Il rancore femminile
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  • 1) Sì, le donne rinfacceranno sempre agli uomini "il passato che non passa" e continueranno a ricordarsi solo di quello che gli fa comodo, anche quando saranno diventate "il primo sesso"
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  • 2) No, in futuro il loro rancore svanirà. Il tempo è un gran dottore
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Il rancore femminile

è indelebile?

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    http://questionemaschile.forumfree.net/?t=9723529
    Silverback 9/8/2006, 12:19
    CITAZIONE
    (*) Secondo Charles Murray e Richard J. Herrnstein* (1930-1994*), autori nel 1994 del libro "The Bell Curve" (libro che scatenò un putiferio negli Stati Uniti; 500.000 le copie vendute), le capacità mentali di un essere umano sarebbero innate all'80 per cento.
    Altri esperti, come Michael Daniels, Bernie Devlin e Kathryn Roeder, autori verso la fine degli anni '90 del lavoro "Intelligence, Genes and Success", che rianalizza le principali tesi riportate in "The Bell Curve", sono dell'opinione che quella percentuale debba essere ridotta al 48 per cento.
    (Ognuno dice la sua...)


    Fonte: LE SCIENZE DOSSIER, edizione italiana di SCIENTIFIC AMERICAN, numero 1 - Primavera 1999.

    Silverback 11/8/2006, 02:18
    CITAZIONE
    Quinzio, litigi o no, un giorno li creeranno degli esseri umani "migliori".
    Sempre che l'umanità non si estingua prima a causa di una guerra nucleare o di qualche altra catastrofe.

    Riguardo alla questione dell'intelligenza, ti posso dire che il discorso è più complesso di quanto si creda, nonostante pure io sia dell'opinione che le capacità mentali sono soprattutto innate (ora, in che percentuale, non è possibile stabilirlo).
    Per esempio, c'è chi come Horward Gardner, sostiene che all'idea dell'esistenza di un'unica intelligenza definibile in termini di QI è meglio sostituire quella di otto, o forse anche nove, tipi diversi di intelligenza.
    1) Linguistica
    2) Logico-matematica
    3) Musicale
    4) Spaziale
    5) Cinestetica
    6 e 7) Intelligenze personali (*)
    8) Naturalistica
    9) Esistenziale

    In parte mi trovo d'accordo con lui.
    _________________________________

    (*) La "mia" intelligenza.

     
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  2. silverback
     
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    http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote...s/g/gardner.htm
    CITAZIONE
    Howard Gardner
    Torino, 10-04-1997
    "Intelligenze multiple e nuove tecnologie"
    SOMMARIO:


    * Studiando per anni il cervello e i suoi meccanismi Gardner ha scoperto l'esistenza di otto diversi tipi di intelligenze, sei in più rispetto alle due prese in considerazione dai test standard per la valutazione del QI. Le nuove tecnologie sono in perfetta sintonia con queste intelligenze multiple: permettono, infatti, di gestire il materiale di studio secondo punti di vista diversi, quelli suggeriti dalle diverse intelligenze multiple (1).
    * Dunque le nuove tecnologie digitali sono strumenti molto efficaci per potenziare le eventuali carenze relative ad una delle otto intelligenze multiple. In questo senso esse possono garantire una educazione personalizzata (2).
    * I bambini dovrebbero imparare ad usare il computer in modo molto naturale, apprendendo, per esempio, dai genitori in casa; l'unico pericolo che si corre è che per i più piccoli, in particolare, il computer diventi un sostituto delle persone. Anche i bambini che inizialmente non si interessano ai computer vi si imbatteranno ugualmente nel coltivare altri interessi (3).
    * La didattica a distanza è un buono strumento per ottimizzare e stimolare il lavoro degli insegnanti e degli studenti disposti ad assumere un atteggiamento attivo di fronte al loro lavoro (4).
    * L'affermazione di Clinton secondo la quale ogni scuola dovrebbe essere connessa ad Internet è solo uno slogan politico (5).
    * Gli insegnanti devono essere molto cauti nell'uso di Internet a scuola e, soprattutto, devono insegnare agli alunni a sviluppare una forte capacità di giudizio rispetto a tutto quello che si può trovare sulla rete (6).
    * Rispetto all'età in cui i bambini dovrebbero iniziare ad usare il computer non esistono regole precise (7).
    * I bambini non dovrebbero, però, essere lasciati troppo soli davanti al computer, per evitare che visitino dei siti a loro poco adatti (8).
    * Una censura troppo rigida rispetto a quello che i bambini possono o non possono vedere in TV o su Internet non è una soluzione che garantisce la salvaguardia della "purezza" dei propri figli (9).
    * La grande quantità di informazione che si riceve dai nuovi media pone il problema di mantenersi capaci di distinguere quello che si vuole memorizzare e fare proprio, senza restare semplicemente confusi (10).
    * I bambini che hanno un computer a casa hanno ovviamente maggiori opportunità di quelli che possono usarlo soltanto a scuola. Comunque, la tecnologia non è sempre condizione necessaria al successo di una persona (11).

    INTERVISTA:

    Domanda 1
    Può illustrarci la sua teoria sulla intelligenza multipla, la teoria che lo ha reso famoso in tutto il mondo?

