Sullo sport professionistico femminile

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    veterano

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    Usain Bolt può fare anche meno,come rilasciato nell'intervista da lui stesso e come era stato pronosticato,l'aver partecipato prima ad altre discipline dell'atletica gli ha dato comunque un pò di sfinimento generale.Se gli capita la forma piena,magari con un po di vento a favore,scende anche sotto i 19.Forse anche senza vento image
     
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  2. LesPaul
     
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    http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/at...22158girata.asp

    Semenya, il sesso forte

    L'atleta, muscoli e voce da uomo, domina gli 800 e scatena i sospetti

    GIULIA ZONCA
    INVIATA A BERLINO


    Quando ha sentito la telecamera addosso, Caster Semenya le ha buttato davanti dei gesti alla Bolt: muscolo da Popeye, mani in fuori e braccia incrociate sul petto. Poi si è avvolta nella bandiera sudafricana per sparire dalla curiosità morbosa che le cresceva intorno.

    La donna-uomo si è fatta vedere solo in gara, 800 metri presi di forza, al comando da subito, tirata in solitaria e arrivo in 1’55"45, miglior tempo dell’anno, personale polverizzato, un oro ai Mondiali e un sospetto in più. Perché certi giri sono da maschio, ha imposto un ritmo che ha strozzato le avversarie e lasciato senza fiato Elisa Cusma, sesta in 1’58"81 e presa da altre perplessità: «Credevo che il podio fosse possibile, ma ho visto ragazze ripescate in batteria che all’improvviso andavano a razzo. Non è normale e ho l’amaro in bocca. Ci riproverò, statene certi. La sudafricana? Non la considero, è un uomo. Anche se si era già detto della Jelimo. Fanno i controlli e poi le medaglie vanno sempre a loro». L’italiana è l’unica che vorrebbe fare verifiche sulla kenyana Jepkosgei, l’argento, salvata al primo turno perché coinvolta in una caduta, mentre tutti gli altri si fanno domande su Semenya.

    Lei, la vincitrice, piatta, squadrata e con il vocione, ha aggiunto una perlina bianca ai capelli per darsi un tocco femminile. Qualunque sia il suo sesso è in una posizione orrenda, sta peggio di un atleta sospettato di doping e sul suo passato gira ogni genere di storia. C’è chi sostiene che sia nata ermafrodita, chi insinua l’idea di un’operazione e si racconta di una quasi rissa all’ingresso di una toilette dove è stata invitata a usare quella dei maschi. Seccata avrebbe risposto provocatoria: «Vuole che glielo tiri fuori?». La Iaaf fa esercizi di equilibrismo per non usare parole offensive: «Sì, è vero abbiamo condotto dei test genetici, ben due, uno in Sud Africa e uno qui, però si tratta di esami complicati e di risultati difficili da analizzare. Ci vogliono settimane».

    I primi controlli di questo tipo sono stati inseriti nel 1966 e per quanto si siano evoluti non sono ancora così certi. Non si tratta semplicemente di calcolare i cromosomi, nel caso dei transgender le analisi non servono a molto. Un endocrinologo, un ginecologo e due esperti di genetica stanno lavorando sul caso, solo che i risultati arriveranno dopo i Mondiali «ed escluderla per dei pettegolezzi sarebbe ingiusto, qui non si tratta di barare. Lei non può farci nulla. Siamo dispiaciuti di doverla umiliare, facciamo gli accertamenti e se dovessero risultare irregolarità le verrà tolta la medaglia. Al momento stiamo alle chiacchiere».

    Devono essere qualcosa di più perché i gossip circolavano, come ricorda Cusma, anche intorno a Pamela Jelimo: altra diciottenne sbucata all’improvviso con tempi da maschio e mascella pronunciata, ha dominato il 2008, qui è uscita in semifinale e nessuno le ha chiesto di sottoporsi a un test. Stesso destino di Maria Mutola, una vita di frecciate, quattro ori mondiali, uno olimpico, sempre negli 800 metri, e mai una conferma sulle voci di corridoio che l’hanno accompagnata per l’intera carriera. Quando Semenya ha vinto i campionati nazionali, gli scettici hanno ottenuto subito una verifica, segno che si va oltre la diceria. Il 31 luglio ha stabilito il suo personale, 1’56"72, 8 secondi meglio del tempo nella precedente stagione e ieri ha triturato anche quello e ha dato 15 metri alla seconda. I progressi sono rapidi ed evidenti, abbinati a quel fisico ambiguo non passano inosservati.

