Propaganda Rosa

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Davide.4.
     
    .

    User deleted


    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Nasce una topolina concepita con cellule solo femminili. Più vicina la partenogenesi umana

    Il maschio? Non servirà più alla riproduzione

    di EDOARDO BONCINELLI

    E’ caduto un altro formidabile ostacolo sulla via della comprensione della biologia della riproduzione. Della nostra riproduzione. E’ stato possibile produrre un numero notevole di topolini (rigorosamente di sesso femminile) partendo da un certo numero di cellule-uovo femminili, senza alcun contributo da parte di uno spermatozoo maschile. Si tratta quindi di partenogenesi, un fenomeno conosciuto in molte specie animali, ma che ha luogo solo molto molto di rado nei mammiferi e fino a ora mai a comando. Vediamo prima l’aspetto scientifico della scoperta. Si tratta sicuramente di una grande scoperta, che getta luce su un fenomeno biologico poco compreso, anche se tutti avevano l'impressione che si trattasse di una cosa di grande importanza. Sto parlando del cosiddetto imprinting genomico: nel nostro genoma esistono alcuni geni che «tengono a mente» se sono derivati da un maschio o da una femmina. Non si sa qual è il loro ruolo nella riproduzione ordinaria «normale», ma si sa che un embrione interamente ottenuto per via femminile non può svilupparsi oltre un certo stadio.
    Analogamente, un embrione interamente derivato da genomi maschili non può arrivare oltre un certo stadio. La ragione di questi due diversi blocchi biologici risiede nello stato di attività o di quiescenza di un certo numero di geni particolari. Uno di questi prende il nome di H19. L'esperimento di questi giorni è consistito nella produzione di topi nei quali questo gene è stato inattivato, o come si dice in gergo, è stato messo ko, cioè knock-out . Le cellule-uovo prelevate da topoline di questo tipo possono dar luogo, se opportunamente stimolate, ad un topo femmina adulto. Il blocco è stato rimosso. Un'altra tessera è stata aggiunta al mosaico della nostra conoscenza della biologia, della nostra biologia.
    Fin qui la scienza. E' ovvio a tutti che una cosa del genere potrebbe avere delle conseguenze pratiche non trascurabili. Prima o poi sarà possibile, se lo si vorrà, produrre bambine partendo dalle cellule di donne che non hanno avuto alcun rapporto con un uomo. La partenogenesi umana sarà allora una realtà. Per alcuni questo sarà un evento liberatorio. Per altri un'ennesima fonte di preoccupazione. Al di là di ogni considerazione di carattere morale, è opportuno notare che, se questa procedura venisse adottata su larga scala, ci potrebbe essere uno sbilanciamento nella composizione delle popolazioni umane. Attualmente, ci sono più o meno tante donne quanti uomini, perché così ha voluto la natura, cioè l'evoluzione biologica. Se si sposta di molto questo equilibrio, a favore delle donne o degli uomini, si può ottenere come risultato uno dei più grossi sconvolgimenti, reali questa volta e non fittizi, della condizione biologica delle popolazioni umane.
    Pochi lo hanno notato, ma la scelta del sesso del nascituro è già possibile oggi. Forse occorrerebbe pensarci, per oggi e ancora più per domani. In certe società, potrebbe prevalere la tentazione di avere solo figli maschi, o solo figlie femmine. Le conseguenze sarebbero ancora più imprevedibili di quelle di una fantomatica clonazione umana.
    Un'ultima considerazione, appena sussurrata. Se un gene come questo, sottodosato, dischiude la via alla produzione di un embrione vitale nonostante tutto, può essere che sopradosandolo si ottenga un embrione precoce che non diventerà mai un vero e proprio embrione, ma che potrebbe essere una fonte egregia di cellule staminali embrionali. Sarà vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza.


    FONTE: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=95490

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Un concepimento senza maschi

    All'università di Melbourne un'equipe di ricercatori è riuscita per la prima volta a fecondare ovuli di cavie da laboratorio utilizzando solo cellule somatiche, senza bisogno degli spermatozoi

    Ciao maschio, se non addio. La scoperta di Orly Lachman-Kaplan - che guida l'equipe di ricerca sulla fertilità all'Istituto per la riproduzione dell'università Monash di Melbourne - potrebbe, se confortata da "sensata esperienza e necessarie dimostrazioni", rivelarsi clamorosa. La scienziata australiana sarebbe riuscita, infatti, a fecondare ovuli di cavie da laboratorio senza ricorrere a spermatozoi (le uniche cellule del nostro corpo che, insieme agli ovociti, contengono 23 cromosomi e che pertanto vengono definite aploidi) ma limitandosi a utilizzare cellule somatiche diploidi (46 cromosomi). E lo stesso "speriamo che sia femmina" diventerebbe una certezza: dagli embrioni così fecondati potrebbero nascere solo bambine. Fascinoso e tranchant dal punto di vista teorico - metti da parte i 23 cromosomi dello spermatozoo e utilizza al loro posto la metà del corredo cromosomico di una cellula qualsiasi -, il campo di indagine della cosiddetta aploidizzazione risulta assai fantasioso ma, senza dover scomodare Galileo, avrebbe forse bisogno di essere arato con maggiore realismo.

    Quale il livello della sperimentazione - proibita, peraltro, in Australia ma consentita negli Usa - su uomini e donne? Risultano o meno necessari - per il normale sviluppo di un embrione - i corredi cromosomici dell'uno e dell'altro sesso che, in questo caso, verrebbero negati? Interrogativi seri ma bypassati dagli strilli sensazionalisti che gridano al reato di clonazione: "Una inutile confusione - precisa il professor Carlo Flamigni - perché mentre nella clonazione c'è il nucleo di una cellula somatica con i suoi 46 cromosomi da cui prende origine un individuo, qui la cellula manipolata ha solo 23 cromosomi e ha comunque bisogno di un'altra cellula per formare un organismo". E bypassati, ancora, dai moralismi d'accatto che s'indignano di fronte alla possibilità per uomini sterili, single e coppie lesbiche di avere figli oltre che dai patetici nervosismi di una destra in crisi d'identità (maschile). "Questa sorta di 'partenogenesi' - ha dichiarato Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia - ci sembra aberrante. Si va contro la natura ammantandosi dell'intento di aiutare l'uomo completamente sterile a diventare padre, mettendo la scienza al servizio di una mentalità che considera il figlio non un soggetto ma un oggetto, da volere ad ogni costo". Aiutare l'uomo, dice, salvo poi partire, lancia in resta, contro una "tecnica che elegge la donna 'autocrate' del mistero della vita e che pare essere la realizzazione dell'utopia di una qualche inguaribile ultrà femminista".


    FONTE: http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/010711h.htm

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Impotenza o disfunzione erettile, ne soffrono 3 milioni di italiani

    La disfunzione erettile è un disturbo che colpisce oltre tre milioni di italiani, purtroppo però, le persone che si rivolgono a uno specialista, complice la disinformazione e il senso di vergogna che si prova a causa dell'impotenza, sono ancora molto poche, circa il 20 per cento. Questi ed altri dati sono emersi durante il congresso europeo di urologia svoltosi a Berlino al quale hanno preso parte oltre 10 mila esperti provenienti da paesi di tutto il mondo.

    Gli esperti hanno evidenziato una certa preoccupazione in quanto la disfunzione erettile è spesso spia di malattie gravi quali il diabete, l'ipertensione e la depressione.

    Trascurare questa patologia, nel lungo tempo, porterà ad un aumento dei costi sociali. Per non incidere pesantemente sul bilancio del nostro Sistema sanitario nazionale, gli esperti spiegano che bisognerà puntare sulla prevenzione. Attualmente la maggior parte di coloro che soffrono di disfunzione erettile non la ritengono una vera e propria malattia, è per questo motivo che ben 8 uomini su 10 affetti da questo disturbo non si recano dal medico.

    Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di urologia e della Società europeo di urologia andrologica, evidenzia che nella maggior parte dei casi le persone affette da disfunzione erettile ritengono si tratti di una condizione non curabile, una disinformazione molto diffusa che va colmata in quanto oggi, con i nuovi farmaci, la possibilità di risolvere queste problematiche è elevata, pari a circa l'82 per cento.

    Mirone spiega che grazie ad una prevenzione corretta si può evitare il ricorso ad interventi chirurgici, un vantaggio che oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti consente di abbattere i costi sociali di queste patologie. Nuove speranze nel campo della prevenzione arrivano anche da una molecola di nuova generazione, il Vardenafil, che ha dimostrato di agire già dopo 10 minuti dall'assunzione facilitando il recupero di una vita sessuale normale. Il farmaco si è dimostrato efficace anche in chi soffre di diabete, ipertensione e altre patologie. I benefici della Vardenafil sono stati esaminati nel corso dello studio "Realise", la più vasta ricerca mai condotta sulla disfunzione erettile che ha coinvolto un campione di 110 mila uomini di 50 Paesi.

    La disfunzione erettile potrebbe colpire anche uomini tra i 20 e i 30 anni, in questi casi è spesso correlata a stati di depressione e va affrontata adeguatamente con l'aiuto dello specialista. Mirone ha inoltre evidenziano come la tendenza all'uso di droghe nasca spesso proprio dagli insuccessi sessuali. L'esperto spiega che una vita sessuale vissuta con difficoltà può essere quindi considerata un fattore predisponente all'utilizzo delle droghe e per questo va tenuta sotto controllo ad ogni età.

    Gli specialisti suggeriscono comunque di sottoporsi a una visita di controllo nel caso si dovessero riscontrare delle disfunzioni erettili che si protraggono del tempo e, superati i 50 anni, il consiglio è quello di effettuare una visita urologica almeno ogni sei mesi, sottoponendosi all'esame del Psa per la diagnosi precoce del tumore alla prostata e anche ad una ecografia per il controllo del volume prostatico. Il tumore alla prostata si conferma purtroppo la patologia cancerogena più diffusa tra gli uomini, le visite di controllo permetterebbero di riscontrare il problema precocemente consentendo di intervenire in maniera meno invasiva.


    FONTE: http://www.universonline.it/_sessoesalute/.../07_03_23_a.php

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    L'impotenza è un tabù
    Perchè non si parla dell'impotenza


    Impotenza e tabù

    Per la stragrande maggioranza degli uomini l'impotenza è un tabù, di cui non si parla neanche con il proprio medico di fiducia. Per giunta sui fattori che portano a "fare cilecca" a letto regna tuttora la più crassa ignoranza: le cause, infatti, vengono cercate di solito nel luogo sbagliato, cioè nella psicologia, mentre per la scienza il fenomeno si spiega soprattutto con la fisiologia. E comunque alle soglie del terzo millennio l'impotenza è una piaga che affligge, sia pure saltuariamente, quasi un uomo su cinque.

    Perchè non si parla di impotenza

    A scattare la prima fotografia mondiale "dell'impotenza", è un'indagine scientifico-demoscopica pubblicata ad Amsterdam nel corso dell'ottavo convegno mondiale della Società internazionale per la ricerca sull'impotenza (Isir), un'organizzazione di cui fanno parte circa 350 medici provenienti da oltre 30 Paesi. L'84% degli intervistati ha ammesso di non aver mai parlato con il medico della propria vita sessuale, in quanto l'argomento non è stato affrontato né dal dottore né dal paziente.

    Eppure la maggior parte degli uomini (66%) è convinta del fatto che parlare del problema aiuti a trovare una soluzione. Una fetta consistente - il 17% degli intervistati, cioè quasi uno su cinque - ha riconosciuto di soffrire o di aver sofferto di disturbi di impotenza. Tuttavia l'impotenza - definita in senso stretto come "l'incapacità persistente di raggiungere e/o di mantenere un'erezione sufficiente per un atto sessuale di soddisfazione" - affliggono circa 100 milioni di uomini nel mondo.

