Gli uomini sanno empatizzare
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Gli uomini sanno empatizzare

con gli altri uomini?

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  1. Davide.4.
     
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    Reduan
    CITAZIONE
    Se io, uomo, ho maggiori responsabilità di fronte alla società e al mondo, allora io, uomo, chiedo maggiori privilegi. Ed ho ragione a chiederli.

    Non ho mai trovato nessuno o nessuna che sapesse confrontarsi degnamente su questo tema.
    La fredda logica, spesso fa paura.

    Red sono d'accordo con te. ;)
     
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  2. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (silverback @ 9/5/2007, 21:32)
    Risposta data al sottoscritto da un "vero uomo", estremamente empatico (...), in un altro forum:
    CITAZIONE
    Guarda che se non te la danno non te la devi prendere altri che con te stesso, svegliati, guarda come ti ha ridotto ammazzarti di seghe, su quattro interventi (di numero) che hai fatto non ce n'è uno che non urli il tuo bisogno di farti una scopata e il tuo disprezzo per "ste' stronze" che la danno a tutti tranne che a te.. ani_biggrin.gif

    ... è tutto da rifare.

    Sai come la penso, un tipo che si permettesse di parlarmi cosi' in faccia, finirebbe immediatamente steso.
    Tanto merde simili conoscono solo la legge della violenza, e vanno curati con l'uso della forza.


    CITAZIONE (Reduan @ 9/5/2007, 22:06)
    Quando un uomo molla una donna è un "bastardo", e questo è riconosciuto e accettato. Quando un uomo non accetta le avances di una donna è un povero sfigato, se gli va bene è frocio.

    Quando succede il simmetrico , a parti invertite, è ancora colpa dell'uomo e sono gli uomini stessi ad affermarlo.
    Ecco cosa vuol dire darsi la zappa sui piedi.

    Nella donna si comprende il momento di difficoltà oggettiva o soggettiva, nell'uomo no.
    Basterebbe questo da solo a sbugiardare d'un colpo i proclami femministi sulla uguaglianza che da oltre 40 anni ci vengono propinati in tutte le salse.

    Se io, uomo, ho maggiori responsabilità di fronte alla società e al mondo, allora io, uomo, chiedo maggiori privilegi. Ed ho ragione a chiederli.

    Non ho mai trovato nessuno o nessuna che sapesse confrontarsi degnamente su questo tema.
    La fredda logica, spesso fa paura.

    Reduan, condivido quasi tutto quello che hai scritto. Scrivo "quasi" perchè, pur condividendo, ritengo che certe stupide mentalità siano antecedenti al neofemminismo.
    Purtroppo tantissimi uomini si comportano da autentici pezzi di merda nei confronti degli altri uomini: e non a causa del femminismo. E' un dato di fatto di cui, ci piaccia o meno, bisogna amaramente prendere atto. Io, in caserma, vedo e sento anche di peggio. Quello che combinano certi maschi per una femmina è molto spesso ridicolo e patetico, se possono fregare il proprio simile sono contenti come pasque!

    Edited by *STRIDER* - 11/5/2007, 18:42
     
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  3. Davide.4.
     
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    Gli uomini non sanno empatizzare.
    Nella mia (personale esperienza) sono arrivato alla conclusione che gli uomini si "rispettano" in base alla violenza esercitata.
    Più sei cattivo e più hanno paura\ammirazione.

    Se sei un ragazzo "tranquillo" allora vieni additato come un povero "sfigato" ed emarginato.

    Questa è la verità. E' stato così in passato lo è nel presente e lo sarà nel futuro.
    C'è poco da aggiungere.

    P.s.
    Non tutti ragionano in questo modo, un esempio è il sottoscritto.
     
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  4. silverback
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 10/5/2007, 19:35)
    P.s.
    Non tutti ragionano in questo modo, un esempio è il sottoscritto.

    Un altro il sottoscritto, nonché STRIDER.
     
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  5. *STRIDER*
     
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    Fermo restando il fatto che ciascuno di noi è libero di pensarla come vuole, mi chiedo, però, come possa qualcuno votare la risposta n.1.
    Gli uomini saprebbero empatizzare molto tra di loro?
    Boh... a me sembra che più che altro sappiano disprezzarsi...
     
