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http://www.corriere.it/cronache/09_settemb...44f02aabc.shtml CITAZIONETornano le vecchie calzamaglie, anche se ora si chiamano mantyhose
Londra: vanno forte i collant da uomo
Da Selfridges sono convinti: «Sono versatili. Gli uomini li compreranno perché sono una dichiarazione di stile»
LONDRA - Ricordate la scena-cult del Diario di Bridget Jones, quando Hugh Grant ha un incontro ravvicinato con i mutandoni contenitivi di Renée Zellweger? Bene, fra non molto potrebbe succedere il contrario: ovvero, che sia la ragazza a trovare una «sorpresa» nella biancheria del fidanzato. Solo che in questo caso non parliamo delle antiestetiche pancere della nonna, bensì di pesanti collant da 120 denari (unità di misura dello spessore del tessuto, ndr). Sì, proprio quelle che di solito indossano i ballerini di danza classica.
MANTYHOSE - Stando, infatti, agli ultimi dati di vendita, la richiesta di collant da parte della clientela maschile sarebbe notevolmente aumentata negli ultimi cinque anni, tanto che da Selfridges a Londra avrebbero deciso di commercializzare una linea di calze, destinata esclusivamente alle gambe non esattamente filiformi dei maschietti. Realizzate dal marchio di lingerie Unconditional in un unico modello da 120 denari, i collant da uomo (o meglio, mantyhose) saranno disponibili in tre colori (nero, beige e carbone), al prezzo di poco meno di 77 euro, e a dar retta a chi li ha già indossati, si porterebbero benissimo sotto i classici abiti maschili, perché terrebbero le gambe al caldo e garantirebbero, al tempo stesso, una linea invidiabile a fianchi e cosce. «Quest’inverno gli uomini più stilosi della City avranno un’arma segreta nascosta nei loro pantaloni», ha scherzato sul Daily Mail David Walker-Smith, direttore del reparto maschile di Selfridges. «Perché i mantyhose sono estremamente versatili. Ecco perché siamo convinti che gli uomini non li compreranno solo per proteggere le gambe nelle serate più fredde, ma anche perché rappresentano una vera e propria dichiarazione di stile».
A VOLTE RITORNANO - Per la verità, storicamente i collant avevano sempre trovato posto negli armadi degli uomini, ma erano caduti in disgrazia negli ultimi 200 anni a causa della scomodità nell’averli addosso, mentre in epoca più recente sono stati per lo più prerogativa di quanti lavorano a temperature polari o degli sportivi (ciclisti e calciatori in primis). Ma, evidentemente, il trend sta cambiando e prova ne è il sito e-MANcipate!, appositamente creato dal designer ungherese (ma con base a Londra) Harisnya e pieno zeppo di consigli su come indossare i mantyhose (c’è pure la versione very cool con i pantaloni alla zuava) senza sentirsi ridicoli. «I collant dovrebbero essere considerati un indumento unisex», ha spiegato lo stilista al tabloid. «Possono essere indossati perché sono di moda, per motivi di salute o esigenze sportive. Il sito serve proprio a questo, ovvero far capire che i mantyhose possono diventare un accessorio irrinunciabile nel guardaroba maschile». Insomma, dopo le manbags, i meggings e il guyliner (ovvero, rispettivamente, le borsette, i leggings e l’eyeliner da uomo), ora tocca ai collant. Resta, però, un dubbio: quante donne si farebbero vedere in giro insieme a un uomo vestito come Robin Hood?
Simona Marchetti
24 settembre 2009
Sono senza parole.. -
ilmarmocchio.
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Quando le donne sbertucciano se stesse
Scritto da Maurizio De Santis
lunedì 28 settembre 2009
La parabola esistenziale del femminismo planetario ricorda
maledettamente il nichilismo che, ad un certo punto, pervase la
civiltà Bizantina.
Ricorderete.Mentre la “crema culturale” di Costantinopoli
dissertava sul sesso degli angeli, le armate turche avevano ragione
delle mura della città e dei loro estenuati difensori.
Forse frustrate dal disastroso andazzo dei labour, le donne inglesi
sinistrorse (anima del femminismo britannico), hanno trovato il
modo di richiamare l’interesse mediatico.
...
Nella migliore tradizione del feroce femminismo anni settanta,
hanno denunciato un oscuro piano misogino, perpetrato dall’immarcescibile lobby dei maschi.
Cribbio! (penserete voi). Finalmente una seria presa di posizione contro il Burqa o l’opprimente
condizione delle donne musulmane immigrate nel Regno!
Sintesi della denuncia: "Perché gli uomini indossano scarpe comode e sicure quando vanno a lavorare,
mentre le donne devono stare in equilibrio su tacchi troppo alti, che oltretutto possono causare seri danni
alla salute?".
Pletore di “maschietti” si guardano smarriti. “I tacchi sarebbero imposti da noi?!!”...
Quasi tutti cominciano a sospettare di essere sposati, conviventi, o accoppiati (fate vobis), con una donna
“anomala”.
“Io truce eversore di quella?”
“Quella”, sarebbe il soggetto femminile con il terribile vizio di incollarsi alle vetrine che espongono il
trionfo del tacco.
A questo punto, conosco anch’io solo donne “anomale”.
Che i tacchi se li cercano, li scovano e li celebrano, calzandoli da sole. Senza essere obbligate dal perfido
maschio, così feticista, sadico e contorto, ad ostentare caviglie abbarbicate sopra improbabili trampoli.
Donne come la deputata conservatrice britannica Nadine Dorries che, preoccupata di aver scelto i tacchi,
senza essere obbligata da qualche fallocrate assatanato, ha detto: “Sono alta un metro e 54 e ho bisogno di
centimetri in più per poter guardare i miei colleghi negli occhi e non passare inosservata al parlamento di
Westminster”.
