Maschio pentito artista-L'immonda figura dei tempi moderni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Blueman
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (ilmarmocchio @ 13/3/2009, 16:38)
    Sono dei solo dei leccapiedi che sanno che strisciando non si cade mai.

    Bella questa frase! Comunque non sono giornalisti ma PENNIVENDOLI. I giornalisti sono per me coloro che si informano su un argomento prima di scriverci sopra e scrivono con obiettività e imparzialità. I pennivendoli sono solo dei cialtroni privi di cultura ma infarciti di nozionismo con cui credono di poter fare sensazione vendendo la loro penna alla causa di chi faccia loro maggior comodo. :sick:
     
    Top
    .
  2. silverback
     
    .

    User deleted


    Questo è quanto scrive un utente (di sesso maschile) di un altro forum.

    -----------------------------------------------

    CITAZIONE
    Pensavo una cosa, che, ancora oggi una grandissima percentuale di uomini, di qualunque età, di qualunque estrazione sociale e culturale, piu' o meno impegnati professionalmente, senza una donna al finaco sono totalmente incapaci e impossibilitati a poter soddisfare le esigenze e i bisogni primari, da quello alimentare a tutti quelli domestici!
    Vedo uomini che non sono assolutamente in grado di organizzare un pranzo, una cena, di cucinare anche la piu' elementare pietanza, di programmare i tempi, di aggiornare e curare una dispensa, di far la spesa, di aver costanza nell'affrontare la quotidianitià, di accorgersi e di ricordarsi di levar la polvere, di cambiare le lenzuola, di lavarsi l'accappatoio, .....ne avrei un'infinità, ma mi fermo qui, è inutile dire quanto tutto cio' mi irriti e mi metta nella condizione di non capire le motivazioni vere, reali!

    Guardate, spero di non urtare la sucettibilità di qualche donna, anche perchè non sono il tipo, ma osservando quallo che accade all'uomo...fin dalla sua adolescenza, dove prima la mamma lo "protegge e lo preserva" da certi compiti domestici....e poi la moglie lo "esclude e non lo tiene proprio in considerazione" da certe incombenze e da certi impegni, sembrerebbe quasi che ci sia un disegno, un accordo, un intenzione ben precisa a voler "mantenere" la figura maschile entro certi limiti, quasi come ad impedire l'emanciparsi della stessa e a precluderne la sua evoluzione!

    L'alternativa, l'unica alla quale riesco a pensare, sarebbe che la categoria alla quale appartengo ha dentro se, congenita, una grossa componente di imperfezione e incompiutezza, motivo per cui, anche l'uomo piu' volenteroso, sensibile e attivo di questo mondo, fa uno sforzo immane e straordinario quanto indotto dalle esigenze del momento, per rimanere al passo della donna, che a sua volta oltre a gestire il tutto con estrema naturalezza e praticità, riesce anche a "non risentirne" degli effetti delle fatiche, come se li avesse riconosciuti e accettati, questi ultimi, unitamente al resto delle altre componenti di vita!

    CITAZIONE
    Guardate, a me non interessa mantenere e difendere un'idea o una convinzione, io ho riportato semplicemente quello che i miei occhi hanno visto e vedono tutt'oggi! Non ci guadagnerei nulla a raccontar fesserie!
    Io vedo un uomo in palese difficoltà, un uomo incapace di badare a se stesso, ai figli, alla casa! E quando dico incapace non vuol significare che non lo fa, ma che si prende carico di determinate responsabilità quando non ne puo fare a meno, e le sue difficoltà si manifestano proprio nel modo in cui affronta gli impegni, come se fosse in apnea!
    Io vorrei semplicemente che tutto diventasse normale e fisiologico, vorrei vedere l'uomo che si occupa delle grandi e piccole esigenze dei figli senza essere stimolato o che gli venga richiesto, io vorrei vedere l'uomo che in piena autonomia cambia le lenzuola del letto, lava quelle sporche e lee stira pure, io vorrei vedere l'uomo che la mattina invece di prendersela comoda in bagno, si preoccupasse di prepapare lo zainetto dei bimbi e si ricordasse di scongelare qualcosina per la sera!

    Vorrei vedere l'uomo presente e intraprendente in un'infinità di altre circostanze, ma non per fare un favore alla propria donna ma per sentirsi lui stesso gratificato e impegnato in qualcosa che gli riguarda, che gli appartiene!

    La sola presenza fisica non deve e non puo' bastare!

    Limiti congeniti dell'uomo o volontà della donna a volerlo limitato nelle sue capacità e potenzialità?

     
    Top
    .
  3. ilmarmocchio
     
    .

    User deleted


    Seza dubbio limiti congeniti dell'intelligenza dello scrivento ( Q.I. non superiore a 40 ovverosia "cretino addestrabile ". Ma qualcuno glielo avra' mai detto a questo deficiente, che Colombo, Magellano, Cook ecc navigarono per mesi senza donne a bordo e sopratutto SENZA lavatrici, lavastoviglie ecc, eppure si tenevano come si deve ? Ma dove vive questo
    coglione ? In un istituto per alienati mentali ? Se avessi l'indirizzo, gli mando una mail che lo incenerisco. Se lo dicessi al mio gatto, se lo mangia, quel mentecatto
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    assiduo

    Group
    Member
    Posts
    1,568

    Status
    Offline
    CITAZIONE (silverback @ 19/3/2009, 19:47)
    Questo è quanto scrive un utente (di sesso maschile) di un altro forum.

