Gli uomini sanno empatizzare
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Gli uomini sanno empatizzare

con gli altri uomini?

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  1. tonireve
     
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    CITAZIONE
    CITAZIONE (Davide.4. @ 26/10/2007, 12:23)
    Psichiatri, psicologi ed intellettuali parlano di questi episodi di volenza come " la voglia di attenzione... di capirli a causa di un passato difficile " e via stronzeggiando.

    Io ne ho conosciuti di soggetti simili. Non si meritano niente.
    Sanno quello che fanno. Gli piace la violenza e sentirsi i più forti.
    Esercitare un potere sugli altri e comandare.

    Zero comprensione.

    Concordo al 100 per cento.

    Anch'io.
    Una decina d' anni col 41bis e poi vediamo se episodi di questo tipo continuano a verificarsi.
    E' l' impunità il cancro dell' Italia.
    La madre di tutte le malattie.
     
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  2. silverback
     
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    doctor doctor
    CITAZIONE
    Per tornare all'empatia voglio ripetere ciò che avevo detto: gli uomini sanno empatizzare e anche molto.
    Penso infatti che quelli che intonavano freccetta nera sono in grado benissimo di farlo tra loro.
    Empatia significa mettersi nei panni di qualcuno, non solo dal punto di vista cognitivo ma anche emotivo.
    Sono sicuro che tutti noi ci rallegriamo per i successi di un nostro amico mettendoci nei suoi panni, poiché utilizziamo l'empatia.
    Se gli uomini non fossero in grado di empatizzare, l'unica cosa con cui potrebbero farlo sarebbe la loro immagine allo specchio.

    Vedi, a meno di non essere psicopatici, noi solidarizziamo con gli altri, non li trattiamo allegramente da ostacoli o prede.
    Tale solidarietà, tuttavia, non ha impedito alla specie umana di commettere atrocità di ogni sorta lungo tutta la storia e la preistoria.
    La contraddizione è risolvibile ricordando che "noi riconosciamo un cerchio morale che può non includere tutti gli esseri umani, ma soltanto i membri del nostro clan, villaggio o tribù".
    Il prossimo all'interno del cerchio è oggetto di solidarietà; quello all'esterno è trattato come una roccia, un fiume o un po' di cibo.
    Per esempio, il cannibalismo è così ripugnante per noi che per anni nemmeno gli antropologi hanno ammesso che fosse comune nella preistoria. E' facile pensare in questa epoca ovattata: com'è possibile che degli esseri umani siano capaci di un atto così depravato?
    Ma, com'è noto, i difensori dei diritti degli animali hanno un'opinione altrettanto bassa di coloro che mangiano carne (quindi anche di me...).
    Rendersi conto che si può essere moralmente indifferenti a coloro che si trovano al di fuori di un "cerchio mentale" fa immediatamente pensare a una strada percorribile per ridurre la violenza: capire la psicologia del cerchio abbastanza a fondo da spingere la gente a includervi "gli altri".
    Utopia? In gran parte, sì. Ma tentar non nuoce.
     
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  3. doctor doctor
     
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    CITAZIONE
    Vedi, a meno di non essere psicopatici, noi solidarizziamo con gli altri, non li trattiamo allegramente da ostacoli o prede.
    Tale solidarietà, tuttavia, non ha impedito alla specie umana di commettere atrocità di ogni sorta lungo tutta la storia e la preistoria.

    Appunto, però le guerre e le atrocità ci sono state anche nei confronti di chi condivideva gli stessi valori morali, senza per questo rinunciare all'empatia; anzi, a volte empatizzando anche troppo allo scopo di sfruttare le debolezze di coloro che sono stati attaccati.
     
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  4. Davide.4.
     
