MODELLI DI STERILITA'

Induzione alla sterilità femminile attraverso modelli culturali

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  1. wookyee
     
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    http://www.sportmotion.it/dimagrimento/oss...ne_al_magro.htm

    L’ossessione per la magrezza I fattori socio-culturali

    L’idealizzazione della magrezza e l’attenzione al peso corporeo sono parte della cultura occidentale dall’inizio del Novecento, ma è soltanto dalla seconda guerra mondiale e soprattutto dagli anni Sessanta che le diete e la magrezza sono diventate una vera e propria ossessione culturale di massa.

    Tale situazione ha condizionato soprattutto le donne, (e recentemente anche gli uomini), poiché l’essere attraenti e desiderabili è una componente importante dell’autostima e del successo sociale.

    C’è un interrogativo che è diventato oggetto di ricerca sperimentale: l’interesse femminile per la magrezza è solo una risposta alle aspettative maschili o implica anche altri fattori?
    Le donne hanno modelli di magrezza (femminile) diversi da quelli degli uomini?

    In merito a ciò è stato condotto un esperimento nell’Università della Pennsylvania.

    I ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di studenti dei due sessi di osservare una serie di schizzi di figure maschili e femminili di varie dimensioni (ma della stessa altezza), e di scegliere poi:

    a) la figura che consideravano più simile a sè stessi;

    b) la figura alla quale avrebbero voluto somigliare di più;

    c) la figura che secondo loro poteva risultare più attraente per le persone dell’altro sesso;

    d) la figura del sesso opposto che trovavano più attraente.

    A differenza dei maschi, le studentesse avevano la tendenza a sopravvalutare il loro peso reale. Inoltre, la figura da esse indicata come rappresentativa del loro peso effettivo era decisamente più grassa sia di quella che avevano scelto come ideale sia di quella che consideravano più attraente per i maschi.

    È interessante notare che la figura ideale delle donne era più snella di quella che secondo loro sarebbe stata più attraente per i maschi

    A quanto pare, l’interesse femminile per il peso non deriva solo dallo sforzo di piacere agli uomini, benchè anche questo sia un fattore rilevante.

    Ancora più interessante è il fatto che secondo le stime femminili, la figura più attraente per i maschi era più magra di quella effettivamente preferita da questi ultimi.

    I dati relativi alle scelte femminili sono nettamente in contrasto con quelli registrati per i maschi, che in media non mostrano alcuna discrepanza tra la percezione del loro peso, il peso ideale e quello che considerano sessualmente attraente.

    Un unico dato è simile nei due gruppi esaminati: anche i maschi non hanno identificato il peso che i soggetti del sesso opposto ritengono più attraente.
    Ma hanno sbagliato in senso contrario, scegliendo cioè una figura più grassa di quella che le donne indicavano come uomo ideale.

    A quanto pare, dunque, i soggetti di entrambi i sessi valutano in modo errato i modelli di bellezza del sesso opposto; tuttavia, in complesso, le donne risultano molto più insoddisfatte del proprio aspetto fisico rispetto agli uomini.
    I sondaggi di opinione indicano che oggi le donne sono ossessionate dal problema del peso.

    Ad esempio un sondaggio basato su un campione di 32.000 donne di varie fasce di età e con occupazioni diverse, pubblicato dalla rivista Glamour all’inizio degli anni Ottanta, ha rilevato che il 75% si sentiva troppo grassa anche se, in base ai parametri delle tabelle mediche per il peso-forma, solo il 25% risultava veramente in sovrappeso.
    Le parti del corpo che provocavano insoddisfazione erano soprattutto le cosce, i fianchi e la pancia.Si è avanzata l’ipotesi che la sopravvalutazione delle proprie dimensioni sia un fenomeno primariamente “cognitivo”, e solo secondariamente “percettivo”.

    La sopravvalutazione dell’immagine corporea è oggi un fenomeno molto diffuso in una cultura ossessionata dalla magrezza e dalle diete, tanto che in numerose ricerche si è riscontrata la difficoltà di distinguere tra anoressiche e soggetti “normali”, in relazione al livello di sopravvalutazione delle dimensioni fisiche.

    In termini generali è possibile affermare che la magrezza appaga perché rispecchia, amplificandoli, emozioni e valori già presenti in forma latente tra le persone.

    La magrezza diventa un simbolo sociale di potenza e, per le donne, una sintesi dei “poli divergenti del ruolo materno e dell’auto-affermazione”, allo stesso tempo “femminile” (secondo l’ideale attuale di bellezza) e “maschile” (il corpo snello è privo di curve, mobile e attivo).

    Esiste un rapporto tra la magrezza e i conflitti dell’identità femminile; negli ultimi decenni le donne hanno vissuto un mutamento radicale del loro ruolo sociale e, sul piano psicologico, della loro stessa identità.

    La stessa possibilità di accedere a ruoli professionali maschili ha generato nelle donne un conflitto tra opzioni contrastanti: indipendenza e dipendenza, realizzazione personale e servizio per gli altri.

    Si è infatti riscontrata una relazione fra aumento della magrezza e incremento nel numero di donne laureate o inserite nel mondo del lavoro come dirigenti o professioniste.

    C’è una relazione direttamente proporzionale tra le donne che aspirano ai privilegi e al prestigio sociale maschile, ovvero che competono con gli uomini in campo intellettuale e professionale, e quelle che perseguono il modello di un corpo piatto e androgino, fino al punto da potersi dare la fame di propria volontà per ottenere tale scopo.

    Esiste una relazione tra patologie alimentari, cambiamento dei ruoli sessuali e atteggiamenti nei confronti del successo femminile.
    Non è un caso che nelle epoche storiche in cui le donne sono state spinte a dimostrare le loro capacità intellettuali, era predominante l’ideale corporeo della magrezza; e ciò perché persistendo il condizionamento dei pregiudizi sessuali e degli stereotipi negativi, la presenza di curve nella donna è associata alla mancanza di intelligenza e di capacità.

    Inoltre, la rotondità del corpo, e qualunque segno di grassezza, è strettamente collegata ai concetti di fertilità e capacità riproduttiva.

    Di conseguenza, l’aspirazione ad essere magre e prive di curve rappresenta, per le donne, soprattutto un tentativo di sfuggire alla concezione patriarcale (che è stata interiorizzata), in base alla quale: “la funzione riproduttiva definisce carattere, posizione e valore della donna”.

    Tale aspirazione rappresenta anche un tentativo di imitare l’uomo; che ha purtroppo conseguenze autodistruttive, associato al problema reale della mancanza di potere.
    Per le più vulnerabili, l’interiorizzazione del modello fisico dominante rappresenta una soluzione patologica del problema dell’identità, in quanto consente di ridurre il disagio causato dai sentimenti di debolezza e dal conflitto interiore.

    In questa prospettiva, i disturbi dell’alimentazione forniscono una “soluzione” al problema dell’identità, poiché danno origine a una rappresentazione simbolica dei significati culturali associati alla forma corporea che contiene in sé le contraddizioni latenti nell’identità femminile.

    L’ossessione per il peso di cui molte donne cosiddette normali sono vittima non è affatto più positiva o comprensibile di quella delle pazienti anoressiche o bulimiche, per le quali è distruttiva. Fortunatamente, di solito le conseguenze fisiche di tale ossessione non sono così drastiche da condurre alla malattia.
     
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21 replies since 17/12/2006, 16:33   3791 views
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