    La federazione sudafricana protesta: «Credete che l’avremmo lasciata competere se non fossimo certi?» e l’organizzazione cerca di proteggerla. Ieri l’hanno persino strappata all’abbraccio della mascotte per portarla subito nel tunnel. E’ l’unica atleta che non ha fatto il giro delle tv. Pierre Weiss, segretario generale della Iaaf, si è presentato al posto suo in conferenza stampa: «E’ troppo giovane per affrontare certe situazioni». Lei è rimasta in silenzio, ha lasciato lo stadio con la posa da culturista, bicipiti tirati e un oro che traballa.



    Chi osa battere una nostra atleta è a dir poco fuori dal lecito (e quei cretini di giornalisti che le danno credito...)......mentre Bolt, come dite giustamente voi.... non può essere altro che una donna!!!!!
     
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    veterano

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    È vero,e quell'articolo lo riconferma,quanto gli rode che la nostra publicizzatissima Cusma(da come ne parlavano nei giornali sembrava che dovessere fare il record mondiale)è stata battuta!
    Peccato,forse si dimenticano,che oltre alla Semenya,donna o uomo che sia,ci sono altre 5 atlete che tutto sembrano tranne che uomini.

     
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  4. LesPaul
     
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    E pensate se per sbaglio un paio di atleti maschi della nostra nazionale dovessero prendere una medaglia e loro restare a bocca asciutta!!!

    Silenzio di tomba!! Taci: il nemico ti ascolta!
     
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  5. ilmarmocchio
     
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    A parte la vergognosa professionalita' dei nostri giornalisti, comunque zitti zitti e' venuto fuori un dato : le donne, per essere imbattibili devono essere uomini.
    ma come , non erano piu' determinate, forti, resistenti ?
    La Cusma e' arrivata 6, non 2. Ha un fisico rachitico e non vedo come possa essere veloce nel finale. Ha dimostrato tutto il peggio delle maschiette di oggi.
    Un dubbio : ma Bolt, che evidentemente e' un campionissimo, non sara' una at leta italiana in incognito ? :D
     
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  6. silverback
     
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    http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Atletica...ml#gotocommenta
    Quelle donne un po' così...
    Elio Trifari ripercorre il ruolo della donna nello sport alla ricerca dei casi più celebri di femminilità dubbia. Cambi di sesso, testosterone al massimo, atlete scomparse e casi di doping dagli anni '30 fino al 2004
    MILANO, 20 AGOSTO 2009 - Nella storia dello sport e delle Olimpiadi in particolare, sono numerosi i casi di femminilità dubbia o di ormoni modificati . Ecco un articolo della Gazzetta dello Sport del 26-07-2004 di Elio Trifari in occasione dei Giochi di Atene.

    Il ruolo della donna nello sport, e nell' Olimpiade, assume dimensione crescente. Non fu così alle origini, e negli anni si verificarono numerosi episodi che alimentarono dubbi e sospetti sulla femminilità di alcune delle protagoniste delle vicende olimpiche Arrivati alla fine degli anni ' 50, ci ricordiamo delle sorelle Press, trionfatrici a Roma e Tokyo, ma poi sparite dalla scena quando i controlli si fecero severi: qui raccontiamo alcuni dei casi più curiosi. Dal 17 maggio il Cio ha deciso di accogliere in gara anche i transessuali Il 17 maggio, il Cio, dopo aver a lungo dibattuto la questione, e aver sospeso i controlli sul sesso in occasione dei Giochi di Sydney 2000, ha deliberato che un transessuale, se legalmente riconosciuto di sesso maschile o femminile, può partecipare all' Olimpiade nella gara maschile o femminile di competenza, se ha superato un biennio di trattamento ormonale post-operatorio. La norma ha effetto immediato, anche se non si ha notizia per il momento di atleti di tale natura iscritti ad Atene quest' estate.