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    Disabile picchiato, il video girato a Torino

    L’episodio è avvenuto in un istituto professionale e risale al mese di giugno. Ad agosto è stato diffuso su Internet. Preside e prof riconoscono scuola e aggressori. Indagati 4 minorenni, tra cui una ragazza


    TORINO - Sono quattro studenti di Torino tra i sedici e i diciassette anni «i produttori, i registi e i distributori» del video orribile messo in mostra su Google tra quelli più divertenti. Sono loro ad avere insultato, deriso, spintonato e umiliato il compagno di scuola portatore di handicap. Sono loro ad avere fatto tutto questo nell’indifferenza sconcertante di un’intera classe del secondo anno di un istituto tecnico per grafici pubblicitari alla periferia di Torino, a due passi da Grugliasco.

    Una scuola difficile, dicono preside e professori che ci lavorano, una scuola «senza solidarietà», in cui soltanto un anno fa era stata appesa sull’uscio di una prima classe la fotografia di un ragazzo con la scritta «Lui è gay», e giù una sfilza di insulti. Poi quella foto è stata strappata, nessuno sa da chi, nessuno sa bene quando.

    Oggi lo scandalo del video, con gli occhi del mondo puntati addosso e l’inchiesta di tre procure della Repubblica, Milano, Roma e Torino. I quattro studenti, tre ragazzi e una ragazza, quella che ha materialmente caricato il filmato su Google, sono stati scoperti dalla polizia postale, ma di fatto erano già stati smascherati dal preside e da alcuni professori che nel video mandato in onda dai telegiornali avevano riconosciuto i muri dell’aula, il volto dei loro studenti. Ieri mattina i quattro sono stati rintracciati a scuola, portati a casa e perquisiti. Hanno pianto.

    Il filmato in cui il loro compagno viene umiliato, addirittura usato come bersaglio, è stato girato nel giugno dell’anno scorso, quando i ragazzi frequentavano la seconda superiore. Su Google le immagini sono state invece caricate in agosto, e lì sono rimaste fino allo scorso lunedì, quando l’associazione «Vividown» di Milano si è accorta del filmato (pare il risultato del montaggio di quattro diversi spezzoni) e ha presentato una denuncia per diffamazione.

    I quattro studenti, che presto verranno interrogati dal capo della procura dei minori di Torino, Ennio Tomaselli, sono indagati per violenza privata in concorso. «Il nostro dovere principale - ha commentato il magistrato - è quello di salvaguardare la parte offesa, perché non subisca altri choc e ulteriori ripercussioni traumatiche. L’istituzione scolastica si è attivata immediatamente, sia con la segnalazione del preside sia con la segnalazione di qualche studente. Mi ha contattato anche l’ufficio scolastico regionale del Piemonte». Certo, poi sarà ascoltato anche lui, il ragazzino disabile.

    Mentre sarà Torino a fare piena luce sull’episodio di bullismo e violenza a scuola, toccherà alla procura di Milano capire fino a che punto arrivi la responsabilità di «Google Italia». Possibile che nessuno controlli i filmati rilanciati attraverso Internet? Basta a difesa del motore di ricerca sostenere che i server si trovano all’estero, negli Stati Uniti, e dunque non soggetti alla legislazione italiana? Il pm Francesco Cajani, del pool reati informatici del capoluogo lombardo, ha già interrogato come persona informata dei fatti un responsabile italiano del motore di ricerca e sta studiando il caso giuridico che potrebbe rappresentare un vero terremoto telematico.

    Da "Corriere della Sera"


    15\11\2006

    FONTE : http://www.educacionenvalores.org/breve.php3?id_breve=548



    CITAZIONE
    Sono loro ad avere fatto tutto questo nell’indifferenza sconcertante di un’intera classe

    La classe non c'entra.
    Sono anche loro delle vittime.
    Non hanno la forza per contrastarli.

    Mentre le ripercussioni possono essere terribili.

    Come si dice... meglio vivere nell'omerità e vivere "sereni" che rischiare e magari essere coinvolti nella spirale della violenza.

