Oggi, in Occidente, la misoginia maschile
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Oggi, in Occidente, la misoginia maschile

è un prodotto della misandria femminile?

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  1. silverback
     
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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 28/2/2007, 18:55)
    A dimostrazione che neanche loro sono immuni dalle denunce e dal disprezzo misandrico di certe "cerebrolese".

    No, non lo sono, ma i motivi sono anche e soprattutto altri.
     
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  2. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 28/2/2007, 18:55)
    Leggendo i dati delle popolazioni carcerarie italiane ed USA, a me sembra che chi rischia di più non siano i bianchi ma proprio i neri e/o musulmani.

    A dimostrazione che neanche loro sono immuni dalle denunce e dal disprezzo misandrico di certe "cerebrolese".

    I motivi per cui nelle carceri americane ci sono più neri che bianchi (benchè i primi siano una minoranza della società statunitense), sono da ricercare essenzialmente nel razzismo (ancora fortemente diffuso in quel paese -: soprattutto negli stati del sud), nella povertà, nelle disparità sociali e in una certa cultura machista e violenta tipica degli afroamericani.
    La misandria femminile ha un ruolo secondario in tutto ciò.
    Per quanto riguarda i musulmani incarcerati nelle patrie galere, ti porto come esempio la mia regione, l'Umbria, dove non esiste una criminalità autoctona, bensi' importata.
    Per la minor parte si tratta di italiani solitamente (ma non sempre) provenienti dalle regioni del sud Italia (fatti, non razzismo), per la maggior parte di extracomunitari albanesi, rumeni e nordafricani (fatti, non razzismo).
    Ora, io che ho prestato servizio nell'Arma dei carabinieri ed ho un fratello maggiore carabiniere, ti posso dire che i motivi per cui questi uomini si trovano in carcere, hanno poco a che spartire con la misandria.
    Es.: l'essere sbattuti in galera per spaccio di droga o per omicidio, non è misandria, è giustizia -: questo indipendentemente dal sesso, dall'etnia, dal colore della pelle, dalla religione, dalla nazionalità.
     
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  3. juliya
     
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    il discorso razzismo, sembra sempre nascere da una parte sola: la nostra...ma non è vero, anche questo è una GROSSA balla...
     
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  4. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (juliya @ 2/3/2007, 13:05)
    il discorso razzismo, sembra sempre nascere da una parte sola: la nostra...ma non è vero, anche questo è una GROSSA balla...

    Lo so, ma nello specifico caso, cioè gli USA, è soprattutto stato ed è da una parte.
    Volendo si potrebbe portare come esempio anche i neri africani, che hanno comportamenti razzisti identici a quelli dei bianchi, in particolar modo in Sud Africa, anche se quest'ultimi - i sudafricani - c'è pure da capirli, in parte (e cmq non da giustificarli).
     
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  5. juliya
     
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    strider,
    però soprattutto in america ci sono popoli di un altro credo religioso che hanno un enorme potere politico, nonostante in passato siano state delle vittime atrocemente perseguitate, forse molto più di altri popoli...anche bush deve "ascoltare" i potenti di questo popolo, ed è assolutamente politicamente scorretto dire qualcosa contro questo popolo, anche qualcosa d'innocente...per i neri non è così, perché non hanno avuto modo di entrare in certi meccanismi e acquistare quel potere da renderli intoccabili e potenti...in parte è così anche in italia...ma molto meno...quindi il discorso non è di ignoranza, di razzismo o di poca tolleranza...resta sempre il potere a rendere te e me, esseri di serie A o di serie B, aldilà del colore della pelle, della religione ecc ecc...
     