    ORMONI - La decisione ha suscitato polemiche, in relazione alla possibile diversità muscolare e ormonale di soggetti di sesso maschile trasformatisi in donne, per via della differente funzionalità del cuore e del fegato, e del diverso rapporto fra muscolatura e grasso corporeo. Ma il direttore medico del Cio, Patrick Schamasch, ha sentenziato che il trattamento ormonale post-intervento altera significativamente i livelli di testosterone e di massa muscolare. Se avremo transessuali ad Atene 2004, tuttavia, non sarà la prima volta.

    CASI STORICI - Nella storia dello sport, e quindi anche in quella olimpica, casi dubbi, o conclamati falsi, sono stati registrati fin dagli anni ' 30. Nella nostra carrellata in avvicinamento verso i Giochi di oggi, siamo giunti alla coppia Melbourne-Roma (1956-1960). Quattro anni prima, la sovietica Aleksandra Chudina, classe 1929, aveva ottenuto due argenti e un bronzo in atletica, nel lungo, giavellotto e alto; atleta universale, vanterà in carriera 40 record e 50 titoli sovietici, e come pallavolista tre trofei mondiali e 4 europei: ebbene, era un' ermafrodita. Quattro anni dopo Roma, il 26,7% dei successi in atletica femminile a Tokyo (4 su 15), sono ottenuti da atlete di sesso dubbio.

    CROMOSOMI - A Roma, festeggiano l' oro in coppia le sorelle Tamara e Irina Press, ucraine. Sorelle? Andiamo con ordine. La coppia di cromosomi numero 23 è quella che definisce il sesso. Di norma, i maschi hanno una coppia XY, le femmine XX. Soggetti non standard possono avere corredo cromosomico in forme diverse, come XXY. La forma XXY si chiama sindrome di Klinefelter, e si manifesta esteriormente in soggetti di apparenza mascolina, con alta statura e gambe lunghe, infertilità, seno pronunciato e genitali più piccoli. Esistono varianti, come XXYY, XXXY e XXXXY, e forme a mosaico, come XXY/XY o XXY/XXXY. Nel 1964 il Cio decise di procedere al controllo cromosomico: molte atlete lo evitarono, ritirandosi, ma i risultati, integrati con quelli ottenuti agli Europei di atletica ' 66 e a Messico ' 68, dimostrarono che le cose non erano semplici. Non tutti erano XX o XY: c' erano tante varianti. Si calcola oggi che 6 bambini su 10.000, nel mondo, nascano con una variante di XX o XY: ecco perché, alla fine, il Cio ha sospeso i controlli e varato la nuova norma sui transessuali. Agli albori, negli Anni ' 30, le cose non erano così chiare.

    ESAMI ESTERNI - Un paio di casi vennero scoperti platealmente, con un esame esterno: così Zdenka Koubkova, cecoslovacca, due record del mondo negli 800 e un successo ai Giochi Mondiali femminili del '34, fu riconosciuta ''pseudoermafrodita mascolina'' nel ' 43, e privata dei primati e del titolo: diventò Zdenek Koubkov. Dora Ratjen, invece, non ancora 18enne quando a Berlino '36 è quarta nell' alto con 1.58, era semplicemente un maschio un po' anomalo. Due anni più tardi vince con 1.70, mondiale dell' epoca, il titolo europeo femminile, ma nel ' 38 viene bandita dalle gare. Nel '57 sosterrà di essere stata costretta a travestirsi da donna dai nazisti per gareggiare ai Giochi: in realtà, era un intersessuale. Sceglierà di diventare 'Hermann Ratjen' (Hermann come 'hermaphrodite') e aprirà a Brema una pensione. Mary Edith Louise Weston, atleta britannica, divenne Mark Weston, la campionessa belga di ciclismo Elvira de Brujin si trasformò in Willy de Brujin. Le francesi Claire Bresolles e Lea Caurla vincono l'argento con la 4x100 agli Europei '46, e un bronzo a testa nello sprint: più tardi si sottopongono a intervento per cambiare sesso: diventeranno Pierre e Leon, quest' ultimo farà anche il militare e si sposerà. I casi famosi, tuttavia, riguardano Los Angeles 1932: irrisolto quello di Mildred 'Babe' Didrikson, mascolina ma sposa del lottatore George Zaharias, anche se senza figli. Vince due ori e un argento, gareggia in 15 sport, beve whisky e fuma sigari. Le voci su di lei si placano alla fine della carriera come golfista, e gli americani la eleggono atleta del mezzo secolo assieme a Jim Thorpe.

