Il Femminismo o gli uomini di potere?
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Il Femminismo o gli uomini di potere?

... chi è il vero problema?

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    CITAZIONE (silverback @ 7/10/2006, 15:00)
    CORRIERE NAZIONALE, 7 ottobre 2006

    "Donne discriminate"
    Messaggio di Giorgio Napolitano per i 60 anni del voto femminile:
    "Non è ancora terminato il percorso che deve condurre alla parità"

    ROMA - In un messaggio all'Associazione nazionale
    Donne elettrici per i 60 anni del voto alle donne, il capo
    dello Stato Giorgio Napolitano ribadisce la necessità di
    iniziative concrete per realizzare le pari opportunità,
    dall'incidenza nei processi decisionali al lavoro, "non
    è ancora terminato il percorso per la parità nei diritti per
    le donne"
    .

    http://www.corriere.it/politica/09_marzo_0...44f02aabc.shtml
    CITAZIONE
    L'8 MARZO E IL PRESIDENTE
    Napolitano: stupro è sempre infame
    Il capo dello Stato:«Non contano le nazionalità». «Donne, resta disparità sui salari e presenza in politica»

    ROMA - Forte monito del presidente Napolitano sul fronte delle violenze contro le donne in occasione della festa dell'8 marzo. Lo stupro «è l'ombra più pesante» sulla lotta della donna per la piena parità, la vergogna, l'infamia «come tutte le forme di molestia, di vessazione, di persecuzione nei confronti delle donne». Questo «nel mondo come in Italia, in una parte del mondo in modi orribili, barbarici, in Italia verso donne italiane o straniere non fa differenza, ad opera di stranieri o italiani non fa differenza». «Nel nostro Paese - ha sottolineato ancora il capo dello Stato - possiamo dire che si stanno facendo dei passi nel reagire a ogni sorta di violenza contro le donne e a ogni sorta di pratiche lesive della loro dignità. Passi avanti sul piano della presa di coscienza e della denuncia» e - ha aggiunto Napolitano - passi avanti sul piano dell’intervento legislativo e dell’azione di governo, alcune delle quali già ampiamente condivise in Parlamento».

    LAVORO FEMMINILE - Ma la celebrazione dell'8 marzo è stata l'occasione da parte del presidente della Repubblica per un bilancio complessivo della situazione della donna nel nostro Paese. « «Il quadro di riferimento generale per portare avanti la causa delle donne in tutti i suoi aspetti resta più che mai la nostra Costituzione. Restano tuttavia molte ombre sulla strada della parità salariale e, innanzitutto, della partecipazione delle donne alle forze di lavoro e all'occupazione complessiva» ha spiegato Napolitano. Per il capo dello Stato in un contesto di «crisi finanziaria ed economica, che dà segno piuttosto di un ulteriore aggravamento che non di allentamento» occorre chiedersi «quanto rischi di essere particolarmente colpito il lavoro femminile». E' questo un tema, spiega Napolitano, «sul quale ancora non si vede concentrarsi abbastanza l'attenzione, la riflessione e l'impegno».

    Riguardo alle presunte ed enormi disparità negli stipendi, di cui le donne sarebbero vittime in ogni dove, riporto questo articolo postato da Ventiluglio nell'ottobre del 2004.
    http://questionemaschile.forumfree.net/?t=2080662
    CITAZIONE
    La Disparità negli Stipendi Riflette le Priorità delle Donne
    Mercoledì, 22 Settembre 2004
    Di Wendy McElroy


    Un rapporto dall'Ufficio del Censimento degli Stati Uniti del 26 Agosto ha affermato che lo stipendio medio a tempo pieno femminile per le donne era di 75,5 centesimi per ogni dollaro guadagnato similmente dall'uomo;
    Valore che è inferiore dello 0,6 percento dal dato del 2002.

    Le femministe di genere ("gender-feminist" nel testo N.d.T.) hanno immediatamente gridato: "la discriminazione sta aumentando!"
    Questo atto d’accusa è veritiero?
    In che modo viene utilizzato?

    L'Istituto di Ricerca per la Politica delle Donne ha immediatamente pubblicato un comunicato stampa che ha usato il dato dei 75,5 centesimi per richiedere un aumento nello stipendio minimo ed un maggiore rafforzamento nell'applicazione delle leggi per le pari-opportunità.

    Ma potrebbe non esserci alcun problema da risolvere.

    Per prima cosa, lo 0,6 percento potrebbe essere una variazione statistica insignificante, poiché particolarmente gli stipendi delle donne sono aumentati costantemente durante l'ultima decade.
    Inoltre un'indagine non è uno studio scientifico; indica soltanto che qualcosa può meritare più attenzione. Non spiega perché vi è un divario di stipendio.
    Nel 2003, L'Ufficio Generale di Contabilità degli Stati Uniti (GAO) ha osservato: "dei molti fattori che concorrono nel determinare le differenze nei guadagni fra gli uomini e le donne, il nostro modello ha indicato che la tipologia di lavoro è un elemento chiave".
    Specificamente, le donne hanno in media meno anni di esperienza di lavoro, lavorano meno ore all'anno, è meno probabile che lavorino con orario a tempo pieno e lasciano il lavoro per periodi di tempo più lunghi rispetto agli uomini."
    Il GAO ha affermato di non essere in grado di "determinare se questa residua differenza sia dovuta a discriminazione o ad altri fattori."
    Per esempio, alcuni esperti hanno detto che alcune donne rinunciano ad avanzamenti di carriera e più alti guadagni a favore di un lavoro che offra flessibilità per poter gestire le responsabilità della famiglia e del lavoro.
    In breve, più donne che uomini è probabile che cerchino dei lavori a basso-stipendio ma con orari flessibili per passare più tempo con le loro famiglie.
    Se è così, quando prendete due liste di dati, una relativa agli impieghi delle donne ed una relativa agli impieghi a tempo pieno degli uomini ed andate alla metà esatta di ciascuna, ovvero la media, gli stipendi delle donne saranno naturalmente inferiori a quelli degli uomini.


