La tenerezza delle donne, via per la pace...e dell'amore

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  1. davide_v
     
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    corriere.it

    Giovedì sera in provincia di Reggio Emilia

    «Ci annoiamo», 3 ragazze sparano a passanti

    Fermate e denunciate tre studentesse incensurate di 17, 18 e 19 anni. Tre persone ferite leggermente da una pistola a pallini


    REGGIO EMILIA - Giovedì sera di fine agosto. Fa caldo, ci sia annoia e nella bassa reggiana non si sa cosa fare per passare il tempo. Che ne dite di andare in giro in macchina e sparare sulla gente con una pistola a pallini? Sai le risate che ci facciamo? Cosa volete che sia: mica ammazziamo qualcuno. Al massimo si sente come una puntura di spillo.

    DENUNCIA - È probabilmente questo che hanno pensato tre studentesse incesurate di 17, 18 e 19 anni, che sono state denunciate per lesioni aggravate e porto abusivo di arma per aver sparato da un'auto contro i passanti ferendo leggermente tre persone. «Era un gioco, ci stavamo annoiando», avrebbero detto ai carabinieri di Viadana (Mn) e Boretto (Re) che le hanno fermate dopo aver ricevuto nella tarda serata di giovedì molte segnalazioni di un'auto scura dalla quale tre persone armate sparavano ai passanti. Nel frattempo, le tre ragazze avevano anche cambiato vettura e hanno ferito una donna di 41 anni di Boretto, una di 30 della provincia di Roma e suo nipote di dodici. I feriti sono stati medicati all'ospedale di Guastalla, hanno prognosi dai tre ai dieci giorni e hanno tutti sporto denuncia.
     
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  2. silverback
     
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    http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/e...manchester.html

    CITAZIONE
    ESTERI

    Le vittime, 14 anni, aggredite da due ragazze di 16 anni, nel sobborgo di Gorton
    Negli ultimi mesi nel Regno Unito si sono moltiplicati gli episodi di micro-criminalità
    Gran Bretagna, è ancora incubo baby-gang
    Due ragazzine derubate e denudate

    MANCHESTER - Tony Blair era stato chiaro durante i suoi dieci anni di governo. Bisognava educare al rispetto degli altri fin da piccoli, bisognava combattere la criminalità anche e soprattutto quando chi violava la legge era un ragazzino. Adesso Blair ha lasciato Downing Street, ma le baby gang sono sempre più scatenate in Gran Bretagna. L'ultimo episodio di micro-criminalità giovanile è avvenuto giovedì sera a Gorton, un sobborgo di Manchester. Due ragazzine di 14 anni sono state aggredite da una banda di coetanee, derubate di tutto, vestiti compresi, e lasciate nude per strada senza nemmeno un fazzoletto per coprirsi.

    Le malcapitate si sono rifugiate in un negozio vicino, dove hanno chiesto aiuto. Alla polizia hanno raccontato di essere state bloccate e minacciate da due ragazzine di circa 16 anni. Dopo avere consegnato i soldi e un telefonino, sono state schiaffeggiate, prese per i capelli e costrette a spogliarsi. Le due teppiste sono poi fuggite portandosi via tutti gli indumenti delle loro vittime.

    Quello di Gorton è l'ennesimo episodio di un'ondata di criminalità minorile che sta creando preoccupazione e allarme sociale in tutto il Paese. Nell'ultimo anno le bande giovanili in Gran Bretagna sono diventate sempre più spietate e violente. A Londra, sempre giovedì, sera un diciassettenne è stato accoltellato a morte. Per l'assassinio la polizia ha fermato ieri due sedicenni. Ma soprattutto ha fatto scalpore l'omicidio a Liverpool del piccolo Rhys Jones, undici anni appena, colpito con un colpo di pistola al collo mentre stava giocando a pallone. Scotland Yard ha arrestato per questo crinmine otto persone, tutti adolescenti.