    AMANTE DI HITLER - Più complesso il caso di Stella Walsh, nata in Polonia come Stanislawa Walasiewicz, che vince i 100 a Los Angeles, poi è seconda dietro l'americana Helen Stephens a Berlino. Entrambe sono accusate di mascolinità: la Stephens - che Hitler ha invitato per un weekend d'amore nel suo nido d'aquila a Berchtesgaden - accetta di spogliarsi davanti a una commissione medica. La Walsh, che intanto è diventata cittadina Usa, sarà denudata solo sul tavolo del medico legale, quando verrà sottoposta ad autopsia per essere rimasta vittima di una pallottola vagante durante una rapina a un supermercato di Cleveland. E il coroner dichiarerà, ''davanti a un tale guazzabuglio di sessi'', d' aver rinunciato ad approfondire il caso. La Walsh era, con ogni probabilità, un tipico caso di 'mosaico'.

    RITIRI SOSPETTI - A metà degli anni '60 scompare un certo numero di atlete di rilievo mondiale: la velocista polacca Ewa Klobukowska, la quattrocentista dell' Urss Maria Itkina, la lunghista sovietica Tatyana Shchelkanova, la saltatrice in alto romena Iolanda Balas, e le sorelle Press, primatiste del mondo e pluriolimpioniche. Tutte evitano i nuovi controlli cromosomici e abbandonano l'attività. Riecco dunque le nostre sorelle Press. Sono di Kharkov, Ucraina, ma cresciute dalla madre, vedova, a Samarcanda, nell'Uzbekistan. Tamara, che va a Leningrado a studiare ingegneria, diventa pesista sotto le cure del tecnico Viktor Alexeyev; è una lanciatrice di notevole struttura fisica, sorriso largo e rotondo. Vince il peso a Roma, è argento nel disco, e dichiara che i suoi due amori sono ''gli spaghetti e gli uomini italiani''. Questi ultimi non la prendono sul serio, tuttavia: a Tokyo ' 64 Tamara vince peso e disco, è primatista del mondo quando scompare, prima del test degli Europei. La sorella Irina, di due anni più giovane, è una specialista del pentathlon: a Roma vince anche lei, sugli 80 hs, a Tokyo domina la gara inaugurale di pentathlon. E anche lei sparisce nel ' 66. Donne problematiche, anche per il livello delle conoscenze mediche dell' epoca, e casi umani difficili da trattare. Irina si è spenta nel più assoluto oblio, in cui era precipitata, nel febbraio scorso a Kharkov.

    DOPING - Tralasciando altri casi famosi, come la sciatrice Erika Schinegger, diventata Erik, o la tennista Renée Richards, va ricordata per un altro motivo la pesista della DDR Heidi Krieger, oro con 21.10 agli Europei 1986, sulla quale gli anabolizzanti ebbero effetto così devastante da indurre caratteri maschili rilevanti, al punto da costringerla a trasformarsi in uomo. Le diedero fino a 2.590 milligrammi di turinabol (due grammi e mezzo!) in un solo anno, nel 1984, ebbe enormi problemi, smise, decise di chiamarsi Andreas. Vive sotto controllo psichiatrico, ha tendenze suicide, prende regolarmente testosterone perché non ne produce e le è necessario. A lui/lei è intitolato un premio per la lotta al doping in Germania: nel 2000 ha testimoniato in tribunale contro l' ex capo dello sport della DDR, Manfred Ewald. Meditate, gente, meditate.




    http://www.lastampa.it/multimedia/multimed...0048&tipo=VIDEO

    Edited by silverback - 21/8/2009, 19:45
     
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    Non ci sono più atleti italiani in gara, disfatta per l'atletica italiana, ma perlomeno siamo tranquilli per la questione sulle donne migliori degli uomini.

    Comunque il caso Semenya ci ha dato una cara da controbattere alle insinuazioni delle idealiste cecate.
     
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  8. LesPaul
     
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    Questo ridimensiona lo sport italiano.

    La realtà? Siamo a un livello mediocre.

    E penso a quei cretini che, per un paio di medaglie vinte nel nuoto, celebravano il "sacrosanto sorpasso" dello sport femminile su quello maschile quando effettivamente si è trattado di puri e semplici casi!!!!!! Niente di più!

    E a quelle personedico, dal più profondo del cuore: MA ANDATE AFF....
     