    Come si fa a conviverci per il resto dell'anno. Non ci convivi.

    O li ammazzi o conviene "suicidarti" dopo...

    Ovvio... che... dipende sempre chi hai di fronte.
     
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  5. silverback
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 27/10/2007, 19:32)
    La classe non c'entra.
    Sono anche loro delle vittime.
    Non hanno la forza per contrastarli.

    Mentre le ripercussioni possono essere terribili.

    Come si dice... meglio vivere nell'omerità e vivere "sereni" che rischiare e magari essere coinvolti nella spirale della violenza.

    Come si fa a conviverci per il resto dell'anno. Non ci convivi.

    O li ammazzi o conviene "suicidarti" dopo...

    Ovvio... che... dipende sempre chi hai di fronte.

    E' così, lo si ammetta o no.
    Contro certi soggetti esiste solo una medicina: la violenza.
    Una sana violenza.

    CITAZIONE (doctor doctor @ 27/10/2007, 18:13)
    anzi, a volte empatizzando anche troppo allo scopo di sfruttare le debolezze di coloro che sono stati attaccati.

    Io quella non la definisco empatia ma crudeltà.
     
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  6. silverback
     
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    Il primo passo per capire la violenza consiste nel mettere da parte l'avversione che ci suscita per un periodo di tempo sufficientemente lungo da consentirci di esaminare perché essa a volte paghi in termini personali o evoluzionistici.
    Il che richiede di rovesciare la formulazione della domanda chiedendosi, non perché si faccia violenza, ma perché si eviti di farla.
    La morale, dopotutto, non ha fatto il suo ingresso nell'universo con il Big Bang per poi permearlo come
    una radiazione di fondo. E' stata scoperta dai nostri antenati quando il processo moralmente
    indifferente
    noto come selezione naturale aveva già miliardi di anni.
    In merito, ritengo che le migliori riflessioni sulle conseguenze di questa amoralità di fondo siano quelle di Hobbes nel
    Leviatano.
    Purtroppo, la sua concisa definizione della vita umana come "sordida, bestiale e corta" e l'immagine di un
    potente Leviatano che ci trattiene dal saltarci vicendevolmente alla gola hanno portato a fraintendere le
    sue argomentazioni. La convinzione che in genere gli si attribuisce è che nello stato di natura l'uomo fosse in balìa di un impulso irrazionale che lo portava a odiare e distruggere. In realtà, la sua analisi è più sottile e forse ancora più tragica: egli mostra, infatti, come la dinamica della violenza si sviluppi dalle interazioni fra agenti razionali mossi da interesse personale.
    L'analisi hobbesiana è stata riportata in auge dalla biologia evoluzionistica, dalla teoria dei giochi e dalla
    psicologia sociale.
    Ecco l'analisi che precede la famosa definizione della "vita dell'uomo":
    "Quindi nella natura dell'uomo troviamo tre cause principali di contesa: in primo luogo, la competizione; in secondo luogo, la diffidenza; in terzo luogo, la gloria. La prima porta gli uomini ad aggredirsi per acquistare possesso, la seconda per la sicurezza, la terza per la reputazione.
    Nel primo caso essi ricorrono alla violenza per impadronirsi delle persone, delle donne, dei figli e del bestiame di altri uomini; nel secondo, per difenderli; nel terzo, per delle sciocchezze come una parola, un sorriso, una divergenza d'opinione o qualche altro segno di sottovalutazione rivolto alla loro persona sia direttamente, sia indirettamente (cioè, alla loro stirpe, ai loro amici, nazione, professione o nome)".
     
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  7. Davide.4.
     
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    silverback (Inviato il: 27/10/2007, 20:22)

    CITAZIONE
    Il primo passo per capire la violenza consiste nel mettere da parte l'avversione che ci suscita per un periodo di tempo sufficientemente lungo da consentirci di esaminare perché essa a volte paghi in termini personali o evoluzionistici.

