Matrimonio e doveri sessuali

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    Lupus in fabula

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    CITAZIONE (-Renato- @ 10/5/2006, 21:41)
    Il concetto di stupro in un matrimonio è una cosa che ha fondamento per voi?

    E' una bella domanda cui, onestamente, nn saprei bene quale risposta dare.

    In linea di massima direi di sì, perchè il concetto di stupro dovrebbe -se la nostra fosse una società normale con regole normali- portare con sè implicito il concetto di violenza; e la violenza è difficilmente perdonabile.
    Però, a parte il fatto che la nostra attualmente non è una società normale ed è violenza anche guardare troppo intensamente una donna, (principio neomalthusiano), c'è da chiedersi, nel caso di un matrimonio, dove inizi il diritto di uno e finisca la libertà dell'altro.
    Il matrimonio in fondo è un patto tra due persone. Quali sono, però, gli accordi su cui si basa ?
    E' un dovere dare soddisfazione sessuale al coniuge, o almeno impegnarsi in tal senso ?
    Forse è questo il punto nodale. Che ne pensate ?
     
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  2. lelen
     
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    L'amore (in tutte le sue espressioni) è un dovere?... Certo che no!
    Ma diciamo che in un rapporto a due ci sono delle precise responsabilità e nel momento in cui uno o una non è in grado di prendersele ( per immaturità, egoismo, patologia, stronzaggine ) allora che si può fare? Prenderne atto e chiudere. Non capisco veramente cosa intendete. Del resto scusate quando ci si mette con qualcuno c'è sempre il rischio (molto alto) che questa persona deluda le nostre aspettative, giuste o sbagliate che siano. E meno consapevoli siamo (di noi e della vita) e più probabilità ci sono di cannare. Ma tutto serve per crescere. O no?
     
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  3. WlaClioNokia
     
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    "Stupro" ha senso, per la Magistratura femminista in Italia e non solo, in un matrimonio dove la donna è una *stronza* emerita, incapace di comprendere e saper assecondare i bisogni sessuali del marito.
    Bisogni che, per legge di Natura, lei può assecondare in un svariata infinità di modi, fra l'altro.
    Basta un poco di altruismo e comprensione da parte della donna, alla quale la Natura ha datto miliardi di modi per soddisfare le esigenze sessuali del marito.
    Solo che, grazie al femminismo, le esigenze sessuali del marito si chiamano "egoismo di lui" e guai a parlarne, figuriamoci poi di soddisfarle.
    Se però è lei ad avere le esigenze, ecco il dovere dell'uomo a soddisfarla in tutto e per tutto anche quando lui non può per oggettive situazioni di stress, stanchezza, tensione, malattia, ecc.....
    La Cassazione, tanto per cambiare, ha accolto il pensiero femminista ed ecco le "sentenze che fanno discutere" perchè si permettono di dare, pur raramente, ragione all'uomo.
    Cmq, "Stupro in un matrimonio" è una novità insensata figlia del femminismo e della Magistratura filofemminista.

    CITAZIONE
    L'amore (in tutte le sue espressioni) è un dovere?... Certo che no!

    Infatti una recente sentenza della Cassazione ha imposto il divorzio ad un uomo con alimenti da versare alla donna perchè costui non la soddisfaceva sessualmente e non era disponibile quando voleva *lei*
     
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  4. simone.biagi
     
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    CITAZIONE (WlaClioNokia @ 11/5/2006, 04:23)
    Infatti una recente sentenza della Cassazione ha imposto il divorzio ad un uomo con alimenti da versare alla donna perchè costui non la soddisfaceva sessualmente e non era disponibile quando voleva *lei*

    Hai pienamente e perfettamente ragione!!! Ormai siamo solo noi uomini a dover sodisfare le donne, e mai il contrario. Ma non solo sessualmente! Anche economicamente.
    :sick:
    Altrimenti spariscono, e si appellano alla legge per farsi mantenere.
     
