Discussione permanente: Frequentare prostitute

sul fenomeno della prostituzione

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  1. Purusha
     
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    Quindi dai ragione alle femministe, dunque la Natura non esiste.
    Esiste solo la Cultura.
    Benissimo.
    Possiamo anche chiudere bottega.
    _____________

    Ovviamente non è questo che volevo intendere: è solo sul concetto di 'natura' che non ci ritroviamo.
    Quanto alla questione della prostituzione nel passato, non fai che ridurre la questione al 'pagare', senza considerare quale diverso ordine avessero società premoderne, come Grecia e Roma, tanto fare esempi più 'nostrani'.
    Purtroppo non condividiamo i presupposti di base per impostare un vero e proprio dialogo, che non deve necessariamente sfociare nella totale concordanza di vedute, ma riconoscere alcune premesse condivise questo sì.
    Le nostre visioni sono troppo lontane Strider, sia detto senza alcun intento polemico o, peggio, personale: meglio allora porre termine a questo confronto adesso, e proseguire ciascuno per suo conto a sostenere le proprie convinzioni e argomentazioni in U3000.
     
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  2. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Purusha @ 13/7/2006, 15:10)
    Le nostre visioni sono troppo lontane Strider, sia detto senza alcun intento polemico o, peggio, personale: meglio allora porre termine a questo confronto adesso, e proseguire ciascuno per suo conto a sostenere le proprie convinzioni e argomentazioni in U3000.

    Non c'è problema, chiudiamola qua.
    Un'ultima cosa però, vorrei dirtela.
    Se gli uomini (come sesso, non come singoli individui, ovvio) non fossero sessualmente subordinati alle donne dall'Alba dei Tempi, certi problemi nemmeno esisterebbero.
    Riconoscerlo non è certo segno di debolezza: anzi.

    (Del resto anche le donne, come sesso, sono fisicamente subordinate agli uomini)

    http://www.altrosenso.info
    Leggi cosa scriveva Rino Barnart riguardo alla dipendenza sessuale maschile:
    "LE RAGIONI DEL POSSIBILE"

    Edited by *STRIDER* - 14/10/2007, 09:22
     
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  3. Barnart
     
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    Non partecipo al forum da una decina di giorni perché in ogni cosa ci vogliono delle pause. Così mi sono perso qualcosa sugli altri 3D. Inevitabile.

    Noto però che in questo - dal tema tanto intrigante - il livello degli interventi è stato molto alto, talvolta altissimo. Molto più alto di quel che sempre si trova sui media e spesso sui libri, ivi compresi quelli dedicati alla sessualità maschile.

    Infatti, se la verità dell'esperienza maschile odierna, quale incomincia ad apparire qui (e altrove nel web), dovesse invece venir desunta da quel che si può leggere sui libri, di essa (e perciò di essi) non si potrebbe capire quasi nulla.
    Ed è ragionevole, giacché - sin qui - i libri sulla sessualità maschile non sono altro, alla fine, che libri contro la sessualità maschile.

    Ne parleremo.

    Ora prendo spunto dalle affermazioni di LH dove egli afferma, in sostanza, che qui si tratta della questione del sesso a pagamento per il semplice motivo che è stata sollevata da dei poveri sfigati e dove aggiunge che se ci sono milioni di Paganti questo è un problema loro che a lui non interessa (e che quindi a rigore non dovrebbe interessare nemmeno noi, se, appunto non fossimo degli sfigati e perciò, pare di capire, dei Paganti).
    Scrivo Paganti e non a caso lo scrivo con la maiuscola perché è giunta l'ora di porre fine alla criminalizzazione degli stessi.

    Vengo al dunque.

    Ho già scritto (troppe volte) che uno degli strumenti con i quali viene murata la bocca degli uomini tutti è la minaccia (e poi la pratica) del dileggio, ossia l'uso dello strumento della vergogna. Ora, l'insinuazione che chi parla a favore degli uomini lo faccia perché è senza sesso è il primo, il più immediato e spontaneo "argomento" di negazione delle sue parole ed è anche uno dei più efficaci.

    E infatti questo è il primo motivo per il quale gli uomini tacciono. Subiscono e tacciono. Ed è per questa ragione che ho collocato lo strumento della Vergogna (coltivata ad arte, si capisce) immediatamente a ridosso della Colpa come arma di sottomissione degli uomini.

