TETTE AL VENTO E QM

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    Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU

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    22 novembre 2007



    Le femministe: sì al topless in piscina
    Le donne svedesi hanno intentato causa alle strutture che impediscono di fare il bagno a seno nudo


    In topless in piscina
    STOCCOLMA (SVEZIA) - Le donne svedesi lottano per fare il bagno nelle piscine pubbliche a seno nudo. Per rivendicare questo, che loro definiscono un diritto, hanno fatto causa alle piscine coperte che glielo impediscono e si sono presentate in topless in diverse strutture del paese.

    DIBATTITO - «Vogliamo andare in piscina, prendere il sole e fare il bagno in monokini. Anche gli uomini hanno seni e capezzoli, ma nessuno li obbliga a coprirli», ha spiegato in un'intervista al quotidiano svedese "Kvällsposten", Ragnhild Larlsson. La ventiduenne è portavoce del gruppo "Bara Bröst", letteralmente "seni nudi", creato da una cinquantina di femministe svedesi qualche mese fa, dopo il caso di due donne allontanate a settembre da una piscina pubblica di Uppsala nei pressi di Stoccolma che si sono rifiutate di coprirsi i seni. La curiosa, quanto seria vicenda ha acceso un vivace dibattito in tutto il Paese.

    INCURSIONI - «E' una questione di uguaglianza. Vogliamo che il seno sia considerata una parte del corpo come le altre», ha aggiunto la Larlsson. Per sensibilizzare l'opinione pubblica e montare il caso è partita nei giorni scorsi dal sud della Svezia una protesta alquanto originale: diverse decine di donne compiono infatti a turno delle vere e proprie incursioni in topless nelle piscine pubbliche, dalle quali vengono sistematicamente scoperte e cacciate. Nel frattempo l'associazione ha ingaggiato una schiera di avvocati per intentare una causa legale contro i gestori che impongono questi "divieti". Per le femministe «viene leso il principio fondamentale dell'uguaglianza tra uomo e donna». In un dibattito televisivo l'associazione svedese dei bagnini ha dichiarato di non voler sostenere l'iniziativa di "Bara Bröst". «Nei mei trent'anni di lavoro questo non è mai stato un problema», ha detto Bengt Nielsen, della piscina pubblica Kockums di Malmö. «Se il difensore civico ritiene tuttavia che le donne possano fare il bagno anche in topless, semplicemente ci atterremo alle regole».

    Elmar Burchia
    22 novembre 2007(ultima modifica: 23 novembre 2007)


    luglio 2008


    http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_...44f02aabc.shtml

    La città aveva dato via libera al seno nudo in piscina. Ma nessuna ne ha approfittato
    Svezia, il topless al tramonto
    sotto lo sguardo degli islamici
    A Malmö, un terzo di musulmani, le donne si ricoprono
    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
    BRUXELLES — Nemmeno una, una che una: intervistato dai giornali e dalle tv locali, Zakariah Al-Falous, capobagnino della piscina principale di Malmö e fedele di Maometto almeno a giudicare dal nome, assicura che nemmeno una delle «sue» clienti ha nuotato in questi giorni a seno nudo, in topless. E’ stato un caso? Non si sa. Ma se non è stato un caso, allora è l’inizio di una mini-rivoluzione. Perché tutte le donne avrebbero potuto tuffarsi e nuotare dimenticando la parte superiore del costume, senza tema di multe o rimbrotti.

    Ci mancherebbe: è sempre stato così, è ancora così, a Malmö; che è la terza città della Svezia; che è, o dovrebbe essere, il paese liberale e delle libertà sessuali un tempo sognato da tanti italiani, e mitizzato dal grande Alberto Sordi nel «Diavolo», anno di grazia 1963. Di più: 46 anni dopo, 20 giorni fa, proprio il municipio di Malmö ha dato ragione a un agguerrito gruppo femminista, e ha bocciato la proposta partita da ambienti conservatori di vietare il topless nelle piscine pubbliche della città. Per questo ci si attendeva una parata di muscoli toracici femminili, a mo’ di manifestazione politica. Ma non c’è stata, come certifica il palestrato Zakariah. E la spiegazione la custodisce forse l’ufficio anagrafe.

