Identità di genere

una domanda che mi preme da anni

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    Vorrei qui osare avanzare una domanda, un dubbio che ho già accennato nella mia presentazione: ma cos’è la differenza di genere? O meglio ancora: cos’è l’identità di genere.
    Mi ricorda parecchio questioni razziali ed etniche che facilmente degenerano i guerre e genocidi di cui la storia ne è fin troppo piena.
    Ma mi sono sempre posto questa domanda. E questo anche perché ci sono alcuni aspetti della mascolinità che mi piacciono, altri un po’ meno e in cui poco mi ci identifico. Ma sia gli aspetti che mi piacciono sia quelli che non mi piacciono sono davvero connaturati alla mascolinità, oppure sono soltanto un aspetto secondario, una conseguenza contingente dell’essere maschio, una specie di moda che può cambiare mutando anche il modo di essere maschi, e di essere femmine?
    Per esempio si può dire che da un punto di vista socio-culturale la donna è quella che accudisce i bambini. Ma perché un uomo non può accudire bambini?
    Si può dire che un uomo ricopre dei ruoli, ma credo che non vi siano ruoli sociali che non possano ricoprire anche le donne.
    Da un punto di vista fisico, e quindi più “strutturale” potremmo dire che i maschi hanno i muscoli. Già ma mica tutti gli uomini sono muscolosi? Mica a tutti piace averli? E poi anche molte donne non è che ne siano poi tanto prive.
    Allora andiamo al “centro” del sistema: si è maschi solo perché si ha un coso appeso tra le gambe che si rizza? Così come si è femmine solo perché si ha una cosa bucata che si bagna?
    È tutto quindi riconducibile a una mera questione “genitale”? È solo questione di “mazze” e “buchi”? Mi sembrerebbe una cosa davvero banale se fosse così.
    Ma allora cosa vuol dire essere maschi? E di conseguenza essere femmine? Esiste una definizione di mascolinità e femminilità a cui nessuno può sottrarsi, una definizione oggettiva, reale, naturale?
    Aldilà di tutte le caratteristiche secondarie, a cui tutti possono derogare in quanto molto soggettive, esiste un insieme di caratteri strutturali e connaturati alla natura maschile? Io sinceramente non riesco a inquadrarli
    Non nascondiamoci il fatto che le differenze e le identità di genere sono state e sono tuttora oggetto di falsificazioni e strumentalizzazione, soprattutto da parte di correnti femministiche che mirano a esaltare la donna. Quindi bisognerebbe ricondurre il tutto nei termini dell’obiettività e del buon senso.

    Edited by Giubizza - 26/9/2008, 10:48
     
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  2. ventiluglio
     
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    La questione della Differenza di Genere (XX e XY) non ha davvero niente a che fare con la questione dell'identità delle "razze" umane (che a rigore non esistono).
    L'equazione Sessismo= Razzismo è infatti una delle più fenomenali balordaggini femministe, intensamente propagandata per l'abissale ignoranza scientifica del pensiero femminista, nonché, strumentalmente, per tappare la bocca e marchiare di infamia chiunque manifesti dissenso in merito al dogma fondante del F., che è appunto l'inesistenza di alcuna Differenza Naturale di Genere.

    La differenza tra un uomo e una donna qualsiasi del pianeta è ben altra cosa rispetto ad una mera questione genitale e di orefizi (o banalmente di prestazioni fisiche, che sono, entro un certo limite, variabili individuali).
    E non ha molto a che vedere neppure coi gusti sessuali degli individui, che posso essere etero o omo-sessuali, senza per questo essere meno uomini o meno donne.
    I sessi sono infatti DUE, non tre o quattro o cinque, o infiniti, come proclama l'ideologia del "gender" (ultimo e più autodistruttivo approdo del Femminismo).

