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  1. silverback
     
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    Articolo pubblicato su LA NAZIONE, venerdì 7 maggio 2004.


    "Lo choc delle torturatrici americane"
    L'ORRORE NON HA CONFINI, NE' SESSO

    Lo dico contro me stessa: davanti alle foto delle soldatesse americane gioiosamente partecipi delle torture agli iracheni, mi viene il dubbio che il femminismo sia stato una gran balla. A che servono tutti questi anni passati a predicare la differenza di genere, lo specifico della qualità femminile: più mite, meno incline alla violenza, portatrice di pace? Insomma, le donne che danno la vita e non la morte?
    Si dice che è ipocrita scandalizzarsi per le torture, utilizzate dacché guerra è guerra. Forse lo è.
    Ma per me donna - come, ne sono certa, per tutte quelle che conosco - non è per niente ipocrita il disagio - e perché no - lo smarrimento provato per le immagini della ragazza che ride davanti alla pila di corpi nudi, di quella che finge di sparare ai genitali dei maschi incappucciati, o che si porta al guinzaglio il prigioniero.
    Dov'è la "qualità" del femminile in questi atteggiamenti di scherno e di sadismo?
    Viene piuttosto da chiedersi se non ci sia un inconsapevole revanchismo sessuale nell'umiliazione di uomini nudi: uomini oggetto.
    E' vero che le amazzoni non sono nate oggi.
    Ed è anche vero che con il nazismo abbiamo avuto le Kapò; che esistono donne killer; madri di famiglia spietate capo mafia.
    Che le brigatiste coinvolte nel sequestro di Aldo Moro non si sono tirate indietro per la compassione.
    E che non mostra turbamenti Nadia Desdemona Lioce.
    Donne criminali, per subcultura o per ideologia ci sono sempre state.
    E' difficile accettare che lo siano anche per istinto.
    Perché accanto a loro si sono sempre distinte le altre come custodi di valori opposti.
    E soprattutto, negli ultimi trent'anni, accanto a loro è cresciuto un movimento che rivendicava come valori "propri" l'empatia, la sensibilità relazionale.
    E invece ecco la generalessa responsabile del carcere delle torture, le giovani che vi hanno spensieratamente contribuito.
    Una di loro è incinta e questo fa ancor più orrore.
    Qualcuno è arrivato a spiegare il tutto come la vendetta del femminismo occidentale contro il maschilismo islamico. Non so se come tesi sia più ridicola o stravagante.
    So che queste donne sono americane, a casa probabilmente brave figlie o madri.
    Come lo sono,nelle loro famiglie islamiche, le kamikaze che oggi fanno stragi.
    La violenza non ha occidente né oriente quando c'è la guerra in mezzo.
    E l'aberrazione non ha confini di sesso.
    Allora i dubbi forse, non riguardano il femminismo o l'emancipazione.
    E la risposta è la pace.


    Itti Drioli
    ________________________________________________________________________________

    C'è un particolare che continua a sfuggire alle femmine (o che, magari, non vogliono "vedere"...), ed è questo: il tanto disprezzato Patriarcato non le aveva solo "oppresse" ma anche "salvate".
    Nel senso che le aveva rese innocenti...
    Viceversa, il Femminismo (e relative "pari opportunità") le sta rendendo colpevoli...
    Il loro lato oscuro sta diventando sempre meno...oscuro...
    E lo sarà sempre di meno in futuro, giacché la femminilizzazione dell'Occidente pare irreversibile...
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    P.S.: A riguardo è significativo - una volta di più - il silenzio degli intellettuali maschi.

    Edited by silverback - 15/2/2005, 20:32
     
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