Matrimonio e doveri sessuali

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  1. Barnart
     
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    CITAZIONE (seiper1 @ 4/7/2006, 12:03)
    Non mi sembra, caro Rino, che né noi, né altri, si sia nelle condizioni di poter formulare una simile scelta collettiva.

    Sicurissimamente no.
    E' un modo per chiedersi quale atteggiamento assumere nella valutazione del problema.

    Comparando l'approccio di fondo di molti altri (Reduan, Animus, Destro, Ventiluglio, Purusha e forse di VM e Strider) al tuo (e di qualcun altro, come ad es. Silver e in parte forse Renato e SA) emergono due punti di vista diversi. Due sentimenti del mondo, direi.

    Da una parte chi assume la prospettiva universalistica (del resto specificamente maschile) dove dunque si mira a risanare la civiltà occidentale e dentro quella a riposizionare i Generi (e le generazioni) rispetto agli sbandamenti attuali. Coloro, per dire, per i quali il mondo è ancora Uno, benché lacerato.

    Dall'altra chi trascura ormai di occuparsi dei destini dell'Occidente (e delle donne in quanto tali) e mira a risanare/salvaguardare l'anima maschile, la maschilità e gli uomini a prescindere dai benefici che l'Occidente potrà ricavare da questo risanamento.
    Coloro, per dire, per i quali il mondo si è spezzato ed F e M hanno ormai destini separati.

    Queste due prospettive sono davvero molto diverse nel profondo. E' come se una guardasse verso l'aurora, l'altra verso il tramonto.*

    Così i primi sono attenti anche alla questione demografica, mentre i secondi non se ne curano.
    Anche questo è significativo.

    Come noto, sin qui (per ragioni in parte esplicitate e in parte no) io ho privilegiato la lettura della seconda prospettiva, benché non sia avverso alla prima, che è inoltre ben maggioritaria sia in U3 che altrove.

    Le due prospettive indicano che, nell'insieme, siamo tra "color che son sospesi" tra una Nuova Adesione e l'Ultimo Disincanto.

    Rn

    * Il logo di U3 è il sole attraversato da un orizzonte montagnoso.
    Ma quel sole sta sorgendo o sta tramontando?

    Il logo parla chiaro ed ha trasmesso il suo messaggio, (della cui ambivalenza mi accorsi dopo l'elaborazione): le due posizioni sono contestuali, oggi hanno entrambe un Senso e possono essere viste come complementari.

    Ambivalenza infatti non significa ambiguità o contraddizione logica. Significa esperienza multiforme. Quella maschile odierna sul piano del Senso, appunto.

    Edited by Barnart - 4/7/2006, 12:58
     
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  2. seiper1
     
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    CITAZIONE
    Da una parte chi assume la prospettiva universalistica (del resto specificamente maschile) dove dunque si mira a risanare la civiltà occidentale e dentro quella a riposizionare i Generi (e le generazioni) rispetto agli sbandamenti attuali. Coloro, per dire, per i quali il mondo è ancora Uno, benché lacerato.

    (Barnart)

    Posizione rispettabile (anche se, a mio modo di vedere velleitaria) che, tuttavia, non può identificarsi con la "questione maschile", che ricade al sul interno come dato accessorio ad una problematica assai più vasta ed onnicomprensiva.

    CITAZIONE
    Dall'altra chi trascura ormai di occuparsi dei destini dell'Occidente (e delle donne in quanto tali) e mira a risanare/salvaguardare l'anima maschile, la maschilità e gli uomini a prescindere dai benefici che l'Occidente potrà ricavare da questo risanamento.

    La mia sarà una visione semplicistica ma sono portato a credere che il mondo (sia quello occidentale quanto altri mondi possibili ed esistenti) non può essere progettato a tavolino.
    Ogni teoria (le ideologie) che abbia fatto simili tentativi ha avuto risultati catastrofici sul genere umano. Il mondo è il risultato di combinazioni casuali, di rapporti di forza in perenne mutamento (vedi l'attuale conflitto di genere) e di accadimenti imprevedibili nella loro origine e nel loro sviluppo.
    Tutto quello che, in questo quadro, a me sembra un tentativo ammissibile e ragionevolmente praticabile è quello di assumere consapevolmente le redini del "nostro" destino di uomini, perchè è l'unico di cui abbiamo diretta responsabilità, ed esigerne il doveroso rispetto.