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  5. lozoppo
     
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    QUOTE (lelen @ 10/5/2006, 23:47)
    Ma diciamo che in un rapporto a due ci sono delle precise responsabilità e nel momento in cui uno o una non è in grado di prendersele ( per immaturità, egoismo, patologia, stronzaggine ) allora che si può fare? Prenderne atto e chiudere. Non capisco veramente cosa intendete

    Non capisci perchè non riesci a staccarti neanche per un attimo dalla tua situazione.
    Quale costo ha per un marito mandare a quel paese la moglie?
    Ne riparliamo quando le ex-mogli saranno tenute a mantenersi da sole e quando finiranno i privilegi riguardo la gestione dei figli
     
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  6. simone.biagi
     
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    CITAZIONE (lozoppo @ 11/5/2006, 10:08)
    Ne riparliamo quando le ex-mogli saranno tenute a mantenersi da sole e quando finiranno i privilegi riguardo la gestione dei figli

    Se accadesse tutto ciò, i matrimoni sai come aumenterebbero a dismisura?
     
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  7. Barnart
     
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    Un tale che conosco era sposato da 6 anni. Una figlia di 5.

    Lei si negò dal momento in cui, parole sue: "...il cuore non le batteva più come prima".
    Per evitare le insistenze di lui decise di andarsene dalla villetta ristrutturata.

    Lei guadagnava ( e guadagna) più di lui. Lui porta a casa 1000 Eu al mese e ne paga 600 di mutuo, poi ne versa altri (non so se 100 o 200) per la figlia.
    E' tornato dalla madre perché non ce la fa a pagare le bollette (=uno di quei maschi bollati come "mammoni che tornano dalla mammina a farsi lavare le mutande...").
    Intanto ha incominciato a bere.

    E' facile risolvere il problema del sesso: basta che il maschio (medio e normale) accetti di andare in rovina.


    Rino




     
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  8. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (lelen @ 10/5/2006, 23:47)
    L'amore (in tutte le sue espressioni) è un dovere?... Certo che no!
    Ma diciamo che in un rapporto a due ci sono delle precise responsabilità e nel momento in cui uno o una non è in grado di prendersele ( per immaturità, egoismo, patologia, stronzaggine ) allora che si può fare? Prenderne atto e chiudere. Non capisco veramente cosa intendete. Del resto scusate quando ci si mette con qualcuno c'è sempre il rischio (molto alto) che questa persona deluda le nostre aspettative, giuste o sbagliate che siano. E meno consapevoli siamo (di noi e della vita) e più probabilità ci sono di cannare. Ma tutto serve per crescere. O no?

    Il tuo discorso può andar bene per una donna (forse) ma non per un uomo.
    Quanti uomini conosci che hanno divorziato 3-5 volte?
    Questa scelta per un uomo è semplicemente impossibile, a meno che non sia un miliardario.

    Pensa che una volta non c'erano leggi che favorivano le donne in caso di divorzio... e si diceva che l'uomo era troppo avvantaggiato da questa situazione. Ogni uomo poteva prendere moglie, starci finche non invecchiava e poi mollarla come un ferro vecchio per una più giovane.
    Tuttavia di questo vantaggio, la maggior parte degli uomini non se ne approfittava. I casi di abbandono della moglie erano una rarità confrontati all'emorragia incontenibile dei divorzi odierni.

    Forse bisgnerebbe rivalutare la bontà e la generosità degli uomini delle vecchie generazioni.
     
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  9. seiper1
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 10/5/2006, 22:48)
    CITAZIONE (-Renato- @ 10/5/2006, 21:41)
    Il concetto di stupro in un matrimonio è una cosa che ha fondamento per voi?

    E' una bella domanda cui, onestamente, nn saprei bene quale risposta dare.

    E' un dovere dare soddisfazione sessuale al coniuge, o almeno impegnarsi in tal senso ?
    Forse è questo il punto nodale. Che ne pensate ?