    La ricerca - sponsorizzata dalla Pfizer Inc., l'azienda farmaceutica che produce il Viagra® - è stata condotta dalla Market & Opinion Research International, società demoscopica inglese, che tra marzo e maggio di quest'anno ha intervistato 4.274 uomini di età sopra i 40 anni distribuiti in quattro continenti e in otto Paesi (Argentina, Cina, Francia, Germania, Messico, Marocco, Norvegia, Corea del Sud, Svezia e Turchia).

    Le cause dei disturbi d'impotenza

    Ma non è tutto. Dal sondaggio risulta che il 50% degli intervistati attribuisce all'ansia e in generale all'ambito della psiche le cause dei disturbi di impotenza, mentre meno del 25% riconosce l'origine fisiologica del fenomeno. Ed è proprio questa la tesi sostenuta nell'indagine che riconduce l'impotenza a disturbi cardiocircolatori, diabete, colesterolo alto, disturbi del sistema nervoso, operazioni di prostata, farmaci (tranquillanti), abuso di alcool e di droghe.

    L'impotenza è un problema molto diffuso che può essere risolto in maniera definitiva.

    Le possibilità di trattamento sono diverse, ciascuna personalizzata a seconda dell'eziologia dell'affezione e delle esigenze del paziente.

    Oggi si può combattere efficacemente l'impotenza con un nuovo prodotto naturale al 100%, senza controindicazioni o effetti secondari: Virilplant® contro impotenza, disfunzioni erettili e frigidità.


    FONTE: http://www.virilplant.com/impotenza-e-tabu.htm

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Sesso in tre minuti per 4 milioni di italiani

    L'eiaculazione precoce colpisce soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni. Sempre di più le richieste di allungamento del pene STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

    Impotenza ed eiaculazione precoce sono un cruccio per molti maschi italiani (Contrasto)
    MILANO — A letto più che in altre circostanze la fretta non aiuta. Eppure l'eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso al mondo. In Italia gli «sprinter» sono oltre 4 milioni, per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni. Lo dicono gli urologi riuniti a Berlino nell'annuale congresso internazionale. In uno studio, i pazienti sono stati anche cronometrati: la maggior parte non supera i tre minuti. Una buona percentuale si sbriga perfino prima. E la causa è quasi sempre psicologica: «L'ansia da prestazione e lo stress sono tra i motivi principali», spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia. Ma a mettere in confusione gli amanti frettolosi sarebbero soprattutto quelli che il professore definisce «i falsi miti», ovvero: «La figura dell'uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente e che ormai, complici anche cinema e televisione, fa parte del loro immaginario».
    I DATI — La comunicazione erotica di massa impone prestazioni spettacolari ma anche dimensioni «artistiche» considerevoli: «I giovani cercano in tutto e per tutto di assomigliare a questi modelli — aggiunge Mirone — e così sono sempre di più i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l'allungamento del pene». Quando poi il medico servirebbe sul serio, perché i problemi sono di natura fisica e non estetica, spunta l'orgoglio e magari la vergogna. È il caso di una patologia seria come l'infertilità, che è sempre più difficile da diagnosticare: «Fino a pochi anni fa — conclude il docente universitario — c'era la visita di leva. Il maschio italiano, allo scoccare del diciottesimo anno di eta, veniva sottoposto a un esame urologico completo. Oggi non esiste più questa importante possibilità, che consentiva un accurato screening della popolazione italiana maschile anno per anno. Ormai, sempre più spesso, il primo controllo viene fatto quando la patologia è già in corso». Lo scarso feeling con l'urologo per problemi che riguardano la sfera sessuale riguarda del resto i pazienti di tutte le età. Anche di questo hanno discusso a Berlino, dove è stato ribadito che in media un maschio adulto impiega due anni prima di decidersi a consultare un medico. Per patologie più o meno analoghe le donne ci mettono al massimo due settimane, e poi corrono dal ginecologo: «Bisogna sensibilizzare l'opinione pubblica», chiedono gli specialisti. Secondo i quali sarebbero almeno due milioni gli italiani con problemi di impotenza che per imbarazzo si rifiutano di farsi curare. Otto su dieci, secondo altre stime, addirittura preferirebbero rassegnarsi all'astinenza piuttosto che stendersi sul lettino del dottore.
    LUOGHI COMUNI — Per contrastare timidezze e luoghi comuni, a Londra hanno stipulato un'alleanza. La European sexual dysfunction alliance, il cui principale avversario è l'equazione virilità-capacità erettile. «L'impotenza si può curare — spiega Carlo Bettocchi, del Policlinico di Bari —, anzi la soluzione del problema si raggiunge in almeno l'82% dei casi. Spesso, inoltre, la cura risulta fondamentale per mantenere inalterata la serenità della coppia. Ed è per questo che anche la partner deve essere coinvolta nella scelta della terapia».

    Antonio Castaldo

    26 marzo 2007


    FONTE: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...e_precoce.shtml

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Uomini: l'amore dura tre minuti
    Il maschio sempre più in crisi


    Maschi italiani sempre più sotto la lente di ingrandimento. E sul banco degli imputati ancora una volta i problemi sessuali. Eiaculazione precoce e disfunzione erettile in prima posizione. Ne soffrono in totale 7 milioni di italiani, ma 8 su 10 non si rivolgono al medico, se non dopo almeno due anni. Al contrario della donna, che chiede il consulto dello specialista dopo sole due settimane. Un passo che si può rivelare molto pericoloso: trascurare gli insuccessi sotto le lenzuola infatti potrebbe significare ignorare un segnale di serie patologie, ritardandone la diagnosi. E sempre più spesso il rapporto ha durata "fulminea": oltre 4 milioni di italiani con problemi di di eiaculazione precoce hanno rapporti che non superano i 3 minuti.

    Tra le débacle a letto l'eiaculazione precoce rappresenta sicuramente un problema in crescita, che oggi affligge soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni. Ma la causa, molto spesso, non è imputabile ad una patologia bensì a fattori psicologici. I dati sono emersi in occasione del congresso dell' Associazione europea di urologia, che in questi giorni riunisce a Berlino migliaia di specialisti per fare il punto sui progressi scientifici in questo settore.

    L'ansia da prestazione, lo stress e soprattutto i falsi miti che la società propone come modelli, a partire dalla figura dell'uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente, complici anche cinema e tv, e che cercano di imitare sono i fattori principali alla base dell'eiaculazione precoce con base psicologica. Cronometro alla mano, infatti, per molti giovani, avvertono, il sesso si riduce ad una prova di resistenza e ad una questione di misure . Nulla di piu sbagliato poiche , il piu delle volte, i parametri presi come riferimento sono del tutto fuorvianti. Ma tra i giovanissimi cresce anche l'insoddisfazione rispetto a una sessualità che si vorrebbe sempre "al top": sono sempre più infatti i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l'allungamento del pene.

    Oltre tre milioni invece gli italiani colpiti dal disturbo di disfunzione erettile (DE). La stragrande maggioranza di essi ritiene si tratti di una condizione non curabile, ma questo non è vero: oggi, con i nuovi farmaci, la possibilità di risolvere queste problematiche è elevata, pari a circa l'82%. E nuove speranze arrivano grazie a una molecola di nuova generazione, Vardenafil: ha dimostrato di agire già dopo 10 minuti dall'assunzione, facilitando il recupero di una vita sessuale normale, ed è efficace anche in chi soffre di diabete, ipertensione e altre patologie, come dimostrato dallo studio 'Realise', la più vasta ricerca mai condotta sulla DE su un campione di 110 mila uomini di 50 Paesi.

    E dal Congresso dell'Associazione europea di urologia in corso a Berlino arriva infine anche un altro dato allarmante: vari studi evidenziano come la tendenza all'uso di droghe nasca spesso proprio dagli insuccessi sessuali. Una sessualità vissuta con difficoltà può essere quindi considerata un fattore predisponente all'utilizzo delle droghe e per questo va tenuta sotto controllo ad ogni età.


    FONTE: http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/ar...olo354307.shtml

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Gli italiani durano poco

    Tra i giovani aumentano le patologie sessuali: colpa di ansia da prestazione e insicurezza sulle dimensioni

    4 milioni di italiani durano meno di 3 minuti

    Patologie sessuali in aumento nei giovani nella fascia di età tra i 18 e i 30 anni. La colpa è dovuta all'ansia da prestazione e dall'insicurezza sulle dimensioni. Tre milioni di giovani italiani soffrono di impotenza, mentre per altri quattro milioni che soffrono di eiaculazione precoce la durata di un rapporto sessuale non supera i tre minuti. Questi i dati emersi al congresso europeo di urologia in corso a Berlino, al quale partecipano oltre 10 mila specialisti provenienti da tutto il mondo.

    Secondo il presidente della Societa italiana di urologia, Vincenzo Mirone, la principale causa dell’aumento di queste patologie sessuali è dovuta ai tanti falsi miti della società contemporanea, che riducono il rapporto sessuale ad una prova di resistenza e a una questione di misure, provocando nei giovani false preoccupazioni e ansie da prestazione. Patologie sessuali in aumento nei giovani nella fascia di età tra i 18 e i 30 anni. La colpa è dovuta all'ansia da prestazione e dall'insicurezza sulle dimensioni. Tre milioni di giovani italiani soffrono di impotenza, mentre per altri quattro milioni che soffrono di eiaculazione precoce la durata di un rapporto sessuale non supera i tre minuti. Questi i dati emersi al congresso europeo di urologia in corso a Berlino, al quale partecipano oltre 10 mila specialisti provenienti da tutto il mondo.

    Secondo il presidente della Societa italiana di urologia, Vincenzo Mirone, la principale causa dell’aumento di queste patologie sessuali è dovuta ai tanti falsi miti della società contemporanea, che riducono il rapporto sessuale ad una prova di resistenza e a una questione di misure, provocando nei giovani false preoccupazioni e ansie da prestazione.
    Dal sito di Libero


    FONTE: http://forum.giovani.it/t78106-gli-italiani-durano-poco.html

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Uomini «stupidi» quando condividono letto

    Dormire con il partner , nel caso dei maschi, rende meno «pronti» a risolvere problemi al mattino. Le donne invece non ne risentono

    LONDRA - Sembra che per gli uomini sia decisamente meglio dormire da soli. Sembra infatti che convidere il letto con la partner possa compromettere la qualità del sonno, e ridurre l'agilità mentale al risveglio. Così almeno la pensano alcuni ricercatori austriaci, guidati dal professor Gerhard Kloesch, del cui studio ha dato notizia la rivista «New Scientist». . Il team di Kloesch ha monitorato il sonno di otto coppie, non sposate, senza figli e di un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, per venti giorni, durante dieci dei quali le coppie campione sono state tenute separate. La mattina successiva, sia agli uomini che alle donne, veniva poi consegnato un test cognitivo e di abilità mentale. Risultato: gli uomini, quando passavano la notte con la loro compagna, sia che facessero sesso o meno, dormivano peggio e le loro performance durante i test risultavano molto più scadenti.
    DONNE IMMUNI - Le donne, al contrario, benchè al pari dei maschi soffrissero nel dover condividere il letto, al mattino non vedevano compromesse le loro capacità mentali. Gli studiosi consigliano quindi agli uomini che devono affrontare giornate particolarmente impegnative, dal punto di vista di un lavoro concettuale, di dormire separati dalle loro compagne, così che la loro resa intellettuale non venga alterata.
    «La mancanza di serenità durante il sonno provoca nell'uomo un aumento ormonale e riduce, il giorno successivo, l'abilità a risolvere semplici problemi cognitivi», si legge sulla rivista inglese.
    SOGNI - La ricerca poi evidenzia come il sonno femminile sia più profondo, e quindi rigenerante, di quello maschile; inoltre, gli studiosi hanno scoperto che condividere il letto influenza anche la capacità di ricordare i sogni.
    Le donne, quando dormono sole, ricordano più facilmente le avventure nel regno di Morfeo, mentre per gli uomini a fare la differenza è l'attività sessuale. Farne significa ricordare, in pratica.
    LE «COLPE» - Rimane da cheidersi chi disturba di più il sonno altrui. Qui pare che ci sai una vera parità: tossire, rigirarsi tra le lenzuola, russare, è quindi un fenomeno ripartito equamente.
    CAUTELA - Il professor Jim Horne, che dirige il Centro per le Ricerche sul Sonno alla Loughborough University, Gran Bretagna, si dice però scettico sui risultati ottenuti dai colleghi austriaci. «L'uomo», dice il professore, «deve passare veramente una brutta nottata per vedere le sue capacità mentali compromesse alla mattina». E continua: «Inoltre, le coppie che condividono il letto per molti anni si abituano di solito alla presenza del compagno, tanto che quando passano una notte in solitudine capita spesso che la qualità del sonno risulti peggiore».

