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silverback.
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CORRIERE dell'UMBRIA - 3 marzo 2005
Ragazza sotto processo dopo che le indagini hanno scagionato l'uomo incolpato
Violentata, ma era una balla
Da accusatrice una giovane si ritrova accusata
FOLIGNO - Una ragazza ventenne accusa un uomo di averla stuprata per ben due volte. Ma le indagini preliminari scagionano il trentaquattrenne da tutte le accuse e la ragazza si ritrova sul banco degli imputati con l'accusa di ingiurie. Tutto aveva avuto inizio il primo febbraio 2001, quando la giovane andò dai carabibieri di Bevagna per denunciare l'uomo che secondo il suo racconto l'aveva violentata la sera del 28 gennaio precedente. Nella sua denuncia la donna aveva specificato che l'allora trentaquattrenne aveva abusato di lei anche nel 1996, quando lei aveva solo quattordici anni. Stando al racconto della ragazza, l'uomo si sarebbe approfittato nei pressi di un bar di Cannara, dove lei lavorava come barista: l'avrebbe stordita con un colpo alla testa e poi l'avrebbe violentata. Ma la ventenne non si accontentò di presentare la denuncia alle forze dell'ordine e telefonò alla moglie del suo "approfittatore" per informarla di quello che l'uomo aveva fatto. Stando al racconto della ragazza l'amicizia con l'uomo (oggi difeso dall'avvocato Dario Epifani) sarebbe iniziata quando lui era il proprietario di un'azienda agraria, dove la sua famiglia si recava per acquistare diversi prodotti. Proprio questa frequentazione, secondo la giovane, avrebbe dato all'uomo la possibilità di approfittarsi di lei la prima volta. La denuncia portò all'apertura di un fascicolo e alle indagini preliminari, ma le accuse non vennero provate e il sostituto procuratore Cicchella chiuse il fascicolo senza rinviare a giudizio l'accusato. L'uomo, appena scagionato da ogni accusa, decise di querelare la ragazza che aveva ingiustamente puntato il dito contro di lui, infangando la sua reputazione, portando una lunga ombra di dolore sulla sua famiglia, turbando il rapporto con sua moglie e i suoi due figli. Ieri nel tribunale di Foligno, davanti al giudice Brocchi, si è tenuta un'udienza del processo per calunnie contro la giovane, difesa dal legale Nicola Margiannò. La prossima udienza si terrà l'otto febbraio 2006.
Layla Crisanti
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Donna a giudizio per lesioni gravi
Colpisce anziano col guinzaglio del cane
FOLIGNO - Una folignate sul banco degli imputati con l'accusa di lesioni gravi ai danni di un settantenne.
Stando all'accusa la donna, difesa dall'avvocato Daniela Paccoi, avrebbe colpito al volto il 70enne con il guinzaglio del cane. I fatti risalgono all'otto gennaio 2004, quando l'uomo che stava passeggiando ai Canapè ha incontrato l'imputata con il suo cane e le ha detto di mettere il guinzaglio all'animale perché nel parco non poteva essere sciolto. La richiesta è bastata a scatenare le ire della donna che ha usato il guinzaglio per colpire l'anziano. L'uomo, afflitto da cardiopatia ischemica, è svenuto subito dopo il colpo e cadendo ha riportato un trauma facciale e abrasioni varie, per un totale di ventiquattro giorni di prognosi.
Quando la moglie del settantenne, assistito dall'avvocato Fabio Mariani, ha visto il marito in terra si è precipitata verso il proprio congiunto insieme al nipotino di cinque anni, ma il cane dell'imputata si è avventato contro il bambino e ha morso la mano dell'anziana che si era affrettata a proteggere il piccolo.
Ora il bambino scioccato dal fatto non vuole più restare solo con i nonni. Il processo è stato rinviato al 6 febbraio 2006.. -
ventiluglio.
