere fra discipline. Verosimilmente, nel prossimo millennio lo studio evolutivo del comportamento umano diventerà sempre più sofisticato, poiché terrà conto della flessibilità culturale: la tradizionale dicotomia tra apprendimento e istinto verrà sostituita da una prospettiva basata su una maggiore integrazione. Nel frattempo, gli studiosi di comportamento animale saranno più interessati agli effetti ambientali sul comportamento e specialmente alla possibilità di una trasmissione culturale di informazioni e abitudini. Per esempio, alcune comunità di scimpanzé utilizzano pietre per rompere le noci, mentre altre, che hanno a disposizione le stesse noci e le stesse pietre, non ne fanno uso.
    Sono differenze che non possono essere spiegate dalla variabilità genetica. Questi due percorsi di sviluppo indeboliranno le dicotomie oggi popolari, fino a eliminarle. Piuttosto che considerare la natura in antitesi alla cultura, acquisiremo una comprensione più profonda del comportamento umano e finalmente seppelliremo senza rimpianti il vecchio dibattito tra natura e cultura.

    Massimo rispetto per questo esimio studioso, però io non ho mai negato tutto questo. Quando faccio notare che l'uomo ha un buon grado di "plasmabilità" (termine bruttino ma che rende l'idea) dovuto al fatto che è un animale sociale è questo che intendo dire, non certo negare che vi siano strutture psichiche innate. Sarebbe assurdo ritenere l'essere umano una tabula rasa senza alcuna struttura mentale innata, tutto ciò che siamo adesso non si spiegherebbe.

    Tra l'altro, sempre da "profano", non mi sembra di aver detto cose diverse in questo post del mio blog: http://giubizza.blogspot.com/2007/08/il-di...-e-cultura.html

    Purtroppo sembra che ciò che scrivo sia frutto di miei pensieri e riflessioni arbitrarie perché ho sempre avuto il vizio di documentarmi su vari testi senza annotare le fonti.

    Edited by Giubizza - 12/3/2009, 14:54
     
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26 replies since 24/7/2006, 19:21   853 views
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