Propaganda Rosa

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  1. Davide.4.
     
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    " Tutti gli uomini che stanno combattendo e piangendo per ottenere la custodia condivisa dei figli sono proprio quegli uomini che non meritano nessuna custodia. Non sono altro che violentatori e pedofili. " Cindy Ross

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    Gli uomini non vogliono fare i papà

    Pubblicato da Veruska Anconitano

    In un articolo di Beppe Severgnini nella rubrica Italians del Corriere della Sera si legge che i congedi di paternità sono diminuiti del 15%.
    Motivo? Fa più comodo, ed è meno faticoso, lavorare 8 ore in ufficio piuttosto che prendersi cura del pargolo di casa, che viene affidato quasi sempre e soltanto alle donne, pronte a sacrificarsi.

    Secondo Severgnini, "noi uomini accettiamo di dare una mano possibilmente quando c'è da fare bella figura: in presenza di ospiti, suoceri, situazioni eccezionali".

    Perchè è, come ben sottolinea lui, il dovere che terrorizza l'uomo moderno alle prese con la famiglia e i figli; perchè se nell'Europa del Nord la divisione equa dei compiti in casa non è cosa di cui vantarsi con le amiche, in Italia siamo ancora al Medioevo.

    Il problema, infatti, a mio avviso sta sia nel ruolo che per definizione l'uomo ricopre in famiglia e in società sia nella presenza ingombrante di donne che sentono come una missione quella di essere "angeli del focolare" e non intendono minimamente perdere quel ruolo salvo poi lamentarsi perchè "mio marito non fa niente in casa".

    Non si contano le volte in cui un uomo viene osannato perchè passa l'aspirapolvere, pulisce i bagni e fa la spesa, dividendosi i compiti con la sua compagna...

    E di certo c'è ben poco di cui meravigliarsi se l'uomo decide di fare poco o niente: fino a quando quel poco che farà sarà osannato come cosa eccezionale e degna di lode, chi glielo fa fare a sbattersi come la donna?


    23\03\2007

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:12
     
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  2. vero mummio 2
     
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    CITAZIONE (silverback @ 1/4/2007, 19:23)
    Tutto ciò non fa che evidenziare una volta di più, per quale ragione - in altre epoche -, le femmine siano state "tenute a bada" dagli uomini.
    Purtroppo il "rispetto a prescindere" non è una qualità femminile.

    Loro ti rispettano solo se ti fai rispettare.
    E non a caso sono proprio gli "stronzi" quelli che hanno più successo con le donne.

    Ma dai su.
    Il rispetto a prescindere non esiste.
    Non ho mai conosciuto persona, anzi essere vivente che lo conoscesse o lo praticasse.
    Può esistere il rispetto preventivo dovuto alla paura nei confronti dell'altro.
    Ma dire che il rispetto a prescindere è una cosa che non riguarda la femmina e basta è veramente troppo.
     
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  3. Davide.4.
     
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    Sanremo: Capitane coraggiose, un sabato dedicato alle donne

    Sabato prossimo, 24 marzo, alle 17.30, presso la Federazione Operaia di via Corradi 47, si svolgerà la presentazione di Capitane Coraggiose, il numero speciale della rivista 'Leggendaria' dedicato a Genova e alla Liguria. Si tratta di un numero monografico curato dalle giornaliste Silvia Neonato e Bia Sarasini rivolto ad una terra ricca di emancipazione femminile, alla sua storia passata fatta anche di tante presenze di donne importanti nonché ai suoi recenti, vorticosi cambiamenti sociali e culturali.

    Le storie, le riflessioni e le immagini contenute in Capitane coraggiose cercano di capire quale sia il ruolo delle donne nella politica, nel sindacato, nel giornalismo, nella cultura e nelle professioni. Allo stesso tempo tentano di verificare se esistano davvero una modalità femminile di esercitare il potere e la capacità di governo delle donne nei comuni, nelle province, in regione, ecc.

    L’incontro, organizzato dall’Assessorato alla Cultura e dal Centro Iniziative Donne di Sanremo in collaborazione con la rivista 'Leggendaria', si inserisce nelle iniziative del mese di marzo dedicate alla Giornata della Donna e vuole raccontare le vicende di quelle 'Capitane coraggiose' che occupano posizioni significative nelle grandi aziende pubbliche, nel campo della cultura, dei servizi ma anche nella piccola azienda privata che costella l’intera regione. L’assessore Daniela Cassini (nella foto) così commenta: "Sabato pomeriggio verranno affrontati argomenti che si prestano a discussioni a tutto campo su alcuni nodi cruciali dell’attuale massiccia presenza femminile nella società odierna a cui, però, non corrisponde un’adeguata rappresentanza. Di conseguenza, si parlerà della necessità di valorizzare e raccordare le diverse esperienze femminili già in corso e i progetti in itinere".

    Sabato pomeriggio interverranno il direttore di 'Leggendaria' Anna Maria Crispino, le curatrici Bia Sarasini e Silvia Neonato, la giornalista Claudia Claudiano, l’assessore alla Cultura Daniela Cassini nonché Costanza Florimonte (Segretaria generale FILLEA CGIL Imperia) e Ines Pio (Centro Iniziativa Donne Sanremo). Modererà Mara Pardini (Ufficio stampa Comune di Sanremo). Seguirà aperitivo. Ingresso libero.

    A. Gu.


    FONTE: http://www.sanremonews.it/it/internal.php?news_code=38374

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    REGIONE, "DONNE RISORSA SVILUPPO" IN CONVEGNO A VILLA PICCOLOMINI

    Roma, 06-03-2007

    Convegno con Maria Pia Garavaglia, Silvia Costa, il Presidente Piero Marrazzo e il Ministro Francesco Rutelli.

    Nell'anno europeo delle pari opportunità e in occasione dell'imminente festa delle donne, la
    Regione Lazio ha organizzato un convegno "rosa", per fare il punto della situazione a livello regionale e per annunciare i progetti del 2007. Si intitola "Donne risorsa per lo sviluppo", a fare da sfondo agli interventi dei relatori, tra cui anche il
    vicepremier Francesco Rutelli e il presidente della Regione Piero Marrazzo, Villa Piccolomini sull'Aurelia Antica. A fare gli onori di casa l'assessore regionale all'Istruzione Silvia Costa, al suo fianco la vicesindaco di Roma Mariapia Garavaglia e la vicepresidente della Provincia Pina Rozzo. "La nostra - ha dichiarato Marrazzo - e' una regione che pensa in rosa. Parlare di genere è una necessità per costruire una società in cui i
    diritti siano condivisi". marrazzo ha poi sottolineato come ci sia la necessità di "ritrovare la consapevolezza che le donne sono risorse per lo sviluppo". Concorda il ministro per i Beni Culturali Francesco Rutelli (nella foto) che aggiunge: "Le donne sono parte decisiva per far ripartire l'Italia, per far tornare a correre il paese in termini produttivi, di sviluppo e occupazione. Dobbiamo fare una legge se la politica continua a rimanere sorda. Se le quote rosa non sono gradite sono necessarie". Secondo Garavaglia, "la priorità data alle donne diventa quella del territorio perché gli impegni delle donne sono quelli della società civile". L'assessore regionale Costa ha invece precisato
    che "quest'anno il regalo per le donne dell'8 marzo lo faremo in Consiglio, con l'approvazione per Piano Operativo Regionale (Por), per formazione, lavoro e sviluppo per il 2007-13". Il Por è già stato approvato in Giunta regionale.


    FONTE: http://www.margheritalazio.it/index.php?pa...idarticolo=5076

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    Le donne come risorsa per lo sviluppo locale

    "Sono stati diffusi ieri i dati dell'Unioncamere nazionale relativi alla crescita dell'imprenditoria femminile in Italia: nel 2006, quarantamila donne hanno deciso di fare impresa, con una sempre maggiore presenza femminile in settori fino a poco tempo fa di esclusivo appannaggio maschile come l'edilizia, l'intermediazione finanziaria e i servizi alle imprese". È quanto afferma in una sua riflessione Stella Ciarletta, consigliera regionale di Parità, alla vigilia dell'8 marzo, festa della donna.
    "Un dato interessante riguarda la distribuzione geografica di questo trend - aggiunge la consigliera Ciarletta - che vede Crotone la città con il più alto dato percentuale di crescita (+ 5%) a livello nazionale nel 2006 rispetto al 2005 e tra le Regioni la Calabria al secondo posto, subito dopo il Lazio, con un crescita percentuale del 2,33% nel 2006 rispetto al 2005. Sorge il legittimo dubbio che questi dati siano in parte falsati dalla apertura, nel 2006, del VI bando per i finanziamenti previsti dalla l. 215/92, stanziati appunto per la promozione dell'imprenditoria femminile, e, quindi, che il fenomeno di "impennata" della percentuale di donne imprenditrici sia da legare più ad un fattore esogeno storicamente delimitato che ad un cambiamento strutturale dei percorsi di lavoro delle donne italiane".
    "Malgrado il dato indubbiamente positivo - prosegue Stella Ciarletta - gravi e strutturate difficoltà permangono per le donne che vogliono intraprendere una esperienza imprenditoriale, in particolare nella nostra regione. Anche il presidente del Consiglio Prodi è intervenuto per sottolineare il gap che esiste tra la realtà occupazionale in Italia rispetto al resto d'Europa. Il divario esistente tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile è di oltre dieci punti percentuale a livello nazionale, per crescere ulteriormente nel Mezzogiorno. Facendo un gioco di parole, fare impresa rimane un'impresa per le calabresi che volessero provarci, anche utilizzando lo strumento immaginato con la legge n.215/92, ormai obsoleto rispetto alle esigenze legate ai nuovi mercati e appesantito da elefantiache procedure burocratiche che finiscono per peggiorare le già gravose condizioni delle imprese".
    "In questo difficile contesto - afferma inoltre la consigliera di Parità - non si può pensare di costruire il futuro sviluppo locale senza tenere conto delle specificità di genere del mercato del lavoro calabrese, laddove il sistema produttivo si caratterizza per la sempre più diffusa partecipazione delle donne. I problemi e le criticità affrontate sono determinati dalla difficoltà di conciliare vita familiare e professionale, dalla povertà della rete di informazioni e relazioni di cui le donne dispongono, dall'assenza di strutture di assistenza e accompagnamento pre e post investimento, da una insufficiente consapevolezza delle proprie capacità imprenditoriali e dalla scarsa legittimazione sociale in qualità di soggetti imprenditoriali, nonché dal difficile rapporto che le donne hanno con le istituzioni e con il sistema creditizio".
    "Si aggiunga che l'impresa femminile tipo - ribadisce Ciarletta - si caratterizza per forma giuridica (ditta individuale, società di persone), mancanza di suddivisione tra management e proprietà, basso livello di investimento, inserimento in settori a basso contenuto innovativo e a forte dipendenza dal settore pubblico. Gli interventi sino ad oggi dedicati a sostegno dell'imprenditoria femminile si possono definire carenti. Difatti, in sede di attuazione della passata programmazione regionale non è stata apprestata attenzione alla priorità trasversale delle pari opportunità che non è stata esplicitata, se non sporadicamente e principalmente in relazione alle politiche relative alla risorse umane. La proposta di questo Ufficio nasce, quindi, nel contesto di riferimento appena descritto e sulla base della percepita necessità di nuove elaborazioni sia in termini di incentivi che in termini di strumenti e politiche per l'imprenditoria femminile".
    "Le parole chiavi su cui verte il lavoro di consigliera di Parità - spiega Stella Ciarletta - e sulle quali è stato impostato tutto il contributo per la nuova programmazione regionale 2007/2013 sono: innovazione, credito, reti. Innovazione perché le donne rimangono ancora lontane dal sistema della ricerca e innovazione, rimanendo ancorate ai settori tradizionali. È ormai un'urgenza, in contesti di pressante competitività tra territori, favorire la diversificazione delle scelte produttive e la diffusione d'imprese in grado di produrre alti livelli di innovazione. Credito perché la liquidità nella fase di start up di attività rappresenta leva essenziale per poter realizzare la propria idea business. Il sistema bancario è notoriamente restio alla concessione di credito alle nuove attività, che risultano così penalizzate. Ai pregiudizi che permangono nel sistema del credito a finanziare un'imprenditrice, si aggiunge la situazione "strutturale" rappresentata dalla mancanza o carenza di capitale di rischio proprio o in prestito da investire nelle fasi d'avvio, di sviluppo e consolidamento. Credo nella diffusione di iniziative di microcredito, di credito a breve periodo e la promozione di prestiti partecipativi. Così come un forte accento ritengo vada posto sulla necessità di apprestare un giusto mix di orientamento/assistenza e accompagnamento mirate a sostenere e coadiuvare l'imprenditrice nella costruzione del proprio percorso imprenditoriale. Reti, di sostegno e di rappresentanza, perché le imprese femminili hanno maggior bisogno di aggregazione ed esprimono forti potenziali di collaborazione e capacità di governance della complessità. Capacità che vanno gestite e convogliate verso sistemi integrati con funzionamento a rete. Ciò permetterebbe il confronto, lo scambio e la condivisione di obiettivi, l'opportunità di mettere a sistema buone prassi ed esperienze realizzate e di successo, superando la criticità del basso grado di accessibilità alle reti esistenti da una parte e la sostenibilità di reti finalizzate dall'altra".