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  6. Davide.4.
     
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    STRIDER
    CITAZIONE
    Fermo restando il fatto che ciascuno di noi è libero di pensarla come vuole, mi chiedo, però, come possa qualcuno votare la risposta n.1.
    Gli uomini saprebbero empatizzare molto tra di loro?
    Boh... a me sembra che più che altro sappiano disprezzarsi...

    Vero STRIDER.

    Il bullissimo ne è un'esempio.



    Torino, il ragazzo si è accoltellato e poi si è gettato dal quarto piano Tormentato a scuola: «Sei gay». Si uccide La madre del 16enne: avevo protestato con la preside, ma non è cambiato niente

    TORINO - «Sei come Jonathan. Ti piacciono i ragazzi, sei gay…». E giù battute e parolacce. Forse i suoi compagni non capivano fino in fondo quanto lo ferivano con quelle frasi, ma per Marco, 16 anni, seconda superiore in un grande istituto tecnico, quel tormentone durato un anno e mezzo è stato troppo. E martedì ha deciso di farla finita: prima una coltellata mirata al petto, poi il volo dalla finestra di casa, al quarto piano di un quartiere residenziale. All’ospedale, per qualche ora, i medici hanno tentato di rianimarlo,ma è stato inutile. Marco è morto e ora la Procura si accinge ad archiviare il caso: non ci sono dubbi, è stato un suicidio. A provarlo c’è anche una lettera che racconta ogni dettaglio nel linguaggio ironico e agrodolce degli adolescenti. E una conclusione: «Non ce la faccio più».
    La madre di Marco, Luisa (i nomi sono di fantasia) è arrivata in Italia più di vent’anni fa dalle Filippine. Ha lavorato e lavora come collaboratrice domestica, ha sposato un agricoltore italiano che vive poco lontano da Torino e dal quale è separata, e da lui ha avuto tre figli di 17, 16 e 13 anni. Marco era il secondo, quello che le dava più soddisfazioni con i risultati a scuola: «I problemi — racconta ora la donna, tra le lacrime — sono cominciati più di un anno fa, in prima superiore. Mio figlio era dolce, sensibile, non alzava mai la voce, non partecipava a certi giochi e non litigava con nessuno. I compagni l’hanno preso di mira, ce l’avevano con Jonathan, quello del Grande Fratello. Era un modo per dirgli che era gay, poi aggiungevano altre cose… ».
    Luisa non è stata a guardare, dopo aver parlato a lungo con suo figlio ed essersi fatta raccontare nei dettagli quello che succedeva a scuola, è andata nell’istituto frequentato dal figlio, ha chiesto e ottenuto di incontrare la vicepreside che diMarco era anche insegnante. E per un po’ le cose sono andate a posto, almeno in apparenza. «La signora ci ha parlato di questi problemi già nell’inverno dell’anno scolastico 2005-2006. Ha avuto un lungo colloquio con noi, al quale sono seguiti rimproveri da parte nostra ai compagni che avevano schernito Marco», conferma la dirigente scolastica dell’istituto, uno dei più antichi e prestigiosi della città. «Purtroppo — prosegue — a questa età, succede spesso che la sensibilità di un ragazzo non sia compresa dagli altri, ma non c’era alcun bullismo né l’intenzione di far male, solo degli sciocchi scherzi involontariamente crudeli. Da quel momento, per noi non c’è stato più alcun segnale di disagio né da parte del ragazzo né della famiglia».
    La preside ricorda perfettamente quel ragazzino magro, silenzioso e studioso: «Marco andava bene a scuola, aveva 7 e 8 in tutte le materie e 10 in condotta. Pensandoci oggi, la sua sensibilità poteva anche nascondere una grande fragilità, ma qui a scuola si traduceva soprattutto in studio e rispetto delle regole. Siamo sconvolti, addolorati, abbiamo parlato con la mamma di Marco da poco e siamo a disposizione per chiarire ogni dettaglio che possa servire a ricostruire questa tragedia». A casa, a pochi isolati dalla scuola, dal liceo e dalle medie frequentati dagli altri due figli, Luisa non sa darsi pace e ricorda quegli scherzi pesanti, che quest’anno erano ricominciati: «Gli dicevo: "Marco, stai tranquillo, non hai nessun problema, fai amicizia con i compagni, esci…". Ma lui non riusciva a seguire i miei consigli, dopo la scuola tornava subito a casa, giocava al computer o ci metteva dentro i suoi dvd. A volte piangeva, poi mi diceva: "Mamma, non è nulla, è passato". Lo spingevo fuori perché frequentasse la piscina, due volte alla settimana lo faceva… ».

