Per le donne di oggi la maternità
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Per le donne di oggi la maternità

è un peso o una gioia?

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  1. *STRIDER*
     
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    Sono straconvinto che oggi la maternità sia vissuta male dalla gran parte delle donne, sopratutto dalle mie coetanee, che vedono un figlio come un possibile ostacolo alla loro carriera professionale.
    Ho notato inoltre un atteggiamento denigratorio nei confronti di tutto ciò che è relativo a questo delicato evento, stessa fenomeno che riscontro nei maschi della mia età per quanto riguarda l'argomento matrimonio (battute, risatine), ovvero un fuggire continuamente da tutto ciò che implica responsabilità.
    Cosa ne pensate voi a riguardo?
     
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  2. heartandmind*
     
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    CITAZIONE (*STRIDER* @ 8/10/2005, 19:47)
    Sono straconvinto che oggi la maternità sia vissuta male dalla gran parte delle donne, sopratutto dalle mie coetanee, che vedono un figlio come un possibile ostacolo alla loro carriera professionale.
    Ho notato inoltre un atteggiamento denigratorio nei confronti di tutto ciò che è relativo a questo delicato evento, stessa fenomeno che riscontro nei maschi della mia età per quanto riguarda l'argomento matrimonio (battute, risatine), ovvero un fuggire continuamente da tutto ciò che implica responsabilità.
    Cosa ne pensate voi a riguardo?

    Ho dovuto sbirciare nel tuo profilo per capire la tua età, dato che nel tuo messaggio ti riferisci alle tue coetanee.
    Beh! io sono più grande wink.gif , di altra generazione e mamma felice. Proprio ieri ri-dicevo con le mie colleghe di quanto sia contenta di esserlo, tanto che affermo spesso che "se nella vita non avessi realizzato nulla, nel mettere al mondo un figlio ho comunque fatto cosa grande."Ho vissuto bene sia l'attesa (hai presente come i piccoli aspettano Gesù Bambino ?) che il diventar mamma ed ancora oggi, mio figlio un ragazzetto, serenamente, cercando di essere e fare del mio meglio, porto avanti questo delicato compito nel quale l'interscambio continuo coinvolge tanti aspetti dell’essere, e come stupendamente ricordava Kahlil Gibran nei suoi versi, cerco sempre di ricordarmi che i genitori sono "gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti."
    Dai tuoi coetanei e coetanee mi arrivano segnali diversi tra loro: molti aspirano al matrimonio e all’aver figli , con quale spirito non mi è dato con certezza di saperlo, altri meno o non nell'immediato, altri ancora, sembra, per nulla: certo che da quel che vedo sono ragazze più che preoccupate della loro immagine, del look imposto dai mass media, ma anche del lavoro non facile da trovare. Dirette nei modi ostentano, a mio parere, una sicurezza che non hanno, vivendo anche il contrasto tra i loro sogni, raccontatagli sin da bambine e la realtà meno edulcorata. I ragazzi infatti vivono gli stessi disagi: difficile il rapportarsi all’altro sesso ma più ancora decidere chi essere e cosa, in quale tipo d’uomo identificarsi. Molti, anzi troppi secondo me sono i modelli di riferimento e non tutti alla propria portata ma, come per le donne, sono lì a dettar leggi e a far sentire inadeguati. Difficile crescere. Decidere di prendersi responsabilità in un mondo dove tutto si è complicato, dove il trovar lavoro è quasi una fortuna ed in cui regna sovrano il dictat del divertimento e del piacere facile ed immediato. A questo aggiungi le tante separazioni e divorzi cui parecchi ragazzi sono stati giocoforza coinvolti. Non è facile: ne converrai. Ma buon senso e buoni sentimenti continuano ad esistere fortunatamente ed anche modelli di riferimento. Ci sono ancora figure positive reali intorno a noi: buoni padri, buone madri, nonni, zii o anche semplicemente amici o conoscenti. Sono quindi certa che ci sia chi pensa in positivo, chi ha ancora fiducia, che guarda avanti e cerca di rapportarsi agli altri senza pregiudizio, consapevole che ciascuno ha un suo personale vissuto, diverso dal proprio, ma che anche ed anzi da questo è possibile incominciare un costruttivo dialogo, un rapporto d’amicizia, ed anche, quando succede, un rapporto d’amore.