    Perché Malmö non è solo la terza città della Svezia, prescelta da immigrati di oltre 150 nazionalità, ma anche la città europea con la più alta percentuale di immigrati musulmani, almeno in parte sensibili alla predicazione degli imam integralisti; quegli stessi che impongono alle donne il velo in tutte le sue forme. E la proposta di vietare ora il topless (testuale: «le donne con un costume a due pezzi devono indossare il pezzo superiore»), sostenuta da partiti di centro e da alcuni gruppi vicini alle chiese, era probabilmente legata alla composizione etnico-religiosa della cittadinanza: motivi — dichiarati — di «decoro», e altri — non dichiarati — di ordine pubblico.

    Due mondi qui convivono, e si urtano, come mai era accaduto in tanti secoli: poiché in questo pezzo di Europa, per la prima volta, il mondo arrivato per ultimo — quello degli immigrati musulmani — sta per raggiungere in forza e capacità di attrazione il mondo «di prima», e la minoranza sta per diventare maggioranza. Proprio in Svezia, come forse in altri paesi europei, è comparso di recente il «burkini», incrocio fra bikini e burqa che consente di tuffarsi anche alle ragazze più timorate: c’è almeno una grande piscina che già lo fornisce a noleggio. E in questi anni, sulle spiagge svedesi, più d’una volta la visione di qualche bellezza discinta — magari accanto a qualche famigliola di immigrati con una ragazza velata — ha provocato momenti di tensione, o di disagio.

    Lo stesso disagio, in quelle stesse piscine frequentate anche da migliaia di giovani musulmani, potrebbe ora spiegare il tramonto del topless, nonostante la «vittoria» ottenuta in municipio: o almeno, così ipotizzano alcuni delle centinaia di messaggi che in questi giorni bombardano i blog. Il gruppo femminista che ha assunto la difesa politica del seno nudo si è autobattezzato, con fantasia non eccelsa, «Seno nudo»: «Questione di uguaglianza — hanno detto sornione le sue portabandiera — perché in piscina le donne dovrebbero indossare un pezzo di sopra del costume, coprirsi il torace, e gli uomini no?».

    Il testo del regolamento comunale approvato alla fine è degno del re Salomone: «Ciascun frequentatore delle piscine deve indossare un costume da bagno», senza più sottilizzare su pezzi di sopra o di sotto. Ma più ancora della protesta femminista, per il Comune di Malmö hanno contato le tradizioni locali da rispettare: forse la Svezia non è mai stata il paradiso delle giunoni bionde e disinibite sognate da Sordi, ma non è mai stata neppure un algido collegio di beghine. Bisognerà cercare un compromesso per rispettare le libertà di tutti, dicono i più pacifici interlocutori dei blog. Come uno, che azzarda una diagnosi imparziale: «Ho vissuto in Svezia per anni, ricordo che al mare il topless e anche i bambini nudi erano una norma. Credo che la gente abbia cambiato mentalità per 3 ragioni: la sessualizzazione della nudità, l’aumento dei cittadini stranieri, e la paura dei tumori della pelle».

    Ma c’è anche chi digrigna i denti: «Il mancato divieto del topless? So che i musulmani e gli americani se ne diranno sconvolti: ma se lo sono, allora se ne vadano e non tornino più. Qui siamo in Europa, non a Bagdad o a Washington».


    Luigi Offeddu
    23 luglio 2009


     
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    22 novembre 2007



    Le femministe: sì al topless in piscina
    Le donne svedesi hanno intentato causa alle strutture che impediscono di fare il bagno a seno nudo


    In topless in piscina
    STOCCOLMA (SVEZIA) - Le donne svedesi lottano per fare il bagno nelle piscine pubbliche a seno nudo. Per rivendicare questo, che loro definiscono un diritto, hanno fatto causa alle piscine coperte che glielo impediscono e si sono presentate in topless in diverse strutture del paese.

