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Abigor2.
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Il motivo per cui - in Italia e in tutti i paesi industrializzati - molti uomini non vengono giudicati piu' tali,sono molto semplici:con l'avvento del femminismo la figura paterna ha perso importanza e autorevolezza.
Ormai c'e' solo mamma..
Scrive Claudio Rise' nel libro "ESSERE UOMINI" - la virilitą in un mondo femminilizzato:"Il bambino-ragazzo ha un bisogno vitale che un uomo adulto,il padre possibilmente,gli fornisca un orientamento per guardarsi dentro di se',per stimarsi,ma anche per criticarsi quando occorre. Un orientamento nato dalla cultura da cui il suo corpo,i suoi istinti e la sua psiche provengono.
Ha bisogno delle parole di un uomo,che parlino di lui conoscendolo,sapendo,per conoscenza diretta,i suoi impulsi,i suoi orgogli e i suoi timori.
Di parole che sappiano collocarsi nel suo sistema simbolico:ancora inconscio,lontano,socialmente rimosso,eppure vivo.
Ma il padre non c'e'. Il papa' non gli dira' nulla. Ma meno ancora che cosa fare,che cosa pensare delle donne,e di se stesso in quanto maschio.
Non glie lo dira',perche' non saprebbe cosa dire.
Perche' anche a lui,suo padre,non ha detto nulla di tutto questo.
E' anche per questo che la vita sentimentale,sessuale,affettiva del padre e' stata una navigazione a vista,il piu' delle volte timorosa e vile. Spietatamente descritta,in modo astioso ma spesso veritiero,nella letteratura femminista. O dal cinema,soprattutto americano,come per esempio in Magnolia,di Paul Anderson,in cui viene mostrata la vergogna dei padri che si lasciano inghiottire dal megafrullatore narcisistico della societa' dominata dalla Grande Madre."
C'e' un passaggio in cui mi riconosco in pieno,ed e' questo:"..e' stata una navigazione a vista"...
Io ho "frequentato" di "tutto" (niente maschi,pero':solo femmine..),ma da ragazzo,ho realmente "navigato" non sapendo in quale "isola" sarei andato a naufragare.
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