    Edited by heartandmind* - 9/10/2005, 12:44
     
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  3. COSMOS1
     
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    ham: come dire tante parole senza dire nulla.
    e ho pure fatto la fatica di leggere sperando di trovare un po' di succo...
     
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  4. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (COSMOS1 @ 9/10/2005, 15:15)
    ham: come dire tante parole senza dire nulla.
    e ho pure fatto la fatica di leggere sperando di trovare un po' di succo...

    Non sono d'accordo, fino ad ora è stata l'unica persona ad esprimere concetti e idee personali!
    Tu invece, come la gran parte delle persone del forum, non hai espresso nulla a riguardo e hai criticato l'unica persona che, criticabili o no, ha espresso concetti personal, non facenti parte dell'ideologia collettiva o non presa da libri scritti da "autorevoli".

    CITAZIONE
    ...certo che da quel che vedo sono ragazze più che preoccupate della loro immagine, del look imposto dai mass media, ma anche del lavoro non facile da trovare. Dirette nei modi ostentano, a mio parere, una sicurezza che non hanno, vivendo anche il contrasto tra i loro sogni, raccontatagli sin da bambine e la realtà meno edulcorata. I ragazzi infatti vivono gli stessi disagi: difficile il rapportarsi all’altro sesso ma più ancora decidere chi essere e cosa, in quale tipo d’uomo identificarsi. Molti, anzi troppi secondo me sono i modelli di riferimento e non tutti alla propria portata ma, come per le donne, sono lì a dettar leggi e a far sentire inadeguati. Difficile crescere. Decidere di prendersi responsabilità in un mondo dove tutto si è complicato, dove il trovar lavoro è quasi una fortuna ed in cui regna sovrano il dictat del divertimento e del piacere facile ed immediato.

    E' vero, è lo stesso comportamento che ho notato io. La mancanza di una figura paterna stabile sta creando una generazione di maschi più vuoti, superficiali. Ho avuto diversi amici con padri assenti, chi per divorzio, chi per dovere verso la famiglia (leggi lavoro), e tutti avevano in comune una cosa: anzitutto la leggerezza nell'affrontare la vita, a partire dai rapporti con gli altri, limitati al solo uscire e svagarsi, passando per gli stili di vita arrivando infine alla grande incapacità di affrontare discorsi che andassero al di sopra del pallone e della "fica".
    L'ultimo scontro verbale risale a ieri sera.
    Nel mio gruppo vengo classificato a torto "maschilista" e (questa coniata ieri sera ) "retrogrado", per via di una mia precedente discussione sull'aborto.
    Si parlava di doveri in casa, e io avevo fatto notare il mio punto di vista, ovvero che oltre essere un obbligo verso il proprio compagno\a e i componenti della famiglia, il saper svolgere attività in casa rende un uomo indipendente e non "ricattabile" da una donna nel caso egli dovesse rimanere solo, fosse per un divorzio o per improvviso bisogno. Beh, sai qual'è stata la risposta? -:Beh, adesso pulisce mia madre, quando mi sposerò mia moglie:-
    Il soggetto in questione è uno dei tanti che vive solo con la madre, dal quale ho l'impressione che venga viziato e coccolato all'eccesso, tipico difetto delle "matrone italiane", che a lungo andare crea degli incapaci di staccarsi dalla figura materna e di affrontare in maniera decisa anche passaggi importanti come il matrimonio o il divorzio.
    Non mi stupisco che questi diventino poi in futuro anche i classici uomini assenti in casa, inconsciamente controllati in casa fin da piccoli dalla madre, lo finiscono per diventare anche da adulti dalla moglie, mostruosamente succubi della figura femminile, che a parole magari appellano con dispregiativi (tipo la classica frase -:le femmine so' tutte t...e!:-) ma che poi in loro assenza sono uomini, pardon, maschi perduti.
     
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  5. Maurizio@
     
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    CITAZIONE
    ma che poi in loro assenza sono uomini, pardon, maschi perduti.

    E' così.
    Assolutamente.
     