    Mi trovo in enoteca e incrocio un tale che conosco assai poco. Manifesta di essere un tipo con interessi sociologici e forse filosofici.
    Si parla dell'andamento delle cose, dei giovani, delle famiglie. Delle nuove aspettative femminili, dei padri, dei figli, degli uomini. Si conversa sul tema ed è inevitabile (doveroso, direi) che io finisca con dirgli chi sono, cosa ho fatto e faccio su questo versante.
    D'improvviso cambia espressione e mi chiede: "Scusa, ma tu hai dei problemi con le donne?".

    Bene, chi si occupa di QM, chi osa finalmente collocarsi dalla parte degli uomini (e quindi anche dalla propria parte) deve sapere, deve accettare, deve dare per scontata questa insinuazione, questo sospetto. Deve dare per scontato il dileggio, l'esercizio immediato, spontaneo, incosciente di questa tecnica.
    Di più. Deve accettare che il sospetto correlato, e il dileggio associatovi, colpisca la sua partner (se ce l'ha).
    Quanto a me, io lo sapevo prima di scrivere la prima riga sulla QM, prima di dire la prima parola.
    E tutto è poi andato secondo quella (troppo facile) previsione. Ed ho avuto anche la fortuna di vedere che, precisamente come previsto, quel sospetto e quella insinuazione - complementari - hanno colpito direttamente, esplicitamente e pubblicamente mia moglie, come già ho avuto modo di raccontare in questo forum.

    Colpa, vergogna, Insenso, paura, esproprio, censura e deserto simbolico sono le (principali) armi usate contro gli uomini.

    Chi si occupa di QM deve sapere che lo attendono camionate di letame. E infatti è per evitare il letame, per mantenersi "onorevoli ed onorati" che gli uomini tacciono o parlano contro se stessi.

    Fuggono la vergogna e così, tacendo o parlando contro se medesimi (come vergogna impone), periclitano.

    Però onorevoli ed onorati.

    Rino


     
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  4. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 13/7/2006, 23:31)
    Colpa, vergogna, Insenso, paura, esproprio, censura e deserto simbolico sono le (principali) armi usate contro gli uomini.

    Chi si occupa di QM deve sapere che lo attendono camionate di letame. E infatti è per evitare il letame, per mantenersi "onorevoli ed onorati" che gli uomini tacciono o parlano contro se stessi.

    Fuggono la vergogna e così, tacendo o parlando contro se medesimi (come vergogna impone), periclitano.

    Però onorevoli ed onorati.

    Rino

    Sono assolutamente d'accordo con te, Rino.
    Sottoscrivo ogni parola.
    Però ritengo che ci sia una cosa da sottolineare con forza: la responsabilità di tutto questo è soprattutto degli uomini, non delle donne o del femminismo.
    E' il cosiddetto vecchio "machismo" la rovina del sesso maschile, il fatto di dover dimostrare continuamente di "saperci fare con le femmine" e di "avercelo sempre duro".
    Per non parlare dell'incapacità degli uomini di comunicare fra di loro e di parlare seriamente di sentimenti.


    Personalmente sono dell'opinione che gli uomini, come sesso, siano perdenti contro le donne.
    E, a mio parere, continueranno ad esserlo ancor di più in futuro.

    ---------------------------------------------------------------------------------------------

    (Forse l'unica soluzione a tutto ciò sarebbe veramente "l'inutilità" di cui parlò anni fa Silverback...)

    Edited by *STRIDER* - 14/10/2007, 09:23
     
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  5. Quinzio
     
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    Guarda Rino, e' un piacere leggere degli interventi come il tuo, che con uno stile sobrio e semplice riescono a mettere in evidenza quello che nella realta' "la fuori" viene costantemente negato.

    Il comportamento sessuale e' il cardine, il nocciolo, il cuore di tutto il problema. Il resto sono corollari.

    Mi viene in mente una considerazione, che forse spiega bene come tutto quello che e' maschile viene associato al brutto, allo sporco, all'inutile. Invece tutto cio' che e' femminile e' desiderabile, corretto, pulito.

    La considerazione e' che per indicare una cosa inutile, fatta male, da deridere, da rifare, da gettare si usa dire: e' una cazzata, nominando l'organo maschile.
    Per indicare che uno sta dicendo delle fesserie, delle stupidaggini, delle balordaggini si usa: ma cosa cazzo sta dicendo ? associando la stupidaggine e l'idiozia all'organo maschile.