    Il mio punto di vista è che nel matrimonio si stabilisce (o si dovrebbe stabilire) un rapporto particolare e privilegiato tra un uomo ed una donna, fondato sulla completa condivisione della vita e, in primo luogo, sulla fusione sessuale dei corpi.
    Immaginare che in questo, che dovrebbe essere il quadro ordinario della situazione, si arrivi a parlare di stupro, personalmente, lo ritengo quasi una bestemmia.
    Perchè se la situazione tra due coniugi, la cui reciproca intimità è al massimo livello pensabile, arriva ad un punto per il quale lei non ha più voglia di congiungersi con lui, si è già in una situazione inaccettabile e, in un certo modo, di violenza privata e psicologica in atto.
    Ovviamente fondata sul ricatto sessuale, metodo che la donna utilizza ordinariamente come strumento di autoaffermazione.
    Per quanto riguarda la domanda che pone Reduan, a riguardo della vita sessuale tra coniugi come un dovere, io credo che il matrimonio sia anche e soprattutto un impegno fatto di molti doveri reciproci, compreso quello di rispettare le esigenze sessuali del partner o, quantomeno, impegnarsi in questo senso come atto d'amore.
    Pertanto, paradossalmente, concordo con la famosa sentenza della Cassazione che ha condannato un coniuge alla separazione con colpa (con tutte le note conseguenze del caso) ed al risarcimento pecuniario per aver trascurato sessualmente la moglie; ma con una fondamentale integrazione.
    Che sentenze di questo genere vengano adottate anche a ruoli invertiti e sia prevista, giuridicamente, una responsabilità, anche risarcitoria, a carico della donna che trascuri sessualmente il marito o non sappia, per non volerlo, soddisfare nelle sue esigenze sessuali.
    Altrimenti siamo, come al solito, nello squilibrio discriminatorio delle tutele giuridiche.
     
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  10. ErosNec
     
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    A parte che queste cause sono uno spreco di denaro incentivante l'inflazione, non concordo né che lei possa denunciare lui né il contrario, a meno che non si sia obbligati a farlo nonostante validi motivi per non doverlo o poterlo fare, come infezioni o fattori cmq sgradevoli... p.e. candida, funghi, subire l'evento dal partner sotto effetto di alcol o droga...
     
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  11. simone.biagi
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 11/5/2006, 13:03)
    Un tale che conosco era sposato da 6 anni. Una figlia di 5.

    Lei si negò dal momento in cui, parole sue: "...il cuore non le batteva più come prima".
    Per evitare le insistenze di lui decise di andarsene dalla villetta ristrutturata.

    Lei guadagnava ( e guadagna) più di lui. Lui porta a casa 1000 Eu al mese e ne paga 600 di mutuo, poi ne versa altri (non so se 100 o 200) per la figlia.
    E' tornato dalla madre perché non ce la fa a pagare le bollette (=uno di quei maschi bollati come "mammoni che tornano dalla mammina a farsi lavare le mutande...").
    Intanto ha incominciato a bere.

    E' facile risolvere il problema del sesso: basta che il maschio (medio e normale) accetti di andare in rovina.


    Rino

    Purtroppo il mondo è così. Gli uomini sono idioti e ci cadono come asini.
    Un mio parente, una volta separato dalla consorte, pur lavorando, è tornato a vivere a San Polo dei Cavalieri dalla madre, perchè, pur lavorando, non riesce a mantenersi: deve mantenere la ex
     
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  12. Barnart
     
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    Per motivi tecnici metto insieme qui temi diversi (e ne chiedo venia)


    1- In questi ultimi giorni il forum, almeno su alcuni 3D, è ritornato al livello che compete ad una conversazione che si ispira per contenuti e forme alla proposta di U3. Non è sempre stato così. Ci sono stati scivolamenti politici, risposte castranti a qualche interlocutrice, amenità varie. E’ vero che questo è uno dei pochi ambienti nei quali gli uomini possono finalmente esprimere i loro sentimenti e le loro opinioni, perciò una certa indulgenza riguardo alle eruzioni emotive è d’obbligo. Ma anch’essa deve avere dei limiti. La polemica è uno degli ingredienti della conversazione. L’insulto e l’insinuazione invece …non sono necessari. Ad es., il forum è aperto alle donne e non per finzione ma perché esse abbiano la possibilità di ascoltare quel che non sentono altrove. E noi le dobbiamo lasciar parlare, benché dicano quasi sempre ciò che sentiamo da decenni. E’ un luogo gestito da uomini: se non siamo in grado di assorbire qui le eventuali ferite che ci possono infliggere non lo potremo fare da nessun’altra parte. Lasciamole sparare. In fondo non esiste (mi pare) altro luogo in cui le parti siano rovesciate: questo è un luogo dedicato al racconto maschile. Un fatto inaudito. Bisogna dunque capire che la cosa disorienta e sconcerta.