    21 luglio 2006


    FONTE: http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Psi.../20/letto.shtml

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Edited by Davide.4. - 8/10/2007, 13:31
     
    Top
    .
  2. silverback
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (vero mummio 2 @ 1/4/2007, 20:17)
    Il rispetto a prescindere non esiste.
    Non ho mai conosciuto persona, anzi essere vivente che lo conoscesse o lo praticasse.

    Ma chi te l'ha detto?
    Quindi anche tu fai parte di quelli che rispettano il prossimo solo dopo una "bella" e "sana" scazzottata?
    Oppure dopo una serie di patetiche litigate senza senso?
    Beh, io no. (*)
    E nemmeno altri uomini che conosco.
    Il rispetto a prescindere esiste.

    CITAZIONE (vero mummio 2 @ 1/4/2007, 20:17)
    Può esistere il rispetto preventivo dovuto alla paura nei confronti dell'altro.

    Anche e soprattutto ma non solo.
    E comunque questo è un discorso che riguarda in primis i maschi.

    CITAZIONE (vero mummio 2 @ 1/4/2007, 20:17)
    Ma dire che il rispetto a prescindere è una cosa che non riguarda la femmina e basta è veramente troppo.

    Ma no, non è troppo... ;)
    Di troppo sono le vaginate che tocca sentire e leggere ogni giorno...


    (*) Che c'entra, se mi rompono i c******i reagisco...

    Edited by silverback - 2/4/2007, 02:16
     
    Top
    .
  3. silverback
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Reduan @ 1/4/2007, 19:46)
    Questa Verità spiega anche perchè il sistema di valori dei musulmani sia più naturale del nostro

    Infatti.
     
    Top
    .
  4. silverback
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Davide.4. @ 31/3/2007, 19:34)
    [color=blue]L'UOMO E' FEMMINA invia a un amico
    stampa
    Dal blog di Giac (34) - Mercoledì, 21 Marzo 2007 - 12:36pm

    L’osservazione dei corpi mette già in buona evidenza che il maschio è una femmina modificata, cioè adattata alle esigenze della specie. Le recenti scoperte sul cromosoma y, che determina il sesso maschile, indicano il peso molto modesto che caratterizza questo gene.
    Il maschio, in tutte le specie evolute, è una variante di servizio che la natura ha reso indispensabile per permettere che nascano esseri preservati da quel decadimento che si avrebbe se le specie più complesse si riproducessero per partenogenesi.

    Segnalo un paio di studi seri.

    JEGALIAN KARIN e PAGE DAVID C., A Proposed Path
    by Which Genes Common to Mammalian X and Y
    Chromosomes Evolve to Become X Inactivated
    , in
    "Nature", 394, pp. 776-780, 20 agosto 1998.

    LAHN BRUCE T. e PAGE DAVID C., Four Evolutionary
    Strata on the Human X Chromosome
    , in "Science",
    286, pp. 964-967, 29 ottobre 1999.
     
    Top
    .
  5. Davide.4.
     
    .

    User deleted


    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    SOS maschio

    Allarme mondiale: il macho è in via d'estinzione
    In principio era emancipazione della donna o meglio parità tra i sessi, ma da quanto emerso dal recente Convegno internazionale sulla salute maschile conclusosi a Vienna pochi giorni fa, la questione ha preso una piega decisamente critica. Per i signori uomini, s'intende.

    Sono ormai lontani i tempi in cui si parlava di sesso forte e sesso debole. I ruoli e le posizioni all'interno della coppia di oggi sono talmente confusi che questa distinzione pare un'assurda reminiscenza di un passato remoto.

    Gli esperti (andrologi e psicologi) riunitisi a Vienna hanno usato anche toni allarmanti: "Il maschio rischia l'estinzione", è stato il succo del convegno. Ma in che senso? Secondo le loro ricerche le troppe trasformazioni avvenute nel corso di questo secolo hanno inciso in modo sensibile sull'uomo. Il sesso forte è più alto e più pesante rispetto a prima, ma per contro vive meno a lungo della donna e, quel che è peggio, è meno... forte rispetto a qualche anno fa. Tradotto in parole povere l'uomo è meno virile.

    Già da tempo i numeri diffusi sulle qualità amatorie dell'uomo sono impietosi. Secondo i dati forniti dalla Sia (Società italiana andrologia) sono circa 2,8 milioni gli italiani che soffrono di disfunzioni erettili (al secolo impotenza) il 2% dei quali è costituito da adolescenti e l'8% da giovani, e oltre 4 milioni quelli che invece eiaculano precocemente.

    Le cause? Lo stress, i ritmi di vita eccessivi, il fumo e l'ignoranza in materia sessuale sono i primi imputati, ma non sono i soli. Anche il sesso debole viene messo sul banco dei presunti colpevoli. Le donne di oggi sono più indipendenti e hanno meno bisogno del maschio: perfino la riproduzione può avvenire a prescindere dall'aiuto del partner. La fecondazione senza spermatozoi, aggira non solo la necessità dell'accoppiamento ma anche il ruolo stesso dell'uomo.

    Dal canto suo, secondo recenti studi, anche il maschio sembra prediligere sempre più la donna autoritaria e "dominatrice", perché si sente più gratificato e protetto. Non a caso si parla con sempre maggiore frequenza di uomo soft, sempre meno macho sempre più mammo.

    Sul futuro del maschio in pochi si sbilanciano, nemmeno gli studiosi riunitisi a Vienna. Intanto però notizie che confermano la crisi del maschio italiano e le sue attuali prestazioni in netto ribasso arrivano da una statistica di settore: l'uomo del Belpaese quest'estate non ha battuto un chiodo. Sarà vero?

    Ma il maschio di fronte a questo periodaccio ha alcune frecce al proprio arco: il viagra (la cui classifica di vendita ha dato risultati sorprendenti), imparare la seduzione e seguire i consigli di un bravo andrologo. Come dire il maschio (italico e non) sarà pure in via d'estinzione, ma di abdicare non vuole saperne.

    16 novembre 2001

    Massimo Mencaglia


    FONTE: http://news2000.libero.it/index_speciale3....996.jhtml&area=

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Maschio italiano in crisi tra le lenzuola

    (07/03/2001)

    Sono passati diversi anni da quando negli anni '70 la donna lottava per la parità di diritti. E da allora il suo ruolo è radicalmente cambiato anche a letto mettendo sempre più in crisi il maschio. Le femmine non si accontentano più delle prestazioni sessuali che gli vengono proposte a letto. Ma l'uomo, anziché vivere lo scambio sessuale trovando un giusto compromesso, si ritira dal confronto quasi deluso per non essere stato in grado di rispondere alle aspettative della compagna di turno. Proprio per meglio comprendere il fenomeno si stanno portando avanti diversi studi tra cui quello della psicosessuologa dell'Università 'La Sapienza' di Roma, Chiara Simonelli. Secondo la dottoressa ''I problemi sessuali sono sempre esistiti, ma oggi, rispetto al passato se ne parla di più. E questo - spiega - solo per merito della donne che hanno deciso di non restare più in silenzio, 'ubbidire' e sopportare. La donna riesce a letto a stabilire un dialogo, a parlare il linguaggio maschile e quello femminile, a differenza del partner che non vuole invece aprirsi e che entra in crisi perché non riesce, non è abituato, o non vuole 'contrattare'. E da qui la defaillance, la crisi o la fuga (vera e propria rinuncia a priori a trovare un compromesso o un accordo sessuale). O, peggio ancora, l'accusa alla donna di essere troppo aggressiva e di aver perso la propria femminilità''.

    FONTE: http://italiasalute.leonardo.it/benessere/...lita.asp?id=435

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Maschio pigro o selvatico?

    Il tormentone dei media: donna portatrice di cambiamento, l’uomo in crisi o che non si adegua Raffaella Mauceri *

    La crisi d’identità maschile è diventata un tormentone massmediatico. L’allarmante fenomeno, leggiamo, non riguarda gli uomini under 40 che, secondo un’indagine del mensile Maxim, desiderano una donna ‘decisa e autoritaria’ o addirittura ‘tosta e aggressiva’. La crisi riguarderebbe invece ben il 70% degli uomini over 40, e in testa alla classifica delle donne che li metterebbero in crisi, ci sono le giornaliste e le manager. Non ‘pericolose’, invece, risultano le casalinghe, cioè, guarda caso, le donne la cui sopravvivenza è nelle mani degli uomini che devono o dovrebbero ‘mantenerle’. Per solito non viene specificato che cosa esattamente debba intendersi per crisi dell’identità maschile, ma i continui riferimenti a certe difficoltà nella sfera intima non lasciano dubbi: va intesa come ‘problemi di prestazione sessuale’, e se si parte dal dato di fatto che l’uomo si è sempre identificato con i suoi organi e le sue prestazioni sessuali, la famigerata crisi di identità altro non è che una crisi sessuale. Non per nulla altri uomini hanno inventato il viagra e il pensiero unico new age rispolvera il ‘maschio selvatico’. ‘Abbiamo paura di essere dileggiati’ hanno detto chiaro e tondo molti uomini ad una giornalista che chiedeva che cosa, in definitiva, trovassero di così minaccioso nella donna di oggi. Questi uomini tuttavia non si chiedono mai se l’eccesso di stimoli erotici (leggi pornografia dilagante) si sia ritorto contro di loro causando un calo progressivo del desiderio. Né si domandano se la lotta quotidiana per il denaro e l’inquinamento globale, hanno finito per danneggiare clinicamente la loro sfera riproduttiva. No. Essi individuano una sola causa, anzi un unico capro espiatorio: il desiderio di indipendenza e di affermazione delle donne.
    E così si affannano ad invitarle a tornare indietro e ridiventare i soliti vecchi comodi Angeli del Focolare affinché salvino la loro vecchia comoda identità di maschi pigri e cialtroni. E la ‘disobbedienza’ delle donne che non intendono tornare indietro, finisce per tradursi in una più acuta misoginia che spesso assume i tratti drammatici e inquietanti della violenza e della vendetta. Ce lo testimoniano le donne che si rivolgono a noi del Centro antiviolenza (Le Nereidi, ndr) per essere difese da questi sultani inveleniti e spodestati dalla fastidiosa intelligenza e dall’insopportabile capacità delle loro compagne di bastare a se stesse.
    Ora, i processi di trasformazione culturale non sono mai stati indolori. E non v’è dubbio che la revisione storica del rapporto fra i sessi abbia messo fortemente in discussione gli assetti psicologici dell’attuale società. Ma è anche vero che tuttora e dovunque il dialogo tra sessualità maschile e violenza è di un’evidenza lapalissiana.
    E’ questo, dunque, l’uomo in crisi? Perché se è questo, lasciatecelo dire, è una crisi salvifica! Alla Donna Nuova, come alla donna ‘vecchia’ e a qualsiasi altra donna, non serve. Ma quel che è più, non serve nemmeno al titolare che vive con l’incubo della ‘prestazione’ al punto da preferire la morte piuttosto che l’impotenza. E quando diciamo morte non intendiamo il suicidio ma l’omicidio, anzi il gino-cidio, cioè lo sterminio delle donne di cui parla la teologa Mary Daly.
    Posto, dunque, che la responsabilità della crisi d’identità maschile sia da imputare alla Donna Nuova, noi pensiamo che costei meriti una medaglia al valore perché finalmente ha messo in moto nel maschio fallico il benefico meccanismo dell’angoscia esistenziale. L’angoscia, infatti, è presa di coscienza, è riconoscimento dell’alterità, e chi sa gestirsi le angosce, cresce. Come dice Raffaele Morelli, l’uomo intelligente dovrebbe sfruttare a fondo questa opportunità che la Donna Nuova gli offre e accorgersi, finalmente, che esiste altro dal lui e dal suo Fallo Universale. Così, quando non si sentirà più obbligato a reprimere la sessualità femminile o a stravolgerla per modellarla alla sua, umiliando e comprando le donne, diventerà anche lui un Uomo Nuovo. E sarà un uomo meraviglioso.