     
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  3. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE
    La piccola fu rapita il 1° settembre del 2004
    La sorellastra, i parenti, la «cessione»
    Un pentito riapre il caso di Denise
    Tre anni dopo, le indagini sui complici. La madre: «Ora rivoglio mia figlia»


    MAZARA DEL VALLO (Trapani) — «Ho delle cose da raccontare su Denise». Fine luglio, caldo soffocante, la Procura di Marsala è quasi deserta. Ma in quei giorni i magistrati che indagano sul sequestro di Denise Pipitone, rapita il primo settembre di tre anni fa, quando aveva quattro anni, tornano di gran fretta dalle ferie. Un gruppo di carabinieri del Ris parte da Messina per esaminare un'auto. Nell'aria intorpidita dell'estate si riaccende improvvisamente l'indagine. È l'«accelerazione» di cui ha parlato due giorni fa il procuratore di Marsala, Silvio Sciuto. Interpretando le sue parole («i complici non sono più ignoti»), si scopre che ci sono nuovi indagati per il rapimento, dovrebbero essere sei o sette. Che l'inchiesta ha preso una direzione precisa, verso la provincia di Palermo. E che dietro la svolta c'è un «pentito », finito in manette per omicidio lo scorso 7 luglio, che ora sta fornendo una ricostruzione inedita del sequestro. È dalle parole di quest'uomo che arrivano nuovi tasselli sulla scomparsa di Denise. Fatti da approfondire, in parte ancora da verificare. Sulle tracce di chi ha portato via la bambina in quegli undici minuti, tra le 11,33 e le 11,44, da via Giovanni La Bruna, davanti a casa, in un quartiere alla periferia Nord di Mazara del Vallo. «Ogni giorno spero che sia l'ultimo. E quel giorno non arriva mai», dice la mamma, Piera Maggio. Poi aggiunge: «Siamo ancora alle parole, ora aspetto i risultati. Sono stanca, distrutta dall'angoscia ». L'avviso di chiusura indagini era atteso per metà luglio. Non è arrivato. Un'altra conferma che l'inchiesta si è allargata. «I fatti ormai li conosciamo», spiega Sciuto.

    L'indagata
    Fino all'inizio dell'estate c'era una sola indagata, Jessica Pulizzi. Il fascicolo: «Sequestro di persona in concorso con ignoti». Sono le persone a cui ora fa riferimento il procuratore: «Sappiamo chi sono i complici». Si tratterebbe del gruppo di persone che ha tenuto la bambina e che ha gestito la seconda fase del sequestro. Ma per riallacciare i fili di questa storia bisogna tornare alla prima indagata, Jessica. È la sorellastra di Denise, hanno lo stesso padre. Gli investigatori ipotizzano un movente a suo carico: la ragazza avrebbe individuato in Piera Maggio, e di conseguenza in Denise, le responsabili dello sfascio della sua famiglia, la separazione dei genitori. «Un forte sentimento di rancore», è scritto nella relazione della polizia. Quando la bambina scomparve Jessica era minorenne. Su di lei pesa la frase intercettata dieci giorni dopo il rapimento in una sala del commissariato di Mazara, detta alla madre che la incalzava: « T'a diri 'na cosa, io a' casa ci a purtai ».

    Gli alibi
    Nelle prime settimane di inchiesta gli inquirenti si sono mossi in tante direzioni. Pedofilia, nomadi, adozioni illegali. Ma gli investigatori credono di aver agganciato un filo importante, la «pista privata » su cui continuano a scavare ancora oggi. Hanno verificato gli spostamenti di Jessica, la sua ricostruzione di quella mattina a Mazara, giorno di mercato, un mercoledì. L'alibi è franato. Smentito dai tabulati delle sue telefonate, che la collocano intorno alla casa dei Pipitone, mentre lei ha raccontato di essere stata da tutt'altra parte. Sconfessato dalle discordanze con le parole del suo fidanzato di allora, Gaspare Ghaleb, tunisino (anche lui indagato per false dichiarazioni). Infine Jessica dà ai magistrati una seconda versione dei suoi movimenti, ne parla il 22 settembre, e di nuovo tre testimoni la smentiscono. La sera del giorno successivo la polizia intercetta un nuovo colloquio. La mamma di Jessica è fuori Mazara, parla con sua sorella, che in quel momento è con la ragazza, e pronuncia frasi del tipo: «Se vogliono venire a riprendersela (la polizia per un nuovo colloquio, ndr) tu ti devi rifiutare». E ancora: «Me la vogliono far crollare psicologicamente». Qualche mese dopo è calato il silenzio: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere ». Parole che per Piera Maggio sono una ferita aperta: «Una persona innocente risponde. Come è possibile rimanere in silenzio davanti alla vita di una bambina?».