    CITAZIONE
    Così i primi sono attenti anche alla questione demografica, mentre i secondi non se ne curano.

    Infatti non ho mai capito l'attenzione di alcuni per le questioni demografiche e per la loro attinenza (a mio avviso, insussistente) con la QM.
     
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  3. vero mummio 2
     
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    CITAZIONE (Quinzio @ 3/7/2006, 20:16)
    Per conservare la carne piu' a lungo i Pellerossa, che vanno di moda in questo forum, avevo l'abitudine di sotterrarla. La carne, cosi' andava incontro ad un processo di putrefazione ben piu' lento che se fosse stata conservata in superficie. Quando veniva dissotterrata, la carne era mezza marcia, me sembra che dopo una settimana di digiuno anche un lembo di carne mezza marcia abbia lo stesso gusto di risotto alla milanese.

    Per inciso, non è che i pellerossa fossero particolarmente sfortunelli, tanto da dover fare così eh, gli europei conservavano la carne nella stessa identica maniera, prima di inventare supermercati e cibi precotti.

    CITAZIONE (Barnart @ 4/7/2006, 10:28)
    Perché non ipotizzare che l'intera storia dell'Occidente non sia altro che un lungo percorso che doveva portare necessariamente alla fine della necessità del maschio e quindi alla fine del vincolo matrimoniale, alla espulsione degli uomini (e/o dei valori maschili) dai processi educativi, (scuola, famiglia), dalle strutture/ordini deputati alla storicizzazine dei valori (assemblee, magistratura etc.) e dall'insieme delle agenzie che elaborano e trasmettono la cultura?
    Sarebbe dura da digerire, ma questo non basta per non considerare seriamente una simile ipotesi.

    Ipotizziamolo, analizziamolo, e analizzando analizzando, ragioniamo sui tempi, per scoprire, che i cambiamenti culturali in Occidente sono stati repentini e drastici, e ciò farebbe sospettare più ad una volontà esterna che ad una spontanea evoluzione culturale.
    Rino ti invito a riflettere bene sui tempi di ciò che penso tu consideri un'evoluzione.
    Se in un bicchiere mettiamo dello zucchero e dell'acqua, ci vorrà tempo prima che le due componenti si fondano, se invece mescoliamo con un cucchiaino il contenuto del bicchiere, il solvente e il soluto si trasformano nella soluzione in maniera repentina.
     
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  4. seiper1
     
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    CITAZIONE
    Coloro, per dire, per i quali il mondo si è spezzato ed F e M hanno ormai destini separati.

    (Barnart)

    Aggiungo sulle tue precisazioni:
    non credo che uomini e donne abbiano destini più separati, oggi, di quanto non ne abbiano sempre avuti.
    La differenza sta, forse, nel fatto che oggi si è data chiarezza a questa separazione, a questa differenza sostanziale di orientamento verso la vita.
    Il femminismo si è preso il compito di precisare quello femminile dando forza contrattuale, unione di intenti ed aggressività alle proprie istanze.
    A noi, ora, l'onere ed il compito di precisare il nostro.

    CITAZIONE
    ...le due posizioni sono contestuali, oggi hanno entrambe un Senso e possono essere viste come complementari.

    Non per sterile spirito di opposizione ma, almeno dal mio punto di vista, non è esattamente così e lo dico solo per dovere di chiarezza personale. Ognuno, naturalmente, continuerà a pensare come vuole.
    Un conto è la QM, un conto la difesa culturale della civiltà occidentale all’interno della quale posizionare anche la QM. Perché l’una porta verso alcuni obiettivi (la difesa della dignità maschile, la riconquista di diritti negati ed il riequilibrio, su basi nuove e diverse dal passato, del rapporto tra i sessi), l’altra va verso altri obiettivi che sono, sostanzialmente, di riscoperta e rivalutazione delle fondamenta tradizionali dell'occidente.
    E' cosa diversa, nei presupposti e negli obiettivi.
     