    Risposta
    La gran parte della gente, quando usa la parola intelligenza pensa che ci sia una singola intelligenza con la quale si nasce e che non si può cambiare molto. Si attribuisce un gran valore a quello che si chiama un IQ test, una serie di domande alle quali si risponde bene o meno bene. Io penso che il test del quoziente intellettivo sia una misura ragionevole del rendimento delle persone a scuola, ma esso offre una visione molto ristretta di come sia l'intelletto umano una volta usciti dalla scuola. Nel mio lavoro ho gettato via i test perché penso che essi non possano esaminare l'intero spettro delle capacità umane. Viceversa, ho studiato il cervello e come si è evoluto nel corso di molti, molti anni. Ho anche studiato il tipo di abilità cui si attribuisce valore nelle diverse culture, non solo nella nostra cultura oggi, ma nella nostra cultura storicamente, e nelle culture di tutto il mondo. Come risultato di questo studio di molti anni ho definito almeno otto intelligenze diverse. La definizione standard di intelligenza ed il test standard guardano a due intelligenze: quella linguistica e quella logica, che sono molto importanti a scuola. Ma io sostengo che ci sono almeno altre sei intelligenze, incluse quella musicale, quella spaziale - che consiste nell'abilità di valutare gli ampi spazi allo stesso modo del pilota o di un navigatore, o gli spazi locali, come farebbero uno scultore, un architetto o un giocatore di scacchi -; l'intelligenza cinestetica corporea, che è l'intelligenza del ballerino, dell'atleta, dell'artigiano, dell'attore; due tipi di intelligenza personale, che consiste nella comprensione delle altre persone, come esse lavorano, come motivarle, come andare d'accordo con loro; l'intelligenza interpersonale, che consiste nella comprensione di se stessi, di chi si è, di cosa si cerca di raggiungere, di quello che si può fare per avere maggiore successo nella propria vita. Recentemente ho aggiunto una nuova intelligenza chiamata "intelligenza naturalistica", che consiste nella capacità di riconoscere diversi oggetti nella natura: esseri viventi, piante, animali, e anche altre cose in natura come le rocce, o nuvole o tipi diversi di tempo.
    Ora, tutti noi siamo dotati di queste diverse intelligenze. Infatti, qualcuno potrebbe dire che sto definendo gli esseri umani non nel modo in cui fece Socrate, come animali razionali, ma come animali dotati di linguaggio, di logica e così via. In ogni caso, mentre tutti noi possediamo queste intelligenze, non esistono due persone che abbiano esattamente la stessa combinazione di intelligenze. Qualcuno è più forte nell'intelligenza linguistica, qualcuno in quella spaziale. Anche il modo in cui combiniamo le intelligenze o non le combiniamo è differente fra le persone, e qui entrano in gioco le implicazioni educazionali. Perché o noi possiamo trattare tutti come se fossero uguali, il che semplicemente indirizza un tipo di intelligenza, o possiamo cercare di capire le intelligenze dei bambini e personalizzare, individualizzare l'educazione il più possibile. Il mio pensiero è che anche se si vuole che ognuno impari lo stesso materiale; si può insegnarlo in molti modi, e si può anche stimare o valutare in molti modi ciò che lo studente sta imparando. E' qui che viene fuori il ruolo della tecnologia, nell'individuazione del curriculum, dei materiali, degli argomenti per gli studenti, e nel dare loro molti modi di studiare e molti modi di padroneggiare il materiale.

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    Domanda 2
    Dunque qual è il ruolo delle nuove tecnologie nella teoria delle intelligenze multiple?

    Risposta
    Ogni intelligenza tradizionalmente è utilizzata da diverse tecnologie. Un'intelligenza linguistica dalla semplice tecnica della penna, del libro, del microfono; l'intelligenza logica e matematica dalla tecnologia del pallottoliere, della calcolatrice oppure dal computer; l'intelligenza musicale con gli strumenti, i sintetizzatori e così via. Avendo degli esseri umani ed una intelligenza, si sviluppa una tecnologia da dirigere con quella intelligenza. Ma penso che ciò che la gente vuole sapere è la relazione fra l'intelligenza e le nuove tecnologie. E' molto importante capire che la tecnologia è solo uno strumento, niente di meno e niente di più. Ho una penna qui. Essa è uno strumento. Posso usare la penna per scrivere un sonetto, come Shakespare o Dante. Posso anche usare la penna per cavare un occhio a qualcuno. E' solo uno strumento. E i computer possono essere usati per manipolare le persone o per liberarle, i computer possono essere usati per insegnare alla gente nello stesso noioso modo rigoroso in cui si è insegnato per moltissimi anni, o possono essere usati per insegnare in modi molto nuovi. Ovviamente, mi piacerebbe che le tecnologie venissero usate nei modi che liberano gli individui, che consentissero loro un maggiore accesso alle cose rispetto al passato. Lasci che usi me stesso come esempio. Io possiedo una intelligenza musicale piuttosto forte, ma non una particolare intelligenza spaziale. Quando ero a scuola mi venne chiesto di cercare di immaginare una figura in tre dimensioni e come essa veniva trasformata. Era un'operazione molto difficile da fare nella mia testa. Ora io posso creare una immagine sullo schermo del computer e girarla tutto intorno, realizzando, in questo modo, davanti a me, quello che dovevo fare nella mia testa. Poiché sono migliore nella intelligenza musicale, se ascolto una fuga, per esempio, con un tema, posso sentire nel modo in cui il tema viene trasformato o preso da un'altra voce. Posso farlo con le mie orecchie. Ma se non fossi stato in grado di farlo con le mie orecchie, avrei potuto prendere un registratore, registrare la fuga, separare le voci, seguirne una da una parte all'altra del pezzo; e di nuovo la tecnologia mi avrebbe aiutato a fare quello che non sono in grado di fare nella mia testa.
    Dalla mia prospettiva, la più grande promessa della tecnologia è quella di individualizzare l'educazione. Se un insegnante ha 30 o 40 studenti e non ha a disposizione alcuna tecnologia, non ha molta scelta: lui o lei deve leggere o dare a tutti lo stesso compito. Ma se, per esempio, un insegnante ha 30 o 40 studenti, ma ciascuno studente possiede il proprio computer con il CD ROM o il video disk player, allora, l'insegnante può insegnare le frazioni in un modo ad uno studente e in un altro modo ad un altro studente, e può altresì offrire allo studente vari modi di mostrare ciò che capisce. Così la tecnologia mantiene la promessa di personalizzare ed individualizzare l'educazione molto più che nel passato. Perché questo è importante? Tradizionalmente, l'educazione è stata un segno di selezione. A chi pensa in un certo modo, a chi può passare per la cruna di un ago, per usare una metafora, noi daremo un riconoscimento, e tutti gli altri saranno messi da parte perché non sono in grado di fare le cose in quel modo. Se noi individualizziamo o personalizziamo l'educazione, invece di avere un test che ciascuno deve superare, possiamo avere dei test appropriati per ciascuno in considerazione della sua intelligenza. Questo significa che ognuno può essere avvantaggiato in base alle proprie potenzialità, e non si forzeranno tutti ad essere come un certo prototipo, e se non si può essere come quel prototipo allora non si ha alcuna opportunità.

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    Domanda 3
    Come possono, le tecnologie, essere importanti per lo sviluppo della intelligenza?

    Risposta
    Attualmente ogni bambino dovrebbe essere avviato alla conoscenza dei computer con la maggiore naturalezza possibile. Se i genitori e gli insegnanti usano i computer quasi ogni bambino li userà naturalmente. Infatti, molti di noi che hanno una certa età ed hanno dei bambini, hanno i bambini che insegnano loro il computer e non viceversa. Dunque, i computer non sono un problema per i bambini. E' importante che il computer sia introdotto in modo naturale. Ciò che noi non vogliamo sono i computer che sostituiscono gli esseri umani. Quello che un computer dovrebbe fare è consentire agli esseri umani di fare il tipo di cose che un computer non può fare: un computer non può abbracciare, bisogna sempre essere in grado di abbracciare il proprio figlio. Questo è un ruolo molto importante per l'essere umano. Immaginiamo di avere un figlio che non sia interessato ai computer. Non mi preoccuperei della cosa, a meno che il bambino non sia interessato neanche ad altre cose. Se il bambino non dovesse trovare interesse in nessuna cosa, penserei all'esistenza di un problema. Ma se un bambino si interessa di qualche cosa, ai giorni nostri, prima o poi si interesserà ai computer, perché ogni cosa della nostra vita è contagiata dai computer. Se un bambino si interessa agli strumenti musicali e non ad un computer, un giorno vorrà comporre al computer o comporre musica elettronica o ascoltare la musica su un CD ROM; solo allora si interesserà alla tecnologia.

