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Vi mando una squisita “perla” di sessuologia tratta da “L’espresso” n° 17 del 5 maggio 2005
Ho sposato un ghiacciolo Di Letizia Gabaglio Concentrati solo sulla virilità. Incapaci di accettare defaillance e di ascoltare i desideri delle donne. Uno studio scientifico boccia i maschi italiani.
Cari uomini, così non va. A trent’anni dalla rivoluzione sessuale i maschi d’Italia non hanno ancora imparati a essere “partner perfetti”: bella forza, si dirà, la perfezione non è di questo mondo, soprattutto a letto. Non sarà , invece, che sono le donne a cercare una sessualità che esiste solo sulla carta? A non accontentarsi mai? A chiedere sempre più di quanto sia umanamente possibile? Sembra di sentirli, i maschi italiani, reagire malmostosi alle lagnanze esposte con grande chiarezza nell’ultimo studio condotto sulle cartelle cliniche di 177 pazienti del Centro clinico di Sessuologia dell’Università La Sapienza di Roma. Perché i risultati di questo che è il primo studio scientifico sulla sessualità delle italiane li accusano, non di deludenti prestazioni, come vorrebbe un’aneddotica un po’ cochon, ma di disattenzione, di non capire quando a letto le cose proprio non vanno e continuare in una routine spesso disastrosa facendo finta di niente. I risultati non lasciano spazio al dubbio: nelle donne a scatenare problemi della sfera sessuale sono fattori psicologici, emotivi e relazionali. E c’è una forte tendenza a legare il sintomo allo stato di salute della coppia. In altre parole: da una parte una relazione sentimentale insoddisfacente spesso provoca delle difficoltà sessuali, dall’altra la disfunzione non è valutata come disturbo singolo, ma viene inserita in un contesto più ampio, quello della vita di coppia e quindi, se non opportunamente curato, rischia di mettere in crisi anche la stabilità della relazione. L’altro, l’uomo, è quindi fondamentale per risolvere il problema. “Ma non è in grado”, commenta Chiara Simonelli, presidente della Società di sessuologia scientifica:”Perché non riesce a guardare più in là della sua prestazione”. E questo finisce per avere una ricaduta negativa sulla salute sessuale della donna che lamenta soprattutto un partner incapace di comunicare, attento solo al suo piacere, colpevole di ignorare e rimuovere i problemi dell’eros. Le donne singles lamentano per la maggior parte problemi psicologici e relazionali (rispettivamente il 36,1 e il 25 per cento). Quelle stabilmente in coppia si rivolgono allo specialista per problemi di vaginismo, l’impossibilità della penetrazione a causa di contrazioni involontarie dei muscoli, e di disfunzione erettile del partner. “Questi dati ci spingono a ritenere che il problema principale sia la povertà della sfera sessuale maschile, tutta giocata intorno all’erezione”, conferma Simonelli. Se manca quella, non si pensa possibile altra forma di piacere sessuale e la sfera femminile passa automaticamente in secondo piano. A rimanere penalizzate sono quindi soprattutto le donne in coppia. Messe a confronto con le single, le donne con un compagno fisso lamentano maggiormente disturbi del desiderio e dell’eccitazione, vaginismo e, molto spesso, l’assenza totale di rapporti sessuali. Perché la stabilità non risolve le disfunzioni, anzi. Oltre la metà delle signore che lamentano un disturbo sono in coppia con uomini che hanno problemi. Il 75 per cento delle donne che non riescono a raggiungere l’orgasmo hanno un partner che soffre di eiaculazione precoce. Oltre la metà di quelle affette da vaginismo e che vivono un matrimonio in bianco sono in coppia con un uomo che ha problemi di disfunzione erettile. Un problema cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni. L’ultima indagine Censis parla di circa tre milioni di uomini che in un qualche momento della loro vita hanno avuto problemi di disfunzione erettile. Di questi solo l’11 per cento si rivolge al medico. Nonostante i sessuologi facciano registrare un numero crescente di pazienti, la maggior parte degli uomini con problemi sessuali non ne parla agli specialisti, vive il suo disagio silenziosamente. Prima di chiedere aiuto in media trascorrono tre anni e una volta che il disturbo è divenuto definitivo, si trasforma in ossessione, che finisce per segnare tutte le sue relazioni. Anche quando non ci sono delle vere disfunzioni erettili, non è cambiata negli ultimi anni l’attenzione quasi esclusiva dell’uomo alla sua virilità e per una certa durata del rapporto. Troppo spesso questo finisce per lasciare sullo sfondo i molti aspetti erotici che contribuiscono a far funzionare una relazione: sembra una storia vecchia di trent’anni, ma la maggior parte dei maschi è ancora concentrata sull’eccitazione genitale e non riesce a comportarsi in modo tale da garantire l’eccitazione tout cout: “Ecco perché anche nelle donne in cui si riscontra una normale vasocongestione possono essere comuni i disturbi legati all’assenza di eccitazione”, spiega la sessuologia. Stando ai risultati della ricerca, le italiane sembrano reclamare nuovi modelli di sessualità maschile, uomini che non si spaventino di entrare nella complessità della motivazione sessuale e dell’immaginario erotico: perché ormai è chiaro ai sessuologi che far finta di niente porta solo al gelo.
Mi permetto di avanzare alcuni miei dubbi a cotanta “saggezza”: 1. un uomo che non ha l’erezione è eccitato? Ha desiderio sessuale? 2. se una donna ha problemi sessuali sono problemi di coppia, per un uomo invece è una “disfunzione”? 3. vi prego care donne, voi che avete le idee tanto chiare su sesso ed erotismo “guidateci” voi cerso questi nuovi “modelli” di sessualità maschile…
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