    FONTE: http://www.ebeteinfiore.it/leggi.asp?id_ar...id_area=4&mac=3

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    Il premio Talenti al Femminile

    PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELLE PARI OPPORTUNITÀ

    L’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Vicenza promuove da due anni il “Premio ai talenti femminili”. Un’iniziativa che trova la sua motivazione nel sottolineare le eccellenze del lavoro al femminile come mezzo di diffusione di una cultura di identità, ancora poco condivisa. Premio nato per sottolineare le valenze positive della professionalità e del lavoro delle donne, proponendo nello stesso tempo modelli costruttivi di riferimento, il premio ha ottenuto un lusinghiero successo nella passata edizione, a conferma dell’esigenza della platea femminile di avere voce e visibilità nel proprio cammino di realizzazione democratica e partecipata.

    Sostenuto dalle Associazioni di categoria che hanno aderito al progetto, Associazione Industriali, Apindustria Vicenza, Associazione Artigiani, Consilp-Confprofessioni, il riconoscimento a figure femminili di successo, segnalate dalle stesse associazioni, e che sono riuscite ad esprimere, insieme alla realizzazione familiare, talento e forza nell’ambito della loro professione.

    “Contribuire alla diffusione della cultura dell’uguaglianza di genere, credendo nei “Talenti femminili” e nella capacità delle donne di essere attive protagoniste nel mondo del lavoro di oggi, significa intraprendere il cammino della modernità dando concretezza al principio costituzionale delle Pari Opportunità”.

    E’ racchiuso in queste parole dell’allora Assessore Francesca Bressan il significato e il valore di questo Premio, appuntamento importante per l’imprenditoria, la cultura e il sociale vicentino al femminile.


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    PARI OPPORTUNITA'

    http://www.uomini3000.it/240.htm
    http://www.uomini3000.it/459.htm

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    La crisi del maschio latino

    Nei giorni passati sarà capitato un po’ a tutti di leggere su vari quotidiani a tiratura nazionale o locale la notizia sull’aumento delle disfunzioni sessuali maschili e sul crescente numero di richieste di intervento per l’allungamento del pene.

    I numeri riportati nei diversi quotidiani sono sconcertanti e sembrerebbero rimandare l’immagine di un maschio latino ormai sessualmente in crisi. Ma, a conti fatti, il bisturi è davvero la soluzione unica e sicura per i problemi che si verificano in camera da letto? Non sarebbe molto più utile cercare di capire cosa si nasconde dietro di questi e cosa essi stessi nascondono prima di ricorrere ad un simile intervento?

    Oggi, dai nostri uomini, esigiamo la soddisfazione di tutte le nostre richieste più sfrontate. Non facciamo più mistero di fantasie e desideri un tempo inconfessabili e che potevano essere accettati solo se isolati all’interno delle 4 mura della mente. Se un uomo non si dimostra all’altezza della situazione ecco che si ritrova alla ricerca di una nuova compagna dopo essere stato scaricato senza mezze misure. In altre parole, la maggiore sicurezza sessuale femminile ha messo in crisi un uomo che, prima della rivoluzione sessuale, la faceva da padrone fino a riempirlo di ansie e dubbi circa la propria prestanza fisica e le sue doti di perfetto amatore.

    A tutto ciò dobbiamo, poi, aggiungere i falsi miti che ancora oggi influenzano la nostra vita sessuale, tra cui quello che sostiene (contro ogni evidenza!) che ad un pene più lungo corrisponde un piacere maggiore. Ecco, dunque, che otteniamo un cocktail che sembrerebbe giustificare in pieno il ricorso al lettino operatorio.

    La realtà, però, è ben diversa e moltissime sono le fonti, dalle riviste scientifiche all’esperienza di numerosissime donne, che ci dicono che non è la quantità che conta, ma la qualità! Se solo ci si soffermasse un attimo in più a riflettere, ci si accorgerebbe che l’intervento chirurgico è solo parzialmente risolutivo ed adatto solo a casi veramente particolari. In linea di massima, esso consiste nell’applicazione di una protesi rivestita da un lembo di pelle prelevato dall’interno coscia o dall’avambraccio. L’applicazione di tale protesi va, inevitabilmente, a modificare la naturale funzionalità del pene e, proprio per questo, non è detto che il risultato finale sia quello atteso o sperato. In sostanza, permettetemi la schiettezza, non serve a niente avere un pene di 28 cm (o addirittura maggiore!) se poi è poco funzionale!

    Gli uomini bianchi caucasici hanno misure che variano dai 9 a i 18 cm di lunghezza in fase di erezione e solo al di sotto di queste si può parlare di patologia (in genere si parla di micropenìa). Lo stesso discorso vale anche per il diametro del pene in erezione: anche questo è estremamente variabile, ma non dovrebbe influire sul piacere sessuale. Le spiegazioni principali di ciò sono due: 1. la vagina è un muscolo e, in quanto tale, perfettamente adattabile a diverse forme e dimensioni;

    2. esiste la possibilità di adottare diverse posizioni nel rapporto sessuale che permettono di provare piacere in modo diverso (per es. attraverso una penetrazione più superficiale o più profonda).

    Ancora una volta, il trucco sta nella fantasia e nella voglia di sperimentare insieme.

    Altro problema chiamato in causa nei suddetti articoli è quello dell’ansia da prestazione che è, quasi sempre, la causa di molte disfunzioni sessuali maschili. Questa è certamente una questione più complessa della precedente (anche se possono essere legate) e ha diverse cause scatenanti (stress, stanchezza, problemi della vita quotidiano, poca esperienza in campo sessuale, problemi di coppia, ecc.), ma anche in questo caso non sarà un intervento chirurgico a risolverla. Certo questo potrebbe sembrare un discorso di parte, ma cercare di capire le cause scatenanti e lavorarci su per eliminarle, ridurle o controllarle può portare a risultati di gran lunga migliori.

    Quello della sessualità è un mondo complesso e multisfaccettato. A volte può bastare davvero poco per venire a capo di un problema in apparenza irrisolvibile, altre volte è necessario un impegno maggiore, ma vale sempre la pena di provare altre alternative (come per es. il ricorso ad un sessuologo) prima di ricorrere a soluzioni drastiche, che non sempre mantengono le promesse fatte e, soprattutto, irreversibili!


    FONTE: http://www.ebeteinfiore.it/%5Cleggi.asp?id...&id_area=&mac=3

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    Sesso: 3 milioni di italiani impotenti, ma 8 su 10 non vanno dal medico

    Da Berlino giunge l'avvertimento degli specialisti: ignorare la disfunzione erettile è sbagliato e può essere molto pericoloso. Nuove speranze arrivano grazie a una molecola di nuova generazione.

    Sono oltre tre milioni gli italiani colpiti dal disturbo di disfunzione erettile (DE), ma oltre otto maschi su 10 non vanno dallo specialista, ignorando il fatto che questa patologia è spesso spia di malattie gravi quali il diabete, l'ipertensione e la depressione. Il dato è emerso in occasione del congresso europeo di urologia in corso a Berlino e al quale partecipano oltre 10 mila esperti da tutto il mondo.

    GLI SPECIALISTI. Da Berlino giunge dunque l'avvertimento degli specialisti: ignorare la disfunzione erettile è sbagliato e può essere molto pericoloso. Il fatto, però, è che gli uomini italiani tendono a sottovalutare il problema: la maggior parte di coloro che ne soffre non ritiene infatti la disfunzione erettile una vera e propria malattia, ma un disturbo passeggero. Un atteggiamento questo che crea un "sommerso" di oltre due milioni e 400 mila uomini, il 40% tra i 50 e i 60 anni, per i quali trascurare gli insuccessi sessuali potrebbe significare ignorare un segnale di serie patologie, ritardandone la diagnosi."La stragrande maggioranza di chi soffre di DE ritiene si tratti di una condizione non curabile - avverte il presidente della Società italiana di urologia e della Società europeo di urologia andrologica, Vincenzo Mirone - ma questo non è vero: oggi, con i nuovi farmaci, la possibilità di risolvere queste problematiche è elevata, pari a circa l'82%". E nuove speranze arrivano grazie a una molecola di nuova generazione, Vardenafil: ha dimostrato di agire già dopo 10 minuti dall' assunzione, facilitando il recupero di una vita sessuale normale, ed è efficace anche in chi soffre di diabete, ipertensione e altre patologie, come dimostrato dallo studio "Realise", la più vasta ricerca mai condotta sulla DE su un campione di 110 mila uomini di 50 Paesi.