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    Domanda 4
    Qual è la sua opinione in merito alla tele-educazione? Crede che essa sostituirà l'insegnante classico oppure si tratta solo di un altro modo di insegnare?

    Risposta
    Si possono usare tecnologie remote per aiutare ad insegnare, certamente lo si deve fare. Non c'è ragione per cui dovrei ripetere la stessa lettura venti volte se si può fare con una video-conferenza o se può essere inserita in un CD ROM. Comunque, come nel caso dei bambini, ci sono diverse funzioni che i computer non possono svolgere bene con gli studenti. I computer non possono introdurre gli studenti nel mondo del lavoro, non possono fornire valutazioni personali del lavoro degli studenti, almeno non attualmente. Dunque, io, come insegnante uso la tecnologia allo scopo di liberarmi per svolgere delle operazioni che la tecnologia del computer non è in grado di fare. Gli insegnanti che svolgono la solita noiosa lezione saranno presto rimpiazzati da lezioni più interessanti mandate da Roma, da Londra o da Tokyo. In questo modo lo stimolo per gli insegnanti sarà quello di sviluppare delle abilità che il computer non è in grado di fornire. Io sono un insegnante e credo che l'aspetto più importante dell'apprendimento, per gli studenti, consista nell'osservarmi mentre lavoro: vedere come mi relaziono con gli ospiti, osservare come indago su un problema di ricerca, come io guardo un dato e gli do un senso. Questi sono elementi dell'insegnamento che mancano alla tecnologia, anche se alcuni di essi potrebbero probabilmente essere simulati. Allo stesso modo penso che la tecnologia sarà un problema per lo studente pigro, perché ogni risposta che il computer può dare, noi non abbiamo bisogno di averla dallo studente. Dunque, egli dovrà avere più immaginazione, più creatività, dovrà, in sostanza, andare un po' più in là. Insomma, penso che il computer ci stimoli ad essere attivi.

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    Domanda 5
    Il Presidente Clinton ha detto che tutte le scuole devono collegarsi entro il Duemila. A Suo avviso questo provvedimento è sufficiente per una buona preparazione delle generazioni future? Se non lo è, di cosa abbiamo bisogno?

    Risposta
    Penso sia uno slogan politico. Non gli costa nulla dire questo. Se lei chiedesse a me se preferirei avere tutte le scuole collegate ad Internet o se preferirei che ci fossero buoni insegnanti ed una libreria, io sceglierei dei buoni insegnanti e la libreria. Tuttavia, il suo punto di vista è appropriato. Viviamo in un'era tecnologica, e la gente ha bisogno di avere contatti con luoghi lontani via Internet; quindi non polemizzerei con quello che dice, poiché si tratta di un'affermazione politica che non ha molta sostanza.

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    Domanda 6
    Quindi, il problema consiste nella creazione di una disponibilità di informazioni per gli stessi insegnanti, perché altrimenti avremo degli insegnanti che non hanno alcuna competenza nel settore tecnologico.

    Risposta
    Non è solo una questione di insegnanti che sappiano come entrare - questo è facile da fare - o come mostrare il modo di entrare nel Web mondiale. Il problema più importante è nella qualità di informazioni contenute in Internet. Questo problema richiede un giudizio da parte di qualcuno per sapere cosa ignorare, a cosa fare attenzione. Il problema del giudizio è di più difficile risoluzione rispetto alla conoscenza necessaria per accedere ad Internet. Bisogna aiutare a distinguere. Io dico sempre che l'informazione non è la stessa cosa della conoscenza, che la conoscenza non è la stessa cosa del giudizio, e il giudizio non è la stessa cosa della saggezza. Sono necessarie delle persone sagge, Internet non aiuta a divenire saggi. Può anche far diventare matti se si crede ad ogni cosa contenuta in esso. Ma certamente si può dire la stessa cosa dei libri: esistono moltissimi libri pieni di cose senza senso. Penso che la differenza stia nel fatto che per essere in grado di pubblicare un libro sia necessaria una certa cifra. Invece, ognuno è in grado di mettere qualsiasi cosa nel Web mondiale, e per questa ragione i pericoli disponibili sono maggiori, e, di conseguenza, si deve essere dei migliori scopritori di pericoli.

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    Domanda 7
    In base alla sua esperienza, qual è l'età migliore per un bambino per cominciare ad usare il computer?

    Risposta
    Penso che la maggior parte dei bambini che possiedono un computer comincerebbero ad interessarsi ad esso non appena fossero abili a muovere un mouse. Ma, ancora, non mi preoccuperei se un bambino non lo facesse. Così come trova interessanti altre cose, prima o poi il bambino troverà interessante anche il computer. Molti genitori si preoccupano enormemente se il loro bambino di tre, quattro, cinque o sei anni non è un esperto di computer. Penso sia folle preoccuparsi. Mi preoccuperei molto di più se non avesse voglia di uscire, di giocare con altri bambini o di arrampicarsi sugli alberi, o di andare sull'altalena, o se non volesse andare allo zoo oppure osservare quando si cucina. La ragione per la quale è folle preoccuparsi è che ogni pochi anni i computer cambiano totalmente, in ogni caso. Dieci anni fa si diceva che bisognava insegnare ai bambini come programmare. Ora nessuno lo dice più. Dunque, i genitori dovrebbero usare il loro giudizio e non agitarsi solo perché il loro bambino non passa tutto il suo tempo con il mouse.

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    Domanda 8
    Ma Internet può dare dei problemi. C'è un'età in cui si può usare Internet senza rischi ed esiste un modo per navigare in Internet senza correre pericoli?

