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  1. silverback
     
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    Articolo pubblicato su IO DONNA, il 27 marzo 2004.
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    MASCHI LATINI E CULLE VUOTE

    La denatalità in Italia è una questione di grande rilevanza politica che tuttavia non si lascia afferrare pienamente dalle macroanalisi. Che costringe a piegarsi e scrutare nel micro delle vite e dei desideri dei singoli. Tra le varie ipotesi che spiegano le nostre culle vuote, Linda Laura Sabbadini dell'Istat ne propone una molto suggestiva proprio per il suo guardare "dentro" le dinamiche di coppia, oltre e accanto alle grandi ragioni strutturali, economiche e demografiche.
    Secondo Sabbadini, le donne italiane fanno pochi bambini per la semplice ma ottima ragione che pur lavorando fuori casa devono continuare a farsi carico in modo pressoché esclusivo del lavoro domestico e di cura. Con un figlio, sia pure ammazzandosi,ce la fanno:equilibrio garantito dalle loro miracolose capacità di organizzarsi e di presidiare contemporaneamente diversi territori.
    Ma già con due figli salterebbe tutto.
    La Spagna, con cui condividiamo la Madonna e altre Grandi Madri, è messa esattamente come noi, a madri tendenti a zero, con una media di 1,2 figli per donna.
    Il che testimonierebbe a favore dell'ipotesi di Sabbadini.
    Anche lì cocciuti maschi latini che di lavare due piatti non ne vogliono sapere.
    Questa resistenza maschile al lavoro domestico può suscitare diverse reazioni: rabbia e rifiuto, che legittimano le possibili contromanovre difensive e fare pochi figli è la principale; assunzione del dato di fatto e tentativo di comprenderlo per trovare delle vie d'uscita diverse dalla natalità tendente a zero.
    In questa seconda prospettiva mi viene da dire che forse il rifiuto degli uomini ad assumere la loro parte di oneri domestici potrebbe non essere semplicemente letto come egoismo e lavativismo.
    Che forse le ragioni sono più profonde e vanno interrogate.
    Una delle principali potrebbe essere un tenace attaccamento maschile ai ruoli tradizionali in famiglia, un abbarbicamento a una differenza tra i sessi di cui si teme il dilavamento nel mare di una parità omogeneizzante.
    Dove la parità è consolidata e primaria, come nel Nord Europa, la condivisione è un fatto normale e i figli si fanno. Qui, invece, la contraddizione tra parità e differenza resta acuta.
    Anche per le donne, non solo per gli uomini.
    La specificità italiana è questa.
    E' solo un male o è anche una risorsa?
    Proviamo a pensarci.


    Marina Terragni
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    P.S: Ma sì, lasciamole pensare...

    Edited by silverback - 15/2/2005, 20:13
     
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