    Mi permetto di dire questo dopo mesi di attesa. Infatti, benché io non sia né adm né mod, le mie parole hanno un peso particolare e proprio per questo spesso mi devo autocensurare. E’ giusto che sia così, ma questo non significa che io sia cieco. In alcune occasioni la pazienza dei mods è stata messa a dura prova.
    La cosa si ripeterà, è inevitabile, ma intanto voglio pubblicamente ringraziarli per quel che hanno fatto e continuano a fare.

    2- B. De Pace. Le osservazioni presentate sul tema sono tutte interessanti. Quanto a me io guardo alle sue affermazioni dallo stesso punto di vista espresso da Renato. La strumentalità delle “concessioni” mi sembra evidentissima. Poi sulle singole affermazioni si può anche concordare, ma il contesto impone una netta presa di distanza. Le finalità sono quelle che ci si devono attendere da una femminista, una donna che sul conflitto dei sessi, combattuto contro gli uomini, ha costruito una invidiata carriera. Ha raggiunto il top. Questa è la mia opinione.

    3- Stupro nel matrimonio.
    Che possa esistere non ci sono dubbi. Non ci sono dubbi che sia esistito e che esista. Stupro inteso in senso prefemminista: uso della violenza o della minaccia della violenza. Chi lo commette è un criminale e come tale deve essere punito.
    Altra cosa è lo stupro nella nuova versione creata dal femminismo, secondo cui anche le “insistenti richieste” sono stupro (e infatti la magistratura le ha già assimilate a quel reato con conseguente punizione del reo, cosa questa che nessuno sa e quando glielo dici non ci crede. Se poi gli citi la sentenza allora dice: “Ah, ma è un caso particolare”).
    Il problema che si pone è infatti questo: se io ottengo il sì attraverso doni, servizi e prestazioni varie, ossia ripetendo un cerimoniale di corteggiamento, allora tutto è ok. Se invece lo ottengo minacciando di tenere il muso, o di oppormi alle ferie in montagna, di non salutare la suocera o semplicemente insistendo e poi ancora insistendo (insomma: implorando), allora è stupro.
    Eppure tanto nel primo caso come nel secondo la mia azione è stata strumentale. Tanto nel primo caso come nel secondo ho strappato alla donna un consenso che, in assenza di quelle mie azioni, non mi avrebbe dato e lo ho fatto per via immateriale, psicologica. Eppure, se la convinco con i doni è amore, se la induco al sì con il piagnisteo è stupro.
    Succo: non è stupro se sono capace di rinnovare dopo 5, 10, 20 anni il cerimoniale, se riesco ad allestire ogni volta una grandiosa serata. Se invece per mille motivi non ce la faccio ma la convinco egualmente e lei si concede, allora è stupro.
    Tale è la situazione oggi e, per il momento, non è rimediabile.
    Quel che possiamo e dobbiamo fare oggi è rendere coscienti i giovani che questa è la condizione nella quale si immettono sposandosi. Questa verità è occultata e negata.
    Al momento del matrimonio nessuna donna dirà mai allo sposino che le cose stanno così e che si farà sesso a queste condizioni: fin quando il cuore batterà come allora e/o lui sarà in grado di scaldarlo.
    Se non ce la farà …continenza.
    E’ una verità spietata e disarmante. Per questo nessuna sposa la sussurra al maritino salendo la navata della cattedrale. Glielo dobbiamo dire noi.

    P. S. Concordo con l'equilibrato parere di Seiper1: reciproci diritti/doveri in ogni ambito. In quei pochi casi in cui le parti si invertono (lei vuole - lui no) doveri sessuali anche per gli uomini. Con relativa sanzione. Ma nella reciprocità.