    Risposta
    Io penso che sia importante per i genitori non limitarsi a mettere il bambino in una stanza dove si trova il computer e lasciarlo da solo. E, naturalmente, una volta che il bambino può leggere i libri, probabilmente non si vuole che legga qualsiasi cosa per il solo fatto che è in grado di farlo. A mio avviso Internet è, in qualche modo, più affascinante. I bambini sono più propensi a lavorare insieme su Internet, piuttosto che leggere insieme. Ma ogni volta che ci sono stati dei genitori ed un Giardino dell'Eden, c'erano dei pericoli in giro, e i genitori che lasciavano i bambini completamente affidati a se stessi avevano dei bambini che si cacciavano nei guai. I genitori che non solo si occupavano dei bambini, ma che dimostravano di avere dei modelli nella loro vita, avevano molto meno di cui preoccuparsi. Io penso che i figli abbiano sempre dei segreti per i loro genitori, e, probabilmente, così come un buon genitore non dovrebbe dare per certo che suo figlio non fumi o non faccia uso di droghe, allo stesso modo, un buon genitore non dovrebbe affermare che suo figlio senz'altro non è su una chat room illecita. Penso che si debba mantenere uno stretto contatto con i bambini. Ma gli argomenti tabù non sono una novità. In America noi segnaliamo i programmi a rischio per i bambini. Ma si è scoperto che non appena i bambini imparano questa cosa vogliono vedere proprio quei programmi che non dovrebbero. Dunque, limitarsi a segnalare quei programmi non risolve il problema.

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    Domanda 9
    Dunque, a Suo avviso, è giusto o no il controllo dei genitori sui programmi e la censura su Internet? Si dovrebbe mettere un lock sui programmi che un bambino non dovrebbe vedere?

    Risposta
    Io, certamente, credo nel controllo da parte dei genitori. Ma probabilmente non sarà possibile rendere inaccessibili tutti i siti. Ogni giorno la gente inserisce nuovi contenuti sul net, e si dovrebbe dipendere, in qualche misura, dal giudizio delle persone che producono questi sistemi, e si deve dipendere dalla misura del buon senso dei figli rispetto alle cose dalle quali stare lontani. Ciò significa che il proprio sistema di valori è molto importante. Io so che non sono capace di aver nulla a che fare con alcun tipo di violenza nel media. Trovo che mi fa stare male, ma non posso impedire che i miei figli, che sono interessati alla violenza, la guardino. Ma credo che essi vedano che io provo ripugnanza per queste cose, che le trovo ripugnanti, e penso che il mio atteggiamento produca un effetto su di loro. Bisogna avere abbastanza fiducia nei propri figli, nel fatto che non verranno distrutti solo perché vedono una cosa volgare su Internet. Dopo tutto, qualcuno potrebbe essere ucciso proprio nella casa vicina. Non si può impedire questo tipo di cose. Bisogna occuparsene, quando avvengono, aiutare i bambini a capirle. Se un bambino fa una cosa sbagliata, bisogna dirglielo e poi andare avanti, senza fare un caso di quello che è avvenuto.

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    Domanda 10
    L'informazione oggi cammina molto più in fretta che nel passato. A causa dei media noi riceviamo molti più input dei nostri padri. Come può tale velocità influire sulla nostra intelligenza?

    Risposta
    Non è molto noto, ma il quoziente intellettivo è salito costantemente in questo secolo. Sale di qualche punto ogni dieci anni; negli ultimi quarant'anni il quoziente intellettivo della gente in tutto il mondo è passato da 10 a 15 punti. E' piuttosto interessante. E penso che la spiegazione stia nel fatto che un numero maggiore di persone vanno a scuola, e la scuola rende più brillanti. Una maggiore esposizione delle persone a più informazioni per un periodo più lungo della loro vita, non solo a scuola, influisce sull'intelligenza. Ma molto dipende dalla qualità dell'informazione su Internet. Più televisione si vede, più ci si deprime, più ci si stanca, perché la gran parte del materiale televisivo è terribile. Se il materiale televisivo fosse buono come questo programma, allora la gente diventerebbe più intelligente anche guardando la televisione per tutto il tempo. Dunque, similmente, sono sia la qualità del materiale di Internet che l'uso che se ne fa ad influire sulle capacità intellettive delle persone. Penso che questa sia la chiave. Si possono leggere tutti i giornali del mondo e finire per essere confusi, perché il giornale palestinese dice cose diverse da quello israeliano, e il giornale giapponese dice cose diverse da quello italiano. Quindi, è necessario decidere quello a cui si presta attenzione e perché, cosa far diventare parte della propria mente e cosa respingere. E credo che Internet creerà una grande responsabilità nelle persone per ciò che riguarda questo tipo di giudizio. Inoltre, è ovvio che con la velocità attraverso cui le cose al mondo cambiano e con il flusso continuo di informazioni, le persone dovranno continuare ad imparare in un modo molto più sistematico, altrimenti non saranno neppure in grado di parlare e di trattare con i loro vicini. Dunque, quando si parla di società educata o di una società per l'educazione, non si usa solo uno slogan , si descrive un mondo che non credo cambierà nel tempo della nostra vita. Tutte le gratificazioni, nel futuro, saranno per le persone che capiscono quanto sia importante sapere come imparare. Sapere come usare le nuove tecnologie è essenziale, sapere come distinguere fra il buono e il cattivo è importante, così sapere cosa tenere e cosa buttar via. E poi, forse, la parte più difficile è avere una visione periferica, che vuol dire, di tutte le cose del mondo - che si tratti di tecnologia o di altro - quali tipi di cose sembrano puntare al futuro e quali puntano al passato. Questo non vuol dire che la tradizione sia negativa. Infatti, io credo molto nella tradizione e non penso che le cose nuove significhino che dovremmo eliminare la tradizione. Comunque, parlando di qualche cosa come la Chiesa Cattolica, che è una istituzione molto tradizionalista, se la Chiesa Cattolica fosse ignorante sul Web, sarebbe un disastro per la chiesa. Dunque, bisogna conoscere i nuovi media e le nuove tecnologie, ma esse non possono dire quali dovrebbero essere le convinzioni essenziali e i valori delle persone.

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    Domanda 11
    Il bambino ricco utilizzerà Internet ed altre nuove tecnologie e il bambino povero no. Svilupperanno intelligenze differenti o avranno le stesse chance?

    Risposta
    Io credo che la ragione per cui il Presidente Clinton insista affinché ogni scuola abbia Internet è perché egli sa che altrimenti i bambini che lo hanno a casa avranno un vantaggio rispetto a quelli che lo hanno a scuola. E' chiaro che quando un nuovo strumento viene inventato, che sia una matita, un'automobile o un computer, le persone che hanno a disposizione quello strumento sono avvantaggiate rispetto a quelle che non possono averlo. Questo non vuol dire che se non si è in grado di scrivere non si può ottenere nulla, nel mondo. Conosco persone ignoranti che hanno successo. Si può essere incapaci di usare le nuove tecnologie, ma essere ugualmente in grado di costruirsi un successo personale. Nella maggior parte dei casi, ovviamente, è bene sapere come usare una penna, come guidare una macchina e come usare un computer. E chiunque dicesse che non è importante, mi piacerebbe vederlo tenere il computer lontano dai suoi figli. Sono sicuro che non lo farebbe, perché il computer è chiaramente una parte importante della nostra vita da questo momento in poi.