    La violenza viene fatta per avere una bella reputazione fra maschi. Essere considerato il più forte.
    Il migliore di tutti.
    Nessuno ti osa sfidare perchè tu sei il più forte e nessuno è ai tuoi livelli.

    Tutti i vantaggi che ne conseguono ammirazione... molte femmine.

    Oppure viene fatta della violenza solo per cattiveria.
    Non c'è un motivo preciso. Viene preso quello più "scarso" (1) e viene malmenato senza pietà.

    Queste sono le semplici e brutali dinamiche.


    (1) Può essere basso, alto, magro, grasso etc. etc. ma c'è una costante... psicologicamente è il più fragile.
     
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  8. doctor doctor
     
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    CITAZIONE
    Io quella non la definisco empatia ma crudeltà.

    Il comportamento denota sì crudeltà, ma per poter giungere a tale crudeltà occorre immedsimarsi nell'altro e questo è la caratteristica dell'empatia.
    Forse però sono io a non aver capito cosa si sta intendendo qui per "empatizzare".
     
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  9. Davide.4.
     
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    silverback (Inviato il: 27/10/2007, 18:53)

    CITAZIONE
    Io quella non la definisco empatia ma crudeltà.

    Esatto.
    Da quello che ho visto è proprio così.
     
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  10. Wang Mang
     
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    CITAZIONE (doctor doctor @ 28/10/2007, 09:20)
    CITAZIONE
    Io quella non la definisco empatia ma crudeltà.

    Il comportamento denota sì crudeltà, ma per poter giungere a tale crudeltà occorre immedsimarsi nell'altro e questo è la caratteristica dell'empatia.
    Forse però sono io a non aver capito cosa si sta intendendo qui per "empatizzare".

    Credo che Doc stia dicendo che in certe forme di crudeltà occorra sapersi mettere nei panni dell'altro al fine di individuare le sue debolezze. Non sempre si usa l'empatia a fin di bene.....
     
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  11. doctor doctor
     
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    CITAZIONE
    Credo che Doc stia dicendo che in certe forme di crudeltà occorra sapersi mettere nei panni dell'altro al fine di individuare le sue debolezze. Non sempre si usa l'empatia a fin di bene.....

    Esatto.
     
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  12. Davide.4.
     
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    Scuola, si impicca a 14 anni
    "Sei un secchione, non ti votiamo"


    A scuola gli davano del secchione e del crumiro: si è impiccato a 14 anni. È successo ad Ischia: è stato ritrovato dalla Polizia, che aveva ricevuto la denuncia di scomparsa dei genitori, in un terreno nei pressi di casa sua. Frequentava il quinto ginnasio al liceo di Lacco Ameno. La madre disperata: "La scuola mi dovrà rendere conto di quello che è successo a mio figlio".

    "Vai troppo bene". "Vuoi andare a scuola anche quando c'è sciopero". "Non ti votiamo come rappresentante di classe". Queste le 'accuse' che i compagni gli rivolgevano e di cui il ragazzo si era lamentato con la madre. Proprio la mancata elezione nel consiglio di classe potrebbe essere stata vissuta come l'ultimo atto di una lunga serie di angherie subìte e potrebbe aver scatenato la terribile decisione.


    01\11\2007

    FONTE : http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Scuo...82703?ref=rephp


    CITAZIONE
    Proprio la mancata elezione nel consiglio di classe potrebbe essere stata vissuta come l'ultimo atto di una lunga serie di angherie subìte e potrebbe aver scatenato la terribile decisione.

    Questo ragazzo non aveva un briciolo di cattiveria.
    Persone così sono rare ma ci sono.
    La sopraffazione può avere effetti diversi da soggetto a soggetto... il risentimento può portare a compiere azioni devastanti (abbondantemente spiegate) oppure può condurre al suicidio se, la persona in questione, non ha nessun "demone interiore".

