La tenerezza delle donne, via per la pace...e dell'amore

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  1. COSMOS1
     
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    CITAZIONE (ventiluglio @ 14/4/2005, 11:13)
    http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews....3-5DED13A7395E}
    13 apr 21:56
    Venezia: moglie lo accoltella, marito e' grave
    VENEZIA - Un uomo di origine marocchina e' stato accoltellato dalla moglie durante un violento litigio. L'extracomunitario e' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Dolo, in provincia di Venezia. La donna si trova in caserma sotto interrogatorio. (Agr)

    io non sono bravo come voi, le notizie le leggo sui giornali di carta e non so come fare i link...
    Però mi urge dirvi che dalla versione cartacea (Nuova Venezia del 14.04, pg 30) la cosa più buffa che emerge è che la donna sostiene che era l'uomo a impugnare il coltello e lui stesso che se l'è infilato nel petto a pochi centimetri dal cuore
    Faccio fatica a capire come una donna possa sire impunemente qualunque stupidaggine. Se un uomo dichiarasse di aver litigato con una donna la quale ha impugnato un coltello e si è infilzata, gli raddoppierebbero la pena. Se lo dice una donna la stanno ad ascoltare in riverente silenzio...
     
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  2. COSMOS1
     
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    CITAZIONE (animus @ 14/4/2005, 14:15)

    La cosa interessante invece, è che mentre nella nostra società si sostiene che la forza fisica non abbia alcun valore, sono ogni anno sempre di più le donne che si iscrivono a corsi di sport da combattimento.

    non so se avete notato ma in qualunque film o serial che sia, ovunque vi sia un minimo di scontro fisico, oramai è assolutamente vietato non inserire tra i combattenti almeno una donna, anche a costo di stravolgere completamente il senso della storia come nel Signore degli anelli dove un Cavaliere Nero viene ucciso da una donna mentre pronuncia quella storica frase "Ma io non sono un uomo"
    credo che questo martellamento mediatico in qualche modo avrà degli effetti sui nostri figli.
    questo purtroppo è un altro esempio di una cultura fatta di pregiudizi e luoghi comuni e sempre più lontana dall'esperienza.
     
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  3. silverback
     
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    CITAZIONE (COSMOS1 @ 14/4/2005, 22:14)
    non so se avete notato ma in qualunque film o serial che sia, ovunque vi sia un minimo di scontro fisico, oramai è assolutamente vietato non inserire tra i combattenti almeno una donna, anche a costo di stravolgere completamente il senso della storia come nel Signore degli anelli dove un Cavaliere Nero viene ucciso da una donna mentre pronuncia quella storica frase "Ma io non sono un uomo"  

    Sì, è proprio così, e a lanciare questa nuova "moda" sono stati gli americani (e chi, sennò?) verso la metà degli anni Ottanta.
    In proposito mi ricordo di un film risalente al 1992 (se non erro, perché vado a memoria), in cui Cinthia Rothrock (una vera esperta di arti marziali che, però, sempre femmina rimane...) "sostiene" uno scontro fisico contro due "armadi" (un bianco e un nero) alti almeno 1,90 m. e pesanti intorno ai 100/110 kg.
    Beh, a un certo punto lei viene "centrata" in pieno volto da un gancio destro del nero ma, "incredibilmente", la signora si rialza e comincia a "picchiare duro" più di prima, "sparando" calci a destra e manca, e finendo per mettere KO entrambi a "furia di pugni"!!
    Nella realtà avrebbe rischiato di essere uccisa al primo pugno ricevuto in faccia, per non parlare del fatto che, quasi sicuramente, si sarebbe fratturata le mani...
    Ma gli americani, si sa, sono quello che sono...(anche se i cinesi, per certi aspetti, sono pure peggio).