    -----------------------------------------------

    CITAZIONE
    Pensavo una cosa, che, ancora oggi una grandissima percentuale di uomini, di qualunque età, di qualunque estrazione sociale e culturale, piu' o meno impegnati professionalmente, senza una donna al finaco sono totalmente incapaci e impossibilitati a poter soddisfare le esigenze e i bisogni primari, da quello alimentare a tutti quelli domestici!
    Vedo uomini che non sono assolutamente in grado di organizzare un pranzo, una cena, di cucinare anche la piu' elementare pietanza, di programmare i tempi, di aggiornare e curare una dispensa, di far la spesa, di aver costanza nell'affrontare la quotidianitià, di accorgersi e di ricordarsi di levar la polvere, di cambiare le lenzuola, di lavarsi l'accappatoio, .....ne avrei un'infinità, ma mi fermo qui, è inutile dire quanto tutto cio' mi irriti e mi metta nella condizione di non capire le motivazioni vere, reali!

    Guardate, spero di non urtare la sucettibilità di qualche donna, anche perchè non sono il tipo, ma osservando quallo che accade all'uomo...fin dalla sua adolescenza, dove prima la mamma lo "protegge e lo preserva" da certi compiti domestici....e poi la moglie lo "esclude e non lo tiene proprio in considerazione" da certe incombenze e da certi impegni, sembrerebbe quasi che ci sia un disegno, un accordo, un intenzione ben precisa a voler "mantenere" la figura maschile entro certi limiti, quasi come ad impedire l'emanciparsi della stessa e a precluderne la sua evoluzione!

    L'alternativa, l'unica alla quale riesco a pensare, sarebbe che la categoria alla quale appartengo ha dentro se, congenita, una grossa componente di imperfezione e incompiutezza, motivo per cui, anche l'uomo piu' volenteroso, sensibile e attivo di questo mondo, fa uno sforzo immane e straordinario quanto indotto dalle esigenze del momento, per rimanere al passo della donna, che a sua volta oltre a gestire il tutto con estrema naturalezza e praticità, riesce anche a "non risentirne" degli effetti delle fatiche, come se li avesse riconosciuti e accettati, questi ultimi, unitamente al resto delle altre componenti di vita!

    CITAZIONE
    Guardate, a me non interessa mantenere e difendere un'idea o una convinzione, io ho riportato semplicemente quello che i miei occhi hanno visto e vedono tutt'oggi! Non ci guadagnerei nulla a raccontar fesserie!
    Io vedo un uomo in palese difficoltà, un uomo incapace di badare a se stesso, ai figli, alla casa! E quando dico incapace non vuol significare che non lo fa, ma che si prende carico di determinate responsabilità quando non ne puo fare a meno, e le sue difficoltà si manifestano proprio nel modo in cui affronta gli impegni, come se fosse in apnea!
    Io vorrei semplicemente che tutto diventasse normale e fisiologico, vorrei vedere l'uomo che si occupa delle grandi e piccole esigenze dei figli senza essere stimolato o che gli venga richiesto, io vorrei vedere l'uomo che in piena autonomia cambia le lenzuola del letto, lava quelle sporche e lee stira pure, io vorrei vedere l'uomo che la mattina invece di prendersela comoda in bagno, si preoccupasse di prepapare lo zainetto dei bimbi e si ricordasse di scongelare qualcosina per la sera!

    Vorrei vedere l'uomo presente e intraprendente in un'infinità di altre circostanze, ma non per fare un favore alla propria donna ma per sentirsi lui stesso gratificato e impegnato in qualcosa che gli riguarda, che gli appartiene!

    La sola presenza fisica non deve e non puo' bastare!

    Limiti congeniti dell'uomo o volontà della donna a volerlo limitato nelle sue capacità e potenzialità?

    Mi trovo d'accordo fino al terzo paragrafo del primo blocco riportato da Silverback (ovvero fino alle parole "precluderne la sua evoluzione!")
    X il resto è la solita immondizia..
     
    Top
    .
  5. *Wolverine*
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (ilmarmocchio @ 19/3/2009, 20:40)
    Seza dubbio limiti congeniti dell'intelligenza dello scrivento ( Q.I. non superiore a 40 ovverosia "cretino addestrabile ". Ma qualcuno glielo avra' mai detto a questo deficiente, che Colombo, Magellano, Cook ecc navigarono per mesi senza donne a bordo e sopratutto SENZA lavatrici, lavastoviglie ecc, eppure si tenevano come si deve ? Ma dove vive questo
    coglione ? In un istituto per alienati mentali ? Se avessi l'indirizzo, gli mando una mail che lo incenerisco. Se lo dicessi al mio gatto, se lo mangia, quel mentecatto

    Concordo, quell' "uomo" è un deficiente totale.
     
    Top
    .
  6. Drachen
     
    .