    LE CURE. A Berlino si è anche parlato dell' efficacia delle nuove molecole per il trattamento della DE in chi ha subito l'asportazione chirurgica della prostata a causa di un tumore: in circa il 60% di questi casi la DE è una complicanza dell' operazione. La DE, ha inoltre sottolineato Mirone, "può però colpire anche uomini tra i 20 e i 30 anni, e in questi casi è quasi sempre compagna della depressione e va affrontata adeguatamente con l'aiuto dello specialista". E c'è un altro dato allarmante: vari studi, ha detto Mirone, evidenziano come la tendenza all' uso di droghe nasca spesso proprio dagli insuccessi sessuali. Una sessualità "vissuta con difficoltà - ha concluso lo specialista - può essere quindi considerata un fattore predisponente all' utilizzo delle droghe e per questo va tenuta sotto controllo ad ogni età".

    22/03/2007


    FONTE: http://www.unionesarda.it/DettaglioUltimora/?contentId=5163

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    Esperti riuniti a Berlino: 4 milioni di maschi soffrono di eiaculazione precoce

    Tre milioni colpiti da disfunzione erettile. In crescita le richieste di intervento
    Italia, 7 milioni con problemi sessuali
    e in 20.000 vogliono il pene più lungo
    Anche tra le donne aumenta il ricorso al chirurgo per correggere difetti "nelle parti intime

    ROMA - Sono sempre di più gli uomini e le donne italiane che decidono di risolvere i propri probelmi sessuali rivolgendosi al chirurgo. In particolare, per quanto riguarda i ragazzi, in ventimila ogni anno si affidano al bisturi per risolvere problemi di misure. Discorso simile, ma con motivazioni diverse, anche per quanto riguarda le signore, che chiedono interventi alle "parti intime".

    Gli uomini. Notizie poco piacevoli per gli uomini italiani, quelle che arrivano dal congresso annuale della Società europea di urologia che a Berlino ha riunito oltre diecimila esperti da tutto il mondo. Secondo i medici, oltre 4 milioni di maschi nostrani soffrono di eiaculazione precoce, mentre 3 milioni colpiti da disfunzione erettile con rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento, soprattutto tra i giovani, quasi sempre di origine psicologica: si pretende troppo e questo non fa che accrescere l'ansia da prestazione, innescando meccanismi che degenerano nella eiaculazione precoce. Ed è in aumento anche l'infertilita: in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 la proporzione arriverà a 1 su tre.

    Le richieste. I ragazzi contattano l'urologo sempre prima e sempre più frequentemente. Due le richieste principali che arrivano allo specialista: prolungare in tempi dell'amore e avere un organo sessuale migliore, ovvero sottoporsi ad un intervento chirurgico per l'allungamento del pene. I numeri parlano chiaro: "Sono oltre 20.000 - afferma il presidente della Società italiana di urologia, Vincenzo Mirone - i giovani tra i 18 e i 30 anni che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l'allungamento del pene".

    Le misure. Ma il vero problema è che, nel 90% dei casi, si tratta di richieste immotivate. Normalmente - spiega Mirone - un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri. Lo specialista avverte che in questi casi il medico deve rifiutare l'intervento e spiega "che si ricorre alla chirurgia solo nel caso in cui le dimensioni in erezione siano inferiori a 9 centimetri".

    Le donne. Ma anche tra le donne le richieste di intervento chirurgico sono in aumento. Non bastano più seni rifatti, lifting del viso, dell'addome, dei glutei, la liposcultura delle cosce e ginocchia. Ora l'ultima moda della chirurgia estetica al femminile si chiama labiaplastica: la riduzione, cioè, delle piccole labbra. Per molte donne infatti le eccessive dimensioni producono fastidi e dolori in molte attività sportive o semplicemente nel rapporto sessuale. Lo studio sulle nuove tendenze della chirurgia estetica viene da "Laclinique", il primo consultorio estetico che da quest'anno ha creato una divisione di chirurghi per supportare le richieste di natura "intima". Un intervento del genere costa dai 3.500 ai 4.500 euro.

    Ma non finisce qui. Al secondo posto della classifica degli interventi più gettonati sulle parti intime, e la richiesta è aumento, figura l'asportazione del grasso sul "monte di venere", che crea dislivelli evidenti rispetto all'addome mettendo in imbarazzo la donna e spesso anche il partner. L'intervento affianca la lipoaspirazione dell'addome e il costo si aggira tra i 3 e 4 mila euro. Raddoppiate anche le richieste di ricostruzione dell'imene. Molte donne, infatti, si rivolgono prima al proprio ginecologo e proprio al chirurgo plastico o estetico per "rivivere una seconda volta", attraverso un semplice intervento che restituisce la verginità anatomica. Costo intorno ai 5 mila euro, realizzabile anche in day hospital.

    L'ultima frontiera. Infine per le donne che hanno partorito e che vogliono tornare "normali nelle parti intime" il trend indica la "vaginal tightening cosmetic", cioè il restringimento della vagina per incrementare la sensibilità durante il sesso. In questo caso si tratta di un vero intervento in anestesia generale, la paziente deve rimanere una notte ricoverata e il costo è di circa 6 mila euro. I rapporti sessuali torneranno "floridi" dopo uno-due mesi.

    (22 marzo 2007)


    FONTE: http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/s...gia-intima.html

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:13
     
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  4. Davide.4.
     
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    Latin lover in crisi. Lo dice la Global Sex survey

    IX edizione della più vasta ricerca sulle abitudini sessuali al mondo

    Il Wall Street Journal "li quota in Borsa", un'indagine della Ipsos per Bayer HealthCare li erge a "Vitalsexual" mentre altri, come il Daily Mirror, al contrario, sono un pò sorpresi della loro nuova "passione": i lavori domestici. Il nuovo uomo italiano, un profilo molto difficile da tratteggiare! Ci ha provato anche la IX. edizione della Global Sex survey.

    Tratto da l'Espressonline.it

    Latin lover, addio

    Il maschio italiano è in crisi. A dirlo è la Global Sex survey, la più vasta ricerca sulle abitudini sessuali al mondo, sponsorizzata da Durex e giunta alla sua nona edizione

    di Monica Maggi

    Latin lover, addio. La Global Sex Survey, la ricerca sulle abitudini sessuali più completa al mondo, coordinata dalla Durex e giunta alla nona edizione, ha decretato il declino del maschio italiano. Quest'anno la rilevazione ha interessato 41 paesi, per un totale di 317 mila questionari compilati. A scorrere i dati, una considerazione si impone: il maschio mediterraneo, quello che non si lascia scappare neanche una straniera, che si gira e fischia alle belle donne, e che in camera da letto non si fa dimenticare, a quanto pare è roba d'altri tempi. Sarà la crisi economica con le sue preoccupazioni, ma l'uomo italiano è precipitato, per numero di rapporti l'anno, dal settimo al venticinquesimo posto.


    La ricerca, oltre ad infliggere colpi sull'immagine "sex made in Italy", fornisce però anche una panoramica interessante sull'approccio al sesso, ad ogni latitudine e temperatura atmosferica. La prima volta, l'educazione sessuale ricevuta, il numero di partner, la soddisfazione erotica, le esperienze particolari e le piccole perversioni, l'uso di gadget e altre varianti sul tema: gli esperti della Durex non hanno tralasciato nulla del pianeta sesso.


    QUANTE VOLTE? Su una media mondiale e complessiva di 103 amplessi in un anno, i greci si piazzano primi con 138 rapporti annuali, una media di un contatto amoroso ogni due giorni. Contente le signore greche, ma anche quelle croate (i loro uomini fanno sesso 134 volte l'anno) e quelle montenegrine (128 notti di fuoco l'anno). Calo vistoso dei francesi, nel 2004 al primo posto, e oggi in settima posizione con 120 rapporti sessuali l'anno. Ancora peggio gli inglesi, con 118 acrobazie erotiche annuali, per non parlare degli italiani, che si piazzano in classifica al venticinquesimo posto, con 106 amplessi, uno ogni tre giorni. Fanalino di coda i giapponesi, più cerebrali che fisici, visto che "lo" fanno solo 45 volte l'anno, meno di una volta a settimana.


    LA PRIMA VOLTA
    L'età media si aggira su 17 anni e qualche mese (17,3%), ma si spazia da una prima volta molto matura per la popolazione indiana (19 anni abbondanti), ad una perdita della verginità abbastanza precoce degli islandesi (poco più di 15 anni). Su 41 Paesi gli italiani si piazzano al nono posto: nel nostro paese gli adolescenti aspettano comunque la maggiore età. Nella scorsa edizione era intorno ai 17 anni, oggi si fa sesso per la prima volta a diciotto anni compiuti.


    L'EDUCAZIONE SESSUALE
    Maturi per la prima volta, ma totalmente al buio su altre cose. Questo emerge dalla voce "A quanti anni avete ricevuto le prime informazioni sul sesso?" Gli italiani si affacciano al sesso (inteso come informazione) a quasi tredici anni, e nella graduatoria si piazzano al posto numero ventiquattro su quarantuno. Molto meglio degli italiani i tedeschi, che cominciano a sapere qualcosa su "come si fanno i bambini" a poco più di undici anni. Fanalino di coda il Vietnam, dove si parla di queste cose solo a sedici anni compiuti. Alla domanda "Quando avresti voluto essere informato sul sesso", si cade però in contraddizione. Perché si fa molta teoria, ma in pratica del sesso si ha paura, visto che si auspica un'educazione solo oltre gli undici anni.


    PARTNER SESSUALI
    Poche prestazioni, ma molti partner. Le abitudini erotiche degli italiani escono così dalla Global Sex Survey, con un ottavo posto nella voce "Quanti partner sessuali avete avuto finora?". La media mondiale si attesta su nove partner, con i turchi al primo posto con 15 partner, seguiti dagli australiani con 14, dai neo zelandosi e dagli islandesi con 13. Resta la fondamentale differenza tra uomini e donne. Sarà forse per romanticismo, per calcolo o per altro, ma le signore hanno meno partner sessuali degli uomini (10 contro 7). Monogami o quasi gli abitanti dell'est asiatico, con i cinesi, i vietnamiti e gli abitanti di Hong Kong che arrivano solo a tre partner. E proprio quest'ultima città si merita il premio fedeltà: il 65% dei suoi abitanti sessualmente attivi dichiara di avere avuto solo un partner nella vita.

    VARIAZIONI SUL TEMA
    Dei 317 mila intervistati, la ricerca svela un buon 23 per cento che ha ammesso, senza nessun problema, di aver usato giochi per adulti durante l'amplesso amoroso (i famosi dildo), e il 20 per cento si è spinto oltre, utilizzando polsiere, manette, corde e altre forme di trasgressione. In camera da letto sono le donne sono quelle che chiedono di osare di più (24% contro il 20% degli uomini). Ma l'esperienza che va per la maggiore è il classico "appuntamento al buio": un abbondante 40 per cento, sia tra gli uomini che per le signore, ama questo tipo di brivido erotico.