    Già che ci sono riporto le parole del maestro Victor Gutiérrez (a quel tempo quinto grado di wing tsun), pubblicate sul mensile di arti marziali BUDO INTERNATIONAL, nel marzo del 1999, in un articolo intitolato "DONNE E ARTI MARZIALI: ANALISI DI UN CONNUBIO IMPERFETTO" (pag. 13-18):
    "...come nella maggior parte degli sport, il testosterone continua a fare la differenza. Bisogna tenere conto di questi dati per non lasciarci abbagliare dalle esasperazioni cinematografiche.
    Di tanto in tanto si possono vedere dei film di serie C nei quali ragazze di 45 chili, con l'aspetto da modelle, e che sicuramente non hanno mai messo piede su un tatami, atterrano con un pugno presunti esperti di Kung Fu o di Karate, che tra l'altro sono grandi come armadi. Non facciamo riferimento, evidentemente, a vere campionesse come Cinthia Rothrock. Basta vederla in azione per accorgersi che è ben allenata e che i suoi colpi possono veramente far male. Ma anche in questo caso Cinthia non potrebbe battere con facilità un vero esperto della sua stessa disciplina; piuttosto sarebbe lei a finire KO. Il motivo non sta solo nelle differenze fisiche; bisogna aggiungere l'uso di tecniche poco realistiche e non adatte alle caratteristiche del corpo femminile. I pugni potenti non sono alla portata della maggior parte delle donne, ed inoltre occorre molto tempo per perfezionarli. Di fatto, salvo nel caso di chi pratica Boxe e Kickboxing, i pugni sferrati dalle donne di solito non sono "devastanti". E' più utile allora colpire le zone più sensibili; attaccare agli occhi o alla gola con delle posizioni a mano aperta o semi chiusa; dimenticare i colpi al tronco, preferendo dei punti più morbidi come i genitali o il collo"...

    ________________________________________________________________________________

    http://www.budointernational.com
    http://www.kungfucinema.com/reviews/blondefury.htm

    Edited by silverback - 15/4/2005, 12:48
     
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  4. ventiluglio
     
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    http://www.panorama.it/italia/criminalita/...1-A020001030402
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    Lady mafia, che volle essere più potente dei boss
    di Antonio Rossitto
    22/4/2005
    Omicidi, appalti, latitanze eccellenti: nei verbali degli interrogatori, tutti i segreti della prima donna a capo di una cosca, che oggi collabora con i magistrati. Vicende di sangue ma anche episodi surreali. Come quella volta che Provenzano si presentò travestito da cardinale...

    Ha guardato impassibile negli occhi i due magistrati. Poi ha detto: «Voglio chiacchierare bellu linnu linnu». Pulito, pulito: per spiegare tutto in maniera chiara, senza fraintendimenti. È il 14 febbraio: Giusi Vitale, 33 anni, comincia a raccontare la sua storia ai pm di Palermo Maurizio De Lucia e Francesco Del Bene. È la prima donna boss della mafia siciliana a pentirsi. A raccontare gli anni trascorsi accanto ai fratelli Vito e Leonardo, boss di Partinico, paese a 40 chilometri da Palermo. Tutti i segreti dei «Fardazza», stracci vecchi, come vengono chiamati i Vitale: omicidi, appalti, gli incontri con il superlatitante Bernardo Provenzano. Confessa senza sosta da due mesi la donna.

    Dopo le sue dichiarazioni sono state aperte diverse inchieste: una di queste, qualche giorno fa, ha portato all'arresto della nipote Maria e di molti affiliati del clan guidato dai fratelli. Era nell'aria. In videoconferenza dal carcere di Parma, il capofamiglia Leonardo, per ben due volte, ha platealmente maledetto la sorella: «La rinneghiamo sia da viva che da morta. E speriamo lo sia al più presto». Disconosciuta, reietta. Eppure, gli interrogatori proseguono. Lei continua a parlare. Svelando intrighi e retroscena di Partinico, uno dei fortilizi più inespugnabili di Cosa nostra in Sicilia.