    User deleted


    da quando è obbligatorio stirare, levare la polvere, lavare le lenzuola, ecc ?
    sarà ben libero un uomo, pur non pesando sul prossimo, di vivere come meglio crede?
    esistono molti uomini che in casa non sono certo eccellenti (io in primis) ma è anche dovuto
    alla propria personalità e libertà.

    chiaro che nel momento in cui si vive in coppia, è diverso.

    ma non vedo perchè debba sempre essere solo l'uomo ad adattarsi allo stile di vita femminile.

    bisognerebbe dirglielo a sto qui, che magari un uomo è gratificato a fare altre cose,
    e che non c'è un cazzo di sbagliato in questo.
     
    Top
    .
  7. madjakk
     
    .

    User deleted


    "non lo dico per piaggeria, ma se il mondo fosse stato governato dalle donne sicuramente non si troverebbe nella situazione drammatica in cui si trova adesso" + applauso spontaneo del pubblico + "sono assolutamente d'accordo" detto dal presentatore (Piroso, mi sembra). Parole di Alessandro Gassman in un'intervista a La7 intravista qualche giorno fa.
     
    Top
    .
  8. Drachen
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (madjakk @ 23/3/2009, 10:01)
    "non lo dico per piaggeria, ma se il mondo fosse stato governato dalle donne sicuramente non si troverebbe nella situazione drammatica in cui si trova adesso" + applauso spontaneo del pubblico + "sono assolutamente d'accordo" detto dal presentatore (Piroso, mi sembra). Parole di Alessandro Gassman in un'intervista a La7 intravista qualche giorno fa.

    grande attore... e basta.
    per il contesto invece, chiedere di Elisabetta I, Cleopatra, M.Thatcher, ecc.

    Piroso è una mezza sega.
     
    Top
    .
  9. silverback
     
    .

    User deleted


    Repubblica — 12 luglio 1999, pagina 15.