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http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/cr.../aiutatemi.html
Quarta udienza alla Corte d'Assise di Bologna contro le nuove Br
Una ragazza in un bar testimone dell'omicidio: "Chiedeva pietà"
Biagi implorò i suoi assassini
"Per favore aiutatemi"
Il medico legale svela: "Il colpo di grazia quando il professore era già a terra"
Sospeso il dibattimento in occasione dei funerali di Nicola Calipari
BOLOGNA - ''Per favore aiutatemi". Sono state queste le ultime parole del professor Marco Biagi. pronunciate un attimo prima di morire. Lo ha riferito una ragazza che la sera del 19 marzo 2002 era in un caffè di fronte alla casa del docente. E' stata ascoltata stamane, durante la quarta udienza presso la Corte d'assise di Bologna riunita per giudicare le "nuove Br". In aula: Nadia Desdemona Lioce; Roberto Morandi; Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi. Assente Simone Boccaccini e la pentita Cinzia Banelli che ha già deposto.
Protetta da un paravento che impediva la vista dalla gabbia degli imputati, la giovane teste ha ricordato quella tragica sera: "Alle 20.15 ho sentito dei rumori e un grido d'aiuto", ha raccontato la ragazza. "Mi sono affacciata alla porta e ho visto Biagi che cadeva a terra con la bici quasi sui piedi e due persone che gli sparavano. Biagi era steso di fronte alla porta di casa. Erano in due; una era più avanti inclinata verso di lui e sparava. Ho sentito che Biagi gridava aiuto e che chiedeva pietà. Ha detto: 'Per favore, aiutatemi'".
La teste ha riferito anche di aver visto una fiammata che partiva dalla persona che teneva in mano la pistola "coperta da un giornale o qualcosa". "La canna era coperta - ha raccontato - si vedeva solo l'impugnatura. Mi sono nascosta e ho chiamato i carabinieri con il cellulare".
Dopo la sospensione per trenta minuti in occasione dell'inizio del funerale a Roma dell'agente del Sismi Nicola Calipari, il dibattimento è ripreso con la deposizione del medico legale Corrado Cipolla d'Abruzzo, che ha svelato alcuni particolari sull'autopsia della vittima: "Dei sei colpi sparati contro il professor Biagi, uno solo, l'ultimo, esploso quando la vittima era già a terra, risultò essere letale. La morte non fu istantanea; Biagi sopravvisse qualche minuto ancora".
(7 marzo 2005)
Nadia Desdemona Lioce nella gabbia degli imputati
Diana Blefari e Nadia Desdemona Lioce
Edited by ventiluglio - 7/3/2005, 21:07. -
davide_v.
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Kataweb.it
http://www.kataweb.it/news/detail.jsp?idCa...Content=1008797
ACCUSANO PRETE VIOLENZA SESSUALE PER RICATTO, 3 ARRESTI
Jesi (An), 11 mar 2005 - 20:06
Tentano di estorcere del denaro ad un anziano parroco inscenando una presunta violenza sessuale ad una donna, ma vengono denunciati ed arrestati tre romeni, tra cui due donne. Il fatto e' accaduto a Jesi qualche giorno fa ma se ne e' venuti a conoscenza solo oggi. Sono finiti in carcere la presunta violentata, una donna di 43 anni, il figlio di lei, 21 anni, operaio a Fabriano, e la sua convivente di 25 anni. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la donna si sarebbe introdotta di nascosto nell'ufficio parrocchiale e, appena il prete e' rimasto solo, si sarebbe tolta la maglia cercando di farsi toccare il seno. Il parroco avrebbe opposto resistenza ma, poco dopo, sono arrivati il figlio della donna e la sua convivente che, dicendosi testimoni del fatto, hanno accusato il sacerdote di violenza sulla romena. E il giorno dopo e' arrivata la richiesta di diecimila euro in cambio del loro silenzio. Per impaurire il religioso e' stato mostrato anche un certificato medico del pronto soccorso di Jesi nel quale si attestava un'aggressione sessuale subita dalla presunta vittima, ma il documento non si riferiva al fatto accaduto nella parrocchia jesina. Il prete si e' detto disposto a pagare, ma, vinta successivamente la paura, si e' recato in commissariato per denunciare il fatto. Cosi', quando la donna e' andata in parrocchia a ritirare il denaro, e' stata fermata dalla polizia assieme al figlio che l'attendeva all'esterno.
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-Renato-.