    Vita di primati quella di Giuseppa Vitale. Pane e mafia fin da ragazzina. Prima donna a reggere una cosca ad appena 26 anni: a ordinare omicidi, maneggiare i «piccioli» degli appalti, gestire le latitanze dei familiari. Arrestata nel 1998 per associazione mafiosa, passa da un penitenziario all'altro; viene condannata in primo grado a sei anni, ridotti in appello a quattro e sei mesi. Quando però è accusata di un omicidio comincia a temere di dover passare tutta l'esistenza in carcere. Diventa un collaboratore di giustizia: la prima pentita.

    Nuovi primati infranti. Con le sue rivelazioni sfascia tutte le regole dei clan. Ammette di avere avuto diversi amanti. Decide di divorziare dal marito. Chiede ai giudici il permesso di «fare colloqui e telefonate col convivente» che pensa di sposare: Alfio Garozzo, un ex pentito di Catania. Ha riempito pagine e pagine di verbali la donna boss. Due nomi compaiono molto spesso negli atti della procura: Bernardo Provenzano e Salvatore Riina. Il primo è noto nelle cosche come «Binnu 'u tratturi» o, più semplicemente, lo «zio». È il capo dei capi di Cosa nostra: il superlatitante ricercato da 42 anni. L'uomo che scappa attraverso cunicoli sotterranei, va a Marsiglia in camion per operare la sua malconcia prostata e scrive indefessamente «pizzini». Riina, invece, non è il padrino arrestato nel 1993 e da allora in carcere. Non è «Totò 'u curtu» da Corleone, ma solo un omonimo del boss. A Partinico, il suo paese, lo chiamavano «Mortadella». Giusi Vitale lo fece uccidere il 20 giugno del 1998. Il pentito Michele Seidita raccontò tutto ai magistrati accusando la donna di essere la mandante.


    Edited by ventiluglio - 28/4/2005, 13:01
     
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  5. ventiluglio
     
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    http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews....2-1A9D8C7CEA2F}
    30 apr 10:48
    Usa: ha ucciso i figli con 200 coltellate, incriminata
    ROLLING MEADOWS (Usa) - Una donna di 34 anni, Tonya Vasilev, e' stata rinviata a giudizio per l'omicidio dei suoi due figli nello Stato americano dell'Illinois. Tre giorni fa la donna, rea confessa, ha ucciso la bimba piu' piccola di 3 anni e il fratellino di 9, infierendo con oltre duecento coltellate. Il marito dell'assassina, rientrato nella sua casa di Rolling Meadows, un sobborgo alle porte di Chicago, aveva trovato i cadaveri dei due figli e la madre sporca di sangue e con un grosso coltello in mano. La donna e' stata rinviata a giudizio per omicidio volontario plurimo e aggravato. Sara' processata per direttissima il 20 maggio. (Agr)
     
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  6. davide_v
     
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    Repubblica.it

    http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/cr...anfredonia.html

    Nuovi elementi nell'indagine sull'omicidio della quindicenne
    uccisa lo scorso novembre dal suo amante, cugino del padre
    Manfredonia, arrestate due donne
    "Costringevano Giusy a prostituirsi"

    La ragazza sarebbe stata indotta ad avere rapporti a pagamento
    Gli inquirenti: "Hanno approfittato di lei, l'hanno circuita"


    MANFREDONIA - Ha uno strascico la storia di Giusy Potenza, la 15enne uccisa lo scorso novembre dal cugino del padre, un uomo di 27 anni con il quale aveva una relazione. La polizia ha arrestato due donne accusate di aver indotto alla prostituzione la giovane, e di averla costretta a dividere con loro i proventi dell'attività. Sabrina Santoro, 24 anni, e Filomena Rita Mangini, 19, entrambe di Manfredonia, il paese nel quale viveva Giusy Potenza, sono ora agli arresti domiciliari. Dalle indagini è emerso che fu proprio con le due donne che Giusy si allontanò la sera del 12 novembre 2004 quando, dopo aver acquistato dei cd in un un negozio, si persero le sue tracce. Entrambe sarebbero anche state citate da un uomo, che avrebbe detto che le due donne facevano prostituire Giusy.