    Invece per indicare una cosa bella, fatta bene, una cosa desiderabile si dice: "che figata, e' davvero una figata." Ovvero l'organo femminile e' associato al bello, al desiderabile.
    Anche di un uomo giovane, particolarmente attraente si dice e' un figo.
    Addirittura l'organo femminile viene declinato al maschile per indicare un uomo desiderabile.

    Bastano queste semplici considerazioni per smascherare e mostrare quale sia l'immaginario comune dei due organi sessuali.
    Maschio: inutile, brutto, fesso.
    Femmina: bella, pulita, desierabile.

    E' proprio vero che il re e' nudo.
     
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  6. Purusha
     
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    Caro Qunzio,
    ciò che fai notare in merito alle consuetudini linguistiche è senz'altro condivisibile.
    Ma per fortuna alcune locuzioni di ordine positive denotanti qualità di eccellenza (senza alcuna ombra di machismo, per carità) rimangono ancora in auge, come 'esser cazzuti' e 'avere le palle': ne convengo, non è molto, ma è quanto rimane. Vediamo di difenderlo e di recuperare terreno.
     
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  7. Alexandros Basileus
     
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    CITAZIONE (Barnart @ 13/7/2006, 23:31)
    I libri sulla sessualità maschile non sono altro, alla fine, che libri contro la sessualità maschile.

    Carissimo Rino,

    mi fa piacere che tu sia tornato a postare sul Forum: se ne sentiva la mancanza.

    Ciò che tu dici sulla sessualità maschile vale in generale per tutto ciò che è propriamente maschile.

    Della maschilità nella nostra società:

    1. o non si deve assolutamente parlare (l'argomento è tabù, retrogrado o fuori moda);

    2. o, se se ne parla, lo si deve fare per denigrarla, ridicolizzarla, criticarla o attaccarla.

    Così si è convenuto e così si continuerà a fare finché non ci saranno dei valorosi (che manifesteranno di avere le palle piene di tutta questa situazione) che reagiranno e impareranno finalmente a dire: "Basta, noi non ci stiamo!".

    Ampliando il discorso che ho già riportato in Mailing-list, affermo che il male-bashing agisce a mio avviso a quattro livelli:

    1. il primo è il livello dell' "alta cultura": da qui derivano gli attacchi contro la maschilità (con la sua conseguente ridicolizzazione e denigrazione) che si riscontrano nelle aule accademiche, nei convegni universitari e nei libri e nei manuali che circolano fra coloro che occupano posti di rilievo in società o che comunque amano leggere e tenersi informati;

    2. il secondo è il livello "mediatico": da qui derivano gli attachi contro la maschilità che si riscontrano nei media (radio, TV, carta stampata, cinema) e che danno forma e contenuto a tanti talk-show, reality-show, film, telefilm, messaggi pubblicitari, notizie del telegiornale, etc. etc.

    3. il terzo livello è relativo all'odio che le donne solitamente provano per tutto ciò che è maschile: mentre i primi due livelli sono determinari dal Sistema, questa tipologia di male-bashing è invece esclusivamente e specificamente femminile. In altre parole, esiste una componente perversa dell'animo femminile (che però, grazie a Dio, non si manifesta in tutte le donne) che spinge le femmine della razza umana ad odiare il maschio e quindi a cercare di schiavizzarlo, di ridicolizzarlo o di tartassarlo in ogni maniera. Questa malattia della psiche femminile ha un nome: MISANDRIA. Ora, la misandria femminile esisteva anche nel passato, ma essa era ancora in qualche modo contenuta: innanzitutto perché essa non aveva ancora assunto le proporzioni stratosferiche che essa ha invece preso dopo l'avvento del femminismo, e poi perché gli uomini, per tutta una serie di fattori (culturali, psicologici, sociali, etc.), erano ancora capaci di arginare la malizia femminile e di porre le varie femmine misandre in condizione di non nuocere.