Non conosco soggetti come la sindacalista Mary Turner, della Gmb Union: “Se per sentirsi all'altezza dei
suoi colleghi maschi ha bisogno di mettere i tacchi, ci fa pietà. Noi al Gmb siamo abituate a stare in piedi
da sole”.
Per prodigarsi poi a perorare la causa della scarpa bassa, definendo i tacchi a spillo uno “strumento
maschilista”..
Giusto!
Se i maschietti cercano centimetri, provvedessero piuttosto a procurarseli in “quel posto lì”. Almeno
farebbero un bel piacere alle lady godive.
Saremmo noi, inetti al tramonto, a sviluppare curiose asimmetrie commerciali, che fanno sì che tre quarti
degli spazi di ogni negozio di scarpe, vestiti e profumi sia dedicato solo a loro: le donne.
Ma, le sindacaliste britanniche, in fondo, seguono i prodromi della cronaca... Non ciarlano a caso.
Sanno bene che alla Provincia di Modena, una mente illuminata ha emanato un libello, orientato a
proibire i racchi sul luogo di lavoro.
Ma Modena è una tappa. Per le femministe, evidentemente, il sogno resta la Malesia.
Dove alle donne è stato proibito di indossare scarpe alte. Ma essendo musulmani (dunque, ancor più
previdenti), hanno pure proibito alle donne di truccarsi.
Perché, si sa, trucco e i tacchi alti scatenano gli istinti primordiali dell’uomo, “favorendo” stupri e molestie
sessuali. Insomma, un clamoroso ritorno ai “mutandoni” della nonna...
Il passo successivo potrebbe consistere nel proporre il Burqa sul posto di lavoro. Metterebbe al sicuro le
donne da ogni istinto troglodita maschile.
Un buon capro espiatorio vale quasi quanto una soluzione.
Da: www.giustiziagiusta.info
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Leox_.
User deleted
CITAZIONE (Maurizio66 @ 25/9/2009, 13:43)http://www.corriere.it/cronache/09_settemb...44f02aabc.shtmlCITAZIONETornano le vecchie calzamaglie, anche se ora si chiamano mantyhose
Londra: vanno forte i collant da uomo
Da Selfridges sono convinti: «Sono versatili. Gli uomini li compreranno perché sono una dichiarazione di stile»
LONDRA - Ricordate la scena-cult del Diario di Bridget Jones, quando Hugh Grant ha un incontro ravvicinato con i mutandoni contenitivi di Renée Zellweger? Bene, fra non molto potrebbe succedere il contrario: ovvero, che sia la ragazza a trovare una «sorpresa» nella biancheria del fidanzato. Solo che in questo caso non parliamo delle antiestetiche pancere della nonna, bensì di pesanti collant da 120 denari (unità di misura dello spessore del tessuto, ndr). Sì, proprio quelle che di solito indossano i ballerini di danza classica.
MANTYHOSE - Stando, infatti, agli ultimi dati di vendita, la richiesta di collant da parte della clientela maschile sarebbe notevolmente aumentata negli ultimi cinque anni, tanto che da Selfridges a Londra avrebbero deciso di commercializzare una linea di calze, destinata esclusivamente alle gambe non esattamente filiformi dei maschietti. Realizzate dal marchio di lingerie Unconditional in un unico modello da 120 denari, i collant da uomo (o meglio, mantyhose) saranno disponibili in tre colori (nero, beige e carbone), al prezzo di poco meno di 77 euro, e a dar retta a chi li ha già indossati, si porterebbero benissimo sotto i classici abiti maschili, perché terrebbero le gambe al caldo e garantirebbero, al tempo stesso, una linea invidiabile a fianchi e cosce. «Quest’inverno gli uomini più stilosi della City avranno un’arma segreta nascosta nei loro pantaloni», ha scherzato sul Daily Mail David Walker-Smith, direttore del reparto maschile di Selfridges. «Perché i mantyhose sono estremamente versatili. Ecco perché siamo convinti che gli uomini non li compreranno solo per proteggere le gambe nelle serate più fredde, ma anche perché rappresentano una vera e propria dichiarazione di stile».
A VOLTE RITORNANO - Per la verità, storicamente i collant avevano sempre trovato posto negli armadi degli uomini, ma erano caduti in disgrazia negli ultimi 200 anni a causa della scomodità nell’averli addosso, mentre in epoca più recente sono stati per lo più prerogativa di quanti lavorano a temperature polari o degli sportivi (ciclisti e calciatori in primis). Ma, evidentemente, il trend sta cambiando e prova ne è il sito e-MANcipate!, appositamente creato dal designer ungherese (ma con base a Londra) Harisnya e pieno zeppo di consigli su come indossare i mantyhose (c’è pure la versione very cool con i pantaloni alla zuava) senza sentirsi ridicoli. «I collant dovrebbero essere considerati un indumento unisex», ha spiegato lo stilista al tabloid. «Possono essere indossati perché sono di moda, per motivi di salute o esigenze sportive. Il sito serve proprio a questo, ovvero far capire che i mantyhose possono diventare un accessorio irrinunciabile nel guardaroba maschile». Insomma, dopo le manbags, i meggings e il guyliner (ovvero, rispettivamente, le borsette, i leggings e l’eyeliner da uomo), ora tocca ai collant. Resta, però, un dubbio: quante donne si farebbero vedere in giro insieme a un uomo vestito come Robin Hood?
Simona Marchetti
24 settembre 2009
Sono senza parole.
Qui non c'entra la questione maschile o femminile a mio avviso, c'entra che sono orribili!!!
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TullioConforti.
User deleted
e costano pure cari!!
Complimenti a chi la pensata, un vero genio del marketing.
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