    FONTE: http://www.noidonne.org/index.php?op=articolo&art=363

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Panico ossessioni paure droghe: cosa ti succede maschio?

    Si suicidano più delle donne, sono vittime di atteggiamenti compulsivi e malattie psichiatriche più cattive e difficili da curare di quelle femminili. Scoprono l'anoressia e la depressione, si sentono schiacciati dalla competizione. Gli specialisti concordano: oggi la fragilità appartiene agli uomini

    di Ambra Radaelli

    Foto di Contrasto
    Foto di Magnum
    Foto di Getty Image/L. Ronchi
    Foto di Magnum

    Più violenti, più "tossici", più pericolosi per se stessi e per gli altri. Mostrano un tasso di suicidi doppio rispetto alle donne. La loro schizofrenia è più cattiva, più difficile da curare. E vedono aumentare gli attacchi di panico e il disturbo ossessivo-compulsivo. Di problemi psicologici e malattie mentali si parla soprattutto in chiave femminile. Talvolta a ragione, perché alcuni tra i problemi più noti interessano maggiormente le donne, per esempio la depressione, l'ansia, i disturbi del comportamento alimentare. Ma gli specialisti lo sanno: i maschi non sono più forti. Anzi. In un articolo sul prestigioso Giornale italiano di psicopatologia, Paolo Pancheri, ordinario di psichiatria all'Università di Roma, sottolinea che "nel genere maschile prevale la dipendenza da alcol, amfetamine, cocaina, cannabis, allucinogeni, oppioidi e fenciclidina; ovvero, le sostanze che riducono la capacità di controllo e favoriscono impulsività e aggressività (le prime tre), che inducono dipendenza con comportamenti antisociali associati (oppioidi) o che alterano lo stato di coscienza. Tra le donne, invece, prevale la tendenza ad abusare di sedativi, ipnotici e ansiolitici". Le sostanze scelte dagli uomini "potenziano la tendenza, già fisiologicamente presente, all'impulsività e all'azione motoria; le scelte maschili hanno caratteri più autodistruttivi o comunque di pericolosità per l'incolumità fisica". A questo è legato un fenomeno significativo: "Gli uomini si suicidano di più. Almeno il doppio, mentre il rapporto risulta invertito se prendiamo in esame l'incidenza della depressione: ne soffrono due donne per ogni maschio. Questi dati sono apparentemente contrastanti, poiché si ritiene che il 95% circa delle morti volontarie avvenga in conseguenza di una grave condizione depressiva. Fattori protettivi per le donne sarebbero la minore tendenza all'alcolismo, la superiore importanza data alle relazioni affettive (il suicidio, in questo genere, si riduce con l'aumentare del numero di figli) e la disponibilità a chiedere aiuto in presenza di vissuti depressivi". Per contro, nel maschio che si toglie la vita conta "la più accentuata tendenza all'impulsività, o comunque all'azione. L'associazione tra umore depresso e spinta ai comportamenti incontrollati può rappresentare la combinazione esplosiva che porta all'atto suicida". Per quanto riguarda la schizofrenia, oltre a un'incidenza leggermente superiore, nei maschi si riscontra un'insorgenza più precoce, un decorso meno favorevole con maggiore tendenza alla cronicizzazione, peggiori risposte alle terapie e difficile reinserimento psicosociolavorativo. Le cause? "La donna beneficia di una più rapida maturazione del cervello e dell'azione degli estrogeni, che sembrano avere una funzione protettiva nei confronti della degenerazione neuronale". Non è tutto: gli uomini tendono a mostrare antisocialità, problemi con le autorità, amoralità, disturbi fittizi (che comprendono le somatizzazioni e altri disturbi comportamentali). "E in caso di disturbo ossessivo-compulsivo, le cure hanno meno efficacia". Reggono molto peggio l'incertezza, la precarietà "Le cause del disagio di lui sono difficili da definire", osserva Antonino Minervino, direttore del dipartimento di salute mentale dell'azienda ospedaliera di Cremona. "Vari studi hanno cercato di identificarle nella diversa funzionalità e struttura del cervello, oltreché negli ormoni; ma si tratta di dati ancora incerti. Varrebbe piuttosto la pena di esaminare la componente psicosociale: l'incidenza di ansia, depressione, attacchi di panico è in aumento tra gli uomini. Perché in Occidente, mentre le prime si mascolinizzano, i secondi si femminilizzano. E questi disturbi sono la manifestazione della sofferenza della parte femminile dell'uomo". Il fenomeno ha anche un effetto positivo: la maggiore propensione a chiedere aiuto. Lo fa notare Paolo Crepet, psichiatra e psicoterapeuta, che aggiunge: "Prima essere uomini era più semplice: ora si sentono giudicati, su tutti i fronti. La famiglia, una volta, era indissolubile. Il marito ci contava, anche in maniera ipocrita: dopo un tradimento, per farsi perdonare bastava un regalino, e più di tanto non succedeva. Anche perché la moglie, fuori dal matrimonio, dove andava? Adesso lei ha uno stipendio, e genitori che non contrastano più il divorzio come una volta". Neppure il lavoro è per sempre. "Ma le donne se la cavano meglio, perché sono ancora abbastanza neofite; quindi hanno più spinte, più voglia di crederci. Gli uomini davano tutto per scontato: ovvio che si sentano in crisi". In terapia restano poco. Sono troppo sbrigativi Tutto questo, che cosa provoca? Risponde Daniela Marafante, specialista in medicina psicosomatica all'Istituto Riza di Milano: "Osserviamo un aumento delle crisi di panico e delle sindromi ossessivo-compulsive. Le prime, negli ultimi cinque anni, sono a dir poco triplicate, si manifestano essenzialmente con il timore di fare male a sé o agli altri. La causa? Una società che chiede sempre più controllo, un'emotività sempre più schiacciata. Ecco che allora l'aspetto panico (in senso letterale: quello che Jung collegava al dio Pan) non trova di meglio che evidenziarsi con pensieri di pericolosità. Che hanno anche una funzione positiva: quella di farci cambiare strada. Il panico colpisce gli individui estremamente adattati, inquadrati in una professione certa, una vita tranquilla, impedendo loro di fare le cose di tutti i giorni. Non a caso sorge tra i 30 e i 40 anni, quando l'esistenza si va strutturando. Per quanto riguarda i pensieri ossessivi, aumentano quelli che hanno a che fare con la non esistenza. Ci si domanda: sono vero, sono qui? È sintomo di una vita vissuta male, come se qualcuno dicesse: che cosa fai in quella situazione?". Aggiunge Crepet: "Solo in rari casi insorge la depressione: è una patologia affettiva e con gli affetti il maschio si cimenta poco, usa la professione per camuffare il malessere. Più diffusa quella che io chiamo tossicodipendenza in giacca e cravatta: lo spinello per rilassarsi, la coca per tirarsi su. E poi il panico, l'ansia accompagnata da patologie ossessive, che si manifesta per esempio con la paura, prima mai sperimentata, di prendere l'aereo o di accettare maggiori responsabilità sul lavoro. Si parla di ansia da performance: ti senti inadeguato, pensi di non farcela, sudi freddo, hai la tachicardia. È anche un modo per arginare le richieste altrui: se stai male, non possono pretendere da te più di quel tanto". I maschi, in psicoterapia, restano poco. "Non accettano di essere messi con le spalle al muro", dice ancora Crepet. "Hanno un approccio sbrigativo, orientato a un risultato efficace e veloce. Ricordo un signore ricco e potente che a un certo punto mi disse: "Bravo: in due sedute ho risolto tutto". E rispetto alle donne, sono meno disponibili a mettersi in discussione, ad affrontare gli argomenti intimi, e più spinosi: capitoli in cui il 98% degli uomini sente di avere sbagliato. Prendiamo l'argomento figli: i nostri padri non sentivano responsabilità pedagogiche, il loro ruolo era provvedere alle esigenze materiali ed eventualmente somministrare le punizioni, comunque decise dalle madri. Ora è diverso: vogliamo essere educatori. Il che comporta orgoglio ma anche fatica, una competizione con le mogli sotto vari aspetti, e da parte dei ragazzi un aumento delle aspettative". "Attenzione: la delusione non è nel non ricevere ascolto, ma nel non riceverlo quando lo si aspetta. E un'adolescente delusa può davvero mettere un padre in croce". Per quanto riguarda l'amore? "Tutti, maschi e femmine, siamo tarati sulla lontananza. La coppia funziona bene 10 minuti la mattina, davanti al caffè, ma per 15 giorni di vacanza non è detto. Si è lontani anche se ci si telefona 10 volte al giorno: è un rito di controllo, per scongiurare la domanda "perché non hai chiamato?"". Ma la colpa è della supermamma Dello smarrimento maschile, spesso si dà la colpa alle donne, troppo libere e sicure di sé: "La colpa è effettivamente di una donna", risponde Crepet: "la mamma, che per rinverdire il proprio ruolo verso il figlio adulto lo iperprotegge. Con frasi del tipo: "Poverino, cosa ti ha fatto quella strega". E siccome regredire è un sollazzo difficile da rifiutare, l'uomo ci casca. Una buona madre invita a prendersi le responsabilità, anche a spaccarsi la testa se necessario. Oggi, invece, c'è una tale paura del dolore dei figli (femmine comprese)... Basti pensare alle tragedie che nascono dalle pagelle: invece, un'insufficienza è una buona notizia, perché crea anticorpi, aiuta a crescere più forti".

    SENSI IN GIOCO "Il disturbo principale dell'uomo di oggi si chiama calo del desiderio", afferma Giuseppe Rescaldina, direttore del Centro studi coppia di Milano. "Il numero dei rapporti non c'entra: possono essere pochi o anche moltissimi, ma sempre vissuti senza emozioni né piacere. E non è un problema di stanchezza nella relazione o di scarso sex appeal della partner (la prima cosa che le donne pensano), perché lui non cerca neppure le altre. È che il sesso non lo interessa più. Un tempo, il calo del desiderio era una conseguenza dell'impotenza o dell'eiaculazione precoce. Ora non più: dal punto di vista funzionale, anche grazie ai recenti farmaci, va tutto bene. Il problema è a livello sensoriale. Così, anche l'orgasmo diventa un riflesso fisiologico, tipo starnuto. L'origine sta nel messaggio della società, che considera il sesso come doveroso, al di là delle sensazioni provate". Che fare, quindi? "Io propongo il gioco dei cinque sensi: ogni giorno usarne uno. In genere, il paziente non ricorda neppure quali sono...". A giocare contro l'eros c'è anche il fattore tempo: "Per sentire bisogna vivere il presente, mentre noi ci proiettiamo costantemente nel futuro. Ovvio, allora, che il piacere di oggi sia sempre inferiore a quello, immaginato, di domani".