    4. il quarto livello è infine quello relativo ai luoghi comuni: come scrivevo sopra, si è ormai convenuto che, se si parla dei "maschi", lo si deve fare solo per denigrarli, ridicolizzarli o criticarli, e così l' "uomo della strada" si è convertito a questa "buona novella" e non fa altro che sciorinare di continuo minchiate e stereotipi femministi e antimaschili, senza neanche rendersene più conto. La televisione gli ha fatto il lavaggio del cervello; le donne (madri, figlie, mogli, fidanzate, amanti, maestre, etc.) gli hanno fatto il lavaggio del cervello; i giornalisti gli hanno fatto il lavaggio del cervello; persino gli intellettuali (antropologi, sociologi, psicologi, psicanalisti, filosofi, politologi, etc. etc.) gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Cosa deve pensare dunque il povero e ignorante uomo della strada se non che deve essere per forza vero che è una colpa e una vergogna nascere maschi e che invece la Donna è un essere eccezionale, sublime, meraviglioso, quasi un'incarnazione divina?... E così tutta una serie di luoghi comuni, promananti da quel tipo di cultura che Nietzsche, Schopenhauer e altri avrebbero definito "filisteica" (cioè propria del "filisteo"), ha il terreno libero. E allora giù con la solita solfa: i maschi, si sa, sono solo un pugno di puttanieri, di eterni bambini, di egoisti vanitosi, di cani stupratori, di sporchi fetenti, di stupidi idioti, etc. etc.


    CITAZIONE
    Mi trovo in enoteca e incrocio un tale che conosco assai poco. Manifesta di essere un tipo con interessi sociologici e forse filosofici.
    Si parla dell'andamento delle cose, dei giovani, delle famiglie. Delle nuove aspettative femminili, dei padri, dei figli, degli uomini. Si conversa sul tema ed è inevitabile (doveroso, direi) che io finisca con dirgli chi sono, cosa ho fatto e faccio su questo versante.
    D'improvviso cambia espressione e mi chiede: "Scusa, ma tu hai dei problemi con le donne?".

    Ecco, questo modo di ragionare è tipicamente "matrista": l'uomo non vale per se stesso, ma vale solo in relazione a una donna.
    Di conseguenza un uomo a cui non vada di servire una donna (sia costei la moglie, la fidanzata, la figlia, l'amante, la madre o quell'altra terribile Grande Madre che è l'odierna società dei consumi, che produce merci e divora uomini, idee e valori) e che si occupa di QM per trovare (o ritrovare) la via dell'indipendenza, dell'autonomia e della dignità maschile deve essere per forza uno ... "che ha problemi con le donne"!
    Il maschio, per costoro, è solo un "eterno infante", dietro cui ci deve stare per forza una Donna (chiunque sia questa donna: non per forza deve essere la madre, ma deve essere comunque una donna che adotti un atteggiamento "matriarcale") che lo accudisca, lo guidi, lo diriga e, se il caso, lo corregga, lo rimproveri e lo punisca.
    Se un uomo invece si ribella a questo stato di cose, allora è "uno che ha problemi cone le donne"!

    CITAZIONE
    Chi si occupa di QM deve sapere che lo attendono camionate di letame. E infatti è per evitare il letame, per mantenersi "onorevoli ed onorati" che gli uomini tacciono o parlano contro se stessi.
    Fuggono la vergogna e così, tacendo o parlando contro se medesimi (come vergogna impone), periclitano.
    Però onorevoli ed onorati.

    E' proprio così.

    Agli uomini attuali rimangono solo due strade:

    1. o si rinuncia alla propria dignità maschile e, in tal caso, si verrà onorati dalla società;

    2. oppure ci si ribella in nome della dignità e dell'onore maschile e, in tal caso, si dovrà essere pronti a subire di continuo "camionate di letame" da parte della società.

    Non è data una terza via, perlomeno fino a quando le caratteristiche specifiche della maschilità non torneranno ad essere, anche nel sentire comune, dei valori e non più dei difetti o delle mancanze!

    Alexandros




     
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  8. Quinzio
     
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    Condivido pienamente sia Purusha che Alexandros.
     
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  9. silverback
     
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    CITAZIONE (Quinzio @ 14/7/2006, 07:53)
    Guarda Rino, e' un piacere leggere degli interventi come il tuo

    Sì, infatti è sempre un piacere leggere gli interventi di Rino, che è unico nel suo genere.
     
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  10. Barnart
     
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    Cari amici, la vs. stima è ricambiata.
    Aggiungo il mio ringraziamento agli uomini ed alle donne che stanno sempre più valorizzando questo spazio, fatto che gratifica chi ne suggerì la creazione (non fui io) e coloro che generosamente lo gestiscono e lo moderano.

    1- Torno sulla questione della vergogna.

    Ci sono delle forze che agiscono su di noi ma la cui azione siamo sempre tentati di negare, perché il riconoscerci soggetti ad esse ci degrada (sembra degradarci) di fronte a noi stessi ed agli altri. Vorremmo sempre essere ed apparire attori, centri autonomi di pensiero, sentimento ed azione e non particelle soggette a forze che ci governano. Esseri vivi ed autocefali, non pietre soggette alla gravità.