    FONTE: http://guide.dada.net/single/interventi/2005/11/235030.shtml

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    I latin-lover? Amano per 3 minuti di orologio

    Marzo 23rd, 2007

    Berlino - Oltre 4 milioni di italiani soffrono di eiaculazione precoce, e hanno rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento soprattutto tra i giovani, che oggi contattano l’urologo sempre prima e sempre piu frequentemente.

    Al congresso internazionale di urologia i dati parlano chiaro. I latin-lover sono in crisi: bombardati da miliardi di pubblicità pornofile, a letto durano meno del tempo che ci vuole per cuocere un uovo alla cocque.

    E le donne? Sempre più quelle che non raggiungono l’orgasmo. Motivi? Stress, superlavoro, inquinamento. Molte non si piacciono: in questo, la paranoia è simile a quella maschile: interventi di restringimento della vagina in aumento, come quelli di allungamento del pene.Le perversioni sono in aumento: sesso in posto inconsueti (ah, la pruderie autocensoria!), di gruppo, sadomaso, pedofilia; prostituti e prostitute. Tutto tranne che le ‘belle cose di una volta’.

    La soluzione? E’ dietro l’angolo: spegnere la tv e rifugiarsi in Amazzonia. I latin-lover, per ritornare ad amare come si deve, devono ritornare un po’ selvaggi.


    FONTE: http://www.ilfattonline.com/archives/59

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    Addio Latin lover?

    A quanto pare gli Italiani non sono più quelli di una volta, anche sotto le coperte, complici lo stress, l’ansia e la frenesia della vita odierna.
    E’ quanto infatti emerge da una Ricerca secondo la quale più di 4.000.000 (4 Milioni!… ) di maschi italiani, un tempo popolo di amanti focosi e sciupafemmine incalliti, a letto non durano più di 3 minuti.
    Questa situazione diventa ancora maggiormente allarmante in quanto riferita a maschi di giovane età (18-30).

    Insomma, se siamo arrivavati al punto che non riusciamo neanche più a trovare il tempo per trombare, siam proprio alla frutta.


    FONTE: http://www.panuccipizza.com/?p=48

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    Addio, Maschio Italiano

    LONDRA – Soffocato nel grembo avvolgente della mamma che lo nutre= di pasta, limitato dal politicamente corretto, intimidito da ambiziose femministe in carriera, il maschio italiano non è più quello di una volta. L’amante latino è scomparso lasciandosi dietro solo un vago profumo di cliché. Scrive così il Times in un editoriale semi-serio, intitolato “Il singhiozzo italiano”.

    Ad ispirare il giornale britannico è stata una ricerca recenteme= nte apparsa sulla rivista Riza Psicosomatica dalla quale è emerso che a soffrire le pene d’amore oggi sono più gli uomini delle donne.

    Ricordando che in un altro sondaggio l’80% degli uomini italiani fra i 36 ed i 55 anni si era dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza, il Times conclude che in Italia c’è una generazione di maschi piagnucolosi dal cuore tenero che si sentono respinti ed usati quando una relazione finisce.

    A dargli il colpo di grazia, scrive l’editorialista, è stata lo scorso anno la Cassazione quando ha decretato che il pizzico sul sedere è un atto di violenza. “Ma questo – aggiunge – in fondo è stato solo l’ultimo affronto alla presunta sicurezza del sanguigno maschio italiano”.

    Ma non è solo il mito del latin lover ad essere crollato, sono tutti gli stereotipi nazionali ad aver ormai perso significato: “l’identità europea tanto temuta da Margaret Thatcher sta diventando anche troppo reale”, scrive il giornale.

    Tedeschi che schivano il lavoro e si raccontano barzellette ai bordi delle piscine; maschi britannici che cucinano esotici soufflé; donne greche che presiedono consigli di amministrazione; spagnoli che sorseggiano succhi di frutta nel sole del primo pomeriggio.

    “Chi possiamo ora prendere in giro per la diligenza, l’ignoranza culinaria, la mancanza di puntualità o la cultura della siesta?, rileva il Times.

    “Scuole di business, pacchetti viaggio, psicologi e reality show hanno ucciso tutti i confortevoli miti. È tempo di cambiare”, conclude il giornale che non rinuncia ad un’ultima frecciata, questa volta indirizzata all’Unione europea: “i burocrati di Bruxelles dovrebbero emanare le caratteristiche dettagliate del perfetto stereotipo.


    FONTE: http://www.floria-publications.com/la_pagi...liana/addio.htm

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    Goodbye latin lover

    Donne, italiane e non, mettetevi l'animo in pace.Lui non c'è più. Si è estinto e nessuno ha pensato di clonarlo. Neanche il genio della lampada ci potrà aiutare. Non è più un animale raro, è proprio finito. Il maschio italiano. Il latin lover per eccellenza. Ce lo dice il Times di Londra che cita una ricerca sociologica secondo cui gli uomini di oggi si sono lasciati vincere dal romanticismo, soffrono come e talvolta più delle donne le pene d'amore. Piangono. Piangono lacrime d'amore! Ce lo possiamo scordare il seduttore bastardo ma tremendamente affascinante che ci poteva rigirare come voleva, passare da una donna all'altra con enorme disinvoltura, tra una sigaretta e l'altra. Lo odiavamo, ma ci tentava maledettamente. Adesso si è trasformato in un essere timido e piagnucoloso che corre da mammà a chiedere consigli, guai a fare stragi di cuori!Non è lecito! Non è bene! Addio, latin lover, simbolo della virilità italiana. Tutto sarà diverso senza di te. Ci mancherai. Oppure no.

    FONTE: http://www.misstrendy.info/index.php/2005/...tle_12#comments

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:15
     
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  5. Mustela_Erminea
     
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    can che abbaia, non morde
     
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  6. Davide.4.
     
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    Lecce - Gli appuntamenti di itinerario in rosa

    Giornata ricca di appuntamenti quella di domani, venerdì 30 marzo, per la rassegna Itinerario Rosa, la manifestazione che mira a valorizzare il ruolo sociale e culturale della donna attraverso una serie di iniziative di recupero delle principali espressioni artistiche, utilizzando contesti di grande pregio storico ed architettonico della città e coinvolgendo le associazioni femminili operanti sul territorio.

    Alle ore 17:00 presso la sala ISSR di piazza Duomo è in programma Donne di fiori e di giardini - Identità e carattere del giardino mediterraneo, conferenza in musica a cura del Garden Club con la partecipazione di Antonella Fornai, una tra le più apprezzate progettiste italiane di terrazze e giardini. Si parlerà di verde e di natura, di fiori e piante, di forme e di bellezza. Seguirà concerto d’archi.

    Alle ore 17:30 presso il Castello Carlo V è in programma, invece, Il turismo come veicolo di cultura ed economia, conferenza-dibattito organizzata dal Comune di Lecce, dall’Ordine dei Commercialisti di Lecce e da Ande.

    Alle ore 20:00, infine, presso il Teatro Paisiello (ingresso libero), il sindaco Adriana Poli Bortone presenterà Donne d’Italia, il libro di Donato Magi. I rappresentanti dell’associazione “Integra”, inoltre, annunceranno il lancio del Premio Culture Migranti, che ogni anno premierà donne italiane affermate all’estero e donne immigrate affermate in Italia. Allieteranno la serata i ritmi dei balli dei bimbi dello Sri Lanka, i toni del gospel di Tyna Casalini e le sonorità balcaniche del coro Orpheus di Lefkas (Grecia).


    FONTE: http://puglialive.net/home/news_det.php?nid=4407

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    Tappa finale per la politica delle donne

    Si concluderà ufficialmente venerdì 30 marzo il corso di formazione politica dal titolo “La politica delle donne per le donne” che, nell’arco di due mesi, attraverso incontri formativi e dibattiti, è riuscito a coinvolgere, contemporaneamente nei Comuni di Cisternino e Fasano, circa 100 donne e qualche uomo.

    Un successo inatteso che ha lasciato positivamente stupite le organizzatrici: le componenti della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cisternino, presieduta dalla dott.ssa Giovanna Convertini, e le iscritte della “Libreria delle donne”, associazione con sede presso la Biblioteca Provinciale di Brindisi, rappresentata dall’insegnante fasanese Deodata Cofano. Per quel che riguarda il Comune di Cisternino circa 60 iscritti hanno partecipato, più o meno assiduamente, ai 9 incontri sinora realizzati.
    Solo qualcuno è intervenuto giusto agli incontri che riteneva più interessanti, ma in genere un’ottantina di iscritti ha seguito con costanza il corso, esprimendo, nei vari dibattiti, curiosità e punti di vista. I temi affrontati sono stati diversi e, sin dalla prime fasi dell’organizzazione, l’intento era quello di avvicinare le donne alla politica e alle sue sfumature, ma in maniera non troppo impegnativa, tentando di fornire dettagli e informazioni preliminari che permettessero alle donne di prendere coscienza, e confidenza, con questioni per troppo tempo relegate alla sfera maschile.
    Ogni incontro ha visto la presenza di autorevoli relatori che di volta in volta hanno chiarito alle presenti dubbi relativi ai vari settori. In particolare, per la serata di apertura a Cisternino, il 10 marzo, sono intervenute: Magda Terrevoli, Presidente della Commissione Regionale delle Pari Opportunità e Bianca Asciano, componente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Brindisi.

    Il tema di ouverture è stato: “Differenza di genere e rappresentanza politica”. Nel secondo appuntamento, la vice Presidente della Provincia di Lecce; Loredana Capone ha illustrato le funzioni amministrative. Mentre sabato 24 febbraio è toccato al noto avvocato leccese Valeria Pellegrino tenere una lezione sul sistema elettorale. Venerdì 2 marzo, gli iscritti di Cisternino e Fasano si sono riuniti presso la sala consiliare del municipio di Cisternino per incontrare la dott. Daniela Poggiolini, psicologa e psicoterapeuta che ha illustrato l’interessante tema delle “Tecniche di linguaggio verbale e non verbale”. Il sabato 10 marzo è toccato a Fasano ospitare entrambi i gruppi degli iscritti: presso la Biblioteca Comunale il giornalista Mimmo Consales ha intrattenuto i presenti mostrando come si organizza una campagna elettorale, essendo lui un agente di marketing politico. Sabato 17 marzo a Cisternino, l’onorevole euro parlamentare di Forza Italia Marcello Vernola ha parlato dei finanziamenti europei e del relativo accesso. Sabato 24, penultimo appuntamento, ha visto la partecipazione di Nadia D’Onghia, prof. associato di Diritto del Lavoro presso l’università di Bari-Foggia che ha affrontato il tema “Mercato del lavoro e imprenditoria femminile. Inoltre, ognuno dei due Comuni nell’arco dei due mesi ha trattato tematiche puramente locali. A Cisternino, il 23 febbraio il dott. Onofrio Padovano, sub Commissario del Comune di Taranto, e l’ing. Francesco Musci, vice Commissario dello stesso Comune, hanno esposto circa il bilancio comunale e gli strumenti urbanistici.