    Psicosomatica di un amore mancato Le somatizzazioni sono tra le principali modalità con cui si manifesta il malessere maschile. "Pur di non ammettere una difficoltà esistenziale, l'uomo preferisce pensare di avere il fegato in disordine, magari perché ha bevuto e mangiato troppo", osserva Paolo Crepet. "Sistemata la questione, cambia organo. La prova di questo nuovo fenomeno? Una volta i medici di base vedevano soprattutto donne; ora in sala d'aspetto ci sono anche mariti e figli, affetti da una serie di malanni di natura psicosomatica, dalla colite in poi. Dare la colpa al corpo è una via di fuga dalle responsabilità". Ma quali patologie ha, o crede di avere, un maschio in crisi? "Anzitutto l'ipertensione", risponde Daniela Marafante, "che solo nel 10% dei casi ha origini organiche. L'afflusso di sangue al cervello denuncia la paura di lasciarsi andare, di vivere lo stadio passivo che rimanda alla solitudine e all'angoscia di morte, e il desiderio di tenere tutto sotto controllo con la razionalità. Spesso ne soffrono quegli uomini che, anche in amore, temono un coinvolgimento emotivo che li può travolgere. Altra patologia diffusa, le eruzioni cutanee. Attraverso psoriasi ed eczemi, la pelle "butta fuori" un fuoco che si tende a reprimere, quello dell'eros e dell'affettività temuti, non vissuti" e separa dal resto del mondo". La causa di tante sofferenze è sempre la stessa: "La necessità di adeguamento, il controllo sociale", spiega Marafante. "La pubblicità, il lavoro propongono modelli stereotipati cui è difficile sfuggire. C'è poco tempo per amicizie e amore, spesso avvelenati dalla competizione". Anche allo psicosomatista gli uomini chiedono cure veloci, che permettano di tornare come prima? "Io respingo queste aspettative, che sono patologiche: proprio la situazione precedente ha innescato la malattia. Meglio creare un nuovo, benefico equilibrio, senza cercare di reprimere il sintomo che, così facendo, si manifesta con più forza".

    Anoressici: per paura di non essere abbastanza virili "L'anoressia è definibile un suicidio cronico non dichiarato", afferma Secondo Fassino, docente di psichiatria e responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare all'Università di Torino, "molti autori vedono in questa malattia una forma depressiva che mira all'autodistruzione. Anche se in alcuni casi si tratta più che altro di un modo per attirare l'attenzione andando a camminare sul filo del rasoio". Circa il 2% delle persone in cura non riesce a sopravvivere, e la percentuale sale al 15/20% fra chi rifiuta di curarsi. La novità è la crescita dell'anoressia maschile. "I ragazzi anoressici sono ormai il 10% dei pazienti", dice Fassino, "e un numero crescente di ragazzi richiede di essere visitato". Il fatto che l'anoressia sia considerata una malattia femminile ha portato molti uomini a nascondere a se stessi e agli altri di esserne affetti. E se i criteri diagnostici sono pressoché identici per entrambi i sessi, non altrettanto si può dire per le cause e i pattern di sviluppo della malattia: "Il maschio anoressico utilizza una malattia tipicamente femminile per risolvere problemi tipicamente maschili. I disturbi del comportamento alimentare sono spesso tentativi di curare un malessere più profondo: il digiuno serve a controllare angosce più profonde. Nel caso dell'anoressia maschile, secondo uno studio condotto nel nostro Centro, sembrano esserci disturbi che hanno a che fare con l'identità. Rispetto alle ragazze anoressiche i maschi hanno tratti specifici di personalità: più freddi e distaccati, meno cooperativi; rispetto alle anoressiche sono più persistenti, ma con temperamento meno scoraggiato e insicuro. Nell'insieme il gruppo dei ragazzi anoressici assomiglia di più alle anoressiche che ai ragazzi normali". Ma se per una ragazza il modello estetico imposto dal mondo esterno è compatibile con l'estrema magrezza e, quindi, il digiuno può inizialmente essere gratificante almeno sul piano relazionale, non altrettanto si può dire nel caso maschile. Perché seguire un modello non gratificante socialmente? "È possibile", risponde Fassino, "che il ragazzo segua modalità femminili perché non sicuro della propria identità. Non sapendo se è sufficientemente forte per stare vicino a una donna, rifiuta il modello machista per compensare l'angoscia di un eventuale rifiuto". L'individuazione di disturbi nell'identità sessuale come possibile causa dello sviluppo dell'anoressia in un ragazzo, potrebbe dunque indicare l'universo dell'omosessualità come bacino di maggior incidenza della malattia. "In realtà quando si parla di disturbi identificatori non si fa riferimento esclusivamente alla sfera della sessualità; ma eventuali scelte omofiliche o omosessuali, possono far parte del fenomeno. Disturbi identificatori che portano, anche nella risoluzione di conflitti interiori esplosivi, all'assunzione di modalità tipicamente femminili. La sensazione è che l'anoressia maschile possa essere più grave di quella femminile. Sicuramente più complicata. Ai disturbi identificatori si aggiungono spesso comportamenti borderline: abuso di droghe, alcolismo e un'impulsività esagerata".

    Sergio Capelli


    FONTE: http://www.dweb.repubblica.it/dweb/2003/03...57uom34257.html

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Argomenti delicati come il suicidio maschile , la droga ecc. ecc. vengono trattati con tono irridente.
    Una vergogna

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Uomini in crisi

    Non c’è nulla come lo specchio per metterli in difficoltà. Soprattutto se i capelli non sono così folti

    Che cos'è che preoccupa di più un uomo, oggi? Cosa lo angoscia e lo fa sentire diverso, frustrato, insicuro?

    E' una domanda cui sto cercando da tempo di dare una risposta. E per farlo ho analizzato vari casi "umani" tra amici, conoscenti e... anche le lettere dei nostri amici di Capellichefare.it che arrivano qui in redazione.

    Il risultato è uno solo: niente fa più paura del caro, vecchio appuntamento, soprattutto dopo una sbirciatina allo specchio.. Uomini in crisi. Perché? Se si parla di trentacinquenni in carriera, benestanti e socialmente inseriti, si pensa subito alla carriera. Alla gioia e delizia di tutti i maschietti, il guadagno, la rispettabilità, l'affermazione sociale, lo sfogo (per tanti!) della propria libido, il pensiero che spesso tiene svegli di notte.
    E lo stesso ho pensato qualche sera fa, incontrando un vecchio amico "carrierista" cui ho diagnosticato subito, vista l'aria preoccupata e una ruga in mezzo alla fronte, la sindrome-da-capo-furioso oppure il noto morbo del colloquio-miserabilmente-fallito!

    E invece no. Niente fa tremare le gambe come il mitico APPUNTAMENTO. Sono sbalordita! Di questo si tratta? L'amico scrolla le spalle, quasi vergognandosene. Proprio di questo si tratta, il timore di non piacere, di essere rifiutati, anzi, come in questo caso, addirittura la timidezza della prima telefonata!

    Sarà anche vero che gli uomini stanno lasciando sempre più perdere certi cliché dell'essere maschio, e che tendono a venire a patti più facilmente del passato con la loro emotività. Ciò non toglie che basta poco per far vacillare una sicurezza conquistata in tanti anni di studio, lavoro e passioni...

    Ma qualcosa non mi torna comunque. E allora indago un po'. E scopro quello che forse, dopo tutto, già sapevo. Non basta l'atavica paura dell'insuccesso. In questo caso, come era prevedibile, anche lo specchio gioca un ruolo da primo attore. Perché l'amico di turno si è accorto che l'immagine riflessa ogni mattina è un po' diversa da quella che è sempre stato abituato a vedere. E se la ragazza dell'appuntamento se ne accorgesse? Se cominciasse a guardarlo sopra la fronte? Si, perché non vedi qui, questa stempiatura? Si sta accentuando pericolosamente! Il nervosismo sta per cedere il passo all'isteria!

    E' il momento di fare qualcosa: da amica mi trasformo in preziosa consigliera e con pazienza, piglio e decisione, lo spingo... indovinate un po'? Ma a dare un'occhiata a Capellichefare.it, ovviamente, e consultare un dermatologo! Perché angosciarsi quando la soluzione è così vicina? Poi anche la telefonata sarà come bere un bicchiere d'acqua, datemi retta..


    FONTE: http://www.capellichefare.it/focus_on/vari...hp?id=136&cat=3

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Quando il macho è depresso

    Gli uomini over 65 spesso non ammettono né riconoscono i sintomi del male oscuro. Perché non hanno fiducia nelle cure psichiatriche, e non parlano del loro disagio con il medico. Così 31,8 su 100.000 scelgono il suicidio

    Sono gli uomini alla John Wayne, quelli che non chiedono aiuto, che non hanno mai cedimenti. Eppure si suicidano in misura enormemente più grande rispetto alle coetanee, sono molto più depressi e, a causa del loro atteggiamento, sovente non vengono trattati in modo opportuno. Vittime di pregiudizi e di un certo tipo di cultura machista in cui essi stessi sono cresciuti, gli uomini che oggi hanno più di 60 anni sono colpiti dal male oscuro molto più spesso di quanto si creda e, per giunta, con manifestazioni che non corrispondono a quelle codificate nei manuali di psichiatria, rendendo il riconoscimento della depressione difficoltoso anche per lo specialista.

    Ad alzare il velo su un disturbo che ha gravi conseguenze sulla qualità della vita degli anziani è stato uno studio appena pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry, nel quale gli psichiatri dell’Università della California di Davis guidati da Ladson Hinton sono partiti da un inquietante dato di fatto: dopo i 65 anni tentano con successo di suicidarsi 31,8 uomini su 100.000, contro 4,1 donne. Per cercare di spiegare una differenza di genere così grande, per la quale motivazioni biologiche - legate per lo più alla situazione ormonale - non sembrano essere sufficienti, Hinton è andato a ripescare i dati raccolti in occasione di uno studio sulla gestione della depressione in età avanzata da parte del medico di famiglia, chiamato Impact (Improving mood: providing access to collaborative treatment for depression), nel quale erano stati reclutati, in 18 cliniche, 1.600 anziani di entrambi i sessi, e li ha rianalizzati tenendo conto del genere e aggiungendo una serie di interviste a una trentina di specialisti che avevano partecipato allo studio originario, tra i quali medici, psichiatri e reclutatori.

    Quello che è emerso è che gli uomini sono nettamente meno propensi ad ammettere i sintomi di una depressione o di avere pensieri suicidi, non ne riconoscono le avvisaglie e, quando lo fanno, hanno un’innata tendenza a trascurarle o a nasconderle deliberatamente. Tra i possibili motivi individuati da Hinton vi sono una generale peggiore predisposizione e minore fiducia verso le cure psichiatriche, la tendenza a non parlare con nessuno di sintomi depressivi o comunque di disagi psicologici, il ricorso minore alle cure mediche in assoluto e il fatto che in molti casi la depressione si presenta con manifestazioni atipiche rispetto a quanto atteso.

    “Questi uomini” spiega Hinton “che potremmo definire alla John Wayne o della ‘vecchia guardia’, sentono tutto il peso dello stigma della che la malattia mentale porta con sé (‘non sono pazzo’, dicono), hanno una scarsissima fiducia nell’efficacia della psichiatria e della psicoterapia, che giudicano una perdita di tempo e denaro, invece di dire ‘sono triste’ la buttano su disturbi fisici e dichiarano ‘ho mal di testa, ho mal di stomaco, sono stanco’ e unendo il tutto a una malintesa sensazione di ‘potercela fare da soli’ scivolano via via verso forme gravi, che sono poi più complesse da curare. E’ indispensabile partire da questo tipo di cultura, di sentimenti, per identificare prima e meglio un anziano depresso. Ma questo non basta. Bisogna realizzare dei programmi educazionali che aiutino a scardinare i pregiudizi, a modificare l’approccio degli specialisti, e che avvicinino tutti gli over 65 all giuste terapie e a una migliore qualità della vita. Solo così si potrà in parte colmare il divario tra uomini e donne e diminuire il numero di suicidi”.