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  5. Purusha
     
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    Rino e Seiper hanno messo sul tappeto - com'è loro meritoria consuetudine - una rosa di riflessioni di capitale importanza.
    Non dispongo al momento del tempo necessario per una risposta articolata, che cercherò semmai di abbozzare in modo diluito.
    Ci tengo tuttavia a precisare un punto, che reputo comune allo stesso Alexandros: la questione demografica non potrebbe importarmi di meno.
    Non ho mai avuto passione per le cifre e il culto della quantità fini a se stessi. Anzi, se la riproduzione dell'umana specie deve perpetuarsi esponenzialmente a prezzo di tale sterminio dell'intelligenza, dell'equilibrio e del buon senso, auspichiamo di buon grado una netta precipitazione della natalità su scala planetaria.
    D'altra parte lo stesso sottoscritto ritiene che il pianeta soffra di un eccessivo sovrappopolamento, il che non affermo in esclusiva relazione con il topos delle risorse disponibili da qui in avanti. Il grande antropologo francese Levi-Strauss, in una recente intervista, ha dichiarato di non afferrare più il senso di una comunità umana che nei prossimi decenni si avvia a raggiungere il tetto di 9 miliardi di individui: e in ciò mi ritrovo pienamente.
    Secondo punto: l'esplicito orientamento per il sacro e la trascendenza, ha probabilmente alimentato in Rino l'impressione che io ed Alexandros vagheggiamo chissà quale sogno di palingenesi mondana ed epocale, magari da progettare a tavolino (horribile dictu!).
    Ma a tal proposito l'amico Rino - cui va tutta la nostra incondizionata stima -, immagina forse appena quanto tale prospettiva possa riuscirci aliena, ancorché di seducente profilo agli occhi di certuni.
    Io ed Alexandros avvertiamo al contrario in modo molto acuto (e, crediamo, lucido) il carattere di via solitaria ed 'eroica' che caratterizza tale dimensione, condivisa da una minoranza di soggetti maschili avvertiti e consapevoli: dimensione da noi difesa senza calorosi proclami di resurrezione collettiva, assolutamente inattuabili e impensabili nello stato di fatto che constatiamo dominare la realtà quotidiana. E ciò sia detto in relazione non soltanto all'Occidente, ma all'intero orbe terracqueo.
    Per il momento è tutto.
    Grazie per le vostre riflessioni,

    P.

    Edited by Purusha - 4/7/2006, 19:28
     
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  6. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (seiper1 @ 4/7/2006, 14:35)
    non credo che uomini e donne abbiano destini più separati, oggi, di quanto non ne abbiano sempre avuti.
    La differenza sta, forse, nel fatto che oggi si è data chiarezza a questa separazione, a questa differenza sostanziale di orientamento verso la vita.

    Quindi secondo te, 100 anni fa (o anche 1000) uomini e donne non vivevano insieme, sotto lo stesso tetto, più di quanto non lo si faccia ora? padri e madri non avevano le stesse opportunità di vedere crescere i figli?
    I due sessi si "odiavano" e si rinfacciavano reciproche scorrettezze in ogni buona occasione, come capita al giorno d'oggi?

    A me sembra proprio il contrario.
    Una volta, per reciproco bisogno c'era una continua ricerca dell'altro sesso.... cosa che al giorno d'oggi esiste poco .... e cmq più da parte maschile che da parte femminile.

    CITAZIONE (seiper1 @ 4/7/2006, 14:35)
    CITAZIONE
    ...le due posizioni sono contestuali, oggi hanno entrambe un Senso e possono essere viste come complementari.