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Da "Libero" di ieri:
Aiuto, mia moglie mi brucia i libri di
MARCELLO VENEZIANI
Cari lettori, vi considero ormai la mia famiglia e perciò vorrei parlarvi con il cuore in mano di cose che solitamente non si scrivono sui giornali. Superando la comprensibile ritrosia a stendere in pubblico i panni privati, soprattutto quando sono sofferti e da lunghi mesi ormai, vorrei raccontarvi una storia che è sì assolutamente personale, ma tocca un argomento che coinvolge a vario titolo ormai tante persone. Premessa: la cosa a cui più tengo, dopo le persone care, sono i miei libri. Ne ho 15mila divisi in sette grandi librerie a parete, sono il mio pane e la mia anima; li vivo e li respiro, ne parlai pure in un libro recente. E ci lavoro. Mi rifugio in loro quando sono malinconico, deluso dalla vita. O quando ricerco vite ulteriori e inseguo la grandezza negata al meschino gossip del giorno. Da mesi ormai sono costretto a entrare in casa mia, di mia proprietà, dove ho i miei figli, le mie cose, i miei vestiti, il mio archivio, i miei libri, come un ladro. Li consulto in fretta e poi vado via furtivamente. Per una dolorosa storia di separazione, di cui si sta occupando il magistrato, mi è impossibile restare in casa in presenza di mia moglie. Per non turbare la quiete famigliare sono costretto ad andarci solo qualche mattina, quando so che non c'è lei. Già questo, capirete, fa male; vivo tra domicili provvisori, l'auto ridotta per mesi a casa-armadio, il conto in banca saccheggiato perché mi fidavo e cointestavo tutto, case e conti. Ma non voglio esibire i miei affetti famigliari né entrare in una vicenda che attiene la vita privata e il giudizio di un m ag i s t r at o. Torno ai libri. Da tempo vedo i miei libri sparire, a cominciare dai più cari. E ho visto sparire miei appunti, scritti intimi o tracce per libri futuri. Ho ricevuto telefonate in cui mi si annunciavano libri bruciati, strappati venduti. E bruciati e strappati alcuni libri poi li ho trovati; me li hanno fatti notare anche miei figli. Molti sono stati cambiati di posto; così non è facile capire se siano andati via oppure no. Altri sono stati prima nascosti tra i materassi, sotto divani, per poi farli sparire del tutto. I miei figli hanno salvato le opere di Borges, almeno per ora. Però, confermano i miei figli, i libri escono di casa in gruppi di 40-50, per non far più ritorno, ed essere venduti. Ricevo telefonate deliranti che mi ripetono: venduti. Le opere di Heidegger, di Arendt, con le mie annotazioni, e potrei continuare il doloroso elenco, a cominciare dai libri che mi sono più cari, su cui studio e ho studiato. Non posso far nulla, oltre una denuncia. I libri deturpati o spariti non sono tomi intonsi per abbellire la biblioteca; no, sono libri letti, chiosati da me, con annotazioni a margine, sottolineature, spesso introvabili. Non possono essere ricomprati. Sono libri vissuti, con tracce di salsedine o di resina, perché spesso furono letti da viandante, al mare o sotto un albero. In larga parte sono frutto di mie ricerche certosine, di miei acquisti, di mie assidue frequentazioni in libreria. In parte sono ereditati da mio padre, che oggi non vede quasi più e con i libri di casa sua ha un rapporto solo tattile, amorosamente li sistema e li risistema per continuare in questo modo ad accarezzarli. Quando riprendevo quei libri e ritrovavo a margine la sua calligrafia alternata alla mia, ritrovavo il filo di una continuità, di padre in figlio (è il titolo di un mio libro che proprio oggi mi è giunto nella traduzione portoghese, De pai para filho). Cambiai casa e ne presi una più grande perché i libri non entravano più nella vecchia. E ora devo sentire i fogli di quei testi strappati al telefono; devo vedere la mia biblioteca sconvolta e dissolto l'ordine complesso con cui l'avevo sistemata per autori e argomenti; devo notare come un lutto vari libri introvabili, che inutilmente cerco, con l'aiuto dei miei figli. Gentile, Soffici, Bergamin, Borges, Campo, testi spariti. Strappate le Enneadi di Plotino, opera me cara a cui dedicai un mio libro, bruciata la biografia di Simone Weil, bruciato Così parlò Zarathustra. Una volta, esasperato, ho messo a soqquadro la casa, trovandone qualcuno nascosto, anche sotto i materassi; ma altri sono scomparsi, distrutti, ceduti, non so. Ho persino scritto, per disperazione, sui muri di casa: sono spariti i miei libri. Non credo esista barbarie peggiore verso la cultura, la civiltà e verso uno scrittore. Sottrargli i libri e gli appunti è come togliergli l'ossigeno. Il mio studio di casa è anche il mio ufficio. Ora è impraticabile. E non so dove portarli in fretta, anche perché