    Il pentito
    L'11 dicembre 2005 Jessica è stata arrestata, ma per un'altra storia. «Favoreggiamento» per aver aiutato il suo nuovo fidanzato, Hakari Hamdi, a nascondere il coltello con cui ha colpito un uomo durante una rissa. Sono mesi in cui arrivano continue segnalazioni. Piera Maggio e l'avvocato che la assiste, Giacomo Frazzitta, le verificano volta per volta con i carabinieri. Le indagini proseguono. Scandagliano tutta la rete di amicizie e parentele intorno a quella che fino ad allora è l'unica indagata. Dagli archivi di polizia si scopre che uno zio di Jessica, Giulio Corona, 38 anni, nel 1995 è stato ucciso proprio da uno zio di Gaspare Ghaleb. Un altro zio di Jessica, Claudio Corona, è stato coinvolto con il fratello Angelo in varie operazioni antidroga, tra cui quella denominata «Pegaso», in cui gli stupefacenti venivano smerciati attraverso una videoteca. E infine c'è un altro zio della ragazza, stavolta «acquisito», che nei primi mesi dopo il sequestro, dal carcere, ha già provato a fornire alcune rivelazioni su Denise. Si tratta di Giuseppe Dassaro, 46 anni. Uscito di galera, si è legato a una ragazza svizzera, Sabina Maccarrone, che il 16 aprile scorso è stata trovata uccisa nel fondo di un pozzo alla periferia di Mazara del Vallo. Da quel giorno Dassaro scompare, la sua latitanza dura poco meno di tre mesi, fino al 7 luglio scorso, quando si costituisce ai carabinieri. Pochi giorni dopo le indagini su Denise, che si avviavano verso la richiesta di rinvio a giudizio per Jessica Pulizzi, si riaprono improvvisamente. È da lì che ha origine «il nuovo impulso» all'inchiesta. Spiega il procuratore Sciuto (senza riferirsi direttamente a Dassaro): «Il mio auspicio è che i riscontri possano essere confortanti».

    La cessione
    Tra i tanti filoni di inchiesta su Denise c'è stata anche la «pista zingara». La madre di Denise, al fondo della disperazione, prova ad augurarsi che in quel mondo la sua bambina ci sia finita dentro davvero: «Sarebbe la certezza che è viva ». L'ipotesi è ancora aperta. Soprattutto se, come traspare dalle parole degli inquirenti, quello di Denise è un sequestro a più fasi. E se l'ultima svolta dell'indagine sembra delineare un «secondo livello », cioè a un gruppo che avrebbe tenuto la bambina subito dopo il rapimento, non si possono escludere passaggi successivi. Proprio tra i nomadi Jessica conta diverse amicizie. Un kosovaro di Mazara è stato torchiato a lungo nei giorni successivi al sequestro. Un mese dopo, uno zingaro di Rimini indica due «bambine di passaggio in un campo di Padova». Al momento del blitz, quella indicata come Denise non c'è, ma la polizia libera un'altra ragazzina, 12 anni, bulgara. Si legge nel rapporto: «Presumibilmente doveva essere venduta per 20 mila euro». La madre di Denise: «Non attacco i rom. Anzi, li imploro: collaborate». L'unica speranza, per l'angoscia di questa donna e di tutte le altre madri di figli scomparsi, è che più persone possibile vedano le foto dei loro bambini. Piera Maggio ha creato un sito, www.cerchiamodenise. it. Appende le foto della figlia un po' dovunque. Anche a un piccolo albero nei giardini di villa Jolanda, centro di Mazara. Un albero regalato dal Comune per il sesto compleanno della bambina, alla fine dello scorso anno. Da allora, per quattro-cinque volte, qualcuno è andato a strappare quelle foto. E come oltraggio le ha lasciate là, a terra, a pezzettini. Sotto la pianta che dovrebbe essere il simbolo di un'intera comunità stretta intorno a Denise.
    Gianni Santucci
    03 settembre 2007

     
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    ilGiornale.it

    Le badanti si licenziano, figlia uccide la madre invalida

    Torino - Non voleva separarsi da lei e, abbandonata dalle badanti che l’aiutavano a prendersene cura, ha preferito ucciderla piuttosto che rinchiuderla in un ospizio: il dramma familiare si è svolto a Vercelli dove ieri sera Eliana Centrella, un insegnante in pensione di 65 anni, ha strangolato la madre di 93 anni, Carla Bosio, e poi si è costituita ai carabinieri. «Non ce la facevo più ad andare avanti, ma non me la sentivo di abbandonarla», ha raccontato agli uomini dell’Arma accorsi nel suo appartamento di corso Abbiate, di fronte all’ospedale di Vercelli, dove si è consumata la tragedia.