    Non per sterile spirito di opposizione ma, almeno dal mio punto di vista, non è esattamente così e lo dico solo per dovere di chiarezza personale. Ognuno, naturalmente, continuerà a pensare come vuole.
    Un conto è la QM, un conto la difesa culturale della civiltà occidentale all’interno della quale posizionare anche la QM. Perché l’una porta verso alcuni obiettivi (la difesa della dignità maschile, la riconquista di diritti negati ed il riequilibrio, su basi nuove e diverse dal passato, del rapporto tra i sessi), l’altra va verso altri obiettivi che sono, sostanzialmente, di riscoperta e rivalutazione delle fondamenta tradizionali dell'occidente.
    E' cosa diversa, nei presupposti e negli obiettivi.

    Ciò che ti ostini a non capire (e che mi stupisce non poco, perchè di acume sembra che tu ne abbia) è che la condizione al contorno di una situazione o di uno status, può avere la sua importanza e questo caso non credo che faccia eccezione.
     
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    Rino:
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    Così i primi sono attenti anche alla questione demografica, mentre i secondi non se ne curano.

    E' necessario chiarire un possibile equivoco: io non sostengo affatto che all'uomo occidentale debba stare a cuore in primo luogo la questione demografica. Anzi, al contrario, sostengo che l'uomo occidentale non si debba sentire per nulla responsabile di una situazione catastrofica non voluta da egli stesso. E come potrebbe, del resto ? Come ci si può sentire responsabili di una situazione che non si è cercata, ma che è caduta addosso dall'alto, come pioggia o grandine ?
    Non mi sono mai sognato di sostenere che gli uomini occidentali debbano darsi da fare per ripopolare l'occidente, non solo non me lo sogno, ma sostengo esattamente il contrario -ripeto- stante le condizioni attuali.
    sono le condizioni che devono cambiare. Ripopolare la nazione non è quindi compito dell'uomo comune, visto che va contro i propri interessi, ma tocca a chi ha la responsabilità della nazione modificare le condizioni attuali per renderle più favorevoli. All'uomo comune è demandata la reponsabilità, invece, di smettere di stare zitto e subire supinamente una condizione che va contro di lui.

    Peraltro ritengo anche opportuno precisare che sono davvero convinto che questione demografica e questione maschile siano strettamente correlate. E' vero che uno dei più grossi problemi a livello mondiale è il sovrappopolamento. Il pianeta probabilmente non sopporterà i 12 miliardi di individui previsti entro il 2050. Già oggi, a circa 7 miliardi, ci sono evidenti difficoltà. Ma non è un problema per il quale noi occidentali si possa ancora fare molto, in prima persona. La soglia di mantenimento è pari a 2,1 figli per donna; in quasi tutto l'occidente si viaggia intorno a 1,5. Il che vuol dire che ci si avvia verso l'estinzione, se non si cambierà rotta. Più di così non so immaginare cosa si potrebbe fare.
    E' vero che si tratta di un problema grande quello dell'eccessivo incremento demografico. Ma lo dobbiamo risolvere tutto noi ?

    L'equilibrio demografico, ovvero quel famoso numero 2,1, lo si raggiunge in primo luogo raggiungendo l'equilibrio tra i sessi. Invito a riflettere.


    Seiper1 :
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    Infatti non ho mai capito l'attenzione di alcuni per le questioni demografiche e per la loro attinenza (a mio avviso, insussistente) con la QM.

    Perchè secondo te l'attinenza è insussistente ? Non mi è ben chiaro.
    Che vi sia attinenza tra femminismo e controllo demografico non sono io che lo dico, lo affermano gli analisti della chiesa cattolica, quelli musulmani, lo affermano Sartori e Mazzoleni nel loro libro (pag. 115 ed altre, per chi volesse controllare), lo affermano gli esperti dell'ONU (vedasi rapporto 2001 sulla popolazione), lo hanno affermato di recente anche gli analisti della CIA. (*)
    Quello che mi stupisce è che non si voglia dare alcun credito a nessuno di questi. Perchè !?

    -----------
    (*) Ora non ho tutto sottomano, appena ho tempo posto tutti i documenti in questione, se interessano.