    Mentre nella serata di venerdì 16 marzo, il tema “Il piano sociale di zona” ha visto la presenza del dott. Antonio Minna, Coordinatore dell’Ufficio di Zona per l’Ambito territoriale Cisternino, Fasano, Ostuni, e del dott. Alessandro Nocca, consulente dell’assessorato provinciale ai servizi sociali. Questi gli appuntamenti tenuti sinora! Venerdì 30 marzo, alle ore 16.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Cisternino, avrà luogo la conclusione del corso. Interverrà l’Assessore regionale Elena Gentile, per il tema “Conciliazione vita – lavoro”.
    L’Assessore illustrerà il nuovo disegno di legge per le politiche di genere e la conciliazione vita - lavoro. In occasione della serata conclusiva verranno rilasciati agli iscritti frequentanti, gli attestati validi per i crediti formativi. La Commissione Pari Opportunità di Cisternino invita tutta la cittadinanza a partecipare a questo incontro, attestata l’importanza di un confronto con l’Assessore Gentile che sta operando fattivamente a livello regionale, nell’ambito delle Pari Opportunità.

    Comunicato Stampa Commissione Pari Opportunità Cisternino


    FONTE: http://www.brundisium.net/notizie/shownoti...ne.asp?id=13958

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:15
     
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    http://www.benessere.com/salute/news/archi...0060426-006.htm
    Quindi le donne sono più superficiali e precipitose mentre gli uomini più ponderati e riflessivi!
    E poi non credo che le donne debbano prendere decisioni di rilievo come spesso devono fare gli uomini, o almeno non con la stessa frequenza e lo stesso peso!

    http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=2388
    Ma tu guarda! Laddove le donne presentano dei limiti è colpa di qualcuno, laddove invece primeggerebbero è per merito loro...
    Mah!
    Un po' come i bimbi che devono sempre sentirsi dire e dirsi "Brave Brave!"

    http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=2828
    non essitono uomini impotenti ma donne incapaci!

    http://www.maschileplurale.it/cms/index.ph...w&id=3&Itemid=5
    mi sembra il solito articolo esagerato antimaschile!
    Ora siamo tutti dei bruti!
    e tutto ciò che gli uomini fanno per le donne? E tutti i sacrifici, la protezione che danno loro?
    E gli uomini che hanno sacrificato la vita per salvare le donne?
    Trovatemi un caso Calipari in gonnella!

    http://blog.libero.it/taniarocha/commenti....=46134#comments
    Tina Roca è una frustrata misandirca e secondo anche semifrigida e semilesbica!

    http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=6843
    Ma se le donne italiane sono tanto passionali e calienti e scopano da dee, con chi scopano se poi invece gli uomini italiano farebbero cagare?
    Sono contraddizioni che non mi so spiegare!
     
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  8. Davide.4.
     
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    L'uomo post-patriarcale. Verso una nuova identità maschile

    di Giorgio Cavallari

    Ed. Vivarium, Milano, 2001

    Il maschio del terzo millennio si trova di fronte a qualcosa di radicalmente nuovo: la necessità di interrogarsi non solo sulle sue realizzazioni, ma anche su se stesso; la "questione maschile" è irreversibilmente aperta.
    Il discorso sulla "crisi" del maschile non può che partire dall'analisi della crisi della figura del padre, nella sua risonanza sia collettiva e sociale sia intima e familiare; al tema del padre è dedicato il primo capitolo di questo volume. Nel secondo capitolo vengono discussi i nodi focali del periodo adolescenziale fra cui le trasformazioni corporee, gli aspetti relazionali e sociali, per sfociare nell'evento da ritenersi più significativo: la scoperta, o meglio la riscoperta dell'intensità libidica e del valore strutturante della sessualità e dell'identità di genere. Tale discorso aprirà la via al terzo tema chiave di questo libro, e cioè a quello dell'uomo inteso come parte maschile dell'universo umano, nel suo rapporto con la dimensione femminile: in altre parole l'uomo all'interno della coppia. Il proposito è dunque quello di proporre un itinerario di riflessione che parta dall'uomo-padre, passando attraverso l'uomo-adolescente, per giungere all'uomo-soggetto partecipe di quel mistero che è la coppia, cioè l'incontro fra uomo e donna, quella "conquista dell'Arte" di cui ci ha parlato Jung.
    Un'immagine si disegna sullo sfondo di tale itinerario: è quella dell'uomo post-patriarcale. Se la "crisi" del maschile del nostro tempo si manifesta in primo luogo con l'ansia, la depressione, lo smarrimento di una identità millenaria, ciononostante essa non deve essere guardata solo in una prospettiva pessimistica.
    Se gettiamo lo sguardo oltre tali inquietanti sintomi, intravediamo l'affacciarsi di una identità maschile meno unilaterale e granitica, l'immagine di un uomo ancora legato ai caratteri costruttivi e vitali dell'"essere maschio", ma emancipato dagli stereotipi di tale condizione; un uomo capace di esplorare modi nuovi di vivere il rapporto con il femminile, con la natura, con il sapere, e al fondo con i grandi misteri dell'esistenza umana come l'amore, l'aggressività, la generazione.


    FONTE: http://www.aneb.it/pages/uomo_postpatriarcale.php?menu=pub

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    La Donna del terzo millennio

    Affrontati diversi temi con l'essere Donna in evidenza

    Grazia Ippedico

    Si è concluso sabato scorso il percorso promosso dagli assessorati alla cultura e alla solidarietà sociale, e da tutta l’amministrazione, essere donna nel terzo millennio.

    Il percorso iniziato nella libreria L’Agorà il 10 marzo, si è concluso nell’auditorium del liceo scientifico “O. Tedone”. Molto successo ha avuto l’incontro all’“istituto tecnico commerciale Tannoia”, l’argomento lo sfruttamento sessuale e le nuove schiavitù, facendo scaturire un acceso dibattito tra i ragazzi e accentuando le diverse correnti di pensiero che dividono i giovani uomini e le giovani donne di questo millennio.

    Il pomeriggio del 14 marzo c’è stato il primo dei tre incontri tenutisi nell’auditorium della scuola media Cotugno. “Geisha e Samurai”.

    Dopo una dimostrazione dell’antica disciplina giapponese Kenpo, l’autrice del romanzo Antonella Poliseno, ha delineato i suoi personaggi in un connubio di yin e yang nella stessa persona: ogni donna ha in sé una parte di forza virile, ogni uomo ha in sé una dolcezza intrinseca. Il 15 marzo “ uguaglianza o differenza?”, il tema della discussione.

    La sociologa Angela Mongelli, con l’intervento di Liliana Bruni e dello stesso assessore Antonio Minafra , ha conferito su quale ruolo sociale e politico abbia la donna oggi, focalizzando l’attenzione non tanto sulle contrapposizioni quanto sulla diversità come spirito di rivalsa. C’è la necessità di accettare le diversità come stimolo alla crescita e alla costruzione, affinché non si cadi nell’omologazione. In seguito si è passati alla premiazione dei disegni più belli sull’8 marzo.

    A conclusione il professor Mastrorilli ha recitato alcune delle più belle poesie di Biagia Marniti, poetessa ruvese, che è vissuta a Roma gran parte della sua vita e che ha portato sempre la sua terra nella sua anima e nei suoi scritti.

    Venerdì 16, per un disguido, la dottoressa Antonella De Benedictis si è dovuta assentare improvvisamente, ma ad allietare le menti e gli animi dei presenti il “quartetto rubastino”composto da Di Rella Rocco, Sparapano Giuseppe, De Palo Pasquale e Di Bisceglie Giuseppe con una serie di pezzi che andavano dalla musica classica al jazz. Accolti con calore dal pubblico, l’esibizione è stata davvero degna di nota. A termine dell’evento tema non facile: “la tratta delle donne” 17 marzo nell’auditorium del liceo scientifico Tedone.

    L’evento si è aperto con monologhi tratto da NO BODY di Valeria Simone, rappresentante dell’associazione huersera. Le attrici, Belen Duarten e Roberta Barile, in poche battute sono riuscite a catalizzare l’attenzione dell’intera sala. L’argomento, sconcertante ed estremamente toccante è stato reso ancora più coinvolgente da Rossana Piccolo educatrice del progetto Aleida dell’oasi 2 di Trani.

    Rossana ha raccontato della sua esperienza con donne vittime di tratta che dopo lunghi e dolorosi percorsi sono riuscite a venir fuori dall’esperienza avvilente e terrificante della prostituzione, di come in comunità si aiuti le ragazze a superare il più grande ostacolo, LA PAURA, e ad aiutarle a responsabilizzarsi e a crescere come donne indipendenti. Concludono Liliana Bruni, il preside Pellegrini e l’assessore Minafra che hanno ringraziato i presenti e le relatrici, con l’invito ad esserci anche l’anno prossimo.


    FONTE: http://www.ruvolive.it/News/news.asp?RelatedID=2063

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:16
     
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    scusate ma se da altre parti si dice che gli uomini sono tutti impotenti le donne italiane con chi scopano?
     
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  10. Davide.4.
     
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    Giappone. Nasce per partenogenesi la prima topolina

    E' nata sana e fertile e si chiama Kaguya, e' la prima topolina nata per partenogenesi. A farla nascere e' stato lo scienziato Tomohiro Kono e la sua équipe della Tokyo University of Agriculture servendosi unicamente della cellula uovo, la cellula riproduttrice femminile. Il maschio e i suoi spermatozoi, grazie a un laborioso esperimento, sono diventati superflui. Da qui i titoli e i commenti del tipo "maschio addio, non servi piu'!".
    Kaguya, della cui esistenza ha riferito l'ultimo numero della rivista Nature, e' il primo mammifero nato per partenogenesi, ossia nato da una cellula uovo non fecondata che pero', come se lo fosse, completa un normale sviluppo embrionale. E' una tecnica di riproduzione che avviene in natura in alcune piante (alghe e funghi) e in alcuni animali (insetti e rotiferi), per esempio nelle api, dove l'accoppiamento e soprattutto il ruolo del maschio non sono contemplati. Lungi dal voler minare l'importanza riproduttiva dei maschi, il gruppo di ricerca giapponese ha sottolineato che il vero successo di questo lavoro non e' tanto Kaguya, quanto l'aver fatto breccia su alcuni meccanismi biologici evoluti per motivi ancora in parte misteriosi, che impediscono alla maggior parte delle specie di procreare senza maschio.
    Tomohiro Kono ritiene che l'esperimento ha avuto successo perche' e' stata parzialmente cancellata l'impronta materna presente nell'ovocita durante la sua formazione. Anche la cellula germinale maschile, lo spermatozoo, conserva nel suo Dna l'impronta paterna. Il depositarsi delle impronte materna e paterna e' un processo che gli scienziati chiamano imprinting, indispensabile per dosare i geni che funzioneranno nel nascituro e per fare in modo che, a fecondazione avvenuta, ovocita e spermatozoo partecipino in parti uguali al corredo ereditario del nuovo individuo.
    Nel caso di Kaguya questa equa ripartizione del corredo genetico non e' avvenuta e la topolina ha preso il 100% del suo bagaglio di eredita' dalla mamma.
    Per ottenere Kaguya i ricercatori hanno fatto maturare artificialmente 598 ovociti fino allo stadio di una sessantina di cellule (blastocisti). Quindi gli ovociti sono stati impiantati in 26 topoline mamme-surrogate. Di questi, 24 non sono riusciti a completare lo sviluppo: molti sono morti prima del parto, altri subito dopo con gravi malformazioni.
    Finora molti altri gruppi di ricerca avevano provato, senza successo, ad ottenere mammiferi per partenogenesi, ha ricordato Kono. La differenza che ha portato a Kaguya sta nell'aver messo KO negli ovociti una copia del gene chiamato H19, che durante lo sviluppo embrionale svolge un'importante funzione regolatrice legata all'imprinting. Eliminando una sola copia del gene, i ricercatori hanno cancellato l'impronta materna dall'ovocita, liberandolo cosi' dalle 'costrizioni' che gli avrebbero impedito di dar vita a un individuo senza fecondazione.