     
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  3. silverback
     
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    http://it.eurosport.yahoo.com/tacchetti-a-spillo/article/24/
    CITAZIONE
    I tifosi dello Zenit: veri uomini (da evitare)

    lun mar 02 10:26


    Qualche giorno fa ho letto una notizia che mi ha fatto rizzare i capelli in testa: i tifosi MASCHI dello Zenit San Pietroburgo non vogliono più che le donne abbiano accesso allo stadio.

    Ho riletto la pagina più volte, non poteva essere vero... E cercando qua e là su Internet mi sono accorta che non solo la notizia è purtroppo vera, ma che addirittura sembra che il club russo sia disposto ad assecondare questa richiesta da parte dei suoi sostenitori.

    Quali motivazioni si celano dietro questa proposta assurda anche senza una giustificazione? Le ragioni sono principalmente due: le ragazze più giovani sono un motivo di distrazione dalla partita, mentre il gentil sesso più in generale, senza distinzioni di età o avvenenza, funziona da deterrente. Deterrente per che cosa?

    Tenetevi bene alla sedia, perché potreste tonfare a terra per lo shock: i tifosi uomini, se ci sono donne sugli spalti, non possono saltare, urlare ma soprattutto insultarsi liberamente!!!

    Se c'è una donna in giro l'insulto è meno spontaneo: come fai a dare del figlio di vicino a una che magari i figli li ha davvero, non fa quel mestiere e potrebbe anche prenderla mare? Insomma, più che un deterrente siamo diventate un freno inibitore.

    Molto meglio insultatori, bestemmiatori, violenti, molesti, purché non abbiano alcun controllo. E siano liberi di lasciarsi andare a qualsiasi turpiloquio: visto che a parlare di calcio civilmente non sono capaci

    A questo punto mi vengono spontanee alcune considerazioni che vorrei condividere con voi.

    1) Una bella ragazza si siede in tribuna? Sicuramente non è colpa sua se è nata con un dono della natura e non si può certo ghettizzarla solo per il suo aspetto fisico. In compenso in tribuna ci sono tanti uomini orrendi. Ma proprio tanti, sudati, urlanti, con l'ascella pesante e l'alito fetido. Una ragazza in un contesto del genere possiamo garantire che non si nota neppure.

    2) Ti fai distrarre dalla sua bellezza? Forse vuol dire che il tuo interesse non è totalmente rivolto alla tua squadra e che non sei abbastanza concentrato. Mi verrebbe proprio da dire che non sei un vero tifoso. Ma potresti essere un buon cliente per un locale di lap dance...

    3) Ti senti inibito e non puoi comportarti come ti piacerebbe? Magari certi comportamenti sono più consoni allo zoo che a uno stadio. Pensa: se ti mettono in gabbia e ti lasci andare davvero qualcuno potrebbe anche pagare un biglietto e tireresti su qualche soldo.

    Vorrei soffermarmi proprio sul terzo punto, perché i primi due rappresentano qualcosa che fa sorridere e che mette in luce quanto possano a volte essere infantili certi esseri umani.

    Ma quella del comportamento negli stadi è una cosa grave. Cerchiamo di capirci: in un momento in cui si cerca di riformare il calcio per renderlo meno pericoloso e più civile, c'è chi si lamenta perché con le donne accanto non può fare lo scalmanato. Questo è fuori da ogni logica ed è anche preoccupante: magari a qualche rappresentante di quello che alcuni uomini considerano ancora il "sesso debole" è necessario spiegare più volte la regola del fuorigioco prima che la faccia sua, ma sulle norme comportamentali credo che certi uomini debbano proprio imparare da noi. Tifare non significa necessariamente scannarsi e tirare fuori il peggio di sé: tifare può voler dire partecipare ai cori che sostengono la squadra (e non quelli contro quella avversaria, che da molte di noi sono decisamente visti come un atto di antisportività), mostrare orgogliose la propria sciarpa e esultare se i propri beniamini segnano, senza gestacci ai sostenitori opposti, ma con tanta gioia per il proprio risultato.

    Non c'è bisogno di diventare degli animali, devastare seggiolini, sputare sulla testa degli spettatori dell'anello sottostante, urlare frasi irripetibili, entrare allo stadio armati per dimostrare che la propria squadra è migliore dell'altra. Probabilmente, se in ogni stadio ci fossero un po' più donne - invece di vietare definitivamente loro l'ingresso - gli incontri sarebbero più educati, più godibili e meno pericolosi.

    D'altro canto possiamo anche allargare il concetto: vietiamo lo stadio alle donne, e poi anche ai bambini; immediatamente dopo agli ultrasessantenni e subito in successione stop a laureati e persone che parlano più di una lingua correttamente.

    Non so che razza di tifosi abbia lo Zenit San Pietroburgo; ma vedo quelli di casa nostra. Non sono molto migliori: a volte mi fanno vergognare della mia squadra. Forse è davvero il caso di pensarci: se non ricordo male i tifosi dello Zenit furono gli stessi che furono definiti i più razzisti d'Europa dopo gli ululati scimmieschi a un giocatore del Marsiglia ribaditi qualche mese dopo a un giocatore di colore dello Spartak Mosca. E sempre se non ricordo male, lo Zenit è la stessa squadra che non ha mai tesserato un brasiliano, o africano, o comunque un giocatore di colore: "E' meglio di no - aveva detto il tecnico Advocaat - i nostri tifosi non capirebbero".

    Razzisti, ignoranti e maschilisti: bell'esempio da proteggere....

     
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  4. Guit
     
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    Quando non possono mettere le bandierine in ogni territorio maschile fanno la schiuma dalla bocca. Quando non possono controllare tutto, iniziano subito a insultarci.
     
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  5. silverback
     
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    http://trovacinema.repubblica.it/multimedi...ini/4989351/1/1
     
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  6. silverback
     
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    http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_0...44f02aabc.shtml
    La giornata della donna
    Il femminismo trasversale
    e la parità che non c'è


    «Questo 8 marzo dovrà essere una giornata di memoria e di lotta», l'ho sentito ieri alla radio. Non un'emittente zapatista del Chiapas, ero su Radio 24; la conduttrice e le sue ospiti, parlamentari Pdl e Pd, concordavano. Non pare una stranezza o un momentaneo impazzimento sovversivo. È la festa delle donne 2009, niente sembra più al sicuro, e tante femmine — soprattutto le femmine — non si sentono tanto bene. Ovvio, non sono più tempi da suffragette, roba di secoli fa. Né di quote rosa, la cooptazione di donne variamente selezionate dai nostri maschi politici continua a suscitare stupore bipartisan. E nemmeno da manifestazioni femministe anni Settanta, col cavolo che ci rimettiamo gli zoccoli. Non è neanche più tempo di postfemminismo colto e autoreferenziale, di riflessioni sullo «specifico femminile»; sono un lusso da società paritaria, e l'Italia non lo è.