    Lunedì mattina, Marco è uscito alle 8 come al solito, ma poi ci ha ripensato ed è rientrato a casa: «Non voglio andare a scuola, mamma, sono stanco, lasciami riposare». Era così bravo, i suoi voti era così alti che la signora Luisa non si è preoccupata. Martedì mattina Marco ha rassicurato la madre: «E' tutto a posto, ripasso la lezione e vado a scuola, vai a lavorare tranquilla ». L’ha lasciata uscire, poi si è ucciso. In quella lettera che ora è in mano ai carabinieri il suo ultimo, disperato, atto di accusa.
    Vera Schiavazzi
    05 aprile 2007


    FONTE: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...icida_gay.shtml

    Questo ragazzo non meritava questa fine.

    Edited by Davide.4. - 13/5/2007, 13:17
     
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  7. silverback
     
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    http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/c...a-omicidio.html


    CRONACA

    Arrestato l'uomo che ha confessato il delitto: quattro colpi al viso e alla nuca
    Ha 62 anni e voleva redimere la donna con cui aveva avuto una relazione anni fa
    Melfi, uccide un 22enne
    "Faceva prostituire la mia ex"

    Melfi, uccide un 22enne
    "Faceva prostituire la mia ex"

    POTENZA - Ucciso perché lo credeva responsabile di aver fatto prostituire la sua ex, una donna di 44 anni di Melfi. Per questo, secondo i carabinieri del comando provinciale di Potenza, Gerardo Navazio, 62 anni, arrestato all'alba a Potenza avrebbe ucciso ieri pomeriggio a colpi di pistola vicino alla villa comunale di Melfi Mauro David Tartaglia, 22 anni. Quattro colpi, due in pieno volto e due alla nuca quando era già a terra: una vera e propria esecuzione.

    Navazio è stato fermato questa mattina alle 5.30 in viale Marconi a Potenza, a bordo di una Ford Mondeo, poi sequestrata, nella quale i militari hanno trovato una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa, colpo in canna, caricatore e munizioni; una busta di cellophane con proiettili dello stesso calibro della pistola; un coltello dalla lama di 25 centimetri.

    Interrogato dal pubblico ministero di Potenza Francesco Basentini Navazio ha confessato il delitto, spiegando di ritenere Tartaglia responsabile di aver avviato alla prostituzione la donna con la quale lui avrebbe avuto una relazione fino a poco tempo prima e che voleva redimere.

    Navazio era tornato in libertà circa due anni fa dopo averne trascorso 37 in carcere, di cui 21 per omicidio e altri 16 per reati commessi durante la reclusione.

    (17 giugno 2007)


    CITAZIONE
    Interrogato dal pubblico ministero di Potenza Francesco Basentini Navazio ha confessato il delitto, spiegando di ritenere Tartaglia responsabile di aver avviato alla prostituzione la donna con la quale lui avrebbe avuto una relazione fino a poco tempo prima e che voleva redimere.

    Tipico ragionamento da maschio ottuso (e criminale).
     
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  8. teenspirit83
     
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    citazione letteraria : come i capponi del manzoni, stando nella situazione difficile, o se vogliamo estremizzare, di vittime, preferiamo beccarci tra noi piuttosto che aggregarci.
    intendo tutte le discussioni tra i pochi uomini come noi qui, e i molti poco attenti o con idee femminizzate.
    quindi ne deduco che siamo bravi ad empatizzare ben poco.
     
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  9. Wishotel
     
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    CITAZIONE (teenspirit83 @ 21/7/2007, 18:53)
    citazione letteraria : come i capponi del manzoni, stando nella situazione difficile, o se vogliamo estremizzare, di vittime, preferiamo beccarci tra noi piuttosto che aggregarci.