    La matricida li aspettava con in mano la calza di nylon utilizzata per strangolare l’anziana. Stava seduta accanto al cadavere, ricomposto sul letto in cui la madre viveva ormai da anni. Nel 2000 la vecchiaia aveva reso invalida mamma Carla e da allora la figlia, che nel 1998 aveva lasciato la scuola dopo trent’anni d’insegnamento, si era occupata di lei. Sempre in silenzio, con discrezione e dignità, mossa dall’amore per quel genitore da cui non si era mai allontanata. Per restarle accanto non si era neppure sposata e non aveva avuto figli, che aveva rimpiazzato con l’affetto per i suoi allievi. Da quando, però, era andata in pensione «le era rimasta soltanto la madre», racconta Giuseppino Donetti, il preside del liceo Scientifico di Vercelli in cui Eliana Centrella insegnava Scienze. «Quell’anziana - dice - era tutta la sua vita». Con il passare del tempo, però, le sue giornate accanto alla madre erano diventate sempre più faticose.

    E quando sabato scorso le due badanti che aveva assunto si erano licenziate, il mondo le era crollato addosso. «L’ho chiamata al telefono ieri sera - rivela Maria, una vicina di casa - e mi ha detto che era esausta». Per questo motivo aveva trovato un ospizio e lunedì avrebbe dovuto accompagnare la mamma presso la Piccola Opera Caritas di Vercelli. «Era quello che le avevamo suggerito tutti quanti», ricorda ancora Maria. Ma ricoverare l’anziano genitore, per Eliana Centrella, voleva dire abbandonarlo. Così ha preferito mettere fine ad ogni sofferenza, quella della madre e le sue. Le ha dato cena, l’ha messa a letto, le ha dato la buona notte e l’ha strangolata. Poi ha chiamato i carabinieri, è stata arrestata e, dopo aver confessato, è stata rinchiusa nel carcere di Vercelli. Tutto da sola, proprio come aveva fatto sempre.
     
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  5. davide_v
     
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    Una donna che uccide è coraggiosa: Figlia Coraggio, con la c maiuscola


    lastampa.it

    Figlia Coraggio

    Mi riesce difficile considerare un'omicida la signorina Eliana Centrella, professoressa in pensione del liceo scientifico di Vercelli, che lunedì ha strangolato con una calza la madre di 93 anni ridotta dall'Alzheimer a poco più di un vegetale, per risparmiarle il ricovero in ospizio che lei - la figlia - avrebbe vissuto come un fallimento e un'umiliazione personali.

    Non è giusto né sano annullarsi completamente nell'assistenza di un genitore anziano. Ma per molte persone non esiste una soluzione di riserva: le badanti costano, i servizi sociali scarseggiano e le reti di protezione e mutuo soccorso che garantiva la famiglia patriarcale sono scomparse. Oggi il gioco si fa duro e si restringe alle parentele strette, in case che assomigliano sempre più a stagni perché la vita non vi scorre, i figli non se ne vanno, gli anziani nemmeno e chi sta in mezzo deve mantenere i giovani e occuparsi dei vecchi, piegandosi agli egoismi e talvolta ai capricci degli assistiti. Finché arriva il momento in cui, mentre per il ventesimo anno di fila stai lavando e vestendo una madre che non parla neanche più, percepisci di essere in un cul de sac. E allora ti assale il panico, aggravato dalla sensazione di esserti fatta sequestrare la vita da colei che te l'aveva data.

    Il gesto della professoressa in pensione non è un assassinio e neppure un'eutanasia. E' il grido d'allarme di chi ha già vissuto sulla sua pelle il futuro di una società sempre più vecchia e isolata, in cui ad aver bisogno di aiuto saranno soprattutto coloro che sono obbligati a darlo.