    Edited by Reduan - 5/7/2006, 00:31
     
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    Un conto è la QM, un conto la difesa culturale della civiltà occidentale all’interno della quale posizionare anche la QM. Perché l’una porta verso alcuni obiettivi (la difesa della dignità maschile, la riconquista di diritti negati ed il riequilibrio, su basi nuove e diverse dal passato, del rapporto tra i sessi), l’altra va verso altri obiettivi che sono, sostanzialmente, di riscoperta e rivalutazione delle fondamenta tradizionali dell'occidente.
    E' cosa diversa, nei presupposti e negli obiettivi.

    Non sono per nulla d'accordo. Non mi sono spiegato bene, evidentemente.
    Della difesa della cultura occidentale, etcetera m'interessa relativamente e non è quello l'obiettivo, anche perchè io non ho il potere di influire più di tanto a livello politico e sociale.
    A me interessa la difesa di me stesso. Attraverso questo, poi, sono convinto, raggiungo anche gli altri obiettivi.

    Io sono poi convinto che i valori tradizionali -opportunamente modificati ed adattati ai tempi- siano gli unici ad avere valore vero, da quel punto di vista.(purtroppo, forse. Ma la natura e l'universo non è stato costruito intorno agli esseri umani).
    Il resto è aria fritta. Pensare a regole uguali per tutti è velleitario, utopistico, e campato per aria (senza offesa: sto solo esprimendo onestamente la mia opinione), un modo per sentirsi in pace col resto del mondo e più politicamente corretti. Ma non funziona.
    E' il concetto, ripeto, dell'incontro sportivo, in cui però non si è tenuto conto delle diverse attitudini atletiche delle due squadre. Una è più brava nel gioco del calcio, l'altra squadra è più brava a pallavolo. Come si stabiliscono le regole ? Quale partita si giocherà ? Una userà i piedi e l'altra le mani ? Ma allora non è più parità... Oppure tutte e due useranno i piedi ? Ma allora una squadra sarà favorita....

    Edited by Reduan - 5/7/2006, 00:46
     
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  9. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 5/7/2006, 00:00)
    Rino:
    CITAZIONE
    Così i primi sono attenti anche alla questione demografica, mentre i secondi non se ne curano.

    E' necessario chiarire un possibile equivoco: io non sostengo affatto che all'uomo occidentale debba stare a cuore in primo luogo la questione demografica. Anzi, al contrario, sostengo che l'uomo occidentale non si debba sentire per nulla responsabile di una situazione catastrofica non voluta da egli stesso. E come potrebbe, del resto ? Come ci si può sentire responsabili di una situazione che non si è cercata, ma che è caduta addosso dall'alto, come pioggia o grandine ?
    Non mi sono mai sognato di sostenere che gli uomini occidentali debbano darsi da fare per ripopolare l'occidente, non solo non me lo sogno, ma sostengo esattamente il contrario -ripeto- stante le condizioni attuali.
    sono le condizioni che devono cambiare. Ripopolare la nazione non è quindi compito dell'uomo comune, visto che va contro i propri interessi, ma tocca a chi ha la responsabilità della nazione modificare le condizioni attuali per renderle più favorevoli. All'uomo comune è demandata la reponsabilità, invece, di smettere di stare zitto e subire supinamente una condizione che va contro di lui.

    A questo proposito ci tengo ad esporre anche la mia opinione.
    Non credo affatto che la questione demografica sia così importante nella QM. Tuttavia non mi riesce a non vedere in essa i pessimi frutti prodotti da certe ideologie (il femminismo... naturalmente).
    Quindi, anche se non la ritengo fondamentale, è pur sempre un'aggravante.... e come tale, da tener ben presente. Come alla stessa stregua si prendono in considerazione gli articoli di giornale raccolti su "La tenerezza delle donne, via per la pace".

    Ha fatto bene Rino a mettermi in quelli del 2° gruppo ma come "incerto", perchè indipendentemente dalle mie opinioni, non ho la certezza che l'approccio del 1° gruppo (che è anche quello dei MS) non abbia le sue buone ragioni.