    DIBATTITO - «Vogliamo andare in piscina, prendere il sole e fare il bagno in monokini. Anche gli uomini hanno seni e capezzoli, ma nessuno li obbliga a coprirli», ha spiegato in un'intervista al quotidiano svedese "Kvällsposten", Ragnhild Larlsson. La ventiduenne è portavoce del gruppo "Bara Bröst", letteralmente "seni nudi", creato da una cinquantina di femministe svedesi qualche mese fa, dopo il caso di due donne allontanate a settembre da una piscina pubblica di Uppsala nei pressi di Stoccolma che si sono rifiutate di coprirsi i seni. La curiosa, quanto seria vicenda ha acceso un vivace dibattito in tutto il Paese.

    INCURSIONI - «E' una questione di uguaglianza. Vogliamo che il seno sia considerata una parte del corpo come le altre», ha aggiunto la Larlsson. Per sensibilizzare l'opinione pubblica e montare il caso è partita nei giorni scorsi dal sud della Svezia una protesta alquanto originale: diverse decine di donne compiono infatti a turno delle vere e proprie incursioni in topless nelle piscine pubbliche, dalle quali vengono sistematicamente scoperte e cacciate. Nel frattempo l'associazione ha ingaggiato una schiera di avvocati per intentare una causa legale contro i gestori che impongono questi "divieti". Per le femministe «viene leso il principio fondamentale dell'uguaglianza tra uomo e donna». In un dibattito televisivo l'associazione svedese dei bagnini ha dichiarato di non voler sostenere l'iniziativa di "Bara Bröst". «Nei mei trent'anni di lavoro questo non è mai stato un problema», ha detto Bengt Nielsen, della piscina pubblica Kockums di Malmö. «Se il difensore civico ritiene tuttavia che le donne possano fare il bagno anche in topless, semplicemente ci atterremo alle regole».

    Elmar Burchia
    22 novembre 2007(ultima modifica: 23 novembre 2007)


    luglio 2008


    http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_...44f02aabc.shtml

    La città aveva dato via libera al seno nudo in piscina. Ma nessuna ne ha approfittato
    Svezia, il topless al tramonto
    sotto lo sguardo degli islamici
    A Malmö, un terzo di musulmani, le donne si ricoprono
    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
    BRUXELLES — Nemmeno una, una che una: intervistato dai giornali e dalle tv locali, Zakariah Al-Falous, capobagnino della piscina principale di Malmö e fedele di Maometto almeno a giudicare dal nome, assicura che nemmeno una delle «sue» clienti ha nuotato in questi giorni a seno nudo, in topless. E’ stato un caso? Non si sa. Ma se non è stato un caso, allora è l’inizio di una mini-rivoluzione. Perché tutte le donne avrebbero potuto tuffarsi e nuotare dimenticando la parte superiore del costume, senza tema di multe o rimbrotti.

    Ci mancherebbe: è sempre stato così, è ancora così, a Malmö; che è la terza città della Svezia; che è, o dovrebbe essere, il paese liberale e delle libertà sessuali un tempo sognato da tanti italiani, e mitizzato dal grande Alberto Sordi nel «Diavolo», anno di grazia 1963. Di più: 46 anni dopo, 20 giorni fa, proprio il municipio di Malmö ha dato ragione a un agguerrito gruppo femminista, e ha bocciato la proposta partita da ambienti conservatori di vietare il topless nelle piscine pubbliche della città. Per questo ci si attendeva una parata di muscoli toracici femminili, a mo’ di manifestazione politica. Ma non c’è stata, come certifica il palestrato Zakariah. E la spiegazione la custodisce forse l’ufficio anagrafe.