    Massimo Gramellini


     
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  6. B.B.8
     
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    CITAZIONE (davide_v @ 5/9/2007, 15:47)
    Massimo Gramellini

    A mio avviso, Massimo Gramellini non merita disprezzo per quanto scritto sopra....

    hai "beccato" l'articolo di un giornalista che in qualche modo difende gli uomini.
    Anche questo e' suo:
    La passione di Fanny


    Che delusione, signora Ardant. Proprio lei, che gode fama di imprevedibile, uscirsene con una banalità come quella consegnata all'intervistatrice del settimanale A. «Per me Renato Curcio è un eroe», ha detto, dichiarandosi attratta dal fenomeno delle Br «molto affascinante e passionale» e dal clima degli anni di piombo, «quando c’era chi prendeva fuoco e decideva che poteva ammazzare e farsi ammazzare». Sparare freddamente ai simboli astratti e per lo più inermi dello Stato: sindacalisti, magistrati, professori e giornalisti senza scorta come il nostro Casalegno. E’ questa la sua idea di passione? Se per farle battere il cuore bisogna saper compiere scelte di campo forti, mi permetto di offrirle qualche alternativa. Schindler, Perlasca, Calipari. O quel Paolo Foglia che lei e altri miliardi di persone non conoscete sicuramente, ma che a Ferragosto del 2002 si tuffò nel Ticino per salvare tre sconosciuti, non per ucciderli, e uno alla volta li trasse a riva, morendo esausto al posto loro.

    Questi sono gli eroi moderni che dovrebbero farla innamorare, signora Ardant. Sono i giusti, che nel momento culminante non hanno dato retta ai fumi delle ideologie ma a quella voce interiore che diceva loro di comportarsi da esseri umani. Se invece continuerà a preferire i Curcio, darà ragione a un altro luogo comune piuttosto banale che sostiene che certe donne, e certe francesi in particolare, abbiano un’attrazione irresistibile per il coraggio maschile solo quando è indirizzato verso il male: femmine cerebrali e divorate da una nevrosi che loro chiamano cuore.

     
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  7. davide_v
     
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    CITAZIONE (B.B.8 @ 5/9/2007, 16:04)
    CITAZIONE (davide_v @ 5/9/2007, 15:47)
    Massimo Gramellini

    A mio avviso, Massimo Gramellini non merita disprezzo per quanto scritto sopra....

    hai "beccato" l'articolo di un giornalista che in qualche modo difende gli uomini.
    Anche questo e' suo:
    La passione di Fanny


    Che delusione, signora Ardant. Proprio lei, che gode fama di imprevedibile, uscirsene con una banalità come quella consegnata all'intervistatrice del settimanale A. «Per me Renato Curcio è un eroe», ha detto, dichiarandosi attratta dal fenomeno delle Br «molto affascinante e passionale» e dal clima degli anni di piombo, «quando c’era chi prendeva fuoco e decideva che poteva ammazzare e farsi ammazzare». Sparare freddamente ai simboli astratti e per lo più inermi dello Stato: sindacalisti, magistrati, professori e giornalisti senza scorta come il nostro Casalegno. E’ questa la sua idea di passione? Se per farle battere il cuore bisogna saper compiere scelte di campo forti, mi permetto di offrirle qualche alternativa. Schindler, Perlasca, Calipari. O quel Paolo Foglia che lei e altri miliardi di persone non conoscete sicuramente, ma che a Ferragosto del 2002 si tuffò nel Ticino per salvare tre sconosciuti, non per ucciderli, e uno alla volta li trasse a riva, morendo esausto al posto loro.

    Questi sono gli eroi moderni che dovrebbero farla innamorare, signora Ardant. Sono i giusti, che nel momento culminante non hanno dato retta ai fumi delle ideologie ma a quella voce interiore che diceva loro di comportarsi da esseri umani. Se invece continuerà a preferire i Curcio, darà ragione a un altro luogo comune piuttosto banale che sostiene che certe donne, e certe francesi in particolare, abbiano un’attrazione irresistibile per il coraggio maschile solo quando è indirizzato verso il male: femmine cerebrali e divorate da una nevrosi che loro chiamano cuore.

    Scusa ma....non conosci assolutamente Gramellini. Hai letto solo l'articolo sulla Ardant? Questo è come il comitato pari opportunità norvegese per soli uomini, un modo goffo per mostrare imparzialità. L'unico altro articolo di critica al "gentil sesso" lo ha pubblicato in occasione del fallimento delle prove di ammissione delle prime donne che volevano entrare nell'esercito. Poi più niente. Quindi una volta ogni quattro cinque anni.Hai letto invece quelli in cui definiva gli uomini che corteggiano le donne degli "sciommioni cavernicoli"? Ti consiglio di leggere tutti i suoi "Buongiorno", li ha pubblicati in un libro. Incontrerai delle belle sorprese.
    Gramellini si e' piu' volte definito uomo-femmina cioè maschiopentito (almeno in questo è onesto). La stima che ho nei suoi confronti è pari, in una scala da zero a dieci, a meno cento.
     