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  9. ventiluglio
     
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    CITAZIONE (silverback @ 21/8/2009, 15:57)
    CROMOSOMI - A Roma, festeggiano l' oro in coppia le sorelle Tamara e Irina Press, ucraine. Sorelle? Andiamo con ordine. La coppia di cromosomi numero 23 è quella che definisce il sesso. Di norma, i maschi hanno una coppia XY, le femmine XX. Soggetti non standard possono avere corredo cromosomico in forme diverse, come XXY. La forma XXY si chiama sindrome di Klinefelter, e si manifesta esteriormente in soggetti di apparenza mascolina, con alta statura e gambe lunghe, infertilità, seno pronunciato e genitali più piccoli. Esistono varianti, come XXYY, XXXY e XXXXY, e forme a mosaico, come XXY/XY o XXY/XXXY. Nel 1964 il Cio decise di procedere al controllo cromosomico: molte atlete lo evitarono, ritirandosi, ma i risultati, integrati con quelli ottenuti agli Europei di atletica ' 66 e a Messico ' 68, dimostrarono che le cose non erano semplici. Non tutti erano XX o XY: c' erano tante varianti. Si calcola oggi che 6 bambini su 10.000, nel mondo, nascano con una variante di XX o XY: ecco perché, alla fine, il Cio ha sospeso i controlli e varato la nuova norma sui transessuali. Agli albori, negli Anni ' 30, le cose non erano così chiare.

    Da quel che ne so è proprio la presenza di almeno un cromosoma Y (come in tutti i casi qui sopra citati, non importa in che numero o in che combinazione) a determinare - senza ombra di dubbio - la "mascolinità".
    Perché infatti è solo sul cromosoma Y che è presente il gene SRY, responsabile della quasi totalità delle caratteristiche legate all'essere maschile (strano davvero che questo semplicissimo ed evidente fatto non venga quasi mai citato, anche in articoli come questo, che si propongono come approfondimenti scientifici).

    D'altra parte combinazioni e numeri diversi caratterizzano altre specie animali, ma anche altrove è sempre la presenza di un cromosoma Y a determinare il "fenotipo" maschile (condizione necessaria ma non sufficiente, perché in rarissimi casi il gene SRY può risultare inibito).

    Vado a memoria sulla base di letture di parecchio tempo fa (Silver - o altri, esperti in materia - sono probabilmente in grado di essere più precisi).

    A me pertanto sembra davvero molto *strano* che si possa parlare di "confusione", "indeterminatezza" ecc. dei sessi, come sembra stiano facendo i titoli dei media in questi giorni, citando rari casi, noti da decenni, di aberrazioni cromosomiche che comportano una anormalità numerica dei cromosomi sessuali.

    In altre parole ho il sospetto che il Femminismo - di cui sono imbevuti i nostri media - stia cercando di imbrogliare una volta di più le carte, facendo passare il caso Semenya per ciò che sicuramente non è:
    un simbolo che dovrebbe scardinare le residue certezze dell'opinione pubblica sulla Differenza Sessuale come chiara, imprescindibile "Differenza" posta alla base dell'umanità. E che dovrebbe contribuire a rappresentare invece la sessualità umana come un magma dai confini indistinti, i cui contorni si definirebbero pertanto più su una base "culturale" e sociale (quindi "apparentemente" arbitraria e plasmabile), che su quella "genetica" e naturale (che è viceversa indiscutibile e sostanzialmente immutabile).

    Una chiara mistificazione, perché il caso di Semenya (e tutti quelli abbondantemente citati) dimostrano semmai proprio il contrario: la necessità - nonché la concreta possibilità, sulla base ad esempio delle conoscenze genetiche - per l'umanità di porre dei chiari confini tra gli ambiti maschili e femminili (tanto che in assenza di ciò, in un ipotetico sport genericamente indistinto ai sessi, si avrebbe l'immediata, totale sparizione delle donne dalle competizioni).

    E se questi confini sono evidentemente più che opportuni (e possibili) nello sport, perché non dovrebbero esserlo nella strutturazione della società umana, come per altro è sempre naturalmente avvenuto da centinaia di migliaia di anni in qua (fino all'avvento della utopistica e maligna follia Femminista)?