    Esiste un lato d'ombra maschile (aspetti maligni dell'essere uomo), così come esistono lati d'ombra femminili. Hanno modalità diverse e peculiari ma ugualmente condannabili.
    Nessuno dei due sessi ha da vantare alcun primato morale.
    Non difendiamo perciò tutto quello che è maschile, per partito preso, ma piuttosto gli aspetti luminosi e positivi, peculiari del maschile, che è cosa ben diversa.
    Vorremmo che le donne riconoscessero che esiste uno speculare lato maligno che è peculiarmente femminile, che esse e la società devono necessariamente saper identificare, se vogliono contrastarlo.
    E vorremmo ritrovassero quel lato luminoso e positivo, peculiarmente femminile, che negli ultimi anni sembra evaporato dalle nuove generazioni di donne occidentali, cresciute, grazie al Femminismo, nella falsa illusione di onnipotenza, nella pretesa di innocenza, nella completa e deleteria irresponsabilità, nell'intima convinzione di detenere un primato morale nei confronti degli uomini.

    Esiste una letteratura sterminata sulla questione della differenza naturale di genere.
    Se hai un po' di familiarità con il metodo e la narrazione scientifica ti consiglio "La Regina Rossa - sesso ed evoluzione" di Matt Ridley, libro recente e documentatissimo che potrebbe esaudire ogni tua curiosità riguardo al fatto che la differenza tra MM e FF è tutto fuorché un aspetto culturale, una convenzione sociale liberamente modificabile (come sostiene il F.).

    Le domande che poni sono però altamente rivelatrici dello stato di completa, sconfortante, confusione nella quale, dopo decenni di velenose assurdità femministe, versano gli uomini e le donne occidentali, incapaci di comprendere istintivamente chi sono e quali debbano essere i rispettivi ruoli.

    Se c'è un sintomo della grave crisi morale e del disorientamento che attraversa oggigiorno l'Occidente, queste domande che fai non potrebbero esserne più esemplificative e rivelatrici.


    Lorenzo

    Edited by ventiluglio - 30/9/2006, 20:48
     
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  3. animus
     
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    Caro Giubizza,
    non credo ci possa essere nessun dibattito su quest'aspetto, come ha scritto Lorenzo, ti consiglio anch'io di leggerti qualche libro di biologia (ottimo quello che ha citato, e quando hai finito, aggiungici "il gene egoista").

    LA differenza primaria tra maschi e femminine, non è avere o non avere un qualcosa tra le gambe, ma essere XX o XY.

    Il "primo" (XX) ha una natura autoreferenziale (la mosca verde che genera per partogenesi solo figlie già gravide di altre figlie o la mantide religiosa che si ciba del compagno durante l'accoppiamento sono esempi di questa natura ), il secondo (XY), ha una natura universale.

    Ogni cellula del corpo del maschio porta l'informazione per generare entrambi, le cellule del corpo femminile, non recano traccia del maschile.

    Così è......................
     
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    Ok, grazie a entrambi per le vostre risposte esaudienti. Vedrò di trovare il libro indicatomi.

    mi piacerebbe anche leggere "Questa metà della terra", potreste indicarmi autore e casa editrice così che possa ordinarlo?
     
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    mi piacerebbe anche leggere "Questa metà della terra", potreste indicarmi autore e casa editrice così che possa ordinarlo?

    L'autore è Rino D.V. Barnart, che è anche il fondatore di Uomini3000.
    Il libro è acquistabile online:

    http://www.uomini3000.it/234.htm

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    ma cos’è la differenza di genere? O meglio ancora: cos’è l’identità di genere.

    Qualche spunto:

    http://www.forumfree.net/?t=3045325

    http://www.forumfree.net/?t=1037467
     
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    Volevo fare delle precisazioni: non mi pare che il femminismo neghi le differenze di genere, anzi, le esalta distorcendole e stabilendo la superiorità morale, estetica e fisica oltre che psichica della donna. Per ciò che riguarda la confusione dovuta al femminismo, vorrei precisare, sono anccora più d'accordo, io sono davvero confuso al riguardo, ho solo constatato il disagio dell'essere maschio oggi e l'esigenza di costruire o riscoprire un'identità maschile lontano dai canoni di ridicolizzazione psicofisica che si sono imposti oggi per noi maschi.
    Ci tengo anche a sottolineare il valore estetico del maschio: perché le donne sarebbero bellissime e i maschi orribili? E perché se un uomo si cura ed è bello è mezza checca oppure un presuntuoso e antipatico? Un uomo non può essere bello e curato (entro certi limiti s'intende...) ed essere virile, simpatico e intelligente?
    Io credo che anche noi maschi abbiamo la nostra bellezza fisica e dovremo valorizzarla, una bellezza non da machi ma nemmeno grezza, una bellezza fondata sul vigore e sull'armonia. Invierò prossimamente un capitolo di Nuova ottica sul sesso nell'apposita sezione che tratta dell'estetica maschile.
    E' ovvio che lo stesso vale anche per l'aspetto psichico e morale.
     