ho speranza di rientrare in casa dopo che i miei figli hanno chiesto al magistrato di restare con me nella casa famigliare. È inopportuno scriverne, mi dicono, soprattutto perchè sei un personaggio in vista: ma si può vivere sotto questo ricatto? No, avrò perso lucidità perché sono esasperato, anzi disperato, ma a questo punto preferisco fare outing da me. Nel nome di tanti coniugi feriti e privati di tutto quel che era loro, legittimamente ed esclusivamente frutto del loro lavoro. Da tempo non dormo, non vivo, ho grave difficoltà a scrivere e concentrarmi. E mi vedo trascinato in un gorgo bestiale. Queste vicende sono annotate di passaggio, solo per spiegare l'assurdo caso di una biblioteca deturpata, venduta e di fatto proibita al suo fruitore e proprietario. Per tirarmi su, ho accolto commosso l'altra sera l'invito di un mecenate a cena nella sua grande biblioteca; per respirare in una sera d'inverno, come un esule, l'aria saggia e antica della mia patria inaccessibile e ferita.. -
tyrtix.
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Riusciamo ad avere una mail a cui scrivergli, e magari a invitarlo qua sul forum? Mi piacerebbe che insieme gli esprimessimo la nostra solidarietà, perchè si vede che è un'uomo colpito proprio in una di quelle poche cose che gli sono rimaste da amare. . -
Barnart.
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CITAZIONE (tyrtix @ 18/3/2005, 15:08)Riusciamo ad avere una mail a cui scrivergli, e magari a invitarlo qua sul forum? Mi piacerebbe che insieme gli esprimessimo la nostra solidarietà, perchè si vede che è un'uomo colpito proprio in una di quelle poche cose che gli sono rimaste da amare.
Ok.
Non sono però in grado di fare il segugio in queste cose. Chi rintraccia il suo address ce lo faccia avere.
Rino
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silverback.
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CORRIERE dell'UMBRIA - 22 marzo 2005
Il commerciante non abusò delle figlie
Assolto con formula piena il 50enne accusato dalla moglie
ORVIETO - Assolto perché il fatto non sussiste. Finisce l'incubo
del commerciante orvietano, accusato dalla moglie di aver abusato
sessualmente delle figlie minorenni. Ieri pomeriggio, la sentenza
del tribunale ha messo fine all'incubo che, per quattro anni, ha
dovuto sopportare il cinquantenne orvietano, costretto a non
vedere le bambine e a vivere additato da molti come chi aveva
commesso il crimine peggiore dell'umanità. La vittoria degli
avvocati difensori, Manlio Morcella e Guglielmo Santarelli, ha
smontato tutte le tesi dell'accusa, consegnando all'opinione
pubblica un uomo senza quel fardello infamante di accuse e
soprattutto ha riconsegnato alle figlie un padre che per lungo tempo
gli era stato privato. Per la difesa un successo che mette in risalto
il lavoro svolto in questi anni, racchiuso nelle ottantacinque pagine
della memoria difensiva, ottenuto grazie a un collegio di giudici
garantista e scrupoloso, formato dai giudici Ianigro, Vito e Bonato,
che ha assicurato la massima terzietà della procedura. A questo
si aggiunge anche il lavoro del Gip, Zanetti, che aveva impedito
per ben due volte la carcerazione dell'imputato. Una a una, sono
cadute le tesi dell'accusa che hanno portato all'assoluzione perché
il fatto non sussiste. Tutte le prove sono state uccise: dalla sporcizia
sulle mutandine che l'accusa riteneva determinante e la difesa ha,
invece, dimostrato che quegli slip non erano stati indossati dalla
bambina nel periodo dei presunti abusi. Anche le deposizioni
dei teste chiave e della stessa madre delle bambine sono state
rese vane, in quanto gli avvocati Morcella e Santarelli hanno
dimostrato la loro contraddittorietà. Fondamentale la perizia medica
dei dottori Conti e Licata, che non rilevavano sul corpo delle bambine
nessun elemento riconducibile ai presunti abusi. Per il commerciante
orvietano è una vittoria che lo riconsegna alla società che per molto
tempo lo ha guardato con gli occhi storti. In aula anche la donna
brasiliana che nel luglio di quattro anni fa denunciò il marito per abusi
sessuali e che invece la giustizia ha smentito. Anni di udienze e
perizie che hanno concentrato l'opinione pubblica su uno dei processi
più discussi degli ultimi anni. La sentenza di questo processo era
attesa da molti, da quelli convinti dell'innocenza del commerciante
orvietano e da quelli che non vedevano l'ora di gettargli addosso
altre infamie. Si chiude con l'assoluzione di un padre ingiustamente
accusato, uno dei capitoli di cronaca più crudi della storia orvietana,
che non lascia adito a nessuna polemica, perché quell'uomo di
cinquant'anni che ogni mattina si alza per andare a lavorare è innocente.