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  6. Marco_Martini
     
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    Juliya ha perfettamente ragione, gli ebrei oggi hanno un potere incommensurabile e constatarlo (non contestarlo, semplicemente constatarlo) ti fa passare per ANTISEMITA. In America esiste addirittura la nefasta Anti defametion League che è una sorta di servizio segreto parallelo (e pubblico) che controlla ogni affermazione di dominio pubblico riguardante gli ebrei e lo stato d'Israele; qualsiasi esternazione non politicamente corretta implica l'accusa di antisemitismo da parte di questi personaggi (e in America antisemitismo=nazismo più che qua). Diciamo che, più in generale, la nostra società perbenista e intollerante punisce così, con lo sbugiardamento pubblico, chiunque metta in crisi con le proprie affermazione i capisaldi del sistema , cioè: il bipolarismo è il sistema perfetto; gli ebrei sono un popolo perseguitato che merita appoggio incondizionato; l'immigrazione è una risorsa per i paesi ospitanti; le donne sono vittime a prescindere.
    "La situazione è delirante, è come la naja dove chi più ha potere più è ignorante" (Caparezza).
    Per il resto, concordo al 100% con chi prima descriveva la moderna donna media italiana...E poi ci si chiede perchè ci sono sempre più single :D :-------:
     
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  7. vero mummio 2
     
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    A parte che dire che gli ebrei hanno il potere non ha alcun significato, ci sono persone potenti di tutte le etnie e religioni e se è potente un arabo o un anglosassone nessuno dice nulla, se è potente un ebreo tutti dicono "ah ma hai soldi perchè è un ebreo!".
    Io sono ebreo e ho il potere economico-sociale di una pustola nella schiena di Platinette.
    Ma poi Marco Martini hai mai ragionato sul fatto che se dicessi ciò che hai scritto qui a Caparezza ti darebbe dell'antisemita, razzista e fascio-maschilista?
     
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  8. Scienziato apocrifo
     
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    X Strider:
    Una piccola premessa:
    Il confronto tra la situazione dei neri d'america e gli immigrati in Italia non è propriamente paragonabile, per il fatto che per i "colored" gli USA sono il loro paese da 300-400 anni mentre gli immigrati in Italia ci sono da meno di 30 anni, non sono nati qui e parecchi di loro non si sono neanche vagamente integrati. I delinquenti, in particolare, vedono l'Italia più come un paese da predare che un paese in cui fare famiglia. Non si può dire lo stesso dei neri americani.
    CITAZIONE
    I motivi per cui nelle carceri americane ci sono più neri che bianchi (benchè i primi siano una minoranza della società statunitense), sono da ricercare essenzialmente nel razzismo (ancora fortemente diffuso in quel paese -: soprattutto negli stati del sud), nella povertà, nelle disparità sociali e in una certa cultura machista e violenta tipica degli afroamericani.

    Qui c'è tutto un discorso da fare sul machismo e sulla natura della violenza.
    Da "il mito del potere maschile"

    Gli uomini sono violenti per natura?
    Gli uomini spesso diventano non-violenti nelle società che 1) dispongono di cibo sufficiente, 2) dispongono di acqua sufficiente, e 3) si sentono isolate e inattaccabili. Per esempio, i tahitiani, i minoici di Creta e i semai della Malesia centrale furono nonviolenti nei periodi della loro storia in cui quelle tre condizioni erano contemporaneamente soddisfatte.
    Quando gli uomini non dovevano per necessità uccidere, le donne erano meno propense a scegliere gli uomini che uccidevano e gli uomini a loro volta erano meno portati a uccidere. (Scegliere uomini che uccidevano non era colpa delle donne, così come uccidere non era colpa degli uomini - erano due cose necessarie alla sopravvivenza.)
    La bella principessa raramente sposava l'obiettore di coscienza. Perché mai? Pochissime società potevano permettersi di offrire la massima ricompensa a un uomo che non avrebbe mai ucciso.
    ...La capacità di uccidere richiede sempre la vulnerabilità dell'essere esposti al rischio di essere uccisi. Così si è creato il «buon candidato» mascherando la vulnerabilità da invulnerabilità. Gli uomini sono stati nel contempo violenti e vulnerabili, ma non sono né per natura violenti né per natura vulnerabili.