    E forse, a decenni di distanza, c'è di nuovo bisogno del buon vecchio femminismo emancipazionista. Perché non siamo davvero emancipate; né sul lavoro, né in famiglia, né per strada, né quando veniamo bombardate di spot e programmi tv con decerebrate svestite; né quando (orrore) pensiamo che il nostro corpo sia (parrebbe logico) nostro. Anche se le italiane lo tengono ben allenato. Il 77 per cento del lavoro domestico è a carico loro. Con un lavoro esterno la fatica è doppia. Avendone ancora uno: le cassintegrate aumentano, le precarie se va bene restano precarie, le lavoratrici di mezza età sono le prime a venir fatte fuori. Siamo penultimi nella Ue per occupazione femminile, probabilmente manterremo il primato.

    E perfino le iper-occupate iper-abbienti vengono maltrattate se dicono cose realistiche: vedi la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Quando ha parlato di foschi scenari economici — poi confermati per difetto — il ministro Scajola l'ha attaccata parlando di «corvi». «Corve» non suonava bene, almeno quello. E poi non ce ne sono tante, di corve, la differenza retributiva tra uomini e donne resta del 23 per cento. D'altra parte, si sa, hanno la testa altrove, devono curare la casa e i cari. Sennò pagano donne straniere per farlo; di collaborazione maschile non si parla. Però. Approfittando dello stato attuale dei maschi si potrebbe trovare una via d'uscita emancipazionista e trasversale (non è necessario essere di sinistra, oggi, per essere imbufalite).

    Il sistema italico ha prodotto uomini disastrati, tronfi ma inetti, egomaniaci e poi pavidi, viziati quindi fragili. E tiene in quarantena una minoranza di massa di donne formidabili; spesso occupate a tenere insieme contratti a termine-compagni insipienti-figli da accompagnare-lavatrici. Intanto — è una novità, ancora minima, ma succede — questo 8 marzo per la prima volta da anni è stato ricco di microincontri, discussioni in rete, creazione di network femminili. Qualcosa ne nascerà forse, anzi si spera. Anzi, per favore, sorelle, imponetevi ovunque, lavorate bene e fate meno lavatrici (le italiane fanno più lavatrici di chiunque al mondo, ora basta, infischiatevene delle lavatrici).


    Maria Laura Rodotà
    08 marzo 2009


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    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...41684girata.asp
    Il club delle fedifraghe
    "L'8 marzo si tradisce"
    L'otto marzo in Russia: a Mosca sfilata di donne e politici

    La scelta di 200 moscovite: “Ma lo facciamo solo in questo giorno”

    GIORDANO STABILE

    MOSCA
    Uno scrittore russo, o forse francese, ha detto che una donna con un amante è un angelo, una donna con due amanti un mostro, una donna con tre amanti una donna. Noi non siamo angeli, ma non vogliamo neanche essere mostri». Veronica è una delle duecento moscovite che fanno parte del più originale club femminile dedicato all’Otto marzo. Tutte sono sposate e tutte hanno superato, o presto supereranno, quota tre amanti. Ma non lo fanno né per denaro, né per vanità. Tradiscono per dispetto. Ed esclusivamente l’8 marzo. «È la festa più ipocrita dell’anno - continua Veronika -. L’unico giorno in cui gli uomini sono gentili, non si ubriacano, non si sfondano di cibo e ti regalano persino un mazzo di fiori. A noi tutto questo fa rabbia». E allora, quattro anni fa, è nato il Club dell’8 marzo di Mosca. «Quel giorno mio marito mi annunciò che saremmo andati da mia suocera - racconta Elena, una delle fondatrici -. Ero disperata. Abbiamo litigato. Mio marito è andato via furioso. Mi chiama un’amica e mi dice che c’è un suo collega a Mosca per il ponte, carino e solo soletto. Sono andata con lui e tutto mi è passato. Penso di aver salvato così il matrimonio». Elena e la sua amica hanno allora deciso di estendere ad altre amiche quella forma di tradimento taumaturgica. Ed è nato il club. Il regolamento è semplice. Si può consultare la lista degli uomini disponibili, amici, amici di amici, ex fidanzati. In linea di massima vengono osservati due soli criteri di scelta: l’età e la statura. La regola principe è che l’incontro può avvenire una sola volta e una volta sola con quel determinato uomo. Se il prossimo 8 marzo si vorrà tradire nuovamente il proprio marito, lo si dovrà fare con un uomo diverso. «È tutto molto informale e flessibile - spiega Elena -. Non abbiamo una sede, non ci sono noiose riunioni. Ci vediamo una volta all’anno, all’inizio della primavera, ci scambiamo i numeri di telefono più interessanti, un po’ di informazioni e via». Unica formalità burocratica, i contatti vengono registrati, e si fa in modo di evitare che una stessa coppia si incontri di nuovo. Insomma, quello moscovita è un club «di prime mogli» che non vogliono distruggere i loro mariti fedifraghi come nel film di Hugh Wilson, ma vendicarsi in silenzio, senza mandare in pezzi il matrimonio. «Queste donne sono le migliori perché tradiscono i mariti di rado, ma lo fanno molto meglio», osserva Artiom, uno degli uomini nella lista del club, sposato pure lui. «La cosa bella è questo incontro è il primo e l’ultimo, così si evita il pericolo di una delusione di un possibile rapporto prolungato - spiega invece Margarita al quotidiano Moskovski Komsomoliets, che ha messo in prima pagina la storia del club e delle sue donne disilluse ma non ciniche -. Non bisogna fidarsi una dell’altro. È l’unica difesa contro il tradimento istituzionale degli uomini. Il nostro obiettivo non è distruggere la famiglia. Una volta all’anno mi basta». Tutti gli altri giorni, precisa, «sono una moglie ideale, dolce e comprensiva». Nel giro di quattro anni il club, da piccola carboneria, ha assunto però quasi dimensioni industriali. Quest’anno c’è stato un vero boom di richieste. Forse è il clima quasi primaverile, con ben due gradi sopra lo zero e poche nubi. O forse è la crisi economica. «È meglio divertirsi con un regalo che non costa un solo copeco - conferma Valya, una neofita del club -. Né a noi stesse né ai nostri mariti». Un festa tradizionale costerebbe certo molto di più. In Russia l’otto marzo è una sorta di San Valentino all’ennesima potenza. Non si lavora, anche se cade di domenica si fa un ponte di due o tre giorni, la macchina consumistica dei regalini, regaloni, viaggetti romantici, weekend sotto l’ultima neve gira a pieno regime. Le istituzioni si sprecano nell’esaltazione del genio femminile, tutti gli uffici sono ricolmi di fiori, a casa gli uomini lavano i piatti almeno per una volta. «Ma alla fine il mio finisce sotto il tavolo ubriaco - continua Valya -. E il giorno dopo non è già più l’otto marzo e la montagna di vettovaglie la devo lavare io. Meglio dirgli che vado a teatro con le amiche. Lui è contento che non deve portarmi fuori. E io per una volta sperimento l’estasi del tradimento». Effimera ma fonte di equilibrio matrimoniale, a sentire le donne del Club dell’otto marzo.
     