    Ma se io negassi di esser soggetto alla gravità dicendo che non me ne importa nulla, che non mi dà nessun fastidio e nessun beneficio farei la figura dello stolto. Essa agisce su di me, che io lo voglia, lo sappia, lo riconosca o meno. Che mi dia fastidio o meno è irrilevante.
    La stessa cosa deve dirsi della vergogna (e della colpa). Sono forze che esistono ed agiscono su di noi e proprio per questo siamo tentati di negarle. Dobbiamo riconoscere che esiste in noi questa tentazione. La tentazione alla bugia mirata a salvaguardare una (malintesa) autostima.
    Il riconoscimento della loro esistenza è invece il presupposto di ogni azione liberatrice perché solo in questo modo si possono combattere e vincere. E la forza della vergogna non si combatte e non si vince contro gli altri, ma dentro noi stessi. E’ un conflitto interno, una vittoria da conquistare contro i nostri stessi sentimenti.

    Essa è molto potente, più della paura. Infatti, per indurre gli uomini alla lotta si mostra loro l’onore che conquistano nel combattere e, a rovescio, l’onta che subiscono disertando. E’ raro che ci si suicidi per paura, ma accade spesso che lo si faccia per fuggire la vergogna. A differenza della paura, la vergogna è un male che colpisce persino dopo morti.

    Vi fu una epidemia di suicidi tra le giovani ateniesi (si sa con certezza che il suicidio è soggetto ad un fattore imitativo). Non si sapeva come porvi rimedio. Finché un grande psicologo propose questa soluzione: si faccia sapere a tutta la Polis che le ragazze che d’ora in poi si suicideranno verranno esposte nude alla vista di tutti. Risultato? Finiti i suicidi.

    Caro LH, la vergogna non è una forza che agisca solo su alcuni (più o meno sfigati che possiamo essere). Colpisce tutti. Ha colpito Antonello da Colfosco, suicida per esser stato pescato a pagare sul Terraglio. E’ una forza che agisce su tutti noi, anche su di te. Ci fa fare e dire cose che non vorremmo, che non ci appartengono veramente.


    2- Differenze naturali

    Wookyee
    CITAZIONE
    E siamo differenti, gli studi dicono …

    Appunto. Non vi è infatti alcun risanamento possibile, alcuna pace possibile tra i sessi (da quella in ufficio a quella sul letto) se non si riafferma questa verità eterna. Perciò è bene ricordare che si tratta di una verità antifemminista, nel senso che afferma ciò che il femminismo nega.


    3- Responsabilità maschile

    Strider:

    CITAZIONE
    Però ritengo che ci sia una cosa da sottolineare con forza: la responsabilità di tutto questo è soprattutto degli uomini, non delle donne o del femminismo
    E' il cosiddetto vecchio "machismo" la rovina del sesso maschile, il fatto di dover dimostrare continuamente di "saperci fare con le femmine" e di "avercelo sempre duro".
    Per non parlare dell'incapacità degli uomini di comunicare fra di loro e di parlare seriamente di sentimenti

    E’ davvero così. Amaramente.

    4- Quinzio e Purusha sugli usi linguistici:

    Acute entrambe le osservazioni.

    5- La quadripartizione di Alexandros Basileus

    Perfetta.

    Grazie

    Rino

     
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  11. wookyee
     
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    CITAZIONE
    Caro LH, la vergogna non è una forza che agisca solo su alcuni (più o meno sfigati che possiamo essere). Colpisce tutti. Ha colpito Antonello da Colfosco, suicida per esser stato pescato a pagare sul Terraglio. E’ una forza che agisce su tutti noi, anche su di te. Ci fa fare e dire cose che non vorremmo, che non ci appartengono veramente.

    Rino

    ...si la vergogna colpisce tutti, anche le donne coinvolte nel femminismo e che in realtà non lo condividono, ma molte si vergognano di non essere come le donne che descrive Alexandros:

    CITAZIONE
    Il maschio, per costoro, è solo un "eterno infante", dietro cui ci deve stare per forza una Donna (chiunque sia questa donna: non per forza deve essere la madre, ma deve essere comunque una donna che adotti un atteggiamento "matriarcale") che lo accudisca, lo guidi, lo diriga e, se il caso, lo corregga, lo rimproveri e lo punisca.
    Se un uomo invece si ribella a questo stato di cose, allora è "uno che ha problemi cone le donne"!

    perchè le donne che nn sono così sono considerate incapaci ad essere le Uome di oggi...
    e per la vergogna di essere così considerate, accettano la situazione...
    perchè se si ribellano sono donne senza palle, perchè la paura di essere fuori dal branco è più forte della consapevolezza che ci sono delle differenze tra UU e DD e che gli uomini non possono per natura essere Mammi e le donne non possono per natura avere le palle...
     