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  8. B.B.8
     
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    Ho preso un abbaglio... :-------: ?
    No, non lo conosco; ho letto poco di lui. Ma quel poco che letto, mi fa pensare che scrive con un pensiero suo, individuale. Non mi sembra che scriva quel che pensano tutti. Anche in altri articoli ho trovato un po' di critica sul femminismo e sulle donne moderne...

    CITAZIONE
    Hai letto invece quelli in cui definiva gli uomini che corteggiano le donne degli "sciommioni cavernicoli"?

    No. Lo trovo sul suo blog...? mi dai il link, per favore?
     
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  9. davide_v
     
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    B.B.8
    CITAZIONE
    No. Lo trovo sul suo blog...? mi dai il link, per favore?

    No, purtroppo non si trova; il Gramellini ha poca dimestichezza con la tecnologia ed internet ed è quindi da poco tempo che ha intrapreso l'avventura del web; l'articolo l'avevo letto direttamente su LaStampa quando ancora la compravo. Poi ho deciso che era troppo spendere dei soldi per farsi venire il sangue amaro e non l'ho più presa. Almeno su internet è gratis. Proverò a fare ricerche in biblioteca, lì hanno tutti gli arretrati del giornale e con un po' di pazienza si può trovare. Magari cercherò anche il suo libro. Inaugurero' poi un thread dedicato a lui.
     
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  10. davide_v
     
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    Violenza nelle scuole

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    Stupri 2

     
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  11. davide_v
     
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    corriere.it

    Pirati strada: arrestata 24enne a Milano, omicidio volontario

    MILANO - Omicidio volontario con l'aggravante della crudelta'. Con queste accuse e' stata arrestata a Milano una 24enne. La donna il 16 settembre, alla guida di un'auto, ha travolto e ucciso un passante di 71 anni. Secondo alcuni testimoni il pedone si era aggrappato al cofano ma la pirata della strada, invece di fermarsi, ha continuato a cambiare traiettoria fino a quando l'anziano non ha mollato la presa e, cadendo, e' stato travolto e ucciso. (Agr)


    yahoo.it

    Cina: donna condannata per 'bacio della morte'

    Ansa - Gio 27 Set - 16.49

    (ANSA) -PECHINO, 27 SET- Una donna cinese che ha ucciso il suo fidanzato mettendogli in bocca una capsula di veleno mentre si baciavano e' stata condannata a morte. Lo riferisce il quotidiano Shanghai Daily. La donna, della provincia dell'Henan, avrebbe dato il 'bacio della morte' al suo amante perche' lo sospettava di infedelta'. 'I due -scrive il quotidiano- si erano detti che se uno dei due avesse tradito l'altro, avrebbe dovuto morire'.
     
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  12. davide_v
     
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    lucaturi.it

    ORTANOVA: DONNA UCCIDE SUO MARITO DURANTE UN LITIGIO

    Prima una lite furibonda, poi l’estremo gesto: un coltello infilzato nell’addome di suo marito. Una donna di 56 anni ha così ucciso il suo coniuge, un uomo di 59 anni. E’ successo ad Ortanova, nel Foggiano. Al momento della lite i due, genitori di 4 figli, erano soli in casa. Sono stati i vicini, allarmati dalle urla, a chiedere l’intervento dei carabinieri, subito intervenuti sul posto. La donna, sotto shok è stata arrestata dai militari e portata nella caserma di Ortanova.
     
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  13. silverback
     
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    http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre...i_francia.shtml

    L'ex compagno accusato di omessa denuncia e occultamento di cadavere
    Francia, madre uccide sei neonati
    La donna ha strangolato i piccoli appena partoriti
    e li ha nascosti in sacchi di plastica

    PARIGI - Una donna di 34 anni è stata arrestata per aver ucciso sei neonati da lei partoriti tra il 2000 ed il 2007. Il suo ex compagno è accusato invece di omessa denuncia e di occultamento di cadavere. Ad ammettere le proprie responsabilità è stata proprio la donna, Celine Lesage, che ha raccontato di aver strangolato o soffocato i sei figli appena partoriti da sola nella sua casa di Valognes, vicino a Cherbourg, e di averli poi nascosti tutti dentro sacchi di plastica in cantina. Il caso era emerso tre giorni fa quando un uomo, il nuovo compagno della Lesage, era sceso nella cantina dell'abitazione ed avera sentito un odore nauseabondo. Aveva così trovato i sacchi contenenti i resti dei neonati.