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  6. Barnart
     
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    QUOTE (*STRIDER* @ 9/10/2005, 20:16)

    E' vero, è lo stesso comportamento che ho notato io. La mancanza di una figura paterna stabile sta creando una generazione di maschi più vuoti, superficiali. Ho avuto diversi amici con padri assenti, chi per divorzio, chi per dovere verso la famiglia (leggi lavoro), e tutti avevano in comune una cosa: anzitutto la leggerezza nell'affrontare la vita, a partire dai rapporti con gli altri, limitati al solo uscire e svagarsi, passando per gli stili di vita arrivando infine alla grande incapacità di affrontare discorsi che andassero al di sopra del pallone e della "fica".
    L'ultimo scontro verbale risale a ieri sera.
    Nel mio gruppo vengo classificato a torto "maschilista" e (questa coniata ieri sera ) "retrogrado", per via di una mia precedente discussione sull'aborto.
    Si parlava di doveri in casa, e io avevo fatto notare il mio punto di vista, ovvero che oltre essere un obbligo verso il proprio compagno\a e i componenti della famiglia, il saper svolgere attività in casa rende un uomo indipendente e non "ricattabile" da una donna nel caso egli dovesse rimanere solo, fosse per un divorzio o per improvviso bisogno. Beh, sai qual'è stata la risposta? -:Beh, adesso pulisce mia madre, quando mi sposerò mia moglie:-
    Il soggetto in questione è uno dei tanti che vive solo con la madre, dal quale ho l'impressione che venga viziato e coccolato all'eccesso, tipico difetto delle "matrone italiane", che a lungo andare crea degli incapaci di staccarsi dalla figura materna e di affrontare in maniera decisa anche passaggi importanti come il matrimonio o il divorzio.
    Non mi stupisco che questi diventino poi in futuro anche i classici uomini assenti in casa, inconsciamente controllati in casa fin da piccoli dalla madre, lo finiscono per diventare anche da adulti dalla moglie, mostruosamente succubi della figura femminile, che a parole magari appellano con dispregiativi (tipo la classica frase -:le femmine so' tutte t...e!:-) ma che poi in loro assenza sono uomini, pardon, maschi perduti.

    Perfetto.

    Il parassitismo maschile in casa è uno dei cavalli di battaglia, una delle lance in mano al femminismo che non smette mai di usarla contro gli uomini.

    Denuncia che è di una maramalderia persino provocatoria perché i maschi parassiti sono un prodotto diretto, specifico, inevitabile e voluto dell'educazione materna e - in specie - della mamma latina.
    Queste madri costruiscono degli esseri deformi della cui mostruosità poi fanno un altro capitolo del "calvario" femminile ed un altro tema di dannazione degli uomini.
    Questo accudire cronico e capillare - che nasconde anche una deriva incestuosa - rappresenta uno dei modi con cui il genere femminile tiene legati, dipendenti e psichicamente immaturi i maschi. I figli di questa "cultura materna del calvario" diventano (con l'aiuto di altre concause) sprezzatori delle donne e boriosi scio vinisti del più volgare machismo.
    Precisamente come dici tu.

    Rino












    Ma
     
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  7. *STRIDER*
     
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    Tu riusciresti a far percepire la bellezza di un paesaggio anche ad un cieco, tanto scrivi bene.
     