    L' America festeggia il soccer è il trionfo delle calciatrici


    WASHINGTON - Abbiamo fatto di tutto per non crederci, noi maschi italiani. Abbiamo sperato fino all' ultimo che queste giovanotte che avevano osato lasciare i tacchi per i tacchetti e le giarrettiere per i parastinchi e avevano avuto l' impudenza di organizzare addirittura un Campionato del Mondo fossero soltanto un "freak show", un siparietto genere donna barbuta allestito per dare tempo ai giocatori veri di cambiarsi la maglia sudata e di venderla al miglior cliente sui marciapiedi del calciomercato. In tanti avevamo cercato prima di ignorare, poi di esorcizzare il fenomeno calcio- donna, licenziandolo con il paternalismo divertito di chi guarda il proprio bambino con la magliettina nuova di Del Piero inciampare sulla palla troppo grande, o di salvarci in corner buttandola in politica che è cosa nostra, di noi ragazzi: la finale Cina-Usa non poteva essere calcio vero, doveva essere una pantomima di geopolitica che generali e ministri avevano affidato alle femminucce per un giorno. Sciocchezze di uomini spaventati e un po' ignoranti. Questo, della finale Cina-Usa, è stato invece sport vero, appassionante, sofferto, autentico, come una finale King-Evert a Wimbledon, un salto di Fiona May ad Atlanta, uno slalom di Deborah Compagnoni. Dove le americane vincenti hanno pianto esauste sulle spalle delle cinesi sconfitte, e le cinesi sono corse ad abbracciarle per prime. Neppure quando l' ultima rigorista americana, Brandi Chastain, più precisa oltre che vistosamente più carina di "Giggi" Di Biagio, ha perso la testa e si è tolta per la felicità la maglia, mostrando al mondo il suo reggipetto, noi maschi abbiamo potuto permetterci di sorridere di superiorità: dopo tutte le esibizioni di reggipalle, toraci, sederi e di scritte inneggianti agli escrementi che ormai salutano i gol nei campionati maschili, quel reggiseno al vento di una bella ragazza era soltanto poesia. Ma vai, mamma, tira. L' ironia paternalista sul "pallone rosa" si è spenta alla una trenta del pomeriggio di sabato, in California, quando si sono accesi i televisori, si sono illuminati i tabelloni, sono scese in campo le cinesi e le americane - nello stesso maledetto stadio di Pasadena, te lo ricordi Arrigo? - e anche i pochi capelli rimasti sulla testa di Sepp Blatter, il Presidente della Fifa che non ci credeva, che voleva stadi più piccoli per il Mundial femmina, devono essersi agitati: 90.185 spettatori paganti, felici e stipati in quello stadio scomodissimo e antiquato, roba da Maracanà, più di quanti ne contengano anche i più grandi dei disertati e volgari stadi italiani. Nonostante la diretta tivù gratuita sulla rete nazionale Abc, migliaia di biglietti erano stati venduti dai bagarini a due milioni di lire (il record per Italia-Brasile ' 94 fu un milione). E massimo pubblico allo stadio per un evento sportivo femminile, nella storia dello sport. E sul campo, amici uomini, cose da non credere. Una partita vera, fra donne che non avranno le gambe di Vieri (sono meglio) o la testa di Bierhoff (no comment) ma che hanno corso, giocato, passato, tirato, difeso, pressato, attaccato, falciato, menato, fluidificato, parato, marcato e scavallato per 120 minuti con una sincerità e una voglia che ci ha fatto venire la nostalgia di un calcio senza procuratori o parametri. Ventisei donne, tra titolari e sostitute, che dopo due ore nella sciagurata graticola estiva di Pasadena, hanno incredibilmente tirato dieci rigori tutti e dieci in porta, con uno soltanto parato. Ma se non avessimo avuto i paraocchi, se non fossimo stati attanagliati dalla paura di perdere il monopolio dell' ultimo linguaggio esclusivo maschile avremmo visto arrivare da lontano questa strana soldatina con la coda di cavallo. Se non avessimo preteso di misurare il calcio femminile con lo stesso metro di velocità, forza e violenza che si applica a quello maschile, se fossimo davvero amanti del calcio e non soltanto tifosi, avremmo capito che la geometria, l' eleganza, la fantasia di questo gioco funzionano anche se la palla non viaggia con la rapidità che le sa imprimere Recoba. E se il portiere (la portiera? No, sa troppo di condominio) cinese Gao Hong arriva appena all' ombellico di Toldo o di Buffon. Per una volta possiamo anche credere a quel bugiardo di Clinton quando dice, naturalmente nello spogliatoio delle ragazze: "Non mi ero mai appassionato tanto a una gara sportiva, in vita mia". Eppure era finita 0 a 0, dopo 120 minuti di gioco fra le cavallette cinesi e le stangone yankee. Era stata rispettata insomma la maledizione del "Rose Bowl", dello stadio di Pasadena dove Italia e Brasile finirono 0-0 e persino la finale per il terzo posto, sabato, tra Brasile e Norvegia era finita ai rigori, dopo un puntuale 0-0. Gli americani ci avevano sempre detto che quel "doppio uovo di anatra" era la condanna del "soccer" e per questo a loro, avvezzi ad ampi punteggi, non piaceva. Ma ieri le donne in maglia rossa (le cinesi) e bianca con risvolti rossi e blu (le americane) hanno insegnato a quei 91 mila, ai 30 milioni di neofiti che erano aggrappati al televisore, che il calcio non è pallottoliere, ma musica. Dunque non soltanto queste donne hanno abbattuto ultimo imperatore maschio, il tabù calcio. Non soltanto hanno mostrato agli sponsors Fifa, dalla Coca Cola alla Gatorade alla Master Card alla Nike fino a un prodotto per le infezioni vaginali la ghiotta immensità di un mercato di calciatrici che soltanto negli Usa ha 7 milioni di praticanti, versando 45 miliardi di lire nelle casse degli organizzatori, oltre i 650 mila biglietti venduti. Le americane hanno finalmente fatto scoprire agli americani - vincendo - lo sport che il resto del mondo adora e che, per arroganza, per broccagine, per razzismo, gli uomini qui si ostinavano a ignorare. I giocatori in campo non soltanto erano donne, alcune, come la centrocampista Akers, addirittura madri di famiglia di trenta e più anni con marito e due figli (tanto per eliminare l' immancabile sospetto saffico che sempre gli uomini appiccicano alle atlete). Erano americane davvero, cresciute nel nuovo cuore della società americana di fine secolo, il sobborgo, persone con le quali i giovani - tanti giovani - sulle gradinate potevano identificarsi. Erano le signore della porta accanto, Mia Hamm, la Ronalda Usa, dal bellissimo sorriso e dalle bellissime gambe (ebbè sì, proprio belle), Joulie Foudy dai lunghi e stupendi capelli biondi, la Chastain dal seno esibito e generoso, la Akers con una permanente da Re Sole che nascondeva dietro quella acconciatura da madamina uno spirito di ferro, lei che ha giocato a 35 anni, come il Baresi della finale, con un ginocchio scassato, una spalla lussata e una diagnosi di "sindrome cronica da fatica". Questa che ha vinto è America bianca e middle class (soltanto i due portieri erano di colore e una ha salvato il risultato) che si prende attraverso le donne la sua rivincita sullo strapotere sportivo degli "afro" nel basket e nel football. Ora si parla di un campionato regolare femminile e presto o tardi accadrà. Con esso, arriveranno i soldi e finirà l' incantesimo. Per amare il calcio, l' America ha avuto bisogno di correre con le gambe delle donne. Per sfondare un' altra porta del tempio, le donne hanno usato il calcio. E da questo è nato il meraviglioso matrimonio celebrato sabato pomeriggio nello stadio stregato di Pasadena fra un Paese e le sue calciatrici. Un vecchio stadio riservato al football dove le donne erano sempre entrate soltanto come spettatrici, come musicanti o come majorettes sculettanti. Ora ne sono uscite come campionesse del mondo. Ma c' è voluto il calcio, il "nostro" sport. Dunque, come sempre quando vincono le donne, abbiamo vinto con loro anche noi uomini.


    VITTORIO ZUCCONI
     
    Top
    .
  10. silverback
     
    .

    User deleted


    Repubblica — 22 giugno 1999, pagina 1.