    "L'articolo mostra che, come la clonazione, e' possibile un'altra forma asessuale di riproduzione nei topi e forse e' possibile in qualche altro mammifero", ha commentato Simon Best dell'Organizzazione dell'Industria di Biotecnologia, Usa. "Ad ogni caso, questo si e' ottenuto con un livello di successo ancora minore rispetto al processo di clonazione usato per fare Dolly e pertanto e' piu' inaccettabile e rischioso da prendere in considerazione per gli umani".
    "E' un lavoro incredibile, il processo utilizzato per creare questi topolini ha richiesto perseveranza e pazienza. Dei 600 ovuli sono stati creati solo due topolini. Di conseguenza, questa tecnica e' molto piu' complicata da utilizzarsi negli esseri umani", ha detto il professor Azim Surani dell'Universita' di Cambridge in Gran Bretagna.
    Tuttavia la ricerca potrebbe migliorare la conoscenza dell'impronta genetica e di cio' che causa le anomalie negli embrioni, cosi' come l'origine della vita"Fino a che non comprenderemo completamente il ruolo e la regolazione dei geni con l'impronta nello sviluppo, sembra che la partecipazione del padre nella riproduzione continuera' ad essere necessaria", hanno scritto David Loebel e Patrick Tam, dell'Universita' di Sydney in Australia, in un loro commento allo studio.

    Il quotidiano Corriere della Sera pubblica un commento di Edoardo Boncinelli "Il maschio? Non servira' piu' alla riproduzione". Di seguito ne riportiamo un ampio stralcio.
    "Vediamo prima l'aspetto scientifico della scoperta. Si tratta sicuramente di una grande scoperta, che getta luce su un fenomeno biologico poco compreso, anche se tutti avevano l'impressione che si trattasse di una cosa di grande importanza. Sto parlando del cosiddetto imprinting genomico: nel nostro genoma esistono alcuni geni che "tengono a mente" se sono derivati da un maschio o da una femmina. Non si sa qual e' il loro ruolo nella riproduzione ordinaria "normale", ma si sa che un embrione interamente ottenuto per via femminile non puo' svilupparsi oltre un certo stadio. […]
    Fin qui la scienza. E' ovvio a tutti che una cosa del genere potrebbe avere delle conseguenze pratiche non trascurabili. Prima o poi sara' possibile, se lo si vorra', produrre bambine partendo dalle cellule di donne che non hanno avuto alcun rapporto con un uomo. La partenogenesi umana sara' allora una realta'. Per alcuni questo sara' un evento liberatorio. Per altri un'ennesima fonte di preoccupazione. Al di la' di ogni considerazione di carattere morale, e' opportuno notare che, se questa procedura venisse adottata su larga scala, ci potrebbe essere uno sbilanciamento nella composizione delle popolazioni umane. Attualmente, ci sono piu' o meno tante donne quanti uomini, perche' cosi' ha voluto la natura, cioe' l'evoluzione biologica. Se si sposta di molto questo equilibrio, a favore delle donne o degli uomini, si puo' ottenere come risultato uno dei piu' grossi sconvolgimenti, reali questa volta e non fittizi, della condizione biologica delle popolazioni umane. Pochi lo hanno notato, ma la scelta del sesso del nascituro e' gia' possibile oggi. Forse occorrerebbe pensarci, per oggi e ancora piu' per domani. In certe societa', potrebbe prevalere la tentazione di avere solo figli maschi, o solo figlie femmine. Le conseguenze sarebbero ancora piu' imprevedibili di quelle di una fantomatica clonazione umana.
    Un'ultima considerazione, appena sussurrata. Se un gene come questo, sottodosato, dischiude la via alla produzione di un embrione vitale nonostante tutto, puo' essere che sopradosandolo si ottenga un embrione precoce che non diventera' mai un vero e proprio embrione, ma che potrebbe essere una fonte egregia di cellule staminali embrionali. Sara' vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza".


    FONTE: http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_3155.html

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    La topolina Kaguya ripropone la questione della partenogenesi umana

    Lo rivelò mezzo secolo fa una signora inglese suscitando scalpore

    di SARINA BIRAGHI

    ROMA ” Mickey Mouse, il disneyano topo più famoso del mondo, rischia di perdere il suo primato. E' nata in Giappone Kaguya, la topolina riprodotta grazie alla tecnica della partenogenesi, senza cioè l'intervento maschile dello spermatozoo. Ma non sarebbe il primo caso di partenogenesi di mammiferi perchè almeno cinquant'anni fa, una donna inglese dichiarò di aver partorito la figlia, peraltro identica a lei, con questa tecnica. Una tesi mai completamente riconosciuta nella scettica Gran Bretagna, ma che fece discutere la comunità scientifica dell'epoca.

    Il piccolo roditore Kaguya, nome di un personaggio di una favola nipponica, ha solo la mamma perchè il suo «papù» è lo scienziato Tomohiro Kono, che con la sua equipe della Tokyo University of Agriculture, ha «fuso» due cellule riproduttive femminili costruendo 475 superovuli poi impiantati nell'utero: uno solo è arrivato a buon fine dando vita a Kaguya. L'esperimento ha riportato così alla ribalta la partenogenesi, una tecnica riproduttiva conosciuta in molte specie animali, come nei pidocchi delle piante, nelle lucertole e nelle rane, ma rarissima nei mammiferi.

    «Scoperta nel 1745 come fenomeno biologico su piccoli insetti, se ne riparlò nel 1953 - spiega Federico Di Trocchio, professore di Storia della scienza all'Università di Lecce, studioso di storia della biologia e della genetica - quando fece alcuni esperimenti Gregory Pincus, che negli anni '60 commercializzò la prima pillola. Lui fece primi esperimenti su mammiferi, conigli in particolare, per tentare di fecondarli o, meglio, farli schiudere con partenogenesi. Ma i suoi tentativi fallirono».

    E una tecnica che «elimina» o, per non essere cattivi, fa a meno dell'intervento dell'uomo, non poteva non essere studiata da una femminista: sempre mezzo secolo fa, la biologa famosa e femminista, Helen Spurway cominciò a sostenere che anche la donna poteva occasionalmente concepire partenogeneticamente dando origine a una figlia assolutamente identica a lei.

    «Questa ipotesi - continua il prof. Di Trocchio - venne accolta e ribadita da un altro genetista, Richard Beatty dell'Università di Edimburgo che pubblicò il primo studio completo sulla partenogenesi. Lui voleva applicarla in zootecnia, cioè creare animali per via partenogenetica, ma sostenne anche che la donna sporadicamente e naturalmente, può partorire figlie partenogenetiche. Quindi tutti e due sostenevano che il fenomeno non era notato proprio perchè statisticamente raro e perchè le figlie identiche erano considerate casi di somiglianza eccezionale, quindi passavano inosservati».

    Non si incuriosì nessuno?

    «Il settimanale Sunday Victorial volle andare a fondo e fece un concorso tra lettrici invitando quelle ritenevano di aver concepito partenogeneticamente a presentarsi al giornale per sottoporsi ad accertamenti di cui si faceva carico la stessa redazione».

    Come andò?

    «Si presentarono 19 donne e venne incaricato l'esperto di gruppi sanguigni F.S. Balfour-Lynn di verificare quanto asserito dalle signore. Allora il test del Dna non era disponibile, ma fece altre dettagliate analisi su sangue di madri e figlie e ne scartò18. Ne rimase una, Emmimarie Jones che aveva una figlia, Monica, identica a lei per 14 diversi caratteri fondamentali. Insomma, in questo caso sembrava che avesse ragione e Lancet fece un editoriale che concludeva dicendo: "dobbiamo ammettere che in questo caso è risultato impossibile smentire la signora"».

    Questo significa che l'ovulo della madre si era attivato prima della fecondazione da parte dello spermatozoo del padre dando al sangue di Monica soltanto il patrimonio genetico materno?

    «Certo e quindi il caso sembrava vero, anche se nessuno ci ha creduto realmente. Infatti la comunità scientifica ritenne che Balfour-Lynn non aveva considerato le cellule della pelle che avevano il patrimonio materno e paterno, poichè la presunta madre vergine aveva rigettato dopo alcune settimane il trapianto di un lembo di pelle prelevato da figlia. Questo vuol dire che non erano compatibili, e quindi c'era diversità genetica, quindi non del tutto identiche geneticamente».

    Insomma non esiste nella storia della scienza nessun caso accertato di partenogenesi?

    «L'ha escluso in particolare lo studioso inglese Cristofer Graham, che si occupa da 30 anni di partenogenesi. Oggi la cosa completamente screditata, ma c'è ancora la femminista Marianne Wex che ne sostiene la validità».


    FONTE: http://www.ecologiasociale.org/pg/bio_clon...tenogenesi.html

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:17
     
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    Ma perché le donne quando hanno dei limiti tirano in ballo le solite solfe sulla società "maschilista"?
     
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  12. Davide.4.
     
