Matrimonio e doveri sessuali

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ventiluglio
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (seiper1 @ 11/5/2006, 14:31)
    Per quanto riguarda la domanda che pone Reduan, a riguardo della vita sessuale tra coniugi come un dovere, io credo che il matrimonio sia anche e soprattutto un impegno fatto di molti doveri reciproci, compreso quello di rispettare le esigenze sessuali del partner o, quantomeno, impegnarsi in questo senso come atto d'amore.
    Pertanto, paradossalmente, concordo con la famosa sentenza della Cassazione che ha condannato un coniuge alla separazione con colpa (con tutte le note conseguenze del caso) ed al risarcimento pecuniario per aver trascurato sessualmente la moglie; ma con una fondamentale integrazione.
    Che sentenze di questo genere vengano adottate anche a ruoli invertiti e sia prevista, giuridicamente, una responsabilità, anche risarcitoria, a carico della donna che trascuri sessualmente il marito o non sappia, per non volerlo, soddisfare nelle sue esigenze sessuali.
    Altrimenti siamo, come al solito, nello squilibrio discriminatorio delle tutele giuridiche.

    Sì, però, per motivi banalmente fisiologici e "meccanici", affinché vi sia un rapporto erotico il "desiderio" maschile è indispensabile, quello femminile no.
    La donna può limitarsi a "lasciar fare", l'uomo no.
    E' necessario un coinvolgimento attivo dell'uomo e soprattutto un suo autentico desiderio (che risieda nelle profondità del suo inconscio), che non ci si può in alcun modo auto-imporre sulla base di un semplice atto di volontà consapevole (come certamente ben sanno gli uomini che abbiano sperimentato episodi di "disfunzioni erettili").

    Questa naturale asimmetria comporta uno "squilibrio"? Certamente.
    Sarebbe troppo semplice se per perseguire equità e giustizia nel rapporto tra i due sessi bastasse applicare, nelle medesime cirocostanze, stessi identici pesi e stesse identiche misure.
    E' proprio questo, a mio parere, uno degli irrimediabili "peccati originali" del Femminismo: la pretesa "neutralità" della parola "Uguaglianza". E questo persino a prescindere dal fatto che tale principio di "Uguaglianza" sia predicato dal F. - con suprema slealtà - solo quando fa comodo (quindi negandolo nei fatti).

    Essendo viceversa uomini e donne soggetti naturalmente diversi, i pesi e le misure dovrebbero essere calibrati e ponderati in funzione di una autentica, "equità" complessiva. Il che vuol dire che necessariamente ci saranno ambiti in cui prevarranno i "diritti" di un sesso, altri in cui prevarrano quelli dell'altro.

    Non era Aristotele che diceva (più o meno, vado a memoria): "Giusto è trattare gli uguali in modo uguale, e i disuguali in modo disuguale." Se è evitata la discriminazione non è evitata la diseguaglianza... ed è "giusto" così.


    Lorenzo

    Edited by ventiluglio - 12/5/2006, 00:26
     
    Top
    .
95 replies since 10/5/2006, 21:48   4477 views
  Share  
.