    FONTE: http://www.aiote.org/det_art.asp?art=514&c...oria=news_views

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Uomini: quando il sesso è un problema

    Impotenza ed eiaculazione precoce sono fenomeni in crescita. Così come gli interventi chirurgici "migliorativi" ai genitali. Ecco i risultati di una nuova indagine sui problemi sessuali degli italiani

    di Alice Politi

    TAGS: uomini, problemi sessuali, sessualità, studi e ricerche
    Quattro milioni di italiani soffre di eiaculazione precoce, e la cifra sembra destinata a salire. Tra i più a rischio, ci sono i giovani tra i 18 e i 30 anni e la causa è spesso di natura psicologica. È quanto emerso in occasione del congresso dell'Associazione europea di urologia, che a Berlino, in questi giorni, sta riunendo oltre 10mila specialisti per fare il punto sui progressi scientifici in questo settore.

    Fattori scatenanti risultano l'ansia da prestazione e lo stress cui si aggiungono soprattutto «I falsi miti che la società propone come modelli, a partire dalla figura dell'uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente, al cinema e in tv, e che cercano di imitare», come evidenzia a questo proposito Vincenzo Mirone, presidente della Società Italiana di urologia.
    Da rilevare è anche il crescente desiderio, nei giovani, di una sessualità sempre "al top". Ogni anno sono infatti circa 20mila i ragazzi che chiedono di sottoporsi, indipendentemente da effettive motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l'allungamento del pene.

    Secondo ulteriori studi, tre milioni gli italiani soffrono poi di disfunzione erettile, ma otto maschi su dieci non ricorrono a un consulto medico, ignorando il fatto che questo disturbo è spesso spia di malattie gravi come il diabete, l'ipertensione e la depressione. Nel caso in cui colpisca giovani tra i 20 e i 30 anni, l'impotenza si accompagna spesso alla depressione ed è quindi fondamentale l'intervento di uno specialista.

    Un altro dato allarmante riguarda infine il legame tra impotenza e uso di droghe. Vari studi evidenziano infatti come la tendenza all'uso di droghe nasca spesso proprio dagli insuccessi sessuali.


    FONTE: http://www.style.it/cont/sesso-psiche/news...e-un-proble.asp

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Edited by Davide.4. - 9/10/2007, 20:19
     
    Top
    .
  6. silverback
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Argomenti delicati come il suicidio maschile , la droga ecc. ecc. vengono trattati con tono irridente.
    Una vergogna

    Esatto, Davide, ed è questo che è inaccettabile: il tono.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Ex pugile del web

    Group
    Member
    Posts
    26,097
    Location
    Ring ma non The ring...

    Status
    Anonymous
    http://www.zambellorenzo.it/news/faq.php?a...egory_id=10#245
    se chiedete a una donna se le dimensioni contano vi darà una risposta diversa per ogni contesto...
    Il primo commento che una donna fa quando vede un bronzo di Riace, invece di ammirarne la bellezza e l'armonia è un rude "Ce'hanno piccolo!"
    Secondo me sono le donne a essere delle fallocentriche confuse e gli uomini idioti che vorrebbero andare appresso al loro cervello caotico.
     
    Top
    .
  8. vero mummio 2
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (silverback @ 2/4/2007, 01:08)
    Quindi anche tu fai parte di quelli che rispettano il prossimo solo dopo una "bella" e "sana" scazzottata?

    Io sono uno di quelli che rispetta perchè non si sa mai.
    Il massimo livello di rispetto che si possa avere è il rispetto per convenzione sociale.
    Ma di rispetto a prescindere io non ne ho mai visto in vita mia.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Ex pugile del web

    Group
    Member
    Posts
    26,097
    Location
    Ring ma non The ring...

    Status
    Anonymous
    http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/cur...t/ecplanet.rxdf
    beh, le femmine dell'homo sapiens invece si sono già estinte da tempo direi...
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Ex pugile del web

    Group
    Member
    Posts
    26,097
    Location
    Ring ma non The ring...

    Status
    Anonymous
    http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=5870
    la verità sai che bello un mondo di sole femmine? Si scannerebbero tra loro!

    http://news2000.libero.it/speciali/sp75/pg1.html
    in questo caso non si parla di discriminazioni femministe vero? sono gli uomini a essere meno capaci, invece nei settori dove prevalgono gli uomini guarda caso si piagnucola contro la società "maschilista" e fregnacce varie, tipo la politica per esempio...
    Quand'è che le donne impareranno ad ammettere i propri limiti e la finiranno di vanagloriarsi come bimbette frustrate?

    http://liberoblog.libero.it/cultura_spettacolo/bl4884.phtml
    ma se i maschi italiano non esistono più e non tira più l'uccello? :huh:
     
    Top
    .
  11. silverback
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (vero mummio 2 @ 2/4/2007, 14:42)
    Il massimo livello di rispetto che si possa avere è il rispetto per convenzione sociale.

    Punti di vista.
     
    Top
    .
  12. Davide.4.
     
    .

    User deleted


    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    ARTICOLO DI PROPAGANDA ROSA

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    AL 2007 ITALIANE CHIEDONO PIU' SICUREZZA E PARI OPPORTUNITA'

    ANSA - 27-12-2006

    ROMA - Più sicurezza, maggiore attenzione alla salute e interventi in favore della famiglia: è quello che chiedono le donne italiane per il 2007, secondo un sondaggio realizzato da Swg per conto di "Donna moderna", e che il settimanale pubblica nel numero in edicola.

    Sul fronte della sicurezza, il 97% delle donne intervistate chiede maggiore illuminazione e più telecamere nelle zone cittadine considerate a rischio e la creazione di un fondo governativo per aiutare le vittime di violenza sessuale e domestica. Altri due provvedimenti molto appoggiati sono le tariffe agevolate per le donne che la sera prendono il taxi e la creazione su metrò e treni di un vagone rosa, sul quale gli uomini non possano salire in fasce orarie considerate rischiose.

    La salute è un altro punto centrale: il 91% chiede che nei distributori automatici siano introdotti snack più sani come yogurt e frutta, il 90% vorrebbe maggiori agevolazioni fiscali per i centri medici che offrono visite ed esami in orari comodi per le donne lavoratrici, il 61% ritiene importante la presenza sul posto di lavoro di un ginecologo, di un senologo e di un dietologo. Inoltre, l'82% propone la creazione di un fondo per aiutare le donne con disturbi alimentari e il 79% reclama la presenza in tutti i negozi di taglie sopra la 44.

    Le italiane vorrebbero, inoltre, più diritti sul posto di lavoro a partire dagli orari flessibili per le madri (94%), alle corsie preferenziali per le donne che vogliono riprendere la loro carriera dopo i 40 anni (85%), la possibilità (97%) di verificare che, a parità di qualifica, lo stipendio di una donna sia uguale a quello di un uomo e che non sia più ammessa in un colloquio di lavoro la domanda: "ha intenzione di avere figli?".

    Chiedono poi gravi fiscali per le aziende che creano un asilo nido interno (96%), centri di riferimento specifici per madri separate che diano consulenza a madri e figli (92%), la possibilità di detrarre dalle tasse le spese per la babysitter o l'asilo nido (91%) e permessi dal lavoro per recarsi ai colloqui con gli insegnanti dei figli (90%). Non solo mamme e lavoratrici, ma anche impegnate nella vita pubblica: le italiane, infatti, vorrebbero che la metà dei parlamentari fossero donne (79%) e che ci fosse una donna tra i candidati alla carica di capo di Stato, come in Francia.

    [ FONTE: ANSA.it ]


    Innanzitutto, per prima cosa va subito fatto notare uno dei tanti trucchetti linguistici che salta immediatamente all'occhio leggendo l'articolo: il titolo recita "Al 2007 Italiane chiedono più sicurezza e pari opportunità". Questo tipo di mistificazione, di mimetizzazione linguistica, è una delle armi più potenti che da anni viene usata dalle femministe per mascherare propositi, intenzioni e/o politiche vere e proprie che se venissero chiamate col proprio nome farebbero storcere il naso a parecchia gente. Nel titolo dell'articolo si parla di "pari opportunità", quando invece il contenuto dello stesso di tutto tratta fuorchè di "opportunità" e di "parità" (=eguale accesso rispetto ai maschi all'opportunità/possibilità di fare qualcosa). L'articolo parla invece di privilegi che dovrebbero venir concessi alle donne, come agevolazioni varie, tariffe speciali, vagoni per sole donne nei treni e nel metrò: non c'è traccia di "pari opportunità" nell'articolo, ma solo una lista della spesa di privilegi che le intervistate si aspettano verranno loro concessi nel 2007.

    Infatti uno degli aspetti più importanti per combattere le falsificazioni femministe è quello di prestare attenzione non solo al contenuto del messaggio, ma anche e soprattutto alla forma e al mezzo con cui tale messaggio viene veicolato.

    Espressioni come "pari opportunità" sono ormai diventate dei Cavalli di Troia, vuote di significato ma ricche di insidie, perchè la stragrande maggioranza delle gente le ha recepite come "portatrici di buoni valori", e solamente al sentirle pronunciare spegne il cervello e accetta passivamente ogni contenuto che a queste espressioni vuote viene di volta in volta assegnato. Vogliamo fare vagoni treno per sole donne ? Chiamiamole "pari opportunità": la gente accetterà senza fiatare. Vogliamo dare agevolazioni fiscali alle donne ? Chiamiamole "pari opportunità": la gente accetterà senza fiatare. Vogliamo creare enti speciali per sole donne, siano essi per madri separate o donne con problemi alimentari ? Chiamiamole "pari opportunità": la gente accetterà senza fiatare. Non importa però che le "opportunità" non siano "pari", e cioè che i cittadini di sesso maschile non godano delle stesse "opportunità": l'importante è spegnere il cervello delle persone con espressioni vuote che ormai sono però percepite come "portatrici di buoni valori". Espressioni come "pari opportunità" sono solo la maschera dietro al quale si cela l'inganno.

    Per ricapitolare, secondo questo sondaggio ecco cosa vorrebbero le "italiane":

    "il 97% delle donne intervistate chiede maggiore illuminazione e più telecamere nelle zone cittadine considerate a rischio"

    Questa è un'ottima richiesta. Infatti i filmati ripresi dalle telecamere nelle zone cittadine considerate a rischio potrebbero servire alle forze di polizia in quei casi (tanti purtroppo) in cui le femmine s'inventano di sana pianta "stupri" e "violenze sessuali" accusando poi uomini innocenti (magari extracomunitari). Nonostante l'Occidente si stia trasformando sempre più in un Grande Fratello a cielo aperto, con telecamere nascoste in ogni angolo della città, almeno in questo caso la presenza di sistemi di video-sorveglianza potrebbe scagionare molti uomini ingiustamente accusati di stupri o violenze.

    "e la creazione di un fondo governativo per aiutare le vittime di violenza sessuale e domestica"

    Anche questa sarebbe un'ottima idea se però il "fondo governativo" e l'aiuto venisse destinato a tutti quanti (maschi e femmine), dato che come ben dimostrato da parecchi studi le vittime di violenza domestica sono per la metà di sesso maschile. E a questo punto servirebbe anche un fondo governativo per cercare di arginare il problema del suicidio maschile, per cercare di arginare il problema dei senzatetto (fenomeno quasi esclusivamente maschile), per cercare di dare sostegno agli uomini divorziati che non riescono ad arrivare a fine mese e perdono ogni contatto con i propri figli perchè l'ex-moglie nega loro ogni visita, e ultimo ma non meno importante un altro fondo governativo per aiutare quei tanti lavoratori maschi che ogni anno si infortunano sul lavoro. Ovviamente, per fare tutto ciò con i "fondi governativi", ci sarebbe anche bisogno che le femmine iniziassero ad andare in pensione a 65 anni come gli uomini, invece che a 60 anni.