    "Le indagate - ha detto il dirigente del commissariato di Manfredonia, Antonio Lauriola - hanno approfittato di una ragazzina minorenne, circuendola e inducendola alla prostituzione, contattando i clienti, proponendole di compiere atti sessuali a pagamento e di dividere con loro il denaro". Si tratterebbe comunque, ha aggiunto Lauriola, di "pochissimi episodi", ai quali sarebbe tuttavia estraneo Giovanni Potenza, l'uomo in carcere dallo scorso dicembre, che dopo quarantuno giorni confessò di essere l'assassino della ragazza.

    Santoro e Mangini - accusate di induzione alla prostituzione e sfruttamento - sono anche indagate di favoreggiamento personale e false dichiarazioni, in relazione all'alibi fornito per quel 12 novembre, giorno della scomparsa di Giusy. Le due donne avrebbero detto di non sapere nulla e invece, ha detto Lauriola, "erano state notate verso le 17.15 mentre si intrattenevano a bordo di una Fiat Punto di colore verde, di proprietà di Sabrina Santoro, in compagnia di un uomo, proprio davanti al negozio Bernini dove Giusy aveva comprato i cd e, alcuni minuti dopo, a bordo della stessa auto, mentre aspettavano la vittima che, uscita dal negozio, si dirigeva verso la loro auto".

    Gli arresti sono stati compiuti dagli agenti della squadra mobile della questura di Foggia, e da quelli del commissariato di Manfredonia, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Foggia Maria Rita Mancini su richiesta del pm Vincenzo Maria Bafundi. Per eventuali, ulteriori sviluppi bisognerà attendere le dichiarazioni che le due donne renderanno davanti al gip
     
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  7. davide_v
     
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    Corriere.it, 11 maggio 2005

    Lite condominiale in provincia di Torino tra due donne marocchine

    Stacca a morsi un pezzo di naso a una vicina

    La vittima è stata ricoverata alle Molinette dove i medici hanno previsto che saranno necessarie cure e interventi per oltre un anno

    TORINO - Gli ha staccato un pezzo di naso con un morso alla fine di un litigio condominiale. Una ragazza marocchina di 23 anni ha aggredito così una connazionale che dal balcone le gettava sulla testa la polvere di un tappeto. Z. O. è stata arrestata dai carabinieri con l' accusa di lesioni gravi. L' episodio è accaduto domenica scorsa davanti ad uno stabile in via Monti, a Chieri (Torino). Z.O., che vive al secondo piano, ha iniziato a litigare con L.A., 30 anni, che abita al quarto, perchè sbatteva il tappeto incurante del fatto che lei transitasse sotto il balcone. Dopo qualche battuta velenosa, i rispettivi mariti si sono ritrovati davanti allo stabile per discutere dell' episodio, ma poco dopo sono arrivate anche le due donne.
    Il battibecco è degenerato e all' improvviso Z.O. si è avventata sulla vicina di casa e le ha morso il naso. Soccorsa e trasportata in ospedale a Chieri, L.A. è stata poi trasferita alle Molinette di Torino, dove gli hanno riscontrato «la completa mancanza della punta del naso». Secondo i sanitari, la donna ha lesioni guaribili in circa 30 giorni, ma per rifare il naso avrà bisogno di cure e operazioni per oltre un anno.


    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...o/10/naso.shtml

     
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  8. -Renato-
     
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    dal tgcom


    Maria, "Abbandonata due volte"
    Madre ritrovata per caso:giovane delusa

    "Mi ha abbandonata una seconda volta". Così Maria, 26 anni, ha raccontato l'incontro causale con quella che ha scoperto essere la sua madre naturale durante un colloquio di lavoro a Padova. "La mia esperienza è stata drammatica - ha detto - non avrei mai pensato di soffrire così tanto vedendo l'indifferenza della persona che mille volte avevo immaginato di abbracciare. Non voglio rivederla mai più".