    Se delle ragazze delle classi più povere e bisognose rischiassero la loro incolumità per procurare qualche soldo all'anno in più alla famiglia, le definiremmo delle sante. Nel caso dei giovani parliamo di «machismo».


    L'uomo come «negro»?

    [...]
    Per colpa della schiavitù i neri furono costretti a mettere a repentaglio la vita nei campi di cotone, in modo che i bianchi ne traessero un beneficio economico. Per colpa della leva gli uomini furono costretti a rischiare la vita sui campi di battaglia in modo che gli altri ne traessero vantaggi economici, mentre gli uomini morivano prematuramente. Il numero sproporzionato di neri e di uomini in guerra aumenta la probabilità, sia per i neri sia per gli uomini, di essere vittime di stress post-traumatico, di trasformarsi in killer nella vita civile del dopoguerra e di morire prima. Sia gli schiavi sia gli uomini morirono per dare al mondo la libertà... di cui godono altri.
    Agli schiavi venivano strappati i figli contro la loro volontà; agli uomini vengono strappati i figli contro la loro volontà. Diciamo alle donne che hanno diritto ad avere i loro figli, e diciamo agli uomini che devono combattere per i figli.
    I neri furono costretti, per colpa della schiavitù, ad accettare i mestieri più pericolosi; gli uomini sono costretti, per colpa della socializzazione, ad accettare i lavori più rischiosi. Insieme, schiavi e uomini svolgevano quasi il 100 per cento delle «professioni mortali». Per gli uomini è tuttora così.
    Quando gli schiavi cedevano il posto ai bianchi, parlavamo di servilismo; quando gli uomini cedono il posto alle donne parliamo di buone maniere. E consideravamo un segno di servilismo il fatto che gli schiavi si alzassero immediatamente quando il padrone entrava nella stanza; ma diventa una dimostrazione di cortesia se degli uomini si alzano quando entra una donna. Gli schiavi s'inchinavano al padrone; nelle culture tradizionali tuttora gli uomini salutano le donne con un inchino. Lo schiavo aiutava il padrone a infilarsi il cappotto; l'uomo aiutava la donna a infilarsi il cappotto. E lo fa ancora. Questi simboli di deferenza e di servilismo sono comuni agli schiavi, nei confronti dei padroni, e agli uomini, nei confronti delle donne.
    Più frequentemente dei bianchi, i neri sono dei senzatetto; più frequentemente delle donne gli uomini non hanno casa. I neri vanno in prigione più dei bianchi; gli uomini vanno in galera in misura venti volte superiore rispetto alle donne. I neri muoiono più giovani dei bianchi; gli uomini muoiono più giovani delle donne. I neri vanno meno dei bianchi al college e in numero inferiore prendono la laurea. Gli uomini frequentano il college meno delle donne (46 contro 54 per cento) e in numero inferiore si laureano (45 contro 55 per cento).
    L'apartheid costrinse i neri a lavorare nelle miniere di diamanti per i bianchi; la socializzazione prevede che gli uomini fatichino in maniere differenti per comprare diamanti alle donne. Mai nella storia si è avuta una classe dirigente che lavora per poter offrire diamanti agli oppressi, nella speranza di ricevere da loro più amore.
    I neri più dei bianchi vanno volontari in guerra nella speranza di guadagnare bene e di apprendere; per gli stessi identici motivi gli uomini più delle donne vanno volontari in guerra. I neri più dei bianchi tendono a sottomettersi alla violenza infantile della box e del football nella speranza di guadagnare denaro, rispetto e amore; con le medesime speranze gli uomini più delle donne si sottopongono alla violenza infantile della box e del football.
    Le donne costituiscono l'unico gruppo «oppresso» che cresce grazie a un proprio membro privato della classe degli «oppressori» (detto padre) che lavora per loro. Tradizionalmente, la classe dirigente aveva delle persone che lavoravano per lei: si chiamavano schiavi.
    Tra gli schiavi, lo schiavo che lavorava nei campi era considerato uno schiavo di seconda categoria; lo schiavo di casa era invece uno schiavo di prima categoria. Il ruolo maschile (fuori, sul campo) è assai simile a quello dello schiavo che lavorava nei campi, o schiavo di seconda categoria; il tradizionale ruolo femminile (casalinga) è simile a quello dello schiavo di casa - lo schiavo di prima categoria.
    I capifamiglia neri hanno entrate nette molto inferiori rispetto ai capifamiglia bianchi; i capifamiglia hanno entrate nette molto inferiori rispetto alle donne capifamiglia. Mai un gruppo oppresso ha guadagnato più dell'oppressore.
    Sarebbe assai arduo trovare anche un unico esempio nella storia di un gruppo che detiene oltre il 50 per cento dei voti, e continua a definirsi vittima. O un esempio di oppressi che decidono dì votare per i loro «oppressori» invece di scegliere tra i propri membri coloro che si prenderanno la responsabilità della cosa pubblica. Soltanto le donne costituiscono una minoranza che è una maggioranza; soltanto le donne formano un gruppo che si definisce «oppresso» ed è in grado di controllare virtualmente gli eletti a qualsiasi carica in ogni comunità del paese. Il potere non sta nelle mani di chi assume la carica: il potere è nelle mani di chi sceglie la persona che assumerà la carica. Neri, irlandesi o ebrei non hanno mai avuto oltre il 50 per cento dei voti in America.
    Le donne sono l'unico gruppo «oppresso» ad avere i genitori in comune con gli «oppressori» e a essere nato nella classe media o superiore con la stessa frequenza dell'«oppressore»; a possedere più beni culturali di lusso dell'«oppressore»; l'unico gruppo «oppresso» che, grazie al «lavoro non retribuito», può permettersi di comperare la maggior parte dei 50 miliardi di dollari di cosmetici che si vendono ogni anno; l'unico gruppo «oppresso» che spende di più per l'alta moda e per la moda griffata degli «oppressori»; l'unico gruppo «oppresso» che a qualunque ora guarda la TV più degli «oppressori».