    Perché Malmö non è solo la terza città della Svezia, prescelta da immigrati di oltre 150 nazionalità, ma anche la città europea con la più alta percentuale di immigrati musulmani, almeno in parte sensibili alla predicazione degli imam integralisti; quegli stessi che impongono alle donne il velo in tutte le sue forme. E la proposta di vietare ora il topless (testuale: «le donne con un costume a due pezzi devono indossare il pezzo superiore»), sostenuta da partiti di centro e da alcuni gruppi vicini alle chiese, era probabilmente legata alla composizione etnico-religiosa della cittadinanza: motivi — dichiarati — di «decoro», e altri — non dichiarati — di ordine pubblico.

    Due mondi qui convivono, e si urtano, come mai era accaduto in tanti secoli: poiché in questo pezzo di Europa, per la prima volta, il mondo arrivato per ultimo — quello degli immigrati musulmani — sta per raggiungere in forza e capacità di attrazione il mondo «di prima», e la minoranza sta per diventare maggioranza. Proprio in Svezia, come forse in altri paesi europei, è comparso di recente il «burkini», incrocio fra bikini e burqa che consente di tuffarsi anche alle ragazze più timorate: c’è almeno una grande piscina che già lo fornisce a noleggio. E in questi anni, sulle spiagge svedesi, più d’una volta la visione di qualche bellezza discinta — magari accanto a qualche famigliola di immigrati con una ragazza velata — ha provocato momenti di tensione, o di disagio.

    Lo stesso disagio, in quelle stesse piscine frequentate anche da migliaia di giovani musulmani, potrebbe ora spiegare il tramonto del topless, nonostante la «vittoria» ottenuta in municipio: o almeno, così ipotizzano alcuni delle centinaia di messaggi che in questi giorni bombardano i blog. Il gruppo femminista che ha assunto la difesa politica del seno nudo si è autobattezzato, con fantasia non eccelsa, «Seno nudo»: «Questione di uguaglianza — hanno detto sornione le sue portabandiera — perché in piscina le donne dovrebbero indossare un pezzo di sopra del costume, coprirsi il torace, e gli uomini no?».

    Il testo del regolamento comunale approvato alla fine è degno del re Salomone: «Ciascun frequentatore delle piscine deve indossare un costume da bagno», senza più sottilizzare su pezzi di sopra o di sotto. Ma più ancora della protesta femminista, per il Comune di Malmö hanno contato le tradizioni locali da rispettare: forse la Svezia non è mai stata il paradiso delle giunoni bionde e disinibite sognate da Sordi, ma non è mai stata neppure un algido collegio di beghine. Bisognerà cercare un compromesso per rispettare le libertà di tutti, dicono i più pacifici interlocutori dei blog. Come uno, che azzarda una diagnosi imparziale: «Ho vissuto in Svezia per anni, ricordo che al mare il topless e anche i bambini nudi erano una norma. Credo che la gente abbia cambiato mentalità per 3 ragioni: la sessualizzazione della nudità, l’aumento dei cittadini stranieri, e la paura dei tumori della pelle».

    Ma c’è anche chi digrigna i denti: «Il mancato divieto del topless? So che i musulmani e gli americani se ne diranno sconvolti: ma se lo sono, allora se ne vadano e non tornino più. Qui siamo in Europa, non a Bagdad o a Washington».


    Luigi Offeddu
    23 luglio 2009


     
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  3. Zonan
     
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    Quali sviluppi si prevedono allora, in generale-generale, nelle piscine e spiagge? là e qua...
    noi che nuotiamo e corriamo spensierati in calzoncini, mentre loro coperte e scoraggiate dai costumi che le coprono?
    (è giusto? :--------: )
     
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  4. Sandokan1317
     
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    Citazione Zonan
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    (è giusto? :--------: )

    Ed è giusto quello che hanno fatto in Svezia le femministe?

    Purtroppo sono conseguenze degli eccessi del femminismo... Sì all'integrazione "sfrenata", sì allo svilimento dell'uomo svedese , sì all'esaltazione dell'uomo musulmano e/o straniero. Poi quando si son rese conto che lo "straniero" con i costumi "libertini" aveva poco a che fare, eccole abbassare lo sguardo , eccole rimettersi il reggiseno, eccole di nuovo intimorite. Molto acute , vero?
     