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  12. -Renato-
     
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    lelen:

    CITAZIONE
    Inoltre gioca sicuramente un ruolo il fatto che per una femmina la sessualità è sempre potenzialmente e inconsciamente legata alla gravidanza

    Questa è una delle poche cose che lelen ha scritto qua e mi trova d'accordo.
    Non è un caso che la donna abbia voglia di fare sesso attorno ai 30 anni, quando sente la maternità come pulsione fortissima(in caso sia ancora single).
     
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  13. -Renato-
     
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    strider:

    CITAZIONE
    Però ritengo che ci sia una cosa da sottolineare con forza: la responsabilità di tutto questo è soprattutto degli uomini, non delle donne o del femminismo.
    E' il cosiddetto vecchio "machismo" la rovina del sesso maschile, il fatto di dover dimostrare continuamente di "saperci fare con le femmine" e di "avercelo sempre duro".
    Per non parlare dell'incapacità degli uomini di comunicare fra di loro e di parlare seriamente di sentimenti.


    Personalmente sono dell'opinione che gli uomini, come genere, siano perdenti contro le donne.
    E, a mio parere, continueranno ad esserlo ancor di più in futuro.

    A prescindere dai rapporti con l'altro sesso , tra gli stessi uomini c'è una maggiore tendenza a farsi del male.Gli uomini si ammazzano, le donne ne ho viste pochissime che tra loro si ammazzano per motivi loro.La violenza fisica nell'uomo è più diffusa (fra di loro) mi riferisco alla violenza non solo 4 spintoni e scazzottate, parlo di quella omicida.Ed anche questa è una verità triste che fa atutto svantaggio maschile.
    Per quanto riguarda il rapporto con l'altro sesso,d'accordisssimo con Strider : i veri nemici degli uomini sono gli stessi uomini. Oltre ad esistere la categoria dei maschi pentiti, esiste la categoria dei machi-picchiatori.Ossia quelli che su accusa femminile eseguono senza fiatare.Come si vede nei film o nelle sitcom.Del tipo che la ragazza per vendicarsi chiama i fratelli o amici dei fratelli che si mettono apicchiare il malcapitato/i.Insomma a tutti i livelli sia affettivi che psicologici i maschi si fanno manovrare alla grande divenendo esecutori materiali di sentenza femminili.

    Edited by -Renato- - 15/7/2006, 20:39
     
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  14. Scienziato apocrifo
     
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    CITAZIONE (-Renato- @ 15/7/2006, 14:51)
    Oltre ad esistere la categoria dei maschi pentiti, esiste la categoria dei machi-picchiatori.Ossia quelli che su accusa femminile eseguono senza fiatare.Come si vede nei film o nelle sitcom.Del tipo che la ragazza per vendicarsi chiama i fratelli o amici dei fratelli che si mettono apicchiare il malcapitato/i. Insomma a tutti i livelli sia affettivi che psicologici i maschi si fanno manovrare alla grande divenendo esecutori materiali di sentenza femminili.

    Allora secondo te è più pericoloso l'esecutore del mandante?
     
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  15. Quinzio
     
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    QUOTE
    Insomma a tutti i livelli sia affettivi che psicologici i maschi si fanno manovrare alla grande divenendo esecutori materiali di sentenza femminili.

    Si prenda come esempio la ormai famosa testata di Zidane alla finale Italia/Francia.
    Il giocatore si e' giustificato: "Ha offeso mia madre e mia sorella".
    Qui addirittura non c'e' neanche la sentenza femminile.
    L'offesa alle donne della famiglia va lavata col sangue.

    Che sia vero o no, non ha detto mio padre, mio fatello........ ha proprio detto mia madre mia sorella.....
    Forse se offendevano suo padre non dava la testata ?????


    E' proprio vero che se sei un uomo non conti nulla e sei sostitubile all'istante.
    La donna invece, lei, col suo pancione gravido viene protetta e salvata a costo della vita.
     
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3491 replies since 7/5/2004, 09:09   84358 views
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