    [...]

    Riconosciamo che il fenomeno dei neri che muoiono sei anni prima dei bianchi riflette l'impotenza dei neri nella società americana. Ma il fatto che gli uomini muoiano sette anni prima delle donne raramente viene considerato un riflesso dell'impotenza degli uomini nella società americana.
    E biologico quel gap di sette anni? Se così fosse, non sarebbe stato di un anno soltanto nel 1920.
    Se fossero gli uomini a vivere sette anni di più, le femministe ci avrebbero aiutato a capire che la speranza di vita è il metro migliore per misurare il potere. E avrebbero perfettamente ragione. Potere è capacità di controllare la propria vita. La morte tende a ridurre il controllo. La speranza di vita è la linea di demarcazione - il rapporto tra gli stress e le gratificazioni.
    Se potere significa avere il controllo della propria vita, allora, forse, per valutare l'impatto dei ruoli sessuali e del razzismo sul potere sulle nostre vite non esiste metro migliore che la speranza di vita. Ecco il quadro della situazione:

    Speranza di vita alla nascita come indice per stabilire chi ha il potere

    Donne (bianche)...79
    Donne (nere)........74
    Maschi (bianchi)...72
    Maschi (neri)........65

    La donna bianca vive quasi quattordici anni più del maschio nero. Provate a immaginare quali sarebbero le reazioni se una donna quarantanovenne dovesse presumibilmente morire prima di un uomo sessantaduenne.

    [...]