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  8. heartandmind*
     
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    CITAZIONE (*STRIDER* @ 9/10/2005, 20:16)
    E' vero, è lo stesso comportamento che ho notato io. La mancanza di una figura paterna stabile sta creando una generazione di maschi più vuoti, superficiali. Ho avuto diversi amici con padri assenti, chi per divorzio, chi per dovere verso la famiglia (leggi lavoro), e tutti avevano in comune una cosa: anzitutto la leggerezza nell'affrontare la vita, a partire dai rapporti con gli altri, limitati al solo uscire e svagarsi, passando per gli stili di vita arrivando infine alla grande incapacità di affrontare discorsi che andassero al di sopra del pallone e della "fica".
    L'ultimo scontro verbale risale a ieri sera.
    Nel mio gruppo vengo classificato a torto "maschilista" e (questa coniata ieri sera   ) "retrogrado", per via di una mia precedente discussione sull'aborto.
    Si parlava di doveri in casa, e io avevo fatto notare il mio punto di vista, ovvero che oltre essere un obbligo verso il proprio compagno\a e i componenti della famiglia, il saper svolgere attività in casa rende un uomo indipendente e non "ricattabile" da una donna nel caso egli dovesse rimanere solo, fosse per un divorzio o per improvviso bisogno. Beh, sai qual'è stata la risposta? -:Beh, adesso pulisce mia madre, quando mi sposerò mia moglie:-
    Il soggetto in questione è uno dei tanti che vive solo con la madre, dal quale ho l'impressione che venga viziato e coccolato all'eccesso, tipico difetto delle "matrone italiane", che a lungo andare crea degli incapaci di staccarsi dalla figura materna e di affrontare in maniera decisa anche passaggi importanti come il matrimonio o il divorzio.
    Non mi stupisco che questi diventino poi in futuro anche i classici uomini assenti in casa, inconsciamente controllati in casa fin da piccoli dalla madre, lo finiscono per diventare anche da adulti dalla moglie, mostruosamente succubi della figura femminile, che a parole magari appellano con dispregiativi (tipo la classica frase -:le femmine so' tutte t...e!:-) ma che poi in loro assenza sono uomini, pardon, maschi perduti.

    Ti dirò: sembra la legge del contrappasso ma quel che asserisci non sempre è vero. Conosco persone che deprivate degli affetti familiari in tenera età a seguito di separazioni e divorzi, per esempio, sono cresciute con ferrea convinzione di voler avere una famiglia unita, forte al di là di tutte le possibili avversità ed espressione visibile di amore e comprensione. Qualcuno è riuscito a realizzare il suo sogno, altri no. Sai, i sogni, come canta anche Cenerentola, sono desideri e non sempre si realizzano. sad.gif

    Certo che non poter godere di una figura stabile di riferimento, guida e sostegno non è facile e lascia segni profondi ma spesso si reagisce e anche se da ragazzi si ostenta rabbia o leggerezza l'età e la maggior maturità che ne consegue solitamente smussano asperità e inducono alla riflessione interiore, all'accettare anche il dolore ma fare di esso un punto di forza. Il tempo *STRIDER* modifica tante cose e soprattutto dentro di noi. Fondamentali sono le figure di riferimento che abbiamo, che condividono la nostra vita e così ti dico cosa penso anche a proposito della seconda parte del tuo messaggio. Ho ben presente il ragazzo di cui tu parli e anche la madre che può avere. Dal fatto che lui stesso dica: in casa mia pulisce mia madre mi fa presumere che non sia di famiglia benestante: oggi molte famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e che godono di un buon tenore di vita hanno la donna e la madre al più sbriga le quotidiane e più urgenti faccende domestiche. Se così fosse stato avrebbe più probabilmente detto: "Adesso pulisce la donna , da grande me la pagherò da solo"

    E sarebbe stato meglio per tutti, per lui che non si sposerà mai per bisogno, per la madre che avrebbe vita migliore e per lui e sua moglie che avrebbero avuto più tempo da dedicare a loro stessi e ai figli.Così non sembra che sia e così questo ragazzo, sembra, almeno per ora, così come ora è il figlio che si fa servire tenderà ed anzi pretenderà che a continuare a farlo sia la moglie; sicuramente anche il padre non farà nulla in casa e il figlio lo imita. Elementare watson. E si verifica quel che tu dici; senza una donna che si cura di loro sono maschi perduti. Se non hanno possibilità econimiche però, bada. Oggi anche a seguito delle tante separazioni e divorzi e quindi di tanti nuovi single, il mercato si è accorto di loro e quindi nel campo alimentare per esempio si vendono buste e confezioni monodose, prodotti per la pulizia in confezione più piccola, inoltre sorgono a vista d'occhio fast food, take away, e da sempre ci sono le lavanderie, le donne di servizio a ore per le faccende più impegnative. L'uomo ha dovuto imparare giocoforza ad organizzarsi e ad essere autonomo: e questo non sarebbe male se non fosse che lo diventa da adulto , a seguito di un evento che già di per sè stesso è faticoso e scombina la vita.