    Pare l'esatta descrizione dei rapporti fra donne... :unsure:
     
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  10. teenspirit83
     
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    tra donne è ancora più palese. ma loro non sono prese nel sacco come i capponi. loro lo fanno in ogni caso.
     
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  11. Davide.4.
     
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    Davide.4.
    CITAZIONE
    Gli uomini non sanno empatizzare.
    Nella mia (personale esperienza) sono arrivato alla conclusione che gli uomini si "rispettano" in base alla violenza esercitata.

    Pestato a sangue, ferito un 17enne isernino

    2007-07-18 03:39:02

    Sei contro uno: calci, pugni, schiaffi. Un agguato in piena regola, un'aggressione selvaggia per futili motivi. Forse un atto di bullismo che rischia però di avere gravi conseguenze.


    Un ragazzo di 17 anni di Isernia è stato affrontato e pestato a sangue da sei ragazzi romani. Il fatto è accaduto a Silvi Marina, località balneare abruzzese nella quale il ragazzo si era recato per passare una giornata al mare con i genitori ed il fratellino di 13 anni. Proprio quest'ultimo ha assistito alla vile aggressione. Il 17enne molisano, secondo quanto da lui stesso raccontato, si stava recando a fare il bagno quando è stato affrontato da un 18enne romano. Tra i due ragazzi, che si conoscono da tempo in quanto entrambi frequentano abitualmente Silvi Marina, c'era già della ruggine. I due dalle parole sono passati ai fatti. Un rapido scambio di colpi, un accenno di rissa subito sedata. Ma il 18enne avrebbe deciso di vendicarsi. Chiama un gruppo di suoi amici e poco più tardi raggiunge il ragazzo molisano. Il 17enne viene circondato e picchiato selvaggiamente. Lo lasciano immobile sulla spiaggia con ferite al volto ed ecchimosi per tutto il corpo. Quindi lo minacciano intimandogli di non dire nulla a nessuno di quanto accaduto. Il ragazzo molisano viene trasportato all'ospedale di Atri dove riceve le prime cure. Quindi la famiglia torna ad Isernia e il 17enne qui viene sottoposto, presso l'ospedale "Veneziale", ad ulteriori accertamenti. Le lesioni più pericolose le ha subite ad un occhio. Dovrà sottoporsi ad una serie di esami. Per i medici, comunque, guarirà in due settimane. I genitori hanno presentato una denuncia contro gli aggressori presso la caserma dei carabinieri di Isernia.


    Non si vergognano.
    Questi non so romani so delinquenti. Il vero romano è un tipo di cuore.

    Celle Ligure, picchiato da due sconosciuti

    Celle Ligure. Sono scesi da un fuoristrada, lo hanno avvicinato e lo hanno preso a calci e pugni. Gli autori del pestaggio sono ancora sconosciuti, mentre l’aggredito è un genovese di 26 anni, G.L., che si trovava sull’Aurelia a Celle Ligure. Tutto è accaduto in pochi minuti, nella tarda serata di mercoledì. Il giovane genovese era solo, quando ha visto accinarsi un veicolo di colore scuro dal quale sono scesi due uomini, che gli si sono avventati contro per malmenarlo. I due poi sono tornati in auto e si sono dileguati a spron battuto. Il malcapitato ventiseienne ha dovuto ricorrere alle medicazioni dei medici dell’ospedale San Paolo di Savona. Ancora ignote le cause all’origine dell’episodio. Sul fatto stanno indagando i carabinieri.


    20 Luglio 2007
     
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  12. Davide.4.
     
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    Picchiato e lasciato privo di sensi sul ciglio della strada

    GARLENDA
    Daniele Rubado, 23 anni, ha riportato un trauma cranico e varie lesioni al naso, alle labbra e ad un occhio, giudicati guaribili in quindici giorni