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    Sogno femminista

    Esiste per davvero una persona (anzi, più di una ) che crede fermamente in un genocidio di genere dove solo il 10% di un certo genere dovrà essere mantenuto in vita. Tale persona era anche un docente universitario, e di un corso che si chiamava (si chiama) "Womens Studies". Ovvero "Studi delle Donne". Quella persona è infatti una donna, Mary Daly, ex-docente universitaria del Boston College, prestigiosa università statunitense. La Daly è anche una femminista dichiarata, e una delle più famose e influenti femministe del mondo. E quella frase sopra riportata in grassetto è stata sì pronunciata, ma con il termine "maschi" al posto di "femmine". Infatti la frase originale è questa:

    "Perchè continuare ad avere MASCHI in questo pianeta ? Ogni cultura deve iniziare a dichiarare che il futuro sarà femminile. La responsabilità della specie deve esser riportata nelle mani delle donne in ogni cultura. La proporzione dei MASCHI deve venir ridotta e mantenuta ad una percentuale del 10% della razza umana"
    Questa frase era contenuta in un manifesto del 1982 scritto non dalla Daly ma da Sally Miller Gearhart (femminista americana) e intitolato "Il Futuro - Se ce n'è Uno - E' Femmina". La Gearhart è un'accanita sostenitrice della partenogesi, ovvero dello sviluppo di un ovulo femminile senza fertilizzazione (da parte del maschio) e quindi della possibilità di riprodursi senza bisogno di un uomo. Da tale processo, va sottolineato, possono nascere soltanto femmine, e non maschi. Da qui deriva la forte attrattiva che la Gearhart (e altre femministe come lei) nutre verso la partenogenesi :

    "Se una metà della popolazione si riproducesse per via eterosessuale, e l'altra metà per partenogenesi, nel giro di una sola generazione si potrebbe raggiungere una proporzione della popolazione del 75% di femmine e il 25% di maschi." (-S.M.Gearhart)

    E se "quella metà" della popolazione continuasse a riprodursi per partenogenesi, dopo un pò si arriverebbe alla fatidica proporzione del 90% di femmine e il 10% di maschi. Questa è, in sintesi, la teoria e il sogno confessato di Sally M. Gearhart, di Mary Daly, e di altre femministe radicali come l'ormai defunta Valerie Solanas. Due anni dopo l'uscita del manifesto per il genocidio di genere, la Gearhart pubblicò un altro libro, una sorta di storia fantastica ambientata nel futuro in cui le donne vivono in un'enorme comunità lesbica nelle "colline" e sono in grado di comunicare per via telepatica tra di loro, e per di più son capaci di comunicare anche con gli animali e con gli alberi. Nel primo capitolo di questo libro la Gearhart assicura il lettore che i "maschi" sono creature piene d'odio e che perciò meritano di morire.

    Sally Miller Gearhart non è però una mosca bianca. Nel corso degli anni sono state numerose le accademiche femministe che si son favorevolmente espresse per una "decontaminazione del pianeta terra" attraverso un genocidio di genere. Mary Dely venne costretta a lasciare la sua cattedra del Boston College non in seguito alle polemiche riguardo il suo sperato genocidio di genere, ma per il più semplice motivo che aveva trasformato il suo corso di laurea del "Women Studies" in una zona off-limits per gli studenti maschi. La Daly aveva vietato infatti l'accesso a quel corso ad ogni studente dotato di un pene, in barba a tutte leggi contro le discriminazioni sessuali. Quando la Daly fu costretta a lasciare il suo posto, immediatamente nel campus universitario del Boston College gruppi di femministe manifestarono per contestare la decisione, e nell'occasione utilizzarono tali manifestazioni per celebrare la vita e le "opere" di Mary Daly. Una di queste opere è un libro che la femminista radicale pubblicò nel 1999, intitolato Quintessence. Il libro è un'opera di fantasia ambientata nel futuro e di cui il personaggio principale è la stessa Mary Daly. La Daly visita un utopico continente nel quale, grazie ai suoi stessi studi e libri, una comunità di lesbiche è riuscita a prendere il sopravvento ed ha sterminato sia il genere maschile che le donne eterosessuali. In questo fantasioso continente di sole lesbiche la vita viene creata tramite la partenogenesi.

    In un'intervista del 2001, contenuta nel magazine "What Is Enlightenment ", alla Daly venne chiesto cosa ne pensasse dell'idea di Sally Miller Gearhart di sterminare il 90% del Genere Maschile e di mantenerlo ad una percentuale fissa del 10%. La Daly rispose testuali parole:

    "Penso che non sia affatto una brutta idea. Se vogliamo che la vita continui in questo mondo, ci dovrà essere una decontaminazione del pianeta. Io penso che tutto ciò verrà accompagnato da un processo evolutivo il cui risultato sarà una drastica riduzione della popolazione maschile. La gente ha paura di fare affermazioni simili però." (-Mary Daly, 2001)

    Immaginate cosa accadrebbe se un qualche scrittore, intellettuale o accademico maschio avesse il coraggio di affermare una cosa del genere. A questo punto il lettore disinformato, potrebbe pensare che la Daly, la Gearhart, Valerie Solanas (autrice nel 1968 del Manifesto SCUM, ovvero il "Manifesto per l'eliminazione dei maschi"), o altre femministe simili (come la scrittrice e giornalista femminista del NY Times Maureen Dowd, che nel 2005 ha pubblicato un altro libro intitolato "Gli Uomini Sono Necessari ?") rappresentino solo una branca estrema dell'ideologia femminista. Così però non è, come dimostrato dal supporto che la Daly ricevette da innumerevoli organizzazioni e attiviste femministe. Infatti ad esprimere totale solidarietà ed ammirazione verso Mary Daly fu anche la più grande e potente organizzazione femminista del mondo, ovvero la NOW (National Organization of Women), la quale può contare in oltre 500'000 membri contribuenti ed in più di 550 filiali sparse per tutti gli Stati Uniti d'America. Il potere di lobby di una simile organizzazione è talmente forte che, si dice, è l'unica lobby a cui nessun politico ha mai osato mettere i bastoni fra le ruote. Questo in un paese, gli Stati Uniti, dove virtualmente ogni singola organizzazione, ideologia o persona può venir criticata senza troppi contraccolpi.

    Anche in Italia non siamo messi meglio. Nell'agosto del 2003 vari quotidiani e riviste riportarono le dichiarazioni di un certo scienziato di Oxford, tale Bryan Sykes, secondo cui tra circa 125'000 anni i maschi del pianeta terra andranno incontro all'estinzione. La notizia, tra risatine e sberleffi nei confronti degli "stupidi maschietti destinati all'estinzione", fece il giro del mondo. Qui in Italia, tra i vari articoli ironici e sbeffeggianti, spiccò per "simpatia" quello della giornalista Daniela Romiti:

    "...uno scienziato di Oxford, Bryan Sykes, che immagina un mondo di sole donne costrette a riprodursi artificialmente per assicurare la sopravvivenza della specie umana. La colpa di questo disastro (o fortuna, a seconda dei punti di vista)... sarebbe tutta del cromosoma Y, quello che determina il sesso maschile dell'embrione"

    Quindi l'estinzione del Genere Maschile sarebbe un "disastro" o come meglio evidenziato più tardi una fortuna. A seconda dei punti di vista. L'articolo proseguì con l'onnipresente menzione alla partenogenesi, e ad un futuro "mondo delle donne", segno inequivocabile che la voce delle femministe americane fa molto velocemente il giro del mondo:

    "...Ovviamente, senza piu' sperma per fertilizzare gli ovuli, le donne non potranno assicurare la continuazione della specie. In loro soccorso potra' arrivare pero' la scienza. Al momento la fertilizzazione avviene attraverso la fusione di due set di materiali genetici, uno maschile e uno femminile. Nel futuro mondo delle donne la fusione potra' avvenire tra due set di materiali genetici femminili..."

    La cosa più preoccupante di tutta questa storia, è che simili psicopatiche come Mary Daly, Sally Miller Gearhart, Maureen Dowd e altre femministe della stessa genìa, non solo vengono tollerate ma addirittura esaltate e celebrate. Queste sono persone che ricoprono ruoli di potere e quasi nessuno ancora oggi ha il coraggio di criticarle o mettere in aperta discussione le loro tesi misandriche di stampo neonazista. I libri di Mary Daly fanno parte delle letture che ogni giorno studenti e studentesse americane devono ascoltare e quindi assimilare durante le lezioni dei corsi di laurea "Women Studies". E se qualcuno decidesse di tirare un sospiro di sollievo perchè tanto simili nefandezze stanno accadendo solo negli USA, è meglio che si ricreda, in quanto il famigerato corso di laurea "Women Studies" è stato recentemente importato in Italia, in via sperimentale, nell'Università di Bologna. Infatti gli Stati Uniti, oltre ad esportare cultura spazzatura, guerre illegali e di aggressione in giro per il mondo, e tante altre "belle cose", esportano anche la feccia più marcia delle stupide ideologie razziste, sessiste, xenofobe che impregnano la loro società, una fra tutte il femminismo. C'è solo da sperare che prima di diventare un clone della società americana, qui in Italia si inizi a rigettare un pò della spazzatura che ci arriva da oltre oceano.


    FONTE: http://antifeminist.altervista.org/risorse...ine_inutili.htm

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    Edited by Davide.4. - 9/10/2007, 14:00
     
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  13. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 1/4/2007, 21:26)

    Addio, Maschio Italiano

    LONDRA – Soffocato nel grembo avvolgente della mamma che lo nutre= di pasta, limitato dal politicamente corretto, intimidito da ambiziose femministe in carriera, il maschio italiano non è più quello di una volta.
    [...]
    Ad ispirare il giornale britannico è stata una ricerca recentemente apparsa sulla rivista Riza Psicosomatica dalla quale è emerso che a soffrire le pene d’amore oggi sono più gli uomini delle donne.

    Ricordando che in un altro sondaggio l’80% degli uomini italiani fra i 36 ed i 55 anni si era dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza, il Times conclude che in Italia c’è una generazione di maschi piagnucolosi dal cuore tenero che si sentono respinti ed usati quando una relazione finisce.
    [...]
    FONTE: http://www.floria-publications.com/la_pagi...liana/addio.htm

    Insomma, se soffriamo di più l'abbandono, è perchè siamo più deboli delle donne; se facciamo soffrire di più è perchè siamo degli insensibili.
    Ma è possibile che non abbiamo mai scampo?

    ...possibile che è sempre e comunque colpa nostra?

    ...è mai possibile che nessuno/a di questi giornaistucoli da novella2000 si rendano conto di questo male-bashing?
     
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  14. Davide.4.
     
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    Marianne Wex, Partenogenesi tra mito e realtà

    di Rosanna Fiocchetto

    Vorrei attirare la vostra attenzione su una circostanza singolare: quello di Marianne Wex è l'unico libro esistente sulla partenogenesi umana. Perchè? L'autrice sottolinea che il mondo scientifico, pur evitando di approfondirne la portata e il significato, non ha difficoltà a riconoscere la grande diffusione di questa modalità di riproduzione per quanto riguarda le piante e le specie animali cosiddetti "inferiori" (che sono circa un migliaio, dagli insetti ai pesci, dai ragni alle lucertole); ma quando si tratta di confrontarsi con il fenomeno della partenogenesi "nei vertebrati, nei mammiferi e infine nelle donne, incontriamo un grosso tabù". Infatti, sebbene i casi di concepimento partenogenetico tra le donne di origine europea siano attualmente altrettanto frequenti delle nascite di gemelli monovulari, "la coscienza della partenogenesi umana esiste soltanto come una sorta di sapere segreto, amministrato da pochi scienziati/e". Quali sono i motivi di tale silenzio, e per quali ragioni e in che senso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio tabù sociale?