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    Lichtenstein .. o San Marino, che anche loro hanno il rappresentante all'ONU

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    Non so se è solo ed esclusivamente questione di paura.


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    poiché in questo pezzo di Europa, per la prima volta, il mondo arrivato per ultimo — quello degli immigrati musulmani — sta per raggiungere in forza e capacità di attrazione il mondo «di prima»,

     
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    Da queste cose si vede come l'alleanza antifemminismo-libertinismo non abbia basi solide.
     
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  7. LordDrachen
     
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    CITAZIONE (Sandokan1317 @ 24/7/2009, 09:12)
    Ed è giusto quello che hanno fatto in Svezia le femministe?

    Purtroppo sono conseguenze degli eccessi del femminismo... Sì all'integrazione "sfrenata", sì allo svilimento dell'uomo svedese , sì all'esaltazione dell'uomo musulmano e/o straniero. Poi quando si son rese conto che lo "straniero" con i costumi "libertini" aveva poco a che fare, eccole abbassare lo sguardo , eccole rimettersi il reggiseno, eccole di nuovo intimorite. Molto acute , vero?

    Ho letto gli articoli che riguardano questo femminismo del nord europa, e a parte le proposte ridicole
    ed aberranti, non sono molto d'accordo sulle conclusioni del tipo: le donne femministe sono
    indulgenti verso l'immigrato islamico.
    questo può essere vero solo da un punto di vista politico pragmatico, ma non ideologico.
    anzi: molte delle guerre export occidentali sono state propagandate grazie alla "liberazione delle donne"
    e ancora oggi, le donne con cui parlo sia di dx e sx, sono quasi tutte xenofobe a vari livelli.
    chiaro che se entri nella sede del PRC è diverso, almeno a parole.

    Che poi nel nord ci sia una sorta di passione sessuale per gli immigrati è possibile, ma non credo
    che questo sia un fenomeno più diffuso della xenofobia.


    CITAZIONE (Milo Riano @ 10/8/2008, 19:13)
    Nel primo caso ciò che conta è il suo vissuto e non le intenzioni maschili.
    Nel secondo caso ciò che conta sono le sue intenzioni e non il vissuto maschile.

    ma questo fa parte della natura femminile.
    la donna non accetta regole che vadano a limitare od ostacolare la sua istintività.
    il principio del giusto e sbagliato è come un fardello per lei.
    non è vero, come si era detto, che lei si sottomette volentieri all'autorità.
    la donna si sottomette alla forza del maschio (fisica o psicologica o emotiva),
    e può diventare anche la più grande fuorilegge del mondo se trascinata.
    lei cerca una guida maschile, ma non accetta un'istituzione maschile.
    il suo "seguire" è un seguire emotivo, non di principio.

    credo. ^_^
     
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  8. cama-leo
     
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    A me è successo un episodio simile.
    In vacanza tra amici affiatati alcune mie amiche si sono sentite libere di restare in topless.
    Visto che io temevo di mettere a disagio qualcuno del gruppo, ho scelto di non spogliarmi.
    Ed in mezzo alle altre ho fatto la figura di quella che "crede di averle solo lei", perchè non le mostravo :D

    Credo che il buon senso sia fondamentale anche in queste circostanze, come sempre, del resto...
     
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  9. Sandokan1317
     
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    CITAZIONE
    Lord Drachen
    Ho letto gli articoli che riguardano questo femminismo del nord europa, e a parte le proposte ridicole
    ed aberranti, non sono molto d'accordo sulle conclusioni del tipo: le donne femministe sono
    indulgenti verso l'immigrato islamico.
    questo può essere vero solo da un punto di vista politico pragmatico, ma non ideologico.
    anzi: molte delle guerre export occidentali sono state propagandate grazie alla "liberazione delle donne"
    e ancora oggi, le donne con cui parlo sia di dx e sx, sono quasi tutte xenofobe a vari livelli.
    chiaro che se entri nella sede del PRC è diverso, almeno a parole.