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  7. ilmarmocchio
     
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    Sulla faccenda russa non mi esprimo, ma mi sembra una delle solite stronzate inventate.
    per le parlamentari che si lamentano per le donne oggetto in TV, 2 cose :
    1)la Carfagna, con la storia della donnadesnuda, e' finita al GOVERNO
    2) dalle decerebrate della TV le prime che ci vanno sono le parlamentaresse , magari per mostrare le gambe ( ovviamente non la Bindi o la Turco che fanno oibo' )
     
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  8. silverback
     
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    CITAZIONE (ilmarmocchio @ 8/3/2009, 10:38)
    Sulla faccenda russa non mi esprimo, ma mi sembra una delle solite stronzate inventate.

    Ho riportato quell'articolo solo per evidenziare questa frase:
    CITAZIONE
    Ma non lo fanno né per denaro, né per vanità. Tradiscono per dispetto. Ed esclusivamente l’8 marzo. «È la festa più ipocrita dell’anno - continua Veronika -. L’unico giorno in cui gli uomini sono gentili, non si ubriacano, non si sfondano di cibo e ti regalano persino un mazzo di fiori. A noi tutto questo fa rabbia».

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  9. Evilclown
     
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    Eppure tra i due articoli ho trovato peggiore quello della rodotà,nella vicenda russa seppur trasgressiva non leggo un odio e un astio di genere diffuso a parte quelle due righe riportate da silverback.
     
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  10. silverback
     
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    http://nonsonosola63.blog.kataweb.it/la_vi...a-degli-uomini/
    CITAZIONE
    Mercoledì, 27 Agosto 2008
    Sulla stupidità degli uomini

    Mi dispiace ammeterlo, perché odio le generalizzazioni, ma l’ esperienza mi fa imbattere sempre in individui che confermano la mia ipotesi: gli uomini sono estremamente stupidi.
    Sarà perché ho conosciuto sempre la stessa tipologia, o forse perché mi aspetto molto di più di quello che obiettivamente qualsiasi individuo è disposto ad essere o a sapere, ma di fatto trovo il sesso maschile estremamente deludente.
    Sono tronfi e permalosi, pensano di essere sempre dalla parte della ragione, i più bravi, i più forti, i più intelligenti; si offendono per un nonnulla ma sopratutto pensano che sia loro tutto lecito, mentre quello che fai tu, quello che dici tu, femmina, è sempre una conquista, e anche se ci riesci vale meno. E questo sia nel lavoro che nei rapporti interpersonali.
    Sono stupidi perché non si rendono conto quanto è facile abbindolarli; basta fargli due moine e un piatto di pasta e si sciolgono come ghiaccioli al sole. Non si rendono conto delle dinamiche PALESEMENTE di seduzione e pensano che tutto sia merito del loro innato fascino. Sono rigidi mentalmente; incapaci di modificare i propri assetti e le proprie abitudini, egocentrici ed egoisti impostano tutta la loro esistenza per dimostrare la loro sedicente superiorità. Nel sesso sono di una ingenuità spaventosa e lo utilizzano, solitamente per gratificare il proprio ego frustrato. E questo a tutte le latitudini e longitudine. I mussulmani hanno dalla loro anche la religione che manifestatamente li appoggia. Ma anche qui da noi le cose non sono troppo diverse: c’è una legge non scritta che ammette come lecite certe cose e condizioni accettabili per l’uomo e non per la donna e ultimamente le cose sono assai peggiorate, visto l’invito del nostro Cavaliere nazionale a non lavorare e a trovarci marito…

     
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  11. Evilclown
     
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    Non sarebbe una cattiva prospettiva se l'autrice di questo pezzo,rimanesse SOLA per il resto della sua vita emarginata dagli uomini che ritiene stupidi.Mi domando quale uomo possa sentirsi gratificato dal frequentare una simile tizia, piena di livore e astio......Io non la vorrei neanche come sfogatoio sessuale altro che pasta e moine :angry:
     
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  12. TullioConforti
     
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    QUOTE (silverback @ 8/3/2009, 20:36)
    http://nonsonosola63.blog.kataweb.it/la_vi...a-degli-uomini/
    QUOTE
    Mercoledì, 27 Agosto 2008
    Sulla stupidità degli uomini

    Mi dispiace ammeterlo, perché odio le generalizzazioni, ma l’ esperienza mi fa imbattere sempre in individui che confermano la mia ipotesi: gli uomini sono estremamente stupidi.
    Sarà perché ho conosciuto sempre la stessa tipologia, o forse perché mi aspetto molto di più di quello che obiettivamente qualsiasi individuo è disposto ad essere o a sapere, ma di fatto trovo il sesso maschile estremamente deludente.
    Sono tronfi e permalosi, pensano di essere sempre dalla parte della ragione, i più bravi, i più forti, i più intelligenti; si offendono per un nonnulla ma sopratutto pensano che sia loro tutto lecito, mentre quello che fai tu, quello che dici tu, femmina, è sempre una conquista, e anche se ci riesci vale meno. E questo sia nel lavoro che nei rapporti interpersonali.
    Sono stupidi perché non si rendono conto quanto è facile abbindolarli; basta fargli due moine e un piatto di pasta e si sciolgono come ghiaccioli al sole. Non si rendono conto delle dinamiche PALESEMENTE di seduzione e pensano che tutto sia merito del loro innato fascino. Sono rigidi mentalmente; incapaci di modificare i propri assetti e le proprie abitudini, egocentrici ed egoisti impostano tutta la loro esistenza per dimostrare la loro sedicente superiorità. Nel sesso sono di una ingenuità spaventosa e lo utilizzano, solitamente per gratificare il proprio ego frustrato. E questo a tutte le latitudini e longitudine. I mussulmani hanno dalla loro anche la religione che manifestatamente li appoggia. Ma anche qui da noi le cose non sono troppo diverse: c’è una legge non scritta che ammette come lecite certe cose e condizioni accettabili per l’uomo e non per la donna e ultimamente le cose sono assai peggiorate, visto l’invito del nostro Cavaliere nazionale a non lavorare e a trovarci marito…

    A me sembra molto stupida lei.
    mi sembra di leggere una bambina di dodici anni, intabulata da slogan e luoghi comuni lesbo femministi.
     