    Edited by ventiluglio - 24/8/2009, 15:53
     
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  10. doppler effect
     
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    CITAZIONE (LesPaul @ 23/8/2009, 16:13)
    La realtà? Siamo a un livello mediocre.

    In parte è vero, ad esempio potevamo puntare a vincere qualche medaglia sui lanci o sui salti o sulla marcia così come ha fatto la Germania e altre nazioni europee.

    Per quanto riguarda la corsa a piedi, penso che siamo tagliati a prescindere, nel senso che gli africani e gli afroamericani hanno una marcia in più e che non si può colmare con un maggior allenamento; così come la razza bianca ha una marcia in più in altre discipline quali il nuoto o la bici.

    Nella maratona maschile di Berlino, il miglior Stefano Baldini (che poi è stato il miglior maratoneta italiano di sempre) sarebbe stato tagliato fuori con un ritmo così elevato imposto fin dall'inizio dai Keniani e Etiopi; passaggio alla mezza in 1h 02' 50''.
    Finchè il ritmo di gara è intorno alle 2h 10' qualche bianco alla maratona può anche vincere con una strategia di gara intelligente, ma quando si scende sotto 2h 07' allora amen, c'è spazio solo per quelli che hanno una pelle più scura.
     
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  11. silverback
     
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    CITAZIONE (doppler effect @ 23/8/2009, 19:48)
    Per quanto riguarda la corsa a piedi, penso che siamo tagliati a prescindere, nel senso che gli africani e gli afroamericani hanno una marcia in più e che non si può colmare con un maggior allenamento;

    Su distanze come gli 800 i 1500 e il miglio è vero solo in parte.
    Per esempio, la stragrande maggioranza degli odierni atleti africani non è al livello di Sebastian Coe (*), Steve Ovett o Steve Cram (tanto per citarne tre).
    http://it.wikipedia.org/wiki/Sebastian_Coe
    http://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Ovett
    http://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Cram
    Il che sta a significare che gli europei bianchi non sono tagliati fuori a prescindere.
    La superiorità degli africani non è solo genetica; esistono anche altre cause.

    CITAZIONE (doppler effect @ 23/8/2009, 19:48)
    Nella maratona maschile di Berlino, il miglior Stefano Baldini (che poi è stato il miglior maratoneta italiano di sempre) sarebbe stato tagliato fuori con un ritmo così elevato imposto fin dall'inizio dai Keniani e Etiopi; passaggio alla mezza in 1h 02' 50''.
    Finchè il ritmo di gara è intorno alle 2h 10' qualche bianco alla maratona può anche vincere con una strategia di gara intelligente, ma quando si scende sotto 2h 07' allora amen, c'è spazio solo per quelli che hanno una pelle più scura.

    Tuttavia ci sono delle eccezioni, come Antonio Pinto, cioè il primatista europeo di maratona.
    Inoltre c'è da evidenziare che il miglior Stefano Baldini si sarebbe piazzato al secondo posto. (**)
    http://it.wikipedia.org/wiki/Ant%C3%B3nio_Pinto
    CITAZIONE
    Antonio Pinto (Vila Garcia, 22 marzo 1966) è un atleta portoghese campione europeo dei 10.000 metri nel 1998.

    Si dedica all'atletica nel 1986, lasciando il ciclismo e ottiene subito grandi risultati: nel 1988 disputa la finale olimpica dei 10.000 metri (13° posto). Dieci anni dopo è campione europeo, titolo consolidato nel 1999 dal record continentale; decide di abbandonare la pista per dedicarsi alla maratona. Esordisce nella nuova specialità alla maratona di Carpi, dove si piazza 7° (2:12:39).

    Vince la maratona di Londra per tre volte: 1992, 1997 e 2000. Il suo record personale è 2:06:36, miglior tempo europeo.

    Ha partecipato tre volte alle Olimpiadi nella maratona: ritirato nel 1992, 14° nel 1996 e 11° nel 2000.

    http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport..._maratona.shtml
    CITAZIONE
    Berlino, 22 agosto 2009 - Il keniano Abel Kirui ha vinto la medaglia d’oro nella maratona maschile ai Mondiali di atletica di Berlino. Kirui ha chiuso in 2h06’54 precedendo il connazionale Emmanuel Mutai (2h07’48) e l’etiope Tsegay Kebede (2h08’35).