    Tra l'altro io credo che tra il 1° ed il 2° gruppo le differenze più marcate siano altre... come ad esempio la questione "aborto".

    CITAZIONE (Reduan @ 5/7/2006, 00:00)
    E' vero che uno dei più grossi problemi a livello mondiale è il sovrappopolamento. Il pianeta probabilmente non sopporterà i 12 miliardi di individui previsti entro il 2050. Già oggi, a circa 7 miliardi, ci sono evidenti difficoltà. Ma non è un problema per il quale noi occidentali si possa ancora fare molto, in prima persona.

    La questione del sovraffollamento è un po' tutta da dimostrare.
    Se non sbaglio proprio su questo forum si diceva che Malthus (o chi per lui) riteneva insostenibile per la Terra una popolazione superiore al miliardo, eppure..... siamo 6 volte tanto e siamo ancora qui.
    Finora si è dimostrato che per ogni raddoppio di popolazione c'è stata una quadruplicazione delle terre coltivabili ed una quadruplicazione della resa delle terre stesse, a parità di superficie.
     
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  10. -Renato-
     
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    Rino:

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    Comparando l'approccio di fondo di molti altri (Reduan, Animus, Destro, Ventiluglio, Purusha e forse di VM e Strider) al tuo (e di qualcun altro, come ad es. Silver e in parte forse Renato e SA) emergono due punti di vista diversi. Due sentimenti del mondo, direi.

    Da una parte chi assume la prospettiva universalistica (del resto specificamente maschile) dove dunque si mira a risanare la civiltà occidentale e dentro quella a riposizionare i Generi (e le generazioni) rispetto agli sbandamenti attuali. Coloro, per dire, per i quali il mondo è ancora Uno, benché lacerato.

    Dall'altra chi trascura ormai di occuparsi dei destini dell'Occidente (e delle donne in quanto tali) e mira a risanare/salvaguardare l'anima maschile, la maschilità e gli uomini a prescindere dai benefici che l'Occidente potrà ricavare da questo risanamento.
    Coloro, per dire, per i quali il mondo si è spezzato ed F e M hanno ormai destini separati.

    Queste due prospettive sono davvero molto diverse nel profondo. E' come se una guardasse verso l'aurora, l'altra verso il tramonto.*

    Anche nella lista di discussione interna si era parlato di queste due prospettive.Io mi sto rendendo conto che la QM va risolta nel maschile.Per cui, detto brevemente, mi sento più vicino alle posizioni di Rino piuttosto che aconsiderare il movimento maschile unasorta di nuovo progetto sociale M-F.La QM è un problema di relazione dei sessi ma anche esoprattuttto un problema maschile.Per cui credo che..U3000 deve rimanere una movimento d'opinione maschile che debba sensibilizzare le coscienze maschile ed illuminarli su un problema che molti ignorano o non se ne rendano conto.
    Quando finirà l'ossigeno che alimenta il femminismo e l'idolatria femminile, allora smettera di ardere anche la fiamma del femminismo e l'autocelebrazione femminile si ridurrà ad un lume di candela. Una volta cambiati gli uomini cambierà anche la società.Chissà se avverrà, ne dubito, però U3000 è un inizio ed una voce fuori dal coro.
     
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  11. seiper1
     
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    Quindi secondo te, 100 anni fa (o anche 1000) uomini e donne non vivevano insieme, sotto lo stesso tetto, più di quanto non lo si faccia ora? padri e madri non avevano le stesse opportunità di vedere crescere i figli?

    (S.A.)