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    Ma mi sono sempre posto questa domanda. E questo anche perché ci sono alcuni aspetti della mascolinità che mi piacciono, altri un po’ meno e in cui poco mi ci identifico.

    Succede anche a me e credo che succeda a tutti.
    Esiste il maschio DOC ?
    Secondo me no. Così come non esiste la femmina DOC.
    Gli esseri umani sono un pò più complessi del vino e dei formaggi.
    Ma allora come si può capire che cosa, in linea di massima, distingue l'uomo dalla donna ?
    Trattasi di domanda filosofica (che però ha enormi, incalcolabili riflessi nel reale). La risposta forse va cercata in principi filosofici.
    Immaginamo che ad un tratto scompaiano tutti i maschi e con essi le caratteristiche maschili tradizionali, ovvero tutto quel che è stato finora, che ad esse può venire strettamente correlato.
    Cosa accadrebbe all'umanità ?
    Secondo me è un discreto spunto di riflessione.

    Si tratta di capire se può esistere un "su" senza che esista un "giù", se esiste un polo "-" senza che esista un polo "+".
    Quindi si tratta di capire se il polo meno può, ad un tratto, efficacemente e senza procurar più danni che benefici, trasformarsi nel polo più, e viceversa.
    Se così è, non esiste problema . Ma così è !??

    Edited by Reduan - 1/10/2006, 12:48
     
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    ho appena ordinato il libro di Rino!

    CITAZIONE (Reduan @ 1/10/2006, 12:33)
    Gli esseri umani sono un pò più complessi del vino e dei formaggi.
    Ma allora come si può capire che cosa, in linea di massima, distingue l'uomo dalla donna ?
    Immaginamo che ad un tratto scompaiano tutti i maschi e con essi le caratteristiche maschili tradizionali, ovvero tutto quel che è stato finora, che ad esse può venire strettamente correlato.
    Cosa accadrebbe all'umanità ?
    Secondo me è un discreto spunto di riflessione.
    Si tratta di capire se può esistere un "su" senza che esista un "giù", se esiste un polo "-" senza che esista un polo "+".
    Quindi si tratta di capire se il polo meno può, ad un tratto, trasformarsi efficacemente nel polo più.
    Se così è, non esiste problema . Ma così è !??

    già, interessante.
    Vorrei fare anche una nota sui principi della riproduzione, che però non so se c'entri: non possiamo negare che le femmine potrebbero anche riprodursi per clonazione, i maschi no. Il sesso maschile più che un apparato di rirpoduzione costituisce un vero e proprio apparato di incrocio.
    Se vi fossero solo femmine che si autoclonano non ci sarebbe specie, ossia il principio di unità genetica, oltre che di diversità.
    Ho l'impressione che la femmina costituisca il principio di continuità della vita, mentre il maschio di unità della specie. La femmina è alla base della continuazione della vita, il maschio fa in modo che una forma di vita diventi specie nel senso genetico della parola, cioé un entità genetica unitaria attraverso l'incrocio.
    Non so se ho detto una fesseria...
     
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  9. animus
     
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    CITAZIONE (Giubizza @ 1/10/2006, 12:48)
    Il sesso maschile più che un apparato di rirpoduzione costituisce un vero e proprio apparato di incrocio.
    Se vi fossero solo femmine che si autoclonano non ci sarebbe specie, ossia il principio di unità genetica, oltre che di diversità.
    Ho l'impressione che la femmina costituisca il principio di continuità della vita, mentre il maschio di unità della specie. La femmina è alla base della continuazione della vita, il maschio fa in modo che una forma di vita diventi specie nel senso genetico della parola, cioé un entità genetica unitaria attraverso l'incrocio.
    Non so se ho detto una fesseria...

