ERIC ZEMMOUR

L'UOMO MASCHIO

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  1. C. Nemo
     
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    Come facevo a scuola, inizio a svolgere i tre compiti che mi sono stati assegnati (o che mi sono autoassegnati) dal più semplice, quello che richiede un impegno minore.

    Comincio dunque a trascrivere alcuni stralci dal libro di Zemmour.

    1. PREAMBOLI



    DAL RETROCOPERTINA

    "Sì, tutti ne parlano. E allora c'è una considerazione ineludibile sul pamphlet politicamente scorretto di Eric Zemmour: se ha costretto tutti a parlare del suo libro, vuol dire che ha toccato un nervo scoperto." (TF1)

    Commento

    Oh, bene: si riconosce che Zemmour ha toccato "un nervo scoperto": significa che tutti, anche il grande pubblico e i media, iniziano a intuire che qualcosa non va. A mio parere U3000, con la sua critica al Sistema e con le sue proposte di ricostruzione, dovrebbe inserirsi proprio in questo vuoto che, qua e là, si inizia a percepire.
    Per far ciò però non deve limitarsi solo a criticare, ma deve anche iniziare a ricostruire e a proporre qualcosa di valido e di alternativo. deve riedificare ciò che è stato distrutto, su nuove e più autentiche basi e fondamenta.
    Compito certo arduo, ma imprescindibile e inderogabile.

    "Come si presenta oggi l'uomo ideale? [...] Crede fermamente ai valori femminili. Privilegia il compromesso. Insomma, l'uomo ideale... è una vera donna. Ha reso le armi. [...] Tutto quello che è autenticamente mascolino è considerato una parolaccia. Una tara. Però così il gioco non funziona..."

    Commento

    Eh già: il gioco non funziona, e per nessuno: né per gli uomini, né per le donne; né per gli adulti, né per i bambini.
    Distruggendo la virilità e femminilizzando il sistema, abbiamo creato una società allo sbando, in cui nessuno sa più in cosa deve credere e cosa deve fare e tutti stanno male (gli uomini e le donne; gli adulti e i bambini; gli anziani e gli adolescenti), e ad averla vinta sono i furbi e le furbe (anzi, meglio: le furbe e i furbi, che fa ancora più politically correct), le egoiste e gli egoisti, le tiranne e i tiranni, le approfittatrici e gli approfittatori, le perverse e i perversi...

    DAL RISVOLTO DI COPERTINA

    "Lo so. So che non esistono l'Uomo e la Donna, ma gli uomini e le donne. Non generalizzazioni, solamente casi specifici. Tanti casi particolari quanti sono gli individui. Miliardi di storie per miliardi di esseri umani sul pianeta. Lo so che c'è qualcosa di femminile nell'uomo e di maschile nella donna. Lo so, figurarsi: sono stato adolescente negli anni Settanta.
    So che la catalogazione di tipicità sessuali è sospetta, per non dire reazionaria, che non ci sono sessi, ma solo generi. Sfumati, inevitabilmente imprecisi.
    So anche di non essere un sociologo, un filosofo, né un giornalista di Marie Claire, e di non aver preparato la mia polemica con una serie di sondaggi.
    Lo so, so tutto. Ma ho cominciato a scrivere questo breve libro per capire cosa è successo, cosa è capitato ai maschi, e soprattutto per recuperare il pensiero virile.
    Lo so, non si dovrebbero mai seguire i propri bassi istinti. Ma non sono che un uomo..."


    Commento

    A mio parere la chiave di volta di questa presentazione dell'autore risiede nelle due ultime frasi, che sono costruite in modo antifrastico rispetto a tutto ciò che precede (vale a dire che si contrappongono alle asserzioni riportate in precedenza).

    Ora, qual è il pensiero ufficiale vigente: che non esistono l'Uomo e la Donna in senso archetipico; che non esiste una norma, un tipo, un modello ideale di Uomo e di Donna, verso cui ogni uomo e ogni donna concreti dovrebbero tendere; che una donna può fare tutto ciò che fa un uomo e viceversa; che c'è del femminile nel maschile e del maschile nel femminile (ricordate Jung e la sua bizzara teoria dell'Anima dell'Uomo e dell'Animus della Donna?). In pratica non esisterebbero l'Uomo e la Donna, ma degli esseri umani androginici, un po' uomini e un po' donne.