    "Spero di non incrociarla per strada, mi volterei dall'altra parte per non guardarla neppure in faccia. Quella faccia che purtroppo assomiglia moltissimo alla mia", è stato il suo sfogo a Il Gazzettino. Il dramma della ragazza diventa sempre più profondo man mano che il racconto continua coinvolgendo anche i suoi amatissimi genitori adottivi. "La mamma che mi ha cresciuto per 26 anni - ha spiegato Maria - ha sofferto moltissimo quando ha saputo che avevo incontrato la mia vera madre. Pensava che mi sarei staccata da lei. Papà invece è stato bravissimo perché ha cercato di allentare la tensione con qualche battuta. Alla fine sono bastate molte coccole per far capire che per me loro sono stati e sempre saranno i miei unici genitori. Li amo fino in fondo come loro amano me. L'altra donna, e lo dico in senso dispregiativo, non è mai esistita per me".

    Maria turbata dall'eco dai mass media alla sua storia
    Se però inizialmente, la giovane padovana adottata aveva dichiarato "Mi sento finalmente serena. Ho deciso di parlare di questa cosa pubblicamente perché spero che la mia esperienza serva a tanti altri ragazzi adottati e li dissuada dallo scavare nel loro passato", in seguito è rimasta molto turbata dall'eco data dalla stampa alla sua vicenda. Ora Maria, come ha confessato alla giornalista che l'ha intervistata, ha paura di essere trovata, additata, giudicata. E soprattutto, vorrebbe non aver mai avuto l'idea di cercare nel suo passato per capire chi fossero i suoi veri genitori, non quelli adottivi che l'hanno amata infinitamente per 26 anni e che oggi ancora la circondano con una vera e propria corazza d'affetto.

     
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  9. ventiluglio
     
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    http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/es...ls/animals.html
    Blitz della Protezione animali a casa di Rosalind Gregson, 55 anni
    Cani, gatti e uccelli in gabbie piccolissime, ammalati e denutriti
    Gb, donna viveva con 269 animali in un piccolo appartamento-lager
    Tra dodici giorni la donna sarà sottoposta a processo

    LONDRA - Una passione per gli animali sconfinata nell'ossessione e nella crudeltà: una signora inglese conviveva con 246 cani, 16 uccelli e sette gatti. Il tutto in una casa di appena quattro stanze, e in condizioni insostenibili.

    La protagonista della vicenda si chiama Rosalind Gregson, e ha 55 anni. E faceva vivere i suoi "ospiti" in una sorta di lager: la maggior parte era infatti confinata in minuscole gabbie, alcune delle quali con un'ampiezza quasi minore della loro stazza. Per questo la donna sarà sottoposta a processo.

    Infatti, durante una irruzione nella abitazione di Rosalind - a Silverdale, vicino Carnforth - gli agenti hanno trovato una scena quasi da incubo. Ad esempio diversi cani sistemati in un'unica gabbia, gli uni sugli altri. Molti di loro erano pieni di pulci, esageratamente magri e con infezioni agli occhi. Alcune stanze erano anche infestate dai topi. E di cibo e acqua, necessari per il sostentamento degli animali, ce ne era davvero poco. Con parte dell'acqua "contaminata" dagli escrementi contenuti nelle lettiere per gatti.

    Tutte informazioni contenute in un video che ieri gli addetti alla Protezione animali hanno mostrato al giudice distrettuale che si sta occupando del caso, Peter Ward. Oltre a mostrare il filmato, gli uomini hanno anche testimoniato che non avevano mai visto una tale concentrazione di esemplari domestici in un'unica abitazione. E hanno anche descritto come una vera e propria ossessione la tendenza della donna a collezionare un numero sempre più alto di cani, gatti e uccelli.

    Adesso Rosalind Gregson è stata rinviata a giudizio: il processo dovrebbe tenersi tra dodici giorni.

    (19 maggio 2005)
     
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  10. lelen
     
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    (NOTA PER I MOD: QUESTO MEX VALE PER DUE!)