    Hai detto una cosa molto giusta, bravo. ^_^
     
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    CITAZIONE (animus @ 30/9/2006, 19:14)
    Caro Giubizza,
    non credo ci possa essere nessun dibattito su quest'aspetto, come ha scritto Lorenzo, ti consiglio anch'io di leggerti qualche libro di biologia (ottimo quello che ha citato, e quando hai finito, aggiungici "il gene egoista").

    LA differenza primaria tra maschi e femminine, non è avere o non avere un qualcosa tra le gambe, ma essere XX o XY.

    Il "primo" (XX) ha una natura autoreferenziale (la mosca verde che genera per partogenesi solo figlie già gravide di altre figlie o la mantide religiosa che si ciba del compagno durante l'accoppiamento sono esempi di questa natura ), il secondo (XY), ha una natura universale.

    Ogni cellula del corpo del maschio porta l'informazione per generare entrambi, le cellule del corpo femminile, non recano traccia del maschile.

    Così è......................

    anche questo è vero, da precisare che si tratta di un principio valido per la nostra specie e non per le farfalle che è l'inverso. Ci sarebbe anche da vedere, infatti cosa vuol dire maschio in generale per il vivente e cosa per la specie umana. Anche se ciò probabilmente vale per me che sono un po' confuso al riguardo come giustamente nota Lorenzo e a cui do massima ragione.
    Però è vero: il fattore referenziale cromosomico è importante per noi umani. C'è anche il fattore rirpoduttivo: la femmina potrebbe riprodursi per clonazione il maschio no.
    Come ho detto a Reudan, la femmina mi pare costituisca il principio di contuinuità di una fomra vivente, mentre il maschio garantisce l'ncrocio, la diversità e cosa fondamentale l'unità gentica facendo in modo che tale forma di vita divenga una specie geneticamente unita.

    CITAZIONE (animus @ 1/10/2006, 12:52)
    CITAZIONE (Giubizza @ 1/10/2006, 12:48)
    Il sesso maschile più che un apparato di rirpoduzione costituisce un vero e proprio apparato di incrocio.
    Se vi fossero solo femmine che si autoclonano non ci sarebbe specie, ossia il principio di unità genetica, oltre che di diversità.
    Ho l'impressione che la femmina costituisca il principio di continuità della vita, mentre il maschio di unità della specie. La femmina è alla base della continuazione della vita, il maschio fa in modo che una forma di vita diventi specie nel senso genetico della parola, cioé un entità genetica unitaria attraverso l'incrocio.
    Non so se ho detto una fesseria...

    Hai detto una cosa molto giusta, bravo. ^_^

    grazie, mi hai risposto proprio mentre lo stavo ripetendo a te...
     
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  11. animus
     
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    CITAZIONE (Giubizza @ 1/10/2006, 12:56)
    anche questo è vero, da precisare che si tratta di un principio valido per la nostra specie e non per le farfalle che è l'inverso.

    Sì e' vero,
    ed infatti il presupposto de "la regina rossa", è che gli esseri umani sono come sono,per via delle catatteristiche peculiari della loro specie (e quindi non di altre), e anch'io ho espresso un concetto parziale che non è applicabile a tutte le specie animali, ma del resto, i funghi hanno centinaia di sessi.....quindi, vista la varietà delle forme di vita, una rappresentazione che le inglobi tutte è un'impresa assai ardua....

    Cmq, per una definizione piu' valida (ossia piu' estesa) di cio' che è maschio e cio che è femmina, sdi puo' adottare quella che segue:

    Il maschio è quello i cui gamenti sono piu piccoli (e numerosi), la femmina è quella con gameti piu' grandi (ed in numero piu' limitato).

    Dalla definizione, rimangono sempre fuori i funghi. :P
     
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  12. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Giubizza @ 1/10/2006, 12:48)
    Vorrei fare anche una nota sui principi della riproduzione, che però non so se c'entri: non possiamo negare che le femmine potrebbero anche riprodursi per clonazione, i maschi no.

    Verissimo
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    Il sesso maschile più che un apparato di rirpoduzione costituisce un vero e proprio apparato di incrocio.
    Se vi fossero solo femmine che si autoclonano non ci sarebbe specie, ossia il principio di unità genetica, oltre che di diversità.