    Giusto sarebbe e mi piacerebbe che uomini e donne fossero resi autonomi sin dalla tenera età a che non abbia più ad esistere l'equivoco secondo il quale un uomo si sposa perchè ha bisogno di una donna. sarebbe un primo grande passo. Qualche madre, ancora poche in verità, si sta impegnando in tal senso, magari perchè più sensibile al problema dell'autonomia, consapevoli che essa accresce anche la sicurezza e l'autostima, ma, sinceramente, non me la sento di dire delle madri che non lo fanno, che la cosa è voluta e finalizzata a che il figlio sia e resti dipendente dalla donna.

    Che il sostituirsi ai figli in ogni tipo di attività in casa e personale produca questo effetto è innegabile ma vanno considerati alcuni fattori: spesso una madre ripete ciò che sua madre gli ha insegnato e che il marito ha mostrato gradire. Quante volte si sente dire " è una brava donna di casa! sa far tutto!" e fino a che la donna non lavorava ed era casalinga era quello il suo ruolo: dimostrare al marito e ai figli di esserlo. Ora i tempi sono cambiati ma la mentalità forse meno; credo che siano parecchie le donne che non si sentono contente perchè la casa non è a posto come vorrebbero e lavorando non hanno il tempo per far tutto! E quindi, pur non potendo escludere la malafede in qualche tipo di donna, (ma forti sono i dubbi) sono propensa a vederci la buona fede ancorchè i risultati, ahimè, siano identici.

    p.s Se posso: non stancarti di parlare coi tuoi amici e stimola sempre il confronto; la parola ha grande forza!! e riguardo a quel che ho capito di te... complimenti a te e ai tuoi genitori smile.gif
    Grazie per quel che hai scritto nella prima parte del tuo post e che non ho quotato .

    Edited by heartandmind* - 10/10/2005, 19:34
     
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  9. lelen
     
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    Il problema di molte madri-matrone è che come dici seguono il modello tradizionale, anche se poi dato che non viviamo più in una società vecchio stampo che (malgrado le discriminazioni e il puritanesimo) comunque conferiva alla donna un certo valore in quanto madre e casalinga, ecco che la frustrazione diventa una logica conseguenza.
    Un tempo le donne investivano tutto sui figli, che poi a loro volta si occupavano di loro. Da madri diventavano nonne e non si sentivano mai inutili.
    Oggi i figli se ne vanno, i nipotini magari vivono lontani e passatemi il termine scurrile, non le cagano neanche.
    Oppure sono le nonne stesse che non si sentono del tutto nonne e preferiscono fare altro (palestra, corsi di pittura etc.).
    Niente di male, ma diventa quasi impossibile evitare di sentirsi lacerate tra ruoli diversi e spesso contrapposti.
    Ci vuole molta chiarezza per non farsi intrappolare da questo tipo di conflitti e riconoscere che i tempi sono cambiati Non è facile sganciarsi dall'idea di doversi in un qualche modo sacrificare per la famiglia. E chi ancora lo fa deve sapere una cosa: i figli oggi se ne vanno per la loro strada e dunque è bene che le donne gia' durante la fase in cui si è attive in quanto madri, si ritaglino uno spazio tutto per sé onde evitare di sentire "l'angoscia del nido vuoto" intrappolando così i figli che hanno tutto il diritto di seguire serenamente il proprio cammino (come dice appunto Gibran, il grande poeta ciato da Hardandmind ) senza doversi per questo sentire in colpa, verso chi ha rinunciato alla propria vita per loro e non perde occasione per rinfacciarlo!
     
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  10. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE
    Dal fatto che lui stesso dica: in casa mia pulisce mia madre mi fa presumere che non sia di famiglia benestante: oggi molte famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e che godono di un buon tenore di vita hanno la donna e la madre al più sbriga le quotidiane e più urgenti faccende domestiche. Se così fosse stato avrebbe più probabilmente detto: "Adesso pulisce la donna , da grande me la pagherò da solo".