    Il sistema carcerario accoglie molti più neri del sistema universitario. Vale a dire che, incredibilmente, 1 nero su 4 è in galera, in libertà condizionata o libero sulla parola. Il che significa all'incirca il 50 per cento in più di quanti sono al college. Questa realtà non sfiora neppure lontanamente le donne nere. Altrimenti, chissà quanti programmi di addestramento professionale, educativi e di riabilitazione organizzeremmo per loro! L'uomo nero non si trova di fronte a un doppio ostacolo, ma a un ostacolo quadruplo: razzismo, sessismo, antagonismo e... oblio.
    Per motivi diversi, pochi sono i bianchi o i neri che hanno voglia anche soltanto di parlare del fatto che l'impiego del maschio nero come schiavo che lavorava nei campi dipendeva soprattutto dalla forza fisica della maggior parte degli uomini neri (il che era meno vero per la maggior parte delle donne nere) e che proprio la forza fisica è attualmente un fattore irrilevante a causa della moderna tecnologia.
    [...]
    La nostra risolutezza a parlarne ci ha impedito di sviluppare programmi attivi, per esempio per incoraggiare le piccole imprese condotte da padre e figlio neri (invece di dare denaro alla madre nera per tenere il padre lontano dal figlio).
    Talvolta il maschio nero viene definito una specie a rischio, ma non riceve certo la protezione accordata normalmente alle specie in pericolo di estinzione. Nelle regioni in cui il gufo è in pericolo, non ci verrebbe neppure in mente di privare il gufo maschio dei suoi piccoli, o i piccoli del loro padre. Eppure il governo degli Stati Uniti ha elaborato un vasto programma che crea proprio questo risultato per il maschio di razza umana che è povero, soprattutto se non è soltanto povero ma anche nero. Viene chiamato Aid to Families with Dependent Children; priva la famiglia dell'assistenza se il padre è presente, e priva pertanto il padre dei due incentivi più importanti per la vita: amore e sensazione di essere necessario.


    CITAZIONE
    Ora, io che ho prestato servizio nell'Arma dei carabinieri ed ho un fratello maggiore carabiniere, ti posso dire che i motivi per cui questi uomini si trovano in carcere, hanno poco a che spartire con la misandria.

    se fosse davvero come dici, allora dovremmo dedurre che anche le femmine di colore sarebbero discriminate quanto i maschi di colore... eppure i dati qui sopra dicono il contrario!
    La mia conclusione è che ci sono anche motivi di razzismo ma i fattori dominanti che scatenano queste discriminazioni sono la povertà dell'individuo in questione - e quindi la necessità vitale di emergere in una società che punisce i falliti - ed il suo sesso.. ed in questo la misandria - unita alla scarsa empatia DI TUTTI (uomini e donne) nei confronti dei maschi e dei diversi - la fa da padrona.

    ~ ~ ~



    I discorsi sulle lobby ebraiche in America e/o nel mondo, sul Sionismo e sul presunto potere degli ebrei esulano dalla QM, qundi, a meno che non ci siano delle attinenze specifiche con la discussione in corso, li evirerei.... Anche perchè, con la nuova geniale legge di quel "buon uomo" che è il nostro ex-ministro di Grazia e Giustizia, rischiamo addirittura l'incriminazione e la galera.
     
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  9. Davide.4.
     
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    silverback
    CITAZIONE
    Oggi, in Occidente, la misoginia maschile, è un prodotto della misandria femminile?

    Ogni "ideologia" (femminista o maschilista) è una visione distorta della realtà. Il risentimento "offusca" la logica.


    Freddezza ed analisi. Sono due qualità indispensabili se vogliamo fare il punto della situazione.













     
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  10. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 2/3/2007, 23:25)
    Ogni "ideologia" (femminista o maschilista) è una visione distorta della realtà. Il risentimento "offusca" la logica.

    Perdonami, ma il maschilismo non è un'ideologia.
     
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  11. *STRIDER*
     
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    X Scienziato apocrifo.