    Il calcio in mano alle donne


    La prima reazione - siamo onesti ragazzi - è stata il brivido del parroco che vede entrare una muta di cani sacrileghi in chiesa. Italia-Germania con le treccine? Brasile-Inghilterra con i bigodini? Undici donne in maglia azzurra che giocano un mondiale nel sacrario di Pasadena, il luogo doloroso della finale persa dai maschi di Sacchi nel ' 94? Avevamo subìto, fingendo un falso entusiasmo per non passare i guai in casa, le donne pilota, le donne soldato, le donne ministro, le donne che vincono le elezioni, ma queste donne calciatrici che allenano squadre vere di semiprofessionisti come la Carolina Morace ingaggiata ieri, poverina lei, da Gaucci per fare la "Missus" della Viterbese (Missus è femminile di Mister, lo sappiano i suoi boys), queste signore in azzurro come Vieri e Baggio ma che giocano per il piacere e non per meretricio come i maschi, sembrano la fine della storia. La caduta del muro. E sono invece semplicemente l' inizio di un' altra storia: quella del nuovo boom femminile e dell' ultimo tabù maschile sgonfiato. Il pallone. E' STATA ancora una volta l' America, infaticabile superpotenza rompiscatole - a indicare la strada dei tacchetti non più a spillo ma da calcio alle donne. Il football femminile esisteva anche prima, vivendo una vita semiclandestina in alcuni paesi. Ma le donne con il pallone non erano mai state prese sul serio. Conservo nella memoria vergognosi ricordi adolescenziali di pomeriggi trascorsi all' Arena di Milano per vedere le ragazze giocare, sperando segretamente in catastrofici strappi delle uniformi di gioco più che in brillanti manovre. In qualche nazione, come la Svezia, la Norvegia o la Cina, il football aveva già qualche cittadinanza. Ma sono stati gli Usa a scoprire il "women' s soccer" come fenomeno di massa, e dunque come mercato e come trend sociale. Ci sono oggi sei milioni di donne praticanti, negli Stati Uniti, dalle codine di cavallo al vento con bragone di una misura sempre troppo larga fino alla modesta, ma spiritosa "Lega della Menopausa" fondata da una appassionata signora di mezz' età a Seattle, che non voleva smettere di giocare. Ci sono miliardi di lire in diritti tv e nei 500 mila biglietti già venduti che cambiano mano attorno al mondiale femminile ' 99 in corso negli Stati Uniti e sostanziosi incassi per le stars della fortissima squadra Usa, come quella Mia Hamm, la loro "Maradonna" ma molto più slanciata del divino traccagnotto argentino. Mia ha addirittura girato uno spot pubblicitario tv insieme con Michael Jordan. Lo slogan è semplice: "Tutto quello che tu (Michael) sai fare, io (Mia) so fare". Magari non è proprio vero, non ancora, ma non importa. Non è stato lo spot a fare il mercato, è stato il mercato a fare lo spot. E' stato il fatto che il calcio, irriso nella sua incarnazione professionale maschile, visto come lo sport non del mondo, ma del Terzo Mondo negli Stati Uniti, ignorato dagli atleti afro americani che preferiscono puntare sui soldi del basket o del football yankee, ha lentamente conquistato il luogo dove oggi vive l' America che conta, che vota, che compra. Non la Manhattan di Woody Allen o la Washington di Hillary, ma la periferia sconfinata e alluvionale, la "exurbia" dove i prati ancora abbondanti consentono un gioco come il calcio che nell' angustia del cemento non attecchiva. Il pallone, già regno dei morti di fame "wop", senza passaporto o permessi di soggiorno, è divenuto il sogno della mamma bianca di classe media con furgoncino e schiera di marmocchi sopra. C' è addirittura una figura nuova nata attorno a questa figura nuova, la "soccer mom", la mamma del calcio che tutti i politici devono oggi corteggiare per vincere. Guidando guidando, per scarrozzare i figli da un campo all' altro, quella mamma si è accorta che quello strano gioco fatto con i piedi, al contrario di tutti gli sport americani che impongono l' uso delle mani (basket, football Usa, baseball) poteva essere benissimo praticato insieme da Suzy come da Billy almeno fino all' adolescenza. Che non c' erano cromosomi che impedissero a una bambina di dare con gusto pedate a una palla o alla gambetta di un' avversaria. Che era uno sport insieme di gruppo e individuale, dove non si esasperano la violenza e la prestanza fisica, ma l' intelligenza e la tecnica. Non c' entrano qui femminismo e movimenti vari. Come sempre, in America, il pragmatismo ha preceduto l' ideologia, i fatti hanno prodotto la loro giustificazione a posteriori: per la mamma era semplicemente più comodo scaricare tutti i figli sullo stesso campo e farli giocare insieme, in luoghi verdi, sicuri e dominati dalle pelli bianchi. Anche questo è uno dei segreti del boom del calcio: la rivincita classista e razziale del sobborgo candido sulla città sempre più nera. Dunque - ragazzi miei - rilassiamoci e facciamo il tifo per le azzurre. Il calcio femminile non è una moda o una curiosità, è un mattone della nuova Storia che ci aspetta oltre il Muro. Tutto quello che tu sai fare, io so fare.


    VITTORIO ZUCCONI
     
    Top
    .
  11. silverback
     
    .

    User deleted


    CORRIERE DELLA SERA, 21 AGOSTO 2009, pag. 10.

    La forza delle donne in dieci punti
    Ora serve un nuovo femminismo

    di UMBERTO VERONESI, senatore del PD.