    Non lo è benestante, come non lo sono la gran parte degli italiani.
    Io sono figlio di dipendenti statali, eppure a casa mia la donna delle pulizie non c'è mai stata, questo perchè siamo sempre riusciti a gestirci da soli ed inoltre il tutto è costoso, e non tutte le famiglie possono permettersi una tale spesa (di questi tempi poi!).
    Non è per vantarmi, ma credo che la mia famiglia (e specialmente mio padre) sia un buon esempio di collaborazione domestica.
    Non è raro vederlo preparare il pranzo o lavare i piatti, o magari lavarmi i panni, come del resto per me improvvisarmi giardiniere o boscaiolo al fianco suo (abbiamo del terreno in campagna...), benchè io abbia intrapreso tutt'altro lavoro.
    Lavare o stirare è divenuto per me un'esigenza anche a causa del loro impiego che li teneva fuori di casa, spesso fino a sera tardi, e più tardi quando ho deciso di proseguire la carriera militare tutto ciò mi è servito.
    Fino ad oggi, ad esempio, non ho mai lavato i panni in lavanderia, a differenza dei miei colleghi che ne usufruiscono, vuoi per abitudine, vuoi per svogliatezza.
    Tirando le somme, a fine mese sono un bel mucchio di soldi risparmiati, che nel loro piccolo a lungo andare fanno la differenza, e, visto e considerato che di questi tempi si paga cara anche l'aria che si respira credo che si possa benissimo rinunciare al superfluo.

    CITAZIONE
    ...sinceramente, non me la sento di dire delle madri che non lo fanno, che la cosa è voluta e finalizzata a che il figlio sia e resti dipendente dalla donna.

    Io credo che la cosa sia perlopiù inconscia. Del resto, sentendo i pareri di mia nonna a proposito di questi argomenti, ho avuto sempre l'impressione che essa considerasse "disonorevole" che un uomo si lavasse e stirasse da solo. Non ci scordiamo inoltre che le nostre nonne sono a loro volta madri delle nostre madri, ma, seppur figlie di un'altra epoca, ricca di cambiamenti dal punto di vista sociale, hanno comunque respirato quei concetti che (secondo la mia tesi) poi senza volere hanno riproposto ai figli.
    In definitiva, qualche cambiamento (se ci sarà) si vedrà in futuro, magari fra due generazioni.
    Di una cosa sono sicuro però, se continueremo con questo andazzo (aumento dei single per scelta e dei divorzi) non sarò di certo una "bestia rara" come lo sono ora. shifty.gif
     
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  11. okkiblu79
     
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    Vorrei avere un figlio, nella mia vita.
    Ma siccome ho scelto di vivere la mia vita con un uomo vorrei che questo figlio sia desiderio di tutti e due.
    Lui è indeciso e io gli ho detto che in ogni caso ho scelto di vivere con lui e quello che verrà sarà comunque bellissimo.

    Chi ride e elude gli argomenti si trova in imbarazzo e ha paura di affrontarli, come evidentemente ha paura di affrontare una maternità o un matrimonio.
    Quello che dici delle famiglie di oggi STRIDER è vero e sono d'accordo con te.
    Io ho una sorella e quindi a casa mia non sò come sarebbe stato trattato un ragazzo, ma mio padre è un uomo che si è sempre dato da fare in casa e io e mia sorella abbiamo sempre aiutato nelle faccende di casa.
    Adesso che stò arredando casa però qualche mia amica (per lo più universitarie) trova disdicevole che io trapani i muri per montare le mensole o stenda il silicone per isolare il box doccia poichè sono lavori da uomo e mia nonna mi ha consigliato di non fare più i turni poichè altrimenti non potrei preparare sempre la cena a mio marito oppure non sarei a casa di sabato e di domenica. Io le ho detto che se mio marito voleva una serva poteva pagarsela, se voleva una moglie doveva rimboccarsi le maniche anche lui.
    Mia madre sà che me la sò cavare e non mi dice nulla.

    Sono preoccupata da come molti ragazzi vivono la responsabilità verso la maternità.
    Molte coppie giovani vengono in Pronto Soccorso a chiedere la pillola del giorno dopo. E molte, quasi tutte, sono formate da ragazzi dai 16-17 anni ai 24-25. Una notte è venuta una coppia: lui 18 anni, lei 17. Io li ho indirizzati in ginecologia e ostetricia, dopo qualche ora li ho incontrati alle macchinette a bere un caffè. Lui, lei e una coppia di amici, della stessa età. Scherzavano. Lei era preoccupata perchè se non funzionava non poteva tenere il bambino. Ha detto: "Mi rovino la vita". Lui diceva: "Massì cosa vuoi che sia... al massimo abortisci".
    Lei ha sorriso, a me è venuta la pelle d'oca.
     