    (**)
    http://it.wikipedia.org/wiki/Record_italia...tletica_leggera
    CITAZIONE
    2h07'22" Stefano Baldini 23 aprile 2006

    (*) Sugli 800 metri solo un nero è stato capace di andare più veloce di Sebastian Coe, ovvero Wilson Kipketer Kosgei.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Wilson_Kipketer
    Faccio pure notare che nella marcia vi è una netta supremazia dei bianchi sui neri.

    CITAZIONE (ventiluglio @ 23/8/2009, 18:25)
    Da quel che ne so è proprio la presenza di almeno un cromosoma Y (come in tutti i casi citati, non importa in che numero o in che combinazione) a determinare - senza ombra di dubbio - la "mascolinità".
    Perché infatti è solo sul cromosoma Y che è presente il gene SRY, responsabile della quasi totalità delle caratteristiche legate all'essere maschile (strano davvero che questo semplicissimo ed evidente fatto non venga quasi mai citato, anche in articoli come questo, che si propongono come approfondimenti scientifici).

    E' quello che risulta pure a me.

    CITAZIONE (ventiluglio @ 23/8/2009, 18:25)
    Una chiara mistificazione, perché il caso di Semenya (e tutti quelli abbondantemente citati) dimostrano semmai proprio il contrario: la necessità - e la concreta possibilità, sulla base ad esempio delle conoscenze genetiche - per l'umanità di porre dei chiari confini tra gli ambiti maschili e femminili (tanto che in assenza di ciò, in un ipotetico sport genericamente indistinto ai sessi, si avrebbe l'immediata totale sparizione delle donne dalle competizioni).

    Proprio così.
    Solo che nessun giornalista, tantomeno alcun professorone, ha il coraggio di dirlo e scriverlo.
    Basti evidenziare che, in ipotetiche gare miste, Federica Pellegrini beccherebbe - sui 200 stile libero - 13 metri e 40 centimetri da Emiliano Brembilla, 20 metri da Michael Phelps, 22 metri da Paul Biedermann.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Record_del_mondo_del_nuoto
    http://it.wikipedia.org/wiki/Record_statunitensi_del_nuoto
    http://it.wikipedia.org/wiki/Record_italiani_del_nuoto

    Edited by silverback - 24/8/2009, 13:48
     
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  12. silverback
     
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    Ce n'è un'altra di leggenda che circola da lustri ed è quella secondo cui, in alcune discipline sportive come il nuoto, le donne starebbero avvicinando sempre di più gli uomini. (*)
    Per esempio dieci anni fa c'era chi sosteneva che le femmine avrebbero eguagliato le prestazioni natatorie maschili entro il 2015.
    Ebbene, basti far notare quanto segue...

    Record maschile 1500 stile libero nel 1980: 14'58"27; oggi: 14'34"56.
    Record femminile 1500 stile libero nel 1980: 16'04"49; oggi: 15'42"54.

    Record maschile 400 stile libero nel 1978: 3'51"56; oggi: 3'40"07.
    Record femminile 400 stile libero nel 1978: 4'06"28; oggi: 3'59"15.

    Record maschile 200 stile libero nel 1994: 1'46"69; oggi: 1'42"00.
    Record femminile 200 stile libero nel 1994: 1'56"78; oggi: 1'52"98.


    Record maschile 100 stile libero nel 1980: 49"44; oggi: 46"91.
    Record femminile 100 stile libero nel 1980: 54"79; oggi: 52"07.


    Per non parlare degli 800 stile libero, dove fino a neanche 10 anni fa vi era un distacco fra i due sessi di 30 secondi, oggi salito a 42 secondi e 30 centesimi in favore degli uomini.



    (*)
    http://questionemaschile.forumfree.net/?t=10050909&st=30
    SPOILER (click to view)
    Aggiungo dell'altro.
    Su CORSA, rivista bimestrale della grande atletica, dell'aprile 2001, fu pubblicato il seguente articolo:
    IL VANTAGGIO DI ESSERE DONNA
    di Enrico Mariani. (Brevissimamente...)

    "Già molti ne sono convinti: arriverà il giorno in cui la
    maratona olimpica sarà gara unica e mista. Non solo. La linea del
    traguardo sarà tagliata da una vincitrice e non da un vincitore!
    Scenari di questo genere non sono poi tanto fantascientifici, se
    pensiamo che l'attuale detentrice della miglior prestazione mondiale
    potrebbe tranquillamente lottare per il successo in molte gare maschili
    nazionali". (...)