Gabriele Anselmi
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ventiluglio.
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http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews....C-F926E5831AF8}
08 apr 15:13
Torino: uccise figlia a dicembre, dichiarata incapace di intendere
TORINO - Incapace di intendere e volere. E' il giudizio espresso dai periti su Rosa Sansone, la mamma di Volpiano, nel torinese, che il primo dicembre scorso ha ucciso con quattro coltellate la sua unica figlia, Nausicaa Isabella Sellitto. A scoprire la tragedia qualche ora piu' tardi, il marito, Giampaolo Sellitto, impiegato della Camera di Commercio di Torino, di ritorno a casa per pranzo. Rosa Sansone aveva tentato di togliersi la vita. Ora la donna e' ricoverata in una casa di cura, agli arresti domiciliari. (Agr). -
-Renato-.
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daltgcom:
http://www.tgcom.it/cronaca/articoli/artic...olo251859.shtml
Webcam in bagno scuola: denunciato
Roma,uomo filmava studenti di nascosto
Ha acceso il computer del suo convivente e si è ritrovata davanti un filmino pornografico girato nei bagni della scuola romana di cui l'uomo è titolare. La donna ha subito rinfacciato tutto al suo compagno, che ha ammesso di aver piazzato una telecamera nascosta nei bagni, per filmare le studentesse. Ne è scaturita una lite talmente violenta che è dovuta intervenire la polizia. L'uomo è stato denunciato.
Da quanto si è appreso, l'uomo è un 41enne titolare di una scuola privata romana per l'accesso ai diplomi di scuola media e superiore. E' accusato di aver piazzato una web-cam nel bagno dell'Istituto con la quale si confezionava filmati osceni.
La sua convivente ha subito capito dove venivano girati i filmini. La sua reazione è stata talmente violenta che per dividere la coppia sono dovuti intervenire diversi agenti. L'uomo è stato denunciato anche per possesso non dichiarato di un carabina che è stata trovata nella sua abitazione.
Al momento la convivente non ha sporto denuncia per l'aggressione che ha subìto dall'uomo quando accortasi del video lo ha insultato dando vita ad una colluttazione. Ad essere "assolutamente indignati" per quanto scoperto gli agenti di polizia, diretti da Giuseppe Piervigili, costretti a visionare le immagini ed ora a rintracciare studentesse e studenti, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, per informarli di quanto scoperto e metterli nelle condizioni di eventualmente denunciare a loro volta l'uomo.
Notare la reazione della convivente.
. -
-Renato-.
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da tiscali. it:
http://notizie.tiscali.it/stranomavero/art...hiatore_ko.html
Rimorchia un'americana a Roma, ma lei è una boxeur e lo manda ko
Ha tentato di rimorchiare due giovani americane seguendole dopo una serata in discoteca ma il suo approccio non è piaciuto alle due giovani statunitensi (una calforniana di 22 anni e una texana di 21 anni) che hanno declinato la corte del giovane. Lui però è stato insistente per sua sfortuna, la ragazza aveva però praticato la boxe e per liberarsene gli ha assestato due cazzottoni mandandolo ko.