    La questione dell'aborto, intorno alla quale ruota la recente
    polemica sull'approvazione della Ru486, è la tipica situazione
    in cui la società si trova a dover scegliere "il male minore", come
    direbbe Paul Ricoeur. Tutti siamo contrari all'idea dell'interruzione
    di gravidanza, perché è un atto contro natura (nel senso che va
    contro l'imperativo del Dna alla riproduzione) e che comporta
    conseguenze traumatiche dal punto di vista psicologico.
    Tuttavia condannare l'aborto legalmente non impedisce che gli
    aborti avvengano. Se una donna è talmente disperata da non
    volere un bambino, troverà comunque un modo per non averlo
    e se un medico o un ospedale non la accoglierà, finirà pericolosamente
    in mani incompetenti. L'aborto è un fatto serio, ma l'aborto
    clandestino è una vera tragedia e per questo la legalizzazione
    corrisponde alla scelta del "male minore". E la modalità della
    pillola Ru486 rende questa scelta meno dolorosa per la donna.

    La finalità della legge 194 era quella di ridurre gli aborti
    clandestini e non di promuovere il principio che interrompere
    una gravidanza è giusto. Si trattava semplicemente di spostare
    l'obiettivo da una cultura punitiva a una cultura preventiva.
    I fatti ci hanno dato ragione: il numero di aborti è drasticamente
    diminuito e il "mercato nero", tradizionalmente legato alla criminalità,
    è scomparso. Si è confermato così il modello che si applica ad ogni
    forma di proibizionismo: il vietare non ha alcun valore educativo,
    non riduce il fenomeno che si proibisce e rafforza il potere criminale.
    E' inoltre una posizione che offre il massimo di libertà: chi ha
    convinzioni religiose non farà una scelta che non ritiene accettabile
    solo per il fatto che è legale. Va detto che la 194 non è stata
    pienamente applicata: le azioni di informazione ed educazione
    andrebbero molto sviluppate nel rispetto della multiconfessionalità
    e multietnicità della nostra comunità. Certo, la sfida culturale che
    sottende tutto il ragionamento è la ridefinizione del ruolo della
    donna. Il principio dell'autodeterminazione, alla base delle scelte
    cruciali che aspettano le nostre donne, soprattutto le più giovani
    (come la gravidanza o la fecondazione assistita, se necessario)
    presuppone conoscenza e coscienza. Conoscenza del proprio corpo
    e della propria mente, e anche delle possibilità che la scienza offre
    per migliorarle. Coscienza dei valori che permettono a ogni donna
    di applicare la conoscenza delle scelte, senza l'influenza di retaggi
    che derivano da secoli di predominanza maschile. Dobbiamo renderci
    conto dei molti punti di forza femminili nella società odierna.

    Il primo è la capacità di conciliare la necessità lavorativa e procreativa:
    l'unione del ruolo sociale e del ruolo materno, che ancora non ha
    trovato un punto di equilibrio, ma rimane una fra le più importanti
    conquiste femminili.
    Il secondo è la resistenza al dolore e alla fatica. Posso testimoniare
    in prima persona come le donne sappiano accettare ed affrontare
    meglio la malattia, e molte altre tragedie, che sanno a volte trasformare
    in occasione di "riordino" della propria vita o di rinascita personale.
    E quando lottano contro un destino avverso, sono tenaci e persistenti.
    Il terzo punto è la motivazione al lavoro e l'attaccamento all'istituzione
    che rappresentano. Se una donna si impegna per un ente (azienda o
    istituto pubblico) o tanto più per una causa, ne fa suoi i principi e le
    regole e vi aderisce con costanza e determinazione incrollabili.
    A questo è indirettamente collegato il quarto punto che è il senso della
    giustizia. Metà dei nostri magistrati sono donne, molte eccellono o sono
    alla ribalta delle cronache per la loro integrità e fermezza nel giudizio.
    Altro esempio: tutti sappiamo che le donne vigile sono inflessibili e
    difficilmente cedono alla trattativa su una multa.
    Il quinto punto è la tendenza all'armonia, che rende maggiore, rispetto
    agli uomini, il senso della disciplina e dell'organizzazione.
    Il sesto è la maggior sensibilità artistica e culturale. Basta guardarsi
    intorno al cinema, a teatro, ed ogni tipo di incontro culturale per rendersi
    conto che la maggioranza dei partecipanti è donna.
    Il settimo è la capacità intellettuale di ragionamento e concentrazione.
    Per secoli si è pensato che la donna non fosse adatta alle attività scientifiche
    e invece è dimostrato che è vero il contrario: più della metà dei miei ricercatori
    è donna e la loro produttività e il loro ingegno sono straordinari.
    L'ottavo punto è la maggiore forza decisionale, soprattutto nei momenti
    critici. Ad esempio quando un matrimonio fallisce è spesso la donna che fa
    il primo passo per chiedere il divorzio.
    Il nono è che la donna è naturalmente meno aggressiva dell'uomo e nella
    nostra società l'aggressività è innegabilmente un handicap. Valgono di più
    l'intuizione, l'attitudine e la velocità di comprensione, la tolleranza, la capacità
    di dialogo: tutte doti tipiche femminili.
    Il decimo, che nasce dagli altri messi insieme, è che la donna è portatrice
    di pace e l'assenza di conflitti è la condizione per lo sviluppo del progresso civile.