    Mi dispiace molto per questo ragazzo... se ci fossi stato in classe nessuno gli avrebbe mai torto un capello.

    Per quanto riguarda quegli stronzi sono delle emerite teste di cazzo.
     
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  13. +Vargan+
     
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    Le "teste di cazzo" che piacciono tanto alle femministe.

    Perchè non gli dispiace quando fanno male agli uomini, anzi, è vista come forza. Mentre un debole prende i cazzotti ed è disprezzato da maschi e da femmine. Poi quando queste violenze le subiscono loro, allora diventano tutti i maschi dei porci e degli stupratori.

    E quelle persone umiliate andranno a rimpolpare le file dei tossici, degli alcolizzati e dei violentatori.
    Questa è la triste verità.

    Purtroppo non bisogna permettere a nessuna persona di poterti incutere timore....altrimenti ti mangia il cervello e non te ne liberi più.

     
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  14. Davide.4.
     
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    +Vargan+ (Inviato il: 1/11/2007, 22:22)

    CITAZIONE
    Perchè non gli dispiace quando fanno male agli uomini, anzi, è vista come forza. Mentre un debole prende i cazzotti ed è disprezzato da maschi e da femmine. Poi quando queste violenze le subiscono loro, allora diventano tutti i maschi dei porci e degli stupratori.

    Esatto.

    CITAZIONE
    Purtroppo non bisogna permettere a nessuna persona di poterti incutere timore....altrimenti ti mangia il cervello e non te ne liberi più.

    O nei casi peggiori il risentimento e l'odio finiscono per ammazzare.
     
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  15. Davide.4.
     
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    Bambino di 11 anni trovato impiccato in cantina

    È stato il fratellino più piccolo a trovarlo nella cantina di casa, ormai senza vita. Lì appeso a una corda. È morto così, impiccato, un ragazzino di 11 anni, il primo di quattro fratelli. Forse un suicidio, perché non sopportava più di essere deriso dai compagni di scuola, forse più semplicemente un tragico gioco finito male. Una notizia terribile, che ha sconvolto un piccolo paese di collina, Campiglia dei Berici, al confine tra le province di Vicenza e di Padova. Non era ancora buio, ieri sera. Una giornata come tante, per una famiglia come tante. Il padre, agricoltore, era al lavoro nei campi. La madre stava accudendo altri tre suoi bambini. Lui si era allontanato, dicendo che sarebbe andato a studiare in cantina. Il posto più tranquillo, e isolato, della casa. Nessuno sa dire cosa sia davvero accaduto. Forse il ragazzo armeggiava con l'attrezzatura da palestra che era solito usare per allenarsi. Gli inquirenti escludono che ci fosse qualcuno nel seminterrato, quando è accaduta la tragedia. E non sono stati trovati biglietti, messaggi per i genitori. Si scava allora nella vita di un bambino che oggi tutti descrivono sensibile, introverso. Sembra che in questi giorni si fosse lamentato: alcuni compagni, a scuola, lo prendevano in giro, per le sue orecchie a sventola. Per questo, per dare una spiegazione ad una morte terribile, oggi i carabinieri ascolteranno amici ed insegnanti.


    FONTE : http://www.tg5.mediaset.it/cronaca/articol...icolo5453.shtml


    CITAZIONE
    È stato il fratellino più piccolo a trovarlo nella cantina di casa, ormai senza vita. Lì appeso a una corda. È morto così, impiccato, un ragazzino di 11 anni, il primo di quattro fratelli.

    CITAZIONE
    Sembra che in questi giorni si fosse lamentato: alcuni compagni, a scuola, lo prendevano in giro, per le sue orecchie a sventola.

    Penso ad alcuni miei compagni di scuola malmenati.
    La loro vita è stata davvero una tortura.

    Uccidere per esasperazione o suicidarsi.

    Queste sono le due alternative.
     
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196 replies since 6/12/2006, 20:15   6290 views
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