La disavventura è capitata ad un impiegato romano di 34 anni all'uscita della discoteca Supper Club, nel centro storico della capitale. L'uomo è stato curato all'ospedale, guarirà in sei giorni. Dovrà ora decidere se dare un seguito legale alla vicenda, denunciando le ragazze, individuate dagli inquirenti dopo che nella fretta della fuga avevano perso le scarpe.
Edited by -Renato- - 13/4/2005, 21:24. -
ventiluglio.
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http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews....3-5DED13A7395E}
13 apr 21:56
Venezia: moglie lo accoltella, marito e' grave
VENEZIA - Un uomo di origine marocchina e' stato accoltellato dalla moglie durante un violento litigio. L'extracomunitario e' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Dolo, in provincia di Venezia. La donna si trova in caserma sotto interrogatorio. (Agr)
Edited by ventiluglio - 14/4/2005, 11:16. -
silverback.
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CITAZIONE (-Renato- @ 13/4/2005, 21:22)da tiscali. it:
http://notizie.tiscali.it/stranomavero/art...hiatore_ko.html
Rimorchia un'americana a Roma, ma lei è una boxeur e lo manda ko
Ha tentato di rimorchiare due giovani americane seguendole dopo una serata in discoteca ma il suo approccio non è piaciuto alle due giovani statunitensi (una calforniana di 22 anni e una texana di 21 anni) che hanno declinato la corte del giovane. Lui però è stato insistente per sua sfortuna, la ragazza aveva però praticato la boxe e per liberarsene gli ha assestato due cazzottoni mandandolo ko.
La disavventura è capitata ad un impiegato romano di 34 anni all'uscita della discoteca Supper Club, nel centro storico della capitale. L'uomo è stato curato all'ospedale, guarirà in sei giorni. Dovrà ora decidere se dare un seguito legale alla vicenda, denunciando le ragazze, individuate dagli inquirenti dopo che nella fretta della fuga avevano perso le scarpe.
Ora, tralasciando quello che avrei fatto io (al pari di Paolo...), è significativo constatare, una volta di più, il tono che viene usato nello scrivere certi articoli...
Ed ancor più significativo è il fatto che venga messo così in evidenza tale episodio...
Chissà cosa accadrebbe se io raccontassi di quella ragazza statunitense, cintura nera di Karate che, diversi anni fa, fu "stesa" e violentata da uno psicopatico...(accadde negli USA).
Oppure, di una ragazza della mia città, proveniente dalla kick e decisa a passare alla boxe, che lo scorso anno, durante un allenamento con un mio amico, istruttore di pugilato, si è beccata un diretto sinistro al naso che le ha fatto uscire un..."litro di sangue"...(tanto è vero che dopo un po' di tempo ha smesso di frequentare la palestra... ).. -
animus.
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CITAZIONE (silverback @ 14/4/2005, 13:13)una ragazza della mia città, proveniente dalla kick e decisa a passare alla boxe, che lo scorso anno, durante un allenamento con un mio amico, istruttore di pugilato, si è beccata un diretto sinistro al naso che le ha fatto uscire un..."litro di sangue"...
In passato ho fatto thaibox e tae kwon do , nel quale sono arrivato a competere a livello nazionale, per la categoria cui appartenevo.
Vi posso assicurare che in uno scontro fisico, tra uomo e donna, NON C'E' PROPRIO STORIA.
Un uomo comune, non sedentario, puo fronteggiare senza problemi una donna cintura nera di arti marziali, ve lo posso assicurare.
Questione di peso, di forza, di struttura ossea.
Apparteniamo ad un altro pianeta.
La cosa interessante invece, è che mentre nella nostra società si sostiene che la forza fisica non abbia alcun valore, sono ogni anno sempre di più le donne che si iscrivono a corsi di sport da combattimento.
Un altra bugia per cercare di colmare il divario biologico tra i sessi?
Edited by animus - 14/4/2005, 14:53. -
silverback.
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CITAZIONEanimus: Vi posso assicurare che in uno scontro fisico, tra uomo e donna, NON C'E' PROPRIO STORIA.
Naturalmente.