    Come ho già scritto nel contesto di un'altra discussione (che sicuramente ricorderai per i toni piuttosto infuocati che si sono raggiunti) non credo che il rapporto tra i sessi abbia mai visto un'età dell'oro che valga la pena di recuperare.
    E' la mia visione delle cose e non ho la pretesa che venga fatta propria da qualcun altro.
    Ma, visto che se ne parla, bisogna saper riconoscere che quelle condizioni passate di vita (e di vita familiare) poggiavano in larga misura sul sacrificio femminile per il quale le donne venivano relegate negli strettissimi confini di un ruolo puramente ed esclusivamente domestico.
    Che le donne abbiano voluto abbattere e travalicare quei confini lo trovo umano, giustificabile e pienamente legittimo. Ciò che ne è seguito e ne segue anche oggi, no.
    Anche quella che tu chiami la condizione al contorno di una situazione (ossia l'impostazione tradizionalistica dei rapporti propria della civiltà occidentale) si fondava sul medesimo assunto; una rigida ed inaccettabile (secondo me) separazione dei ruoli che limitava all'eccesso la realizzazione della personalità femminile.


    CITAZIONE
    Che vi sia attinenza tra femminismo e controllo demografico non sono io che lo dico, lo affermano gli analisti della chiesa cattolica, quelli musulmani, lo affermano Sartori e Mazzoleni nel loro libro

    (Reduan)

    E' del tutto chiaro che questa attinenza c'è, dal momento che il femminismo ha rimesso in discussione i ruoli tradizionali, tra i quali quello di madre, modificandoli nei modi che sappiamo.
    Ma questo è un problema femminile, non maschile.
    Lo spaesamento e, spesso, lo smarrimento odierno di tante donne di fronte alla "maternità" stanno a testimoniare di una profonda alterazione del sentimento materno; ma non incidono direttamente sulla condizione maschile.
    E' la modificazione dell'assetto familiare che, semmai, si ripercuote sui nostri destini.
    Ci sarebbe molto da dire e sono sicuro che sarà detto, al riguardo. La materia di analisi è enorme e gli interventi a cui sento di voler rispondere per la mia parte molti. Lo farò con calma.
    Ma sono altrettanto sicuro che ciò che va ideato, immaginato e proposto è un modo nuovo di atteggiarsi reciproco tra i sessi.

    CITAZIONE
    Una volta cambiati gli uomini cambierà anche la società.

    (Renato)

    Ecco le parole giuste. Ecco il corretto indirizzo di marcia, anche per me.
    Quoto incondizionatamente la felicissima sintesi di Renato.
     
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  12. animus
     
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    CITAZIONE (seiper1 @ 5/7/2006, 11:44)
    dal momento che il femminismo ha rimesso in discussione i ruoli tradizionali, tra i quali quello di madre, modificandoli nei modi che sappiamo.

    Il femminismo non ha rimesso in discussione i ruoli.
    Monopolizzando (sulla donna/madre) la riproduzione della specie umana, ha semplicemente eliminato il padre.
    E questo è ben diverso da quello che hai affermato.

    CITAZIONE
    Una volta cambiati gli uomini cambierà anche la società.

    Sì......come le femministe. :P

    Edited by animus - 5/7/2006, 13:56
     
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  13. Alexandros Basileus
     
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    Edited by Alexandros Basileus - 30/5/2008, 15:10
     
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    Lupus in fabula

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    CITAZIONE (seiper1 @ 5/7/2006, 11:44)
    CITAZIONE
    Una volta cambiati gli uomini cambierà anche la società.

    (Renato)

    Ecco le parole giuste. Ecco il corretto indirizzo di marcia, anche per me.
    Quoto incondizionatamente la felicissima sintesi di Renato.

    Quoto pure io. Sono d'accordo. Mai detto il contrario. Ho solamente inserito il tutto in un discorso più ampio. Ma mica sta scritto da nessuna parte che ci si debba occupare di tutto noi. Noi abbiamo scelto un punto ben preciso del tutto, che è quello che ci interessa, e che a mio avviso è anche il punto fondamentale. Stop...


    Quoto pure questo:

    CITAZIONE
    Chissà se avverrà, ne dubito

    Non solo ne dubito, ma sono pressochè certo che non avverrà, se si riduce il tutto alla stregua di un semplice lamento soggettivo di un pugno di uomini; senza una visione più ampia del tutto, senza una prospettiva comune, senza una "stella polare" come riferimento.
     
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  15. animus
     
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    Continuo a dissentire.
     
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