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Arrivato all'età di 34 anni penso di poter trarre un giudizio su quello che è stata la mia famiglia. Due parole: di merda. Quando sono nato mia madre aveva 44 anni, mio padre 54, e prima di me c'erano 4 fratelli (potevano essere 5). Soldi contati fino all'ultima lira. Madre casalinga e padre che lavorava in proprio in una bottega del centro del paesone. Chiaramente i figli nascevano perchè la parola "contraccettivo" stava a metà strada tra "diavolo" e "perversione". Una bestemmia. Così i figli nascevano e i soldi finivano. Non che si facesse la fame, ma era tutto centellinato e col contagocce. Mio padre, tanto per dare un'idea, ha fatto la seconda guerra mondiale in Africa, (Tobruk, El-Alamein e compagnia bella). I miei genitori (mio padre specialmente) erano due persone "ottocentesce", con valori e comportamenti antichi come i paioli di rame. Poi, quando è stato il momento di allevare me, erano stanchi. Ma stanchi nel vero senso della parola, fisicamente e mentalmente. Questo significa che hai un padre assente, una madre isterica. A tutto ciò si aggiunge una sorella (la maggiore) un po' testa di c...o che in quegli anni frequentava i circoli femministi e piano piano è riuscita a far si che i miei genitori si dividessero.
Va beh, non voglio annoiare oltre, comnque so bene anch'io cosa vuole dire avere una famiglia un po' sgangherata e dei genitori di cui non gliene importa niente di cosa fai, con chi sei.
CITAZIONE CITAZIONE (Davide.4. @ 15/9/2007, 15:24)Un ragazzo invece povero, senza soldi e senza una "figura guida" cresce incazzato con la vita non ha tutto quello che può avere...
Senza alcun dubbio. E questo vale ancor di più in una società capitalista come la nostra. Certamente si. Oggi più che mai come dice Silver viviamo in un mondo dove "non sei". In questa società "hai", perchè si può avere, si può comprare. Non siamo più cittadini, siamo consumatori. Chi non può avere vive emarginato, ai bordi, guarda e non partecipa, vive e basta. Escluso, uno si deve inventare forme di divertimento per non impazzire di noia. Quando avevo 15 anni c'era una moda dalle mie parti e nel nord italia, la moda dei "paninari". Ora queste emerite teste vuote si riconoscevano tra di loro per essere vestiti con abiti firmati, griffati. Niente altro. Chi poteva si comprava davvero le magliette da 100.000 Lire, quegli altri scimmiottavano. Ma non potevi tirarti fuori dal gioco, non potevi dire "a me non importa". Il gioco era quello, o avevi soldi da spendere, e allora avevi amici e divertimento, oppure eri un pezzente.
CITAZIONE CITAZIONE (Davide.4. @ 15/9/2007, 15:24)Almeno ho potuto riscontrare (dalla mia esperienza personale) che tutti quelli matti erano figli di operai, elettricisti, muratori o con il padre assente perchè morto o in galera. Verissimo Davide. E non c'è bisogno di scomodare nessun psicologo per capirlo. E' così dappertutto, in tutto il mondo. Tra un figlio crescuito bene, con i soldi, con le attenzioni morali e materiali di cui un bambino ha bisogno e un figlio crescuito "alla buona" c'è una differenza enorme. Penso alla differenza che c'è tra un giardino curato, con l'erba verde e le aiuole tagliate e un giardino incolto, pieno di erbacce, sporco. La differenza è la stessa e si vede.
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