Il rancore femminile
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  • 1) Sì, le donne rinfacceranno sempre agli uomini "il passato che non passa" e continueranno a ricordarsi solo di quello che gli fa comodo, anche quando saranno diventate "il primo sesso"
    80.43%
    37
  • 3) Non so/non risponde
    13.04%
    6
  • 2) No, in futuro il loro rancore svanirà. Il tempo è un gran dottore
    6.52%
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    http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?da...l&type=STANDARD
    Domenica 15 Marzo 2009

    di MARIDA LOMBARDO PIJOLA
    E SEI come una mosca in una scatola di vetro, che cerca di scappare ma rimbalza, e torna indietro, e non c’è via di fuga, e il vetro è opaco, la scatola insonorizzata, nessuno può vedere e può sentire, e capita che a volte muori, dicono che ne muoia una ogni tre giorni, e spesso la scatola di vetro è la tua casa. E’ come un destino primordiale che trattiene il passo della storia, e la riporta indietro, secoli indietro, ai tempi in cui la donna era soltanto un apparato, un niente, e l’uomo era il padrone, irrobustito dalla protervia dei suoi istinti. E non c’è parità che tenga, non c’è conquista, non c’è condizione che ti salvi, non c’è età, che tu sia un’anziana o una bambina, che tu sia una moglie o una clochard, che tu sia compagna, fidanzata, passante, conoscente.
    E può accaderti a Roma, dove puoi essere sequestrata, picchiata, drogata, per aver rifiutato un corteggiatore. O a Caltanissetta, a Firenze, a Macerata. Quattro notizie in un giorno, violenze tali da finire sui giornali, come ieri, e mille non-notizie tutti i giorni, come sempre, che non finiscono da nessuna parte che non sia il destino, il silenzio, il dolore di una donna.
    L’Istat, le associazioni femminili, tutti coloro che le contano ogni anno, per indignazione o per mestiere, raccontano che il numero di donne stuprate, vessate, maltrattate cresce a velocità vertiginose, almeno quanto quello delle altre che riescono a conquistare quote della politica o delle professioni, o a sfondare i soffitti di cristallo. Una specie di una curva del progresso, una doppia velocità sociale, parallela, che toglie da una parte quel che dà dall’altra. Accade con strategie sommerse, subdole, perverse, per mezzo di vendette trasversali, di mani allungate per picchiare, stuprare, torturare, e riportare lo status quo dei sessi alle preistorie, alle giurisdizioni di ieri, o l’altro ieri. Della restaurazione maschile raramente si fa carico un balordo: la mano appartiene quasi sempre a uno di casa, uno con un livello di istruzione medio alto, uno che è socialmente inserito, che lavora. Uno che fa così per misurare la forza che gli manca. Per simulare un coraggio che non ha. Per travestirsi da uomo. Per apparire quello che non è.
     
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