    Che poi nel nord ci sia una sorta di passione sessuale per gli immigrati è possibile, ma non credo
    che questo sia un fenomeno più diffuso della xenofobia.

    Ma infatti secondo me c'è una strategia politica precisa da parte delle femministe svedesi. Essere accoglienti, tolleranti (pur essendo il femminismo una corrente sessista) , poi dopo aver "dimostrato" agli occhi dei più che anche l'uomo "straniero" è stupratore, fascista, intollerante etc. lo si relega alla stessa posizione dell'uomo svedese.
     
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    CITAZIONE (cama-leo @ 24/7/2009, 10:07)
    A me è successo un episodio simile.
    In vacanza tra amici affiatati alcune mie amiche si sono sentite libere di restare in topless.
    Visto che io temevo di mettere a disagio qualcuno del gruppo, ho scelto di non spogliarmi.
    Ed in mezzo alle altre ho fatto la figura di quella che "crede di averle solo lei", perchè non le mostravo :D

    Credo che il buon senso sia fondamentale anche in queste circostanze, come sempre, del resto...

    Che brutte amicizie!!

    Ah, aggiungo che non c'è miglior modo per fare colpo su un uomo di come hai fatto tu.
    Indipendenza, diversificazione e affidabilità.
     
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  11. Sandokan1317
     
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    CITAZIONE
    Che brutte amicizie!!

    Un po' riduttiva come frase...


    CITAZIONE
    Ah, aggiungo che non c'è miglior modo per fare colpo su un uomo di come hai fatto tu.
    Indipendenza, diversificazione e affidabilità.

    Giusto ma vale soprattutto per l'uomo intelligente.
     
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  12. cama-leo
     
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    CITAZIONE (Sandokan1317 @ 24/7/2009, 10:18)
    CITAZIONE
    Che brutte amicizie!!

    Un po' riduttiva come frase...


    CITAZIONE
    Ah, aggiungo che non c'è miglior modo per fare colpo su un uomo di come hai fatto tu.
    Indipendenza, diversificazione e affidabilità.

    Giusto ma vale soprattutto per l'uomo intelligente.

    Degli uomini stupidi alcune donne sanno benissimo fare a meno.
    La penso anche io come War...ma, ci creda o no, non l'ho fatto per fare colpo ma esclusivamente per me e per rispetto di certi miei amici.
     
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  13. Zonan
     
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    CITAZIONE (Sandokan1317 @ 24/7/2009, 09:12)
    Ed è giusto quello che hanno fatto in Svezia le femministe?

    Purtroppo sono conseguenze degli eccessi del femminismo... Sì all'integrazione "sfrenata", sì allo svilimento dell'uomo svedese , sì all'esaltazione dell'uomo musulmano e/o straniero

    Hai detto bene: è stato un eccesso, ma di per sé il principio era giusto... però è il contrario, che sarebbe stato più giusto e più rispettoso di tutti, oltreché più opportuno per elaborare una base culturale che permetta un po' a tutti di convivere un questa società sempre più globalizzata...

    Cioè sarebbe giusto, secondo me, vietare il topless ed eventualmente anche il bikini, i costumi con sgambature vertiginose ecc., ma al contempo vietarlo anche agli uomini, imponendo i costumi che dopotutto sono stati la normalità anche in Occidente fino a meno di un secolo fa... mi pare che fossero canottieroni, con la forma simile agli odierni costumi dei lottatori, se non erro.

    Quello che cioè non mi sta assolutamente bene, è che infatti contesto ancor più alle culture islamiche moderate, è che il corpo femminile sia considerato uno scrigno sacro mentre quello maschile sia carne indifferente; almeno il costume che impedisce il torso nudo restituirebbe simbolicamente un po' di preziosità anche al nostro corpo...