    "Altri due provvedimenti molto appoggiati sono le tariffe agevolate per le donne che la sera prendono il taxi..."

    E per quale motivo le donne dovrebbero avere "tariffe agevolate" quando la sera prendono il taxi ? Nella stragrande maggioranza delle aggressioni, delle rapine e degli omicidi la vittima è di sesso maschile. Eppure nessuno sta chiedendo "tariffe agevolate" per gli uomini.

    "...e la creazione su metrò e treni di un vagone rosa, sul quale gli uomini non possano salire in fasce orarie considerate rischiose."


    In Svizzera e in Inghilterra già esistono "alberghi per sole donne". In Germania stanno preparando le "banche per sole donne", esistono palestre fitness per sole donne, in Inghilterra esistono anche "i taxi per sole donne" e recentemente una ministra inglese ha proposto un piano per dotare alcune zone di Londra con "marciapiedi per sole donne". In Giappone già esistono vagoni del treno per sole donne, e adesso questa spazzatura sessista e misandrica viene importata anche in Italia.

    C'è un'espressione che viene spesso usata per descrivere quel che le femministe occidentali vanno perseguendo: apartheid di genere.

    "...il 90% vorrebbe maggiori agevolazioni fiscali per i centri medici che offrono visite ed esami in orari comodi per le donne lavoratrici"

    "Agevolazioni fiscali", "aiuti con fondo governativo", "tariffe agevolate", "vagoni rosa nei treni": i soldi non crescono sugli alberi, e i cittadini maschi che pagheranno con le loro tasse questa spazzatura sessista e misandrica dovrebbero iniziare a chiedersi se è questo tipo di Stato Femminista ciò di cui hanno bisogno. Uno Stato che si preoccupa solo delle esigenze femminili e per di più crede di poter foraggiare le proprie politiche sessiste con le tasse dei cittadini di sesso maschile.

    Perchè il signor Mario Rossi dovrebbe andare in pensione a 65 anni (quindi 5 anni di contributi in più della signora Rossi, ma in realtà son di più perchè questa per qualche anno lascia il lavoro dopo il parto), dovrebbe morire a 77 anni (quindi 6 anni prima della signora Rossi [1]), e per di più vedere i soldi delle sue tasse sprecati in "vagoni rosa nei treni", "agevolazioni fiscali per le donne", "tariffe agevolate per le donne" e tutta questa serie di politiche sessiste e femministe che discriminano contro i maschi ?

    "il 61% ritiene importante la presenza sul posto di lavoro di un ginecologo, di un senologo e di un dietologo."

    Solo un ginecologo, un senologo e un dietologo ? e il parrucchiere e l'estetista no ?
    E visto che ci siamo, anche un bravo psichiatra non ci starebbe male.

    "Inoltre, l'82% propone la creazione di un fondo per aiutare le donne con disturbi alimentari"

    Ecco un altro "fondo governativo" (pagato con i soldi delle tasse degli "sporchi maschi") per aiutare le donne con "disturbi alimentari". Nessun fondo però per aiutare gli uomini con problemi di salute, o quelli con tendenze suicide.

    Alla fine della fiera si scoprirà che dopo tutto, dopo i roboanti annunci sulla Superiorità Femminile, sull'immensa Forza delle Donne, sulla rivelazione che il Vero Sesso Forte sono le donne e che i "maschietti sono in via d'estinzione"... a conti fatti poi non sembra così "forte" questo "Vero Sesso Forte" se pretende agevolazioni, aiuti, tariffe agevolate, test fisici a standard ribassato per entrare nell'esercito e nell'arma dei carabinieri ed ogni genere di piccolo o grande privilegio che ottengono solo in virtù del proprio genere di appartenenza.

    "Le italiane vorrebbero, inoltre, più diritti sul posto di lavoro a partire dagli orari flessibili per le madri (94%)"

    Non si chiamano Diritti, si chiamano Privilegi.
    E oltre a pretendere privilegi ovunque, poi le solite "intellettuali femministe" si lamentano nei giornali e nei salotti televisivi chiedendosi sbalordite il perchè gli uomini guadagnano più delle donne. Donne che lavorano part-time, che pretendono orari flessibili, che vanno in pensione 5 anni prima degli uomini e che lasciano il posto di lavoro per anni quando partoriscono.

    "alle corsie preferenziali per le donne che vogliono riprendere la loro carriera dopo i 40 anni (85%)"

    Come volevasi dimostrare.
    Gli uomini per far "carriera" dovrebbero sbattersi lavorando full time, facendo gli straordinari e andando in pensione a 65 anni, le donne invece dovrebbero avere "corsie preferenziali" per fare una carriera "light" e andare in pensione a 60 anni, pretendendo nel contempo di guadagnare quanto o più di quegli uomini che invece si son fatti un mazzo per tutta la vita senza "corsie preferenziali", senza "agevolazioni", senza "orari flessibili" e senza quei 10.000 privilegi che le "donne lavoratrici" pretenderebbero (questa è una generalizzazione in realtà scorretta perchè molte donne lavoratrici non pretendono alcun privilegio, è quindi diretta solamente a coloro che al sondaggio di Donna Moderna -sicuramente fazioso e manipolato in qualche modo- hanno espresso il desiderio di ottenere i privilegi sopra elencati).

    "la possibilità (97%) di verificare che, a parità di qualifica, lo stipendio di una donna sia uguale a quello di un uomo"

    Parità di qualifica, esperienza, ore di lavoro, straordinari, produttività.

    "Chiedono poi gravi fiscali per le aziende che creano un asilo nido interno (96%)"

    D'altronde i bambini sono una grande rottura, quando c'è l'opportunità di confinarli in un asilo-lager per 12 ore al giorno, perchè mai rifiutare l'offerta ? O ancor meglio: quando i figli non si vogliono, perchè farli ?


    "centri di riferimento specifici per madri separate che diano consulenza a madri e figli (92%)"

    Anche questi con i "fondi governativi" probabilmente.
    Visto che siamo in regime di Parità Sessuale, allora che vengano fatti anche centri di riferimento specifici per padri separati, di modo che questi uomini a cui molto spesso vengono tolti i figli, la casa, e buona parte del proprio stipendio mensile possano trovare aiuto e sostegno.


    "le italiane, infatti, vorrebbero che la metà dei parlamentari fossero donne (79%)"

    E' molto semplice: che le "italiane" inizino ad intraprendere la carriera politica in gran numero.
    Invece di pretendere "corsie preferenziali", "quote rosa", e frignare per ottenere favoreggiamenti di ogni tipo.


    Note
    [1] Aspettativa di vita in Italia (Dati ISTAT 2003-2004):
    Maschi: 77.3 anni
    Femmine: 83.1 anni

    FONTE: http://antifeminist.altervista.org/notizie.../28_12_2006.htm

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    «Siamo in piena rivoluzione asessuale»

    I maschi a rischio di «anoressia sessuale»

    Gli andrologi: «Sono quelli cresciuti bombardati da immagini femminili senza veli e senza tabù». A 35 anni «pace dei sensi» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
    MILANO - Giovani stanchi del sesso, che manifestano la difficoltá nelle relazioni amorose con vari sintomi: dall'eiaculazione precoce al calo della libido . Sono quelli affetti dalla cosiddetta «anoressia sessuale».
    Il fenomeno è stato denunciato in Francia dal quotidiano Le Figarò.
    «Ma, non c'è dubbio che riguardi anche i giovani uomini italiani».
    A sostenerlo è stato il presidente della Società Italiana di Andrologia (Sia) Vincenzo Gentile a Milano, a margine della presentazione della Settimana della prevenzione andrologica in programma in 200 centri della Penisola dal 5 al 10 giugno. Gli anoressici sessualisono in genere soggetti emancipati e «libertini», che fin da giovanissimi, crescono bombardati da immagini femminili senza veli nè tabù. Ma a 25-35 anni, quando si trovano a fare i conti con i problemi dell'amore adulto, di rapporti intimi non ne possono più. Imboccano il tunnel di una pace dei sensi anticipata.

    CAMBIA IL CONCETTO DI IMPOTENZA - «Si tratta di una tendenza che la Sia sta registrando da tempo - spiega l'esperto - Ed è anche per questo che dal concetto di disfunzione erettile maschile, l'impotenza vera e propria che riguarda circa il 12% dei maschi del Belpaese, siamo passati a quello di disagio sessuale». «E', questo, un quadro dai contorni più sfumati. Una condizione complessa e legata a più fattori, che secondo i nostri studi riguarda quasi un uomo italiano su tre».
    Da un lato il problema è «fisiologico», legato ai disturbi medici che si nascondono dietro il disagio sessuale. Ma dall'altro è «sociale», assicura Gentile. La prima ragione all'origine di questa «verginità di ritorno o rivoluzione asessuale», come l'hanno ribattezzata gli specialisti, è da ricercarsi, secondo l'andrologo, nella «precocità dei rapporti intimi». «La liberalizzazione dei costumi da un lato ha giovato moltissimo - ammette il numero uno della Sia - ma dall'altro ha portato allo scoperto una grave lacuna: i tabù sono caduti, ma i giovanissimi che si affacciano al sesso crescono senza svilupparne una conoscenza vera e propria. Sanno poco del proprio corpo, e quando sono chiamati a vivere un rapporto affettivo profondo, con tutte le difficoltá e le incomprensioni derivanti dalla dimensione di coppia, sono impreparati». Un po' come adolescenti diventati grandi senza maturare davvero. Ed «è a questo punto che il disagio scoppia», dice Gentile. Ma «dietro al calo del desiderio c'è anche l'immagine della donna diffusa dalla pubblicitá e dai media. Di fronte a tentazioni continue, il giovane maschio cresce abituandosi a frenare i propri istinti. Si innesca così una cascata di neurormoni dell'inibizione, che li porta a bloccarsi anche quando potrebbero lasciarsi andare».
    EMANCIPAZIONE FEMMINILE - Non solo. «L'emancipazione femminile ha in un certo senso deresponsabilizzato l'uomo - continua l'andrologo - È venuto meno il ruolo maschile di capofamiglia da cui dipende il sostentamento di partner e figli, i due sessi si sono ritagliati ruoli distinti e difficili da ricongiungere» in una vita sessuale sana. «Tra maschio e femmina, infine, esiste un gap di 10 anni: se a 30 anni la donna si è realizzata professionalmente e si sente pronta a creare una famiglia, l'uomo è disposto ad accontentarla solo dai 40 anni in poi». Alla luce di tutto questo, conclude Gentile, «servono prevenzione ed educazione fin sui banchi di scuola. Ed è questo il difficile ruolo dell'andrologia moderna».