    Per questo ho scritto spesso che il futuro è donna e molti non si spiegano la
    mia convinzione: perché allora le donne non hanno il sopravvento, e spesso
    neppure parità? Perché la donna deve ancora superare i suoi punti di debolezza.
    Innanzitutto l'equilibrio fra lavoro e figli di cui ho parlato, è un ostacolo (o, se
    vogliamo, una sfida) su cui ben riflettere. Poi c'è un innegabile pregiudizio
    psicologico che pesa sulle sue spalle per quanto riguarda la carriera lavorativa:
    quando si arriva ai vertici, per tradizione la responsabilità va all'uomo.
    Eppure cominciano ad essere numerose le donne che dimostrano di poter
    agevolmente svolgere ruoli dirigenziali sia in azienda che in politica; ma
    ancora rappresentano delle eccezioni alla regola.
    Infine va considerato il peso culturale delle religioni che mostrano tradizionalmente
    una vena maschilista (il sacerdozio ad esempio non è consentito alle donne).
    Il mio suggerimento quindi è la nascita di un nuovo movimento femminista
    "rivisto", che tenga conto dei nuovi punti di forza e debolezza (quelli che ho
    individuato sono solo un esempio) che tracciano il quadro della figura della
    donna oggi. Credo che l'importante sia tenere vivo il dibattito sulla "questione
    femminile", e penso che la cultura del mondo dovrebbe occuparsene di più,
    per mantenere gli equilibri e per accelerare il processo di sviluppo e di
    benessere, a cui la mente femminile può contribuire in modo straordinario.
     
    Top
    .
  12. ilmarmocchio
     
    .

    User deleted


    Zucconi : nomen omen ( nel nome il destino)

    veronesi :
    più della metà dei miei ricercatori
    è donna e la loro produttività e il loro ingegno sono straordinari.
    Metà dei nostri magistrati sono donne, molte eccellono o sono
    alla ribalta delle cronache per la loro integrità e fermezza nel giudizio.
    Il settimo è la capacità intellettuale di ragionamento e concentrazione.
    Per secoli si è pensato che la donna non fosse adatta alle attività scientifiche
    e invece è dimostrato che è vero il contrario: più della metà dei miei ricercatori
    è donna e la loro produttività e il loro ingegno sono straordinari.

    Veronesi e' un grande : sorride sempre e ti spara le cazzate piu' grandi. La meglio e' quella delle ricercatrici. Caro Veronesi, le donne le paghi meno e NON ti faranno mai ombra. Metti uno veramente buono e il tuo bluff salta subito-
    Ma Veronesi ci e' o ci fa ? ( ci fa..ci fa il malandrino )
     
    Top
    .
  13. LordDrachen
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (ilmarmocchio @ 21/8/2009, 20:50)
    Zucconi : nomen omen ( nel nome il destino)

    no, è molto peggio. è limitato e molto bacia pile.
     
    Top
    .
  14. silverback
     
    .

    User deleted


    https://www.facebook.com/topic.php?uid=41106696625&topic=9307
    ecco il mio pensiero....
    Voi donne avete degli innegabili vantaggi intellettivi..in sintesi ritengo
    sappiate sfruttare benissimo il cervello che avete cosa che il maschio non
    riesce a fare minimamente …anche perche’ il cervello maschile risiede come
    tante di voi donne sanno non nella scatola cranica come il vostro…ma in altre
    zone..questo grosso vantaggio vi porta ad avere degli approcci ai problemi del
    lavoro e della vita quotidiana decisamente diversi rispetto ai nostri..siete
    piu’ fredde,determinate,razionali,fresche,reattive,diciamo piu’ intelligenti…il
    maschio … non riesce a starvi dietro…nella maniera piu’ assoluta ha il cervello
    adatto a fare solo un’operazione alla volta…che in genere e’ grattarsi i
    genitali o ruttare o guardare una partita di calcio….diciamo per essere buoni
    che non c’e’ partita con voi nella maniera piu’ assoluta…
    Secondo me la cosa piu’ evidente e’ la decadenza del genere maschile nella
    nostra societa’ il maschio e’ vecchio stanco demotivato flaccido ..fiaccato
    dai secoli in cui ha potuto dominare la donna senza che nessuno osasse dire e
    fare niente..voi invece siete vogliose e giovani…vogliose e desiderose di
    prendervi quelle posizioni sociali e quel potere che vi e’ sempre stato negato
    per cui andate sempre a mille con motivazioni e freschezza incredibili siete
    ansiose di scalare le posizioni e di mettervi al comando….cito ad esempio solo
    il dato delle laureate donne rispetto ai maschi…piu’ del doppio..se continuate
    a questo ritmo in circa 10-15 anni i posti di responsabilita’ saranno tutti
    vostri…..voi commercialiste dottoresse,farmaciste,avvocatesse,etc noi
    camionisti e manovali!
    In questa situazione in cui voi donne ci surclassate il maschio si rende
    conto che si sta lasciando sfuggire dalle mani il controllo della societa’ e
    della famiglia ma non ha le armi per contrastare questa sconfitta perche’
    essendo dotato di un cervello sottosviluppato non riesce a contrastare in alcun
    modo la vostra avanzata,si ritrova e sempre piu’ si ritrovera’ a confrontarsi
    con donne forti emancipate moderne autonome e determinate che fanno tutto e da
    sole…spesso e’ comandato da donne al lavoro nella societa’ in casa…spesso voi
    avete degli stipendi migliori spesso avete delle auto migliori piu’ costose
    piu’ potenti ci state fregando in maniera magnifica!
    La sola reazione che il maschio riesce a contrapporre a questo innegabile
    strapotere e’ la legge del piu’ forte..la legge della natura….come ai tempi
    delle caverne….tu guadagni di piu’,sei piu’ brava,sei piu’ intelligente,sei
    laureata etc etc. bene io siccome non posso starti dietro ricorro alla forza
    bruta per stabilire chi e’ il piu’ forte e riproporre le gerarchie di una volta
    i nostri possenti muscoli contro la vostra emancipazione…..patetici !! siamo
    patetici..
    Qui voi superdonne moderne vi superate avete intuito questa metamorfosi ed
    intelligentemente siete andate senza clamori alla ricerca di tecniche adeguate
    che vi consentano di potervi difendere ed anzi contrattaccare anche dal punto
    di vista fisico…avete scoperto in massa le arti marziali!!! Le palestre delle
    nostre citta’ sono piene di corsi per donne..judo,jarate,ju-jitsu ,krav-maga
    etc. ed i corsi sono strapieni..avete preso coscienza che potete difendervi che
    ci sono delle tecniche che vi consento di farlo con successo..e come sempre non
    siete rimaste ad aspettare il prinicpe azzurro ma avete agito..da sole come
    sempre..
    Quindi ora siete in grado di surclassarci in ogni campo anche nel nostro
    terreno ..lo scontro fisico..ma la vostra infinita superiorita’ non si
    esaurisce qui ..perche’ voi vincete sempre senza perdere la vostra femminilita’
    …anzi accrescendola sempre piu’…non e’ la donna trasformata in maschiaccio che
    si difende e stende l’aggressore ma la donna manager in tailleur e tacchi
    alti…le vostre naturali armi di seduzione si trasformano in armi letali
    (tacchi) il simbolo della femminilita’ per eccellenza (la calza) si trasforma
    in arma per umiliare l’aggressore per deriderlo per schernirlo per
    scherzarlo…siete sfrontate forti invincibili ma sempre assolutamente donne…
    Davanti a tutto questo io posso solo ammettere che non c’e’ partita non c’e’
    possibilita’ per noi di fare niente ..siete troppo avanti siete di un altro
    pianeta…possiamo solo servirvi e venerarvi per quello che realmente
    siete…SUPERIORI…..aspetto con calma il momento in cui il capo del governo sara’
    una donna quando il capo della polizia sara’ una donna quando il capo di ogni
    cosa sara’ una donna ….e sono convinto che vivremo in un paese sicuramente
    migliore di adesso………