E non per niente ne ho parlato io stesso, un mese e mezzo fa:
http://www.forumfree.net/?t=1165081&st=135
http://www.forumfree.net/?t=1165081&st=150CITAZIONE...sono ogni anno sempre di più le donne che si iscrivono a corsi di sport da combattimento.
...l'invidia è tanta...CITAZIONEUn'altra bugia per cercare di colmare il divario biologico fra i sessi?
Anni fa, ad un settimanale femminista, scrissi questa frase:
"Voi femmine sarete forti come i maschi solo il giorno in cui qualche mago (maschio...) dell'ingegneria genetica vi trasformerà in...uomini...".. -
silverback.
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A proposito del genio e del bene maschile...
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Il Messaggero, 13 aprile 2005
Addio senza riconoscimenti
all'uomo che con i vaccini ha salvato
più vite al mondo
Immaginate un fuoriclasse del calcio che ha segnato più gol
di Riva, Baggio e Maradona messi insieme. Ma che non ha mai
vinto il Pallone d'Oro. O un maestro del cinema che ha firmato
più capolavori di Hitchcock, Spielberg e Fellini senza mai conquistare
un Oscar. O uno scienziato che nel ventesimo secolo, grazie alle
sue straordinarie scoperte mediche, ha salvato più vite di chiunque
altro. Ma che non è mai stato preso in considerazione per il Premio Nobel.
E che ora, all'età di 85 anni, se ne va in punta di piedi dal mondo
che ha contribuito a rendere migliore, più salubre, più civile, con
la fama di sovrano senza corona: di re misconosciuto dei vaccini.
A lui, Maurice Hilleman, virologo, epidemiologo, immunologo, oncologo
americano scomparso lunedì scorso in un ospedale di Filadelfia,
va la riconoscenza inconsapevole di centinaia di milioni di mamme
in tutto il mondo che devono al suo genio scientifico le garanzie
di benessere dei propri figli. Nel corso di una carriera tanto
intensa quanto solitaria, chiusa fra le pareti del laboratorio di
microbiologia del gigante farmaceutico Merck, il dottor Maurice Hilleman
ha infatti sviluppato oltre quaranta vaccini umani e animali, tra cui
otto dei quattordici ordinariamente somministrati ai bambini nei primi
mesi di vita: morbillo, orecchioni, epatite A e B, varicella, meningite,
polmonite, come anche il vaccino contro il batterio emofilo dell'influenza.
Alla sua instancabile opera è dovuta la prima generazione del vaccino
contro la rosolia, una malattia infettiva particolarmente insidiosa per
le donne in stato di gravidanza.
"Una sola delle sue scoperte avrebbe potuto segnare il successo di
una carriera scientifica - ha commentato Anthony Fauci, direttore
dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive - non c'è dubbio che
Hilleman ha salvato più vite di chiunque altro e che ha cambiato il corso
della storia del ventesimo secolo". La morte dello scienziato è coincisa,
ironia della sorte, con il cinquantesimo anniversario della scoperta del
vaccino antipolio da parte di Jonas Salk. Una svolta medico-scientifica di
straordinaria importanza che ha sconfitto una patologia virale particolarmente
crudele, ma che - in termini di vite umane - non è paragonabile ai vaccini
di Hilleman. Il suo nome non è stato mai inserito tra i finalisti del Premio Nobel,
un po' per ritrosia del ricercatore, un po' perché ha lavorato all'interno
di una grande industria farmaceutica, ed è rimasto per decenni all'ombra
di luminari come Pasteur e Sabin.
Cresciuto in una fattoria del Montana, il dottor Hilleman aveva attribuito
il successo del suo lavoro alla sua infanzia rurale, trascorsa in campagna
fra i polli, dalle cui uova furono poi ricavati molti dei suoi vaccini. Modesto
ed autoironico, Hilleman non ha mai nascosto la natura casuale di alcune
delle sue scoperte. Come nel caso del vaccino per gli orecchioni, nato dalla
malattia della figlia Jeryl Lynn. Grazie ad un "tampone" prelevato dalla sua
gola, lo scienziato riuscì a isolare il virus, a indebolirlo, e quattro anni dopo
fu in grado di approntare il relativo, provvidenziale vaccino.
Stefano Trincia.