    Picchiato a sangue da un gruppo di sconosciuti e lasciato privo di sensi sulla strada, fino a quando un ambulanza della Croce Bianca albenganese lo raccoglie e lo porta in ospedale. Vittima dell’aggressione è Daniele Rubado, 23 anni, incensurato e residente a Villanova d’Albenga, in servizio come operaio in un’azienda di Cisano sul Neva. Questa mattina, il giovane sporgerà denuncia per lesioni, dopodichè inizieranno le indagini per risalire agli autori del pestaggio. Nella rissa, il ventitreenne ha riportato un trauma cranico e varie lesioni facciali al naso, alle labbra e ad un occhio, giudicati guaribili in quindici giorni dai medici dell’ospedale albenganese Santa Maria di Misericordia.
    L’episodio è avvenuto alle 2 di ieri notte, all’uscita della sagra “Salsa e salse”. La manifestazione prevede stand gastronomici e spazi danzanti con musiche latinoamericane. Al termine della festa, Rubado ha salutato gli amici e si è attardato a parlare con un conoscente. Ieri pomeriggio, dopo le dimissioni dal nosocomio ingauno, il giovane aggredito ha raccontato quanto successo poche ore prima.
    “Stavo chiacchierando con questo ragazzo e ad un certo punto ho fatto un commento su sua sorella. Lui non l’ha presa bene e mi ha tirato uno spintone. Un gruppo di ragazzi, che non avevo mai visto prima, è intervenuto per allontanarci e mi ha trascinato via”, racconta Rubado. Sembra tutto finito, quando il ragazzo villanovese si avvicina agli sconosciuti per chiedere spiegazioni del loro intervento. “Mi hanno tirato un pugno in testa, sono caduto per terra e loro hanno continuato a prendermi a calci. Ho cercato di rialzarmi per difendermi, ma loro mi hanno colpito fino a quando sono svenuto. Non ho nemmeno capito quanti erano a picchiarmi, ma penso tre o quattro”, aggiunge l’operaio malmenato.
    Intorno alle 2, un residente sente le urla, si affaccia alla finestra, vede Rubado esanime sull’asfalto e chiama il 118. Il ventitreenne si risveglia sull’ambulanza, ma lamenta forti dolori alla testa. All’inizio i medici temono il peggio e lo sottopongono ad una Tac per escludere emorragie interne. L’esame dà esito negativo e Daniele Rubado può rientrare nella sua abitazione di via Molinetto.
    Dopo aver parlato coi genitori, il ragazzo aggredito ha deciso di sporgere querela come parte lesa contro ignoti. Spetterà adesso alle forze dell’ordine risalire ai responsabili dell’aggressione, fuggiti senza lasciare tracce.


    di Redazione

    24/07/2007

    Questi personaggi li trovo disgustosi.

    Riporto questa frase pronunciata da un mio amico " Fra assassini nun se toccano "
    Questo stà a significare che queste merde se ne approfittano solo di coloro che non hanno la forza di difendersi.
    Con chi è più forte di loro. Fanno "pippa".
    Merde.
     
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  13. Davide.4.
     
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    Picchiato e bruciato vivo dai bulli del paese