    Ma che dire a proposito di lavori a tempo pieno paragonabili?
    Che cosa può causare una disparità di stipendio in quel caso?

    Consideriamo soltanto due possibilità.
    In primo luogo, la definizione di "occupazione a tempo pieno":
    La maggior parte delle indagini la definisce come un impiego di 35-o più o 40 ore alla settimana.
    Ma esiste una differenza enorme fra un impiegato che cronometra 40 ore ed uno che ne lavora 60.
    Per gli stessi motivi per i quali le donne cercano orari flessibili, è anche probabile che lavorino meno ore in un lavoro a tempo pieno.
    Aumenti, indennità e promozioni si indirizzano più naturalmente verso gli impiegati che lavorano con orari più lunghi.
    Effettivamente, quando si eliminano alcune variabili come il fatto di avere bambini, il divario di stipendio virtualmente sparisce.
    Nel loro libro "Woman’s Figures" (1999), l'economista Diana Furchtgott-Roth e Christine Stolba hanno meticolosamente confrontato i dati sui guadagni degli uomini e delle donne senza figli dai 27 ai 33 anni. Hanno trovato che la disparità di stipendio è limitata a 98 centesimi.

    Un secondo motivo possibile per la disparità di stipendio:
    Le indagini non tengono conto solitamente di fattori quali i premi di spostamento.
    Cioè spostamenti pericolosi o comunque indesiderabili sono più altamente pagati ed è più probabile che siano fatti dall'uomo.
    Lavorare nel turno di giorno come tassista non è realmente la stessa cosa che lavorare nel più pericoloso turno di notte, ma è usualmente considerato in tal modo dalle indagini.

    La disparità risultante negli stipendi non ha niente a che fare con la discriminazione contro le donne. Riflette le preferenze delle stesse donne.
    Se questo è vero, quindi la disparità di stipendio non è un problema da risolvere.
    È soltanto una statistica interessante che indica che uomini e donne, una volta offerto loro un campo da gioco livellato, tenderanno ad esprimere differenti priorità e, così, finiranno ad occupare posti differenti. (questa è una generalizzazione grezza, naturalmente, e non dice niente di diversi uomini e di diverse donne).


    Persone, come me, che sostengono che la disparità di stipendio è principalmente un riflesso delle preferenze delle donne, sono spesso accusate di non preoccuparsi per niente di uguaglianza o giustizia.
    Una affermazione più esatta è che è differente la visione di "uguaglianza" e di "giustizia".
    Da decenni, le due visioni sono in competizione l’una con l’altra nel dibattito a proposito del divario negli stipendi.

    La prima visione — quella presentata qui — sostiene l’uguaglianza di opportunità (il termine in americano non ha niente a che vedere ovviamente col concetto italiano distorto di “pari-opportunità” – N.d.T.).
    Cioè dovrebbe essere protetta ugualmente dalla legge la capacità di ogni individuo di esercitare i suoi diversi diritti nei confronti della persona e della proprietà, con nessun vantaggio assegnato ad alcuno.
    Una tale uguaglianza di opportunità renderebbe inevitabilmente i risultati disuguali negli stipendi, per esempio — perché i risultati dipendono da molti altri fattori, compresa l’abilità, il lavoro duro, il carattere e la fortuna.
    La disuguaglianza dei risultati non è un'indicazione di ingiustizia, perché la giustizia risiede nel fatto di ricevere ciò che ogni individuo (sia esso un lui o una lei) merita.
    Gli impiegati che competono con uguaglianza di opportunità si meritano tutto ciò che sono in grado di negoziare con un datore di lavoro sulla base dei loro meriti e delle sue necessità.
    Questa è giustizia.

    Una visione alternativa definisce l'uguaglianza come il fatto la gente sia politicamente, economicamente e socialmente "uguale".
    La giustizia è misurata da quanto ugualmente tutte le persone condividono i profitti.
    Questa visione è spesso denominata egualitarismo.
    Winston Churchill ha fotografato la differenza che intercorre tra le due diverse visioni di giustizia con l’affermazione: < "tutti gli uomini nascono uguali" dice la dichiarazione di indipendenza americana. "tutti gli uomini saranno mantenuti uguali", dicono i socialisti. > Nessuna politica che sia priva di totalitarismo può assicurare il secondo principio.

    La disparità di stipendio, infatti, ci dice qualcosa che merita attenzione circa la preferenza dell'essere umano e della società.
    Gli egualitaristi dovrebbero ascoltare con più attenzione ciò che viene detto.

    Wendy McElroy è redattrice di ifeminists.com e ricercatrice per l'Istituto Indipendente di Oakland, California.
    È autrice e redattrice di molti libri ed articoli, compreso il nuovo libro, "la libertà per le donne: Libertà e Femminismo nel ventunesimo secolo "(Ivan R. Dee/Independent Institute, 2002).
    Vive con il marito in Canada.

     
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