    Non a caso, nei paesi islamici più retrogradi come l'Iran sono vietate anche le camicie a maniche corte per gli uomini, non parliamo poi dei bermuda... cose che da noi si sono invece più per lassismo, che non per reale parificazione di libertà con le minigonne & scamiciati delle donne, infatti molte regole anche esplicite sono ancora discriminanti in tal senso (io da tempo invito gli uomini a rifiutare ogni imposizione della cravatta laddove l'imposizione non è estesa anche alle donne, ma non ottengo successo <_< )
     
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  14. LordDrachen
     
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    CITAZIONE (Zonan @ 24/7/2009, 11:49)
    Cioè sarebbe giusto, secondo me, vietare il topless ed eventualmente anche il bikini, i costumi con sgambature vertiginose ecc., ma al contempo vietarlo anche agli uomini, imponendo i costumi che dopotutto sono stati la normalità anche in Occidente fino a meno di un secolo fa... mi pare che fossero canottieroni, con la forma simile agli odierni costumi dei lottatori, se non erro.

    troppo caldo.
    preferisco il topless per tutti allora :D

    CITAZIONE
    Quello che cioè non mi sta assolutamente bene, è che infatti contesto ancor più alle culture islamiche moderate, è che il corpo femminile sia considerato uno scrigno sacro mentre quello maschile sia carne indifferente; almeno il costume che impedisce il torso nudo restituirebbe simbolicamente un po' di preziosità anche al nostro corpo...

    perchè nell'islam i SESSI sono differenti, quindi anche il corpo.
    come fai a giudicare una cultura della differenza coi metri paritari dell'Occidente femminista? :wacko:
    la globalizzazione mi fa abbastanza schifo cmq, quindi sarei per il "ad ognuno il suo".
    sono un relativista culturale convinto.

    CITAZIONE
    Non a caso, nei paesi islamici più retrogradi come l'Iran sono vietate anche le camicie a maniche corte per gli uomini, non parliamo poi dei bermuda...

    l'Iran retrogrado è un mito occidentale.
    in Iran le donne possono abortire e divorziare (e lo fanno pure spesso).

    CITAZIONE
    io da tempo invito gli uomini a rifiutare ogni imposizione della cravatta laddove l'imposizione non è estesa anche alle donne, ma non ottengo successo <_< )

    io non ho mai portato una cravatta. è un artificio estetizzante privo di significato.
    un abito o ha un reale valore identitario in cui l'estetica è secondaria al simbolismo (tipo il kilt scozzese)
    oppure si riduce a conformismo o al seguire i GSF.
    cmq in banca se all'uomo è richiesta la cravatta, alla donna è richiesto un abbigliamento consono
    equivalente.
    le ragazze che per moda portano la cravatta mi risultano ridicole. ma tanto.
    ma l'ambiguo va di moda... ^_^

     
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  15. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Zonan @ 24/7/2009, 11:49)
    Cioè sarebbe giusto, secondo me, vietare il topless ed eventualmente anche il bikini, i costumi con sgambature vertiginose ecc., ma al contempo vietarlo anche agli uomini, imponendo i costumi che dopotutto sono stati la normalità anche in Occidente fino a meno di un secolo fa... mi pare che fossero canottieroni, con la forma simile agli odierni costumi dei lottatori, se non erro.

    Non vedo quale vantaggio le donne possano avere dal limitare l'esposizione visiva del corpo maschile, nè quale possa essere questo vantaggio per gli uomini. Io una legge del genere la giudicherei totalmente insensata ed assurda.

    CITAZIONE
    Non a caso, nei paesi islamici più retrogradi come l'Iran sono vietate anche le camicie a maniche corte per gli uomini, non parliamo poi dei bermuda...

    Non è proprio così. Secondo la "regola" islamica gli uomini devo indossare magliette o camicie che coprano il gomito e pantaloni che coprano in ginocchio mentre le donne devono coprirsi fino al polso e alle caviglie.

    CITAZIONE
    (io da tempo invito gli uomini a rifiutare ogni imposizione della cravatta laddove l'imposizione non è estesa anche alle donne, ma non ottengo successo <_< )

    forse perchè c'è un residuo di coscienza della diversità tra i sessi che invece a te mi sembra che sfugga.
     
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81 replies since 9/8/2008, 22:11   1655 views
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