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Baby-gang sequestra un ragazzino lo lega a un palo e lo pesta a sangue
Brindisi, quattro arresti dopo la denuncia della vittima, che ha raccontato di essere stato legato a un palo con un fil di ferro, preso a calci e pugni, denudato e colpito a pietrate nelle zone intime
Roma, 14 settembre 2007 - La Polizia di Stato di Brindisi ha arrestato quattro minorenni ritenuti responsabili dei reati di tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni personali, minaccia e violenza privata nei confronti di un altro ragazzo.
Le indagini, svolte dalla locale Squadra Mobile, hanno avuto origine - riferisce il comunicato - da una denuncia presentata da un minore, nella quale si evidenziava una serie di reati di cui era stato vittima e consumati ai suoi danni da altri coetanei suoi conoscenti. Gli accertamenti, successivamente svolti, hanno consentito - aggiunge il comunicato - di riscontrare la veridicità di quanto denunciato.
In particolare è emerso come i quattro ragazzi, il 13 agosto, hanno sequestrato la vittima, portandola fuori dal centro abitato di S. Vito dei Normanni (Brindisi), in una zona di campagna e, dopo averlo legato a un palo con un filo di ferro, lo hanno colpito con calci, pugni e schiaffi, denudandolo e ferendolo sul corpo e nelle zone intime con delle pietre. Successivamente, dopo averlo liberato, gli hanno intimato di non riferire l`accaduto ad alcuno, chiedendogli, altresì, una somma di denaro.
14\09\2007
Quando ero più piccolo (vi parlo di quando frequentavo la scuola media) tramite amici in comune sono entrato in contatto con un gruppo di elementi che dire bulli è riduttivo. Avrei tanti episodi da raccontare... che ho visto con i miei occhi. Cose da far accapponare la pelle. Ovviamente a furia di spargere terrore (e farsi nemici) questi tipi si sono vendicati. E aggiungo giustamente.
Purtroppo molti maschi non sono dotati di cervello. Non sanno ragionare.
Seviziato e «crocifisso» dal branco: 4 arrestati
Gli hanno detto «vieni con noi, ci devi riparare una bilancia». E invece lo hanno trascinato in campagna, nell’angolo di periferia dove avevano già preparato il fil di ferro e le tenaglie: poi lo hanno legato a un palo, gli hanno bruciato le braccia con cicche di sigaretta, lo hanno picchiato, denudato. E infine hanno tentato di crocifiggerlo. Nel frattempo uno del branco filmava le torture con un telefono cellulare.
Gli aguzzini sono due ragazzi sedici anni, un quattordicenne, e un diciassettenne, il boss di questa banda feroce: sono stati arrestati ieri con le accuse di lesioni e sequestro di persona: sono loro i crudeli artefici della mattinata di terrore vissuta da un sedicenne a San Vito dei Normanni. Gli investigatori hanno ricostruito le fasi di una giornata di follia cominciata il 13 agosto, quando la banda ha notato il sedicenne, che stava parlando con due amici; loro, che lo conoscevano e ormai lo avevano preso di mira, gli hanno detto di seguirlo perché c’era del lavoro per lui. Il ragazzino ha accettato, anche se una donna lo ha messo in guardia: «Non andare», gli ha detto ricordandosi di suo figlio, che quando aveva 10 anni era stato scaraventato in un cassonetto della spazzatura proprio da quella baby gang, già nota in paese. I ragazzi si sono diretti in campagna, hanno raggiunto una collinetta all’interno di un cantiere archeologico, una zona isolata. Il sedicenne ha capito di essere finito in trappola troppo tardi. Gli aguzzini lo hanno legato a un palo, lo hanno picchiato e dopo averlo spogliato lo hanno colpito nelle parti intime con delle pietre. Poi hanno deciso di crocifiggerlo utilizzando un’asta di legno. Ma non ce l’hanno fatta. Durante le torture uno filmava tutto. Mentre il branco infieriva, la madre del ragazzino sequestrato e la donna che lo aveva messo in guardia hanno tentato di contattarlo con il telefono cellulare: gli aguzzini lo hanno obbligato a inserire il viva voce intimandogli di rispondere che andava tutto bene. Prima di lasciarlo andare gli hanno urlato di consegnare una somma di denaro. «Ci devi dare cinquanta euro a testa».
Quando il ragazzino è tornato a casa la madre lo ha portato da un medico: 20 giorni la prognosi. E sono scattate le indagini. Ora la polizia sospetta che altri giovani siano finiti nel mirino della banda fatta da ragazzini senza precedenti penali, figli di operai e impiegati. Sono state fatte alcune perquisizioni: nel computer del quattordicenne è stato trovato il filmato della baby gang che lancia in aria e fa cadere un bambino di 9 anni.
15\09\2007
Questi elementi, ormai, sono irrecuperabili. Per arrivare a fare tanto significa che ormai hai superato il "confine" oltre il quale è impossibile tornare indietro.
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