    Naturalmente ciascuno di noi è libero di pensarla come vuole e di rifarsi agli scritti di chiunque, però resta il fatto che continuare ad attribuire al solo femminismo tutti i mali degli odierni uomini occidentali è a dir poco masochistico e controproducente, perchè falso.
    In un certo senso significa scimmiottare le femministe, le quali attribuiscono tutti i mali del mondo ai soli uomini, dandosi cosi' la zappa sui piedi (l'esistenza di U3000 - e non solo - lo testimonia), tu fai il contrario.
    Sai bene che numerosi studi dimostrano che fin dall'antichità - ossia quando non si sapeva neppure cosa fosse il femminismo - gli uomini hanno ucciso (ed uccidono, ancora oggi) altri uomini in una misura nettamente superiore - anche di 40 volte - a quella delle donne che uccidono altre donne.
    (Cosi' come le donne/madri commettono molti più infanticidi degli uomini/padri).
    E questo è da ricondurre, in parte, alla natura maschile, che porta gli uomini ad essere fisicamente più violenti delle donne.
    Le differenze di genere sono anche queste, e non c'è nulla di cui vergognarsi nell'evidenziarle, perchè sono dei dati di fatto.
    Ovviamente questo non significa che anche le summenzionate donne non possano essere fisicamente violente: lo sono, certamente, ma in una misura inferiore a quella maschile.
    Eppoi la loro violenza "funziona" in un altro modo, ed è solitamente invisibile (e non solo perchè sono fisicamente più deboli degli uomini).
    Tra l'altro ti vorrei chiedere: la mafia, la camorra, la 'ndrangheta e il terrorismo, sono "prodotti" del femminismo...?
    S.A., guarda che gli uomini sono esseri coscienti, e pertanto esistono anche delle responsabilità personali e di genere.
    (Lo stesso dicasi per le donne).

    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 2/3/2007, 19:48)
    CITAZIONE
    Ora, io che ho prestato servizio nell'Arma dei carabinieri ed ho un fratello maggiore carabiniere, ti posso dire che i motivi per cui questi uomini si trovano in carcere, hanno poco a che spartire con la misandria.

    se fosse davvero come dici, allora dovremmo dedurre che anche le femmine di colore sarebbero discriminate quanto i maschi di colore... eppure i dati qui sopra dicono il contrario!

    E secondo te questo dipenderebbe dal femminismo e dalla misandria?
    Stai scherzando, vero?

    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 2/3/2007, 19:48)
    Nel caso dei giovani parliamo di «machismo».

    Il machismo esiste, da prima del femminismo, ed è uno dei maggiori problemi degli uomini.
    Può non piacere, ma è cosi'.

    Edited by *STRIDER* - 4/3/2007, 16:23
     
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    CITAZIONE (*STRIDER* @ 4/3/2007, 15:47)
    Perdonami, ma il maschilismo non è un'ideologia.

    Perché dici questo Strider?
     
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  13. Davide.4.
     
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    *STRIDER*
    CITAZIONE
    Perdonami, ma il maschilismo non è un'ideologia.

    Infatti ho scritto ideologia virgolettando.

    CITAZIONE
    Il machismo esiste, da prima del femminismo, ed è uno dei maggiori problemi degli uomini.

    Non lo vedo come un problema.
    Siamo uomi ed è giusto esserlo.
    L'istinto ci porta a essere quello che siamo.
    Definire il "machismo" come un problema significa rinnegare una componente (fondamentale) maschile.
    Personalmente non la rinnego. Infatti è il mio punto di forza.
     
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  14. Davide.4.
     
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    *STRIDER*
    CITAZIONE
    Perdonami, ma il maschilismo non è un'ideologia.

    In effetti il termine ideologia può risultare "fuorviante" perchè la nostra mente, al solo sentire la parola si è portati ad "associarla" (automaticamente) a vecchi totalitarismi.
    Il maschilismo e il femminismo sono distorsioni mentali.
    - Si basano sulla superiorità sessuale.
    - Sull'assoggettazione psicologica.
    - Discriminazione sessuale
    - L'odio (misogino o misandrico)

    Edited by Davide.4. - 4/3/2007, 17:59
     
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    scusate la mia ignoranza, ma cos'è sto bendetto "machismo"?

    volevo però avanzare un'osservazione. Tra maschilismo e femminismo c'è una differenza: il maschilismo non ha mai costituito un corpus dottrinario, non è mai stato teorizzato come il femminismo. O almeno non ricordo di aver mai letto opere apertamente maschiliste....
     
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