    E ancora:

    "... Nel nuoto, invece, il grasso corporeo permette, entro
    certi limiti, di incrementare le doti di galleggiamento e di "acquaticità".
    Ecco perché nelle gare di nuoto la donna ha ormai pressoché affiancato
    l'uomo, tanto che in piscina le differenze di performance tra i due sessi
    sono ormai ridotte al minimo, anzi stanno per essere azzerate". (*)


    (*) Il che è assolutamente falso!.
    Semmai le femmine hanno avvicinato gli uomini, questo sì, ma non è esattamente la stessa cosa!
    Tra l'altro, questo avvicinamento è stato minore su distanze come i 100, i 200 e soprattutto i 400 metri stile libero.
    In proposito riporto i record olimpici del 1964/1968 (alcuni erano anche primati mondiali, altri vicinissimi ai tempi record).
    Uomini, 100 metri stile libero: 52"2, Michael Wenden, Australia (1968).
    Donne, 100 metri stile libero: 59"5, Dawn Fraser, Australia (1964).

    Uomini, 200 metri stile libero: 1'55"2, Michael Wenden, Australia (1968).
    Donne, 200 metri stile libero: 2'10"5, Debbie Meyer, USA (1968).

    Uomini, 400 metri stile libero: 4'09, Michael Burton, USA (1968)
    Donne, 400 metri stile libero: 4'31"8, Debbie Meyer, USA (1968).

    Anche sui 100 metri rana e i 100 metri farfalla* l'avvicinamento è stato più contenuto.
    Uomini: 1'07"7, Donald McKenzie, USA (1968).
    Donne: 1'15"8, Djurdica Bjedov, Jugoslavia (1968).

    Uomini: 55"9, Douglas Russell, USA (1968).*
    Donne: 1'04"7, Sharon Stouder USA (1964).
    ... etc., etc.


    Fonte: enciclopedia UNIVERSO, 1971.


    http://it.wikipedia.org/wiki/Record_del_mondo_del_nuoto


    P.S. La tedesca Britta Steffen, ovvero l'attuale detentrice del primato mondiale dei 100 metri stile libero, ha suscitato forti sospetti nel suo Paese, pur essendo risultata negativa all'antidoping...
    _________________________________________________________________

    Per quanto riguarda l'atletica riporto i tempi dei dieci 200 maschili più veloci di sempre.

    Tempo - atleta - Anno
    _______________________________________________

    19"32 (+0.4) Johnson (Usa) 1996
    _______________________________________________

    19"63 (+0.4) Carter (Usa) 2006
    _______________________________________________

    19"66 (+1.7) Johnson (Usa) 1996
    _______________________________________________

    19"68 (-0.1) Gay (Usa) 2006
    _______________________________________________

    19"68 (+0.4) Fredericks (Nam) 1996
    _______________________________________________

    19"70 (+0.4) Gay (Usa) 2006
    _______________________________________________

    19"71 (+1.8) Johnson (Usa) 2000
    _______________________________________________

    19"72 (+1.8) Mennea (Ita) 1979
    _______________________________________________

    19"73 (-0.2) Marsh (Usa) 1992
    _______________________________________________

    19"75 (+1.5) Lewis (Usa) 1983
    _______________________________________________

    19"75 (+1.7) DeLoach (Usa) 1988

    http://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_..._m_stile_libero
    http://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_..._m_stile_libero

    Edited by silverback - 24/8/2009, 00:40
     
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  13. ventiluglio
     
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    Grande - come sempre, del resto - Sandro.
     
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  14. digilando
     
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    Semenya: il suo livello di testosterone è il triplo di quello medio femminile: http://www.corriere.it/sport/09_agosto_24/...44f02aabc.shtml

    Pero' tre volte non è tanto. (rimane comunque nettamente inferiore a quello maschile)
    Vediamo se adesso porranno un limite sulla quantità massima di testosterone che deve possedere una donna per essere considerata tale.
    Questi ne son capaci.
     
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  15. digilando
     
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    A me la Semenya inizia ad essere simpatica. :D

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    http://www.corriere.it/foto_del_giorno/hom..._20090825.shtml
     
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97 replies since 15/8/2009, 17:23   4998 views
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