    IL RACCONTO DEL COMPAGNO - La polizia in un primo momento aveva fermato la donna e i due uomini. Il secondo compagno è stato successivamente liberato mentre il primo è stato denunciato a piede libero. L'uomo sostiene di aver sempre creduto che si trattasse di resti di aborti e non di neonati uccisi. Cinque dei piccoli sono suoi figli (la coppia ha anche un bambino di 11 anni) e il sesto sarebbe un bambino nato a settembre, frutto della relazione con il nuovo compagno. La donna - ha detto il procuratore di Cherbourg Michel Garrandaux - non ha dato alcuna giustificazione logica alle uccisioni e si è «rifugiata in una situazione totalmente ambivalente, esprimendo sia la voglia di avere bambini sia il loro rifiuto».

    ENNESIMO CASO - La vicenda sta suscitando forte emozione anche perché la Lesage era persona conosciuta per le sue attività caritative. Si tratta dell'ennesimo caso in Francia di bebè ritrovati morti dopo essere stati conservati per anni. Il caso più noto è quello dei tre 'bambini congelati che aveva avuto per protagonista Veronique Courjault, 38 anni, francese residente in Corea del Sud; una vicenda che ha poi ispirato il contestato libro di Mazarine Pingeot, figlia dell'ex presidente francese Francois Mitterrand, 'Le cimetiere des poupees'. Tra il 2002 e la fine del 2003 la donna aveva partorito in segreto due bambini. Secondo l'accusa li aveva uccisi e ne aveva conservato i corpicini avvolti in sacchi di plastica nel congelatore della sua casa di Seul, in Corea del Sud. Un episodio analogo era successo ad Albertville, in Savoia, dove lo scorso agosto erano stati ritrovati in buste di plastica dentro un baule e una cassa i corpi di tre bambini nati nel 2001, 2003 e 2006. La madre, 36 anni, aveva confessato di averli più volte tolti e rimessi nel congelatore per non farli trovare dal compagno. Anche lo scorso novembre un'altra donna di 39 anni era stata denunciata e rinchiusa in carcere a Tolosa per omicidio volontario dopo che nel suo congelatore era stato trovato il corpo di un neonato


    20 ottobre 2007

     
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  14. davide_v
     
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    lastampa.it

    Colpisce a martellate il marito non vedente e incendia la casa

    Dai primi accertamenti di medicina legale, sia il marito che la moglie sarebbero morti per asfissia

    BRESCIA
    L’ipotesi maggiormente accreditata dagli inquirenti relativamente a quanto accaduto ieri sera intorno alle 23.30 a Brescia, al civico 6 di via Boifava è omicidio-suicidio. Un donna di 60 anni, secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Brescia, avrebbe colpito a martellate il coniuge di 79, non vedente, e avrebbe poi incendiato l’abitazione in cui entrambi vivevano.

    Dai primi accertamenti di medicina legale, sia il marito E.M., che C.F., la moglie sarebbero morti per asfissia. La donna soffriva, sempre secondo una prima ricostruzione, di crisi depressive. Per i rilievi è intervenuta anche la Scientifica dei carabinieri.


    CITAZIONE
    La donna soffriva, sempre secondo una prima ricostruzione, di crisi depressive.

    1/1 dal 21-10-2007*


    * voglio contare da oggi quante sono le donne omicide che soffrono di depressione
     
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  15. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (davide_v @ 21/10/2007, 16:07)
    * voglio contare da oggi quante sono le donne omicide che soffrono di depressione

    Ci sarebbe più che altro da contare quante donne sono in depressione, perchè più mi guardo intorno e più sento lamentele continue di donne tristi e depressi.
    A questo punto le parole "donna" e "donna depressa" sono diventate quasi sinonimi. D'altronde le donne hanno sempre avuto la lacrima facile. Ma a questo punto, esiste al mondo una donna non depressa? Basta vederle quando guardano in TV trasmissioni tipo "Vivere" o "Beautiful" - per non parlare di quelle della defilippi o della clerici - per fare una facile diagnosi di depressione cronica collettiva.
     
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