    29 maggio 2006


    FONTE: http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Med..._sessuale.shtml

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Un opuscolo della Società Italiana di Andrologia sulla salute maschile

    Problemi a letto per il 30% degli italiani

    Sarebbero 5-6 milioni gli italiani con difficoltà o disturbi della sfera sessuale.
    Visite gratuite dall'andrologo dal 12 al 19 marzo
    MILANO - Calo del desiderio, «debolezza» sotto le lenzuola, eiaculazione precoce e infezioni. Circa il 30% degli uomini italiani, cioè 5-6 milioni, gli uomini avrebbe qualcuno di questi problemi secondo dati diffusi a Milano dalla Sia (Società Italiana di Andrologia)
    Non solo. Circa un 18enne su due è a rischio infertilità per malattie a trasmissione sessuale o mini-anomalie non diagnosticate, queste ultime in netto aumento anche a causa di un ambiente che ci sottopone sempre di più all'azione di radiazioni, ormoni e pesticidi.
    VISITE GRATUITE - Per insegnare ai maschi italiani come prendersi cura al meglio del proprio benessere intimo, gli esperti della Sia hanno lanciato la VII Settimana della prevenzione andrologica. Sette giorni di visite specialistiche gratuite, che da lunedì 12 a lunedì 19 marzo (domenica esclusa) coinvolgeranno in tutta Italia 176 centri e oltre 270 medici. L'iniziativa è stata presentata a Milano dal presidente della Sia, Vincenzo Gentile, e dal coordinatore della Commissione Sia per la Settimana della prevenzione andrologica, Ciro Basile Fasolo. Per l'occasione, gli specialisti lanciano un appello a tutti gli uomini italiani: «Per la festa del papà fatti un regalo, scopri di più sulla tua salute sessuale».
    OPUSCOLO - Con le sei precedenti settimane della prevenzione la Sia ha raggiunto finora 30 mila cittadini. E per questa edizione 2007 la Sia offre ai partecipanti l'opuscolo «La salute è ciò che conta nella vita, e anche sotto la vita», con le informazioni e consigli dall'andrologo per tutta la vita dell'uomo. Cliccando sul sito internet www.andrologiaitaliana.it, inoltre, sarà possibile individuare il centro più vicino a casa e prenotare telefonicamente la visita.


    FONTE: http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Med...alue_uomo.shtml

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Maschi più somari di femmine

    19 aprile 2004 - Sassuolo2000.it

    Oltre 500 mila studenti, 65 mila persone che vi lavorano (di cui 50 mila docenti comprendendo anche quelli della scuola non statale), 3300 edifici scolastici (dalle materne alle superiori).

    Sono i numeri che danno sostanza al sistema scolastico dell'Emilia-Romagna che vanta uno dei tassi più bassi di dispersione (10% contro il 30% della media nazionale), che porta al diploma l'80% degli allievi (75% nei tempi regolari, il 25% in ritardo) e dove il tasso delle ripetenze nei quattro anni delle superiori è del 5,64% con una percentuale doppia dei maschi (7,52%) sulle femmine (3,69%).

    A confermare il fatto che i maschi sono più 'somari' delle femmine c'é il numero delle ragazze in regola che frequentano i licei (92%) mentre solo il 46% dei maschi che frequentano un istituto professionale lo sono. La fotografia del sistema scolastico dell'Emilia-Romagna è contenuto nel 2/o rapporto regionale presentato in un convegno a "Docet" e poi alla stampa dalla direttrice dell'Ufficio Scolastico Regionale (Usc) Lucrezia Stellacci. 368 pagine, molto ricche di dati, tabelle, confronti con altre realtà che - come ha sottolineato Stellacci - danno nel complesso un quadro positivo della scuola, anche se - ha insistito Stellaci - si può e si deve migliorare sul piano della qualità dell'offerta formativa in sintonia con lo spirito della Riforma che sta arrivando (il titolo del Rapporto è: una scuola in... attesa.)
    Sicuramente positivo è il giudizio sull'applicazione dell'autonomia, nata nel 1997, che mostra una scuola pronta a rispondere alle vocazioni del territorio ed alle istanze degli studenti utilizzando in oltre il 60% degli istituti il 15% del monte orario demandato a studiare particolari discipline. "Una scuola dunque - ha detto Stellacci - che privilegia la dimensione integrata e non l'autoreferenzialità e l'isolamento".

    Altra caratteristica della scuola, ormai conosciuta, è l'alto tasso di studenti immigrati. Sono passati dal 4% del 2001 ad oltre il 6% del 2003, ma con percentuali raddoppiate nell'infanzia e nelle elementari dove in alcuni casi si arriva all'8-9%. Alto anche il numero dei disabili che sfiorano il 2% contro l'1,6% della media nazionale. Tutte situazioni che rendono più complessa e articolata la risposta che deve dare la scuola e di fronte alle quali ci si scontra con il problema delle risorse. Infatti la scuola in Emilia-Romagna finisce per costare meno che altrove. Nel 2003 il bilancio dell'Ufficio Scolastico Regionale è stato di circa 2 miliardi e 200 milioni di euro, pari al 5,39% (del bilancio complessivo del Miur), il 94,7% impegnato per pagare il personale. "Nell'anno passato - ha rilevato ancora Stellacci - la spesa, nonostante quello che si è detto, è cresciuta del 3,35% per l'Emilia Romagna (circa 69 mln)". Resta però il fatto che la spesa media nazionale per studente è di 5651 euro contro i 5171 per ogni studente della regione. "Colpa" dei criteri di distribuzione che penalizzano l'Emilia Romagna, ha osservato ancora la direttrice dell'Usr. A compensare i minori trasferimenti dello stato provvedono gli enti locali la cui spesa - ha rilevato ancora il rapporto - è superiore a quella della media nazionale (6% della spesa complessiva).

    Spulciando fra le varie sezioni del rapporto emergono altri elementi che caratterizzano l'Emilia-Romagna rispetto all'insieme del Paese. In regione il 40% della scuola elementare é a tempo pieno contro il 25% dell'Italia, ci sono 24 mila computer pari ad un rapporto di uno ogni otto studenti (ma il dato è in rapida crescita), mentre c'é un laboratorio ogni due aule e gli edifici sono largamente a norma. Inoltre l'offerta di istruzione è più variegata con un terzo delle scuole che ha rapporti o progetti di scambio con il resto dell'Europa.

    Infine un dato sulle capacità professionali degli insegnanti in base alle risposte fornite da un campione di circa 4000 intervistati fra i 14 ed i 64 anni. Ebbene la percentuale di risposte positive è più alta per i maestri (79.7%) e per gli insegnanti delle media inferiore (72,5%) che si collocano in buona posizione nelle graduatoria nazionale. Meno bene invece per i docenti delle superiori che con il 66% di risposte positive sono terz'ultimi in Italia. L'indagine è datata 2000, ma secondo i curatori del Rapporto il risultato oggi non cambierebbe di molto. Se poi si guarda il dato scomposto per le province della Regione, è quella di Piacenza ad ottenere le percentuali più alte in tutti e tre gli ordini di scuola.


    FONTE: http://www.orizzontescuola.it/article2125.html

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Femmine di scimpanzè più brave dei maschi?

    Questo è un colpo "basso" nei confronti di noi maschietti...

    Che gli scimpanzè siano in grado di usare utensili è noto da tempo. Già negli anni 60 la primatologa Jane Goodall, la regina degli scimpanzè, aveva scoperto che questi animali si servono di utensili simili a lance rudimentali per cacciare.

    Un recente studio precisa, però, che a farlo sono solo le femmine della specie. Secondo alcuni miei colleghi, è per questo che gli scimpanzè non si sono mai evoluti, mentre le colleghe rispondono che la natura insegna sempre.

    A parte il siparietto semi-comico di cui ho voluto farvi partecipi, rimane il fatto dell'ulteriore conferma che i ruoli maschio-femmina siano alquanto diversi sia tra specie e specie sia all'interno della struttura sociale umana.

    Ringraziamo per la segnalazione le nostre amiche di Pinkblog, il nuovo blog dedicato all'universo femminile realizzato da Blogo.


    FONTE: http://www.ecoblog.it/post/2880/femmine-di...rave-dei-maschi

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Edited by Davide.4. - 8/10/2007, 13:37
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Ex pugile del web

    Group
    Member
    Posts
    26,097
    Location
    Ring ma non The ring...

    Status
    Anonymous
    http://guide.dada.net/single/interventi/2005/11/235030.shtml
    Scusate ma le italiane non erano al primo posto come scopatrici?
    Se gl iuomini sono al 24° le donne italiche con chi scopano?
    Mi sa che chi è in cridi perenne sono le donne occidentali!
     
    Top
    .
  14. Davide.4.
     
    .

    User deleted


    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    FRAGILITÀ AL MASCHILE

    Crollato il mito del “sesso forte”, occorre educare i ragazzi ad accettare i propri limiti con serena fiducia
    Piangere è una cosa da ragazze. E’un luogo comune, ritenuto valido, in molti casi, anche dagli adulti, oltre che dai bambini. Al contrario, dai risultati di una nuova ricerca pubblicata dal British Medical Journal, risulta che i ragazzi siano più fragili delle loro coetanee. I ragazzi si rivelerebbero più vulnerabili anche nel periodo prenatale, ha spiegato il dottor Sebastian Kraemer della Tavistock Clinic di Londra, e a questo proposito ha sottolineato la predominanza di disturbi cognitivi, derivanti da una sofferenza cerebrale, nei bambini. Dopo la nascita - ha specificato il dottor Kraemer - i ragazzi presentano disturbi psichici con una frequenza tre o quattro volte maggiore rispetto alle ragazze. Mentre tra queste ultime ricorrono più spesso autismo, dislessia e sindrome di Gill de la Torrette”.

    A supporto della tesi di una maggiore fragilità degli uomini il British Medical Journal riporta i dati, certamente non trascurabili, relativi al rendimento nello studio. Le ragazze risultano più studiose dei ragazzi. I risultati degli esami finali, nella scuola secondaria inglese, mostrano che più del 50% delle ragazze ottiene buoni voti mentre la stessa percentuale, tra i ragazzi, non supera il 40%. I maschietti mostrano migliori performance in matematica e nelle prove non verbali.
    Nell’età matura, poi, gli uomini più spesso delle donne soffrono di disturbi circolatori, di diabete, di alcolismo e di ulcere. In caso di abuso di sostanze stupefacenti, fenomeno più frequente nei maschi, gli uomini tendono a rifiutare l’aiuto medico. Ed anche la depressione compare più spesso negli uomini e più di frequente conduce al suicidio.

    Prima di concludere che la debolezza maschile sia solo di ordine genetico, occorre riflettere su quanto lo stereotipo dell’uomo “indistruttibile” possa influire sull’equilibrio psicofisico dei maschi. Sappiamo bene quanto in una data cultura il mito dell’uomo potente, in caso di insuccesso, pone l’individuo di fronte ad una sconfitta che in base al contesto in cui si trova può generare ulteriori difficoltà. Se gli educatori, nello svolgimento del loro lavoro, tenessero in considerazione le reali necessità dei ragazzi, probabilmente si potrebbero evitare una serie di difficoltà di ordine psicologico derivanti dalla continua rincorsa di un modello “forte” imposto dalla società e poco aderente ai reali bisogni personali.


    FONTE: http://www.guidagenitori.it/guidagenitori/...t2=164&docs=164

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....





    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Giubizza
    CITAZIONE
    Scusate ma le italiane non erano al primo posto come scopatrici?
    Se gl iuomini sono al 24° le donne italiche con chi scopano?
    Mi sa che chi è in cridi perenne sono le donne occidentali!

    Volevo arrivare a questo.
    La propaganda rosa commette degli errori.
    Sono talmente "occupati" a valorizzare la Donna e a discriminare i maschietti che non si accorgono dei controsensi.

    ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ..... .....

    Edited by Davide.4. - 8/10/2007, 13:39
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Ex pugile del web

    Group
    Member
    Posts
    26,097
    Location
    Ring ma non The ring...

    Status
    Anonymous
    http://www.ilfattonline.com/archives/59
    si vede che le donne sono diventate tanto noiose che gli uomini se le sbrigano in tre minuti per togliersele davanti!
    A parte che tutto questo contraddice pienamente altri articoli, a parte che se sono citate anche le donne perché un titolo contro gli uomini, ma poi mi chiedo: sarebbero questi i risultati della cd "rivoluzione sessuale"?
    Bah!
     
    Top
    .
930 replies since 30/3/2007, 20:28   33417 views
  Share  
.