    [A dire il vero le cose sono ancora più complesse, perché il femminismo, come ha ben appurato Rino Della Vecchia Barnart, fa uso dei più disparati approcci metodologici e li piega ai suoi fini:

    1. allorché si tratta di "decostruire" spazi tradizionalmente esclusivamente maschili (dal club esclusivamente maschile alla squadra di calcio), adotta un approccio "culturalista" e afferma che non esistono i sessi, ma solo i generi, i quali non cono categorie naturali, ma solo "costruzioni culturali" e che dunque, sulla scorta di Derrida, possono essere "destrutturati", "decostruiti", "smitizzati", perché c'è del maschile nella donna e del femminile nell'uomo, e non esistono l'Uomo e la Donna, ma solo gli uomini e le donne;

    2. allorché si tratta invece di preservare spazi per tradizione esclusivamente femminili o di crearne dei nuovi, ecco che allora il pensiero femminista torna ad adottare un approccio "essenzialista" e, di colpo, si ricorda che esistono l'Uomo e la Donna, e non semplicemente gli uomini e le donne.
    Un esempio: numerosi circoli femministi hanno già fatto sapere che si opporanno in ogni modo alla sperimentazione di macchine artificiali che permettano di portare avanti gravidanze extrauterine, perché la gravidanza, il parto, l'allattamento sono di competenza esclusiva della Donna. Ah sì: ma perché, esisterebbe la Donna in senso archetipico? Che facciamo: allorché torna comodo, recuperiamo un "pensiero essenzialista"? Le categorie di Uomo e Donna non erano state forse decostruite e destrutturate? E poi, scusatemi: non erano forse le femministe, negli anni '70, ad affermare che la maternità era stata, da sempre, il fardello attraverso cui la società patriarcale aveva oppresso la donna e l'aveva costretta in un ruolo subordinato: quello di sfornare figli per il marito e per la società? Che cos'è dunque questo ritorno al matriarcalismo e questa nostalgia della gravidanza e del parto? Inoltre: come mai la tecnologia sarebbe buona e "progressista" allorché, attraverso la fecondazione in vitro e le banche di sperma (che permetterebbe alle donne di partorire senza dover subire l'umiliazione del coito: ricordo che per le femministe "ogni coito è uno stupro" e "ogni penetrazione umilia, opprime e abbassa la donna") o attraverso le nuove tecniche bio-ingegneristiche che mirano a far divenire realtà l'antico sogno partenogenetico delle donne, renderebbe superlfluo il maschio, mentre, di colpo, diverrebbe demonica, stregonesca e hitleriana allorché vorrebbe far diventare superlfua la femmina?...]

    Di fronte alla vulgata ufficiale, Zemmour reagisce e, antifrasticamente, contrappone:

    1. al pensiero che non esistono i sessi, ma solo i generi, un pensiero opposto, secondo cui, invece, esistono, in sede archetipica, l'Uomo e la Donna, e che dunque queste non sono costruzioni culturali, ma dati essenziali della natura umana.
    Ora, non la pensano così anche quelli di U3000 e di MS? Il pensiero di Zemmour dunque non converge qui con quello dei tremmilisti e dei selvatici?

    2. alla necessità che per parlare bisogna per forza essere sociologi, filosofi, psicologi, mass-mediologi, etc. etc., egli contrappone invece la sua esperienza di uomo, di maschio, di essere appartente al sesso maschile (e fiero di appartenervi).

    Da qui, dunque, le sue due ultime affermazioni, che chiudono le brevi note di presentazione del libro:

    1. in base alla prima: "Ho cominciato a scrivere questo breve libro per capire cosa è successo, cosa è capitato ai maschi, e soprattutto per recuperare il pensiero virile" , Zemmour potrebbe essere annoverato fra i "tremillisti".
    Qui sembra infatti parlare come un "ridestato", come uno che finalmente riprende coscienza e inizia a interrogarsi sul suo stato e su ciò che è successo in questi ultimi decenni;

    2. in base alla seconda: "Lo so, non si dovrebbero mai seguire i propri bassi istinti. Ma non sono che un uomo...", egli sembra invece parlare come un "selvatico".
    Se prima sembrava Barnart, ora sembra Risè. Che cosa sta dicendo infatti ora Zemmour? Sostanzialmente quello che dice Risè: "Siamo vissuti in una società delle buone maniere, in una società consumistica della Grande Madre, che ha mortificato l'istinto e ha castrato l'uomo. Adesso è venuta l'ora di riscoprire l'istinto fallico e virile!..."

    Concludo qui.

    Vi piace come presentazione del libro?
    Gli ho fatto una buona propaganda?
    Vi ho convinti ad acquistarlo e a diffonderne il contenuto?
     
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64 replies since 16/4/2007, 15:46   1548 views
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