    roberto


    CITAZIONE
    Quindi ora siete in grado di surclassarci in ogni campo anche nel nostro
    terreno ..lo scontro fisico..ma la vostra infinita superiorita’ non si
    esaurisce qui ..perche’ voi vincete sempre senza perdere la vostra femminilita’

    (...)
     
    Top
    .
  15. silverback
     
    .

    User deleted


    http://www.focus.it/Community/cs/forums/thread/119401.aspx
    Le Donne sono Biologicamente Superiori

    Intendo la superiorità biologica ed ecologica.


    Ho parlato con alcuni amici (e anche con alcuni Cattolici - con questo non voglio dire che non ci siano cattolici fra i miei amici, ma come dico scherzosamente ad un mio carissimo amico: "ognuno ha i suoi difetti, io sono anarchico, tu sei cattolico!") e li ho notati invero molto restii ad ammettere la palese superiorità delle donne, per lo meno nei mammiferi (questi sono quelli che conosco meglio, essendo io un loro esponente, ad esempio gli uccelli sono quasi tutti monogami, mentre i mammiferi no).

    Il fatto molto semplice è che alla specie non è necessaria la presenza continuativa dell'uomo: dopo che si è accoppiato può anche andare a buttarsi in un crepaccio, suo figlio lo crescerà la donna. Sulla donna grava il portare avanti le generazioni (non mi piace parlare di specie, perché io, da scettico riguardo la scienza classica, non credo nel concetto di specie).
    Il problema della società moderna, non è che alle donne non vengano riconosciuti pari diritti degli uomini (ovvero: non è solo questo) ma è che alle donne non viene riconosciuta la superiorità rispetto agli uomini.
    Anzi si pensa al contrario.
    Possiamo paragonare una famiglia umana ad un branco di leoni: le femmine procacciano il cibo per tutti e accudiscono la prole, i maschi controllano il territorio e si preoccupano che i figli che le femmine crescono siano i loro, e non di altri venuti da chissà dove.
    In pratica la maggiorparte del lavoro lo fanno le femmine, i maschi hanno solo una funzione difensiva e di garanzia della continuità del gruppo.

    Comunque chiarisco che non è un'idea che mi è venuta studiando ecologia a 20 anni, o guardando documentari naturalistici a 14, ma è un'idea inconscia, che avevo molto tempo prima, già da bambinetto. Io credo sia innata, e quindi non capisco come mai non la pensino così anche gli altri.
    E non credo, come mi fece nottare una volta un mio amico, io la pensi così perché mi considero inferiore alle ragazze, perché non è vero: semplicemnte le guardo con una certa reverenza che la natura m'impone.

    Consideriamo poi, ovviamente, che le donne scelgono il partner, e cosa farci col partner, gli uomini non possono avere decisioni in merito.
    Peccato che la realtà sia costellata di uomini che illudono e mollano le donne...
     
    Top
    .
64 replies since 11/9/2008, 16:05   2514 views
  Share  
.