    Se vi fossero solo donne al mondo, la specie si estinguerebbe nel giro di poche generazioni.
    Certo, si potrebbero clonare, ma solo per poche volte, perchè non essendoci ricambio e mescolamento genetico, la specie si indebolirebbe.
    Un po' come capita alle persone che si accoppiano con consanguigni.

    CITAZIONE
    Ho l'impressione che la femmina costituisca il principio di continuità della vita, mentre il maschio di unità della specie. La femmina è alla base della continuazione della vita, il maschio fa in modo che una forma di vita diventi specie nel senso genetico della parola, cioé un entità genetica unitaria attraverso l'incrocio.
    Non so se ho detto una fesseria...

    Io direi che la femmina rappresenta la coservazione più che la continuità.

    Cmq, c'è da dire che con semplici operazioni di laboratorio da fare una sola volta (la clonazione si dovrebbe ripetere per ogni creatura), se per un cataclisma mondiale dovessero sparire tutte le donne, nel DNA dell'uomo ci sono tutti gli strumenti necessari per rifondare la specie umana.
    Esperimenti di questo genere sono già stati fatti, non con esseri umani ma con altre specie.
    In questo si può riconoscere l'unversalità del DNA maschile di cui parlava Animus.
     
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  13. Quinzio
     
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    Giubizza
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    Vorrei fare anche una nota sui principi della riproduzione, che però non so se c'entri: non possiamo negare che le femmine potrebbero anche riprodursi per clonazione, i maschi no.

    E' importante, eccome se e' importante.
    Se la natura ha inventato un sistema di riproduzione cosi' stravagante e dispendioso in termini di energie e materiali, come lo e' la riproduzione sessuata, ci devono essere dei motivi per precisi.
    Non e' che la divisione dei sessi e' nata, cosi', per caso, ci devono essere dei motivi.
    Il silenzio della scienza e del mondo in generale e' semplicemente paradossale.
    Non si vuole ammettere, non si vuole investigare, non si vuole dire a cosa serve e perche' esiste la divisione maschio/femmina e il sesso.
    Tutti ne parlano, tutti lo fanno (ehm), tutti ne discutono, pochissimi si fermano a chiedersi perche' esiste.
    E' desolante.
     
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  14. Quinzio
     
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    È tutto quindi riconducibile a una mera questione “genitale”? È solo questione di “mazze” e “buchi”? Mi sembrerebbe una cosa davvero banale se fosse così.
    Ma allora cosa vuol dire essere maschi? E di conseguenza essere femmine? Esiste una definizione di mascolinità e femminilità a cui nessuno può sottrarsi, una definizione oggettiva, reale, naturale?

    Ehm.... non e' proprio una questione di mazze e buchi.
    Forse ti e' sfuggito momentaneamente che abbiamo tutti un cervello, che regola il funzionamento delle mazze e dei buchi e della persona intera.
    Le vere differenze sono li dentro al cervello.
    Il resto e' un fatto "meccanico".

    Cosa vuol dire essere maschi e femmine ?
    La tua domanda mi lascia un po' perplesso.
    Una donna non se ne rende conto, ma un maschio che abbia provato ad avere una relazione con una femmina le sa benissimo.
     
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    CITAZIONE (animus @ 1/10/2006, 15:27)
    CITAZIONE (Giubizza @ 1/10/2006, 12:56)
    anche questo è vero, da precisare che si tratta di un principio valido per la nostra specie e non per le farfalle che è l'inverso.

    Sì e' vero,
    ed infatti il presupposto de "la regina rossa", è che gli esseri umani sono come sono,per via delle catatteristiche peculiari della loro specie (e quindi non di altre), e anch'io ho espresso un concetto parziale che non è applicabile a tutte le specie animali, ma del resto, i funghi hanno centinaia di sessi.....quindi, vista la varietà delle forme di vita, una rappresentazione che le inglobi tutte è un'impresa assai ardua....

    Cmq, per una definizione piu' valida (ossia piu' estesa) di cio' che è maschio e cio che è femmina, sdi puo' adottare quella che segue:

    Il maschio è quello i cui gamenti sono piu piccoli (e numerosi), la femmina è quella con gameti piu' grandi (ed in numero piu' limitato).

    Dalla definizione, rimangono sempre fuori i funghi. :P

    ora pubblico una mia serie di riflessioni sull'argomento.
     
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