    Ma insomma ve lo richiedo... Dove volete andare a parare? A che serve quello che postate qui? A dimostrare che le donne sono pazze quanto gli uomini? E chi lo nega? La follia non è né maschile né femminile: ma se si registra la tendenza a parlare dell'uomo come del "maschio prevaricatore", un motivo ci sarà pureno? Ed imputarlo unicamente al male bashing mi sembra furoviante, oltre che semplicistico. Ah se solo vi
    decideste ad essere meno viscerali e più obiettivi... quanta genta potrebbe prendere sul serio e far tesoro di alcune sacrosante considerazioni che, tra un insulto e l'altro alle donne, esprimete!
    Che uomini e donne abbiano lo stesso potenziale di aggressività per me è un'evidenza che non nego e che i vostri post qui ( nonchè il buonsenso e un po' di esperienza di vita) dimostrano. Allo stesso modo mi pare che anche voi non neghiate la realtà per cui è l'uomo ad esprimere maggiormente la propria energia distruttiva. Ma neppure a me piacciono gli stereotipi che pretendono di ingabbiare uomini e donne in ruoli cristallizzati e caricaturali, che dipingono i primi come scimmioni violenti e le seconde come angioletti. Allora partiamo da un'analisi realistica delle cose. Cominciamo a chiederci quanti uomini subiscono sevizie sessuali e non. Quanti vengono uccisi da amanti, mogli o ex respinte. Quanti vengono presi a calci e pugni tra le parti domestiche, magari da chi dice di amarli tanto. E via dicendo. Questo non è male bashing, ripeto ma un innegabile dato di fatto. Ma non significa affatto che le donne siano più buone e migliori come, ve ne do atto, oggi si tende a dire ( Il Dolce stil novo però già sublimava l'immagine femminile negandone ogni zona d'ombra!). E attribuire ad una minore forza fisica la differente reazione maschile e femminile in determinati frangenti non basta (nel caso di omicidi: Lucrezia Borgia docet...).
    Come già detto, le donne imparano fin da piccole a inibire le proprie pulsioni aggressive al punto che ben presto finiscono per autoingannarsi
    evitando di esprimere la rabbia all'esterno e incanalandola spesso perversamente verso di sè (bulimia e anoressia ne sono un esempio). Questo anche quando sarebbe altamente necessario non negare la rabbia ma utilizzarla, come in caso di aggressione o di stupro ( massa muscolare o meno, un calcio ben assestato potrebbe fare miracoli no?). Non a caso nei corsi di autodifesa personale indirizzati alle donne si impara ad eliminare la paura, che ha un effetto paralizzante, e a scaricare la rabbia senza giudicarla negativa.
    Io credo che l'educazione femminile (portata avanti inconsciamente da famiglie scuola e società, che a parole proclamano l'indipendenza del "sesso debole") in realtà ancora oggi rispecchi schemi tradizionali che vogliono le donne sottomesse, accondiscendenti, disponibili, e soprattutto (nuova tendenza!) più che mai sdooolcinate (basta guardare un cartone animato pensato per le bambine e sfogliare un diario o uno di quei giornaletti da quattro soldi destinati alle adolescenti!).
    Malgrado la grinta ostentata e che spesso sfocia nelle sfacciataggine e nella prepotenza, le donne del 2000 spesso mascherate da vamp-virago bamboleggianti, nella loro vita privata non hanno ancora imparato a rapportarsi in modo davvero paritario, esprimendo chiaramente e senza imporsi quello che pensano e provano, abituate come sono a fingere, censurando la propria rabbia come pulsione negativa e temendola.
    Per una femmina è normale inibire l'aggressività e mandare giù enormi rospi, salvo poi sfogarsi tramite frecciatine (la famosa lingua velenosa delle donne e che in efetti ne caratterizza molte! ) stupidi dispetti, bugie, sotterfugi, giochetti meschini, ricatti ed altre armi che le donne hanno imparato ad affilare nei secoli, in quella che comunque resta una lotta impari. L'educazione è dunque fondamentale e anche la differenza biologica come giustamente come fate notare; ma ritengo che la minore violenza che si registra nelle femmine sia da imputare comunque anche alla natura. Che ci ha pensato, sempre in funzione della sopravvivenza della specie! Infatti ve lo immaginate cosa succederebbe all'umanità se le donne fossero meno pazienti e si sfogassero come fa la maggior parte degli uomini? Credo che molti bambini non arriverebbero all'asilo o ci arriverebbero ebeti! (Avete presente quanto possa essere snenrvante un esserino urlante? Figurarsi due o tre insieme!).
    Oggi come rilevate molti infanticidi, pedofilia a parte vengono commessi dalle madri(ovvio dle resto: per quanto aberrante possa essere, ciò succede perché si tratta delle persone più a contatto coi bambini ed è logico che i dati statistici registrino questa differenza di ruoli!).
    E non per giustificare le donne ma sarebbe ora che le multinazionali farmaceutiche si assumessero tutte le loro responsabilità, indagando seriamente sugli effetti collaterali delle famigerate droghe di Stato e sui loro effetti collaterali ossia sulle relazioni tra l' assunzione di simili potenti sostanze- al cui confronto l'ecstasy spesso è camomilla- e l'aumento di stragi famigliari! (E beninteso ciò vale anche nei casi in cui uomini in "in cura preso le Asl per depressione" come si legge spesso, all'improvviso vengono colti da raptus!!!).
    La natura dicevo, ha fornito a uomini e donne diverse qualità e antenne, per aiutarli ad assolvere al meglio le diverse funzioni della vita.
    In conclusione: l'aggressività non è maschile né feminile e soprattutto non è un male in assoluto, anzi è indispensabile alla specie.
    E se quella maschile si esprime maggiormente anche all'esterno è perché l'esistenza stessa (non tanto la società che ormai tende a conformare e clonare tutti!) lo richiede. L'importante è che venga capita e indirizzata nella direzione giusta
    !