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  13. Sandokan1317
     
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    Molto probabilmente avrà subito una delusione e adesso deve per forza di cose generalizzare. Ho conosciuto tante persone che dopo un abbandono o la fine di un rapporto amoroso si sono trincerate in un odio profondo.
    Il problema è che questa qui ha dalla sua centinaia di lesbofemministe che s'inventano assurde teorie per dimostrare l'inferiorità dell'uomo rispetto alla donna. Naturalmente una lesbica frustrata non può non odiare l'uomo (nel mio modo di vedere le cose , per una lesbica un uomo è sempre un potenziale concorrente ). Quando a ciò si associa anche un'ideologia razzista come il femminismo, la cosa diventa più seria. ( Diventa seria grazie ai maschipentiti , non grazie agli uomini.)
     
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  14. silverback
     
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    CORRIERE DELL'UMBRIA 7/3/2009 (pag. 13).

    L'ex ministro Katia Bellillo affronta tematiche di attualità
    sulle donne e la questione femminista

    L'obiettivo dell'uguaglianza nella diversità
    "Rispetto agli anni Settanta stiamo rischiando di perdere tutto.
    E non tutte tra noi vogliamo seguire il modello di troniste e veline"

    di Claudio Bianconi.

    L'ex ministro Katia Bellillo è donna che non ha mai
    rinnegato le sue convinzioni femministe e che anzi
    non tralascia occasione per rafforzarle, invitando tutte le
    altre donne a continuare a lottare per l'uguaglianza di genere.
    "Dalle ronde femministe - afferma l'ex parlamentare
    del Pdci - alle ronde per tutelare la sicurezza, per
    prevenire violenze e stupri, siamo passati in questi
    anni dalla conquista di diritti fondamentali che
    hanno finalmente aperto la strada all'emancipazione
    e alla liberazione delle donne degli anni Settanta,
    come il diritto al lavoro, diritto all'istruzione, all'aborto,
    al divorzio, alla contraccezione, all'attuale situazione:
    sembrava che le donne fossero uscite definitivamente
    dal ghetto in cui per secoli erano state costrette e io,
    allora giovanissima, ho avuto l'opportunità di vivere
    quella stagione eccezionale, e invece oggi, dopo
    trenta anni mi rendo conto che stiamo perdendo
    tutto
    . E forse anche per nostra responsabilità che
    non siamo riuscite a portare avanti le battaglie per
    l'uguaglianza".

    E se provocata sul tema dell'eguaglianza con gli
    uomini e interrogata a proposito della recente proposta
    di equiparare le pensioni delle donne a quelle degli
    uomini sino al limite dei 65 anni di età, Katia Bellillo non
    conosce mezzi termini. "Il problema è che in Italia c'è
    un familismo terribile che imperversa anche nell'area
    di sinistra. Le donne - afferma la Bellillo - dovrebbero
    avere gli stessi diritti degli uomini. Nella fattispecie
    bisognerebbe invece intervenire sugli elementi che creano
    diseguaglianza. Ad esempio, il lavoro di cura dovrebbe
    essere sostenuto dallo Stato. La legge per il congedo
    parentale, vale a dire la legge che contempla una
    sussidiarietà dello Stato a chi si occupa dei figli in stato
    di necessità senza distinzioni di sesso, era una legge
    eccezionale, ma non finanziata. Ancora oggi se il figlio
    sta male, è la donna che se ne deve occupare e che
    deve prendere il permesso dal lavoro. Prima di tutto
    le donne
    - continua la Bellillo - devono avere gli stessi
    diritti
    . Mi si deve spiegare perché se una donna fa un
    lavoro di una certa responsabilità, è costretta a andare
    in pensione a 60 anni invece che a 65
    . Allora diciamo
    che tutti devono avere le stesse opportunità.
    Bisognerebbe quindi creare una legge che stabilisca che
    sia l'uomo, sia le donne possano scegliere cosa fare:
    dopo i 60 anni e fino a 65 chi vuole continui a lavorare,
    chi non vuole smetta. Bisognerebbe fare in modo anche
    che il lavoro di cura, quando è particolarmente faticoso,
    quando ad esempio si hanno degli anziani non autosufficienti
    in casa, o familiari handicappati gravissimi, venga riconosciuto
    e quindi si dia la possibilità di andare in pensione prima".

    Sulle violenze subìte dalle donne Katia Bellillo tende a una
    netta differenzazione: "Le violenze - afferma l'ex ministra -
    sono aumentate perché a differenza di qualche anno fa,
    ora vengono denunciate. Anche se il maggior numero di
    soprusi avvengono anche all'interno delle case: questi non
    vengono denunciati e sono questo tipo di violenze su cui
    la società dovrebbe essere più attenta".

    E il corpo femminile a differenza di qualche anno fa sembra
    sempre più indirizzato verso una strumentalizzazione
    venduta spesso come veicolo di successo. "Da un lato c'è
    questa liceità senza misure - afferma Katia Bellillo - e dall'altra
    una specie di ipocrisia collettiva e allo stesso tempo una
    specie di assuefazione. Trovo allucinante che le donne che
    fanno carriera in politica sono le ragazzotte che si sono fatte
    conoscere o facendo le troniste o posando nude per i vari
    calendari. Intendiamoci, io sono dell'idea che la donna deve
    poter fare tutto quello che vuole, però da qui a simili situazioni
    ce ne corre. Anche se è vero che la maggior parte delle ragazze
    sono diverse, sono serie e non vogliono fare le troniste o le
    veline. Invece le donne che non vogliono tutele ma vogliono
    diritti, che pretendono di avere stipendi equiparati a quelli
    dell'uomo, che pretendono di fare carriera al pari dell'uomo,
    vengono penalizzate. Io lo so, perché sono una di queste
    .
    Sono una che vuole avere la possibilità di scegliere se avere
    un figlio, di non avere il maschio che una volta chiuso il rapporto
    deve continuare a mantenermi. Le donne
    - conclude - devono
    finalmente trovare la forza per lottare per i diritti e per
    l'uguaglianza. La differenza non può mai essere uguaglianza.
    Quindi dobbiamo essere uguali nella diversità".


    ...
     
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  15. Sandokan1317
     
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    La Belillo riesce a fare un discorso... Senza far finta di prendersi a cazzotti con la Mussolini... Che marea di minchiate, che accozzaglia di luoghi comuni e vittimismo. Ridicola, ridicola...La cosa che mi turba è che questa "politicante" (?) mangia anche grazie alle tasse che io pago . Cioè, mentre io lavoro (e certi giorni il lavoro non è leggero...) questa supposta "femmina" (anche se sarebbe opportuno dire questa supposta di femmina) questa dice queste stronzate e viene pagata lautamente ...Se ci penso troppo potrei quasi ... Vabbè termino qui.
     
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150 replies since 7/3/2007, 01:15   6784 views
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