    Rino


     
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  13. ventiluglio
     
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    CITAZIONE (seiper1 @ 11/5/2006, 14:31)
    Per quanto riguarda la domanda che pone Reduan, a riguardo della vita sessuale tra coniugi come un dovere, io credo che il matrimonio sia anche e soprattutto un impegno fatto di molti doveri reciproci, compreso quello di rispettare le esigenze sessuali del partner o, quantomeno, impegnarsi in questo senso come atto d'amore.
    Pertanto, paradossalmente, concordo con la famosa sentenza della Cassazione che ha condannato un coniuge alla separazione con colpa (con tutte le note conseguenze del caso) ed al risarcimento pecuniario per aver trascurato sessualmente la moglie; ma con una fondamentale integrazione.
    Che sentenze di questo genere vengano adottate anche a ruoli invertiti e sia prevista, giuridicamente, una responsabilità, anche risarcitoria, a carico della donna che trascuri sessualmente il marito o non sappia, per non volerlo, soddisfare nelle sue esigenze sessuali.
    Altrimenti siamo, come al solito, nello squilibrio discriminatorio delle tutele giuridiche.

    Sì, però, per motivi banalmente fisiologici e "meccanici", affinché vi sia un rapporto erotico il "desiderio" maschile è indispensabile, quello femminile no.
    La donna può limitarsi a "lasciar fare", l'uomo no.
    E' necessario un coinvolgimento attivo dell'uomo e soprattutto un suo autentico desiderio (che risieda nelle profondità del suo inconscio), che non ci si può in alcun modo auto-imporre sulla base di un semplice atto di volontà consapevole (come certamente ben sanno gli uomini che abbiano sperimentato episodi di "disfunzioni erettili").

    Questa naturale asimmetria comporta uno "squilibrio"? Certamente.
    Sarebbe troppo semplice se per perseguire equità e giustizia nel rapporto tra i due sessi bastasse applicare, nelle medesime cirocostanze, stessi identici pesi e stesse identiche misure.
    E' proprio questo, a mio parere, uno degli irrimediabili "peccati originali" del Femminismo: la pretesa "neutralità" della parola "Uguaglianza". E questo persino a prescindere dal fatto che tale principio di "Uguaglianza" sia predicato dal F. - con suprema slealtà - solo quando fa comodo (quindi negandolo nei fatti).

    Essendo viceversa uomini e donne soggetti naturalmente diversi, i pesi e le misure dovrebbero essere calibrati e ponderati in funzione di una autentica, "equità" complessiva. Il che vuol dire che necessariamente ci saranno ambiti in cui prevarranno i "diritti" di un sesso, altri in cui prevarrano quelli dell'altro.

    Non era Aristotele che diceva (più o meno, vado a memoria): "Giusto è trattare gli uguali in modo uguale, e i disuguali in modo disuguale." Se è evitata la discriminazione non è evitata la diseguaglianza... ed è "giusto" così.


    Lorenzo

    Edited by ventiluglio - 12/5/2006, 00:26
     
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  14. Scienziato apocrifo
     
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    Ci sono altri paesi e culture che hanno risolto l'asimmetria del desiderio sessuale tra marito e moglie in modo molto pratico.
    Gli arabi con la poligamia, i cinesi col concubinato.
    Anche in italia c'era una cura molto semplice... si chiamva "casa chiusa".
    Le mogli lasciavano andare là i mariti senza remore. La cosa era considerata normale anche dalla chiesa (lo diceva il catechismo) ed in questo modo le donne erano esentate dall'essere sempre disponibili ad ogni richiesta del loro uomo.
    Se invece loro stesse ritenevano quelle "visite" dei mariti qualcosa da evitare, si impegnavano di più a letto cercando di far dimenticare al coniuge l'alternativa.
     
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  15. Vero Mummio
     
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    Insomma io non lo so Scienziato, ma secondo te l'uomo è una specie di coso dominato perennemente dall'impulso sessuale?
    Scapoli che frequentano le case chiuse mi sta bene, ma sinceramente trovo un pò aberrante una persona sposata che lo faccia.
    Nella vita bisogna anche imparare a rinunciare.
     
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95 replies since 10/5/2006, 21:48   4463 views
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