    Prima di rispondere a queste domande, per comprendere meglio il punto di vista di questo libro, vale la pena di sintetizzare come, e attraverso quali canali conoscitivi, la partenogenesi sia diventata oggetto di ricerca dell'autrice. Marianne Wex è nata nel 1937 ad Amburgo, e dal 1963 al 198O ha insegnato pittura e fotografia presso l'università artistica di questa città. Ricordo in particolare una sua bellissima mostra realizzata alla fine degli anni Settanta sul linguaggio del corpo come effetto delle strutture di potere patriarcali, nella quale aveva analizzato l'influenza esercitata dagli "ideali sociali interiorizzati" sui portamenti e sulle forme fisiche. Nel 198O Marianne lasciò la Germania per compiere una serie di viaggi in diversi paesi, dove ha studiato i metodi di autocura e di rigenerazione. Il suo scopo era guarire se stessa: un collasso del suo sistema immunitario l'aveva fortemente indebolita, provocandole sintomi molto simili a quelli della sclerosi multipla e rischiando di confinarla su una sedia a rotelle. Mentre si trovava in Nuova Zelanda, cominciò ad imbattersi con sempre maggiore frequenza in informazioni sulla partenogenesi, un campo di ricerca di cui non si era mai occupata e verso il quale non nutriva un particolare interesse personale: quarantacinquenne, era già madre di una figlia ormai adulta ed era totalmente concentrata sui propri problemi di salute. Dunque, come spiega lei stessa nell'introduzione, si domandava perchè, in quel periodo, queste informazioni sembravano inseguirla: "Non trovavo una spiegazione, ma una cosa era sicura: da quando questa tematica era entrata nella mia vita, stavo cominciando a scoprire le mie forze autoguaritrici e ad abbandonarmi completamente ad esse". Nel 1985, tornata in Europa, Marianne Wex venne invitata a tenere varie conferenze, nel corso delle quali i suoi accenni a ciò che aveva imparato a proposito della partenogenesi suscitarono un interesse così vivo da stimolarla a sviluppare ulteriori ricerche e poi, nel 1992, a pubblicarle: "Trovavo, come in un puzzle, sempre più 'frammenti'. Alla fine si formò in me un quadro complessivo sulla partenogenesi da un punto di vista medico, biologico, antropologico, storico, e da molti altri punti di vista, che ho fissato nel testo del libro". Nelle successive edizioni il volumetto, tradotto anche in giapponese, è stato progressivamente arricchito dalle segnalazioni delle lettrici e dall'apporto dei gruppi di donne che si sono spontaneamente aggregati per approfondire la ricerca; fino a quest'ultima edizione italiana, interamente riscritta e aggiornata dall'autrice. "Considero la nascita di questo lavoro un avvenimento collettivo", dice Wex. E racconta: "Durante questo processo, mi si rivelavano con spaventosa chiarezza i contesti del nostro mondo di stampo patriarcale in connessione con la riproduzione umana e soprattutto con la clonazione e la tecnologia genetica". Infatti, insieme alla gioia per la scoperta di questo sconosciuto potere di creazione femminile, una delle sue principali motivazioni di scrittura è stata il preoccupante intensificarsi degli esperimenti sulle donne, sugli animali e sugli embrioni sotto forma di "finzione terapeutica".

    Lo sviluppo delle tecniche di fecondazione artificiale e di ingegneria genetica è legato all'ambizione maschile di avere un pieno e autonomo controllo sul concepimento e sulla riproduzione: una capacità che è invece esclusivamente femminile. Le più recenti scoperte sulla struttura del DNA in relazione alla nostra origine evolutiva (mappatura del genoma umano) hanno dimostrato che il DNA femminile o mitocondriale (cromosoma X) risale ad oltre 143.OOO anni fa ed è di circa centomila anni più vecchio di quello maschile (cromosoma Y), comparso sul nostro pianeta appena 59.OOO anni fa. Dunque la più antica, e per molto tempo unica, forma di riproduzione sulla terra è stata quella partenogenetica. La formazione del cromosoma Y, responsabile della nascita di esseri umani maschili, è probabilmente frutto di una mutazione genetica. Questo cromosoma, che nella convenzione grafica viene rappresentato uguale per dimensioni al cromosoma X, è in realtà molto più piccolo (ha circa un quinto della sua grandezza) e osservato al microscopio appare piuttosto come una piccola "v", ovvero una X monca di due filamenti: quelli che controbilanciano eventuali difetti e predisposizioni deleteri per la salute. E' il motivo, osserva Wex, per cui "nel complesso gli uomini hanno una salute molto più cagionevole delle donne" e una vita meno lunga già a cominciare dalla condizione prenatale, visto che gli aborti spontanei sono più frequenti nei feti maschili.

    Che cos'è scientificamente la partenogenesi? Chiariamo subito che non ha nulla a che fare con la clonazione manipolatoria, la quale è un procedimento artificiale, cioè condotto in laboratorio, che priva una cellula sessuale femminile del suo nucleo, sostituendo ad esso il nucleo di un'altra cellula. Il processo della partenogenesi è invece spontaneo - pur potendo anch'esso essere stimolato artificialmente in laboratorio - e consiste nel concepimento e nello sviluppo di un'embrione mediante un processo di divisione cellulare chiamato "mitosi", nel quale l'ovulo femminile venuto a maturazione si raddoppia da sè, per autofecondazione. Nella riproduzione bisessuale o eterosessuale, invece, interviene lo spermatozoo maschile che si fonde con l'ovulo provocando una divisione cellulare chiamata "meiosi". In questo caso sono necessarie due cellule germinali (una femminile con 46 cromosomi XX, e l'altra maschile con un XY nell'ultima coppia di cromosomi). Nel concepimento partenogenetico è necessaria una sola cellula femminile e ci sono soltanto cromosomi X: quindi nascono esclusivamente femmine. Per di più, si tratta di bambine estremamente robuste e resistenti, perchè nella partenogenesi ogni informazione genetica è doppia. Tale circostanza, com'è ovvio, rende questo tipo di riproduzione molto impopolare tra i maschi, i quali tuttavia la utilizzano ampiamente nella zootecnia per ottenere, ad esempio, solo mucche da latte.

    Per quanto riguarda le femmine umane, invece, come evidenzia Marianne Wex nel suo interessante excursus storico e antropologico, gli uomini hanno cercato di cancellare con ogni mezzo nella società la conoscenza e la coscienza della capacità partenogenetica. In contrasto con il precedente culto della Dea Madre (che simbolicamente partorisce da sè l'universo) e con la centralità sacrale, economica e culturale della donna (capace di autofecondazione) nelle società matriarcali, ai primordi del patriarcato sta il tentativo di fondare miti sostitutivi al maschile, come Zeus che partorisce dalla testa o dalla coscia la figlia Atena, o come la leggenda giudaico-cristiana di Adamo dalla cui costola nasce Eva. "Anche nei popoli già diventati patriarcali, ancora per molto tempo ci furono uomini che vantavano un'origine partenogenetica, fra i quali Pitagora, Platone, Zoroastro, Buddha, Alessandro il Grande, l'imperatore romano Augusto, Cristo"; e questo allo scopo di "accreditarsi" una sorta di superiorità naturale. All'ultima Dea occidentale, Maria, viene concesso di conservare una traccia dell'antico potere partenogenetico nella formula dell'"immacolata concezione": ma anche in questo caso il frutto di essa - evento del tutto improbabile - è un maschio. E l'attributo di "Vergine" che le viene assegnato subisce un totale cambiamento di contenuto: "il significato originario, che indicava come la donna fosse del tutto indipendente dall'uomo, è andato completamente perduto". La sindrome dell'"invidia partenogenetica" maschile attraversa la storia con incessanti e allucinanti tentativi di imitazione, dall"Homunculus" degli alchimisti medievali ai robot, dai cyborg ai cloni. E che cos'è la fiaba di Pinocchio se non una fantasia partenogenetica maschile artigianale, un Giuseppe falegname che ci riprova con le sue mani e con gli "strumenti del mestiere", clonandosi un bambino di legno?

    Sebbene nella nostra cultura la partenogenesi sia stata resa invisibile, tuttavia la sua esistenza non può essere negata. Lo dimostrano le ricerche mediche e scientifiche, i casi e le testimonianze di cui Wex fornisce la documentazione. Dalla pubertà alla menopausa, è un potenziale che è sempre in noi e che può essere vissuto inconsapevolmente, anche nell'ambito di un rapporto eterosessuale, oppure coscientemente, preparandosi all'unione con una "figlia dell'anima". Come stimolare il concepimento partenogenetico? Oltre all'elenco dei metodi usati nella partenogenesi artificiale, sono illuminanti, da questo punto di vista, proprio le strategie patriarcali di repressione che Wex analizza dettagliatamente, dal controllo del corpo femminile e dalla sua sottrazione al contatto con la luce tramite l'abbigliamento e la segregazione, all'alimentazione fisica ed emotiva contenente elementi in prevalenza "acidi" e ai fattori ambientali, dalla violenza sessuale alla clitoridectomia e al "condizionamento dualistico della coscienza". Avanzando nella lettura di questo libro per molti versi eccezionale, si chiarisce anche il collegamento tra partenogenesi, salute e rigenerazione, un nesso che l'autrice si è trovata di fronte in modo ancora oscuro all'inizio del suo percorso di autoguarigione e che poi si è progressivamente saldato ad una visione ampia e multiforme della creatività universale, del modo in cui la natura preserva e trasmette la vita: prevedendo anche, tra l'altro, la possibilità (preoccupante per alcune di noi, auspicabile per altre) di una scomparsa o di una drastica riduzione del genere maschile.



    Marianne Wex,
    Partenogenesi oggi - La forza primordiale della donna di concepire da sè, senza partecipazione di un secondo sesso,
    Edizioni Lilaurora, Sovicille (SI), 2OO3,
    pp. 135 con ill., euro 1O,8O. [email protected]


    FONTE: http://www.universitadelledonne.it/parteno.htm

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    Edited by Davide.4. - 24/10/2007, 12:18
     
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  15. Scienziato apocrifo
     
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    User deleted


    Quest'ultima notizia è un misto di fantascienza, mitologia, boiate femministe e tanto tanto odio misandrico.

    Poverette :sick:

    Tra l'altro la "esperta" in questione non si rende neanche conto che sta dando alle donne il titolo di "essere inferiore" e dell'uomo, in pratica, dice che è un'evoluzione di quest'essere inferiore

    Edited by Scienziato apocrifo - 1/4/2007, 23:45
     
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930 replies since 30/3/2007, 20:28   33417 views
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