    Edited by lelen - 20/5/2005, 05:34
     
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  11. Paolo S.
     
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    Il motivo per cui viene messo in evidenza tutto cio' e' semplice: NESSUN ALTRO LO FA.
     
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    Lupus in fabula

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    Lelen:
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    In conclusione: l'aggressività non è maschile né feminile e soprattutto non è un male in assoluto, anzi è indispensabile alla specie.
    E se quella maschile si esprime maggiormente anche all'esterno è perché l'esistenza stessa (non tanto la società che ormai tende a conformare e clonare tutti!) lo richiede. L'importante è che venga capita e indirizzata nella direzione giusta!


    Secondo me, meno di un anno fa Lelen non avrebbe mai pensato di scrivere quanto ha scritto qui sopra. Per lei la violenza e l'aggressività erano solo maschili (ricordo di averlo letto solo pochi mesi fa)

    Certo non lo avrebbe scritto se prima non avesse letto.

    Edited by Reduan - 20/5/2005, 13:37
     
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  13. Paolo S.
     
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    Red, sono d'accordo con te.
     
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  14. animus
     
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    CITAZIONE (lelen @ 20/5/2005, 04:25)


    Ma insomma ve lo richiedo... Dove volete andare a parare? A che serve quello  che postate qui? A dimostrare che le donne sono pazze quanto gli uomini? E chi lo nega? La follia non è né maschile né femminile: etc, etc.

    Avviso agli amministratori del forum.

    Deve esserci qualcuno che si è impossessato della password di lelen, e che si è spacciato quindi per lei.
    Provate a controllare per favore.

    Edited by animus - 20/5/2005, 15:43
     
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  15. Barnart
     
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    CITAZIONE (Paolo S. @ 20/5/2005, 13:25)
    Il motivo per cui viene messo in evidenza tutto cio' e' semplice: NESSUN ALTRO LO FA.

    Ok Paolo.
    E' chiaro come il sole, ma se qualcuno non lo ripete c'è chi non lo capisce.
    Adesso lo hai detto tu.
    Mesi fa altri.
    Fra 3 mesi altri ancora.

    Grazie a te, oggi.

    Rino


     
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826 replies since 6/8/2004, 10:04   26820 views
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