    Orrore a Racalmuto, nella terra di Sciascia. La vittima, 23 anni, attirata in un tranello STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
    DAL NOSTRO INVIATO - RACALMUTO (Agrigento) — L'hanno ammazzato all'ora dei lupi, come dicono in paese, indicando quei branchi di bulli che la notte s'impossessano di Racalmuto. E forse era anche lui un «lupo» Simone Ferrauto, il ragazzotto ucciso dai suoi coetanei dopo l'ennesima rissa, attirato in un tranello con un appuntamento sotto il cimitero. Un appuntamento con la morte perché dopo i calci e i pugni, come se si trattasse di un delittaccio di mafia vecchia maniera, qualcuno gli ha rovesciato addosso un bidone di benzina. Una fiammata. Carbonizzato a 23 anni, alla fine di una serata balorda, alla fine di una vita fra balordi. E' la nuova soglia dell'orrore superata nella notte fra sabato e domenica nel paese di Leonardo Sciascia, a quindici minuti dalla Valle dei Templi, in questo centro che s'aggrappa ad Andrea Camilleri per dare visibilità ad un gioiello come il Teatro comunale. Sforzi vani, annientati da un cancro che devasta ampie fasce giovanili. Con uno stuolo di disoccupati un po' rassegnati a seguire i potenti di turno per raccomandazioni e lavori precari, un po' perduti in giornate vuote e notti trascorse fra scorribande in moto sgommando fra gli ultimi passanti, ovvero spadroneggiando con spacconeria da un bar all'altro, pronti a far pagare con un pugno o uno sputo una risata, una mala occhiata, un gesto involontario. Andò così all'inizio dell'estate quando Ferrauto si ritrovò bastonato in una notte senza testimoni. E poi per settimane si vide arrancare con un busto ortopedico sotto la camiciola, fra le battute compiaciute dei «lupi» che lui odiava. Bande contrapposte.
    Entrate in azione anche sabato, dopo la mezzanotte, quando il povero Simone era appena uscito dal bar Charlot con due panini piastrati e due birre. Pronto a raggiungere un coetaneo che i carabinieri ieri non sarebbero riusciti ad interrogare perché fuori paese, dileguatosi come tanti altri «lupi» ufficialmente «irreperibili». C'erano ancora decine di ragazzi per strada anche nel bar accanto, il Blob, quasi all'angolo con la discesa che porta verso il cimitero, la stessa che un tempo percorrevano prima dell'alba i «carusi» diretti in miniera, i ragazzi descritti da Sciascia nelle «Parrocchie di Regalpetra». I «carusi» di oggi non sanno nemmeno cosa fossero le miniere di zolfo e salgemma. Come i bulli del branco piazzatosi un chilometro sotto le gentilizie, in contrada Oliva, per la lezione, per il pestaggio trasformato in una esecuzione che scimmiotta quelle mafiose. Adesso dalla modesta casa incollata alla Chiesa del Monte echeggia il pianto disperato di una donna senza pace, mamma Liliana, un impiego da 400 euro al mese, precaria come Lsu, lavoratore socialmente utile, al municipio, unico sostegno economico della famiglia perché il marito, Giuseppe Ferrauto, con la sua carretta di venditore ambulante non vende più una maglia.
    Disoccupato. «Fregato pure lui dai cinesi», come diceva maledicendo il mondo il suo ragazzo che non c'è più. Sfoghi notturni, confessioni fra amici delle stesso branco, sorseggiando birre e whisky raccattati fra accattonaggi, prestiti mai restituiti e minacce ai baristi. Ecco una delle miscele in grado di far scattare le risse banali per strade senza governo perché dalle otto di sera a Racalmuto, come in tanti altri paesi, non si vede un vigile urbano, né un carabiniere. Caserme chiuse per mancanza di fondi e personale, dicono. Al contrario di quanto accadde dieci anni fa dopo una strage di mafia davanti alla Chiesa Madre. Tre mesi di attenzioni e, poi, di nuovo la consegna del territorio al più forte. Appunto, com'è accaduto sabato quando già alle dieci di sera decine di ragazzotti sfrecciavano senza casco con i motorini smarmittati per il corso, sapendo di non correre nessun rischio. Se non quello di doversi difendere dai loro coetanei. Come adesso ammette pure il sindaco, Gigi Restivo, pronto a correre dal prefetto: «Questo non è un segnale d'allarme, ma una tragedia infinita che ne può chiamare altre se non siamo capaci di intervenire». E' l'ansia che prende chi questi ragazzi li conosce bene. «Tanti sono bulli dalla rissa facile, magari esagerano con alcool o altro, ma non li facevo capaci di una cosa del genere», ripete Restivo evocando le riunioni con insegnati, sacerdoti e volontari. Sforzi vani pure questi, affondati nelle notti da Far West. Come sa il titolare della Cremeria Parisi, l'unico bar che per allontanare il branco s'è imposto il divieto di vendita di alcolici. Solo caffè e succhi di frutta. Un «proibizionismo» fai-da-te nella giungla senza regole.


    Felice Cavallaro

    19\09\2005
     
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  14. *STRIDER*
     
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    Davide, purtroppo è un dato di fatto che il peggior nemico che un uomo può incontrare nella propria vita è molto spesso un altro uomo.
    Silver non aveva aperto a caso questo thread...
     
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  15. Davide.4.
     
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    *STRIDER*

    CITAZIONE
    Davide, purtroppo è un dato di fatto che il peggior nemico che un uomo può incontrare nella propria è molto spesso un altro uomo.

    Sicuro.

    CITAZIONE
    Silver non aveva aperto a caso questo thread...

    Mai detto questo.
     
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