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  12. heartandmind*
     
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    CITAZIONE (okkiblu79 @ 12/10/2005, 01:37)
    Vorrei avere un figlio, nella mia vita.
    Ma siccome ho scelto di vivere la mia vita con un uomo vorrei che questo figlio sia desiderio di tutti e due.
    Lui è indeciso e io gli ho detto che in ogni caso ho scelto di vivere con lui e quello che verrà sarà comunque bellissimo. (...)

    (...) Lei era preoccupata perchè se non funzionava non poteva tenere il bambino. Ha detto: "Mi rovino la vita". Lui diceva: "Massì cosa vuoi che sia... al massimo abortisci".
    Lei ha sorriso, a me è venuta la pelle d'oca.

    Molto bello quel che hai scritto nella prima parte e nell'ultima del tuo messaggio: dimostra consapevolezza e buoni sentimenti.
    Ma mi chiedevo: hai detto di amare un ragazzo con il quale sei completamente appagata sotto tutti gli aspetti e che con lui hai un progetto di vita e che hai un amico che non ami, nè ti ama, ma con cui fai sesso.
    Ora mi sorge spontanea una domanda: nel caso restassi incinta ( è risaputo che non sempre i metodi anticoncezionali sono sicuri al %, quindi potrebbe succedere, almeno come ipotesi) come ti comporteresti? Da quel che leggo dovrebbe essere lontano da te il pensiero di abortire... e quindi? Che faresti? rolleyes.gif

     
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  13. okkiblu79
     
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    Lo terrei heart.
    Certo stò attenta. Sono una infermiera e le conoscenze e i mezzi non mi mancano, nè la testa. Quindi la uso.
    In coscienza mia non potrei abortire.
    Credo che lo terrei perfino sapendolo portatore di handicap.
    Certo mi troverei in una situazione molto difficile. Poichè sapere chi è il padre potrebbe essere difficile. Attualmente uso solo il profilattico perciò dubito che potrei sbagliarmi sulla paternità. Lo uso sempre, poichè giocare con la sorte non mi garba molto e non è responsabile. Quindi dovrebbe rompersi il preservativo e direi che saprei per certo e lo saprebbe anche lui, di chi è il bambino.
    Matematicamente se resto incinta il mio ragazzo saprebbe che non è suo e io non tenterei in alcun modo di ingannarlo, anzi gli direi la verità anche perchè il mio amico, sapendo il figlio suo ne richiederebbe a gran voce la paternità, ne sono certa.
    Sicuramente non abortirei per comodità e per non affrontare la situazione.

     
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  14. Maurizio@
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 10/10/2005, 09:05)
    CITAZIONE (*STRIDER* @ 9/10/2005, 20:16)

    E' vero, è lo stesso comportamento che ho notato io. La mancanza di una figura paterna stabile sta creando una generazione di maschi più vuoti, superficiali. Ho avuto diversi amici con padri assenti, chi per divorzio, chi per dovere verso la famiglia (leggi lavoro), e tutti avevano in comune una cosa: anzitutto la leggerezza nell'affrontare la vita, a partire dai rapporti con gli altri, limitati al solo uscire e svagarsi, passando per gli stili di vita arrivando infine alla grande incapacità di affrontare discorsi che andassero al di sopra del pallone e della "fica".
    L'ultimo scontro verbale risale a ieri sera.
    Nel mio gruppo vengo classificato a torto "maschilista" e (questa coniata ieri sera   ) "retrogrado", per via di una mia precedente discussione sull'aborto.
    Si parlava di doveri in casa, e io avevo fatto notare il mio punto di vista, ovvero che oltre essere un obbligo verso il proprio compagno\a e i componenti della famiglia, il saper svolgere attività in casa rende un uomo indipendente e non "ricattabile" da una donna nel caso egli dovesse rimanere solo, fosse per un divorzio o per improvviso bisogno. Beh, sai qual'è stata la risposta? -:Beh, adesso pulisce mia madre, quando mi sposerò mia moglie:-
    Il soggetto in questione è uno dei tanti che vive solo con la madre, dal quale ho l'impressione che venga viziato e coccolato all'eccesso, tipico difetto delle "matrone italiane", che a lungo andare crea degli incapaci di staccarsi dalla figura materna e di affrontare in maniera decisa anche passaggi importanti come il matrimonio o il divorzio.
    Non mi stupisco che questi diventino poi in futuro anche i classici uomini assenti in casa, inconsciamente controllati in casa fin da piccoli dalla madre, lo finiscono per diventare anche da adulti dalla moglie, mostruosamente succubi della figura femminile, che a parole magari appellano con dispregiativi (tipo la classica frase -:le femmine so' tutte t...e!:-) ma che poi in loro assenza sono uomini, pardon, maschi perduti.

    Perfetto.

    Il parassitismo maschile in casa è uno dei cavalli di battaglia, una delle lance in mano al femminismo che non smette mai di usarla contro gli uomini.

    Denuncia che è di una maramalderia persino provocatoria perché i maschi parassiti sono un prodotto diretto, specifico, inevitabile e voluto dell'educazione materna e - in specie - della mamma latina.
    Queste madri costruiscono degli esseri deformi della cui mostruosità poi fanno un altro capitolo del "calvario" femminile ed un altro tema di dannazione degli uomini.
    Questo accudire cronico e capillare - che nasconde anche una deriva incestuosa - rappresenta uno dei modi con cui il genere femminile tiene legati, dipendenti e psichicamente immaturi i maschi. I figli di questa "cultura materna del calvario" diventano (con l'aiuto di altre concause) sprezzatori delle donne e boriosi scio vinisti del più volgare machismo.
    Precisamente come dici tu.

    Rino

    Barnart, sono assolutamente d'accordo con te.
     
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  15. heartandmind*
     
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    CITAZIONE (okkiblu79 @ 12/10/2005, 02:25)
    Lo terrei heart.
    Certo stò attenta. Sono una infermiera e le conoscenze e i mezzi non mi mancano, nè la testa. Quindi la uso.
    In coscienza mia non potrei abortire.
    Credo che lo terrei perfino sapendolo portatore di handicap.
    Certo mi troverei in una situazione molto difficile. Poichè sapere chi è il padre potrebbe essere difficile. Attualmente uso solo il profilattico perciò dubito che potrei sbagliarmi sulla paternità. Lo uso sempre, poichè giocare con la sorte non mi garba molto e non è responsabile. Quindi dovrebbe rompersi il preservativo e direi che saprei per certo e lo saprebbe anche lui, di chi è il bambino.
    Matematicamente se resto incinta il mio ragazzo saprebbe che non è suo e io non tenterei in alcun modo di ingannarlo, anzi gli direi la verità anche perchè il mio amico, sapendo il figlio suo ne richiederebbe a gran voce la paternità, ne sono certa.
    Sicuramente non abortirei per comodità e per non affrontare la situazione.

    Matematicamente se resto incinta il mio ragazzo saprebbe che non è suo e io non tenterei in alcun modo di ingannarlo, anzi gli direi la verità anche perchè il mio amico, sapendo il figlio suo ne richiederebbe a gran voce la paternità, ne sono certa

    Però ora lo stai facendo nascondendogli che fai sesso con un altro rolleyes.gif

    Non voglio certo fare il grillo parlante della situazione e mi complimento anzi per il fatto che comunque ti assumeresti le tue responsabilità e terresti il bambino, ma sicuramente la scelta, nel caso questo fosse del tuo amico, sarebbe ben diversa da quella di vita felice che tu e il tuo ragazzo sognate e avete progettato. Tu e il tuo amico non vi amate, anzi tu ami un altro, almeno così hai detto e anche se richiedesse la paternità la situazione che si verrebbe a creare non sarebbe il massimo e per tutti.
    Vale la pena rischiare? cool.gif
     
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63 replies since 8/10/2005, 18:47   1865 views
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